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martedì 11 agosto 2015

Don Luigi Regeni

Come sono belli sui montii piedi del messaggero di lieti annunziche annunzia la pace,messaggero di bene che annunzia la salvezza,




Don Luigi Regeni è morto venerdì 7 agosto....è morto nella stagione dei distratti, come lo scriba che stava al mare...come altri che sono in vacanza in montagna o in collina o in un paese straniero. La notizia è corsa, con mezzi vari perfino a voce per conferma del messaggio precedente!Per rappresentare la sua vita, riassunta ieri da Mons. Mazzocato, Arcivescovo di Udine, ho pensato alla vita di un prete che ha lo scopo di parlare di Gesù di annunziarlo a tutti!! Alla fine degli anni 60, primi 70 si parlava di annunziare e testimoniare perfino in fabbrica, per strada, con la chitarra, in bar dappertutto! Ogni occasione era buona per ritrovare le pecore smarrite...e se non avesse avuto una brutta malattia da sconfiggere don Gigi avrebbe continuato ad essere un messaggero! Un bravo messaggero di lieti annunzi!

La parrocchiale di Zellina dove ha celebrato più spesso



Monte Lussari dove incontrare Maria











Dedicazione del Duomo di San Giorgio di Nogaro concelebra anche don Gigi
Anche Don Gigi al Santuario del Monte Lussari con l'oratorio Estivo


mercoledì 10 novembre 2010

Si conclude a Roma il giubileo per i 650 anni del Santuario mariano del Lussari, in Friuli

(fonte radiovaticana)


“La devozione del Friuli per Maria, Madre vicina, è all’origine del popolo friulano”. Si è espresso così l’arcivescovo di Udine, Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia della celebrazione da lui presieduta oggi a conclusione del giubileo straordinario della Madonna del Monte Lussari. Alla liturgia, svoltasi nella chiesa romana di Santo Spirito in Sassia, era presente anche quella miracolosa statuetta, rinvenuta da un pastore 650 anni fa su una vetta delle Alpi Giulie, a quasi 1800 metri di quota. “La Basilica di Aquileia – ha ricordato mons. Mazzocato - è dedicata all’Assunta e sono tanti i santuari mariani presenti nell’arcidiocesi di Udine, a partire da quello di Castelmonte, il più antico e noto”. Il santuario della Madonna del Lussari, venerata con il titolo di “Regina dei Popoli d’Europa”, sorge nella confluenza di terre abitate dai tre principali ceppi etnici europei: il ladino, il tedesco e lo slavo. Dopo la celebrazione, la miracolosa statuetta è stata portata in processione in Vaticano e Benedetto XVI l’ha voluta al suo fianco durante l’Udienza generale. (A cura di Federico Chiapolino)

lunedì 8 novembre 2010

La Madonna del Lussari in Vaticano



In occasione della chiusura del 650° anno giubilare del santuario di Monte Lussari, anche il Santo Padre Benedetto XVI dedicherà un particolare momento di venerazione alla statua  della Madonna di Monte Lussari che dal 1360 ispira la fede e la devozione dei fedeli del Friuli, della Slovenia e della Carinzia.

Questo 'storico' incontro avverrà mercoledì 10 novembre in Vaticano. Il Papa, infatti, presiederà l’udienza generale del mercoledì con a fianco la sacra statua che sarà portata a Roma dal rettore del Santuario diocesano della Madonna di Lussari e parroco di Camporosso , mons. Dionisio Mateucig.

Ad organizzare questo evento ecclesiale sarà il presidente del «Fogolâr Furlan» di Roma, Adriano Degano, che ha proposto al Pontefice tale momento di spiritualità nell’ambito dei festeggiamenti per i 60 anni del sodalizio culturale che a Roma promuove la cultura friulana e tiene uniti gli emigrati friulani.

La giornata del 10 novembre si aprirà alle ore 8 nella chiesa di S. Spirito in Sassia, vicina al colonnato di sinistra di piazza S. Pietro, con una S. Messa presieduta dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, che avrà al suo fianco l’arcivescovo emerito, mons. Pietro Brollo e l’arcivescovo  friulano mons. Diego Causero, nunzio apostolico nella Repubblica Ceca.

La liturgia sarà animata dalla Coro alpino “Ardito Desio”  di Palmanova. Quindi la miracolosa statua della Madonna  resterà esposta nella chiesa alla venerazione dei fedeli, fino a quando verrà portata in sala Nervi, a fianco del trono papale, per l’udienza generale del mercoledì, nel corso della quale il Papa avrà una particolare attenzione verso i presuli, le autorità e le comunità friulane presenti, soprattutto quella di Camporosso.



