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mercoledì 25 marzo 2020

Agenzia fides 25 marzo 2020


 
News
 
EUROPA/ITALIA - “Oggi Don Orione siete voi, non più con la veste talare, ma con il vostro camice bianco”
 
Roma (Agenzia Fides) – “Don Orione ci ispira a vivere questo tempo di emergenza sanitaria e sociale con serietà, nel pieno rispetto delle norme e delle indicazioni pubbliche, ma anche con la fantasia della carità”. Lo scrive padre Tarcisio Vieira, Direttore generale dell’Opera Don Orione, in un messaggio inviato a tutti gli Orionini in questa situazione di pandemia da coronavirus. La Piccola Opera della Divina Provvidenza, fondata da San Luigi Orione, è impegnata nell'evangelizzazione con diversi tipi di apostolato, tra cui l’assistenza a malati, orfani, anziani, minorati fisici e psichici, in una trentina di nazioni di Europa, Africa, Asia e America.
In questi giorni di emergenza sanitaria sono mancati quattro membri della famiglia orionina: il 20 marzo è deceduto nell' ospedale di Novi Ligure Don Cesare Concas, 81 anni. Il 23 marzo all’ospedale di Tortona sono morte Suor Maria Ulisia (Evelina Felici), 86 anni, e Suor Maria Filomena (Rosaria Licitra), 98 anni. Sempre nell’ospedale di Tortona, il 24 marzo è deceduta Suor Maria Cristina (Hortencia Nicanora Fontes), nata a Maldonado (Uruguay), 91 anni.
Nella sua lettera padre Vieira informa, in mezzo a tante notizie tristi, di alcune “briciole” di bene. “Un sacerdote, l’unico “parente vicino”, che benedice una bara non lasciando mancare la preghiera della Chiesa. Un dottore, con tutti i suoi diplomi, che si mette a fare il servizio più semplice come quello di imboccare un anziano residente. Una dipendente che, nell’impossibilità della presenza del sacerdote (tutti in isolamento obbligatorio), “benedice” le bare mettendovi sopra un’immaginetta di San Luigi Orione. Un parroco che, in mattinata, fa il giro di telefonate tra i suoi parrocchiani, cercando di raggiungere particolarmente gli anziani isolati. Tanti laici che si “incontrano” nei media per pregare e sostenersi a vicenda. La Comunità del Santuario di Tortona, in quarantena, in preghiera davanti all’urna del Fondatore. I volontari che, nonostante il pericolo, continuano a preparare e a distribuire i pasti ai senza tetto. I seminaristi e i religiosi di Cordoba che fanno i turni per sostituire una parte del personale dipendente nell’assistenza ai residenti del Cottolengo. I chierici del Teologico che continuano a prestare il loro servizio nelle “docce vaticane” per aiutare i senza. fissa dimora”
In questa situazione inedita, gli Orionini si comportano come avrebbe fatto il Padre Fondatore, rileva il Direttore generale: “di fronte al continuo flusso di notizie, per non rimanere chiusi in un’emotività sterile, Don Orione ci invita a una compassione attiva”, privilegiando i poveri, “prendersi cura di loro è “prendersi cura di Gesù”. Nelle nostre strutture abbiamo tante persone in situazione di vulnerabilità, per cui è più importante che mai curare l’organizzazione e il coordinamento di tutte quelle iniziative che possono proteggerli”. Esortando a mantenere salda la fiducia nella Divina Provvidenza, che è nel nome dell’istituto, padre Vieira conclude con questa esortazione: “Dopo la crisi, ci sarà da correre per riavviare l’economia, ristabilire le scuole, riprogrammare le manifestazioni culturali e sportive e forse anche recuperare tutte quelle “feste” che si sono perdute. Non è che per caso ci dimenticheremo, ancora una volta, di quei valori imparati a caro prezzo? Tocca a noi, orionini, fare opera di accompagnamento e di formazione delle coscienze sulle priorità. Cominciamo già oggi a costruire il domani”.
Don Aurelio Fusi, direttore della Provincia "Madre della Divina Provvidenza" ha scritto una lettera agli operatori sanitari e agli amici del Centro Don Orione di Bergamo, un complesso socio-assistenziale diretto dagli Orionini che comprende 222 posti letto di RSA, 60 posti letto di Riabilitazione, 24 posti letto di persone in stato vegetativo persistente. “Da diversi giorni la vita di tutti è cambiata perché un nemico invisibile è venuto a stanziarsi in mezzo a noi. Di fronte a lui, voi e tutti noi, ci sentiamo impotenti” scrive don Fusi.
“Che fare, dunque? Dobbiamo arrenderci? C’è una luce in questa notte? Sì. La luce siete voi. Ho saputo - prosegue - che siete diminuiti perché alcuni di voi si sono ammalati, ma un drappello coraggioso, senza più badare ad orari, a ferie o ai diritti lavorativi, è presente ogni giorno per aiutare i nostri ammalati e per portare con la terapia, il conforto della presenza. Quanto vale per gli ammalati, vale ancor più per coloro che stanno passando al Signore”. “Carissimi amici, oggi Don Orione siete voi - conclude don Fusi - non più con la veste talare, ma con il vostro camice bianco. Oggi, il riflesso del volto di Don Orione siete voi che accompagnate le terapie con una parola di conforto e con uno sguardo amico. Vi ringrazio per la vostra presenza e per i vostri sacrifici. Verranno ricompensati dal Signore che è grande nell’amore”. (SL) (Agenzia Fides 25/03/2020)
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AFRICA/GIBUTI - Il Vescovo di Gibuti: “Il nemico Covid è arrivato, la Caritas riduce gli aiuti”
 
