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mercoledì 13 marzo 2024

Vatican news 12 marzo 2024

 

Vatican News

Le notizie del giorno

12/03/2024

Papa Francesco in un gesto di tenerezza
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"Vulnerabilità e abuso. Verso una visione più ampia della prevenzione" è il tema del III Congresso latinoamericano in corso a Panama, il cui obiettivo è la promozione della cultura della cura e del rispetto dei diritti delle persone. Nel messaggio inviato ai partecipanti, Francesco sottolinea la ... 

SANTA SEDE

Il cardinale Pietro Parolin
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Dopo le parole sull'Ucraina di Papa Francesco alla Radio Televisione Svizzera, interviene sulla questione il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin in ... 

L'arcivescovo Paul Gallagher durante la messa nella parrocchia latina di Swefieh ad Amman in Giordania
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Gli interventi del segretario per i Rapporti con gli Stati, da ieri a giovedì prossimo in Giordania per il 30.mo dei rapporti diplomatici con il Vaticano: in ... 

Il vescovo argentino Enrique Ángel Angelélli
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Pubblichiamo la prefazione del Papa al libro "Enrique Ángel Angelelli. In ascolto di Dio e del Popolo", nelle librerie dal 12 febbraio. Il volume, edito dalla ... 

CHIESA NEL MONDO

padre Massimo Miraglio con la sua comunità parrocchiale
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Ai piedi del monte più alto della nazione caraibica, la chiesa dedicata alla Madonna del Perpetuo Soccorso, eretta ad agosto dello scorso anno, rappresenta un ... 

Suor Filomena Francis con le partecipanti al laboratorio di guarigione dal trauma in Nzara, nel 2018
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È passato più di un anno dal pellegrinaggio ecumenico che Papa Francesco nel febbraio 2023 ha compiuto nel Sud Sudan dilaniato dalla guerra. Dopo anni di ... 

PRIMO PIANO

Il primo ministro haitiano, Ariel Henry
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L’annuncio è arrivato nell’ambito della riunione d'urgenza promossa ieri, 11 marzo, in Giamaica dalla Comunità dei Caraibi per cercare soluzioni alla spaventosa ... 

Zona di guerra al confine con il Libano
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Ancora scontri tra l’esercito di Israele e il gruppo sciita filoiraniano Hezbollah. Risposta del movimento armato libanese che rivendica il lancio di un ... 

Operazioni di soccorso in mare di migranti alla deriva
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Sono circa una decina le persone morte in due diversi naufragi, un bilancio destinato a crescere a causa dei tanti dispersi. L'Oim: "Almeno 215 i migranti già ... 

mercoledì 14 giugno 2023

Agenzia Fides 14 giugno 2023

 

AFRICA/SUDAN - Si aggrava la guerra in Sudan: denunciate violenze etniche nel Darfur
 
