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lunedì 11 gennaio 2021

Agenzia Fides 11 gennaio 2021

 

AFRICA/UGANDA - Elezioni, i Vescovi: “No alla violenza della polizia, sì al dialogo e alla riconciliazione nazionale”
 
Kampala (Agenzia Fides) – “No all’abuso delle autorità e alle violenze della polizia contro i cittadini innocenti e i legittimi rappresentati dell’opposizione” ammoniscono i Vescovi dell’Uganda, nella loro lettera pastorale per le elezioni presidenziali del 14 gennaio, pervenuta all’Agenzia Fides. Ricordando le settanta vittime della violenta repressione del 18 e 19 novembre di alcune proteste durante le elezioni primarie, i Vescovi denunciano “il fatto che molte delle vittime siano morte o siano rimaste ferite nelle mani di agenzie di sicurezza incaricate di proteggere la vita e la proprietà dei cittadini”. “Oltre a dimostrare la mancanza di maturità politica, tale violenza indebolisce le basi della democrazia poste dalla Costituzione della Repubblica dell'Uganda del 1995”.
Ogni elezione, dall'indipendenza, ha prestato scarsa attenzione ai diritti umani. Tuttavia, i diritti umani sono inalienabili, sono radicati nella legge naturale” constatano i Vescovi, che denunciano inoltre la compravendita dei voti e la corruzione prevalente nel Paese.
“Chiediamo quindi a tutti di comportarsi in modo da promuovere la pace, l'unità, l'uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale. Dobbiamo tutti concentrarci sulla costruzione e non sulla distruzione della nostra casa comune, l'Uganda. Non possiamo farlo se non dimostriamo un alto livello di maturità politica. Ciò include l'accettazione di coloro che sono diversi da noi nelle loro opinioni” rimarcano i Vescovi.
I Vescovi chiedono ai responsabili dell'organizzazione delle prossime elezioni, di stabilire un processo elettorale credibile, il cui esito sarà rispettato da tutte le parti interessate e agli elettori di partecipare in gran numero per votare i candidati di loro scelta. “E una volta terminate le elezioni, consigliamo al partito che salirà al potere di avviare un processo di dialogo e riconciliazione nazionale. Vi sono molte questioni in sospeso nel nostro Paese che non possono essere risolte con le elezioni o il semplice cambio di leadership. Gli ugandesi devono avere l'opportunità di tracciare un futuro insieme e sforzarsi di promuovere una società che si addice a Dio e all'umanità” concludono. (L.M.) (Agenzia Fides 11/1/2021)

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AFRICA/NIGER - Aumentano gli sfollati dopo i massacri del 2 gennaio
 
Niamey (Agenzia Fides) – Il terrore seminato dal duplice assalto a due villaggi in Niger il 2 gennaio (vedi Fides 4/1/2021), ha provocato la fuga di oltre 10.000 abitanti nella regione di Tillaberi, nell'ovest. Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (OCHA), circa 10.600 persone sono state sfollate dopo l'attacco che ha causato 105 vittime, 73 a Tchombangou e 32 a Zaroumadareye.
Il governo del Niger ha fornito sostegno iniziale alle persone colpite, compresi cibo, forniture mediche alle strutture sanitarie e assistenza finanziaria alle famiglie dei civili deceduti.
A seguito degli attacchi del 2 gennaio in due villaggi nella regione di Tillaberi, la maggior parte degli sfollati interni ha trovato rifugio nel villaggio di Mangaize presso famiglie che già vivono in condizioni precarie. Secondo le Nazioni Unite, attualmente più di 500 bambini sfollati non vanno a scuola.
Dal 2017 la regione di Tillaberi è frequentemente presa di mira da gruppi terroristici basati in Mali. Il Niger, il Burkina Faso e il Mali nel Sahel sono l'epicentro di una delle crisi di sfollamento in più rapida crescita al mondo.
Anche nel sud del Niger si registrano attacchi jihadisti. Il mese scorso, almeno 28 persone sono state uccise e altre centinaia ferite in un attacco, successivamente rivendicato dal gruppo terroristico Boko Haram, nella regione di Diffa sud-orientale del Niger. La regione ospita già 851.000 rifugiati e quasi 2 milioni di sfollati, secondo l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati.
Nonostante le violenze dei gruppi jihadisti, il Niger si appresta al pacifico passaggio di poteri dal Presidente uscente Mahamadou Issoufou, che lascia il potere dopo due mandati, e il successore che emergerà dal secondo turno delle elezioni presidenziali che si terranno il 20 febbraio. “Questa è la prima volta in sessant'anni che avviene un passaggio di consegne da un Presidente democraticamente eletto a un altro democraticamente eletto. Stiamo stabilendo una tradizione democratica” ha sottolineato il Presidente uscente che ha nettamente respinto ogni ipotesi di cambiare la Costituzione per presentarsi per un terzo mandato, a differenza da quanto fatto da alcuni suoi colleghi africani: “Non si possono avere istituzioni forti giocherellando con le Costituzioni, cambiando le regole del gioco durante il gioco, non posso imbarcarmi nell'avventura del terzo mandato. Ciò avrebbe indebolito le istituzioni che stiamo costruendo”. (L.M.) (Agenzia Fides 11/1/2021)
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ASIA/KIRGHIZSTAN - Elezioni e referendum costituzionale: il paese verso il presidenzialismo con il leader Japarov
 
Bishkek (Agenzia Fides) - “Non sorprende che Sadyr Japarov sia risultato vincitore, con quasi l’80% delle preferenze, nelle elezioni presidenziali kirghise. Il dato significativo è un altro: ieri si è tenuto anche il referendum costituzionale che chiedeva agli elettori se avessero preferito continuare con un sistema istituzionale parlamentare o passare a un sistema presidenziale. I risultati preliminari raccontano che c’è stata una netta maggioranza per secondo. Il quadro del Kirghizistan, quindi, non sembra dei più rosei: hanno un presidente controverso, che fino a quattro mesi fa era in carcere e che è accusato di essere legato, in maniera più o meno esplicita, a organizzazioni criminali locali. A ciò si aggiunge che si sta procedendo verso un sistema presidenziale: il che, se di per sé non è un problema, potrebbe sfociare in atteggiamenti di autoritarismo, se inseriti in un contesto come quello del Kirghizistan in questa fase storica. Questo non rappresenterebbe una novità per l’Asia centrale, zona in cui già esistono regimi autoritari, ma colpisce che accada in Kirghizistan, che è sempre stato visto come il paese faro della democrazia in quell’area geografica”. E’ l’analisi, di Davide Cancarini, ricercatore ed esperto di politica dell’Asia centrale, che commenta in un colloquio con l’Agenzia Fides, le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale, tenutisi ieri, 11 gennaio, in Kirghizistan.
Il nuovo turno elettorale si è reso necessario dopo il caos dello scorso 4 ottobre. Nelle ore successive al voto, infatti, le evidenze di brogli avevano portato in piazza a Bishkek, capitale del paese centroasiatico, un nutrito gruppo di manifestanti, che chiedevano l’annullamento delle elezioni, da cui risultava vincitore il filorusso Sooronbay Jeenbekov. I dimostranti avevano occupato edifici governativi e liberato politici incarcerati, tra i quali l’ex presidente Almazbek Atambayev e Sadyr Japarov, poi nominato primo ministro e presidente. Gli scontri avevano provocato, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute kirghiso, un morto e 590 feriti.
La crisi è rientrata solo dieci giorni dopo le elezioni, con le dimissioni del primo ministro Kubatbek Boronov, del presidente del Parlamento Dastanbek Jumabekov e dello stesso presidente eletto Jeenbekov. Tale situazione ha portato a un accentramento dei poteri nelle mani di Sadyr Japarov, nominato, in poche ore, Primo ministro e Presidente ad interim. Japarov si è poi dimesso da questo ruolo per potersi candidare alle nuove elezioni. Secondo Cancarini, il periodo che ha preceduto l’appuntamento elettorale di ieri non è stato caratterizzato da particolari instabilità: “Dopo il caos post-elettorale del 4 ottobre, la situazione si è normalizzata, c’è stata una campagna elettorale tutto sommato normale. Nel paese non ci sono stati scontri o crisi. Ma l’affluenza alle urne è stata davvero scarsa, pari al circa il 33% della popolazione. Nelle elezioni del 2017 si era superato abbondantemente il 50%: ciò denota una disaffezione molto forte dei cittadini verso la politica”.
Una delle sfide che il governo kirgiso si troverà ad affrontare è quella della povertà: secondo l’Asian Development Bank, il 22,4% della popolazione kirghisa vive al di sotto della soglia di povertà. Soprattutto a questa fascia di persone si rivolge l’operato della piccola comunità cattolica: circa 1.500 fedeli, che portano avanti numerosi progetti facendo leva su carità ed istruzione, focalizzati particolarmente sui giovani provenienti da famiglie povere e villaggi rurali.
(LF) (Agenzia Fides 11/1/2021)
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ASIA/SINGAPORE - Il contributo delle infermiere cattoliche per l'assistenza sanitaria durante la pandemia: un canale dell'amore di Dio
 