Gibuti (Agenzia Fides) – “Qui a Gibuti è arrivato il nemico: ci sono due casi accertati”, scrive all’Agenzia Fides mons. Giorgio Bertin, Vescovo di Gibuti. “La nostra cattedrale è chiusa da sabato scorso: solo la decina di noi che viviamo all'interno del compound continuiamo a celebrare la Messa. Abbiamo cominciato a trasmettere su Facebook le Messe di giovedì, sabato e domenica sera, oltre alla Via Crucis del venerdì sera. I fedeli hanno capito e apprezzano l'importanza di queste iniziative”, continua il vescovo. “Mancano i volontari per il servizio che offriamo con la nostra Caritas Gibuti ai bambini di strada e siamo stati costretti a ridurre le attività. Potrebbero soffrire molto i più poveri. Tra le misure preventive disposte dalle autorità locali è stato chiuso l'aeroporto ed è stata interrotta la linea ferroviaria verso l'Etiopia. Inoltre il personale di servizio ritenuto non essenziale deve essere lasciato a casa, scuole chiuse da venerdì scorso. Anche le moschee sono chiuse.”
“La situazione non è così tragica – aggiunge mons. Bertin - ma bisogna stare in guardia perché le strutture sanitarie di qui sono veramente fragili. Coraggio a voi a Roma e in Italia”, conclude.
Il Ministero della Sanità locale ha istituito un numero verde per informare la popolazione in merito alle misure igieniche da osservare e al quale rivolgersi in caso di necessità di un team medico. Ogni giorno le autorità sanitarie inviano un messaggio su ciascun numero locale con le misure di prevenzione da seguire.
Le autorità sanitarie civili e militari hanno unito le forze per rafforzare il controllo sanitario ai punti di arrivo e allestire l’ospedale di Bouffard per la quarantena oltre ad un centro di cura per casi gravi nell’ospedale di Arta.
(GB/AP) (25/3/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Covid-19: le radio cattoliche mobilitate per permettere ai fedeli di seguire da case la Messa
 
Abidjan (Agenzia Fides) – I Vescovi della Costa d'Avorio nella loro dichiarazione del 17 marzo sulle misure di protezione dal coronavirus avevano dato ai fedeli una serie di raccomandazioni, come il divieto di riunione di più di 50 persone, e la sospensione di Via Crucis, pellegrinaggi e catechesi (vedi Fides 18/3/2020). Per quanto riguarda le Celebrazioni eucaristiche, la Conferenza Episcopale ha proposto che ogni diocesi le organizzi in modo responsabile nel rispetto gli standard stabiliti dal governo nel combattere COVID-19.
Per venire incontro alle necessità spirituali dei fedeli i Vescovi hanno chiesto ai media cattolici di trasmettere Messe e altre devozioni. Seguendo questa raccomandazione, Radio Nationale Catholique de Côte d’Ivoire (RNC) ha preso accordi per consentire ai fedeli di vivere la Messa ogni giorno.
"Abbiamo stabilito legami con alcuni dei sacerdoti in modo che vi sia ogni giorno la trasmissione della Messa alle 6.15, alle 12 e alle 18, mentre le Messe domenicali verranno trasmesse in diretta la domenica alle 7, alle 9 e alle 11” ha detto p. Emile Vangah, Direttore generale della RNC. L’emittente proporrà inoltre ai suoi utenti l’ascolto di devozioni spirituali, Via Crucis e una novena di preghiera. "Sulle antenne della nostra radio, viene trasmessa ogni venerdì a mezzogiorno e alle 17 la Via Crucis. Oltre a ciò, proponiamo una novena di preghiera che abbiamo chiamato 'Novena a Nostra Signora di Lourdes per la Salute dei Malati’ perché noi pensiamo e crediamo che la Beata Vergine di Lourdes può aiutare i malati”. La novena si terrà dal 1° aprile fino all’8 aprile.
Oltre a RNC altri media cattolici offrono trasmissioni e Messe ai fedeli per continuare a nutrire la loro fede.
Per contenere la diffusione del Coronavirus il governo ivoriano il 16 marzo ha adottato 13 misure; tra queste, la sospensione per un periodo di 15 giorni rinnovabile a partire dal 16 marzo, dell'ingresso nel Paese di viaggiatori non ivoriani provenienti da Paesi con oltre 100 casi confermati di malattia da Coronavirus, la chiusura di tutti gli istituti di istruzione prescolare, primaria, secondaria e superiore per un periodo di 30 giorni, il divieto di raduni di oltre 50 persone. (S.S.) (Agenzia Fides 25/3/2020)
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ASIA/LIBANO - «Che Maria protegga il mondo». Cristiani e musulmani pregano insieme nella festa dell’Annunciazione
 