Khartoum (Agenzia Fides) – Situazione drammatica nell’ovest del Darfur, la regione occidentale del Sudan, che è insieme alla capitale Khartoum (vedi Fides 13/672023), l’epicentro dei combattimenti tra i soldati dell’esercito regolare sudanese e i miliziani delle Forze di supporto rapido (RSF).
Gli scontri più pesanti si concentrano ad El Geneina, la capitale del Darfur occidentale, dal 15 aprile, quando sono scoppiate le ostilità, assediata dalle RSF, che la sottopongono a continui bombardamenti.
Il conflitto tra le due formazioni militari ha assunto, per lo meno in questa area del Paese, una dimensione etnica, con scontri tra Masalit e tribù arabe (che formano la gran parte delle file delle RSF). I combattimenti intertribali hanno provocato numerose morti tra i civili e ampie distruzioni di infrastrutture ed edifici. Secondo alcune testimonianze provenienti dalla città, i miliziani delle RSF procederebbero ad un’operazione di pulizia etnica, prendendo di mira le popolazioni non arabe.
Una situazione denunciata dall'inviato delle Nazioni Unite per il Sudan, Volker Perthes. "Mentre la situazione in Darfur continua a deteriorarsi, sono particolarmente preoccupato per la situazione a El-Geneina (Darfur occidentale) dove la violenza ha assunto dimensioni etniche", ha dichiarato in una nota. “Massicci attacchi contro civili, basati sulla loro origine etnica, presumibilmente commessi da milizie arabe e uomini armati in divisa delle RSF sono profondamente inquietanti e, se veri, potrebbero costituire crimini contro l'umanità”, ha avvertito.
Un’altra zone interessata dai combattimenti è il Nord Kordofan, la cui capitale El Obeid è stretta in una morsa tra i due contendenti. Oggi, 14 giugno, l’aviazione sudanese ha colpito alcune postazioni delle RSF alla periferia ovest della città.
All’inizio delle ostilità la cattedrale della città fu colpita da alcuni razzi (vedi Fides 2/5/2023). Il Vescovo di El Obeid, Mons. Yunan Tombe Trille Kuku Andali, ha dichiarato a OSV News, che intende restare con i fedeli locali “fino a quando sarà possibile. Teniamo alcune funzioni la domenica e, quando necessario, in altre occasioni”. Nelle parole del Vescovo la situazione è drammatica: “La città è circondata. La gente è senza acqua, elettricità e connessione internet. In questi giorni piove e riusciamo a raccogliere un po' d'acqua. "Continuiamo a pregare e ad aspettare un segno di pace con la speranza che i nostri leader possano avviare un dialogo serio". (L.M.) (Agenzia Fides 14/6/2023)
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MEDIO ORIENTE - Dopo il terremoto, i Paesi arabi riabbracciano la “nazione paria” La fine all'isolamento della Siria vista dalla Santa Sede
 
di Victor Gaetan*

Dal 2011 le buone notizie sono merce rara per la Siria.
Devastata da oltre un decennio di guerra, assediata dalla povertà e dalla pandemia, il 6 febbraio è arrivata un ulteriore tormento, quando un terremoto ha ucciso circa 6persone persone che vivevano vicino al confine nord-occidentale del Paese con la Turchia e ne ha fatte sfollare oltre 330mila. Colpita di nuovo anche Aleppo, la città più grande della regione, che è stata per lungo tempo un centro importante per la cristianità di quelle terre.
L'improvvisa, ennesima catastrofe ha posto la Siria al centro delle preoccupazioni soprattutto dei suoi vicini, tra cui l'Arabia Saudita, accusata in precedenza di aver contribuito a fomentare l'insurrezione contro il presidente Bashar al Assad fornendo armi ai ribelli siriani.
Come diretta conseguenza della crisi umanitaria, la Lega Araba, composta da 22 nazioni, ha posto fine all'isolamento regionale della Siria: Assad è stato accolto personalmente alla riunione della Lega a Jeddah, in Arabia Saudita, il mese scorso, dove ha potuto rivolgersi di nuovo ai membri dell'organizzazione che lo aveva espulso 12 anni fa.
È uno sviluppo sorprendente e positivo, che può essere valutato con favore anche dalla Santa Sede, visto che la Santa Sede esorta anche l'Occidente a fare un passo avanti e a porre fine alle sanzioni che paralizzano l'economia siriana.

