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martedì 22 ottobre 2019

Agenzia Fides 22 ottobre

VATICANO - Mese Missionario Straordinario: al via il corso di formazione “Comunicazione è missione”
Roma (Agenzia Fides) – Formare operatori pastorali delle Chiese che appartengono alla giurisdizione di “Propaganda Fide” a una mentalità che consideri la comunicazione e i mass-media un’opportunità per la diffusione del Vangelo: questo l’obiettivo del corso di formazione dal titolo “Comunicazione è Missione”, promosso dalla Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce, in collaborazione con la Pontificia Unione Missionaria e con l’Agenzia Fides.
Scopo del corso, che è stato attivato in occasione del Mese Missionario Straordinario, è quello di fornire agli studenti, tutti dei Collegi internazionali gestiti dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (CEP), strumenti metodologici, teorici e pratici, sulla comunicazione multimediale per raccontare, storie, eventi ed esperienze in grado di rispecchiare e declinare le nuove frontiere della missione della Chiesa nel mondo contemporaneo.
“Abbiamo pensato di offrire un sostegno a quanti operano nelle Chiese che si trovano nei cosiddetti 'territori di missione', in Africa, Asia e America Latina, dove spesso si opera in condizioni di difficoltà”, riferisce all’Agenzia Fides donJosé Maria La Porte, Decano della Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce. Questo corso, infatti, si rivolge in modo particolare a sacerdoti, religiosi, seminaristi, dottorandi provenienti da Africa, Asia e Oceania e dai Vicariati Apostolici nelle Americhe legati alla CEP.
Le tecnologie della comunicazione stanno creando un ambiente digitale in cui l’uomo impara a informarsi, a conoscere il mondo, a stringere e mantenere in vita le relazioni, contribuendo a definire anche un modo di abitare il mondo e di organizzarlo. Per cui, “l’evangelizzazione non può non considerare questa realtà”, afferma La Porte. “La grande sfida della Chiesa, oggi - rileva - è quella di riuscire, attraverso queste tecnologie, a trasferire e inculturare il messaggio del Vangelo nel mondo digitale”.
Evangelizzare non significa “fare propaganda” del Vangelo: “La Chiesa in rete è chiamata non a una ‘emittenza’ di contenuti religiosi, ma a una condivisione del Vangelo”, osserva padre Fabrizio Meroni, Segretario generale della Pontificia Unione Missionaria e Direttore dell’Agenzia Fides. “L’intento di questo percorso accademico è quello di formare alla missione a partire da una considerazione del rapporto tra fede e mondo”, spiega padre Meroni. “Ciò che ci interessa – prosegue – è analizzare e approfondire questi nuovi modi di percepire la realtà legati alla digitalizzazione”. “La fede – rimarca – è il vero cammino, è la salvezza del mondo: la comunicazione, attraverso la conoscenza dei suoi strumenti e dei suoi linguaggi, può aiutarci a comprendere meglio la dimensione del mondo, nel contesto culturale in cui viviamo, e dunque a essere presenti con l'annuncio cristiano”.
Il programma didattico si articolerà in due semestri, da ottobre 2019 a maggio 2020, attraverso lo studio specifico e la sperimentazione dei linguaggi video, radio, web, fotografia e scrittura. I moduli saranno coordinati e condotti da docenti ed esperti della Pontificia Università della Santa Croce, da giornalisti di agenzie, testate nazionali e professionisti di radio e televisione. (ES) (Agenzia Fides 22/10/2019)
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Guarda la video-intervista a don José Maria La Porte e a p. Fabrizio Meroni sul canale Youtube dell'Agenzia Fides -> https://youtu.be/5Ki72Fj3Mzo
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AFRICA/GUINEA - Urge sostenere l’Africa nella lotta per la democrazia: appello di un missionario
Conakry (Agenzia Fides) – L’Onu, la società civile, diverse organizzazioni della comunità africana hanno condiviso e diffuso un appello in favore del dialogo politico in Guinea dopo le proteste di piazza e i disordini nel corso dei quali, pochi giorni fa, la polizia ha ucciso almeno nove persone. Il paese è praticamente bloccato, a Conakry sono stati registrati casi di sparizione e di violazione dei diritti umani. Nella capitale continuano le proteste contro il presidente Alpha Condé, in carica dal 2009, e il suo progetto di revisione costituzionale che aprirebbe la strada alla sua candidatura a un terzo mandato alle elezioni presidenziali del 2020.
