
Sarà aperta al pubblico da domani al 20 settembre la mostra “Paolo VI e Jacques Maritain: il rinnovamento dell’arte sacra tra Francia e Italia (1945-1973)”. ...
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
Sarà aperta al pubblico da domani al 20 settembre la mostra “Paolo VI e Jacques Maritain: il rinnovamento dell’arte sacra tra Francia e Italia (1945-1973)”. ...
domenica 08 Giugno 2025
Lo Spirito del Signore riempie l’universo;
egli, che tutto abbraccia,
conosce ogni linguaggio. Alleluia. (Cf. Sap 1,7)
Si dice il Gloria.
O Dio, che nel mistero della Pentecoste
santifichi la tua Chiesa
in ogni popolo e nazione,
diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo,
e rinnova anche oggi nel cuore dei credenti
i prodigi che nella tua bontà
hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Dagli Atti degli Apostoli
At 2,1-11
Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti; abitanti della Mesopotàmia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio».
Parola di Dio.
Dal Sal 103 (104)
R. Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature. R.
Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.
Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore. R.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani
Rm 8,8-17
Fratelli, quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio.
E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.
Parola di Dio.
SEQUENZA
Veni, Sancte Spíritus, et emítte caélitus lucis tuae rádium. | Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. |
Veni, pater páuperum, veni, dator múnerum, veni, lumen córdium. | Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. |
Consolátor óptime, dulcis hospes ánimae, dulce refrigérium. | Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. |
In labóre réquies, in aestu tempéries, in fletu solácium. | Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. |
O lux beatíssima, reple cordis íntima tuórum fidélium. | O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. |
Sine tuo númine, nihil est in hómine, nihil est innóxium. | Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. |
Lava quod est sórdidum, riga quod est áridum, sana quod est sáucium. | Lava ciò che è sórdido, bagna ciò che è árido, sana ciò che sánguina. |
Flecte quod est rígidum, fove quod est frígidum, rege quod est dévium. | Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. |
Da tuis fidélibus, in te confidéntibus, sacrum septenárium. | Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni. |
Da virtútis méritum, da salútis éxitum, da perénne gáudium. | Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. |
Alleluia, alleluia.
Vieni, Santo Spirito,
riempi i cuori dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
Alleluia.
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 14,15-16.23b-26
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Parola del Signore.
Monsignor Dino Bressan sarà il nuovo Vicario generale e Moderatore di Curia dell’Arcidiocesi di Udine. È stato lo stesso arcivescovo mons. Riccardo Lamba ad annunciarlo al clero diocesano riunito giovedì 5 giugno ad Aquileia per il pellegrinaggio dedicato proprio a sacerdoti e diaconi. Il nuovo incarico di mons. Bressan – accolto tra gli applausi dal clero Udinese presente ad Aquileia – avrà decorrenza a partire dal 1° settembre 2025; egli lascerà dunque le Parrocchie di Tricesimo, Ara e Fraelacco, la cui nuova guida sarà resa nota nelle prossime settimane.
Nel consegnare il suo annuncio, mons. Riccardo Lamba ha rivolto un pensiero all’attuale Vicario generale uscente, mons. Guido Genero. «Visto anche il lungo servizio che ha offerto alla nostra Arcidiocesi come Vicario generale, ho chiesto che ci fosse un altro “Cireneo”… e l’ho chiesto a mons. Dino Bressan». «Io so – ha proseguito l’Arcivescovo rivolgendosi ai sacerdoti – quanto gli costi lasciare la parrocchia. È successo anche a me come a diversi di voi: quando mi è stato chiesto è stato veramente molto, molto difficile. Ma in questo mio primo anno a Udine ho imparato che lui, come tanti di voi, ama la Diocesi».
«Confido – ha concluso mons. Lamba – che don Dino, con l’aiuto di tutti i Vicari foranei e di coloro che hanno responsabilità nei vari uffici pastorali, possa aiutarci ad accompagnare il cammino di questa Chiesa nei prossimi anni con amore e con spirito di sacrificio».
«Questa nomina da parte del nostro Arcivescovo genera in me un po’ di timore» afferma mons. Dino Bressan, neo-nominato Vicario generale che proprio oggi compie 68 anni. «Sono però convinto che il Signore operi sempre attraverso i suoi Pastori, e quindi mi affido completamente alla volontà di Dio, mettendomi ancora a servizio della nostra Arcidiocesi».
«I miei genitori, dal cielo, mi sosterranno con la loro preghiera – prosegue –. Così pure mi sosterranno i tanti e santi vescovi, preti e diaconi che ho conosciuto nel mio ministero. Oltre a questi, so di poter contare sulla fiducia di mons. Arcivescovo, del mio predecessore mons. Guido, e sulla preghiera dei tanti amici e parrocchiani delle comunità che ho servito».
«Per il resto – conclude –, non ho altro desiderio che servire Gesù, buon Pastore, imparando ogni giorno da Lui e da Maria ad amare il santo Popolo di Dio che è in Friuli».
