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lunedì 10 febbraio 2020

Agenzia Fides 10 febbraio 2020

VATICANO - Il Cardinale Luis Antonio Tagle, Prefetto di "Propaganda Fide" è arrivato a Roma
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Cardinale Luis Antonio G. Tagle ha lasciato Manila ed è atterrato a Roma, per iniziare il suo servizio come Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Il Cardinale è stato accolto questa mattina all'aeroporto di Fiumicino (Roma) da una delegazione del Dicastero missionario, composta da: il Segretario della Congregazione, l'Arcivescovo Protase Rugambwa; il Segretario aggiunto e Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, l'Arcivescovo Giampietro Dal Toso, il Sottosegretario mons. Ryszard Szmydki, OMI; l'Amministratore, mons. Giovanni Ermes Viale.
La mattina del 9 febbraio, annunciando la sua imminente partenza, così l'Arcivescovo si è rivolto ai fedeli di Manila, riuniti per la messa in Cattedrale: "Vi saluto. Questa settimana inizio il lavoro presso la Congregazione vaticana. È stato un onore e una benedizione avervi conosciuto e aver collaborato con voi. Farò sempre tesoro del mio tempo con voi. Potrete contare sulle mie preghiere. Per favore, pregate per me e per la mia missione. Pregate perchè sappiate essere docili all'azione dello Spirito Santo, continuando la vita nell'Arcidicoesi e aspettando il prossimo Arcivescovo. Siate sempre nella gioia!".
Lo stemma del Cardinale è stato applicato sui marmi della navata centrale della chiesa. “Questo significa che sarai ricordato in tutte le preghiere e le messe in questa cattedrale. Sarai sempre a casa in questa Cattedrale”, ha detto p. Reginald Malicdem, Segretario personale del Cardinale e Rettore della Cattedrale dell'Immacolata Concezione a Manila.
L'8 dicembre 2019, festa dell'Immacolata Concezione, Papa Francesco ha annunciato la nomina del Cardinale Tagle come nuovo Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
(Agenzia Fides 10/2/2019)
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EUROPA/ITALIA - Giornata del malato, i Camilliani: “Essere vicino a chi soffre è incontrare Cristo”
 
Roma (Agenzia Fides) - “Per noi Camilliani la ricorrenza della Giornata mondiale del Malato è l’occasione per rimettere al centro dell’attenzione l’impegno al servizio della vita più fragile, laddove malati danno testimonianza del loro cammino di sofferenza”: così commenta all’Agenzia Fides padre Gianfranco Lunardon, Segretario generale dell’Ordine dei Ministri degli Infermi (i Camilliani), parlando della Giornata che si celebra ogni anno l’11 febbraio, nella memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. “La cura e l’assistenza ai malati - ricorda - fa parte da sempre della storia di carità di ogni comunità cristiana, sulla parola di Gesù: 'Ero malato e mi avete visitato' (Mt 25, 35) e continua ancora oggi, in tutto il mondo”.
Istituita nel 1992 da Giovanni Paolo II come uno speciale momento di preghiera e di condivisione, la Giornata del malato è giunta alla ventottesima edizione. Il tema del messaggio scelto da Papa Francesco per il 2020, è tratto dal Vangelo di Matteo: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11, 28). “Il Santo padre attraverso questo messaggio - spiega a Fides il Segretario generale - invita tutta la comunità sofferente a trovare ristoro nell’incontro con Gesù: è il Signore l’unico e il solo che offre speranza, che realizza la salvezza in noi. Chi sperimenta nella propria vita l’amore fedele di Dio e la sua consolazione - continua - è in grado e in dovere di stare vicino ai fratelli più deboli e di farsi carico delle loro fragilità. Tutti i fedeli - precisa il religioso- sono chiamati a diventare missionari nei luoghi di sofferenza per portare l’annuncio e la presenza di Dio e della Chiesa”.
In molte parti del mondo l’opera della Chiesa contribuisce a portare speranza per coloro che vivono in una condizione di disperazione e sofferenza: “Tutte le nostre comunità cristiane - rileva p. Lunardon - sono sorte grazie al lavoro di missionari e volontari animati dallo spirito evangelico”. Come riferisce il religioso, nell’isola di Taiwan, la presenza dei missionari Camilliani, dai primi anni cinquanta ad oggi, ha portato alla costruzione di un grande ospedale con 700 posti letto, di un Centro per disabili mentali con 230 ospiti, di una nuova casa per anziani con 150 posti letto e alla fondazione della prima facoltà di scienze infermieristiche dell’isola, che oggi conta più di tremila studenti. La testimonianza dell’amore e della cura verso i malati porta anche altri frutti missionari, racconta p. Gianfranco: “A Ouagadougou, in Burkina Faso, l’accoglienza e la cura verso malati nelle diverse strutture sanitarie territoriali presenti, rappresentano un punto di incontro fra le differenze e le specificità culturali e religiose che convivono nel paese”.
Fin dall’inizio i missionari Camilliani hanno dato grande importanza alla Giornata del malato perché, rimarcando il valore del servizio, spirituale e corporale, al malato, sottolinea anche la missione propria di ogni malato: “Con la promozione della salute e la cura della malattia - sostiene p. Lunardon - noi cooperiamo all’opera di Dio creatore, glorifichiamo Dio nel corpo umano ed esprimiamo la fede nella risurrezione. Ogni anno nelle nostre chiese - prosegue padre Gianfranco - la Giornata del malato si celebra solennemente amministrando la sacra unzione degli infermi. Questi offrono a Dio la loro sofferenza. San Camillo de Lellis, il nostro fondatore – conclude – ci ha insegnato a collocare l’uomo al centro dello sguardo e dell’azione: egli accoglieva e valorizzava ogni persona ferita dalla sofferenza nella sua più profonda e inalienabile dignità”. (ES) (Agenzia Fides 10/2/2020)
LINK
Guarda la video-intervista a p. Lunardon sul canale Youtube dell'Agenzia Fides -> https://www.youtube.com/watch?v=5Qb2YBEGcqs
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ASIA - I Vescovi dell'Asia: "Affidiamo i malati di coronavirus alla protezione della Madonna di Lourdes"
 
