AFRICA - Continuiamo a sostenere l’annuncio del Vangelo in Africa: invito di p. Pierluigi Maccalli per un Natale di pace e perdono Crema (Agenzia Fides)
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
lunedì 13 dicembre 2021
Agenzia Fides - invito di p. Pierluigi Maccalli per un Natale di pace e perdono Crema
AFRICA - Continuiamo a sostenere l’annuncio del Vangelo in Africa: invito di p. Pierluigi Maccalli per un Natale di pace e perdono Crema (Agenzia Fides)
martedì 30 novembre 2021
AFRICA/NIGER - “La difficile strada che porta al confine”: aumentano le minacce verso le comunità cristiane
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lunedì 1 novembre 2021
Pier Luigi Maccalli, sacerdote italiano della Società delle Missioni Africane(a cura di Mario Calabresi)
La libertà di guardare il soffitto |
di Mario Calabresi |
«Ho visto per 25 volte la luna piena illuminare il deserto e ogni volta ho sperato che fosse l’ultima. Vedevo passare gli aerei di linea, osservavo le loro scie, cercavo di immaginare le vite delle persone a bordo, e mi sforzavo di credere che un giorno sarei tornato anch’io a guardare il deserto da un oblò. Ma il mio sogno più grande, un desiderio ancor più forte di dormire su un materasso, era di aprire gli occhi e vedere un soffitto. “Quando vedrò un soffitto sulla mia testa – mi ripetevo - allora sarò salvo”». |
Padre Pier Luigi Maccalli Pier Luigi Maccalli, sacerdote italiano della Società delle Missioni Africane, è tornato a vedere il soffitto a ottobre dello scorso anno, dopo aver passato 25 mesi prigioniero di un gruppo di jihadisti che fanno parte della galassia di Al Qaeda nel Maghreb. La sua storia, il diario del suo rapimento e di due anni terribili incatenato tra le dune del deserto, sono diventati un libro che abbiamo presentato insieme e questo mi ha dato la possibilità di ascoltare la sua voce e i suoi racconti. Padre Maccalli ha sessant’anni, viene da Madignano, un paese in provincia di Cremona, ha la barba bianca, una faccia aperta e solare e un modo di parlare semplice e diretto. Il braccialetto rosario realizzato da padre Maccali con la stoffa di un turbante usato per proteggersi la testa dal sole Poi dalla tasca tira fuori una piccola bustina da cui estrae due pezzi di legno intagliati, ci ha lavorato con pazienza per settimane, tenendoli sempre separati. Ora li mette insieme, come faceva soltanto la notte quando tutti dormivano, e forma una croce in legno. L’ha costruita pensando alla croce incisa sul muro della cella da padre Massimiliano Kolbe ad Auschwitz. L’ha fatta per non sentirsi solo, per ricordarsi quanta sofferenza ed ingiustizia c’è nel mondo. «Per molto tempo mi sono sentito abbandonato, avvolto da un deserto fuori e dentro di me, non sentivo la voce di Dio. Poi l’ho trovato nel silenzio». La croce in legno costruita da padre Maccalli pensando a quella incisa sul muro della cella da padre Massimiliano Kolbe ad Auschwitz Il terzo oggetto che tiene in tasca è un anello spezzato della sua catena, era riuscito a romperlo con un lavoro infinito, lo usava come cacciavite per allentare un pochino i bulloni che gli stringevano le caviglie. Questo anello, insieme con il rosario di stoffa e la croce sono i tre simboli del suo calvario, della sua resistenza e della sua fede. L’anello spezzato della catena a cui era legato padre Maccalli Dopo un anno di prigionia padre Maccalli ottiene di poter ascoltare la radiolina di un rapitore che va e viene dal campo, la prima