Beirut (Agenzia Fides) – Quest’anno cristiani e musulmani libanesi non potranno incontrarsi nelle piazze e nelle chiese per venerare insieme la Vergine Maria nella solennità mariana dell’Annunciazione del Signore, proclamata fin dal 2010 festa nazionale nel Paese dei Cedri. Le disposizioni emanate da istituzioni politiche e religiose per frenare la pandemia del coronavirus comportano la cancellazione di ogni evento che comporti assembramenti di persone. Per questo, ha preso forma in maniera spontanea una iniziativa per celebrare comunque la Vergine Maria nelle condizioni di restrizione e isolamento in cui si trova a vivere la popolazione libanese ai tempi della pandemia: cristiani e musulmani, ognuno nella propria casa, affacciandosi alla finestra o uscendo sul proprio balcone, potrà recitare insieme una preghiera alla Vergine diffusa in tutto il Paese attraverso le reti sociali dalla Fondazione Aydan, la nota associazione di promozione del dialogo e del pluralismo religioso inaugurata nel 2007 dal sacerdote Fadi Daou. «In occasione della festa dell’Annunciazione, e viste le restrizioni sanitarie» si legge nel messaggio diffuso da Aydan «recitiamo tutti insieme, dai balconi, con le candele accese, alle ore 19, la preghiera islamo-cristiana dedicata alla Vergine».
Si tratta di una preghiera composta ad hoc per la Festa dell’Annunciazione di questo anno 2020, che vede trutto il mondo afflitto dalla pandemia del coronavirus
La preghiera, composta da una invocazione iniziale e da cinque strofe, e letta in un video diffuso in rete da ???, nota “voce narrante” nazionale, è tutta intessuta di formule e parole familiari tratte dal lessico spirituale proprio del cristianesimo e da quello proprio dell’islam. L’orazione invoca Dio Signore del Creato e dell’umanità, che ha «scelto la Vergine Maria» e l’ha «prediletta tra tutte le donne del mondo», inviando l’angelo «che ha portato a Lei l’annuncio che noi oggi celebriamo insieme, cristiani e musulmani». La preghiera implora Dio «onnipotente e misericordioso», che ama «tutto il popolo» e ha regalato a tutti «il dono della vita» di salvarci «dal rischio di questa pandemia» e di aiutare tutti trovare nella Madonna «un modello per le nostre vite, da seguire per alimentare la condivisione nei tempi di tribolazione, affidandosi alla sua provvidenza per non «cedere alla paura o alla propria presunzione». Nel testo della preghiera, si invoca anche Dio come «Colui che aiuta» (uno dei cento nomi di Dio presenti nel Corano), implorandolo di soccorrere i malati, i medici e i sanitati che curano le vittime della pandemia.
In Libano, l’odierna solennità mariana dell’Annunciazione del Signore è stata proclamata Festa nazionale fin dal 2010. Negli ultimi anni si era registrato il moltiplicarsi di iniziative in cui cristiani e musulmani condividono insieme, in occasione di tale festa, atti di venerazione nei confronti della Vergine Maria. Lo Sheikh sunnita Mohamad Nokkari, professore di diritto islamico a Beirut, Dubai e Strasburgo, ha raccontato all’agenzia Fides il percorso che ha in Libano ha condotto crisriani e musulmani a valorizzare la condivisa venerazione verso Maria come fattore di coesione sociale e nazionale (vedi Fides 25/3/2020). La scelta della data per far celebrare Maria da cristiani e musulmani cadde sulla festa dell’Annunciazione, anche perché l’Annuncio dell’Angelo a Maria è raccontato sia nel Vangelo che nel Corano, che ne parla in due Sure diverse. Maria è l’unica donna citata per nome nel Corano ben 34 volte (mentre il nome di Maria appare nei Vangeli 19 volte).
La prima celebrazione islamo-cristiana della festa dell’Annunciazione fu ospitata nel santuario libanese di Nostra Signora di Jamhour, nel 2007. I leader politici rimasero impressionati dall’iniziativa, e nel 2010 il premier Saad Hariri, musulmano sunnita, proclamò festività nazionale il 25 marzo, giorno in cui si celebra l’Annunciazione. (GV/PR) (Agenzia Fides 25/3/2020).
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ASIA/AFGHANISTAN - Il paese è impreparato ad affrontare la crisi del Coronavirus
 
Kabul (Agenzia Fides) - “Le strutture sanitarie dell’Afghanistan non sono in grado di poter affrontare una pandemia come quella del Covid-19. Al momento è in difficoltà persino l’Occidente, quindi possiamo solo lontanamente immaginare cosa potrebbe accadere in una situazione come quella afghana: le attrezzature sanitarie, fatta eccezione per le città, sono carenti e sarebbe oggettivamente difficile non solo far applicare, ma anche semplicemente comunicare tutte le misure di sicurezza che in questo momento si seguono in Italia. Sarebbe un’impresa riuscire a fermare la vita di un villaggio e farvi arrivare degli aiuti. Riesco difficilmente a immaginare Kabul completamente bloccata”. E’ il commento rilasciato all’Agenzia Fides dal Barnabita p. Giuseppe Moretti, missionario in Afghanistan dal 1990 al 2015, che valuta le conseguenze di una eventuale espansione dei contagi da Coronavirus nel paese asiatico.
A peggiorare la già precaria situazione sanitaria, rileva il Barnabita, vi è l’instabilità del governo, caratterizzato dal dualismo tra il presidente eletto Ashraf Ghani e il suo avversario Abdullah Abdullah, entrambi autoproclamatisi vincitori delle ultime elezioni: “Mi chiedo chi dovrà le decisioni in un’eventuale crisi sanitaria. La speranza è che, di fronte a questo problema, possano trovare una soluzione unitaria. Ci auguriamo, inoltre, che i talebani abbiano quel minimo di umanità che permetta l’aiuto e le cure agli ammalati ”.
Proprio alcuni giorni fa, il movimento Taliban ha fatto sapere che non ostacolerà l’accesso di personale delle organizzazioni internazionali impegnate contro la diffusione del Covid-19 in Afghanistan.
Secondo quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 34 le persone affette da Coronavirus in Afghanistan. Gli ultimi casi riguardano due diplomatici e quattro militari italiani e c’è il primo caso accertato nella capitale Kabul. Nel paese manca la consapevolezza del rischio legato alla pandemia. Come racconta all’Agenzia Fides il venticinquenne leader del movimento ambientalista “Friday For Future - Afghanistan”, Qais Murshid, infatti, “i primi casi afghani sono stati probabilmente importati dall’Iran: il confine è attraversato quotidianamente da circa 15mila persone, ma qui sono in molti a non aver ancora preso il problema sul serio”. (LF-PA) (Agenzia Fides 25/3/2020)
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ASIA/INDIA - I cristiani in India: aiutare i più poveri in tempi di blocco della nazione per il Covid-19
 