Fonte

lunedì 28 giugno 2010

L'anno giubilare del Monte Lussari

«Il monte Lussari resti prima di tutto oasi di spiritualità»   versione testuale
Oltre un migliaio alla celebrazione giubilare per i 650 anni del santuario mariano
CAMPOROSSO (28 giugno, ore 10) - Con una Santa Messa solenne al Santuario del Lussari concelebrata dall’Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, dal Vescovo di Gurk- Klagenfurt, mons. Alois Schwarz, dall’ Arcivescovo emerito di Lubiana, mons. Alojzij Uran, e dal Vescovo di Capodistria, Mons. Metod Pirih, si sono aperte domenica 27 giugno, al Santuario del Monte Lussari, le celebrazioni giubilari per i 650 anni  del santuario mariano.

Centinaia i fedeli sloveni, friulani e tedeschi presenti che hanno testimoniato, con i loro pastori, la secolare tradizione di fede che unisce questi tre popoli attorno a “questo luogo benedetto dalla natura e dalla grazia di Dio” come ha sottolineato l’arcivescovo di Udine nella sua omelia.
“650 anni di storia – ha detto mons. Mazzocato - ci invitano a rivolgere il nostro sguardo indietro, verso il passato, e vedere le lunghe file di pellegrini che, lungo i secoli, sono salite dal versante italiano, sloveno e austriaco fino alla miracolosa statuina della Madonna che, secondo la tradizione orale delle popolazioni del posto, si sarebbe fatta trovare da un giovane pastore. In mezzo a queste montagne caratterizzate dalle Pievi, il Santuario di Monte Lussari domina dall’alto sulle vallate e i paesi sottostanti dei tre versanti. I cristiani del XIV secolo hanno voluto porre Maria più in alto di ogni altra chiesa perché stendesse la sua protezione sulle popolazioni schiacciate da prove difficili”.
 
Anche oggi, ha aggiunto mons. Mazzocato, è importante tenere lo sguardo e il cuore rivolto in alto, “verso il monte per affidare alla Madre immacolata le nostre Chiese diocesane, le famiglie, le nuove generazioni, i malati e anziani, tutta la società”. E a tutti ha chiesto di impegnarsi perché questo monte resti, prima di tutto un luogo di preghiera e di raccoglimento interiore, meta di pellegrinaggi che salgono per affidarsi a Maria. “Sappiamo che Monte Lussari è anche luogo di grande bellezza naturalistica e di attrattiva turistica. Questo non ci dispiace purché resti prima di tutto il Monte del Santuario della Vergine Maria. In una società dove le persone vivono spesso con il fiato corto per i ritmi pesanti di vita vanno rispettate le oasi di spiritualità nelle quali l’anima può respirare e le persone possono riconciliarsi con se stesse e con Dio. Monte Lussari continua certamente ad essere una di queste grandi oasi, posta nel cuore dell’Europa; particolarmente ricca di tradizione cristiana e di fascino spirituale e, insieme, molto fragile nei suoi equilibri per cui chiede di essere valorizzata con molta delicatezza e rispetto”.

Concludendo la sua omelia l’arcivescovo di Udine ha sottolineato la speranza che il Santuario del Lussari continui ad essere punto di incontro tra i tre popoli che compongono il continente europeo: lo slavo, il germanico, il latino.
“Qui, uniti nella devozione alla Vergine Madre, nella preghiera e nelle celebrazioni fatte nell’armonia delle diverse lingue e tradizioni essi trovino quell’intesa profonda che può, poi, riverberarsi anche sul piano politico ed economico. Non dobbiamo dimenticare che l’unità dei popoli è il risultato, prima di tutto, di un’armonia di cuori e di grandi motivazioni comuni. Sono quelle radici cristiane della civiltà europea che certe correnti di pensiero e di governo osteggiano.

A Lussari, cantando e pregando con lingue e tradizioni diverse si vive un esempio di unità tra popoli e razze. Si è vissuta anche quando le barriere politiche erano talmente dure da essere paragonate a cortine di ferro.
Monte Lussari è un esempio che la Vergine Maria può ottenere la grazia di una rinnovata Pentecoste che fa sbiadire i motivi di differenza e di contrasto per suggerire invece una lingua comune che parte dalla preghiera e si diffonde nei rapporti quotidiani della vita”.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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