Hong Kong (Agenzia Fides) - "Mentre è imminente la festa di Nostra Signora di Lourdes, la guaritrice miracolosa, l'11 febbraio, speciali preghiere e benedizioni, per intercessione della Vergine, vanno alle vittime del letale coronavirus che affligge il mondo, in particolare il nostro continente asiatico": lo afferma la Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia, in un messaggio formato dal Presidente, il Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, in Myanmar.
Il testo dei Vescovi, inviato a Fides, ricorda che virus si è diffuso in circa 30 paesi, facendo la maggior parte delle vittime in Cina, ma riscontrando casi in quasi tutti i paesi dell'Asia.
"In questo momento critico, vogliamo essere vicini e pregare per i defunti, e per i fratelli e le sorelle che sono malati a causa di questo virus che si è diffuso in Cina e nel mondo. Possa il Signore accogliere i morti nella sua pace, confortare le famiglie e sostenere il grande impegno della comunità cinese che già si è mobilitata per combattere l'epidemia".
"Rivolgiamo un appello a tutti i Vescovi in ​​Asia perchè affidino tutte le vittime del coronavirus a Nostra Signora della salute, la Madonna di Lourdes, che festeggiamo l'11 febbraio", si legge nel testo.
"Preghiamo affinchè la nostra Beata Madre intervenga e aiuti a prevenire un'epidemia globale. Chiediamo con fervore la sua materna protezione per fermare la rapida diffusione di questo virus mortale, per dare speranza e coraggio, imponendo le sue mani miracolose per la guarigione dei malati".
Conclude il testo: "In questi tragici momenti, possa la nostra Madre Maria, che era accanto alla croce del figlio Gesù morente, essere il pilastro della forza e il faro di speranza per gli operatori sanitari che rischiano la vita per salvare la vita delle persone contagiate". (PA) (Agenzia Fides 10/2/2020)
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ASIA/TURCHIA - Decreto di Erdogan: il Patriarca armeno potrà indossare abiti religiosi anche fuori dai luoghi di culto
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha firmato un apposito decreto presidenziale per confermare che Sahak II Masalyan, nuovo Patriarca armeno di Costantinopoli, ha il diritto di indossare la sua veste da religioso anche quando esce dai luoghi di culto e si trova all’aperto o in ambienti pubblici. La specifica disposizione è contenuta nel decreto presidenziale n°1838 del 16 dicembre 2019. I contenuti del decreto sono divenuti di pubblico dominio solo a inizio febbraio, e sono stati rilanciati soprattutto da Agos, la testata bilingue armeno-turca con sede a Istanbul.
Le regole che restringono in Turchia la possibilità di indossare abiti religiosi in luoghi pubblici sono un retaggio dell’impronta laicista impressa alle istituzioni turche da Mustafa Kemal Ataturk, fondatore e primo Presidente della Repubblica di Turchia. Ancora adesso, i membri consacrati delle diverse comunità di fede vestono solitamente in abiti civili quando escono dai luoghi di culto o dalle sedi di organismi e istituzioni religiose. Il privilegio di poter vestire anche in pubblico abiti religiosi è riservato solo ai capi delle diverse comunità, come il Patriarca ecumenico e il Patriarca armeno di Costantinopoli, il Gran Mufti e il Rabbino CapoRepubblica di Turchia.
L'arcivescovo Sahak Masalyan, eletto l'11 dicembre 2019 come 85esimo Patriarca armeno di Costantinopoli, ha iniziato il suo ministero inviando diversi segnali di ossequiosa benevolenza nei confronti della leadership politica turca: “Tutte le minoranze presenti in Turchia” ha dichiarato il Patriarca in un’intervista pubblicata giovedì 2 gennaio dal quotidiano nazionalista turco Akşam (vedi Fides 3/1/2020) condividono questo medesimo avviso: sotto il potere del Partito Akp (il Partito del Presidente Erdogan, ndr) stiamo vivendo il periodo più pacifico e felice dai tempi della fondazione della Repubblica turca”. (GV) Agenzia Fides 10/2/2020)
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ASIA/INDIA - L'Arcivescovo di Goa: "Ritirare la la legge sulla cittadinanza, divisiva e discriminatoria"
 
