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lunedì 15 dicembre 2025

lo sgombero drammatico: da San Giorgio di Nogaro raggiunsero Portogruaro a piedi

 

Crocerossine al fronte: le sorelle Astuto nella ricerca di

 Alessandro Gradenigo

Le sorelle Astuto

San Pietro di Feletto, tra colline e archivi di famiglia, c’è una storia che porta dritto negli ospedali da campo della Prima guerra mondiale. È la vicenda delle sorelle Astuto, tre crocerossine impegnate in prima linea nella cura dei soldati feriti, raccontata oggi dallo storico per passione Alessandro Gradenigo, già geologo dell’Eni e residente proprio in queste zone. Il loro percorso è ricostruito nel volume “Le crocerossine Astuto. In prima linea nella Grande Guerra”, pubblicato da Gaspari Editore, dove la grande storia del fronte incontra la vita quotidiana di tre giovani donne decise a “servire” sotto la bandiera della Croce Rossa Italiana.

Si chiamavano MercedesDolores – detta “Lola” – e Adriana le tre sorelle che scelsero di diventare infermiere volontarie. A differenza di quanto accadeva di solito, furono inviate sempre insieme negli stessi treni ospedale, negli stessi nosocomi, negli ospedaletti da campo e nelle ambulanze chirurgiche, condividendo l’intero arco del conflitto. Di quegli anni terribili rimangono soprattutto le pagine dei diari personaliMercedes pubblicò nel 1935 il suo “I vivi, diario di guerra”, mentre il taccuino di Dolores, un piccolo block notes che copre i mesi tra agosto-ottobre 1917 e gennaio-febbraio 1918, finì a lungo dimenticato in un cassetto, per riemergere solo negli anni Sessanta, ritrovato dal figlio. Da questi testi, incrociati con le fotografie e i documenti di famiglia, nasce il lavoro di Gradenigo.

Le sorelle Astuto appartenevano a una famiglia di origine siciliana e di ascendenze nobili. In casa erano in cinque fratelli: oltre a MercedesDolores e Adriana, c’erano Riccardo, destinato a diventare governatore dell’Eritrea, e Giorgioingegnere civile morto al fronte nel 1917. La famiglia risiedeva a Roma, a pochi passi da Villa Borghese. Il padre, ufficiale della Regia Marina, fece carriera fino a lavorare anche presso il Ministero della Marina, mentre la madre proveniva da una famiglia napoletana di origine fiamminga. Un contesto che racconta l’intreccio tra borghesia colta, vita militare e apertura internazionale.

Allo scoppio della guerra, le tre figlie sentirono il bisogno di dare un contributo diretto. Come molte giovani del tempo, si iscrissero ai corsi per infermiere volontarie promossi dalla Croce Rossa Italiana, ma il padre pretese che venissero mandate sempre insieme, scelta affettiva e protettiva che oggi colpisce per la sua unicità. Nel volgere di pochi anni le crocerossine Astuto furono attive su diversi fronti: tra VicenzaAsiago, il CarsoRoncade – dove Dolores conobbe un ufficiale che sarebbe poi diventato suo marito – e Venezia, seguendo gli spostamenti delle truppe e delle strutture sanitarie.

Per Alessandro Gradenigo questa storia è il frutto di una ricerca cominciata quasi per caso. Dopo 35 anni di lavoro come geologo all’Eni, tra AfricaInghilterra e Norvegia, ha iniziato a dedicarsi in modo sistematico alla memoria familiare, partendo dal libro sul nonno Carlo Campariufficiale di cavalleria e gentiluomo di corte del duca d’Aosta. Proprio sfogliando i diari della duchessa d’Aosta, si è accorto che negli anni della guerra le tre sorelle venivano nominate di frequente, perché la duchessa, ispettice della Croce Rossa, effettuava continue ispezioni al fronte con l’auto dell’associazione. Da lì è iniziato un paziente lavoro di approfondimento, intrecciando fonti diverse.