New Delhi (Agenzia Fides) - E'urgente prendersi cura dei più poveri durante i 21 giorni di blocco totale della nazione, imposto dal governo fino al 14 aprile, come misura per contenere la diffusione di COVID-19. Lo affermano i laici cristiani all'indomani dell'annuncio del primo ministro, Narendra Modi: per i prossimi 21 giorni, 1, 3 miliardi di cittadini indiani, quasi un quinto della popolazione mondiale dovrebbe "dimenticare cosa significa uscire". L'ordine di rimanere a casa per tre settimane mira a prevenire un disastro per la salute pubblica, ha detto, mentre al 25 marzo, il numero di casi di coronavirus è superiore a 469 infezioni e i decessi sono 11.
Il governo ha già introdotto misure rigorose per frenare la trasmissione locale in un paese in cui milioni di cittadini vivono in condizioni densamente popolate con carenti strutture igienico-sanitarie. Attualmente ci sono solo 40.000 ventilatori in India. Oltre 1,8 milioni di persone in tutto il paese vengono monitorate perché hanno mostrato sintomi della malattia, o sono state esposte a casi confermati. Si teme che le basse cifre del contagio siano legate alla mancanza di test, dato che solo 17.000 tamponi sono stati effettuati finora. Secondo gli esperti, il virus è diffuso in quasi tutti gli stati dell'India. “Se non saremo in grado di gestire questa pandemia nei prossimi 21 giorni, il Paese e la tua famiglia saranno arretrati di 21 anni. Se non saremo in grado di gestire i prossimi 21 giorni, molte famiglie saranno distrutte per sempre ", ha detto Modi nel suo messaggio.
Il blocco avrà un impatto devastante sui 300 milioni di indiani che vivono al di sotto della soglia di povertà e sopravvivono in base ai guadagni giornalieri. Il ministro delle finanze indiano Nirmala Sitharaman ha promesso l'adozione di uno specifico pacchetto di aiuti, destinato alle fasce meno abbienti.
In tale quadro i cristiani hanno fatto appello al governo affinché si prenda cura dei bisogni dei poveri. "Il blocco è necessario, ma non è chiaro è come sopravviveranno i poveri, gli emarginati, quanto vivono alla giornata. Milioni di poveri non hanno frigoriferi per conservare il cibo. Come sopravviveranno quelle famiglie? Come compreranno il cibo e dove lo compreranno?", dice a Fides Mathew George, un leader cristiano. George suggerisce di attivare una rete di organizzazioni per provvedere alle e necessità di persone indigenti, migranti, i lavoratori a giornata.
Padre Augustine Singh dell'arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar nello stato di Orissa, nell'India orientale, rileva a Fides : “Queste misure sono per il benessere della nazione. Dobbiamo collaborare e perseverare. Quindi, decidiamo di restare a casa". E Michael Pereira, laico cattolico, dichiara: “Ora è un momento critico per la nostra nazione, possiamo pregare da casa, ma evitare la diffusione di questa pandemia è di massima priorità. Preghiamo tutti il ​​nostro Signore per un calo della trasmissione del virus".
Sima Ranjit, un avvocatessa cattolica, aggiunge: “La preoccupazione riguarda soprattutto la sopravvivenza per migliaia di persone povere e per quanti vivono soli a casa". (SD-PA) (Agenzia Fides 25/3/2020)
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AMERICA/EL SALVADOR - Nel 40 anniversario di San Romero, la testimonianza dei fedeli attraverso i social media
 
San Salvador (Agenzia Fides) – El Salvador ha celebrato ieri il 40° anniversario del martirio di San Oscar Arnulfo Romero, assassinato il 24 marzo 1980 nella cappella dell'ospedale Divina Provvidenza mentre celebrava la messa. Nel 1994 il suo successore come Arcivescovo di San Salvador, Mons. Arturo Rivera y Damas, iniziò il suo processo di beatificazione. Nel 2000 la Congregazione per la Dottrina della Fede iniziò lo studio di tutti i discorsi di Romero. Nel 2005 il postulatore della causa, il Vescovo italiano Vincenzo Paglia, assicurò pubblicamente che "Romero non era un Vescovo rivoluzionario, ma un uomo della Chiesa, del Vangelo e dei poveri".
La causa di beatificazione di Romero infatti è stata bloccata per anni. Riprese sotto il pontificato di Papa Francesco nel 2013, e nel 2015 venne approvato il decreto che riconosce il martirio di Romero per "odio della fede" e quindi la sua beatificazione il 23 maggio 2015. Il decreto con il riconoscimento del miracolo avvenuto per intercessione del Beato Monsignor Romero è stato firmato da Papa Francesco il 7 marzo 2018, e ha aperto le porte alla sua canonizzazione, insieme a quella del Beato Paolo VI, di due sacerdoti, due religiose e un laico, il 14 ottobre 2018 a Roma. La liturgia della canonizzazione si svolse in piazza San Pietro, presieduta da Papa Francesco. Contemporaneamente, nel suo paese natale, si tenne una veglia per vivere la canonizzazione del primo Santo di El Salvador.
Questa nota sul 40° anniversario della morte del Santo salvadoregno, è arrivata a Fides insieme ad un video che presenta la testimonianza di gente comune, fedeli di tutto il paese, che vivono sull'esempio di colui che "è stato la voce di chi voce non ne ha avuta mai". La Messa di questo anniversario è stata celebrata dall'attuale Arcivescovo di San Salvador, Mons. José Luis Escobar Alas, sulla tomba di Mons. Romero e trasmessa in diretta Facebook per tutta la popolazione e i fedeli che non hanno potuto recarsi sulla sua tomba per l'emergenza sanitaria che colpisce anche questo paese.
(CE) (Agenzia Fides, 25/03/2020)

