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martedì 5 settembre 2023

vatican News 5 settembre 2023

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

05/09/2023

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Il prefetto apostolico di Ulaanbaatar traccia un bilancio del 43.mo viaggio apostolico di Francesco, "viandante di pace": "Tanti mi hanno scritto perché colpiti dalle parole del Santo Padre che hanno esaltato bellezza e valore della storia e del popolo mongolo". Dal Papa un messaggio per il mondo e ... 

La tenerezza con cui il Papa in Mongolia benedice un bimbo

giovedì 2 aprile 2020

Agenzia Fides 2 aprile 2020

EUROPA/ITALIA - Il libanese San Charbel “co-patrono” dell’Ospedale Fiera a Milano per i malati Covid-19
 
Milano (Agenzia Fides) – Il Santo libanese Charbel, insieme al lombardo San Riccardo Pampuri, sarà co-patrono del nuovo Ospedale allestito in tempi record nei padiglioni della Fiera di Milano per ospitare fin dai prossimi giorni i malati colpiti dall’epidemia da coronavirus, che proprio in Lombardia ha visto concentrarsi i suoi focolai più aggressivi. Lunedì 30 marzo, durante il rito di benedizione della nuova struttura sanitaria, l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha affidato «questo luogo di cura e di speranza alla intercessione del Santo medico e Frate Riccardo Pampuri e del Santo monaco taumaturgo libanese Charbel Makhluf». L’Arcivescovo Delpini ha rivolto anche a «Maria, madre degli infermi, la nostra supplica per ottenere la divina benedizione su questo ospedale, su quanti lo hanno progettato e allestito, sui malati che vi saranno accolti e su quanti si prodigheranno a loro servizio».
Riccardo Pampuri (1897-1930) il giovane medico di Trivolzio entrato nei Fatebenefratelli, è un santo caro e familiare per tanti cattolici lombardi. E il sacerdote libanese Assaad Saad, responsabile della chiesa di Santa Maria della Sanità in via Durini, affidata alla comunità maronita, riferisce all’Agenzia Fides di aver sperimentato negli ultimi anni che la Lombardia e tutta l’Italia sono disseminate anche di cenacoli di devoti a San Charbel. «Già prima della pandemia» ricorda padre Assaad «venivano tanti malati che dal Sud Italia salivano a Milano per le cure oncologiche. Chiedevano di venerare le reliquie del Santo, prima di entrare in ospedale».
I resti mortali di San Charbel, monaco dell’Ordine Libanese Maronita, sono venerati in Libano nel monastero di San Marone a Annaya, custoditi in un’urna di cedro. All’intercessione di San Charbel, in Libano e in tutto il mondo, sono collegate innumerevoli guarigioni, corporali e spirituali, di persone cristiane e musulmane. I fenomeni prodigiosi iniziarono a verificarsi post mortem tra coloro che pregavano intorno al sepolcro del monaco, che a quel tempo trasudava sangue misto a acqua. «La crisi pandemica è globale - rimarca padre Assaad – e forse l’aver affiancato il libanese Charbel al lombardo Pampuri come patroni del nuovo ospedale per i malati di coronavirus suggerisce che c’è un orizzonte e un’ampiezza universale anche nell’intercessione dei Santi di cui ora abbiamo bisogno». (GV) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AFRICA/GUINEA BISSAU - La Chiesa offre le proprie strutture per combattere il COVID-19
 
Bissau (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica della Guinea-Bissau è pronta a mettere a disposizione delle autorità nazionali le sue strutture sanitarie nel contesto della lotta contro il COVID-19. È quanto emerso dall’incontro di ieri, 1°aprile, tenutosi nella Curia diocesana de Bissau tra la Segretaria generale della Caritas della Guinea-Bissau e una delegazione del governo, composta dai ministri della sanità, dell'economia e dal coordinatore della commissione interministeriale.
La signora Maria de Fátima Gomes, Segretaria generale della Caritas della Guinea Bissau, ha affermato che Sua Ecc. Mons. Camnate Na Bissign, Vescovo di Bissau, ha offerto il supporto della Chiesa e ha ringraziato il governo per la fiducia riposta in essa.
“Mons. Camnate ha reso disponibile il nostro aiuto e ha ringraziato il governo per la sua fiducia. Il governo può essere sicuro che collaboreremo in caso di necessità, attraverso le nostre strutture ospedaliere dove abbiamo già un piano di emergenza” ha affermato la responsabile Caritas.
Per quanto riguarda le incertezze relative all'aumento o meno di casi di infezione nel Paese, la Segretaria Generale della Caritas Guinea afferma che sono già state prese precauzioni, che includono necessariamente lo "stock" di medicinali e alimenti di base per supportare eventualmente le famiglie più bisognose.
"La Caritas sta preparando l’aiuto per le famiglie più bisognose nel caso in cui la situazione peggiori, e lo faremo attraverso sondaggi che verranno effettuati attraverso le nostre strutture nelle parrocchie. Prenderemo sul serio la richiesta del governo perché il ruolo della Chiesa è di servire" ha detto. Da sottolineare che il sostegno sarà esteso anche ai diversi centri sanitari del Paese.
La Caritas Guinea-Bissau ha condotto una campagna nazionale di sensibilizzazione attraverso le sue strutture parrocchiali, ha distribuito poster su come prevenire il coronavirus e ha offerto candeggina ai più bisognosi.
Nel frattempo, le autorità sanitarie della Guinea-Bissau hanno annunciato il 1° aprile, che il numero di persone infette da coronavirus nel Paese è aumentato a 9, sulla base dei risultati dei test ottenuti nelle ultime 24 ore. Il nuovo paziente, che si unisce agli 8 già conosciuti, è un cittadino guineano di 23 anni, tornato il 10 marzo dal Senegal dove studia, e la cui prima analisi era stata inconclusiva.
(A.B.) (L.M.) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AFRICA/MALAWI - Covid-19: nessun caso di infezione, ma misure preventive nell’arcidiocesi di Blantyre
 