Singapore (Agenzia Fides) - E' un valido e prezioso contributo quello offerto dalle infermiere cattoliche a Singapore, nel tempo della pandemia, ed è uno straordinari canale per comunicare l'amore di Dio: lo afferma l'Arcidiocesi di Singapore, apprezzando l'opera della "Catholic Nurses Guild of Singapore" (CNG), ente che riunisce le donne che operano nel campo della sanità, e che oggi è membro della Caritas Singapore.
Secondo l'Arcivescovo di Singapore, William Goh, le infermiere "svolgono un ruolo vitale nella guarigione dei malati, avviando un processo integrale che include la guarigione del cuore, della mente e del corpo. La loro responsabilità è curare a volte, alleviare spesso e confortare sempre".
“Essere infermiera è più di una professione e, soprattutto per una cattolica, è pura dedizione. Durante questa pandemia di Covid-19, le infermiere ci hanno dato un esempio di eroismo nella loro disponibilità a rischiare la vita per gli altri. Rendiamo omaggio al loro coraggio e al loro sacrificio guidato dal loro amore per Cristo”, afferma padre Johnson Fernandez, direttore spirituale di CNG, in una nota inviata all'Agenzia Fides. Secondo p. Fernandez, le donne della CNG, che accoglie circa 250 membri, portano da 50 anni, ogni giorno, "compassione, cura e conforto alle persone, specialmente durante una pandemia in corso". "Le infermiere cattoliche nel Paese sono il volto della Chiesa di Singapore e svolgono la missione di Gesù" rileva, elogiando l'organizzazione che ha celebrato nel 2020 il giubileo d'oro della sua esistenza.
“Oggi siamo orgogliosi di essere un'associazione di 250 infermiere impegnate e premurose, vivendo la nostra vocazione e missione secondo i principi morali cristiani e l'insegnamento sociale cattolico. Non solo ci sforziamo di mantenere la massima competenza tecnica e medica, ma ci dedichiamo a favorire e promuovere lo sviluppo umano integrale dei nostri membri, non solo professionalmente ma anche socialmente e spiritualmente, per il bene comune dei nostri pazienti e della società” dice all'Agenzia Fides Theresa Cheong, ex presidente di CNG.
Operando sotto l'egida della Caritas, prima della pandemia di Covid-19, CNG ha partecipato attivamente e sostenuto la Chiesa locale in molte attività per aiutare i malati, i portatori di handicap, gli anziani e i bambini con bisogni speciali. Collaborando con la Commissione pastorale diocesana per i lavoratori migranti e itineranti, offre corsi di formazione sull'assistenza medica di base ai lavoratori domestici stranieri. Inoltre CNG si prende cura dei pazienti con HIV/AIDS nell'ambito del "Catholic Aids Relief Effort" (CARE), interagendo e fornendo loro educazione sanitaria due volte al mese. L'ente si occupa di fornire copertura medica e di pronto soccorso per eventi ecclesiali e organizza cliniche mediche gratuite e laboratori di assistenza pastorale per laici. Per le missioni all'estero, collabora cn il programma della Caritas Humanitarian Aid and Relief Initiatives (CHARIS).
La CNG è stata avviata nel 1970, originariamente a Kedah, in Malaysia, da padre Albert Fortier, un prete francese. Successivamente CNG ha aperto le sue filiali in tutta la Malaysia, inclusa Singapore. Dopo l'indipendenza di Singapore nel 1965, nel 1969 CNG Malaysia e CNG Singapore divennero due realtà distinte, ciascuna delle quali si occupava delle infermiere cattoliche nei propri paesi.
CNG è membro del Comitato Cattolico Internazionale degli Infermieri e Assistenti Medico-Sociali, che collabora con il Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari, il Pontificio Consiglio della Famiglia e il Pontificio Consiglio dei Laici della Santa Sede.
(SD-PA) (Agenzia Fides 11/01/2021)
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ASIA/IRAQ - “Siete tutti fratelli”. Pubblicati motto e logo della visita papale in Iraq
 
Baghdad (Agenzia Fides)- “Siete tutti Fratelli”. L’espressione di Gesù, tratta da un versetto del Vangelo di Matteo (“Ma voi non fatevi chiamare ‘rabbì’, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli”, Mt 23, 8) è stata scelta come “slogan” ufficiale dell’annunciato viaggio di Papa Francesco in Iraq, in programma dal 5 all’8 marzo 2021. Le parole di Gesù, scritte in arabo, incorniciano il logo della visita, reso noto dal Patriarcato caldeo, e rinviano intenzionalmente anche al titolo dell’ultima Enciclica di Papa Francesco, “Fratelli Tutti”.
Nel logo, su sfondo bianco, compare la foto di Papa Francesco in atteggiamento di saluto, accanto al disegno stilizzato della mappa del Paese, attraversata dai fiumi Tigri e Eufrate. A completare la simbologia del logo contribuiscono l’immagine di una palma e la colomba bianca che vola sopra le bandiere del Vaticano e della Repubblica dell'Iraq, portando il ramoscello d’ulivo, simbolo della pace.
Un mese fa, in un messaggio rivolto “ai cristiani e a tutti gli iracheni” (vedi Fides 10/12/2020), il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva scritto che l’annunciata visita apostolica di Papa Francesco in Iraq sarà per i battezzati iracheni e di tutto il Medio Oriente una occasione provvidenziale per compiere un “pellegrinaggio” di conversione e un “ritorno alle nostre prime sorgenti”, e annunciare con più entusiasmo la salvezza promessa nel Vangelo, a vantaggio di tutti. Per questo – aveva aggiunto il Patriarca - tutti sono chiamati a vigilare affinché questa circostanza propizia non passi “senza lasciare un segno in noi, nella nostra Chiesa e nel nostro Paese”. (GV) (Agenzia Fides 11/1/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - Violazioni al diritto all'informazione e al diritto al lavoro dei giornalisti denunciate dall'arcidiocesi di Caracas
 
Caracas (Agenzia Fides) - Sabato 9 gennaio 2021 si è svolta in modalità virtuale la terza sessione dell'Assemblea Plenaria Ordinaria dell'Episcopato Venezuelano (CEV), durante la quale gli Arcivescovi e i Vescovi hanno potuto conoscere il lavoro svolto durante il 2020 dall'Istituto di previdenza sociale del Clero, dalla Pastorale Sociale-Caritas del Venezuela e dall'Associazione di promozione e Educazione Popolare, nonché valutare la proposta di Ristrutturazione del Segretariato Permanente dell'Episcopato Venezuelano.
Il Cardinale Baltazar Porras, Arcivescovo di Mérida e Amministratore Apostolico di Caracas, ha presentato il Riepilogo della Gestione di Cáritas Venezuela, in qualità di Presidente, illustrando le azioni pastorali intraprese a livello nazionale, durante l'anno 2020. Il rapporto evidenzia il servizio ai più svantaggiati, in tempi di pandemia, soprattutto attraverso consegne di medicinali, kit per l'igiene e alimenti, con oltre 9 milioni di beneficiari diretti e indiretti. "L'accompagnamento spirituale e il sostegno psicosociale è stato il lavoro essenziale di quest'anno, allo stesso tempo abbiamo lavorato duramente per contribuire alla vita materiale delle famiglie fornendo beni alimentari e di altro genere ad un gran numero di famiglie" ha detto il Cardinale Porras.
A conclusione della giornata, l'Arcivescovo di Maracaibo e Presidente della CEV, Mons. José Luis Azuaje, ha rivolto parole di incoraggiamento ai Vescovi, per continuare l'azione pastorale e missionaria della Chiesa in Venezuela anche in mezzo alle difficili circostanze a cui devono adattarsi e reinventarsi. Una prova su come i Vescovi del Venezuela seguono da vicino la realtà delle proprie comunità è stata la denuncia, attraverso l’account Twitter dell’arcidiocesi di Caracas, guidata dal Cardinale Baltazar Porras, che sabato 9 gennaio ha scritto: “La libertà di espressione è sinonimo di democrazia. Se i media vengono violati, di conseguenza, la democrazia viene violata. Siamo solidali con gli operatori dell'informazione che questo venerdì hanno visto violato il loro diritto all'informazione e il loro diritto al lavoro”.
Infatti, secondo fonti dell’arcidiocesi, venerdì 8 gennaio ci sono stati tre attacchi a due portali e ad una stazione televisiva. Il governo di Nicolás Maduro ha inviato al canale Venezolanos por la Información (VPItv) e Panorama, a Zulia, i funzionari della Commissione nazionale per le telecomunicazioni (Conatel) e del Servizio nazionale integrato di amministrazione doganale e fiscale (Seniat). Nel primo caso hanno confiscato le apparecchiature per la trasmissione, nonché i computer e altri strumenti di lavoro dal canale, che viene mantenuto solo con la promozione dei suoi programmi. Panorama è stato chiuso per cinque giorni per presunta violazione dei doveri formali. Il portale TalCualDigital ha subito un attacco digitale che è riuscito a superare in breve tempo, grazie all'impegno del proprio staff. Allo stesso tempo, media ufficiali come El Universal e Globovisión, hanno trasmesso presunti lavori di indagine, in cui hanno accusato i portali Efecto Cocuyo, El Pitazo, Caraota Digital, Radio Fe y Alegría e l'Unione nazionale dei lavoratori della stampa, di aver ricevuto finanziamenti dal governo dell'Inghilterra per attaccare Nicolás Maduro.
(CE) (Agenzia Fides 11/01/2021)
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AMERICA/HAITI - Liberata la suora rapita l’8 gennaio; ogni giorno si verificano decine di atti di violenza
 
Port-au-Prince (Agenzia Fides) - Secondo le informazioni pervenute a Fides dal Segretario Generale della Conferenza dei Religiosi di Haiti, padre Gilbert Peltrop, suor Dachoune Sévère, religiosa della Congregazione delle Piccole Sorelle di Santa Teresa di Gesù Bambino, che era stata rapita da banditi armati venerdì 8 gennaio (vedi Fides 10/01/2021) è stata rilasciata dai suoi rapitori la sera di ieri, domenica 10 gennaio 2021. Attualmente si trova nella sua comunità, da dove era stata rapita. “Rendiamo grazie a Dio per la liberazione della suora, e allo stesso tempo ringraziamo tutti coloro che hanno pregato per la sua liberazione” scrive padre Gilbert Peltrop.
P. Renold Antoine, CSsR, missionario redentorista ad Haiti, ricorda che il rapimento della suora è solo un caso tra le decine che vengono registrati quotidianamente nell'area metropolitana di Port-au-Prince. Infatti la situazione si complica sempre di più su tutto il territorio nazionale. “Finora le autorità statali non hanno fatto nulla per fermare questa deriva che semina paura e lutto tra la popolazione haitiana. Poiché questa situazione rappresenta oggi una minaccia significativa per tutti i cittadini haitiani, imploriamo la misericordia di Dio su Haiti, in modo che cessi questo male che sta divorando la società”, conclude il missionario.
(CE) (Agenzia Fides 11/01/2021)
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AMERICA/CILE - Nuove violenze in Araucania: dichiarazione del Vescovo di Temuco, “solo la fraternità genera pace sociale”
 