Quando prevale la diplomazia
Il sopraggiungere di una nuova scossa sismica ha provocato risposte immediate da parte di leader arabi: il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha chiamato Assad il giorno successivo. Una settimana dopo, il Ministro degli Esteri giordano, Ayman Safadi, è volato a Damasco, realizzando il primo contatto diplomatico diretto di questo livello dall'inizio del conflitto siriano del 2011.
Nel volgere di poche settimane, una delegazione di parlamentari arabi, tra cui lo speaker del Parlamento iracheno, Muhammad al-Halbousi, Presidente dell'Unione interparlamentare araba, è atterrata nella capitale siriana: "Non possiamo fare a meno della Siria, e la Siria non può fare a meno del suo ambiente arabo, al quale speriamo possa tornare", ha dichiarato Halbousi a The Arab Weekly.
A fine marzo, ad Amman, in Giordania, le opzioni politiche possibili per la Siria sono state prese in considerazione da una più ampia schiera di entità nazionali e internazionali interessate, compresi i rappresentanti delle Nazioni Unite, dell'Unione Europea, della Turchia, della Francia, della Germania e persino degli Stati Uniti. I membri della Lega Araba hanno però insistito sul fatto che gli orientamenti e le decisioni in merito alla Siria dovrebbero essere prese a livello regionale: "Le nazioni arabe devono prendere l'iniziativa di avviare le discussioni per risolvere la crisi siriana", ha sottolineato Safadi.
Il cuore dell' "Iniziativa giordana", un piano per reincorporare la Siria nelle strutture politiche regionali, è il principio della reciprocità. In cambio della normalizzazione e degli aiuti umanitari, il governo di Assad accetta di accelerare la reintegrazione dei rifugiati (oltre 663mila rifugiati siriani si trovano in Giordania, 865mila in Libano e ben 3,6 milioni in Turchia ), di controllare il contrabbando di droga e armi e di avviare una riforma della sicurezza per smantellare le milizie irregolari.
I negoziati finali erano già palesemente avviati quando, il 12 aprile, il Ministro degli Esteri siriano è volato a Gedda per incontrare il Ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita, che ha ricambiato la visita recandosi a Damasco il 18 aprile Anche in questo caso, si è trattato dei primi colloqui diplomatici organizzati in Arabia Saudita coinvolgendo la Siria la Siria dallo scoppio della Guerra, nel 2011.
Il 7 maggio, un'assemblea dei ministri degli Esteri della Lega Araba al Cairo ha votato per invitare formalmente il governo di Assad a rientrare nel forum regionale, fondato nel 1945 da sei Paesi arabi, Siria compresa..

La Santa Sede non ha mai isolato la Siria
Da anni la Santa sede e le Chiese in Medio Oriente chiedono la fine dell'isolamento della Siria e agiscono in tal senso.
L'anno scorso, il cardinale Mario Zenari, nunzio apostolico in Siria, ha descritto il conflitto come il "più grave disastro umanitario causato dall'uomo dalla fine della Seconda guerra mondiale", lamentando la mancata attenzione della comunità internazionale per la pace e la ricostruzione economica del Paese. Le sue osservazioni furono esposte nel corso di una Conferenza (Church, House of Charity: Synodality and Coordination), organizzata a Damasco dalla Congregazione (oggi Dicastero) per le Chiese orientali, incontro che ha radunato nella capitale siriana organizzazioni umanitarie cattoliche e rappresentanti delle Chiese locali,. Al termine della Conferenza, i leader delle organizzazioni cattoliche di soccorso incontrarono il Presidente Assad, che elogiò il loro lavoro, soprattutto perché viene offerto a tutti i siriani, indipendentemente dalla fede. L'incontro corrispondeva ai criteri tradizionalmente seguiti e sostenuti dalla Santa Sede, quelli che considerano il dialogo è essenziale, sempre e ovunque.
Un mese prima dell'inizio del pontificato di Papa Francesco, nel febbraio 2013, il Cardinale libanese Bechara Boutros Raï è stato il primo Patriarca maronita in settant'anni a recarsi a Damasco. Il Patriarca maronita ha assistito all'insediamento del nuovo Patriarca della Chiesa greco-ortodossa di Antiochia, Giovanni X, prendendo parte a una celebrazione che si è trasformata in una dimostrazione di unità tra Capi cristiani ortodossi e cattolici di fronte all'estremismo che stava dilaniando il Paese.
Papa Francesco ha incontrato tutti i Patriarchi delle Chiese di rito orientale negli otto mesi seguiti alla sua elezione, e ha manifestato sollecitudine nel sostenerli e. Il Papa ha dato fiducia anche alla loro percezione della realtà e della situazione siriana, non allineandosi alle strategie occidentali che perseguono la politica del “cambio di regime” (regime change).