Blantyre (Agenzia Fides) – "Qui a Blantyre, fino ad ora, non c’è stato nessun caso di infezione verificato e sarebbe una grande grazia se non ce ne fossero in futuro” scrive all’Agenzia Fides la missionaria Anna Tomasi, delle Francescane Ausiliarie Laiche Missionarie dell’Immacolata (F.A.L.M.I.) che si occupano in particolare di sanità, istruzione, assistenza nelle carceri.
“Tuttavia l’emergenza coronavirus - rimarca la religiosa - è sulla bocca di tutti anche qui. Il Covid -19 ha cambiato i programmi dell’Infanzia Missionaria della nostra Arcidiocesi di Blantyre. Il 29 e 30 marzo era previsto un incontro di tutti i bambini nella parrocchia di Phalombe, insieme al nostro Arcivescovo, Mons. Thomas Luke Msusa, per andare a fare visita ai malati dell’ospedale diocesano ‘Sacra Famiglia’ e portare dei doni, specialmente ai bambini. Questa iniziativa si è dovuta cancellare con grande rammarico dei bambini che già pregustavano la gioia di un viaggio e del loro servizio caritativo uniti all’Arcivescovo, che è sempre presente ai loro raduni.”
“Il Governo fin dal 20 marzo ha dato l’ordine di chiudere tutte le scuole, università e college - continua Anna, impegnata in Malawi da 17 anni con la comunità F.A.L.M.I. I malawiani che rientrano da altri paesi vanno direttamente in quarantena ed è vietato l’ingresso ai non residenti.”
Prosegue la suora: “Per quanto riguarda la vita normale, le uniche differenze sono che davanti a tutti i negozi, uffici, banche, chiese si trovano secchi con rubinetto e sapone per lavarsi le mani. Ancora ci si può radunare nelle parrocchie, ma in gruppi al di sotto di 100 persone. Mentre per favorire la partecipazione dei più fedeli alle Sante Messe il numero può aumentare. Ognuno sa a quale ora deve andare a messa.”
Suor Anna racconta inoltre che nelle carceri hanno proibito l’ingresso a gruppi, ma i parenti dei detenuti vanno a portare cibo e a salutarli, rispettando il lavaggio delle mani e la distanza. Il Governo sta procedendo anche al rilascio di un certo numero di detenuti. Dal carcere di Chichiri, il terzo del paese, ieri 1 aprile, ne sarebbero dovuti uscire 200. Preghiamo per tutti e confidiamo che questa pandemia finisca presto e ci dia la gioia di riprendere la vita normale con mente e cuore nuovi” conclude la missionaria.
(AT/AP) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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ASIA/CAMBOGIA - Covid-19, i cattolici alimentano la fede con la "comunione spirituale"
 
Phnom Penh (Agenzia Fides) - Con l'avvicinarsi della Settimana Santa, i cattolici in Cambogia continuano a rimanere a casa, data l'emergenza Covid-19 e, data la sospensione degli incontri religiosi a seguito dell'epidemia, alimentano la loro fede con la "comunione spirituale". Il governo cambogiano ha anche vietato tutti gli incontri pubblici, ha imposto la chiusura degli esercizi commerciali e delle scuole, imponendo la "quarantena comunitaria". I contagi registrati nel paese sono oltre mille, con 17 decessi.
I responsabili delle comunità cattoliche della Cambogia hanno invitato i fedeli a rimanere a casa e a partecipare alle attività religiose tramite streaming online. Come appreso dall'Agenzia Fides, molti laici cattolici stanno praticando la loro fede attraverso preghiere, lettura della Bibbia, recita del Rosario e altre forme di devozione in casa. “Siamo in una situazione di emergenza. Dato che ci viene detto di restare a casa, non possiamo fare altro che svolgere alcune attività di culto domestiche e mantenere la nostra fede e fiducia. Siamo in comunione spirituale con i nostri Pastori e con gli altri membri della comunità" dice Hun Sophea, assistente sociale cattolica di 23 anni. "Continuiamo a pregare intensamente, affinché questi tempi straordinari finiscano presto", ha aggiunto.
Un altro laico, Kim Chea, dichiara a Fides: “Come tutti gli altri, siamo bloccati, ma soprattutto molti poveri ne sono colpiti. Inoltre, è così brutto che non possiamo partecipare alle messe, specialmente durante questa Settimana Santa. In base alla situazione, siamo uniti alla Chiesa universale e preghiamo intensamente affinché il mondo superi questa pandemia, con la grazia di Dio".
Secondo Khieu Yi, laica cattolica, “recitiamo il rosario in famiglia, recitiamo preghiere mattutine e serali. Adesso è il momento di valorizzare la nostra fede più di prima”. Con il blocco, nota la donna, "i poveri sono gravemente colpiti, poiché migliaia di persone in Cambogia vivono alla giornata". (SD-PA) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Prevenire è meglio che curare: l’impegno della Caritas per combattere il coronavirus
 
Karachi (Agenzia Fides) - "Prevenire è meglio che curare. In questa fase è molto importante condividere le informazioni accurate e autentiche con le persone, per evitare la circolazione di voci e false informazioni. Caritas Pakistan sta continuando a sensibilizzare le persone sulle misure necessarie da adottare per non essere contagiate dal coronavirus”: lo dice all’Agenzia Fides Amjad Gulzar, Segretario esecutivo della Caritas Pakistan. L’organizzazione, riferisce Gulzar, “sta promuovendo le linee guida offerte dall'Organizzazione mondiale della sanità e dal governo del Pakistan, oltre a promuovere una campagna di informazione e consapevolezza soprattutto nelle comunità e nei villaggi delle aree rurali e più distanti dalle città”.
Dopo il blocco totale imposto nel paese, la Caritas sta ora usando diversi mass-media come strumento per promuovere la consapevolezza delle persone sulle misure necessarie da adottare nella pandemia. Nei giorni precedenti al blocco, sono stati organizzati anche seminari di formazione in diverse province, mentre in varie città del Pakistan sono stati distribuiti migliaia di poster e volantini per informare sulla malattia.
Mansha Noor, Segretario esecutivo della Caritas dell’arcidiocesi di Karachi, ha dichiarato a Fides: “Stiamo lavorando per proteggere le persone da questa malattia per aiutarle a proteggere se stesse, i loro cari e la comunità. Stiamo anche convincendo le persone a seguire le istruzioni per stare al sicuro. I nostri volontari preparati nell'arcidiocesi di Karachi svolgeranno un ruolo vitale nell'evitare il panico, nel far seguire le istruzioni per ridurre la diffusione del covid-19”. Noor prosegue: “Incoraggiamo le persone a lavarsi le mani, a prendersi cura della propria igiene e usare disinfettanti a base di alcol, a indossare mascherine”, tutte istruzioni contenute anche in un video messaggio realizzato e diffuso dalla Caritas di Karachi.
Anche in altre diocesi pakistante la campagna di informazione di sensibilizzazione dei volontari della Caritas prosegue, rivolta soprattutto alla fasce meno abbienti della popolazione, che risultano le più esposte e vulnerabili al contagio. (AG-PA) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AMERICA/CILE - Congregazioni religiose e diocesi mettono a disposizione case e spazi per i malati di coronavirus
 