volta in cui l’accende è la fine del 2019, sente parlare di un virus che ha colpito la Cina, un mese e mezzo dopo sente che è arrivato in Italia, ma non capisce che cosa sia. «Immaginavo una forte influenza, forse un po’ più forte del solito, ma non potevo immaginare cosa stesse succedendo al mio paese, che è tra Crema e Codogno». Poi l’uomo della radiolina torna e porta le ultime notizie: quel virus sta facendo strage in Europa e negli Stati Uniti. «Erano su di giri, contenti, festeggiavano e ripetevano che era il flagello di Dio contro l’Occidente. Poi arrivarono le notizie che i contagi si erano estesi ai paesi arabi e nel nord Africa e i loro toni si smorzarono, gli entusiasmi si spensero». «Mi hanno rubato due anni di vita e di missione, che significavano due anni di alfabetizzazione, scuola, costruzione di pozzi. Ho fatto pace con tutto questo solo dopo l’abbraccio della mia famiglia e della mia diocesi, che hanno vegliato, mi hanno atteso, hanno pregato tutte le sere e non hanno mai perso la speranza. Quell’abbraccio mi ha allargato il cuore e mi ha commosso. Oggi guardo a questi due anni come ai più fecondi del mio ministero missionario. Ho pianto al ritorno, sono stati due anni pieni di lacrime, la pioggia che ha irrigato il mio deserto». |
lunedì 19 ottobre 2020
Papa Francesco: «Le tasse vanno pagate, è un dovere dei cittadini
Il Pontefice ha chiesto di pregare per i pescatori italiani fermati in Libia il mese scorso e ha esultato per la liberazione di padre Maccalli, rapito due anni fa in Niger
«Le tasse vanno pagate», «pagare le tasse è un dovere dei cittadini, come anche l'osservanza delle leggi giuste dello Stato. Al tempo stesso, è necessario affermare il primato di Dio nella vita umana e nella storia, rispettando il diritto di Dio su ciò che gli appartiene». Lo ha detto Papa Francesco all’Angelus, in piazza San Pietro.
Appello alla stabilità della Libia
Il Papa all'Angelus ha lanciato un appello per la stabilità della Libia. «Prego per i diversi colloqui in corso a livello internazionale affinché siano rilevanti per il futuro della Libia», ha detto. «É giunta l'ora di fermare ogni forma di ostilità favorendo il dialogo che porti alla pace, alla stabilità e all'unità del Paese”, ha detto Papa Francesco. «Desidero rivolgere una parola di incoraggiamento e di sostegno ai pescatori fermati da più di un mese in Libia e ai loro familiari. Affidandosi a Maria Stella del mare mantengano viva la speranza di poter riabbracciare presto i loro cari», ha poi detto il Papa facendo riferimento alla vicenda dei pescatori italiani, di Mazara del Vallo, fermati in Libia. «Preghiamo in silenzio per i pescatori e per la Libia», ha aggiunto.
Sostegno ai missionari
Oggi si celebra la Giornata missionaria mondiale, ha ricordato il Papa all'Angelus sottolineando che «ogni cristiano è chiamato a essere un tessitore di fraternità. Lo sono in modo speciale i missionari e le missionarie, sacerdoti, laici, consacrati che seminano il Vangelo nel grande campo del mondo. Preghiamo per loro e diamo loro il nostro sostegno concreto», ha detto Papa Francesco.«Desidero ringraziare Dio per la tanto attesa liberazione di padre Pier Luigi Maccalli» che era stato rapito due anni fa in Niger. «Ci rallegriamo anche perché con lui sono stati liberati altri tre ostaggi», ha detto il Papa all'Angelus aggiungendo: «Preghiamo per i missionari e per i catechisti e anche per quanti vengono perseguitati o vengono rapiti in varie parti del mondo».