giovedì 3 dicembre 2015

Bollettino Fides News del 2 dicembre 2015

VATICANO - Papa Francesco: “tante suore, tanti preti, tanti religiosi bruciano la vita per annunciare Gesù Cristo”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Nell’udienza generale di mercoledì 2 dicembre, il Santo Padre Francesco si è soffermato sulla sua visita pastrorale in Africa, appena conclusa, dedicando parte del suo discorso ai missionari. Queste le sue parole: “Vorrei dire una parola sui missionari. Uomini e donne che hanno lasciato la patria, tutto… Da giovani se ne sono andati là, conducendo una vita di tanto tanto lavoro, alle volte dormendo sulla terra. A un certo momento ho trovato a Bangui una suora, era italiana. Si vedeva che era anziana: “Quanti anni ha?”, ho chiesto. “81” – “Ma, non tanto, due più di me”. - Questa suora era là da quando aveva 23-24 anni: tutta la vita! E come lei, tante. Era con una bambina. E la bambina, in italiano, le diceva: “Nonna”. E la suora mi ha detto: “Ma io, proprio non sono di qua, del Paese vicino, del Congo; ma sono venuta in canoa, con questa bambina”. Così sono i missionari: coraggiosi. “E cosa fa lei, suora?” – “Ma, io sono infermiera e poi ho studiato un po’ qui e sono diventata ostetrica e ho fatto nascere 3.280 bambini”. Così mi ha detto. Tutta una vita per la vita, per la vita degli altri. E come questa suora, ce ne sono tante, tante: tante suore, tanti preti, tanti religiosi che bruciano la vita per annunciare Gesù Cristo. E’ bello, vedere questo. E’ bello.
Io vorrei dire una parola ai giovani. Ma, ce ne sono pochi, perché la natalità è un lusso, sembra, in Europa: natalità zero, natalità 1%. Ma mi rivolgo ai giovani: pensate cosa fate della vostra vita. Pensate a questa suora e a tante come lei, che hanno dato la vita e tante sono morte, là. La missionarietà, non è fare proselitismo: mi diceva questa suora che le donne mussulmane vanno da loro perché sanno che le suore sono infermiere brave che le curano bene, e non fanno la catechesi per convertirle! Rendono testimonianza; poi a chi vuole fanno la catechesi. Ma la testimonianza: questa è la grande missionarietà eroica della Chiesa. Annunciare Gesù Cristo con la propria vita! Io mi rivolgo ai giovani: pensa a cosa vuoi fare tu della tua vita. È il momento di pensare e chiedere al Signore che ti faccia sentire la sua volontà. Ma non escludere, per favore, questa possibilità di diventare missionario, per portare l’amore, l’umanità, la fede in altri Paesi. Non per fare proselitism o: no. Quello lo fanno quanti cercano un’altra cosa. La fede si predica prima con la testimonianza e poi con la parola. Lentamente”. (SL) (Agenzia Fides 3/12/2015)
EUROPA/SPAGNA - Campagna in aiuto ai rifugiati per garantire riparo, cibo, vestiario, farmaci, assistenza psicologica, istruzione e cura pastorale
Siviglia (Agenzia Fides) – Secondo i dati delle Nazioni Unite, attualmente nel mondo ci sono 60 milioni di sfollati, la Siria è il primo Paese di provenienza. Molti di loro si sono imbarcati in viaggi estenuanti verso altri Paesi ma per la maggior parte si tratta di sfollati interni. Lo stesso accade in altri luoghi come Repubblica Centroafricana, Sud Sudan, Libano, Nigeria o Ucraina. Per dare una mano concreta a queste povere vittime, la fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre ha lanciato la campagna 'Una Chiesa di campagna con i rifugiati all’origine’ per continuare a garantire ai rifugiati e agli sfollati nel mondo assistenza umanitaria e pastorale della Chiesa. Nel corso di quest’ultimo anno ACS ha destinato grandi cifre affinchè la Chiesa locale offra riparo, cibo, vestiario, farmaci, assistenza psicologica, istruzione e cura pastorale. Sostiene inoltre sacerdoti, religiosi e missionari impegnati in questo lavoro. (AP) (3/12/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/SUDAFRICA - “Molto di quello che ha detto Papa Francesco riguarda tutta l’Africa” afferma il Card. Napier
Roma (Agenzia Fides) - “Sono assolutamente convinto che la visita del Papa in Kenya, Uganda e Repubblica Centrafricana avrà un impatto sull’intera Africa” dice all’Agenzia Fides il Card. Wilfrid Fox Napier, Arcivescovo di Durban (Sudafrica), che si trova a Roma per la XIX Assemblea Plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. “Quello che il Santo Padre ha detto in quei tre Paesi riflette molto di quello che, come africani, avremmo voluto sentire dal Papa. Per esempio il suo appello alla pace, il suo invito a prendersi cura dei malati, dei poveri e degli emarginati, riflette molto di quello che vorremmo vedere accadere nei nostri Paesi. Se il Papa dovesse venire in Sudafrica certamente gli chiederemmo di fare questo”.
“Un altro aspetto importate di questa visita - prosegue il Cardinale - è il ruolo che Papa Francesco ha riconosciuto ai laici, in particolare ai catechisti. La maggior parte dei catechisti sono uomini, e i catechisti possono essere un modello positivo per i giovani e i giovani adulti. Questo è molto importante in Sudafrica dove gli uomini non hanno dei buoni modelli da seguire” sottolinea il Cardinale.
Il Sudafrica registra uno dei tassi mondiali più alti di violenze sessuali e ultimante si sono registrati anche gravi incidenti xenofobi contro le popolazioni immigrate. A questo proposito il Card. Napier dice: “ora la situazione appare calma, ma il problema delle violenze xenofobe non è stato risolto ed è stato nascosto sotto il tappeto, pronto a riesplodere. Alcuni interventi sono stati fatti, ma quando gran parte della popolazione vive nell’indigenza sorge la tentazione di attaccare le persone ancora più svantaggiate. Non abbiamo sentito di attacchi contro immigrati provenienti da India o Pakistan, che gestiscono attività commerciali, ma abbiamo visto come sono stati colpiti migranti provenienti da altri Paesi africani, che in genere sono completamente indifesi. Comunque si stanno facendo sforzi ad ogni livello per impedire il ripetersi di questi incidenti”.