Temuco (Agenzia Fides) – “In questi giorni la nostra regione, già profondamente colpita dalla pandemia, dalla povertà e dalla mancanza di opportunità, dalla polarizzazione, dal mancato mantenimento delle promesse fatte al popolo Mapuche e dal sentimento di abbandono per quella che considera una mancanza dello Stato, è stata sconvolta da nuovi atti di violenza gravissima che sono oggetto di indagine”: lo scrive il Vescovo di Temuco, Monsignor Héctor Vargas, in una sua dichiarazione del 9 gennaio giunta a Fides, in cui denuncia gli ultimi episodi di violenza avvenuti nell’Araucania. Anche nell’ultima Assemblea della Conferenza episcopale cilena, svoltasi a novembre, i Vescovi avevano ribadito “la ferita permanente che sanguina nella regione dell'Araucanía” (vedi Fides 27/11/2020).
Le ultime violenze si aggiungono a quanti nel mondo rurale “hanno perso la vita, sono stati feriti o hanno visto violati i loro diritti, a causa di azioni indiscriminate indipendentemente da età, sesso, razza o condizione sociale". Il Vescovo sottolinea che le conseguenze di tali atti sono devastanti in molti modi, e alcune dureranno per tutta la vita, ricordando che il peccato più grande che esiste rimane quello di concedersi il diritto di porre fine alla vita di un altro essere umano. “Questa sarà sempre la base di una grande violenza, che può solo portare a nuovi e gravi mali. La storia insegna che la violenza non sarà mai il cammino migliore per un’autentica trasformazione, la dovuta giustizia e una sana convivenza sociale, ancor meno se irrazionale, indiscriminata e contro innocenti".
Nell’Araucania, prosegue il Vescovo, all’origine di questa situazione ci sono anche profonde ingiustizie e conflitti politici, ideologici, sociali ed economici di lunga data, che né la società né le istituzioni democratiche hanno saputo valutare e risolvere. “Insieme a Papa Francesco, siamo fermi nella convinzione che solo la fraternità genera pace sociale, perché crea un equilibrio tra libertà e giustizia, tra responsabilità personale e solidarietà, tra il bene delle persone e il bene comune. Quindi la nostra comunità politica, ha l'obbligo inderogabile di promuovere tutto questo con trasparenza e responsabilità”.
Il Vescovo ribadisce la vicinanza al dolore delle vittime di ieri e di oggi, invitando a non indurire il nostro cuore con odio, risentimento o vendetta, ma aspettando, con pazienza, il conforto di Dio e della sua giustizia. Infine, ricordando le parole di Papa Francesco, “la vita è l'arte di una cultura dell’incontro”, Monsignor Héctor Vargas evidenzia che “si tratta di costruire la società secondo un'altra logica, in cui accettando il grande principio dei diritti che derivano dal possesso di una dignità umana inalienabile, è possibile accettare la sfida di sognare e pensare un'altra politica, un'altra umanità e un'altra Araucanía”. (SL) (Agenzia Fides 11/01/2021)
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venerdì 23 ottobre 2020

Agenzia Fides 23 ottobre 2020

 

EUROPA/SPAGNA - Grazie delle POM a quanti hanno partecipato alla Giornata Missionaria “della pandemia”
 
Madrid (Agenzia Fides) - Domenica scorsa è stata celebrata la Giornata Missionaria Mondiale in tutto il mondo. Quest'anno, sebbene la pandemia abbia condizionato le iniziative, grazie alla creatività di diocesi, parrocchie, scuole, è stato comunque possibile realizzarla. Al termine della campagna di sensibilizzazione, d. José María Calderón, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) della Spagna, ha voluto ringraziare in un video tutti coloro che hanno collaborato per le missioni. Anche il Presidente delle POM, Sua Ecc. Mons. Giampietro Dal Toso, ha ringraziato la Spagna per il suo grande impegno per questa Giornata, sia della comunità cristiana che delle POM.
"La Giornata Missionaria di quest'anno sarà ricordata come la Giornata Missionaria del confinamento o della pandemia" spiega d. José María Calderón. "Vogliamo ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile la celebrazione in questa strana situazione, che sono state generose e hanno condiviso con la Chiesa missionaria le loro donazioni".
Il Direttore nazionale sottolinea che la Chiesa in Spagna è molto generosa con le missioni e questo è possibile grazie a tante persone che hanno collaborato con le loro preghiere, offerte e sforzi - sia singole persone che scuole e parrocchie -. Ringrazia anche coloro che hanno contribuito attraverso i media. “I missionari vi ringrazieranno. La Chiesa continuerà ad evangelizzare grazie al vostro lavoro, al vostro impegno, al vostro sacrificio” conclude.
Anche l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle POM, ha ringraziato i cattolici spagnoli per il sostegno che danno ai missionari. "È un contributo che mostra la grande sensibilità missionaria che esiste in Spagna", spiega in un video, registrato dalla corrispondente di COPE in Vaticano. “Sono tanti i missionari spagnoli, consacrati, sacerdoti e laici, che sono in giro nel mondo. Ma ci sono perché dietro c'è una comunità cristiana spagnola che è molto forte, e sente molto questa chiamata alla missione”.
Le POM della Spagna, considerata la situazione di emergenza sanitaria hanno proposto una edizione “più digitale” della Giornata Missionaria, con una pagina web dove sono state offerte in modo interattivo le testimonianze di sei missionari, e sono stati proposti nuovi modi per donare in modo digitale. (SL) (Agenzia Fides 23/10/2020)
LINK
Il sito delle POM della Spagna, con i video -> https://www.omp.es
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AFRICA/CAMERUN - La guerra di secessione della parte anglofona rischia di creare una generazione perduta
 
Yaoundé (Agenzia Fides) - È in atto dal 2016 una crisi sociale e umanitaria nelle regioni anglofone del Camerun, dove vive il 20% della popolazione del Paese. La crisi segnala una frattura storica tra la maggioranza francofona e la minoranza anglofona, ma si è amplificata a seguito degli scioperi di ottobre 2016 da parte di insegnanti e avvocati, conseguenti all’invio nelle regioni anglofone occidentali di giudici e insegnanti francofoni. La forte centralizzazione ha generato un fenomeno di francesizzazione degli apparati pubblici e statali, cui ha fatto seguito una drastica diminuzione dei rappresentanti politici anglofoni all’interno degli organi decisionali. Una crisi che si è trasformata in tentativo di secessione messo in atto da gruppi armati che si sono scontrati fino ad oggi con l’esercito del Camerun generando una crisi umanitaria.
Secondo l'Unhcr sono 60.000 i rifugiati camerunesi che hanno trovato accoglienza in Nigeria. Come racconta Fratel Eric Michel Miedji, della Congregazione dei Piccoli Fratelli di Gesù di Foumban, «la violenza indotta dalla crisi e la radicalizzazione dei protagonisti è in gran parte il risultato della scarsa risposta del governo: negazione, disprezzo, intimidazione, repressione, prigionia e l'erosione della fiducia tra la popolazione anglofona e il governo nella misura in cui una probabile maggioranza degli anglofoni vede un ritorno al federalismo o alla secessione come un risultato possibile. Questa sporca guerra, con le sue insopportabili dimensioni politiche, economiche e sociali, ha generato gravi conseguenze, tra cui la fuga della maggior parte della popolazione da queste regioni verso i paesi vicini e le città del Camerun che confinano con l'area anglofona. Si stima quindi che nelle città e nei villaggi del Camerun ci siano più di un milione di sfollati interni, la maggior parte dei quali sono giovani che non frequentano la scuola. Sono fuggiti dalla violenza, dalla lotta armata e dalle uccisioni per cercare rifugio in luoghi sicuri e pacifici».
Qui a Foumban ci sono più di 4.000 sfollati (senza contare i bambini). Persone che rischiano di perdersi: dopo il trauma della guerra entrano nell’afasia della disoccupazione e sono a rischio delinquenza e prostituzione. I giovani non possono andare a scuola perché i loro genitori sono senza lavoro. «Noi - prosegue Fratel Eric -, seguiamo 250 giovani che cerchiamo di formare e reinserire nel loro ambiente di vita nel più breve tempo possibile. Ma ci sentiamo anche impotenti. Se potessimo avere maggiore sostegno potremmo trovare soluzioni concrete per lo sviluppo sociale ed economico e l'integrazione degli sfollati». (F.F.) (Agenzia Fides 23/10/2020)
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AFRICA/BENIN - I Vescovi: “Si guardi al voto con spirito costruttivo per il bene di tutti”
 
Cotonou (Agenzia Fides) – “Le prossime elezioni siano pacifiche, inclusive e democratiche nello spirito della Conferenza nazionale del febbraio 1990”. È l’appello lanciato dai Vescovi del Benin nella dichiarazione pubblicata al termine della loro Assemblea Plenaria tenutasi presso il Centro Pastorale Mons. Nicolas Okioh, a Natitingou, nel nord-ovest del Benin.
I Vescovi invitano "i fedeli, i vertici dei partiti politici e i cittadini in generale, a fare una valutazione oggettiva, critica e costruttiva del quinquennio che sta volgendo al termine”. Le elezioni presidenziali sono previste l'11 aprile 2021. Il Presidente uscente, Patrice Guillaume Athanase Talon dovrebbe candidarsi per un secondo mandato.
La Conferenza episcopale del Benin è profondamente addolorata per le piogge torrenziali che hanno interessato diverse località, soprattutto nel Dipartimento di Alibori. Queste inondazioni hanno causato la perdita di vite umane, distrutto coltivazioni e bestiame, e ha lasciato le popolazioni povere e indigenti senza riparo. All'inizio del mese, più di 7.000 persone sono state sfollate a causa delle inondazioni nelle comunità di Kandi, Karimama e Malanville nella provincia di Alibori nel nord-est del Benin-
I Vescovi del Benin sono inoltre preoccupati per i diversi casi di suicidio specie tra i giovani. “Ricordano a tutti che la vita umana è sacra e appartiene a Dio dal concepimento al suo termine con la morte” afferma il messaggio pervenuto all’Agenzia Fides.
Infine la Conferenza Episcopale del Benin si dice “preoccupata per la promozione insidiosa e la graduale introduzione dell'omosessualità e dell'orientamento sessuale come diritti umani nella legislazione dei Paesi che aderiscono all'Organizzazione degli Stati dell'Africa, Caraibi e Pacifico (OEACP), in cambio del rinnovo degli accordi bilaterali e multilaterali per ottenere aiuti internazionale. Esorta il governo del Benin, i fedeli e gli attori della società civile a lavorare in sinergia per il rispetto delle leggi naturali”.
Il messaggio si conclude invitando i fedeli a recitare "la preghiera speciale per il Benin al termine di ogni messa, il Santo Rosario, la preghiera a San Michele Arcangelo di Papa Leone XIII e la Via Crucis". (L.M.) (Agenzia Fides 23/10/2020)
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AFRICA/EGITTO - Vigilia elettorale: i Vescovi copti esprimono “equidistanza” dai candidati e si augurano di vedere le file davanti ai seggi
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – A poche ore dall’apertura delle urne per le elezioni parlamentari egiziane, fissate per sabato 24 e domenica 25 ottobre, diversi Vescovi copti ortodossi diffondono nelle proprie diocesi sparse in tutto il Paese delle “dichiarazioni-fotocopia” per ribadire l’equidistanza della Chiesa copta dai candidati e dalle diverse formazioni politiche, e per invitare nel contempo tutti i cittadini a dare prova del loro senso civico e del loro attaccamento alla Patria, esercitando il diritto di voto. Anba Makarios, Vescovo della diocesi copta ortodossa di Minya, ha ricordato che la partecipazione alle elezioni esprime il senso di appartenenza alla nazione, e rappresenta nel contempo un “dovere civile” e un “diritto divino”. Anba Stephanos, Vescovo copto ortodosso di Beba, nel suo messaggio pre-elettorale ha ribadito che la Chiesa non esprime preferenze per candidati o Partiti in lizza, auspicando comunque che l’affluenza alle urne sia alta, e che le file di elettori davanti ai seggi elettorali possano offrire alla comunità internazionale un’immagine concreta della forza e della coesione della nazione egiziana.
Nelle scorse settimane (vedi Fides 1/10/2020) aveva suscitato dibattiti e polemiche il caso della candidatura alle elezioni parlamentari del sacerdote copto ortodosso Paula Fouad, parroco della chiesa di San Giorgio ad al Matarya, che dovrebbe candidarsi nella lista denominata “Coalizione degli indipendenti”, nella circoscrizione elettorale che comprende anche il Cairo.
In passato, in Egitto, diversi sacerdoti e Vescovi hanno fatto parte di formazioni politiche, in quanto nella Chiesa copta ortodossa solo i monaci sono tenuti a evitare ogni impegno personale diretto sul terreno della politica.
Le votazioni per scegliere i membri della Camera dei Rappresentanti nelle diverse aree del Paese si terranno in varie fasi, e si concluderanno l’8 novembre. Alle precedenti elezioni parlamentari del 2015 – riferisce CoptsToday – 36 seggi dei 568 a disposizione erano stati assegnati a candidati copti ortodossi. (GV) (Agenzia Fides 23/10/2020)
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ASIA/KIRGHIZISTAN - Si risolve la crisi politica con un accentramento dei poteri: deluse le aspettative del popolo
 