Goa (Agenzia Fides) - Il governo federale indiano dovrebbe "revocare immediatamente e incondizionatamente la legge sulla cittadinanza il Citizenship Amendment Act (CCA) e smettere di penalizzare il diritto al dissenso": è quanto afferma l'Arcivescovo Filipe Neri Ferrao, alla guida della diocesi di Goa e Daman, criticando il CAA, approvato dal Parlamento nel dicembre scorso su spinta del partito nazionalista indù che governa l'India, il Bharatiya Janata Party (BJP).
Secondo le organizzazioni della società civile e i gruppi delle minoranze religiose, che da oltre un mese stanno protestando, quella legge che regola e dispone la concessione dell cittadinanza solo ai non-musulmani di tre paesi vicini (Pakistan, Afghanistan e Bangladesh), è discriminatoria e va contro la Costituzione indiana. La legge, insieme al National Register of Citizens (NRC) e al National Population Register (NPR) ha instillato paura e sospetti tra i musulmani del paese, che formano quasi il 15% su 1,3 miliardi dei cittadini indiani. mons. Ferrao stigmatizza la legge e anche i controversi registri NRC e NPR: "Chiediamo al governo di ascoltare la voce di milioni di persone in India", nota l'appello. "La legge CAA e i due registri NRC e la NPR sono divisive e discriminatorie e avranno certamente un effetto negativo e dannoso" su una democrazia multiculturale come la nostra" afferma l'Arcivescovo.
Secondo la Chiesa indiana, che più volte ha espresso, con molte voci, il suo dissenso, quei provvedimenti comporteranno una "vittimizzazione diretta delle classi svantaggiate, in particolare dei dalit (gli intoccabili), degli adivasi (gli indigeni), dei lavoratori migranti, di comunità nomadi e di innumerevoli persone prive di documenti che, dopo essere state riconosciute come degni cittadini ed elettori per oltre 70 anni correranno improvvisamente il rischio di diventare apolidi e candidati a campi di detenzione", afferma la nota inviata Fides.
Quella legge, criticata in patria e all'estero, "comporta un'erosione sistematica di valori, principi e diritti" che sono stati garantiti a tutti i cittadini nella Costituzione. Il messaggio diffuso dall'Arcivescovo ricorda che "eminenti cittadini, compresi i migliori intellettuali e avvocati, hanno preso una posizione ponderata e inequivocabile contro la CAA, la NRC e la NPR".
A Goa vi sono state diverse manifestazione di proteste, che hanno trasceso i confini dell'affiliazione religiosa, riunendo persone di ogni ceto sociale, etnia, religione.
"I cristiani in India sono sempre stati una comunità amante della pace e profondamente impegnati negli ideali di giustizia, libertà, uguaglianza e fraternità, sanciti dalla Costituzione", ricorda l'Arcivescovo. "Siamo sempre stati molto orgogliosi del fatto che il nostro amato Paese sia una repubblica rispettosa degli ideali di laicità, sovrana, pluralista e democratica", rileva. Il fatto stesso che una legge usi la religione va contro il tessuto secolare del paese, si afferma, "va contro lo spirito e l'eredità della nostra terra che, da tempi immemorabili, è stata una casa accogliente per tutti, fondata sulla convinzione che il mondo intero sia una grande famiglia".
"Preghiamo per il nostro amato Paese, perchè il buon senso, la giustizia e la pace prevalgono nei cuori e nelle menti di tutti", conclude il testo. (SD-PA) (Agenzia Fides 10/2/2020)
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ASIA/CINA - Oltre 5.800 mascherine arrivate in Cina, tra slanci solidali e difficoltà di trasporto
 