Santiago (Agenzia Fides) – “Il Cile e il mondo sperimentano una seria realtà sanitaria. La diffusione di Covid-19 a livello globale ha causato un numero doloroso di vittime e messo in evidenza le esigenze e le carenze dei vari sistemi sanitari. Questo è un problema che coinvolge tutti e ognuno di noi può contribuire perché questo virus, che colpisce tanti fratelli e sorelle, non continui ad espandersi. Oggi siamo coinvolti e colpiti. Invitiamo le Congregazioni femminili e maschili che hanno case di ritiro e che ritengono di poterle mettere a disposizione dello Stato, a inviare l’elenco al Ministero della Salute, saranno contattate per discutere le condizioni di utilizzo”. Questa la richiesta che Padre Héctor Campos, OFM Cap., Presidente della Conferre (Conferenza dei Religiosi e Religiose del Cile) e Suor Sara Romero MSsR, Segretaria Esecutiva, hanno indirizzato ai Superiori e Superiore degli istituti religiosi, ai membri della giunta esecutiva, ai coordinatori e coordinatrici di dipartimenti, commissioni, centri zonali e diocesani cileni.
Secondo le notizie pervenute a Fides, la Conferenza episcopale stabilirà il dialogo con i sindaci e i direttori provinciali della Sanità. Secondo il Ministero della Salute, il 30 marzo in Cile sono stati registrati 2.738 casi positivi di coronavirus e 12 morti. In risposta all’appello della Conferre, le congregazioni che hanno messo a disposizione le loro case per il trattamento dei pazienti affetti da Covid 19, in diverse località cilene, sono: Suore del Buon Pastore, Chierici di San Viatore, Compagnia di Gesù, Missionari Mercedari, Congregazione dei Sacri Cuori, Congregazione Salesiana, Francescane Missionarie di Maria, Fratelli Maristi, Frati minori (OFM). A loro si aggiunge la disponibilità dell’edificio che ospita la sede della Conferre.
L'Arcivescovado di Santiago ha aggiunto 15 nuovi spazi ecclesiali per affrontare la crisi sanitaria e accogliere i malati e le persone che vivono per strada. Alle quattro case già offerte alle autorità la scorsa settimana, l'Arcivescovado ha aggiunto due dei suoi edifici istituzionali (Vicaría Esperanza Joven e Vicaria para la Educacion) e tredici infrastrutture parrocchiali, per collaborare con il governo nella prevenzione e nel controllo della crisi causata dalla pandemia.
Con una preghiera di benedizione online, l'Arcivescovo di Santiago, Mons, Celestino Aós, ha inaugurato anche il servizio telefonico e di videochiamate "Siamo con te" (“Estamos Contigo”) che vuole ascoltare e accompagnare nella prospettiva della fede le persone - non solo cristiane - che stanno attraversando momenti difficili a causa dell'emergenza causata dal coronavirus. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - Infanzia Missionaria: preghiera in famiglia per fermare la pandemia
 
Leticia (Agenzia Fides) - Suor Celina Mota Sánchez, direttrice diocesana delle Pontificie Opere Missionarie (POM) del Vicariato Apostolico di Leticia, in Colombia, spiega a Fides le iniziative pastorali e umanitarie prese da quando sono in atto le disposizioni del governo per la pandemia di Covid-19. Lei si trova nella città di Leticia, dove sta passando la quarantena nella casa delle suore vincenziane.
Suor Celina sottolinea una cosa importante: come Chiesa tutti si sono uniti per sostenere i fedeli dal lato spirituale. "In unione con i sacerdoti, religiosi e religiose, genitori, maestri e ragazzi dell'Infanzia e Adolescenza missionaria (IAM), da quando è stata annunciata la notizia, è stata intensificata la preghiera familiare, con i bambini della IAM. I misteri del Santo Rosario sono inviati loro in audio, in modo che le famiglie preghino il Santo Rosario ogni giorno. Vengono inviati anche la preghiera del sangue di Cristo e disegni, in modo che i bambini possano colorarli e avere sempre Dio in mente, avere un mezzo di comunicazione personale con Lui".
I sacerdoti - prosegue la religiosa - trasmettono le celebrazioni eucaristiche nelle chiese dalla stazione radio della polizia, alle 7 del mattino, tutti i giorni. Il parroco della Cattedrale di Nostra Signora della Pace invia ogni giorno il Vangelo in audio per WhatsApp in modo che le persone possano ascoltarlo e meditare come una famiglia. "Grazie all'azione della polizia, i controlli sono stati intensificati, perché questo è un territorio di confine dove gli stranieri vanno e vengono, ma adesso la situazione è sotto controllo, chiudendo il confine. Finora non esiste un caso positivo di covid-19". Suor Celina conclude: "Prego perché i bambini dell'IAM siano sempre buoni e aiutino i loro genitori in questa situazione, spero che sia così e che continuino ad essere giudiziosi".
La testimonianza della religiosa è solo una delle tante che mostrano come la Chiesa in Colombia stia vivendo insieme alla popolazione questa situazione di crisi.
(CE) (Agenzia Fides, 02/04/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Elevazione a Diocesi del Vicariato Apostolico di Kontagora e nomina del primo Vescovo
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha elevato a Diocesi il Vicariato Apostolico di Kontangora (Nigeria), con la medesima denominazione e configurazione territoriale, rendendola suffraganea della Sede Metropolitana di Kaduna. Il Papa ha nominato primo Vescovo della Diocesi di Kontagora S.E. Mons. Bulus Dauwa Yohanna, finora Vicario Apostolico della medesima sede.
La Diocesi di Kontagora con superficie di 46.000 kmq è situata nel centro-nord della Nigeria e comprende gli Stati di Niger e Kebbi. Il Vicariato Apostolico era guidato dai Padri della Società delle Missioni Africane (S.M.A.). La sede della nuova Diocesi è la stessa, così pure la Cattedrale (“St. Michael”), la residenza del Vescovo e la cancelleria. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020)
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ASIA/MONGOLIA - Nomina del Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha nominato Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia), con carattere vescovile, il P. Giorgio Marengo, I.M.C, finora Consigliere regionale dell’Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer, assegnandogli la sede titolare di Castra Severiana
Il P. Giorgio Marengo, I.M.C., è nato il 7 giugno 1974 a Cuneo, in Italia. Dal 1993 al 1995 ha studiato Filosofia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e dal 1995 al 1998 Teologia nella Pontificia Università Gregoriana (Roma). Dal 2000 al 2006 ha compiuto ulteriori studi presso la Pontificia Università Urbaniana, conseguendo la Licenza e il Dottorato in Missionologia. Ha emesso la Professione Perpetua il 24 giugno 2000 come membro dell’I.M.C. ed è stato ordinato sacerdote il 26 maggio 2001.
Dopo l’Ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: Ministero pastorale in Mongolia ad Arvaiheer (2000-2003); dal 2003: Assegnato alla Missione in Mongolia (il primo missionario dell’I.M.C. in Mongolia); dal 2016: Consigliere Regionale Asia, Superiore per la Mongolia e Parroco di Maria Madre della Misericordia ad Arvaiheer. (SL) (Agenzia Fides 2/4/2020)

martedì 21 febbraio 2017

Bollettino Agenzia fides 21 febbraio 2017

VATICANO - Morto p. Galbiati, PIME: è stato Segretario generale della PUM e della POPF
 