Un passaggio decisivo è stato l’incontro a Cortina con la figlia di Dolores Astuto, che gli ha confidato come in casa non si fosse quasi mai parlato apertamente di quegli anni. Soltanto in un secondo momento è venuta alla luce una cassetta colma di fotografie e documenti, fra cui il diario di Dolores. Quel block notes non copriva l’intero periodo bellico, ma dalle pagine e dalle annotazioni è emerso che le sorelle scrivevano alla famiglia praticamente ogni giorno, ricevendo a loro volta una fitta corrispondenza. Nelle lettere da Roma e dalla casa al mare di Santa Marinella, località elegante tra le due guerre, la madre si preoccupava soprattutto di questioni pratiche, mentre il padreammiraglio della Regia Marina e membro del consiglio di amministrazione della Croce Rossa Italiana, si soffermava su notizie geopolitiche e aggiornamenti sul conflitto.

Dalle pagine dei diari e dalle foto dell’archivio Astuto Schiavetti prende forma il quadro del lavoro sanitario al fronte. Le tre sorelle operarono tra Schio, l’altopiano di AsiagoVermegliano sul Carso, fino a Cervignano del Friuli. Le loro parole raccontano corsie improvvisatetende mobili montate e smontate in fretta, ambulanze ben lontane da quelle di oggi, malati gravi da assistere con mezzi limitati. Descrivono anche le visite dei giornalisti, come quelli del Corriere della Sera, e l’arrivo di Arturo Toscanini, che si esibì per dare coraggio alle truppe: dettagli che restituiscono il clima di un fronte dove convivono sofferenzaorganizzazione militare e momenti di sospeso conforto.

Uno degli episodi più forti è datato 26-27 ottobre 1917. In quei giorni una corsia ospedaliera venne bombardata e arrivò l’ordine di sgomberare il campo. Alle sorelle fu intimato di rientrare a Roma, ma loro si rifiutarono, perché non volevano abbandonare i feriti. Nei diari è riportato lo sgombero drammatico: da San Giorgio di Nogaro raggiunsero Portogruaro a piedi, impiegando 24 ore per coprire pochi chilometri, sotto la pressione del ripiegamento e con l’urgenza di mettere in salvo chi poteva ancora essere spostato. Sono pagine che danno un volto concreto allo spirito di servizio di molte donne di quell’epoca.

La vicenda delle crocerossine Astuto mostra come la ricerca storica possa partire da una valigia dimenticata e da qualche fotografia, per poi aprire finestre su ciò che veniva considerato “storia minore”, ma che in realtà racconta molto del Primo conflitto mondiale. È interessante, osserva Gradenigo, confrontare il modo di scrivere delle sorelleMercedes, la maggiore, usa uno stile ampolloso e ricco di descrizioni, mentre Dolores preferisce un tono telegrafico, asciutto, che ricorda quello della stessa duchessa d’Aosta, fatta di brevi indicazioni più che di lunghe pagine narrative.

Sul fondo di tutto rimane il ruolo della Croce Rossa Italiana e delle sue volontarie. La duchessa d’Aosta era ispettrice del Corpo d’armata, con un grado equiparato a quello di un generale, e nel tempo arrivò a inventare i gradi per le crocerossine, rendendoli corrispondenti a quelli dell’esercito. In questo modo le infermiere non potevano essere maltrattate o prese sottogamba dai soldati, pena l’intervento della giustizia militare. La maggior parte delle crocerossine proveniva dalla borghesia e dalla nobiltà, poche dal popolo, e proprio in quegli anni prese forma una vera sanità d’emergenza, capace di organizzare in modo nuovo il soccorso ai feriti.

Per chi oggi visita le colline tra San Pietro di FelettoConegliano e l’altopiano di Asiago, il libro di Alessandro Gradenigo aggiunge un tassello prezioso alla lettura del paesaggio: dietro alle strade e ai paesi ci sono state anche le tende da campo di Mercedes, Dolores e Adriana, i loro passi nei corridoi degli ospedali militari, le cartoline spedite ogni giorno a Roma. La loro storia di donne al fronte nasce lontano, tra Villa Borghese e Santa Marinella, ma oggi passa anche per una casa di San Pietro di Feletto, dove diari, fotografie e documenti continuano a tenere viva la memoria delle sorelle Astuto, crocerossine in prima linea nella Grande Guerra.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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