Il rosario protegge dalle tentazioni
Un tweet del Pontefice ricorda poi l'iniziativa lanciata in tutto il mondo dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre: «Oggi e domani, un milione di bambini recita il rosario tutto il mondo. Recitiamo con fiducia il rosario ogni giorno: è un'arma che ci protegge dai mali e dalle tentazioni».
domenica 18 ottobre 2020
Vatican news 18 ottobre 2020
Non riesci a vedere la newsletter? Guardala online Le notizie del giorno 18/10/2020 All’Angelus, Francesco si sofferma sul Vangelo della domenica esortando ad essere cittadini onesti e allo stesso tempo testimoni dell’amore di Dio, esempio per gli uomini e le donne di oggi Il Papa nel dopo Angelus incoraggia i 18 pescatori trattenuti in Libia e nella Giornata missionaria mondiale invita ogni cristiano a essere "tessitore di ... “L’affermazione che come esseri umani siamo tutti fratelli e sorelle, se non è solo un’astrazione ma prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide ... SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO Il colloquio con il Papa di uno dei suoi rappresentanti diplomatici che, dopo vent'anni nell'est dell'Europa, lascia l'Ucraina per un nuovo incarico a Londra. ... "Nella missione di annunciare il Vangelo, tu ti muovi perché lo Spirito ti spinge e ti porta": così il Papa in un tweet nell'odierna Giornata Missionaria ... Lunedì prossimo, monsignor Marcello Semeraro presiderà la Celebrazione Eucaristica nel Santuario della Spogliazione dove è sepolto il Beato Carlo Acutis |
giovedì 28 maggio 2020
Agenzia fides 28 maggio 2020
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VATICANO - Il Segretario generale dell'Opera della Propagazione della Fede: Pauline Jaricot, una laica con il cuore rivolto all'evangelizzazione | |||
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Il Santo Padre ha autorizzato la Congregazione per le cause dei Santi a promulgare il Decreto con il quale la Chiesa riconosce il miracolo attribuito all'intercessione della nostra amata e venerabile Fondatrice, Pauline Marie Jaricot. Questa notizia ha riempito il mio cuore e il cuore di tutti i membri della Pontificia Opera Missionaria della Propagazione della Fede e, in effetti, l'intera famiglia delle Pontificie Opere Missionarie con grande gioia e ringraziamento. Pauline non è stata solo ispirata a creare una rete mondiale di preghiera e carità a sostegno della Chiesa nelle terre di missione, ma ha dedicato tutta la sua vita e il suo patrimonio familiare a questo beato impegno. Era una donna di profonda fede e virtù cristiana, con un particolare amore per l'adorazione eucaristica e la preghiera del Rosario": con queste parole padre Tadeusz J. Nowak, OMI, Segretario generale della Pontificia Opera Missionaria della Propagazione della Fede commenta a Fides la promulgazione del Decreto che riconosce il miracolo attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Paoline Marie Jaricot (vedi Fides 27/5/2020). Il Segretario generale prosegue: "Durante la sua vita, ha sopportato molte sofferenze, sia fisiche che spirituali. Tuttavia, nonostante tutte le sue prove, è rimasta ferma nella sua dedizione e perseveranza per il lavoro che ora è una rete mondiale a sostegno della sollecitudine del Santo Padre per le missioni e le giovani Chiese nei territori di missione. È rimasta una laica dedita al servizio di Cristo e della Sua Chiesa, profondamente impegnata nell'evangelizzazione del mondo. Ora intercederà per l'intera Chiesa, ma avrà sicuramente un posto speciale nel suo cuore per tutti i membri della rete mondiale di preghiera e carità che ha fondato: mentre il mondo si trova nella crisi provocata dalla pandemia, c'è grande speranza e gioia nella certezza della comunione dei Santi. La nostra amata fondatrice, Pauline, che presto sarà proclamata beata, continua a guidare la meravigliosa opera delle Pontificia Opera Missionaria per