Bishkek (Agenzia Fides) - “La rivolta scoppiata in Kirghizistan dopo le elezioni parlamentari del 4 ottobre ha la sua origine nelle evidenze di acquisto di voti, questa volta più che in passato: nei giorni precedenti alle elezioni, infatti, si poteva assistere ad una visione plastica di quanto si stesse scivolando verso la corruzione. A questo si aggiunge che l’alta soglia di sbarramento del sistema elettorale kirghiso, pari al 7%, ha dato accesso al Parlamento a solo quattro dei sedici partiti che si sono presentati alle elezioni. Si tratta, ovviamente, dei quattro gruppi vicini al presidente eletto. Questa situazione, in un sistema già in fermento, ha fatto esplodere la protesta”. E’ l’analisi rilasciata all’Agenzia Fides, da Davide Cancarini, ricercatore ed esperto di politica dell’Asia centrale, spiegando le motivazioni alla base della crisi kirghisa dei primi giorni di ottobre.
Nelle ore successive al voto, le evidenze di brogli avevano portato in piazza a Bishkek, capitale del paese centroasiatico, un nutrito gruppo di manifestanti, che chiedevano l’annullamento delle elezioni da cui risultava vincitore il filorusso Sooronbay Jeenbekov. I dimostranti hanno occupato edifici governativi e liberato politici incarcerati, tra i quali l’ex presidente Almazbek Atambayev e Sadyr Japarov, poi nominato primo ministro e presidente. A queste clamorose azioni, la polizia aveva risposto con gas lacrimogeni e granate assordanti: gli scontri avevano provocato, secondo quanto riportato dal Ministero della Salute kirghiso, un morto e 590 feriti.
La crisi è rientrata solo dieci giorni dopo le elezioni, con le dimissioni del primo ministro Kubatbek Boronov, del presidente del parlamento Dastanbek Jumabekov e dello stesso presidente eletto Jeenbekov. Tale situazione ha portato a un accentramento dei poteri nelle mani di Sadyr Japarov che, dopo essere stato nominato Primo ministro, ricopre anche il ruolo di Presidente. Secondo il dettato costituzionale kirghiso, infatti, fino all’elezione di un nuovo capo di stato, le sue funzioni devono essere svolte dal presidente del Parlamento. Se questi non può farlo, i poteri vengono trasferiti al Primo Ministro.
Spiega a tal proposito Cancarini: “Credo che la soluzione a cui si è arrivati tradisca le richieste più genuine dei manifestanti, che erano scesi in piazza chiedendo maggiore apertura del sistema democratico. Japarov, infatti, è una figura molto controversa, che non ha il sostegno di larga parte della popolazione. Quando sono scoppiate le proteste era in carcere per il sequestro di un funzionario. Inoltre, è vicino al clan dei Matraimov, una famiglia notoriamente legata a organizzazioni criminali kirghise. Al potere, quindi, c’è una figura discussa e non molto amata dal popolo: sicuramente non era questo lo scenario immaginato dai manifestanti quando sono scesi in piazza”.
Dalla caduta dell’Unione Sovietica ad oggi, il Kirghizistan ha attraversato altre due crisi: la “rivoluzione dei tulipani” del 2005 e la “seconda rivoluzione kirghisa” del 2010. In entrambe le occasioni, la popolazione era scesa in piazza per protestare contro corruzione e povertà, riuscendo ad estromettere i presidenti in carica, ma non portando, di fatto, ad un miglioramento delle condizioni del paese.
In Kirghizistan, secondo l’Asian Development Bank, il 22,4% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà. In questo contesto si svolge l’operato della piccola comunità cattolica: circa 1.500 fedeli, che portano avanti numerosi progetti facendo leva su carità ed istruzione, che si focalizza particolarmente sui giovani provenienti da famiglie povere e villaggi rurali.
La comunità cattolica è organizzata attualmente in tre parrocchie nelle città di Bishkek, Jalal-Abad e Talas, ma molte piccole comunità sono distribuite nelle zone rurali del paese. I cattolici del posto possono contare sull’assistenza spirituale di sette sacerdoti, un religioso e cinque suore francescane. Nel 1997, Giovanni Paolo II fondò la Missione sui iuris, come avvenne per gli stati limitrofi dell’Asia Centrale. Nel 2006, Benedetto XVI elevò la circoscrizione al rango di amministrazione apostolica. Oltre alla maggioranza musulmana, il 7% della popolazione è di fede cristiana, di cui il 3% di confessione ortodossa. Ebrei, buddisti e altre piccole minoranze costituiscono il 3% circa della popolazione.
(LF-PA) (Agenzia Fides 23/10/2020)
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ASIA/VIETNAM - Consolare gli sfollati e portare aiuti: i Vescovi visitano le zone colpite dalle inondazioni
 
Hue (Agenzia Fides) - Esprimere solidarietà ed empatia agli sfollati, portare consolazione, speranza e aiuti materiali: con questo spirito una delegazione della Conferenza episcopale vietnamita ha visitato diverse aree del Vietnam centrale, colpite dalle recenti inondazioni. "Abbiamo pregato per le persone e con le persone colpite, esortandole affinché siano resilienti durante questi tempi di sofferenza", racconta in una nota pervenuta all'Agenzia Fides, il Vescovo Paul Nguyèn Thai Hop, alla guida della diocesi di Hà Tinh, che ha portato affetto e solidarietà alle famiglie in difficoltà nella parrocchia di Luong Van, nell'arcidiocesi di Hue. Il 21 ottobre, la delegazione dei Vescovi ha visitato le parrocchie di My Chanh e Trung Quan nella stessa arcidiocesi. "Questo è veramente un miracolo per la nostra parrocchia" ha detto il parroco di My Chanh, accogliendo una delegazione di Vescovi che si sono mostrati amorevoli, premurosi e portatori di consolazione spirituale.
Il Vescovo di Da Nang, Mons. Joseph Dang Duc Ngan, ha affermato che "le lacrime che cadono non sono dovute al dolore, alla sofferenza e alla perdita, ma alla gioia e alla felicità dei bambini, che si sentono amati dai loro genitori e da quanti consegnano aiuti umanitari con affetto e comprensione". Religiosi e religiose hanno accompagnato i Vescovi che hanno consolato le famiglie colpite.
La delegazione si è poi mossa su piccole imbarcazioni, che oscillavano sulla distesa di acqua che copre intere regioni, per raggiungere i fratelli e le sorelle della parrocchia di Trung Quan, nella diocesi di Ha Tinh, pur in condizioni atmosferiche piuttosto avverse, con pioggia e freddo.
Dopo le forti inondazioni del 16 ottobre, l'acqua sta ancora inondando varie regioni del Vietnam centrale, coprendo le case fino al tetto. Le persone qui sono ancora sotto shock perché l'alluvione è stato molto veloce e mai si era registrato un allagamento così terribile.
Racconta padre Quan Trung Quan: "Vedendo la situazione, nel cuore della notte, sentendo grida di aiuto, ha spedito in fretta i giovani del villaggio a salvare le famiglie, portandole in chiesa per trovare rifugio". Tra i luoghi più alti, ancora praticabili ci sono la chiesa, la Casa della cultura, un centro comunitario e una scuola materna. Le suore si sono alternate raccontando la tragica situazione in cui l'alluvione ha spazzato via tutto, e la gente si è ritrovata all'improvvise senza vestiti, senza cibo, senza casa. La gente è grata ai donatori che hanno portato pacchi di riso e aiuti per combattere la fame in questi giorni di difficoltà.
Ascoltando la gente e vedendo la situazione, Mons Emmanuel Nguyên Hong Son, Vescovo di di Bà Ria, parlando a nome di tutti i Vescovi vietnamiti, ha incoraggiato le persone con parole accorate, dicendo: "Nella sofferenza siate fiduciosi, resistete. Affidatevi all'amore del Signore che non vi abbandona mai. Preghiamo perchè la benedizione di Dio continui a riversarsi nei cuori di molti benefattori, che condividono i loro beni, per aiutarvi a ricostruire il vostro futuro. Dio vi ama sempre, vi ama moltissimo, e i fedeli in Vietnam e in altre parti del mondo rivolgono a Dio ferventi preghiere per voi e fanno gesti di carità fraterna per aiutarvi".
Attualmente 105 persone sono morte a causa di gravi inondazioni e smottamenti causati da settimane di forti piogge e 27 persone sono disperse. Secondo i mass-media, oltre cinque milioni sono sfollati dopo gli alluvioni che hanno sommerso oltre 178.000 case e quasi 7.000 ettari di colture.
(SD-PA) (Agenzia Fides 23/10/2020)
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AMERICA/BRASILE - Dopo 10 anni nuova fase del Progetto missionario intercongregazionale ad Haiti
 