Mons Bressan succede a mons. Guido Genero che, dopo quasi 15 anni di servizio, lascia quindi la seconda carica diocesana. Classe 1947, mons. Genero fino a nuova comunicazione mantiene i suoi incarichi di Amministratore parrocchiale di Flambro, Flumignano, Gradisca di Sedegliano, Nespoledo, Salt del Torre, Sant’Andrat del Cormor e della Parrocchia-Santuario della Madonna Missionaria in Tricesimo. Mons. Genero mantiene anche i suoi incarichi di consulente ecclesiastico dell’Unione cristiana imprenditori e dirigenti (UCID) e dell’Unione dei giuristi cattolici di Udine (UGCI). Egli è anche canonico residenziale dell’Insigne Collegiata di Cividale.
«Don Guido è stata una presenza molto bella per me – ha affermato l’Arcivescovo -, perché è stato una presenza discreta, riservata, sempre attenta, intelligente. Mi ha dato sempre tante “dritte”. Ma capivo che era arrivato anche il momento di sollevarlo da questo incarico».
Il Vicario generale è il principale collaboratore dell’Arcivescovo per tutto quanto attiene le questioni di governo dell’Arcidiocesi. Nelle sue vesti di Moderatore della Curia, al Vicario generale spetta anche il coordinamento dell’attività degli uffici della Curia arcivescovile.
Figlio di genitori emigrati dal Friuli, mons. Bressan nacque il 5 giugno 1957 a Charleroi, in Belgio. Fu ordinato sacerdote dall’allora arcivescovo mons. Alfredo Battisti il 26 settembre 1981 nella sua parrocchia di origine, Cussignacco. Trascorse il primo anno di sacerdozio a San Giorgio di Nogaro, dove svolse il ministero di collaboratore parrocchiale, prima di assumere, nel 1982, il ruolo di vicerettore del seminario, prima a Udine, poi a Castellerio. In seminario ha dato avvio alla nuova Comunità giovanile, seguendola per sei anni, per poi passare ai seminaristi di teologia. Contemporaneamente, dal 1988 al 1994, è stato Direttore del Centro diocesano di Pastorale Vocazionale.
In quegli anni don Bressan perfezionò gli studi conseguendo la Licenza in Teologia morale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e in bioetica all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Dal 1992 al 1999 don Bressan è stato Presidente del Collegio della Provvidenza di Udine e Presidente dell’ASPAC.
Nel 1993 mons. Alfredo Battisti nominò don Bressan parroco di Pradamano, ruolo ricoperto fino al 1997. Fu in quell’anno che don Dino Bressan assunse la guida della cappellania dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” di Udine e, contestualmente, l’incarico di direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale della Salute. Negli anni trascorsi nella cappellania ospedaliera, don Bressan è stato membro dei Comitati Etici dell’Azienda Ospedaliera S. Maria della Misericordia di Udine e del Policlinico Universitario di Udine.
Da ottobre 2004 a settembre 2012 mons. Bressan è stato Rettore del Seminario Interdiocesano “San Cromazio di Aquileia” per le diocesi di Gorizia, Trieste e Udine. Dal 2010 al 2021 è stato delegato episcopale per il Diaconato permanente nell’Arcidiocesi di Udine e, dal 2011 al 2021, responsabile della Commissione triveneta per il Diaconato permanente. Mons. Dino Bressan ha ricoperto anche gli incarichi di direttore dell’Ufficio di Pastorale vocazionale (2004-2010), coordinatore della formazione del Clero (2004-2011), incaricato per i preti di recente ordinazione (2009-2011) e assistente del Serra Club di Udine (2004-2012). È stato membro del Consiglio presbiterale diocesano in diversi mandati: 1993-1998, 2003-2013, 2014-2021 e nell’attuale Consiglio. Inoltre, è membro per la Commissione della formazione del clero.
Nel 2012 fu nominato parroco di Basiliano, Basagliapenta, Blessano, Orgnano, Variano, Villaorba e Vissandone, comunità che ha guidato fino alla nomina, avvenuta nel novembre 2021, a parroco di Tricesimo, Ara e Fraelacco. Dal febbraio 2024 mons. Bressan è Vicario foraneo per la Forania della Pedemontana; questi ultimi incarichi termineranno quando mons. Bressan assumerà il servizio di Vicario generale e di Moderatore di Curia.
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domenica 01 Giugno 2025 01 Giugno 2025
Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?
Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore verrà. Alleluia. (Cf. At 1,11)
Si dice il Gloria.
Dio onnipotente,
concedi che i nostri cuori dimorino nei cieli,
dove noi crediamo che oggi è asceso
il tuo Unigenito, nostro redentore.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Dagli Atti degli Apostoli
At 1,1-11
Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, «quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».
Parola di Dio.
Dal Sal 46 (47)
R. Ascende il Signore tra canti di gioia.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l'Altissimo,
grande re su tutta la terra. R.
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni. R.
Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo. R.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 9,24-28; 10,19-23
Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.
Parola di Dio.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Parola del Signore.
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