Diplomazia dell'incontro in Medio Oriente
Il processo seguito dai membri della Lega Araba per reintegrare la Siria dopo il disastro naturale rispecchia i princìpi seguiti dalla diplomazia vaticana.
In primo luogo, si è proceduto attraverso un'ampia consultazione personale. E per Francesco, l'incontro faccia a faccia permette trasformazioni del cuore e nuove simpatie tra i diversi punti di vista. Questo è il passaggio delicate e critico: la cultura dell'incontro va intesa come descrizione di incontri reali tra persone reali. È un programma d'azione, non una teoria.
In secondo luogo, il processo è stato costruito passo dopo passo. I Paesi hanno collaborato per ottenere risultati concreti, il che aumenta la fiducia. Uno dei passi più importanti che ha reso possibile la riconciliazione della Lega Araba con la Siria è stata la svolta diplomatica del 10 marzo: L'Arabia Saudita, a maggioranza sunnita, e l'Iran, a maggioranza sciita, hanno annunciato di voler ripristinare i legami e rilanciare un accordo di sicurezza. La rivalità tra i due potenti Paesi ha finora alimentato il conflitto regionale in Siria, Libano e Yemen.
In terzo luogo, la normalizzazione delle relazioni arabe con la Siria è un esempio di sussidiarietà, cioè rispecchia l'idea che i problemi politici debbano essere risolti, quando possibile, a livello locale e regionale, al livello più basso del processo decisionale, con la partecipazione di molte parti interessate. "Il principio di sussidiarietà permette a ciascuno di assumere il proprio ruolo nella cura e nel destino della società", ha detto Papa Francesco durante un'udienza generale. .

Infine, i protagonisti non hanno atteso l'approvazione delle potenze occidentali, che finora si sono opposte a questo abbraccio con la Siria. Nonostante sia un alleato degli Stati Uniti, l'Arabia Saudita, ad esempio, si è opposta alle preferenze statunitensi per pilotare i recenti sforzi di normalizzazione della Siria. Ciò che riecheggia la prassi vaticana è l'idea che i Paesi debbano impegnarsi per la pace, senza sapere in via preventive quali saranno i risultati esatti conseguiti; l'importante è avviare un processo verso migliori relazioni internazionali.

Porre fine alle sanzioni?
La Lega Araba è principalmente un'alleanza politica poco unita. Non ha il potere di portare un rapido sollievo alle numerose emergenze della Siria: una popolazione che vive una massiccia insicurezza alimentare e sanitaria, con un sorprendente 90% di persone che vivono in povertà.

Secondo molti esperti, la Siria è condannata a una sofferenza generalizzata, che colpisce quasi tutti I siriani, finché l'Occidente manterrà le sanzioni contro il Paese. Le sanzioni si applicano anche alla ricostruzione economica.
Rappresentanti della Santa Sede, Capi delle comunità cristiane locali (tra cui il Patriarca greco-cattolico melchita Youssef I) e rappresentanti di alto livello delle Nazioni Unite hanno deplorato le sanzioni punitive contro la Siria, perché puniscono le popolazioni impoverite e complicano gli sforzi di soccorso.

Il Consiglio delle Chiese per il Medio Oriente, che comprende le principali comunità cattoliche mediorientali, ha lanciato un monito severo: "Esortiamo a revocare immediatamente le sanzioni alla Siria e a consentire l'accesso a tutti i beni necessari, affinché le sanzioni non si trasformino in un crimine contro l'umanità”.