Il Card. Napier conclude con questa considerazione: “L’Africa possiede risorse enormi, non ultime quelle umane. La corruzione che porta al cattivo uso di queste risorse danneggia fortemente gli abitanti del continente. Dobbiamo lavorare per far sì che la nostra classe dirigente sia pervasa dal senso dell’integrità morale, dell’onestà e soprattutto dal sentimento di doversi prendere cura dei poveri. Penso che il cristianesimo abbia un importante messaggio da offrire”. (L.M.) (Agenzia Fides 3/12/2015)
AFRICA/CONGO RD - “Non siamo agitatori, ma Pastori preoccupati per il loro Paese” affermano i Vescovi
Kinshasa (Agenzia Fides) - “Nessuno ha il diritto di decretare il silenzio totale su qualsiasi persona che esprima la propria opinione o prenda la parola in uno Stato che si dice democratico” afferma un comunicato dei Vescovi della Repubblica Democratica del Congo, segnando una nuova tappa nello scontro con il Presidente Joseph Kabila, sospettato di voler modificare la Costituzione per ottener un terzo mandato nelle elezioni del 2016, o di cercare di ritardare il voto per prolungare il suo potere. Il 24 novembre il Comitato Permanente della CENCO aveva pubblicato un comunicato nel quale si denunciavano “le restrizioni delle libertà individuali, l’aumento delle repressioni e delle intimidazioni” (vedi Fides 27/11/2015).
Nel messaggio del 3 dicembre, pervenuto a Fides, i Vescovi ricordano ora che “il comitato permanente della CENCO non è un ufficio qualunque. È un’assemblea composta da Arcivescovi e Vescovi che presiedono differenti Commissioni della Conferenza episcopale. (…) I suoi membri non sono degli agitatori, ma dei Pastori, che hanno a cuore il Paese e il buon funzionamento delle istituzioni”. Nel loro messaggio del 24 novembre i Vescovi avevano fatto riferimento all’art. 64 della Costituzione congolese che afferma: “ogni congolese ha il dovere di fare fronte a qualsiasi individuo o gruppo di persone che prenda il potere con la forza o che l’eserciti in violazione delle disposizioni della Costituzione”.
“L’interpretazione che viene data all’articolo 64 mette il cittadino di fronte alle sue responsabilità afferma il messaggio -. Nessuno tra i Vescovi intende rovesciare il regime vigente. I Vescovi chiedono il rispetto della Costituzione e dei termini costituzionali per le elezioni; questo non può essere considerato come un appello a sollevare la popolazione contro il regime” conclude il comunicato. (L.M.) (Agenzia Fides 3/12/2015)
ASIA/FILIPPINE - I poveri aiuteranno il Card. Tagle ad aprire la Porta santa della Cattedrale di Manila
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Avere misericordia nell'Anno Santo significa per ogni uomo aprire e gli occhi e le orecchie per vedere e ascoltare i poveri. Ma non è abbastanza: bisogna agire per loro e cambiare il proprio stile di vita”: lo ha detto all’Agenzia Fides il Card. Luis Antonio Tagle, Arcivescovo di Manila, a margine della Assemblea plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in corso in Vaticano. Riferendosi al contesto filippino, segnato dalla concentrazione della ricchezza nazionale nelle mani di poche famiglie, il Card. Tagle ha detto: “Misericordia significa rivedere la propria vita nell'ottica della condivisione e di una equa distribuzione delle ricchezze”.
Con questo spirito, ha informato che il rito di apertura della Porta Santa che si terrà il 9 dicembre a Manila, avrà una dimensione e una presenza speciale: quella dei poveri che aiuteranno il Cardinale a spingere i battenti della Porta, in un gesto che intende simboleggiare “l’attenzione preferenziale” agli emarginati e agli indigenti nell'Anno Santo. Come rimarca una nota dell’Arcidiocesi di Manila inviata a Fides, durante l'Anno Santo la Chiesa locale aprirà uno speciale fondo per l’assistenza ai malati e agli anziani bisognosi, che non possono permettersi di coprire le spese di assistenza sanitaria. Sarà potenziato anche il servizio della Caritas Manila che ha già in piedi programmi di istruzione per i bambini di famiglie meno abbienti e piani di aiuti umanitari per le vittime di disastri naturali che si sono abbattuti sul paese negli ultimi anni. (PA) (Agenzia Fides 3/12/2015)
ASIA/IRAQ - Nuovo appello del Patriarcato caldeo sulla modifica della legge sull'islamizzazione dei minori
Baghdad (Agenzia Fides) – Una nuova lettera-appello è stata rivolta ai rappresentanti del Parlamento iracheno dal Patriarca di Babilonia dei caldei, Louis Raphael I, per sollecitarli a rompere gli indugi e superare le eventuali resistenze poste alla già approvata modifica della legge che attualmente dispone il passaggio automatico alla religione islamica dei figli minori, quando accade che uno dei due genitori non musulmani si converte all'islam.
Nella lettera, diffusa dei media ufficiali del Patriarcato caldeo e pervenuta all'Agenzia Fides, il Patriarca caldeo ricorda che i bambini cristiani, sabei, mandei e yazidi non vogliono diventare musulmani nel caso che un loro genitore si converta all'islam, e cita tutti gli articoli della Costituzione che affermano e tutelano l'uguaglianza tra i cittadini, come l’articolo 37/2 ("Lo Stato garantisce la protezione dell'individuo dalla coercizione  intellettuale, politica e religiosa") e l'articolo 42 ("ogni individuo deve godere della libertà intellettuale, di coscienza e di fede"). Nella lettera del Patriarca viene citata anche la raccomandazione del Corano secondo la quale "non c'è obbligo nella religione".
"I cristiani – scrive il Primate della Chiesa caldea “partecipano ai riti religiosi islamici come la Ashura e la ricorrenza della nascita del Profeta Maometto, e varie chiese in Occidente hanno aperto le loro porte per accogliere gli sfollati musulmani, permettendo loro di praticare i loro riti religiosi al loro interno. (…). Noi speriamo che i musulmani si comportino allo stesso modo nei nostri confronti, perché l’Islam è una religione di misericordia e perdono".