Le ultime elezioni locali in Guinea si sono svolte nel 2005. Il turno successivo, previsto nel 2010, ha subìto una serie di rinvii, rispettivamente nel 2014, nel 2016 e nel 2017. Le elezioni si sono infine svolte il 4 febbraio 2018 coinvolgendo il Paese in continue tensioni e violenze.
“La lotta per la democrazia in Africa non deve essere la lotta di un solo popolo, ma quella di tutta l'Africa, di tutti i popoli africani senza distinzione”, commenta all’Agenzia Fides il missionario e teologo p. Donald Zagore, della Società per le Missioni africane. “Si tratta di una lotta per la pace, dunque per lo sviluppo. I popoli in Africa hanno sete e fame di sviluppo. La gente soffre a causa dell'incoscienza dei politici africani che rimangono protesi a proteggere i loro poteri politici. Le elezioni non devono essere una maledizione per l'Africa. Dobbiamo smettere di trasformare questo continente africano da culla a tomba dell'umanità,” insiste.
In Guinea sono presenti diversi gruppi etnici, i due principali sono i Malinké e i Peuhl, spesso protagonisti di scontri determinati da ragioni politiche. La maggior parte delle forze di sicurezza è di etnia Malinké e questo comporta che gli scontri maggiori avvengono di fatto tra le forze dell’ordine (Malinké) e la popolazione civile (di etnia Peuhl) durante le manifestazioni.
(AP) (22/10/2019 Agenzia Fides)
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AFRICA/RD CONGO - I missionari di Scheut celebrano il Mese Missionario Straordinario a Kinshasa
Risultati immagini per mese missionario kinshasaKinshasa (Agenzia Fides) - "La tradizione della lotta cristiana nella Repubblica Democratica del Congo è antica quanto la storia del cristianesimo", ha detto il professor Ndaywel durante una conferenza-dibattito organizzata dai missionari della Congregazione del Cuore Immacolata Maria (detti anche "Missionari di Scheut"), a margine della celebrazione del Mese Missionario Straordinario.
La conferenza, tenutasi venerdì 18 ottobre 2019, sotto la direzione del Centro di informazione e animazione (CIAM), aveva come tema "La Chiesa nel mezzo del villaggio: prospettive missionarie". Al centro della conferenza c’era l’analisi della Lettera Apostolica Maximum Illud e la contestualizzazione del messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2019. A questo è stata aggiunta una valutazione dell'impegno del Chiesa nel processo pre-elettorale ed elettorale del 2018, attraverso le attività del Comitato di coordinamento laicale (CLC).
Il primo oratore, p. Patience Mpayembe, religioso di St-Vincent de Paule, professore di Missiologia, ha parlato della necessità di comprendere la missione come paradigma della vita di ogni cristiano. Quindi ha invitato i partecipanti a un ministero pastorale profetico e a una conversione per passare da una Chiesa militante a una Chiesa evangelizzatrice. Il secondo oratore, il professor Ndaywel, moderatore del CLC, ha dimostrato che l'impegno del CLC nel sollecitare la classe politica congolese a lavorare per il bene comune è effettivamente un impegno missionario, nel senso che tutte le attività intraprese mirano a una conversione dei cuori dei politici, a beneficio di tutti nella società.
La congregazione del Cuore Immacolato di Maria, o dei Padri di Scheut, è una congregazione missionaria che lavora in Congo dal 1888. Il CIAM è il suo strumento di lavoro per l'animazione missionaria che include la formazione dei cristiani per il risveglio della coscienza, in vista di un mondo migliore, più giusto e più fraterno. In occasione della Giornata Missionaria Mondiale è stata inoltre organizzata un'animazione missionaria speciale nelle parrocchie dei padri di Scheut situati nella città di Kinshasa. (MPB) (Agenzia Fides 22/10/2019)
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ASIA/FILIPPINE - I Vescovi: occorre rispettare la dignità umana dei detenuti  
Manila (Agenzia Fides) - "Il governo e i funzionari delle prigioni hanno il dovere di trattare i detenuti con dignità": è l'appello diffuso tramite l'Agenzia Fides dal Vescovo Pablo Virgilio David, di Kalookan, che ha esortato: “Questa non è un'affermazione dei diritti, è un grido di misericordia. I detenuti non chiedono un trattamento speciale come quello che viene riservato ai detenuti più ricchi, nella prigione di New Bilibid a Muntinlupa. Chiedono solo di essere trattati come esseri umani" afferma Mons. David, che è Vicepresidente della Conferenza episcopale delle Filippine.