*Victor Gaetan è Senior Correspondent del National Catholic Register e si occupa di questioni internazionali. Scrive anche per la rivista Foreign Affairs e ha collaborato con Catholic News Service. L'Associazione della stampa cattolica del Nord America ha assegnato ai suoi articoli quattro premi, tra cui quello per l'eccellenza individuale. Gaetan ha conseguito una licenza (B.A.) in Studi Ottomani e Bizantini presso l'Università Sorbona di Parigi, un M.A. presso la Fletcher School of International Law and Diplomacy e un dottorato in Ideologia nella Letteratura presso la Tufts University. E' autore del libro God’s Diplomats : Pope Francis, Vatican Diplomacy, and America's Armageddon (Rowman & Littlefield, 2021). Il suo sito web è VictorGaetan.org
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ASIA/INDIA - Appello interreligioso in Manipur: porre fine alla violenza e assistere le vittime
 
Imphal (Agenzia Fides) - Fermare la spirale della violenza, che è sempre dannosa e lascia ferite profonde, fisiche e morali; offrire riparo e cura alle vittime; avviare un processo e un tempo di riconciliazione, a partire dall'esaminare le richieste delle esigenze delle comunità etniche coinvolte, Kuki e Meitei (vedi Fides 9/6/2023 e 9/5/2023). E' quanto chiedono i capi religiosi riunitisi al “Manipur Cultural Integration Council” nella città di Imphal, capitale dello stato indiano di Manipur, in India Nord occidentale. I 18 rappresentanti di comunità religiose come islam, cristianesimo, buddismo, culti locali e tradizionali, partecipando all'incontro, hanno deciso di lanciare un accorato appello per porre fine alla violenza in corso in Manipur e “affinchè siano intraprese ulteriori iniziative congiunte, grazie alla collaborazione di istituzioni civili e religiose, per assistere le vittime della violenza”. Il testo chiede di "fornire assistenza medica e fornire guarigione e cura a tutte le persone coinvolte, loro malgrado, dall'ondata di violenza a Manipur”, e invita espressamente tutte le comunità di fede "a partecipare, coinvolgersi direttamente e offrire un contributo alla riconciliazione”.
Afferma il testo inviato a Fides: “Noi, un gruppo di persone di diverse tradizioni religiose e di fede nel Manipur, piangiamo insieme con tutti coloro che hanno perso i loro cari e i loro vicini e condividiamo le sofferenze di molti altri che sono feriti nei loro cuori, menti e corpi, in mezzo alla violenza in corso”. E prosegue: “Questa violenza ha reso tutti noi, in diverse comunità religiose e tradizioni di fede, ugualmente impotenti e angosciati. Questa impotenza e angoscia condivise ha incoraggiato e riunito tutti noi a fare appello congiunto per porre fine a questa violenza”.
“Facciamo umilmente appello a tutti, da tutte le parti coinvolte – affermano i capi religiosi – affinché si lascino alle spalle la violenza per salvare l'umanità che ancora nei nostri cuori e nelle nostre menti. Questo è essenziale per salvare e proteggere le nostre generazioni presenti e future dal terrore di questa violenza che ci sta distruggendo. Preghiamo insieme il Dio in cui ognuno di noi crede per la guarigione delle ferite e il recupero dell'umanità che ci sta sfuggendo di mano”.
Tra i rappresentanti cattolici coinvolti nell’incontro vi è l’arcivescovo emerito di Guwahati, Thomas Menamparampil, che nei giorni scorsi ha visitato il Manipur, recandosi nelle aree degli indigeni Kuki e incontrando il loro rappresentanti; l'arcivescovo ha visitato, in seguito, le zone della comunità Meitei, incontrando i loro rappresentanti. L’arcivescovo ha speso la sua influenza contattando persone di entrambe le parti e implorando la pace. Ha incontrato rappresentanti di alto livello nella società e intellettuali che hanno un'autorità morale sulla loro comunità. “Ho avuto colloqui con leader religiosi di entrambe le parti e l'incontro dei leader religiosi che hanno lanciato un appello di pace è stato il frutto di questo sforzo, che deve continuare", spiega a Fides.