la diffusione della Buona Novella nel mondo". Pauline Maria Jaricot, Fondatrice del “Consiglio della Propagazione della Fede” e del “Rosario Vivente”, nacque il 22 luglio 1799 a Lione (Francia) e vi morì il 9 gennaio 1862, nella miseria e nell'indifferenza generale. Benedetto XV elevò l'Opera da lei fondata a “Pontificia” e trasferì la sua sede da Lione a Roma. Papa Giovanni XXIII l'ha dichiarata venerabile il 25 gennaio 1963. Il 26 maggio 2020 Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del Decreto riguardante il miracolo attribuito alla sua intercessione. (SL) (Agenzia Fides 28/5/2020) | |||
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AFRICA/UGANDA - “Diversi Vescovi hanno chiesto di potere accedere al Fondo di emergenza POM; le necessità sono tante” | |||
Kampala (Agenzia Fides) – “L'Uganda è ancora sotto blocco imposto dal 21 marzo. C'è stato un certo allentamento di alcune misure ma mantenendo le distanze sociali e indossando la mascherina in strada e in qualsiasi tipo di incontri” dice p. Pontian Kaweesa, Direttore delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Uganda che all’Agenzia Fides descrive la situazione della Chiesa e del Paese bloccato per la pandemia da COVID-19. “A causa del divieto dei servizi religiosi nei luoghi di culto, le persone continuano a pregare privatamente nelle loro case. Si è dato quindi nuovo slancio alla Chiesa domestica. Ho ricevuto molte testimonianze di persone e famiglie che leggono insieme la Bibbia e recitano preghiere nelle loro case; il Rosario, le Litanie di Nostra Signora e la coroncina della Divina Misericordia”. Moltissime persone e famiglie inoltre guardano la Messa ogni giorno soprattutto in TV e quelle trasmesse in streaming sui loro smartphone e alla radio”. Diverse famiglie inoltre seguono la Messa quotidiana del Santo Padre da Roma con le sue omelie così edificanti e molte persone hanno pregato con lui e per le persone per le quali ha sempre chiesto di pregare: infermieri, medici; i migranti, i rifugiati, i malati e quelli che sono morti a volte in solitudine” sottolinea p. Kaweesa. P. Kaweesa sottolinea l’importanza del fondo d’emergenza delle POM mondiali per le attività caritative della Chiesa in Uganda. “Vi sono situazioni di emergenza che hanno richiesto l'attenzione della Chiesa in molte diocesi dell'Uganda. Per citarne solo alcuni, abbiamo case per portatori di handicap o invalidi come la casa di Nalukolongo (Papa Francesco ha visitato questa casa durante la sua visita apostolica in Uganda nel 2015); a Kisenyi e Busega” dice. “Due congregazioni, quella dei “Missionaries of the Poor” composta da laici fratelli e sacerdoti e l'altra delle “Missionaries of the Poor Nuns", composta da religiose, hanno case e istituzioni che si prendono cura dei malati, degli affamati e dei portatori di handicap intorno alla città di Kampala. Offrono pasti quotidiani a una gran numero di persone che altrimenti non avrebbero da mangiare e imboccano coloro che hanno problemi fisici così gravi da non essere autosufficienti”. P. Kaweesa cita uno di loro, p. Borals, “Abbiamo alcuni adulti e bambini mentalmente turbati con HIV / AIDS che sono più difficili da gestire, ecco perché i loro genitori li abbandonano”. Il monastero ospita oltre 282 adulti e bambini senzatetto e un dispensario medico che serve lo slum di Mengo-Kisenyi. Fornisce anche borse di studio ad oltre 400 bambini e giovani nelle scuole primarie e secondarie. P. Kaweesa ricorda inoltre che “nella diocesi di Kasese nel sud-ovest dell'Uganda, le piogge torrenziali hanno provocato inondazioni e frane che hanno devastato l'ospedale di Kilembe e provocato lo sfollamento di diverse persone. Le strutture diocesane sono state convertite in un ospedale e migliaia di persone vengono curate in due vicine scuole primarie”. “Alcuni Vescovi che devono affrontare emergenze di questo tipo nelle loro diocesi, hanno richiesto