Brasilia (Agenzia Fides) - Il 2020 segna dieci anni di vita del progetto di collaborazione missionaria tra la Chiesa del Brasile e la Chiesa di Haiti: Il "Progetto di Solidarietà Intercongregazionale" è nato dalla collaborazione della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) e della Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB) con l'arcidiocesi haitiana di Port-au-Prince e la Conferenza dei Religiosi (CHR) di Haiti. Il 12 gennaio 2010 infatti Haiti ha subito il più grande terremoto della sua storia, che ha causato la morte di oltre 300.000 persone e ha lasciato più di 1 milione di senzatetto.
Di fronte a questa tragedia, la Chiesa brasiliana, attraverso i religiosi e Caritas Brasile ha dato inizio al lavoro missionario nell’isola, assicurando una presenza di solidarietà, di accoglienza e di evangelizzazione ad Haiti, inserendosi nella ricostruzione e nell’impegno di assicurare condizioni dignitose per i poveri (vedi Fides 20/9/2010; 21/2/2011; 13/5/2011).
Nel settembre 2010 la prima équipe missionaria, composta da tre religiose, venne inviata ad Haiti. Da allora hanno lavorato ad Haiti le religiose di 17 congregazioni. Attualmente sono quattro e operano in una comunità estremamente povera alla periferia di Port-au-Prince. Le religiose contribuiscono alla formazione della leadership, all'alfabetizzazione delle donne, alla cucina comunitaria, all'accompagnamento psicologico, ai laboratori d'arte musica e teatro, di taglio e cucito, di panetteria e pasta. Sono inoltre impegnate nella formazione degli adolescenti e dei giovani, e seguono circa 50 bambini in malnutrizione estrema.
Suor Fatima Kapp, consigliera del settore Missione della CRB, sottolinea che la miseria affligge senza pietà la maggior parte del popolo haitiano, l’elevata disoccupazione genera fame e violenza. Inoltre fino ad oggi, tutto è molto difficile, non esiste neanche una residenza fissa per le religiose che lavorano nei progetti. Nel settembre 2020 il termine dei 10 anni stabilito per l'attuazione del progetto è scaduto. Ma la CRB, con il sostegno della CNBB, si è assunta la responsabilità di continuare l'azione socio-pastorale nella regione e ha iniziato una nuova fase della missione intercongregazionale ad Haiti. (SL) (Agenzia Fides 23/10/2020)
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OCEANIA/AUSTRALIA - Oltre 360 scuole cattoliche coinvolte nella speciale Giornata dell'Infanzia missionaria
 
Sydeny (Agenzia Fides) - La speciale Giornata missionaria dedicata ai Bambini è stata organizzata da "Catholic Mission", direzione australiana delle Pontificie Opere Missionarie e intitolata "Socktober Day": l’iniziativa, che unisce il termine "socks" e "October", si ricollega all'espressione "sock it to something", tipica australiana, che significa "colpire". Catholic Mission invita ogni ragazzo a dare il suo contributo per risolvere le questioni sociali, attraverso il gioco del calcio: il motto del 2020 è "sock it to poverty", ovvero "dai un calcio alla povertà". I bambini australiani calciano un "sockball" (un pallone fatto con tanti calzini) realizzato a mano, sperimentando come si gioca a calcio nei paesi più poveri, laddove i ragazzi mettono insieme tanti stracci per fare una palla, giocando su campetti di terra.
Oltre 360 ​​scuole cattoliche, in rappresentanza di quasi tutte le diocesi australiane, hanno aderito al movimento "Socktober" nel 2020, contribuendo a raccogliere fondi che vanno a beneficiare i bambini bisognosi in Cambogia e in altre nazioni del mondo. Il 21 ottobre migliaia di studenti si sono cimentati e hanno messo alla prova le loro abilità calcistiche, prendendo parte alla speciale competizione nel tirare "calci di rigore" e migliorando le loro abilità in uno sport che unisce i bambini di ogni angolo del mondo.
Come afferma in una nota inviata all'Agenzia Fides Matt Poynting, di Catholic Mission, "la Giornata è stata dedicata alla celebrazione dello spirito missionario nei bambini a livello globale. Nonostante gli anni molto difficili che le scuole e le famiglie hanno vissuto, la generosità degli studenti australiani e delle loro famiglie verso chi è in forte difficoltà è fonte di ispirazione. La Giornata dell'Infanzia missionaria è un evento che aiuta a riconoscere l'impegno missionario dei bambini, che fanno del bene per i loro fratelli e sorelle all'estero, anche se significa sacrificare qualcosa di quello che hanno".
Oltre a partecipare alla celebrazione online oggi sul sito web www.socktober.org.au, molte scuole hanno scelto di ospitare i propri "Socktober Event Days", organizzando seminari o sessioni in cui si tiravano i calci di rigore sui campetti da calcio, o utilizzando altre modalità di animazione, proposte da Catholic Mission.
"Il nostro team di educatori ha messo insieme un programma per coinvolgere la testa, il cuore e le mani degli studenti, nelle loro comunità scolastiche. Il feedback degli insegnanti è che gli studenti amano davvero le attività e la riflessione che avvengono durante il programma", ha rimarcato Poynting.
Le scuole di tutta l'Australia sono nel pieno delle attività previste durante il Mese missionario, promuovendo un importante sforzo di raccolta fondi. Nel 2020 sono già stati raccolti oltre 50.000 dollari australiani per l'evento Socktober e l'obiettivo è raddoppiarli.
"Catholic Mission" è la Direzione australiana delle Pontificie Opere Missionarie. Fondata a Sydney nel 1847, Catholic Mission contribuisce a finanziare progetti pastorali e sociali per le Chiese in Africa, Asia, Oceania e Sud America, inerenti la formazione spirituale, la cura pastorale, l'istruzione, la salute, i servizi igienico-sanitari e i programmi agricoli.
(PA) (Agenzia Fides 23/10/2020)

martedì 7 febbraio 2017

Bollettino Agenzia Fides 7 febbraio 2017

AFRICA/CONGO RD - I Vescovi: “la scomparsa di Tshisekedi sproni tutti a concludere l’accordo per il quale si era battuto”
 

Kinshasa (Agenzia Fides) - “Étienne Tshisekedi incarna una buona parte della storia politica del nostro Paese in quanto figura emblematica dell’opposizione congolese” scrivono i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo in un comunicato giunto a Fides sulla morte dell’84enne capo fila dell’opposizione, morto a Bruxelles il 1° febbraio (vedi Fides 2/2/2017).
“La sua scomparsa lascia un vuoto politico in questo momento cruciale della storia del nostro Paese” afferma il messaggio firmato da Sua Ecc. Mons. Marcel Utembi Tapa, Arcivescovo di Kisangani e Presidente della CENCO (Conferenza Episcopale Nazionale del Congo), facendo riferimento alle trattative per l’attuazione dell’accordo di San Silvestro al fine di creare un governo di unione nazionale che porti il Paese alle elezioni entro l’anno (vedi Fides 3/1/2017).
“Che la scomparsa di questa icona della politica sia per tutti un’occasione e un leitmotiv per portare a termine l’accordo politico” auspica Mons. Utembi, che è uno dei mediatori della trattativa. L’impegno di Tshisekedi nelle discussioni, appena prima della sua morte, deve essere considerato come “un testamento politico lasciato in eredità a tutti i difensori della democrazia” conclude l’Arcivescovo. (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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AFRICA/SUD SUDAN - Wau: centinaia di sfollati in gravi difficoltà accolti in una parrocchia cattolica
 