L’arcivescovo nota che “in questo momento vi sono forti tensioni e le ferite sono fresche. I giovani sono emotivamente coinvolti ed è anche difficile anche per gli anziani convincerli alla calma”. “La perdita di vite umane e la perdita di proprietà – nota – sono perfino superiori a quanto indicato dalle fonti ufficiali. Non vi sono facili soluzioni, ma stiamo tentando di avviare un percorso di dialogo. Come cristiani, cerchiamo di dare il nostro contributo alla pace”.
(PA) (Agenzia Fides 14/6/2023)
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AMERICA/HAITI - Alla crisi del Paese si aggiunge una recrudescenza di colera: i missionari Viatoriani accanto alla gente con fede e determinazione
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – “Ogni giorno porta la sua sofferenza. Purtroppo, ormai da anni, quando si parla di Haiti si pensa ad un paese di disastri: economici, ecologici, politici, demografici... ha detto all’Agenzia Fides padre Nestor Fils-Aimé, Superiore Provinciale del Canada dei Chierici di San Viatore, CSV. “Sfortunatamente ogni volta che si parla di questa terra, pur ricca di risorse naturali e umane e con una bellissima storia, si denunciano crisi, emergenze, violenze”. Il missionario ha fatto riferimento in particolare agli ultimi eventi di questa settimana di giugno che hanno visto il paese sommerso da frane, alluvioni e da ripetute scosse di terremoto (vedi Agenzia Fides 12/6/2023) e che attualmente sta vivendo una recrudescenza di casi di colera.
“I primi giorni del mese di giugno sono stati difficili – prosegue il Viatoriano. Forti piogge torrenziali hanno causato l’innalzamento delle acque provocando allagamenti con conseguenti danni materiali e perdita di vite umane nella regione metropolitana di Port-au-Prince, nelle aree di Croix-des-Missions, Tabarre, ecc.) così come nel sud del paese, nei distretti di Léogâne e Grand'Anse vicino Jérémie. Secondo una valutazione abbastanza prudente i morti potrebbero essere una sessantina, venti i dispersi, da 35 a 40.000 le case allagate... Inoltre, un terremoto di magnitudo 5.7 che il 6 giugno ha colpito Grand'Anse ha causato la morte di almeno 4 persone e si teme anche più di quaranta feriti.”
“Per noi è una grande sfida – sottolinea padre Fils-Aimé - sogniamo sempre un miglioramento che tarda a concretizzarsi. Tuttavia rimaniamo ottimisti e continuiamo ad agire con la stessa fede e determinazione per creare spazi di luce, gioia e speranza.”
Le infrastrutture dei Chierici di San Viatore non sono state direttamente interessate anche se hanno una casa di formazione a Cazeau molto vicino a Croix-des-Missions. I missionari gestiscono una scuola e sono responsabili di una parrocchia a Croix-des-Bouquets, quartiere vicino a Croix-des-Missions dove padre Jean-Yves Médidor, CSV, era stato rapito nel marzo scorso (vedi Agenzia Fides 14/3/2023). Fortunatamente non ci sono stati danni considerevoli neanche nella parrocchia di St-François d'Assise a Grand-Goâve, che i Viatoriani amministrano a una sessantina di chilometri a sud della capitale, non lontano dalla città di Léogâne.
Purtroppo venerdì 9 giugno le autorità sanitarie haitiane hanno confermato che una recrudescenza di colera ha provocato la morte di diverse centinaia di persone nel paese caraibico. Secondo i dati diffusi, l’epidemia che ha colpito per la prima volta Haiti nell’ottobre 2010 (vedi Agenzia Fides, 15/11/2010), ha ucciso 10.174 persone e dall’ottobre del 2022 sono morte 726 persone, di cui 26 dal 1 al 5 giugno di quest’anno. Nel periodo che va dal 1 ottobre dello scorso anno al 5 giugno 2023 i casi sospetti sono 45.248, 3007 confermati, 41.557 i ricoveri. L’età media dei contagiati ricoverati è di 17 anni. La crisi che esiste ora ad Haiti affonda le sue radici nel colpo di stato del 2004 (vedi Agenzia Fides 10/2/2004)
(AP) (Agenzia Fides 14/6/2023)

lunedì 27 giugno 2022

Uccisa una missionaria italiana che da 20 anni si dedicava ai bambini di strada: la lunga scia di sangue della Chiesa