il Fondo speciale di emergenza POM per le vittime del Coronavirus” dice p. Kaweesa. “Ho inoltrato la loro richiesta alla Nunziatura in Uganda e sto aspettando di ricevere risposta da Roma. Confido che le loro domande riceveranno una risposta adeguata. Ho inviato una lettera a tutti i Vescovi in Uganda e li ho informati del Fondo di emergenza POM COVID-19 a Roma a cui anche loro possono contribuire”. “Le persone al momento fanno fatica a offrire un contributo” ammette il Direttore Nazionale delle POM tuttavia “a livello nazionale molte società, banche e istituzioni finanziarie, individui, diocesi e la Conferenza episcopale dell'Uganda (UEC) hanno offerto denaro, generi alimentari e veicoli alla Task Force nazionale per aiutare i bisognosi. Possiamo solo sperare e pregare che questo spirito di preghiera e carità continui anche dopo la fine della pandemia. La missione e l'evangelizzazione ne usciranno così rafforzate” auspica p. Kaweesa. (L.M.) (Agenzia Fides 28/5/2020) | |||
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AFRICA/KENYA - Con l'aumento dei contagi per Covid 19, si aggrava la situazione dei bambini più vulnerabili | |||
Nairobi (Agenzia Fides) – L’emergenza sanitaria causata dal Covid 19 aggrava la situazione dei bambini più vulnerabili. In prima linea per rispondere alle esigenze dei piccoli assistiti negli istituti di cura cattolici vi è l’Association of Sisterhoods Kenya (AOSK). Come Fides ha appreso dal programma Catholic Care for Children Kenya" (CCC-Kenya), sono emerse varie difficoltà come l’interruzione delle donazioni a favore delle case che si occupano di bambini, con la conseguente carenza di approvvigionamento di prodotti alimentari, dispositivi sanitari di protezione, acqua corrente e tutte le misure principali atte a contenere la diffusione del virus. In un rapporto redatto dal suor Delvin Mukhwana, coordinatrice del programma CCC-Kenya, e inviato a Fides, emergono le diverse sfide affrontate dalle istituzioni cattoliche: la maggior parte delle case e le piccole istituzioni cristiane dipende da benefattori che attualmente non sono in grado di garantire le offerte necessarie. L’AOSK, da parte sua, ha risposto a questa crisi inviando fondi ai vari istituti di assistenza all'infanzia (CCI) per sostenerli nell'acquisto di beni di prima necessità. In totale, hanno beneficiato di questo fondo 127 CCI che ospitano oltre 10.000 bambini e oltre 5000 beneficiari indiretti. Suor Mildred Nekesa, amministratrice della Madre Ippolita Children's Home Ndithini, diocesi di Machakos, si è detta grata dell’enorme contributo dell’AOSK e ha sottolineato che, durante il momento più difficile della pandemia di Covid-19, l’Associazione ha sostenuto la loro CCI con fondi per acquistare cibo, sapone, disinfettanti, maschere per il viso e per fare fronte ad altre importanti esigenze dei bambini. Secondo le informazioni del Ministero della Salute keniota, il 27 maggio il paese ha registrato 123 contagi, il più alto numero di casi di Coronavirus in un solo giorno e tre decessi in un colpo solo. Attualmente il numero totale di contagiati all’interno del paese è 1471. Il Ministro Mutahi Kagwe ha specificato che dei 123 casi, 85 arrivano dalla Capitale, compreso lo slum di Mathare con 33 contagi e quello di Kibera con 14, più altri casi distribuiti in altre zone povere della città, ma anche in quartieri commerciali e popolosi. A Mombasa, e particolarmente nella Città Vecchia, altri 24 casi, mentre dopo più di due mesi viene segnalato un caso nella Contea di Kilifi. Il positivo più giovane ha un anno, quello più vecchio ne ha 76. (AP) (Agenzia Fides 28/5/2020) | |||
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AFRICA/NIGER - Divelta la croce, simbolo della parrocchia di p. Maccalli | |||