Roma (Agenzia Fides) – La sera di sabato 18 febbraio, è morto a Lecco padre Fernando Galbiati, a lungo missionario in Cina, dodicesimo Superiore generale del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), Segretario generale della Pontificia Unione Missionaria (PUM) e della Pontificia Opera della Propagazione della Fede (POPF).
Nato il 14 novembre 1932 a Bussero (Milano), entrò nel PIME a Monza il 1° settembre 1943. Emesso il giuramento il 25 giugno 1955 e ordinato a Milano dal Card. Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, il 28 giugno 1956, l’anno successivo parte per Hong Kong. Qui compie studi e ottiene diversi diplomi, è registrato come “Insegnante Qualificato” presso il dipartimento dell’Educazione di Hong Kong. Consegue successivamente il dottorato in Scienze Politiche ed Economiche all’università La Sapienza di Roma, diventa Doctor of Philosophy all’università di Oxford in Inghilterra ed è membro della New York Academy of Science.
Ad Hong Kong svolge attività pastorale in diverse parrocchie e per alcuni anni insegna filosofia al seminario Holy Spirit. Ha dato un notevole contributo in campo scolastico e sociale. Ha fondato diversi gruppi per le visite alle famiglie, per il sostegno economico, e per le attività giovanili. Si deve a lui il primo Chinese Hymnal, una raccolta di canti religiosi in cinese-cantonese.
Assistente di Mani Tese dal 1971 al 1975, partecipa alla Assemblea di Aggiornamento del PIME del 1970-71 (Roma) e alla IX Assemblea Generale nella quale viene eletto Superiore Generale (1983-1989). Terminato il mandato, ritorna ad Hong Kong, ma nel 1999 è richiamato a Roma, dapprima come Segretario Generale della Pontificia Unione Missionaria (1999-2003), poi come coordinatore delle Pontificie Opere Missionarie Internazionali e come Segretario della Pontificia Opera della Propagazione della Fede (2004-2005). E’ incaricato anche di elaborare il nuovo Statuto delle Pontificie Opere Missionarie, pubblicato nel 2005. Nel periodo 2006-2007 è Segretario Generale della Pontificia Opera della Propagazione della Fede.
Dopo alcuni anni nella Casa generalizia PIME a Roma, dal 2015, per motivi di salute, si trovava presso la casa Beato Giovanni Mazzucconi, a Rancio di Lecco, dove è morto. Dopo i funerali, è stato sepolto al cimitero del PIME a Villa Grugana. (SL) (Agenzia Fides 21/02/2017)
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EUROPA/ITALIA - Diritto di emigrare ma anche “diritto di restare” nel proprio paese
 
Roma (Agenzia Fides) - “La migrazione è un fenomeno che fa parte della storia umana. Le stime delle Nazioni Unite indicano 244 milioni di migranti internazionali e 65,3 milioni di persone in situazione di migrazione forzata. Al di là dei numeri stiamo parlando di vite, progetti e sogni di persone che spesso trovano nella migrazione l'unica alternativa per la sopravvivenza o la ricerca di una speranza per il futuro”. Lo ha detto suor Neusa de Fatima Mariano, Superiora generale delle Missionarie di San Carlo Borromeo/Scalabriniane, nel suo discorso alla Camera dei Deputati, a Roma, nell’ambito del workshop che ha preceduto il Forum Internazionale su Migrazioni e Pace, in programma oggi e domani, organizzato dal Dicastero sullo Sviluppo Umano Integrale della Santa Sede, dallo Scalabrini International Migration Network (SIMN) e dalla Fondazione Konrad Adenauer.
“La partecipazione dei minori nei flussi migratori, secondo l'Acnur, è aumentata negli ultimi anni a un ritmo accelerato e rappresenta più della metà dei rifugiati nel mondo – ha ricordato la religiosa nel testo pervenuto a Fides -. In linea con il messaggio di Papa Francesco per la Giornata del Migrante e del Rifugiato 2017, ricordiamo che i bambini e gli adolescenti in movimento nei flussi di popolazione sono i primi a soffrire, con situazioni degradanti come la tratta di esseri umani, lo sfruttamento, l'abuso e la privazione dei diritti come quello di avere un ambiente sano e sicuro in famiglia, quello di un'istruzione adeguata, quello di gioco e quello di vivere e crescere in un contesto di pace. Anche le donne migranti hanno bisogno della nostra attenzione, poiché anch’esse diventano spesso più vulnerabili nei flussi di migrazione e di rifugio. Molte volte sono esposte al rischio di soffrire sfruttamento sessuale o nel lavoro”.
Suor Neusa ha sottolineato che “bisogna superare l'idea che la migrazione è un problema da risolvere o una contingenza da controllare. La migrazione è di per sé un fenomeno storico e sociale che si verifica in modo positivo quando è volontaria. In altre parole, richiamiamo l'attenzione sull'importanza che le persone abbiano, insieme al diritto di emigrare anche il 'diritto di non emigrare'. Ossia, ogni Paese deve assicurare ai suoi cittadini condizioni di vita in modo che questi non abbiamo bisogno di viaggiare, se non lo vogliono. In questo contesto, il diritto a emigrare sarebbe correlativo al diritto di restare”. (SL) (Agenzia Fides 21/02/2017)
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AFRICA/CONGO RD - Atti vandalici contro la Chiesa: la denuncia del Card. Monsengwo
 

Kinshasa (Agenzia Fides)- “C’è una recrudescenza di paura, di collera, di incertezza” afferma il Card. Laurent Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo, in un messaggio inviato all’Agenzia Fides nel quale denuncia le aggressioni contro la Chiesa avvenute negli ultimi giorni.
“Abbiamo appreso con indignazione, sabato 18 febbraio, dell’incendio di una parte del Seminario maggiore di Malole da parte di incivili che hanno in seguito seminato il terrore presso le vicine suore carmelitane a Kananga (vedi Fides 20/2/2017)” scrive il Cardinale, che ricorda pure le manifestazioni avvenute in tre occasioni (7, 10 e 11 febbraio) di fronte all’Arcivescovado di Kinshasa, da parte di gruppi di giovani che “hanno creato un clima di panico”.
A questi episodi è seguita la profanazione della parrocchia San Domenico di Limete da parte di una “ventina di giovani malintenzionati” che hanno “rovesciato il tabernacolo, saccheggiato l’altare, rotto le panche, fino a cercare d’incendiare la chiesa. La comunità dei Padri Oblati non è stata risparmiata”.
Il Card. Monsengwo mette in relazione questi fatti con il tentativo della Conferenza Episcopale congolese (CENCO) di mediare nell’attuazione degli accordi di San Silvestro (vedi Fides 3/1/2017) e di trovare un Primo Ministro che guidi un governo di unità nazionale come previsto dalle intese.
“La CENCO ha solo un ruolo di mediatore” ricorda il Cardinale. “I politici devono riconoscere con umiltà che sono le loro velleità politiche a portare all’impasse e al blocco delle istituzioni. Ne assumeranno la responsabilità di fronte alla storia”.
Dopo aver sollecitato le autorità a proteggere i beni della Chiesa da eventuali nuovi atti vandalici, il Cardinale conclude ricordando Etienne Tshisekedi, lo storico leader dell’opposizione morto di recente (vedi Fides 2/2/2017) che ha combattuto fino all’ultimo per dare alla RDC “la pace nella giustizia”. (L.M.) (Agenzia Fides 21/2/2017)
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AFRICA/SUD SUDAN - Stato d’emergenza dichiarato nello Stato di Unity: 100.000 persone a rischio fame
 