AMERICA/HAITI - Uccisa una missionaria italiana che da 20 anni si dedicava ai bambini di strada: la lunga scia di sangue della Chiesa
 
Roma (Agenzia Fides) – “Desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e alle consorelle di Suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa ieri a Port-au-Prince, capitale di Haiti. Da vent’anni suor Luisa viveva là, dedita soprattutto al servizio dei bambini di strada. Affido a Dio la sua anima e prego per il popolo haitiano, specialmente per i piccoli, perché possano avere un futuro più sereno, senza miseria e senza violenza. Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio”. Così il Santo Padre Francesco ha ricordato all’Angelus di domenica 26 giugno, l’assassinio della religiosa, rimasta vittima molto probabilmente di un tentativo di rapina.
L’Arcidiocesi di Milano, di cui era originaria, ha sottolineato che suor Luisa era la colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, che si trova in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince. Ha dedicato 20 anni di vita e di missione per offrire un luogo sicuro e accogliente a centinaia di bambini. La mattina di sabato 25 giugno quando è stata vittima di un’aggressione armata. Gravemente ferita, è stata portata d’urgenza all’ospedale dove si è spenta poco dopo, due giorni prima di compiere 65 anni. La notizia ha prodotto un fortissimo impatto a Port-au-Prince dove “seur Luisa”, come la chiamavano, era un’istituzione.
Suor Luisa era nata a Lomagna (Lecco) il 27 giugno 1957. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico di Lecco, nel 1984 si laureò in Storia e Filosofia. Nello stesso anno entra nella Congregazione delle Piccole sorelle del Vangelo di Lione. Nel 1987 parte per il Camerun: vive a Salapombe, in una foresta, tra i Pigmei Baka, fino al 1990. Nel frattempo a Lomagna sorge il Gruppo Missionario a sostegno di questa popolazione. Nel 1994 consegue la laurea in Teologia in Svizzera. Dal 1997 al 2001 è missionaria in Madagascar, dove si dedica alle varie attività pastorali, insegna Etica Generale e Speciale. Dal 2002 era missionaria ad Haiti. Ha anche insegnato Storia della Filosofia e Dottrina sociale della Chiesa e ha fatto parte del Comitato di Redazione di una rivista locale.
Nel suo messaggio di condoglianze, l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, sottolinea tra l’altro: “La morte di suor Luisa Dell’Orto ci lascia straziati e sconcertati, diventa rivelazione del bene che ha compiuto e della vita santa che ha vissuto, diventa dolore e preghiera. Esprimo a nome della Chiesa ambrosiana la partecipazione al lutto dei familiari, al ricordo grato e sofferto di quanti l’hanno conosciuta, la certezza che la sua morte, così simile alla morte di Charles de Foucauld, unita alla morte di Gesù possa essere seme di vita nuova per la terra di Haiti e per lei ingresso nella gloria”.
Da lungo tempo i Vescovi di Haiti stanno lanciando appelli e richiami sulla difficile crisi a tutti i livelli che il paese sta attraversando. Violenza e corruzione sono dilagate ovunque, la popolazione precipita sempre di più nella povertà e ormai è sfinita. I disastri naturali che hanno colpito di frequente l’isola e la pandemia di Covid-19 contribuiscono a questa situazione, come l’instabilità politica, che ha visto un anno fa l’assassinio del Presidente della Repubblica Jovenel Moïse (vedi Fides 8/7/2021).
Nel loro messaggio per lo scorso Natale 2021, i Vescovi avevano scritto: “Non possiamo restare indifferenti ai tragici eventi degli ultimi mesi”, lanciando un nuovo appello alla comunità internazionale e ai politici locali, per trovare soluzioni al caos istituzionale, economico e sociale che investe il Paese ormai da anni. I Vescovi condividevano il dolore di quanti sono vittime di rapimento, stupro e violenze di tutti i generi, affidando alla misericordia di Dio le anime degli innocenti caduti sotto i colpi dei gruppi armati (vedi Fides 21/12/2021).
L’industria dei sequestri è fiorente nell’isola e le bande armate spadroneggiano ovunque nell’impunità totale, alla ricerca di facili guadagni, non risparmiando sacerdoti e suore, che pur provati anch’essi dalla situazione, non abbandonano il popolo haitiano. Domenica 11 aprile 2021 nella città di Croix-des-Bouquets, sono stati rapiti 5 sacerdoti, 2 suore e 3 parenti di uno dei sacerdoti (vedi Fides 12/4/2021). Il 6 settembre 2021, a Cap Haitien, padre André Sylvestre, sacerdote di 70 anni, è stato aggredito mentre usciva da una banca. Ferito da un gruppo di criminali, è morto in sala operatoria. Oltre alla sua parrocchia, gestiva un orfanotrofio e assisteva i senza dimora (vedi Fides 08/09/2021). Suor Isa Solá Matas, delle Religiose di Gesù-Maria (RJM), originaria di Barcellona (Spagna), è stata uccisa la mattina del 2 settembre 2016, mentre era alla guida della sua automobile durante un probabile tentativo di furto, in quanto sono stati rubati la sua borsa e altri oggetti personali. La religiosa era molto impegnata con le fasce più umili e povere di Haiti, con le quali praticamente conviveva dopo il terremoto del 2010.
Il 24 aprile 2013 era stato ucciso a Port au Prince padre Richard E. Joyal, canadese, della Società di Maria, per rapinargli il denaro che aveva appena prelevato dalla banca (vedi Fides 26/04/2013) e l’8 ottobre 2010 Julien Kénord, operatore della Caritas svizzera, è stato ucciso sempre a Port-au-Prince, in seguito ad un tentativo di rapina (vedi Fides 3/9/2016).
(SL) (Agenzia Fides 26/6/2022)