Niamey (Agenzia Fides) – E' stata divelta la croce simbolo della parrocchia di p. Pierluigi Maccalli, il missionario della Società delle Missioni Africane rapito nel settembre 2018. “Secondo le testimonianze raccolte, la croce di ferro era stata fissata nel 1995, anno della creazione della parrocchia. Si tratta della stessa dove è stato rapito P. Pierluigi Maccalli il mese di settembre del 2018. Portare via lui è stato anche divellere la croce dal territorio di Bomoanga, sperduto nella savana di confine, a metà del nulla” dice all’Agenzia Fides p. Mauro Armanino, confratello di p. Macalli. “Sulla collina andavano in pellegrinaggio soprattutto per domandare la pioggia nei duri tempi della siccità di stagione. Pioveva a dirotto ogni volta, prima ancora che la preghiera finisse. Anche i musulmani del paesino invitavano i cristiani, vista l’efficacia ‘empirica’ della preghiera, ad andare sulla collina della croce a un paio di miglia dal villaggio. La croce, alta e in ferro, si vedeva dal villaggio, fino a due settimane fa” racconta p. Armanino. “Venerdì 15 maggio uomini ignoti sono saliti attrezzati sulla collina e hanno divelto la croce, solidamente avvitata al cemento tramite bulloni a prova di ruggine. Hanno strappato la croce dal suo posto e l’hanno poi deposta su una pietra non lontano” afferma il missionario. “Si presume siano stati coloro che la stampa e la gente chiama i ‘jihadisti’, armati e a volte incappucciati che traversano e terrorizzano i cristiani e la gente dei villaggi della regione”. “All’inizio del mese - continua il missionario - loro o altri affiliati, hanno reso visita al capo villaggio ricordando i comandamenti guida della loro strategia: evitare di denunciarli alle forze governative, non tagliare alberi, evitare l’alcol e soprattutto rifiutare tutto ciò che non sia l’Islam”. “Questi sono i precetti che li accompagnano e che, grazie alle armi e all’abbandono delle Forze di Difesa e di Sicurezza, mantengono in uno stato costante di paura i contadini del posto e in particolare i cristiani. Questi ultimi, ormai da tempo, non si riuniscono più nella chiesa che Pierluigi aveva concepito e poi realizzato per loro e con loro. La paura li spinge a pregare nelle case e le porte della chiesa sono chiuse. La croce strappata è allora il simbolo di quanto si cerca di strappare ad ogni costo dal cuore della gente: la fede vissuta nel Vangelo che libera. I contadini sono pazienti e sanno bene che la croce è scritta sulla terra e nessuno potrà più portarla via” conclude p. Armanino. (L.M.) (Agenzia Fides 28/5/2020) | |||
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ASIA/BANGLADESH - Rilascio di detenuti per contenere il coronavirus: secondo la Chiesa è "un passo giusto" | |||
Dhaka (Agenza Fides) - Dacca (Agenzia Fides) - “Accogliamo con favore la decisione del governo di rilasciare tremila detenuti. È un'iniziativa tempestiva. Molte persone, in carcere per reati minori o lievi, possono essere rilasciati in questa situazione di pandemia". Cosi afferma all'Agenzia Fides, Mons. Bejoy N. D’Cruze, Vescovo di Sylhet e presidente della Commissione episcopale per l'unità dei cristiani e il dialogo interreligioso, accogliendo con favore il passo annunciato dal governo bangladese di rilascire i detenuti con pena minore di un anno di reclusione, come misura per evitare il sovraffollamento e contenre il contagio da coronavirus. Dopo alcuni casi di positività per Covid-19 registrati in carcere, le autorità hanno disposto il rilascio graduale di oltre tremila detenuti, iniziando a liberare oltre 385 prigionieri. “Ho visitato le carceri nei mesi scorsi. Gesù ci ha insegnato l'amore e la cura di quelli che sono in prigione. E' nostra missione prenderci cura di chi è dentro la prigione", nota il vescovo. La Commissione episcopale per "Giustizia e pace" ha una specifica pastorale dei detenuti . P. Liton Hubert Gomes, sacerdote di Santa Croce, incaricato di quel ministero pastorale , racconta ad Agenza Fides che il Bangladesh ha circa 90.000 detenuti mentre la capacità