Pechino (Agenzia Fides) – Oltre 3.400 mascherine di protezione, donate dalla “Ferdinand Verbiest Foundation”, che si trova nella Università Cattolica di Leuven, in Belgio, sono finalmente arrivate in Cina all’aeroporto internazionale di Pechino nella notte di 8 febbraio dopo una lunga e complessa traversata, dovuta alla sospensione dei voli da e per la Cina continentale. Si tratta di un’opera di solidarietà organizzata dai sacerdoti cinesi che studiano a Bruxelles, in Belgio. Una volta a Pechino, la merce è stata ritirata da “Jinde Charities”, ente cattolico caritativo della Chiesa in Cina continentale, che gestisce aiuti umanitari e caritativi. “Jinde Charities”, la cui sede centrale si trova a Shi Jia Zhuang, circa 300 km da Pechino, è l’ente incaricato di ricevere e gestire anche gli aiuti del Papa alla Chiesa in Cina.
Don Han Wen Sheng, sacerdote della diocesi di Pechino, incaricato di “Jinde Charities”, ha provveduto a spedire direttamente le mascherine a due ospedali di Wuhan, nella zona contaminata, senza alcun clamore. Don Han non ha disturbato nessuno, nè la stampa, nè gli altri confratelli, per non mettere a rischio nessuno, in questo momento critico. Si è occupato della lunga trafila per sbrigare le procedure doganali e ha rispedito tutto il materiale durante la notte.
Oggi, inoltre, gli operatori di Jinde Charities hanno ritirato e inviato a Wuhan altre 2.400 mascherine donate dalla parrocchia della comunità cinese di New York. Dagli ospedali cattolici e civili di Wuhan e dell’intera provincia di Hubei – comunica a Fides Jinde Charities - continuano ad arrivare appelli e richieste di mascherine e materiale sanitario.
Nonostante le difficoltà delle operazioni di trasporto, causate dalla sospensione dei voli, continua la “maratona di solidarietà” avviata da tutte le comunità cattoliche cinesi nel mondo, in nome della prossimità ai fratelli che soffrono e della cristiana. Come conferma una fonte di Fides nella comunità cinese di Roma, impegnata in operazioni di solidarietà, “abbiamo spedito una settimana fa 4mila mascherine tramite un corriere internazionale, ma sono ancora al Centro di scambio a Milano. Continuiamo a sperare che la situazione si sblocchi al più presto. Preghiamo perché le suore cinesi, che sono in prima linea per la cura dei malati in Hubei, possano avere le mascherine per proteggersi, mentre donano la loro opera di vicinanza evangelica, nel servizio disinteressato a chi soffre”. (ZN) (Agenzia Fides 10/02/2020)
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AMERICA/EL SALVADOR - Appello alla prudenza del Cardinale Rosa Chavez, per evitare scontri violenti e cercare il bene comune
 