La richiesta rivolta ai parlamentari iracheni è sempre quella di permettere ai minorenni di mantenere la religione che avevano alla nascita, fino al raggiungimento della maggiore età, quando saranno liberi di scegliere la propria appartenenza in piena coscienza. Secondo quanto riportato dal sito Baghdadhope, il nuovo intervento del Patriarca caldeo è stato ispirato anche dal fatto che alcuni parlamentari si sono rivolti all'Ayatollah sciita Ali Al Sistani per avere un suo parere riguardo alla modifica della legge, già disposta dal Parlamento. Con la lettera, il Patriarca ha voluto implicitamente rimarcare che le decisioni prese non possono essere ora cambiate, anche nel caso Sistani esprimesse un parere negativo rispetto alla modifica della legge. (GV) (Agenzia Fides 3/12/2015).
ASIA/MEDIO ORIENTE - L'8 dicembre nasce “Radio Maria” in lingua araba
Erba (Agenzia Fides) - Inizieranno l'otto dicembre, nel giorno della solennità dell'Immacolata in cui inizia anche l'Anno santo della Misericordia, le trasmissioni via web in lingua araba dell'emittente radiofonica Radio Maria. La nuova iniziativa si sviluppa all'interno della rete radiofonica mariana diffusa in tutto il mondo, e nelle intenzioni degli ispiratori vuole essere un segno concreto di vicinanza e conforto per i cristiani sparsi in tutti i Paesi di lingua araba. “Una Radio Maria in lingua araba” ha scritto sul sito web dell'emittente radiofonica il direttore, padre Livio Fanzaga “è un modo concreto ed efficace per aiutare i nostri fratelli perseguitati, le cui radici antiche sono una ricchezza per la nostra fede”. Le trasmissioni potranno essere ascoltate accedendo al sito web www.radiomariam.org. Eventuali richieste di informazioni possono essere inoltrate scrivendo all'indirizzo e-mail info.arab@radiomaria.org. (GV) (Agenzia Fides 3/12/2015).
AMERICA/BRASILE - Solidarietà e sostegno al CIMI dalle comunità missionarie del Mato Grosso
Mato Grosso (Agenzia Fides) – Il Consiglio Missionario Regionale (COMIRE) del Mato Grosso do Sul (Brasile), riunito in Assemblea annuale dal 27 al 29 novembre a Dourados, ha pubblicato una lettera di sostegno e solidarietà con il Consiglio Indigenista Missionario (CIMI) e con tutti membri che lavorano nella pastorale al servizio dei poveri e degli esclusi.
La lettera denuncia le intimidazioni rivolte a membri del CIMI da parte della Commissione parlamentare d'inchiesta (CPI), in corso presso l'Assemblea legislativa del Mato Grosso do Sul, che sta esaminando la situazione delle proprietà delle terre e dei legittimi proprietari. La Commissione non desidera l’intromissione del CIMI in questo processo, sebbene i missionari lavorino da lungo tempo nella pastorale dei popoli indigeni. La nota è stata inviata a Fides dalle POM del Brasile.
Secondo il CIMI, in quello stato, un gruppo dei proprietari agricoli (fazendeiros) e i loro sicari hanno attaccato con le armi i popoli Guarani Kaiowá di Tekoha Ñanderú Marangatu, Guyra Kamby'i, Pyelito Kue e Potreiro Guasu. Di conseguenza, il leader Guarani Kaiowá, Semião Vilhalva, è stato ucciso, tre indigeni sono stati uccisi da armi da fuoco, molti altri sono stati feriti da proiettili di gomma e decine di indigeni sono stati picchiati. Tutto ciò è accaduto nell’agosto scorso.
Negli ultimi 12 anni, almeno 585 indigeni si sono suicidati ed altri 390 sono stati uccisi nel Mato Grosso do Sul, sempre a causa del conflitto sui terreni. Nel frattempo, le procedure di demarcazione sono ferme, e circa 45 000 Guarani Kaiowá sono ancora costretti a vivere in 30 mila ettari delle loro terre tradizionali.
(CE) (Agenzia Fides, 03/12/2015)
AMERICA/CUBA - Preoccupazione della Chiesa locale per i migranti cubani bloccati in Centro America
L’Avana (Agenzia Fides) – Sua Ecc. Mons. Dionisio García, Presidente della Conferenza Episcopale di Cuba, esprime la preoccupazione della Chiesa locale per la situazione di migliaia di cubani bloccati alla frontiera tra Costa Rica e Nicaragua (vedi Fides 25/11/2015). I migranti cubani sono bloccati perché il Nicaragua non permette il passaggio sul suo territorio verso gli Stati Uniti.
Mons. Dionisio García si è espresso al riguardo in una lettera inviata a Sua Ecc. Mons. José Domingo Ulloa, Presidente del Segretariato episcopale dell’America Centrale (SEDAC), che nel suo incontro della scorsa settimana ha affrontato la questione, chiedendo l’apertura di un corridoio umanitario (vedi Fides 25/11/2015).
“A nome della Chiesa cubana vorrei esprimerle il nostro ringraziamento per la preoccupazione e l’appoggio materiale che i Vescovi del SEDAC stanno offrendo e per cercare una soluzione umanitaria” si legge nella lettera pervenuta, a Fides, e pubblicata nella rivista diocesana dell’Avana Palabra Nueva.
(CE) (Agenzia Fides 03/12/2015)
OCEANIA/AUSTRALIA - Gioia e misericordia all'Australian Catholic Youth Festival
Adelaide (Agenzia Fides) - Sono oltre tremila i giovani provenienti da tutte le diocesi australiane giunti ad Adelaide per celebrare l'Australian Catholic Youth Festival, Convention di tre giorni, organizzata dalla Chiesa australiana. L’incontro, apertosi oggi, 3 dicembre, è dedicato ai giovani fino a 25 anni che, con l'aiuto di Vescovi, sacerdoti e religiosi, rifletteranno e approfondiranno il tema della misericordia, coniugato con quello della gioia, declinate in tutti i campi della loro vita personale, comunitaria, di studio, lavoro, nella società, nella comunicazione.
Come riferisce un comunicato inviato a Fides, Malcolm Hart, Direttore dell'Ufficio per la gioventù nella Conferenza episcopale, ha detto che “il Festival offre ai giovani una straordinaria opportunità di incontrare e comprendere la diversità e la ricchezza della Chiesa cattolica”.
Il Festival ha preso tra i temi principali il versetto “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt, 5, 8), dato da Papa Francesco come tema per la Giornata Mondiale della Gioventù 2015, in preparazione alla GMG di Cracovia nel 2016.
Il Festival, afferma la Conferenza Episcopale Australiana, intende “offrire ai giovani l'opportunità di approfondire il loro rapporto con Gesù, e poter essere discepoli nel mondo di oggi”. La prima edizione si è tenuta a Melbourne a dicembre 2013. (PA) (Agenzia Fides 3/12/2015)