Juba (Agenzia Fides) - Oltre 100.000 persone sono a rischio fame nello Stato di Unity, nella regione dell’Alto Nilo, in Sud Sudan. Lo stato d’emergenza alimentare è stato dichiarato dal governo di Juba e dalle agenzie specializzate delle Nazioni Unite: FAO, Children Fund, UNICEF e Programma Alimentare Mondiale. La causa della carestia è attribuita “alla guerra e al collasso dell’economia”. La dichiarazione formale di carestia significa che la gente ha già iniziato a morire di fame.
Nei giorni scorsi era stato lanciato l’allarme fame per lo Stato di Amadi (vedi Fides 16/2/2017) mentre Medici con l’Africa Cuamm ha riscontrato almeno 300 casi di colera nelle contee di Yirol East e di Awerial (vedi Fides 20/2/2017). Secondo l’ONU se la guerra civile dovesse continuare, impedendo l’arrivo di aiuti umanitari in Sud Sudan, oltre 5 milioni e mezzo di persone soffriranno la fame entro luglio. (L.M.) (Agenzia Fides 21/2/2017)
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AFRICA/EGITTO - Anche la voce “religione” nei moduli da compilare per il prossimo censimento
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Per la prima volta negli ultimi 30 anni, il prossimo censimento della popolazione egiziana, che sarà condotto dall'Agenzia centrale di statistica e mobilità sociale, includerà nei moduli di raccolta dati anche uno spazio dove poter segnalare la propria confessione religiosa. Abu Bakr Gendy, capo dell'Agenzia incaricata, ha riferito che la segnalazione della propria fede religiosa nei moduli utilizzati per il censimento sarà facoltativa, in ottemperanza agli standard internazionali seguiti in questo tipo di raccolte dati. Il censimento offrirà comunque elementi utili per verificare la consistenza numerica reale delle diverse comunità religiose. In alcune zone dell'Egitto, il consistente aumento numerico delle comunità cristiane non è stato registrato in alcun modo dalle autorità locali. Dagli anni Novanta gli uffici incaricati del censimento e delle statistiche demografiche non aggiornano i dati sulla consistenza numeri ca delle comunità cristiane egiziane, a partire da quella copta, che secondo alcuni analisti, negli ultimi lustri, avrebbe abbondantemente superato la soglia dei dieci milioni. (GV) (Agenzia Fides 21/2/2017)
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ASIA/MONGOLIA - Un nuovo sacerdote ordinato in Mongolia nell'anno del Giubileo
 
Ulaan Baatar (Agenzia Fides) – Mentre la Chiesa cattolica in Mongolia celebra nel 2017 il suo Giubileo d'argento, la comunità festeggia l’ordinazione di Bernard Kambala, membro della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM), ordinato sacerdote il 19 febbraio scorso nella Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Ulaanbaatar. La comunità dei battezzati nella terra di Gengis Khan aveva celebrato nell’agosto 2016 l’ordinazione sacerdotale del primo prete mongolo, padre Joseph Enkh. “Sono doni che assicurano il futuro della Chiesa in Mongolia”, dice a Fides il Vescovo Wenceslao Padilla, CICM, Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar. Il Vescovo nel messaggio per il nuovo anno aveva scritto: “Il 2017 ha per noi una promessa di grande gioia: il Giubileo d'argento della Chiesa cattolica in Mongolia (1992-2017 ) e ben due ordinazioni sacerdotali: il diacono Bernard Kambala Muana, CICM, e il diacono Antonius Werun, salesiano”. Questi sacerdoti e missionari daranno “nuova linfa alla nostra comunità”. “La Congregazione del Cuore Immacolato di Maria, che celebra anch’essa i 25 anni presenza in Mongolia, è lieta che il Signore mandi ancora operai per la sua vigna e ci mostri così il suo volto benevolo”, rileva Padilla.
Bernard Kambala, originario della Repubblica Democratica del Congo, si è unito alla congregazione del CICM nel 2005. Dopo tre anni di studi di filosofia e un anno di noviziato a Kinshasa (Congo), ha studiato Teologia presso Ecole théologique Saint Cyprien de Ngoya in Ngoya, in Camerun fino al 2013. Giunto in Mongolia nell’agosto 2014, ha studiato la lingua mongola e si è dedicato alla conoscenza della cultura locale. Ha svolto servizio pastorale nella chiesa di San Pietro e Paolo a Ulaanbaatar, impegnandosi molto nella pastorale giovanile. Dal gennaio di quest'anno p. Bernard ha iniziato a pubblicare una meditazione quotidiana sulla Parola di Dio, scrivendo in lingua mongola, un fatto molto apprezzato dai fedeli,
Come motto della sua ordinazione, p. Bernard ha scelto le parole di San Paolo ai Romani: “Vedete come Dio ha manifestato il suo amore per noi: mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rm 5, 8).
Sono oltre 50 i missionari e i religiosi di 14 paesi del mondo, presenti in Mongolia. La comunità cattolica ha oltre mille mongoli battezzati e centinaia di catecumeni presenti in 6 parrocchie e 3 stazioni missionarie che si prevede saranno erette a rango di parrocchie in occasione della celebrazione del Giubileo. (MP-PA) (Agenzia Fides 21/02/2017)
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ASIA/INDIA - Migliaia di vittime per l’inquinamento dell'aria: per la Chiesa servono “coscienza e azione”
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Diciottomila indiani muoiono ogni giorno per cause dirette o indirette dell'inquinamento atmosferico. E il progressivo avvelenamento dell’aria è spesso legato ai cambiamenti climatici. Lo dice un nuovo studio edito dalla rivista scientifica "The Lancet", che ha generato un vivace dibattito in India, coinvolgendo la società civile e la Chiesa cattolica.
Le città più inquinate al mondo sono le indiane Patna e New Delhi, osserva lo studio, riportando dati del 2010. Gli studiosi indicano che una delle conseguenze dell'esposizione ad agenti inquinanti è la nascita di bambini pre-termine. In questo fenomeno l'Asia meridionale è la regione più colpita, con 1,6 milioni di nascite pre-termine , quasi la metà del totale mondiale.
Il fenomeno dell'inquinamento atmosferico e il cambiamento climatico sono strettamente collegati e vanno affrontati insieme, dice The Lancet, affermando che vi è un “rischio potenzialmente catastrofico per la salute umana”. Inoltre, secondo una stima della Banca Mondiale, tali fenomeni generano per l’India una perdita di reddito pari a 38 miliardi di dollari annui.
Contraddicendo alcuni dei rapporti pubblicati in India, The Lancet afferma che le centrali elettriche e quelle a carbone contribuiscono all'inquinamento dell'aria e dell’ambiente in misura del 50% del totale.
Il Ministro per l'ambiente, delle foreste e il cambiamento climatico Anil Madhav Dave ha recentemente ammesso in Parlamento che il paese spende ogni anno per il monitoraggio dell'inquinamento atmosferico, in un paese vasto come l'India, 70 milioni di rupie (circa un milione di dollari USA): cifra ritenuta del tutto insufficiente. Secondo il ministro non vi sono studi credibili per quantificare il numero di persone con malattie polmonari o il numero di decessi che siano diretta conseguenza dell’inquinamento dell'aria. Il ministro per la Scienza e la tecnologia Harsh Vardhan ha commentato: “L’inquinamento, quando colpisce i polmoni, soprattutto nei bambini più piccoli, può essere un killer: è come un veleno lento. Siamo molto preoccupati, molto è stato fatto, ma ancora molto bisogna fare”.
Lo studio mostra che i cambiamenti climatici hanno un impatto significativo sulla salute dei bambini. Si stima che 5,5 milioni di vite sono state perse nel 2013 per malattie associate con l'inquinamento dell'aria.
Interpellato da Fides, p. Fabian Toppo, professore di teologia al Seminario maggiore di Calcutta ha detto: “Il rapporto è inquietante. Il governo indiano dovrebbe agire seriamente per affrontare il problema. La rapida industrializzazione è la causa dell'inquinamento atmosferico. La coscienza va accompagnata dall’azione”.
“Istituzioni e singoli cittadini hanno la responsabilità di lavorare a tutti i livelli per ridurre il cambiamento climatico e affrontarne l’impatto”, nota a Fides Deepika Singh, coordinatore dell’Ufficio per il cambiamento climatico nella Federazione delle Conferenze episcopali dell’Asia. “I cittadini lo comprendono sempre meglio: quasi il 60% delle persone intervistate in India percepisce che i cambiamenti climatici danneggiano la vita delle persone. La Chiesa sta cercando di contribuire a sensibilizzare, educare ed agire sul fronte dei cambiamenti climatici. Non c’è da perdere tempo, perché è un questione che tocca la vita di tutti, soprattutto pensando alle nuove genrazioni”, conclude. (PA-SD) (Agenzia Fides 21/2/2017) 
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ASIA/LIBANO - Marine Le Pen in Libano: anche i cristiani mediorientali vanno aiutati a casa loro. Forfait al Gran Mufti, incontro col Patriarca maronita
 