San Salvador (Agenzia Fides) – Gli organi esecutivi e legislativi sono chiamati ad “avere prudenza di fronte alle tensioni per l'autorizzazione di un prestito di 109 milioni di dollari” che il governo cerca per la “Fase 3” del piano di controllo territoriale contro le bande criminali locali. E’ l’invito fatto ieri, domenica 9 febbraio, dal cardinale Gregorio Rosa Chávez. “Bisogna avere molta cautela e cercare il bene comune delle persone più deboli, che non hanno voce”, ha chiesto il Cardinale Gregorio Rosa Chavez ai gruppi che portano avanti la vita politica di questo paese.
In un atto che ai più è parso clamoroso, e che non accadeva da oltre 30 anni, il presidente Nayib Bkele è entrato in Parlamento, accompagnato da un gruppo numeroso di militari che impugnavano armi, nel momento in cui si doveva discutere l'approvazione di questo prestito.
Bukele, che aveva convocato il popolo e aspettava la gente in piazza, ha detto ai parlamentari presenti che “quel gesto serviva a creare una certa pressione per avere l'approvazione e continuare il suo piano di combattere la violenza”. In aula c'erano solo una ventina di parlamentari perché il maggiore partito d'opposizione (Arena) ancora non vuole partecipare alle sessioni che includono discussioni sulle richieste del Presidente. Secondo quanto ha scritto la stampa locale, esisterebbero rapporti fra alcuni rappresentanti politici dell'opposizione e le bande criminali locali: dopo la pubblicazione di queste gravi accuse, la vicenda è finita in tribunale. Il presidente Bukele, da nove mesi nel potere, conta su un ampio appoggio popolare e va avanti con il suo programma contro la violenza, al fine di cambiare il triste record di El Salvador di essere uno dei paesi più violenti al mondo.
Il Cardinale Gregorio Rosa Chavez ha affermato che il paese “vive un clima molto teso”, con posizioni abbastanza radicali, quindi ha auspicato di "calmare gli spiriti e i livelli del confronto". Ha anche suggerito che le posizioni dovrebbero essere analizzate “in un clima di dialogo, prima che sia troppo tardi".
Nella nota inviata a Fides si legge: “Dobbiamo chiedere pazienza, per evitare che la situazione sfugga al controllo: c’è tensione da entrambe le parti e questo può causare uno scontro violento; dobbiamo impedire che accada per il bene del popolo. Bisogna lavorare insieme per risolvere i problemi, invece di entrare in un confronto acceso di questo genere", ha concluso il Cardinale. (CE) (Agenzia Fides, 10/02/2020)

sabato 14 luglio 2018

Agenzia Fides 14 luglio 2018

AFRICA/ERITREA - Accordo Etiopia-Eritrea: la Chiesa auspica “una stagione di libertà e pace”
 
Asmara (Agenzia Fides) - Prudenza è la parola che circola nelle sedi della Chiesa cattolica eritrea in merito all’accordo di pace tra Etiopia ed Eritrea. “Come Chiesa - osserva all’Agenzia Fides p.Mussie Zerai, sacerdote dell’eparchia di Asmara - siamo felici per l’intesa, ma aspettiamo gli sviluppi e preghiamo perché l’accordo tra il presidente Isayas Afeworki e del premier Abiy Ahmed apra una stagione di pace duratura che restituisca stabilita e libertà ai cittadini di entrambi i paesi”.
L’intesa potrebbe aprire grandi spazi di crescita anzitutto in campo economico. “Sotto il profilo commerciale - osserva abba Mussie – le due nazioni hanno bisogno una dell’altra. L’Etiopia necessita dei porti eritrei per esportare le proprie merci con costi inferiori a quelli imposti da Gibuti e Sudan. L’Eritrea ha bisogno di aprire la propria economia per rilanciare la produzione e i consumi interni. L’accordo è stato stilato in primo luogo per rispondere alle esigenze economiche di entrambi i paesi. Questo speriamo abbia ricadute anche sulla popolazione che, negli anni, si è impoverita”.
La pace porterà anche alla democrazia in Eritrea? È una domanda difficile, commenta abba Mussie. “Il governo - spiega - per anni ha rimandato l’introduzione della Costituzione del 1997 perché, dicevano i ministri, lo stato di emergenza non consentiva l’introduzione di un normale dibattito democratico. Adesso non ci sono più scuse. La speranza è che la Carta fondamentale entri in vigore presto e che i cittadini possano finalmente godere di tutti i diritti. Lo stesso discorso possiamo farlo per le organizzazioni sociali siano esse laiche o religiose. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a una stretta sulla loro azione. Non possiamo che auspicare una maggiore apertura e disponibilità da parte dell’esecutivo”.
Felicità e prudenza condivisi anche da Meron Estefanos, eritrea, attivista per i diritti umani: “La pace ci rende felici, ma bisogna essere cauti. Al momento, nessuno dei problemi dell’Eritrea è stato risolto: la Costituzione non è entrata in vigore, i prigionieri politici (compresi i ministri incarcerati nel 2011) non sono stati rilasciati, la stampa è ancora imbavagliata, l’opposizione non è libera di esprimersi, i soldati arruolati per una leva a tempo indeterminato non sono stati smobilitati. Tutto è rimasto com’era. Aspettiamo e vediamo quali saranno gli sviluppi. Mi sento di ringraziare la Chiesa cattolica che, pur minoritaria e perseguitata, è stata una delle poche voci che si è levata in questi anni per denunciare la repressione del regime. Per chi lavora per un’Eritrea libera, la Chiesa è stata un punto di riferimento”. (EC) (Agenzia Fides 14/7/2018)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Famiglie costrette a vivere nei cimiteri, “segno di decadenza umana e politica”
 