massima degli istituti di pena è 40.000. Circa anche 180 sono cristiani, 40 dei quali stranieri. “È importante provvedere alla sicurezza, in tempo di pandemia: il rilascio di prigionieri è una decisione giusta ", afferma a Fides. La pastorale nelle carceri prevede visite periodiche, con incontri e doni per i prigionieri e speciali liturgie come la messa nelle festività di Natale e Pasqua Padre Liton osserva a Fides : “In Bangladesh ci sono migliaia di prigionieri condannati per piccoli reati, molti sono innocenti o molti sono prigionieri di coscienza, come politici, giornalisti e attivisti per i diritti umani. Sarebbe bello e auspichiamo che venissero rilasciati 30mila detenuti". (FC-PA) (Agenzia Fides, 28/05/2020) | |||
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ASIA/LAOS - Zero decessi da Covid-19, ma un impatto negativo su economia e turismo | |||
Vientiane (Agenzia Fides) - Nel piccolo e isolato Laos, un paese con sette milioni di abitanti nel cuore settentrionale del Sudest asiatico e con un governo di tipo socialista, con un partito unico al potere, i numeri del coronavirus sono così bassi da destare stupore: al 27 maggio i casi positivi al Covid-19 risultavano solo 19 con zero decessi. Intanto due dei cinque pazienti affetti da Covid-19 all'ospedale Mittaphab di Vientiane sono risultati negativi al test e, se negativi per la seconda volta, potranno tornare a casa. Il “primato” del Laos, condiviso in Asia solo con Timor Est, Turkmenistan, Cambogia e Vietnam si osserva nonostante la vicinanza geografica con la Cina e l'enorme via vai di manodopera cinese in Laos: migliaia di operai cinesi sono impegnati a costruire la ferrovia veloce che deve collegare il Sud della Repubblica popolare a Singapore. Il tragitto, che oggi richiede giorni, entro qualche anno si potrà compiere in alcune ore. Sebbene il Laos abbia reagito con prontezza ed efficacia isolando il virus prima che potesse colpire il fragile sistema sanitario nazionale, i suoi effetti si faranno comunque sentire in campo socio-economico: secondo il rapporto semestrale della Banca mondiale si prevede infatti che nel 2020 la crescita economica diminuirà almeno dell’1% o dell'1,8% nello scenario peggiore, e la pandemia aumenterà il disavanzo fiscale, con un aumento del debito. Lo shock avrà anche conseguenze anche sul mercato del lavoro e sulla povertà visto il forte calo nel settore del turismo che rappresenta l'11% dell'occupazione totale e il 22% nelle aree urbane. Il Laos ha raggiunto una serie di obiettivi ambiziosi nello sviluppo grazie al piano di riforme di liberalizzazione del mercato (il “Chintanakhan Mai”) introdotto nel 1986. I livelli di povertà si sono dimezzati dal 46,0% del1993 al 23,3% del 2013 e la crescita del Pil è stata in media del 7,8% nell'ultimo decennio, con netti miglioramenti nel campo dell’istruzione e della salute. Nel 2018 i risultati di questa crescita, trainata principalmente dalle risorse naturali, dai settori energetici e dal turimo, hanno consentito al Laos di passare da Paese a basso reddito a medio-basso. Nel 2024 la nazione potrà essere formalmente rimossa dall'elenco dei Paesi “meno sviluppati”. Resta però un Paese con profonde difficoltà in zone geografiche isolate e in aree che sono ancora nella morsa di povertà, disoccupazione ed esclusione sociale. I segmenti socialmente più vulnerabili, come anziani, donne e bambini, pagano l’appartenenza a famiglie povere delle aree rurali remote il che è particolarmente vero per le famiglie di origine vietnamita o gli appartenenti a tribù montane, differenze etniche che hanno creato problemi con la maggioranza di etnia Lao. (MG-PA) (Agenzia Fides 28/5/2020) |
lunedì 24 settembre 2018
Vatican News 24 settembre 2018
Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024
XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Color...
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