Beirut (Agenzia Fides) – Il modo migliore di proteggere i cristiani del Medio Oriente consiste nello “sradicamento del radicalismo islamico”, mentre bisogna evitare politiche che incentivino l'esodo dei cristiani mediorientali dalle proprie terre. Sono questi i concetti chiave finora espressi in merito alla condizione delle comunità cristiane mediorientali da Marine Le Pen, nel corso della visita di due giorni che la candidata del Front National alle Presidenziali francesi sta compiendo in Libano. Nella giornata di ieri, dopo l'incontro con il Ministro degli esteri libanese Gibran Basil, Marine Le Pen, in alcune dichiarazioni rilanciate dalla stampa locale, ha contrapposto le sue valutazioni sulla protezione dei cristiani mediorientali alle scelte politiche da lei attribuite all'ex Presidente Nicolas Sarkozy, che a suo giudizio spingeva i cristiani mediorientali “a lasciare il loro Paese e andare a vivere all'estero come profughi. Secondo me” h a aggiunto Le Pen “questa è una visione pericolosa per i cristiani del Medio Oriente, e non è quello che voglio io. Io voglio che i cristiani del Medio Oriente vivano in pace e serenità nei loro Paesi”.
Nella mattinata di oggi, martedì 21 febbraio, è saltata all'ultimo mmento la prevista visita di Marine Le Pen al Gran Mufti del Libano, Abdel Latif Derian, perchè la politica francese si è rifiutata di presentarsi all'incontro con il religioso islamico con il capo velato. L'ufficio stampa del Gran Mufti ha fatto sapere che la delegazione della leader del Front National era stata informata in anticipo della necessità di rispettare tale dettaglio protocollare, ma quando, all'ingresso della sala dell'incontro, a Le Pen è stato porto il velo, lei ha rifiutato di indossarlo.
Secondo quanto annuciato dall'Agenzia Fides, nella mattinata di oggi, martedì 21 febbraio, Marine Le Pen è stata ricevuta anche dal Patriarca maronita Boutros Bechara Rai, presso la sede patriarcale di Bkerkè. (GV) (Agenzia Fides 21/2/2017)
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AMERICA/MESSICO - “Soluzioni giuridiche, politiche e sociali non sono più un'opzione, sono questioni imperative”: la Chiesa sulla situazione dei migranti
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – "A causa degli ordini esecutivi del Presidente Donald Trump, si è creato un ambiente ostile, di insicurezza, di incertezza e terrore per migliaia di persone che sono accusate di essere criminali solo perchè si trovano in una condizione di immigrazione irregolare. L'attuazione di tali misure produce risultati disastrosi; il primo: la separazione delle famiglie, quando i genitori sono rimpatriati, lasciando i bambini totalmente indifesi. Il destino finale è metterli in adozione, quando in realtà hanno padre e madre, ma con l'unico ‘crimine’ di non avere la cittadinanza degli Stati Uniti d'America": così scrive l'editoriale dell’ultimo numero del settimanale dell'arcidiocesi di Mexico "Desde la Fe".
L'invito lanciato è all’unità del popolo messicano dinanzi alle tante difficoltà che vivono i connazionali nelle terre nord americane: "Non possiamo essere indifferenti alla situazione attuale. È necessario agire con un coraggio tale da recuperare il potenziale che sempre ha avuto il Messico", sottolinea il testo pervenuto a Fides.
"Dinanzi al terrore dell'amministrazione Trump, la Chiesa cattolica, su entrambi i lati del confine, fa appello all’unione. Durante questa settimana, nell'incontro Tex-Mex, i Vescovi del Texas e del Messico si sono impegnati, in questo difficile momento storico, a fornire servizi di qualità ai migranti: spirituali, legali, materiali e di assistenza della famiglia, e a mantenere una presenza costante nei centri e case d'accoglienza ai migranti dal confine meridionale del Messico e negli Stati Uniti, perché, dinanzi questo ambiente di diffidenza e tradimento, solo le chiese sono diventate l'unico rifugio sicuro in cui si può dare loro garanzie per proteggere i loro diritti legali", ribadisce l'editoriale (vedi Fides 15/02/2017). Il testo conclude con una affermazione energica: "La ricerca di soluzioni giuridiche, politiche e sociali non è più un'opzione, si tratta di questioni imperative".
(CE) (Agenzia Fides, 21/02/2017)
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AMERICA/ECUADOR - Ancora in attesa dei risultati elettorali, i Vescovi chiedono verità e trasparemza
 
Quito (Agenzia Fides) – “I risultati finali di ogni elezione popolare devono sempre riflettere la virtù della giustizia e il valore della trasparenza. Le istituzioni politiche sono chiamate a garantirli e a costruire la fiducia, il fondamento di ogni convivenza civile e di un vero e proprio ordine democratico. Anche in questi giorni, queste sono le giuste aspirazioni del popolo ecuadoriano che non vuole essere deluso”. Così afferma la Conferenza Episcopale dell’Ecuador in un comunicato pervenuto all’Agenzia Fides.
“La Conferenza Episcopale Ecuadoriana desidera richiamare le autorità elettorali e tutti i cittadini a collaborare affinché la verità si veda riflessa in modo democratico nella pubblicazione tempestiva dei risultati attesi di queste importanti elezioni, dove si è espressa la volontà politica degli ecuadoriani".
Secondo dati raccolti da Fides, domenica scorsa, 19 febbraio, sono andati al voto 12 milioni di ecuadoriani, ma per i risultati di queste elezioni generali si dovrà ancora attendere. Un primo bilancio del Consiglio Nazionale Elettorale (CNE) riporta che, dopo il 93% dei seggi conteggiati una prima volta, il candidato presidente Lenín Moreno è in testa con il 39,15% dei voti mentre Guillermo Lasso ha il 28,40%. Rimane quindi aperta l’eventualità del ballottaggio. Il CNE ha chiesto 5 giorni per dare ufficialmente i risultati, ma la tensione fra la popolazione cresce.
(CE) (Agenzia Fides, 21/02/2017)

mercoledì 1 giugno 2016

Bollettino Agenzia Fides del 1 giugno 2016

EUROPA/GRECIA - Diritti di donne e bambini rifugiati: incontro della Conferenza delle Chiese Europee
 