Abidjan (Agenzia Fides) – Le piogge violente che si sono abbattute sul paese e che hanno causato la morte di decine di persone (vedi Fides 21/6/2018) hanno alimentato il deterioramento delle condizioni sanitarie delle popolazioni colpite. Di conseguenza a questi catastrofici eventi il governo ivoriano ha deciso di abbattere le abitazioni dei quartieri più precari dove vivono le famiglie più povere. Come risultato di questa azione politica queste famiglie non sanno più dove andare a cercare un tetto: l’unico riparo lo hanno trovato nei cimiteri, lì si sono accampati e dormono sulle tombe. “Sono immagini che sfidano la comprensione umana; sono l’espressione della decadenza umana e politica. Famiglie, donne, bambini, oggi vittime della crudeltà di un sistema politico in cui l’uomo e la sua dignità non hanno posto”, commenta all’Agenzia Fides padre Donald Zagore, teologo ivoriano della Società Missioni Africane.

“Possiamo davvero parlare di sviluppo quando l’essere umano è ridotto allo stato animale? Questa è una politica di sviluppo con un volto disumano, senza cuore”, sottolinea Zagore in questi giorni a Roma per un incontro del Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar (SECAM).

“Mai negli ultimi vent’anni – prosegue - la storia della Costa d'Avorio è stata scritta con tanto dolore, tanta sofferenza, tanta ingiustizia e tanta malvagità. Rifiutati dagli uomini, benvenuti dai morti. Questa è la realtà di tanta povera gente che da viva viene respinta e cacciata da altri esseri viventi e che ora trova rifugio solo tra le tombe. Infatti, i morti nelle loro tombe mostrano quell'umanità che manca ai vivi dando una lezione a quanti sono diventati sempre più insensibili alla dignità”.

“In una situazione del genere - aggiunge il sacerdote - la Chiesa della Costa d’Avorio non rimane in silenzio. Non può certo limitarsi ad alzare la voce per opporsi a questo scandalo: deve anche intraprendere azioni concrete per aiutare tutte le famiglie che ora vivono nei cimiteri. Questa azione profetica è necessaria, altrimenti tutte le nostre omelie, tutte le nostre teorie teologiche, saranno prive di significato. Non dobbiamo mai dimenticare e dobbiamo dire forte e chiaro che la Chiesa è l’unica speranza dei poveri” conclude padre Zagore. (DZ/AP) (14/7/2018 Agenzia Fides)
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ASIA/FILIPPINE - I Vescovi: No alla modifica della Costituzione , promossa da Duterte
 
Manila (Agenzia Fides) - "L'attuale Costituzione delle Filippine, approvata nel 1987, non è perfetta e può ancora essere migliorata, ma non dovrebbe essere cambiata in questo momento, non con l'attuale Congresso e con l'attuale Presidente": lo afferma il Vescovo ausiliare di Manila, Broderick Pabillo, contestando il possibile cambiamento della Costituzione del 1987 promosso dal Presidente Rodrigo Duterte.
Come dichiarato a Fides, il prelato ritiene che "il federalismo venga usato come cortina fumogena" per andare verso un sistema politico che garantisca al presidente "il controllo totale del paese".
"Il presidente Duterte presenta il federalismo come la bacchetta magica per portare prosperità in tutto il paese. E il modo per realizzare il federalismo, secondo lui, è il cambiamento dell'attuale Costituzione", ha spiegato Pabillo. "Non conosciamo ancora la proposta della nuova Costituzione, ma conosciamo le persone che la propongono: Duterte e i suoi alleati. Donque possiamo già indovinare la meta: sarà un disastro per i filippini ", ha aggiunto.
Il Vescovo ha auspicato una "partecipazione critica" della popolazione al possibile cambiamento costituzionale, e un "processo senza fretta": "Vogliono che il referendum venga fatto quest'anno. Quindi non ci sarebbe tempo per una adeguata consultazione e discussione. Ma perché tanta fretta? Vi è il forte sospetto che si voglia evitare l'elezione del 2019, in modo da potere rimanere al potere", ha detto Pabillo.
Il prelato deplorato "la mancanza di indipendenza della Camera dei deputati", sottomessa al volere di Duterte: "I membri del Congresso non rappresentano più le persone, ma le loro famiglie e solo alcuni interessi politici. Non hanno a cuore il bene delle persone e della nazione. Non ci si può fidare", osserva Pabillo.
Invece di pensare al federalismo, chiosa il Vescovo, "il governo dovrebbe affrontare i problemi reali del paese come l'inflazione galoppante, l'aumento dei prezzi dei beni di base, l'atmosfera di illegalità con le continue uccisioni dei poveri, dei preti e attivisti, l'indebolimento delle istituzioni democratiche".
Anche il "Consiglio dei Laici delle Filippine", associazione pubblica di fedeli eretta dalla Conferenza episcopale delle Filippine, si dice "fortemente contrario al cambiamento costituzionale" e cheide "trasparenza in quessto delicato processo" che "in apparenza garantirebbe una distribuzione più equa delle risorse tra le regioni", ma in effetti "darebbe ampi poteri al presidente Duterte tra il 2019 e 2022, per imporre più tasse al popolo". (SD). (Agenzia Fides 14/72018)
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ASIA/INDONESIA - La comunità Camilliana in festa con gli ammalati custoditi dal Santo Patrono
 