Juba (Agenzia Fides) - Centinaia di sfollati accolti all’interno della chiesa Nazareth di Wau si trovano in forte sofferenza per la scarsità di cibo e di riparo. Lo ha detto a Radio Tamazuj, Natalina Andrea Mambo, Direttore della Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Wau. Gli sfollati sono stati costretti alla fuga per gli scontri tra agricoltori e pastori nella Contea di Jur River. Queste persone vivono all’aperto nel comprensorio della parrocchia cattolica e soffrono per la forte carenza di cibo e di protezione dagli agenti atmosferici, anche se hanno ricevuto assistenza dalle locali organizzazioni umanitarie.
Nonostante ciò “la loro situazione è ancora la stessa, sono stata questa mattina (5 febbraio, ndr.) alla chiesa Nazareth e ho trovato che molti di loro vivono ancora all’aperto senza protezione” ha detto la responsabile di Giustizia e Pace.
“In questi giorni a Wau fa freddo e gli sfollati stanno ricevendo solo alcuni aiuti per i bambini. Non hanno fogli di plastica per poter fare delle tende, ed anche quelli che si trovano nella chiesa episcopale non hanno ricevuto nulla”.
Wau si trova 650 km a nord-ovest di Juba, capitale del Sud Sudan. La guerra civile che oppone il Presidente Salva Kiir all’ex Presidente Riek Machar ha accentuato i conflitti a sfondo etnico-tribale e quelli tra agricoltori e pastori.
Un’altra area del Paese maggiormente colpita dall’insicurezza è quella di Yei, dove il Vescovo, Sua Ecc. Mons.Erkolano Lodu Tombe, ha affermato che la parrocchia del Sacro Cuore di Lomin rischia di chiudere, come altre sei parrocchie, se l’insicurezza nella zona dovesse persistere. Domenica 5 febbraio durante la Messa nella cattedrale di Cristo Re, Mons. Lodu ha invitato i fedeli a pregare affinché i missionari e le missionarie comboniani non siano costretti ad abbandonare la parrocchia, alla quale sono annessi una scuola e un ambulatorio. Strutture che, se abbandonate, rischiano di essere saccheggiate con grave danno per la popolazione locale. (L.M.) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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AFRICA/EGITTO - Al Azhar respinge le richieste del Presidente al Sisi contro la pratica del “divorzio a voce” islamico
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Il Consiglio degli Anziani di al Azhar, oganismo di vertice dell’istituzione accademica più autorevole dell'islam sunnita, ha respinto le recenti sollecitazioni giunte dal Presidente Abdel Fattah al Sisi a contrastare la prassi del “divorzio a voce” islamico, che consente agli uomini di rompere il vincolo matrimoniale con le prorie consorti con una semplice dichiarazione vocale. In una dichiarazione ufficiale, resa nota domenica 5 febbraio, il Consiglio degli Anziani di al Azhar ha confermato la validità del “divorzio a voce”, ritenendo che tale prassi soddisfa le condizioni della Legge islamica ed è stata introdotta fin dal tempo del Profeta Mohammad.
Nell'esporre e motivare il proprio pronunciamento, l'organismo di al Azhar ha richiamato gli uomini che ripudiano la propria moglie tramite semplice dichiarazione vocale a comunicare l'avvenuto divorzio alle autorità competenti, affinchè siano tutelati i diritti della donna e della prole previsti dalla Legge islamica. A giudizio del Consiglio dei Saggi Anziani – riferiscono media egiziani – il fenomeno preoccupante della crescita esponenziale dei divorzi va contrastato con l'educazione dei giovani attraverso “i media, l'arte, la cultura e la conoscenza in generale".
Il Capo della nazione egiziana aveva espresso lo scorso 24 gennaio (vedi Fides 25/1/2017) il suo allarme e proposto le sue contromisure al dilagare del divorzio, durante un discorso pubblico tenuto in occasione di una cerimonia celebrativa delle forze di polizia. Al Sisi aveva fatto riferimento ai dati dell'Ufficio statistico nazionale, secondo cui circa il 40% dei 900mila matrimoni registrati ogni anno in Egitto terminano per divorzio entro cinque anni dal loro inizio. Per arginare il fenomeno, al Sisi aveva proposto di considerare legale un divorzio solo se esso avviene alla presenza di un rappresentante religioso autorizzato dal governo a sancire sia i matrimoni che i divorzi.
La prassi secolare del “divorzio verbale” è di fatto una prerogativa riservata agli uomini. La proposta di vincolare i divorzi alla necessaria presenza di un leader religioso puntava a lasciare aperta almeno la possibilità di un ripensamento, che eviti di rendere definitive le conseguenze di una decisione presa spesso sull'onda degli impulsi emotivi. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2017).
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ASIA/INDONESIA - Elezioni a Giacarta: la Chiesa invita al voto e sostiene la pace
 
Giacarta (Agenzia Fides) - Mentre nel paese si registra una crescente tensione e polarizzazione, in vista delle elezioni del governatore di Giacarta, previste il 15 febbraio, l'Arcivescovo di Giacarta, Julius Suharyo, ha diffuso un messaggio ai fedeli invitando ad affrontare "con calma e serenità la situazione attuale, sostenendo tutti gli sforzi promossi dal governo per mantenere la pace", ed "esercitando il diritto di voto secondo coscienza".
Nel testo della lettera, pervenuto a Fides, l'Arcivescovo auspica che "i cattolici mettano davanti a tutto il senso di nazionalità" e quella “diversità” intesa con "un significato positivo per l'integrità della Repubblica di Indonesia, che si basa sulla ideologia della Pancasila" (la carta dei cinque principi, ndr). L'Arcivescovo Suharyo invita la sua gente a continuare a pregare "perchè Dio protegga sempre la nostra nazione, e perchè i leader del nostro paese abbiano sempre la saggezza, in modo che possano costruire una società pacifica e prospera".
Riferendosi al principio cardine della repubblica, "l’unità nella diversità", mons. Suharyo ricorda ai cattolici di non fare della Chiesa "il luogo o lo strumento di qualsiasi forma di campagna politica" e invita d'altro canto i fedeli a pregare con una novena e a recitare il rosario perchè il candidato cristiano Basuki Tjahaja Purnama, detto "Ahok", possa vincere la corsa al seggio di governatore. Ahok è attualmente sotto processo per presunta blsfemia, ma questo non gli impedisce di continuare la sua campagna e di partecipare alle elezioni.
Nei giorni scorsi, in uno degli eventi elettorali, Ahok ha detto: "Crediamo che Jakarta abbia bisogno di un leader onesto. Se il leader è onesto, allora gli ufficiali pubblici avranno lo stesso atteggiamento. Quindi il leader dovrebbe essere trasparente e competente".
Maxi Paat, laico cattolico impiegato nella segreteria della Commissione episcopale per gli affari ecumenici e interreligiosi, dice a Fides: "I cattolici si mescolano con gli altri elettori. Voterò Ahok non per il suo background religioso o etnico, ma perchè ha dato ottima prova del suo lavoro nello sviluppo di Giacarta". Felix Lengkong, psicologo dell'Università cattolica Atma Jaya di Jakarta, nota a Fides che "Ahok è sostenuto anche da molti musulmani, dal momento che molti credono nella sua onestà e correttezza".
Oggi, 7 febbraio Ahok è stato presente alla nona udienza del processo a suo carico per blasfemia. La denuncia nei suoi confronti è stata registrata il 6 ottobre 2016 dal gruppo radicale "Islamic Defenders Frnt" sulla base di un discorso del 27 settembre, in cui Ahok ha citato la Sura "Al Maidah" del Corano. Dopo settimane di indagini, la polizia ha rinviato a giudizio il politico cristiano per sospetta blasfemia. (PA-PP) (Agenzia Fides 7/2/2017)
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ASIA/PAKISTAN - L'Arcivescovo Shaw: "Nel 2017 sette nuovi sacerdoti a Lahore"
 
Lahore (Agenzia Fides) - "Avremo nel 2017 sette nuove ordinazioni di sacerdoti: una buona notizia per la comunità cattolica di Lahore e per tutta la Chiesa in Pakistan": lo riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Sebastian Shaw che guida la comunità dei battezzati a Lahore. "La Chiesa cresce in numero. Quest’anno celebreremo l'ordinazione di sette nuovi preti , che hanno ultimato gli studi di teologia. Lo scorso anno abbiamo avuto cinque ordinazioni. Sono un segno di benedizione per noi. Il Signore ci dona nuove vocazioni e nuovi preti e accresce la fede nella nostra comunità" prosegue.
Mons. Shaw ricorda che "durante l'Anno della Misericordia nell'arcidiocesi abbiamo aperto due nuove parrocchie e nuove scuole cattoliche: un segno della misericordia di Dio verso il suo popolo e un segno di benedizione per noi. Tutti i fedeli ringraziano Dio per questi doni e hanno nel cuore una rinnovata speranza" osserva. L’Arcivescovo ricorda il grande pellegrinaggio che si svolge ogni anno, nella sua diocesi, al santuario mariano di Mariamabad, il più grande del Pakistan: "Migliaia di fedeli l'8 settembre compiono un lungo viaggio, anche a piedi, per raggiungere il santuario e implorare grazie dalla Vergine Maria. E' una manifestazione di profonda fede”, nota. "Vengono pellegrini da tutto il paese, cristiani e non", ricorda, apprezzando il dono della fede nella sua comunità.
D'altro canto, rileva l'Arcivescovo, "le sfide sono sempre molte. I cristiani vivono alcune difficoltà data la presenza in Punjab di gruppi militanti islamici. La nostra risposta per neutralizzare la violenza è impegnarsi sempre più nel dialogo interreligioso che avvicina i credenti di fedi diverse. Tramite il dialogo tra leader religiosi, impariamo gli uni dagli altri, influenziamo in modo costruttivo la gente comune e ci impegniamo insieme per rendere il Pakistan un paese migliore". (PA) (Agenzia Fides 7/2/2107)
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ASIA/IRAQ - Vescovo siro ortodosso di Mosul visita la chiesa di sant'Efrem sottratta all'occupazione dei jihadisti
 
Mosul (Agenzia Fides) – La chiesa siro-ortodossa di Mosul dedicata Sant Efrem, un tempo utilizzata dai jihadisti dell'auto-proclamato Stato islamico (Daesh) come sede del Consiglio di stato dei Mujahidin, situata in un'area della città già riconquistata dall'esercito iracheno, è stata visitata da Mar Nicodemus Daoud Matti Sharaf, Vescovo siro ortodosso di Mosul. Alcune foto pubblicate dal sito ankawa.com mostrano la chiesa gravemente danneggiata ma non distrutta, dopo più di due anni e mezzo di occupazione jihadista e dopo l'offensiva militare compiuta dall'esercito iracheno e dai raid della coalizione internazionale a guida USA per riconquistare Mosul. Le foto pubblicate mostrano che sulla facciata e sulle pareti dell'edificio di culto cristiano ancora campeggiano gli striscioni e i cartelloni neri del Daesh.
I miliziani del Califfato già nel luglio 2014 avevano scelto la chiesa di Sant'Efrem come sede del Consiglio di stato dei mujahidin. La croce che svettava sulla cupola era stata divelta. Il 9 settembre di quello stesso anno, i raid aerei compiuti per colpire le postazioni dei jihadisti avevano danneggiato gravemente alcuni edifici adiacenti alla chiesa di Sant'Efrem e a quella siro-cattolica dedicata a san Paolo, anch'essa situata nel cosiddetto “quartiere della polizia”. Poi, nel novembre 2014, la chiesa di Sant'Efrem era stata svuotata dei suoi arredi interni e voci insistenti messe in rete via internet avevano accreditato la voce – mai confermata - che il luogo di culto cristiano sarebbe stato presto trasformato in moschea. (GV) (Agenzia Fides 7/2/2017).
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AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi chiedono una legge per proteggere il territorio dallo sfruttamento minerario
 