Il Vescovo nota che molti prigionieri hanno commesso reati relativamente minori, spesso in circostanze di grave povertà e disperazione, e "languiscono in prigione a causa della mancanza di istruzione, dell'assenza di assistenza legale, della povertà, a causa di un sistema giudiziario scadente". Spesso - aggiunge il Vescovo - "rimangono in prigione, molto tempo dopo che il loro periodo di detenzione è stato scontato" solo perché il loro numero di codice carcerario è stato scambiato con quello di qualcun altro, in un sistema corruttivo che premia chi ha i mezzi illegali "per abbreviare il loro periodo di detenzione”.
"Urge riformare il nostro sistema di gestione e della giustizia penale per far sì che sia fondato sulla giustizia riparatoria, come nella maggior parte delle società civili", ha detto. E ha aggiunto che, se i leader politici dichiarano apertamente che "i criminali non possono essere recuperati" e che "i tossicodipendenti non sono umani" o se i funzionari governativi incoraggiano apertamente la polizia a uccidere, "non ci si può aspettare che le forze dell'ordine abbiano comportamenti rispettosi della dignità umana". "Finiranno per comportarsi come criminali essi stessi. Agiranno con impunità. Non avranno scrupoli di coscienza sull'esecuzione sommaria dei trasgressori della legge o nell'infliggere forme orribili di abuso ai detenuti” nota Mons. David.
"Fino a quando nessun sistema di controllo riterrà le forze dell'ordine responsabili delle loro azioni, abuseranno del loro potere" avvisa. "Si proteggeranno anche a vicenda e i subordinati taceranno anche se sono pienamente consapevoli degli abusi commessi dai loro superiori, aspettando l' opportunità per emularli" prosegue.
Un problema per la democrazia e lo stato di diritto, rileva il Vescovo, nasce quando "le forze dell'ordine abdicano al proprio ruolo di proteggere i diritti umani dei cittadini, non hanno rispetto dei diritti umani e trattano i sostenitori dei diritti umani non come alleati ma come nemici, ha detto.
Secondo il rapporto di una Commissione governativa, le condizioni all'interno delle carceri sono in peggioramento: il sovraffollamento delle strutture carcerarie ha raggiunto il 612%, con una popolazione totale di 146mila detenuti, rispetto a una capacità di circa 21mila. Negli ultimi anni la popolazione carceraria è stata ingrossata per i casi della "crociata antidroga", lanciata dal Presidente filippino Rodrigo Duterte.
La Commissione ha reso noto anche l' aumento del numero di detenuti che hanno contratto malattie negli ultimi tre anni, date le carenti condizioni igienico sanitarie e il sovraffollamento. (SD) (Agenzia Fides 22/10/2019)


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ASIA/TURCHIA - Messaggio dI Erdogan alla manifestazione interreligiosa di solidarietà con i militari dell’operazione “Sorgente di pace”
Mardin (Agenzia Fides) - Rappresentanti qualificati delle comunità cristiane, ebraiche e musulmane presenti in Turchia hanno preso parte domenica 20 ottobre ad una iniziativa inter-religiosa ospitata nel Monastero siro ortodosso di Deyrulzafaran, il “Monastero dello Zafferano”, situato nei pressi della città di Mardin, sull’altopiano di Tur Abdin. L’incontro è stato concepito come momento condiviso di spiritualità e di riflessione comune, con l’attenzione rivolta al contesto dell’operazione militare “Sorgente di pace”, messa in atto dall’esercito turco nei territori della Siria nord-orientale. Le informazioni sull’iniziativa hanno trovato ampio spazio soprattutto sui giornali e media turchi schierati su posizioni nazionaliste e filo-governative. I presenti all’incontro hanno espresso sentimenti di vicinanza spirituale ai militari coinvolti nell’operazione, e anche ai profughi siriani fuggiti in territorio turco durante il conflitto, esprimendo anche l’auspicio che i rifugiati venuti dalla Siria possano tornare alle proprie case “il più rapidamente possibile”. I presenti all’incontro hanno anche letto insieme il messaggio ad hoc inviato loro per l’occasione dal Presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Come è noto, uno degli obiettivi dell’offensiva militare in Siria è quello di creare in territorio siriano un’area-cuscinetto dove poi trasferire una parte dei più di tre milioni di rifugiati siriani attualmente espatriati in territorio turco. Appare palese l’intento delle autorità turche volto a ottenere e pubblicizzare l’appoggio all’operazione ”Sorgente di pace”, espresso anche dalle comunità religiose non musulmane presenti in Turchia.