lunedì 1 novembre 2021

Vatican News 31 ottobre 2021

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

31/10/2021

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Il Papa ritorna sul tema dell'ascolto e commentando le letture del giorno, afferma che la Parola del Signore "non può essere ricevuta come una qualsiasi notizia di cronaca: ma va ripetuta, fatta propria e custodita" 

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Al termine della preghiera mariana, Papa Francesco ha rivolto due appelli alla preghiera e alla solidarietà concreta verso due popolazioni in difficoltà, quella ... 

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Un nuovo appello del Papa in questa domenica che vede l'avvio a Glasgow della Conferenza Onu sul clima Cop26. Dopo la recita dell'Angelus, Francesco ha ... 

La copertina dell'e-book con la prefazione di Papa Francesco
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Pubblichiamo la prefazione del Papa all'e-book "Laudato si' Reader. An Alliance of Care for Our Common House", edito dalla Lev in occasione di Cop26. Il testo, ... 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

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“Il momento è adesso. Avviare una giusta transizione per far fronte all’emergenza climatica”. È il titolo del dossier, pubblicato sul sito di Caritas Italiana, ... 

La cura del creato e la responsabilità comune, concetti chiave dell'enciclica Laudato si'
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Il testo contiene le prefazioni di Papa Francesco e del segretario generale dell'Onu Guterres. Intitolato "Laudato si' Reader. An Alliance of Care for Our ... 

Famiglie senza casa vivono a cielo aperto (AFP)
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Sono 100mila in tutto le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case e ora sono costrette a vivere a cielo aperto. Per un'ordinanza del tribunale anche ... 

Una religiosa delle Figlie della Carità in una clinica oculistica gestita dalle vincenziane in Etiopia
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E' in corso, in Francia, l’Assemblea generale delle suore vincenziane, per valutare e promuovere la fedeltà al carisma e la vitalità apostolica dell'intera ... 

Padre Gabriele Amorth
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Le Edizioni San Paolo pubblicano un volume, a firma del giornalista Domenico Agasso, per ripercorrere e raccontare la vita del sacerdote modenese, decano degli ... 

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...