San Salvador (Agenzia Fides) – I Vescovi salvadoregni hanno chiesto ieri, 6 febbraio, all'Assemblea Legislativa di emanare una legge per vietare l’estrazione dei metalli in questo paese centroamericano che continua ad essere preso di mira da compagnie minerarie transnazionali.
Durante una conferenza stampa, l'Arcivescovo di San Salvador, Sua Ecc. Mons. José Luis Escobar Alas, ha sollecitato il nuovo disegno di legge, sostenuto dalla Caritas di El Salvador e dall'Università CentroAmericana Jose Simeon Cañas (UCA). "La legge mineraria che abbiamo è estremamente obsoleta e ci mette in grave pericolo, fa diventare vulnerabile la nazione" ha detto il Presule secondo le informazioni pervenute a Fides.
La nota ricorda che, dopo una lunga disputa, El Salvador ha vinto ad ottobre 2016 la causa contro la società Oceana Gold (prima era la Pacific Rin), che aveva citato in giudizio lo Stato salvadoregno perché negava i permessi di estrazione, chiedendo un risarcimento di 250 milioni di dollari per la perdita di guadagni potenziali.
Su questo tema, la Chiesa locale ha sempre sostenuto la difesa del territorio dinanzi allo sfruttamento delle miniere di metalli preziosi: "Una simile attività è inaccettabile, poiché provoca un danno irreversibile alle persone e all’ecosistema” scrivevano i Vescovi già nel 2008 (vedi Fides 25/01/2008).
Secondo le Nazioni Unite, El Salvador ha il più alto grado di degrado ambientale nella regione dopo Haiti, con solo il 3% della foresta naturale vergine e terreni rovinati da pratiche agricole inappropriate. Un sondaggio della UCA del 2015, ha dimostrato che il 79,5% della popolazione dei comuni più minacciati dalla estrazione dei metalli, considera El Salvador non adeguato per questo settore. Inoltre il 77% della popolazione esige dal governo che prenda misure immediate per vietarla.
(CE) (Agenzia Fides, 07/02/2017)
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AMERICA/MESSICO - “La Costituzione dovrebbe rappresentare i messicani” afferma Mons. Martínez Zepeda
 
Irapuato (Agenzia Fides) – “La Costituzione Politica del Messico dovrebbe essere più chiara e rappresentare i messicani, perché con le più di 690 riforme che ha subito fin dalla sua entrata in vigore, non soddisfa questo scopo” ha detto il Vescovo della diocesi messicana di Irapuato, Sua Ecc. Mons. José de Jesús Martínez Zepeda.
Nel giorno in cui la nazione ha celebrato con atti pubblici il Centenario della Costituzione, il 5 febbraio, come informa la nota pervenuta a Fides, il Vescovo ha espresso la sua opinione dopo la Messa domenicale dicendo che le modifiche devono essere fatte con il rigore della coscienza e non solo per "distorcere" la Carta costituzione. Ha osservato che la propaganda per la difesa dei diritti fatta nel corso degli anni, suona falsa, perché non è stata mai aperta a tutti i cittadini messicani, inoltre la Corte Suprema si è concentrata su lavori che non le competono.
(CE) (Agenzia Fides, 07/02/2017)
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AMERICA/COLOMBIA - Contadini si organizzano con un sito internet per superare la povertà
 
Toca (Agenzia Fides) – Una famiglia di Toca, municipio di Boyacá, nel centro della Colombia, assillata dalle perdite annuali delle coltivazioni di cipolla, ha sfruttato le sue modeste conoscenze informatiche per creare una applicazione stile ‘eBay’ per vendere il prodotto della terra senza intermediari. Si tratta di Campoagro, premiata come iniziativa di pace e oggi utilizzata da migliaia di contadini. Toca è terra di suoli fertili, motivo per il quale gran parte degli abitanti si dedica all’attività agricola. Tuttavia, anni fa, queste attività hanno iniziato a perdere redditività per i produttori che, pur lavorando mesi per la raccolta, alla fine passavano quasi tutto agli intermediari.
Campoagro ha iniziato a prendere piede tre anni fa, in concomitanza con uno sciopero nazionale degli agricoltori, quando rappresentanti del Ministero delle Tecnologie dell’Informazione e delle Comunicazioni (MinTic) e il loro programma Apps.co furono presentati all’interno delle scuole con l’obiettivo di creare business attraverso la strumentazione digitale.
Due studenti di Toca allora decisero di presentare il progetto di un sito web che offrisse agli agricoltori la possibilità di contattare i clienti, come i supermercati, luoghi di mercato, produttori di patate fritte o ristoranti, per vendere direttamente cipolle, patate, lattuga, piselli, mais, mango o formaggio. Anche se Campoagro ha oltre 4 mila produttori registrati, questi devono fare fronte all’accesso limitato a internet nei campi e alla sfida di avvicinare i braccianti alle nuove tecnologie. Campoagro “ha voluto dimostrare che la tecnologia favorisce tutti e che, con la metodologia adeguata, il livello di scolarizzazione non è un limite”, ha dichiarato il MinTic in una nota stampa pervenuta a Fides.
(AP) (7/2/2017 Agenzia Fides)