All’iniziativa hanno partecipato, tra gli altri, Korc Kasapoglu, Rappresentante del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, l’Arcivescovo armeno apostolico Sahak Masalyan, il Segretario del Rabbino Capo della Comunità Ebraica, Francois Yakan e il Mufti di Mardin Ismail Cicek, insieme a inviati delle comunità cristiane sire, assire e caldee. L’iniziativa interreligiosa è stata presieduta da Mor Philoxenus Saliba Ozmen, Metropolita siro ortodosso di Mardin e Diyarbakir. (GV) (Agenzia Fides 22/10/2019).
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AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi dopo le elezioni: rispetto del voto popolare, verifica degli indizi di frode, intervento degli osservatori internazionali
La Paz (Agenzia Fides) – Con le parole tratte dalla prima lettera a Timoteo (2,2) - "per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità" -, la Conferenza Episcopale della Bolivia chiama al rispetto della volontà del popolo, espressa nel voto di domenica scorsa, 20 ottobre. I boliviani si sono recati alle urne per scegliere democraticamente la loro guida politica (vedi Fides 14/10/25019), ma dopo i primi risultati non ufficiali, secondo cui si dovrebbe andare al ballottaggio fra Evo Morales e Carlos Mesa il 15 dicembre, il Tribunale elettorale ha interrotto lo spoglio con l'83,76% dei voti scrutinati, annunciando che, secondo un riconteggio ancora in corso, Morales avrebbe vinto al primo turno, avendo ottenuto un distacco di oltre dieci punti dal secondo candidato. Così la popolazione è scesa in piazza a manifestare e perfino membri della polizia si sono uniti ai manifestanti, eventi trasmessi e pervenuti a Fides attraverso i social media.
Di fronte a questa situazione, i Vescovi hanno espresso ieri sera la loro opinione: "Ci sembra di rilevare, insieme a molti cittadini, indizi di frode nei dati trasmessi, tra cui evidenziamo la totale assenza di coincidenza con il rapido conteggio effettuato dalla società Vía Ciencia, insieme alla sospetta interruzione del conteggio provvisorio dei voti nella notte post-elettorale, oltre a lamentele e immagini di eventi che sono al di fuori del rispetto della legalità”.
I Vescovi si uniscono alle dichiarazioni della OEA (Organizzazione degli Stati Americani) riguardo a questo modo antidemocratico di agire e chiamano ad intervenire gli osservatori internazionali, come l’Unione Europea, visto che proprio questa aveva fornito il sistema di conteggio rapido per la trasparenza dei fatti. "Chiediamo - concludono i Vescovi -, che il Supremo Tribunale elettorale eserciti la sua funzione costituzionale al servizio del popolo, della verità e della giustizia. Proprio per evitare focolai di violenza come quelli iniziati ad apparire questa notte".
(CE) (Agenzia Fides 22/10/2019)
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AMERICA/COLOMBIA - Sette riflessioni per votare per il bene comune
Bogotà (Agenzia Fides) – Domenica 27 ottobre i colombiani saranno chiamati a eleggere le amministrazioni dei Dipartimenti e dei Comuni per il periodo 2020-2023. I Vescovi, attraverso un comunicato della Presidenza della Conferenza Episcopale, pervenuto a Fides, propongono “Sette riflessioni per votare per il bene di tutti”, “per esercitare un voto responsabile, libero e consapevole che dia trasparenza al processo elettorale”.
In primo luogo i Vescovi mettono in evidenza l’importanza di queste elezioni per consolidare un progetto comune di paese, “tenendo conto delle situazioni e delle necessità proprie di ogni regione, dipartimento, municipio o località”. “Ricordiamo che la costruzione della pace e dello sviluppo integrale per i colombiani inizia prima di tutto nei territori”.