Tessalonica (Agenzia Fides) – Donne e bambini costituiscono la maggior parte dei rifugiati degli ultimi mesi e i loro diritti sono la priorità di un incontro organizzato in Grecia dalla Conferenza delle Chiese Europee (CEC) a Tessalonica, dal 31 maggio al 4 giugno. Il tema di questo terzo appuntamento estivo sui diritti umani, secondo le informazioni pervenute a Fides, è: “In difesa dei diritti di donne e bambini”. La Grecia è il luogo ideale per affrontare questo argomento in quanto colpita direttamente dal grave fenomeno delle centinaia di migliaia di rifugiati dell’ultimo anno. Le tante sfide che donne e bambini sono costretti ad affrontare costituiranno il focus dell’incontro. I partecipanti amplieranno le loro conoscenze al riguardo partendo da prospettive teologiche, giuridiche e politiche e si scambieranno le loro esperienze. Diritti civili e politici, sociali, economici e culturali, il traffico di organi, lo sfruttamento sessuale, condizioni di lavoro e salari, parità scolastica e professionale, matrimoni combinati e mutilazione genitale femminile sono gli argomenti principali trattati. Tra gli altri temi, si parlerà anche dei bambini che arrivano in Europa accompagnati e che hanno particolarmente bisogno di assistenza per uno sviluppo psichico e fisico adeguato.
(AP) (1/6/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/ZAMBIA - “I politici non mantengono le promesse di porre fine alle violenze” denunciano i Vescovi
 
Lusaka (Agenzia Fides) - “La Chiesa è presa alla sprovvista da politici che continuano a rompere le regole che si sono dati per far cessare le violenze nel Paese. Siamo delusi e sorpresi da questi partiti politici che hanno proposto un certo numero di soluzioni per ridurre la tensione e i discorsi infiammatori, impegnandosi a metterle in pratica, invece continuano a commettere atti contrari agli impegni presi” ha dichiarato p. Cleophas Lungu, Segretario Generale della Conferenza Episcopale dello Zambia, parlando alla radio cattolica Yatsani.
P. Lungu, secondo le informazioni pervenute a Fides, si è fatto portavoce della delusione dei Vescovi dello Zambia anche nei confronti di quei fedeli che abbandonano la fede cattolica e i valori cristiani quando entrano in politica e diventano violenti.
Il Segretario Generale della Conferenza Episcopale era già intervenuto di recente per esprimere la condanna dei Vescovi per le violenze xenofobe nei confronti dei rifugiati (vedi Fides 29/4/2016).
La tensione nel Paese è aumentata in vista delle elezioni presidenziali e parlamentari dell’11 agosto. P. Lungu ha annunciato che la Chiesa sta preparando un nuovo incontro con i candidati alla presidenza per discutere della violenza politica nel Paese.
Di recente la Conferenza Episcopale, il Council of Churches in Zambia (CCZ) e l’Evangelical Fellowship of Zambia si sono riuniti presso la Cattedrale di Lusaka per discutere come le Chiese possano contribuire a far cessare il ciclo di violenze nel Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 1/6/2016)
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AFRICA/CONGO RD - Un sacerdote denuncia di aver ricevuto minacce di morte
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - P. Egide Safari, economo della parrocchia di Mambasa, nella provincia Orientale della Repubblica Democratica del Congo, ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte con volantini lasciati davanti alla porta della sua camera, nei quali si chiedono 500 dollari altrimenti il sacerdote sarebbe stato ucciso entro oggi, 1°giugno. Secondo Radio Okapi, che riporta la notizia, la settimana scorsa alcuni banditi avevano aggredito, all’interno del complesso della parrocchia, un altro sacerdote. Le autorità del Territorio di Mambasa hanno indetto una riunione del comitato di sicurezza per adottare misure di protezioni dei sacerdoti dell’area.
Nella confinante provincia del Nord Kivu, il 20 marzo è stato ucciso p. Vincent Machozi, sacerdote assunzionista che da anni denunciava lo sfruttamento illegale del Coltan (vedi Fides 22/3/2016), mentre un sacerdote dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori (Padri Caracciolini) era stato ferito gravemente in un agguato stradale (vedi 21/3/2016).
Nelle due province nel nord-est della RDC sono presenti diversi gruppi di guerriglia e numerose gang di banditi di strada, e spesso il confine tra le due realtà è molto labile se non del tutto inesistente. (L.M.) (Agenzia Fides 1/6/2016)
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ASIA/MONGOLIA - La Chiesa si prepara all’ordinazione del primo prete autoctono
 
Ulaan Baatar (Agenzia Fides) – “Avremo presto il primo prete nativo della Mongolia: è Joseph Enkh, che sarà ordinato sacerdote a Ulaan Baatar il 28 agosto 2016 da S. Ecc Mons Wenceslao Padilla, Prefetto Apostolico di Ulaan Baatar. Questo evento ha una particolare importanza per la nostra giovane Chiesa, rifondata nel 1992 e che oggi ha poco più di mille battezzati. L'ordinazione di un sacerdote nativo stimolerà l'entusiasmo e il senso di appartenenza tra i mongoli, verso una Chiesa che è stata a lungo vista come straniera”: lo dice all’Agenzia Fides p. Prosper Mbumba, missionario congolese in Mongolia, membro della Congregazione del Cuore Immacolato di Maria (CICM).
Joseph Enkh è stato ordinato diacono l’11 dicembre 2014 a Daejeong (in Corea del Sud), dove ha ricevuto la sua formazione iniziale, ed è rientrato in Mongolia nel gennaio scorso. Da allora porta avanti la sua esperienza pastorale, servendo in diverse parrocchie della Mongolia, dove attualmente vi sono, nel complesso, circa 20 missionari e 50 suore di 12 congregazioni, impegnati in sei parrocchie.
P. Prosper dice a Fides: “I preparativi per l’ordinazione sono in corso, sotto tutti gli aspetti. I cristiani pregano molto per il loro futuro sacerdote e le parrocchie stanno promuovendo incontri di catechesi, per offrire alla popolazione una migliore comprensione del ministero sacerdotale. In tutte le chiese della Mongolia si terrà una novena di preghiera in vista dell’ordinazione. Molti fedeli continuano a rivolgere pensieri e ad esprimere le loro aspettative al futuro sacerdote in forma scritta: scrivono lettere per fargli sapere che sono orgogliosi della sua vocazione e che confidano nella sua presenza e nella sua opera”. Il missionario conclude: “Ringraziamo Dio per questo dono e per questo entusiasmo e preghiamo che possa esserci una nuova effusione dello Spirito in questa terra”. (PA) (Agenzia Fides 1/6/2016)
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ASIA/PAKISTAN - Shahbaz Bhatti, un delitto ancora impunito
 