martedì 3 novembre 2015

Bollettino Fides News del 3 novembre 2015

VATICANO - Appello del Papa per il Centrafrica: “si ponga fine a questo ciclo di violenze”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Al termine della preghiera mariana dell’Angelus, domenica 1 novembre, il Santo Padre Francesco ha lanciato un appello, che riportiamo integralmente, per la grave situazione di violenza che attraversa la Repubblica Centrafricana, annunciando la sua intenzione di aprire la porta santa della cattedrale di Bangui durante il suo prossimo viaggio apostolico in quella nazione, previsto per il 29 e 30 novembre.
Queste le parole del Papa: “I dolorosi episodi che in questi ultimi giorni hanno inasprito la delicata situazione della Repubblica Centrafricana, suscitano nel mio animo viva preoccupazione. Faccio appello alle parti coinvolte affinché si ponga fine a questo ciclo di violenze. Sono spiritualmente vicino ai Padri comboniani della parrocchia Nostra Signora di Fatima in Bangui, che accolgono numerosi sfollati. Esprimo la mia solidarietà alla Chiesa, alle altre confessioni religiose e all’intera nazione Centrafricana, così duramente provate mentre compiono ogni sforzo per superare le divisioni e riprendere il cammino della pace. Per manifestare la vicinanza orante di tutta la Chiesa a questa Nazione così afflitta e tormentata ed esortare tutti i centroafricani ad essere sempre più testimoni di misericordia e di riconciliazione, domenica 29 novembre ho in animo di aprire la porta santa della cattedrale di Bangui, durante il Viaggio apostolico che spero di poter realizzare in quell a Nazione”. (SL) (Agenzia Fides 3/11/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - Appello dei leader religiosi per la sorte di 80.000 sfollati nella boscaglia
Juba (Agenzia Fides)- Anche i leader religiosi della regione si uniscono all’appello lanciato da Medici con l’Africa Cuamm (vedi Fides di oggi) per gli sfollati che vivono nel Western Equatoria, in Sud Sudan. In particolare per la sorte di oltre 80.000 persone che da due mesi sopravvivono a stento nelle boscaglie e nelle giungle della regione di Mundri,. In una nota inviata all’Agenzia Fides da Sua Ecc. Mons. Eduardo Hiiboro Kussala, Vescovo di Tombura Yambo, si dà conto della visita che una delegazione del Consiglio interreligioso per la pace dello Stato di Western Equatoria ha effettuato dal 29 ottobre al 2 novembre nella regione del Greater Mundri.
I più colpiti sono donne, bambini e anziani, esposti a diverse malattie, in particolare la malaria.
La situazione umanitaria è aggravata dal fatto che continua il conflitto tra l’esercito regolare e i cosiddetti “Arrow Boys”. I leader religiosi lanciano un appello per la sospensione immediata delle operazioni militari nell’area per “permettere l’assistenza in piena regola da parte delle organizzazioni umanitarie agli sfollati e alle famiglie che vivono nei villaggi”.
Si chiede inoltre di rendere sicure le vie d’accesso alla regione, si esortano i media a riportare notizie sulla situazione umanitaria dell’area e alle parti in conflitto viene chiesto di valutare il dialogo come la migliore opzione per risolvere il conflitto.
Nel denunciare ogni forma di violenza, i leader religiosi concludono sottolineando che “sentirsi protetti e sicuri è importante per lo sviluppo di ogni bambino. Un posto sicuro dove dormire, acqua potabile da bere, cibo sufficiente da mangiare, cure mediche e accesso all’educazione, aiutano i bambini a crescere per diventare adulti sani, maturi e produttivi”. (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - La guerra civile continua a penalizzare la popolazione: l’obiettivo adesso è la sopravvivenza
Lui (Agenzia Fides) – “In Sud Sudan si sta consumando la ripresa di una guerra civile che fa paura e mina alla radice il travagliato percorso verso lo sviluppo del Paese”. Questa la testimonianza di don Dante Carraro, Direttore di Medici con l’Africa Cuamm (CUAMM) in una nota inviata all’Agenzia Fides. Il Cuamm è presente a Lui, Western Equatoria, dal 2009 con l’unico ospedale dell’area, una scuola per ostetriche con 20 studenti, personale locale e un team di 13 operatori tra medici, ostetriche e logisti. In seguito ai ripetuti attacchi, le continue sparatorie e la criticità della zona, rimasta completamente deserta, era stato mantenuto aperto solo l’ospedale per i servizi curativi essenziali.
“Ora la situazione è tesa e molto confusa, non si capisce quali sono le forze in campo e chi decide - aggiunge don Dante - ma almeno non si spara più. La gente del posto è terrorizzata e ha paura. Qualcuno è stato ammazzato, qualche casa o ufficio è stato bruciato e saccheggiato: tutti hanno fame! Le famiglie abbandonano capanne, villaggi, quel poco che hanno e scappano. Si accampano nelle località limitrofe dove la situazione sembra essere un pò più tranquilla. Nell'area che circonda l'ospedale ci sono circa 20/30 mila sfollati che hanno bisogno di tutto. Continuiamo il nostro lavoro in ospedale: assistiamo le mamme a partorire e i bambini che si ammalano di malaria e diarrea, oltre agli inevitabili feriti da arma da fuoco. Abbiamo poi iniziato ad assistere i tanti disperati e le numerose famiglie che stanno scappando e necessitano di ogni cosa: acqua, cibo, coperte perché di notte fa freddo, assistenza sanitaria di base. C'è bisogno immediato che qualcuno li soccorra e si p renda cura di loro. L'obiettivo adesso è la sopravvivenza. E con questa, mantenere viva la fiducia in un futuro diverso e migliore, nonostante tutto” conclude il direttore del Cuamm. (AP) (3/11/2015 Agenzia Fides)
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Per ulteriori informazioni
www.mediciconlafrica.org
AFRICA/KENYA - “Uniamoci come nazione in occasione dell’arrivo di Papa Francesco”: nuovo appello dei Vescovi
Nairobi (Agenzia Fides)-. “Continuiamo a invitare i keniani a cercare la pace e la tolleranza in tempi difficili”. Con queste parole la Conferenza Episcopale del Kenya lancia un nuovo appello affinché la visita di Papa Francesco contribuisca ad unificare il Paese, in un messaggio firmato da Sua Ecc. Mons. Alfred Rotich, Ordinario Militare, Presidente del segretariato per la visita del Pontefice nel Paese africano. In precedenza alcuni singoli Vescovi avevano già preso posizioni simili (vedi Fides 26/10/2015).
“La nostra nazione sta facendo fronte a prove difficili che minacciano di distruggerlo” afferma il messaggio inviato all’Agenzia Fides. I Vescovi in particolare lamentano la mancanza di “decoro e di buon gusto da parte dei nostri politici” che fanno spesso appello all’incitamento etnico, un fatto definito come “preoccupante e che minaccia la pace”.
“Il nostro Paese e la popolazione del Kenya- continua il messaggio- devono già far fronte a diverse difficoltà come le sfide economiche della vita moderna, e non possono confrontarsi con la disunità dei nostri leader. Questa serve solo ad aggravare i nostri problemi e dobbiamo invece lavorare insieme per cercare soluzioni. Chiediamo ai nostri leader di governare”.
“Poiché il Santo Padre visita la nostra grande nazione, uniamoci e cerchiamo insieme con umiltà la redenzione, lasciando un esempio per le future generazioni: ricercare sempre per primo Dio nei tempi di crisi e in quelli di prosperità” conclude l’appello.
Per quanto riguarda i preparativi della visita, si chiede che ogni parrocchia del Kenya sia presente con tre bus di pellegrini per partecipare alla Messa del 26 novembre. (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2015)
AFRICA/KENYA - “Su il sipario per i bambini della Little Prince”: una scuola di teatro nello slum di Kibera
Nairobi (Agenzia Fides) - Una scuola di teatro nello slum di Kibera è diventata un’esperienza unica per i bambini della Little Prince. L’istituto scolastico, sostenuto dall’ong Avsi, è una scuola cristiana sorta nel 2000 come doposcuola e frequentata da bambini orfani e bisognosi. Per coinvolgere e fidelizzare i piccoli alunni all’istruzione si è iniziato a utilizzare il teatro come mezzo di coinvolgimento, educativo, di crescita. Qualche tempo fa la Little Prince aveva bisogno di sistemare il salone usato per l’attività teatrale. Il palcoscenico non era abbastanza ampio, il soffitto troppo basso, l’acustica non adatta, il tessuto del sipario da sostituire. Da qui nacque l’idea dell’iniziativa “Su il sipario per i bambini della Little Prince” che ha avuto un buon esito con una raccolta fondi che oggi permette ai bambini di seguire corsi, fare musica, leggere. (AP) (3/11/2015 Agenzia Fides)
ASIA/INDIA - In preparazione il Rapporto della Commissione di inchiesta sulle violenze anticristiane in Orissa
Bhubaneswar (Agenzia Fides) – La Commissione d'inchiesta sulle violenze anticristiane avvenute nel 2008 nel distretto di Kandhamal, in Orissa, ha concluso i suoi lavori e le udienze il 30 ottobre e si appresta a pubblicare un dettagliato rapporto sull’indagine, che verrà diffuso alla fine di dicembre e presentato al governo dell’Orissa.
Il giudice A.S. Naidu, a capo della Commissione, ha rimarcato che “a causa della mancata collaborazione da parte di molte parti interessate, compreso il governo, ci sono voluti quasi sette anni per terminare l'inchiesta”.
Compito principale della Commissione è stato studiare la sequenza di eventi e circostanze che hanno portato all'uccisione del leader indù Swami Laxmanananda Saraswati il 23 agosto del 2008 (scintilla che fece scoppiare la violenza, dato che i cristiani furono accusati dell’omicidio) e l’ondata di violenza seguente. La Commissione ha ricevuto quasi 700 dichiarazioni giurate. Il 1 ° luglio 2009 la Commissione ha presentato una relazione intermedia al governo, raccomandando misure adeguato per prevenire nuovi episodi di violenza in Kandhamal.
Il distretto di Kandhamal è stato l'epicentro della violenza anticristiana nel 2008. Più di 5.600 case in 415 villaggi furono saccheggiate, oltre 90 furono i morti e 395 tra e luoghi di culto furono distrutti, mentre gli sfollati cristiani furono 56mila. (SD-PA) (Agenzia Fides 3/11/2015)
ASIA/TURCHIA - Proprietà restituite alle Chiese dopo contenziosi legali
Mardin (Agenzia Fides) - La Corte d'Appello ha restituito al monastero siro ortodosso di Mor Hananyo, situato a Mardin, nel sud-est della Turchia, 439 acri di terra che era stata confiscata. Come appreso da Fides, al termine di una disputa legale, le autorità ecclesiastiche hanno ottenuto un verdetto favorevole. Anche se l'atto di proprietà del terreno indica chiaramente l'appartenenza alla Fondazione del monastero, la terra era stata confiscata dallo stato per poi essere restituita alla Chiesa nel 2006. Contro questo disposizione il ministero del Tesoro aveva inoltrato un ricorso che la Corte d'appello ha respinto, ripristinando a titolo definitivo la proprietà della Fondazione monastero. L'abate del monastero, Gabriel Akyüz, ha espresso grande soddisfazione.
Il monastero di Mor Hananyo, fondato nel V secolo, è un importante monastero siro-ortodosso, meglio conosciuto come “Monastero Zafferano”, dal caldo colore della pietra con cui è costruito.
Le diverse confessioni cristiane presenti in Turchia hanno aperto contenziosi legali con lo stato per la restituzione di proprietà indebitamente sequestrate. Tra gli altri procedimenti, la Chiesa Apostolica Armena ha presentato alla Corte costituzionale della Turchia il ricorso contenente la richiesta di restituzione delle residenze e delle proprietà appartenute alla sua comunità nella città di Sis, corrispondente alla attuale città turca di Kozan.
Mesi fa il tribunale amministrativo di Istanbul ha disposto la restituzione dei diritti di proprietà di un ampio apprezzamento di terra alla Fondazione sira Kadim Meryemana, legata alla Chiesa sira ortodossa, a cui il terreno era stato confiscato nel 1970.
Molte confische risalgono proprio al 1970 quando, il Ministero del Tesoro aveva cancellato tutte le donazioni e i passaggi di proprietà realizzati a favore delle fondazioni religiose non musulmane avvenuti dopo il 1936, richiamandosi alle leggi che, in quell'anno, avevano bloccato le acquisizioni di proprietà immobiliari da parte di enti religiosi non musulmani. (PA) (Agenzia Fides 3/11/2015)
AMERICA/MESSICO - Per la prima volta nella storia messicana una Enciclica del Papa sarà presentata in Senato
Città del Messico (Agenzia Fides) – Domani, 4 novembre, la Commissione speciale sul cambiamento climatico, l'Istituto messicano di dottrina sociale cristiana e la Fondazione Konrad Adenauer daranno vita al forum intitolato "Povertà e cambiamento climatico. Presentazione dell'enciclica Laudato Sì", che sarà coordinato dalla Senatrice Silvia Garza Galvan, Presidente della Commissione speciale sul cambiamento climatico. L'evento si terrà nell'auditorium del Senato della Repubblica.
La nota inviata a Fides dall’arcidiocesi di Mexico afferma testualmente "Per la prima volta, i Vescovi messicani presenteranno un documento del Papa Francesco in questa sede legislativa". Per la Chiesa cattolica interverranno Sua Ecc. Mons. Rogelio Cabrera López, Arcivescovo di Monterrey, e Sua Ecc. Mons. Juan Armando Pérez Talamantes, Vescovo ausiliare della stessa arcidiocesi. La dottoressa Maria Amparo Martínez Arroyo, Direttrice generale dell'Istituto nazionale di ecologia e cambiamento climatico, presenterà una lettura della Laudato sì dal punto di vista della scienza.
Si tratta di un fatto senza precedenti, in un Paese come il Messico, nel quale le istituzioni del governo sono state storicamente connotate da un forte laicismo e anticlericalismo. Il 15 ottobre scorso, lo stesso Senato messicano aveva approvato all’unaminità l'invito da rivolgere a Papa Francesco, perché visiti il senato nella sua prossima visita pastorale in Messico, nel febbraio 2016.
(CE) (Agenzia Fides, 03/11/2015)
AMERICA/ARGENTINA - La Giornata nazionale del malato, occasione per suscitare in tutti maggiore sensibilità
Buenos Aires (Agenzia Fides) – La Commissione Episcopale per la Pastorale della Salute dell’Argentina ha già diffuso il materiale preparato per celebrare la Giornata Nazionale del Malato che si terrà l'8 novembre, seconda domenica del mese, in tutto il paese. La nota inviata a Fides dalla CEA (Conferenza Episcopale Argentina) segnala che con lo slogan "Sinceramente di cuore, ama i malati", i Vescovi hanno ricordato nella lettera di invito che "il Santo Padre ci chiede di vivere quest'anno nella prospettiva della sapientia cordis, la sapienza del cuore".
La celebrazione di questa giornata mira a suscitare maggiore sensibilità nella popolazione, dopo molti episodi di povertà e promiscuità accaduti, che hanno provocato vittime, in modo particolare bambini e ragazzi.
Secondo l’ultimo rapporto realizzato dal Ministero della Sanità argentino, nel Paese muore una persona ogni 10 ore per problemi dovuti alla malnutrizione. In seguito alla recente morte per denutrizione di un bambino nella provincia del Chaco (vedi Fides 14/09/2015), il Centro di Studi e Ricerca Sociale Mandela ha aggiunto che ci sono anche altri casi simili, dovuti al cattivo funzionamento del sistema socio-sanitario pubblico della provincia. Il rapporto evidenza che, nonostante l’Argentina sia uno dei Paesi con un grande potenziale di produzione alimentare a livello mondiale, muoiono persone di ogni età, anche se la percentuale è maggiore nelle persone oltre i 75 anni, che corrispondono al 70% dei decessi. I giovani rappresentano l’8% (vedi Fides 15/09/2015).
La Chiesa, con i suoi servizi sociali e sanitari, assiste in tutto il paese una quantità enorme di persone malate e abbandonate. Solo nella provincia di Jujuy più di 30 mila bambini si presentano nelle centinaia di mense gestite dalla Chiesa, dallo Stato e da diverse ong.
(CE) (Agenzia Fides, 03/11/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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