Maumere (Agenzia Fides) – Il 14 luglio si celebra la festa di San Camillo de Lellis, il santo patrono di malati, medici, infermieri e ospedali. I religiosi Camilliani insieme alla Chiesa universale commemorano questo giorno speciale con molta gratitudine a Dio manifestando l’amore misericordioso di Dio per gli ammalati attraverso la visita ai malati.

“A Maumere, isola di Flores, per questa occasione si sono uniti ai festeggiamenti della comunità Camilliana anche il Superiore Provinciale, padre Jose P. Eloja, MI, insieme al Vicario Provinciale padre Rodel Enriquez, MI, dalle Filippine e ai padri Giovanni Contarin e Peter dalla Tailandia” ha raccontato a Fides il Camilliano padre Mushtaq Anjum,.

“In occasione di questa giornata dieci giovani hanno iniziato il loro postulato mentre altri sei si sono uniti al noviziato, offrendo il loro impegno a Cristo, sulle orme e gli insegnamenti di San Camillo nel servire gli ammalati anche a rischio della loro stessa vita.

La missione Camilliana nell’isola di Flores è stata avviata nel 2010 da p.Luigi Galvani, insieme ai camilliani indonesiani locali. “Alla celebrazione eucaristica presieduta da p. Luigi, concelebrata da 16 sacerdoti di diverse congregazioni, hanno preso parte suore religiose, famiglie, amici, parenti e visitatori dei seminaristi. In tutto oltre 400 persone” racconta p. Mushtaq.

“La celebrazione annuale della festa di San. Camillo ci ricorda che i Camilliani hanno preso l'impegno di servire gli ammalati. Preghiamo che ogni Camilliano ‘metta più cuore in queste mani’ così che si possano servire Cristo e gli ammalati in un modo più amorevole e compassionevole” conclude il missionario. (MA/AP) (14/7/2018 Agenzia Fides)
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AMERICA/BOLIVIA - La missione continua: dopo il CAM, verso il Mese Missionario Straordinario
 