Lahore (Agenzia Fides) – “Sono passati più di cinque anni, ma gli assassini del ministro cattolico Shahbaz Bhatti non sono stati assicurati alla giustizia. Nel 2011, Bhatti, noto difensore dei diritti umani in Pakistan, è stato brutalmente assassinato dal gruppo terroristico Tehrik-e-Taliban Pakistan, che con orgoglio ha rivendicato la responsabilità dell’omicidio”: lo dice all’Agenzia Fides l’avvocato cristiano Sardar Mushatq Gill, impegnato nella difesa dei cristiani in Pakistan.
“Dopo l'uccisione di Bhatti – nota l’avvocato – la leadership politica non sta facendo sufficienti passi per chiedere alle autorità di polizia e alla magistratura di portare i suoi assassini alla giustizia. Inoltre nessuno chiede di abrogare la legge sulla blasfemia che continua a incoraggiare violenza di massa, omicidi commessi impunemente e l'emarginazione delle minoranze religiose”.
L’avvocato Gill ricorda che molti altri attivisti e difensori dei diritti umani sono a rischio, soprattutto quanti difendono i casi di persone ingiustamente accusate di blasfemia, “ma lo stato non offre adeguata protezione e sicurezza”. Sebbene il tema sia stato sollevato dalla comunità internazionale, in varie sedi, “gli abusi della legge sulla blasfemia proseguono e l'impunità con cui vengono trattati tali abusi rende la difesa dei diritti umani un'impresa pericolosa in Pakistan”, osserva Gill, ricordando che anche gli attivisti e i legali dell’Ong LEAD, da lui guidata, hanno subito minacce e aggressioni (PA) (Agenzia Fides 1/6/2016)
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AMERICA/ARGENTINA - I Vescovi della Patagonia preoccupati per gli aumenti smisurati di gas ed elettricità
 
Neuquén (Agenzia Fides) – I Vescovi della regione Patagonia-Comahue “profondamente preoccupati per le conseguenze dell’aumento smisurato di servizi essenziali come il gas e l'elettricità” che colpisce soprattutto la popolazione più povera, hanno scritto una lettera al Ministro dell’Energia, Juan José Aranguren, e a quello degli Interni, Rogelio Frigerio. La regione comprende le province di Chubut, Neuquén, Río Negro, Santa Cruz, Tierra del Fuego. La lettera è firmata da 11 Vescovi, tra ordinari, ausiliari ed emeriti delle circoscrizioni ecclesiastiche della regione.
Nella missiva, pervenuta a Fides, i Vescovi non mettono in discussione la necessità degli aumenti, “in particolare nei grandi centri urbani che hanno avuto i servizi sovvenzionati dallo stato”, ma lamentano “che questi aumenti non siano stati fatti gradualmente, soprattutto se si considera che l'inverno non è benevolo in Patagonia e nelle province meridionali continua durante tutto l'anno. Quindi c’è una necessità impellente di gas ed elettricità”.
“Il lamento doloroso della nostra gente – proseguono - ci arriva ogni giorno attraverso i nostri sacerdoti, gli operatori pastorali e le Caritas parrocchiali, che si sentono impotenti di fronte alle angosce dei più poveri e bisognosi e di molte piccole e medie imprese, che vedono minacciata la loro continuità aziendale con la conseguente perdita di posti di lavoro”.
I Vescovi chiedono quindi ai ministri di riconsiderare i provvedimenti, “per evitare situazioni insostenibili che producono angoscia nelle famiglie e anche nelle scuole e nelle opere di promozione sociale con scarse risorse, ingiustamente gravate da un peso insopportabile”, e ribadiscono che tali tariffe “per la gran parte della nostra regione amazzonica risultano impossibili da pagare e attentano alla pace sociale”. (SL) (Agenzia Fides 01/06/2016) 
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AMERICA/ECUADOR - Leader della Pan Amazzonia a scuola di diritti umani
 
Quito (Agenzia Fides) – La promozione, la difesa e l’esigibilità dei diritti umani nella Pan-Amazzonia, compresi il diritto alla vita, alla salute, al territorio e all’autodetermionazione, sono stati al centro della “Scuola dei Diritti Umani” promossa dalla REPAM (Rete Ecclesiale Pan-Amazzonica), nel suo obiettivo di formare leader di comunità e operatori pastorali nel territorio amazzonico.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, per cinque settimane, tra aprile e maggio, 25 leader e rappresentanti della popolazione pan-amazzonica di Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador e Perú, hanno preso parte a questa iniziaitiva, che si è realizzata a Quito (Ecuador), articolata lungo tre direttive: formazione, raccolta di informazioni, incidenza nelle istanze internazionali.
La Scuola dei diritti dell'uomo non si limita infatti a formare i suoi partecipanti, ma li accompagna anche nelle azioni in favore della vita, della dignità umana e nella difesa della madre terra nelle regioni di provenienza. Così i 12 casi presentati saranno seguiti in modo concreto da parte della Chiesa locale, attraverso gli operatori pastorali: un accompagnamento che, nella maggior parte dei casi, è già un dato di fatto.
I partecipanti sono stati scelti in base alla loro esperienza nella difesa dei diritti della popolazione e dell’ambiente, al loro forte radicamento nel territorio, all’impegno con la Chiesa e le comunità, oltre che alla disponibilità di diffondere in loco quanto hanno appreso a Scuola. (SL) (Agenzia Fides 01/06/2016) 
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OCEANIA/AUSTRALIA - Schiavi dell’epoca moderna: nel mondo 10 milioni in più rispetto al 2015
 
Minderoo (Agenzia Fides) - Circa 46 milioni di persone, tra le quali milioni di bambini, vivono attualmente in condizioni di schiavitù moderna. A renderlo noto uno studio diffuso dalla Fondazione australiana Walk Free inviato all’Agenzia Fides. La cifra agghiacciante coinvolge 167 Paesi, l’India è al primo posto. Il fenomeno comprende tratta di esseri umani, lavoro forzato, sfruttamento sessuale, matrimoni precoci o forzati. Il 58% delle persone, 18 milioni, che vivono in queste condizioni sono in India, seguono Cina (3 milioni), Pakistan (2 milioni), Bangladesh (1 milione e mezzo) e Uzbekistan (1 milione). In India la maggior parte della popolazione coinvolta lavora nell’ambito domestico, oppure sono mendicanti, prostitute o bambini soldato. Ci sono anche quelli costretti a lavorare per ripagare i debiti contratti per qualche prestito. Walk Free, che ha appena presentato l’Indice Mondiale della Schiavitù 2016, ha evidenziato un aumento rispetto allo scorso anno di 10 milioni di persone considerate schiavi moderni, un incremento del 28%.
(AP) (1/6/2016 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...