“Le elezioni sono opportunità per rafforzare o recuperare i valori che sostengono la vita sociale” prosegue il testo, indicando la solidarietà, l’amore per la patria, il rispetto degli altri, la verità. Inoltre sono occasione per rafforzare anche “le istituzioni che assicurano lo sviluppo armonico della persona e della società”, come la famiglia, la scuola, la forza pubblica...
“Il criterio fondamentale che ci deve guidare al momento di votare è quello di procurare il bene di tutti” ribadiscono i Vescovi, che sottolineano la necessità per i candidati di presentare “proposte chiare, fattibili e complete”, che rispondano alle sfide più urgenti del paese. “Le elezioni devono sostenere il lavoro per la riconciliazione e la convivenza pacifica – proseguono -. L’unità deve prevalere sul conflitto. Non permettiamo che le campagne elettorali e le votazioni aumentino le divisioni e le violenze. Appoggiamo candidati che favoriscano il rispetto dei diritti umani e l’unità dei cittadini”.
Nelle ultime due considerazioni il comunicato dei Vescovi sottolinea che il processo elettorale “perché realmente porti al bene comune, deve essere trasparente e limpido”, evitando quindi la corruzione, la compravendita dei voti, le frodi, l’alterazione dei risultati… Infine ribadiscono che “rinunciare di esercitare il diritto e il dovere di votare è negare un servizio alla giustizia e al progresso della nostra patria”. La riflessione della Conferenza episcopale è presentata attraverso un video, dal Segretario generale, Mons. Elkin Alvarez Botero, Vescovo ausiliare di Medellin. (SL) (Agenzia Fides 22/10/2019)
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OCEANIA/AUSTRALIA - Lotta alla povertà: impegno della società civile e delle comunità cristiane
Sydney (Agenzia Fides) –- Dare impulso alla campagna “Raise the Rate”, con cui si richiede al governo australiano l’aumento dei contributi ‘Newstart’, sussidi di disoccupazione riservati a chi non ha lavoro: era questo l’obiettivo della “Settimana anti-povertà”, che ha visto tante e diverse organizzazioni della società australiana, tra le quali associazioni cristiane come la Caritas, sensibilizzare sul tema della povertà in Australia.
“Crediamo che incoraggiare le persone indigenti o in difficoltà, e non incolparle, sia l’atteggiamento giusto nella lotta contro la povertà. I membri, i volontari e i dipendenti della ‘Società San Vincenzo de Paoli’ assistono ogni anno oltre 1,8 milioni di persone che vivono in condizioni di miseria: si tratta di un australiano su otto. Per questo, consideriamo la Settimana anti-povertà un importante strumento nella conoscenza del fenomeno dell'emarginazione e dell’indigenza in Australia”, riferisce, in una nota inviata all’Agenzia Fides, la “Società San Vincenzo de Paoli”, che nei giorni scorsi si è impegnata attivamente nello svolgimento della “Settimana anti-povertà” (13-19 ottobre 2019).
Per l’occasione, l’associazione caritativa ha organizzato una serie di eventi nelle comunità di tutta l'Australia, nelle metropoli come nei centri più piccoli. “Siamo quotidianamente in contatto con persone che vivono in difficoltà, sebbene siano destinatarie degli aiuti. Chiediamo ai nostri rappresentanti politici che ci sia un incremento della quota dei sussidi ‘Newstart’, per assicurare una vita dignitosa ed il soddisfacimento di bisogni di base a persone che fanno affidamento su di essi”, si legge nella nota inviata a Fides dai “Vinnies”, come si autodefiniscono i membri australiani della Società San Vincenzo de Paoli. “La nostra rete di sicurezza sociale dovrebbe garantire a tutti un tetto e del cibo sulla tavola ogni giorno. Forme di assistenza come i sussidi Newstart sono insufficienti: ad oggi la quota si aggira intorno ai 40 dollari al giorno e molte persone devono scegliere se utilizzarli per la spesa o per pagare l’affitto”, concludono.
L’Australia è uno dei paesi più ricchi del mondo, ma il 13,2% della sua popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, una cifra che include 739.000 bambini. In questo contesto, la Chiesa australiana fornisce un apporto significativo attraverso azioni caritative promosse dalla Commissione Giustizia e Pace dei Vescovi australiani, dalla Caritas nazionale e da una rete di associazioni attive nelle varie città del Paese. (LF) (Agenzia Fides 22/10/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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