Santa Cruz de la Sierra (Agenzia Fides) - “Preghiera, annuncio del Vangelo, riflessione biblica e teologica, catechesi, opere di carità cristiana e solidarietà tra le Chiese, dovrebbero consentire un risveglio missionario, aiutando tutti i fedeli ad avere un incontro sempre più vero e appassionato con Cristo Signore”. Con questo spirito Papa Francesco ha accolto la proposta della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e delle Pontificie Opere Missionarie nel convocare un “Mese Missionario straordinario”, fissato per l’ottobre 2019. Lo sottolinea l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, nel discorso tenuto questa mattina, 14 luglio, ai Vescovi delle Americhe presenti al "CAM 5", il Congresso Missionario Americano che si chiude oggi a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia.
A conclusione del Congresso, la Chiesa in America, in sintonia con la Chiesa universale, si proietta, dunque, verso il prossimo grande appuntamento missionario, l'Ottobre 2019, celebrato a livello mondiale, in occasione del 100° anniversario della Lettera Apostolica “Maximum illud” di Papa Benedetto XV. L'obiettivo è quello di “riqualificare evangelicamente la missione”, affinché “ogni battezzato possa bruciare sempre di più con la stessa carità di Gesù Cristo, affinché tutti possano ricevere il dono della salvezza”, ha rimarcato mons, Dal Toso. In particolare, poi, nel Nuovo Continente, lo si vivrà in coincidenza con un altro importante appuntamento: il Sinodo dell'Amazzonia, consesso che assume, dunque, una forte connotazione missionaria.
L’Arcivescovo ha indicato le quattro le dimensioni fondamentali che caratterizzeranno il Mese Missionario Straordinario: l'incontro personale con Gesù Cristo; la testimonianza di santi e martiri della missione (canonizzati o meno); la formazione missionaria; la carità missionaria. Papa Francesco ha affidato alla Congregazione di Propaganda Fide “il compito di preparare questo evento, in particolare attraverso la diffusa consapevolezza delle Chiese particolari”, indicandone il tema: “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”.
“Il motto – rimarca il Presidente delle POM – contiene già gli elementi essenziali: la missione nasce dal battesimo, che ci invia nel mondo all'interno della Chiesa per portare l'annuncio di Cristo crocifisso e risorto. Ecco perché è un mese che riguarda ogni battezzato, che, in quanto tale, è un missionario”.
Papa Francesco nella “Evangelii Gaudium” ricorda che “l'attività missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa” (EG 15): forti di questa convinzione “la Chiesa universale e le Chiese particolari, i religiosi e le religiose, i laici e il clero, i movimenti ecclesiali e le nuove forme di aggregazioni laicali sono tutti coinvolti in questa conversione e rinnovamento dell'identità missionaria della Chiesa”, rileva mons. Dal Toso.
A tal fine, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli sta preparando una Guida, su supporto cartaceo e digitale, per l’animazione missionaria dell’Ottobre 2019, grazie a risorse umane e contributi da tutto il mondo. La Guida, in cinque lingue, nella prima parte riporta commenti di spiritualità missionaria alle letture della liturgia della Messa nel mese di ottobre 2019. La seconda parte suggerisce trenta figure di santi, martiri e testimoni della fede e della missione. Nella terza parte vi sono alcune considerazioni teologiche sui temi della formazione e della carità missionaria. (PA) (Agenzia Fides 14/7/2018)
LINK
Il testo originale del discorso dell'Arcivescovo Dal Toso sul Mese Missionario Straordinario, in spagnolo -> http://www.fides.org/it/attachments/view/file/Bolivia_-_Encuentro_con_obispos_sobre_OTT_2019.doc
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AMERICA/NICARAGUA - In tutto il continente si prega per il Nicaragua, la nazione si ferma
 
Managua (Agenzia Fides) – Uno sciopero , con il fermo totale di ogni attività; una campagna di preghiera in tutto il continente: queste le attività che si registrano nella presente crisi sociale e politica che investe il Nicaragua.
"Per i vescovi, sacerdoti, diaconi e le comunità dei religiosi del Nicaragua, perché instancabilmente, continuino ad essere promotori di dialogo, difensori della giustizia e costruttori della pace. Preghiamo": è l'intenzione nella "preghiera dei fedeli" che si leggerà domani 15 luglio durante le sante messe in Nicaragua, in altri paesi latinoamericani e anche al Congresso Americano MIssionario (CAM), in corso in Bolivia.
Nell'attule critica situazione, segnta ada instabilità sociale epolitica, i cattolic pregano anche per i governanti, "perché dispongano la fine della violenza" e "per i cristiani in Nicaragua, perché diventino strumenti di pace e per i defunti a causa della violenza di questi giorni".
La solidarietà dei paesi latinoamericani si è fatta sentire in diverse circostanze: nel Congresso Missionario Continentale che si svolge in Bolivia (Vedi Fides 13/07/2018), nelle assemblee delle diverse conferenze episcopali (Vedi Fides 11/07/2018) e nei mass-media cattolici che hanno disposto dei servizi speciali per aggiornare la comunità cristiana sulla situazione che vive questo popolo sofferente.
Il Dialogo Nazionale in Nicaragua è fermo a causa della mancata risposta del governo alla richiesta di fermare la repressione che continua a martellare il popolo, impegnato a manifestare pacificamente.
In questo fine settimana è in corso uno sciopero generale, con il fermo totale delle attività sociali ed ecnomiche di qualsiasi tipo, per dare un segnale di dissenso al governo. Lo sciopero generale è accompagnato di una marcia pacifica in tutte le città del paese, per manifestare e chiedere elezioni anticipate. (CE) (Agenzia Fides, 14/07/2018)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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