martedì 14 aprile 2015

Bollettino Fides News 13 aprile 2015

NewsAgenzia Fides
VATICANO - Giubileo della Misericordia: “il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio… E’ il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre”. Con queste parole il Santo Padre Francesco ha spiegato il senso del Giubileo straordinario, che si aprirà l’8 dicembre, in occasione della consegna e della lettura della Bolla “Misericordiae vultus” di indizione del Giubileo, seguita dai Primi Vespri della seconda Domenica di Pasqua, o della Divina Misericordia, che ha presieduto sabato 11 aprile, nella Basilica Vaticana.
Oltre che ai Cardinali Arcipreti delle Basiliche papali in Roma, che il giorno seguente hanno presieduto l’analoga celebrazione nelle rispettive Basiliche, il Papa ha consegnato copia della Bolla anche al Prefetto della Congregazione per i Vescovi (Card. Marc Ouellet), al Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Card. Fernando Filoni), al Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (Card. Leonardo Sandri). Quindi hanno ricevuto una copia della Bolla l’Arcivescovo Savio Hon Tai-Fai, nato in Hong Kong e ora Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in rappresentanza dell’Oriente; l’Arcivescovo Barthélemy Adoukonou, originario del Benin e attualmente Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura per l’Africa; Mons. Khaled Ayad Bishay, della Chiesa Patriarcale di Alessandria dei Copti, per le Chiese orientali.
“L’Anno Santo dovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre – ha detto Papa Francesco nell’omelia dei Vespri -. Un Anno Santo per sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché eravamo smarriti… Un Anno in cui essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia. Ecco perché il Giubileo: perché questo è il tempo della misericordia”. (SL) (Agenzia Fides 13/04/2015)
Links:
L’omelia del Santo Padre, in diverse lingue
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/04/11/0260/00564.html 
Il testo integrale della Bolla di indizione del Giubileo, in italiano
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco_bolla_20150411_misericordiae-vultus.html
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EUROPA/ITALIA - 150 anni dalla consegna dell’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso ai Redentoristi
Roma (Agenzia Fides) – Il 27 giugno 2015 i Redentoristi di tutto il mondo inizieranno le celebrazioni del 150.mo anniversario (1866) della consegna dell’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso alla Congregazione del Santissimo Redentore (Redentoristi) da parte di Papa Pio IX, con l'incarico di "farla conoscere in tutto il mondo". Le celebrazioni, che avranno per tema "Madre del Perpetuo Soccorso, Icona d'amore", si chiuderanno il 27 giugno 2016. Nell’ambito delle diverse iniziative, è stato anche indetto un concorso per la realizzazione di un video promozionale.
L'icona della Madonna del Perpetuo Soccorso arrivò a Roma, da Creta, verso l'anno 1500. Per circa 300 anni è stata esposta nella chiesa di San Matteo a Roma, e considerata dalla popolazione come miracolosa. Con l'arrivo delle truppe napoleoniche, nel 1798, la chiesa di San Matteo venne distrutta, l'icona fu portata in una cappella privata dei Padri Agostiniani, e venne dimenticata. Nel 1855 i Redentoristi comprarono il terreno su cui un tempo sorgeva la vecchia chiesa di San Matteo, per costruirvi la loro casa generalizia. Molti ricordarono allora che in quel luogo un tempo era esposta un'immagine miracolosa della Madonna. Ritrovata l'immagine nel 1865, i Redentoristi chiesero al Papa di riportarla mella sua vecchia sede, Cosa che avvenne nel 1866. Da allora la devozione alla Madonna del Perpetuo Soccorso si è diffusa in tutto il mondo. (CE) (Agenzia Fides, 13/04/2015)
Links:
Sito del 150.mo anniversario:
http://www.iconoflove.org/
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AFRICA/SUDAN - Al via le elezioni contestate dall’opposizione, mentre cresce la tensione con il Sud Sudan
Khartoum (Agenzia Fides) - Si sono aperte oggi, 13 aprile, le urne in 7.100 seggi per le elezioni presidenziali e parlamentari in Sudan. La votazione, che si protrarrà per tre giorni, è boicottata dai principali partiti dell’opposizione, che accusano il regime del Presidente uscente Omar al-Bashir, di aver rifiutato di partecipare agli incontri preparatori del Dialogo Nazionale, che si sono tenuti a marzo ad Addis Abeba, in Etiopia.
Ed è proprio Bashir il candidato dato come probabile vincente nelle elezioni presidenziali, dove dovrà confrontarsi con altri 15 contendenti. Dal 2009 Bashir è ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra, contro l'umanità e il genocidio in Darfur .
Alla vigilia del voto, le autorità hanno rilasciato i leader dell’opposizione e della società civile, che erano stati arrestati a dicembre, al loro ritorno dall’Etiopia, dove avevano firmato il “Sudan Appeal”, un manifesto politico che invoca un cambio di regime per il Sudan.
Si tratta di Abu Eisa, capo della coalizione dei partiti d’opposizione, National Consensus Forces (NCF), e di Amin Mekki Madani, Presidente della Civil Society Initiative (CSI), che raggruppa le associazioni della società civile. In un comunicato la CSI afferma che il rilascio dei leader arrestati è “un trucco per ingannare la comunità internazionale” ed ha invocato una rivolta nazionale per rovesciare il regime.
Nel frattempo il governo del Sud Sudan ha accusato l’aviazione di Khartoum di aver colpito diverse località sud-sudanesi ed ha minacciato di chiedere l’aiuto straniero per difendersi dai bombardamenti sudanesi. (L.M.) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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AFRICA/GABON - Pesanti scontri a Libreville dopo la morte di una figura di spicco dell’opposizione
Libreville (Agenzia Fides) - Disordini a Libreville, capitale del Gabon, all’annuncio della morte di André Mba Obame, uno dei principali oppositori del Paese. Il decesso è avvenuto a Yaoundé, in Camerun, da dove si apprestava a raggiungere il Sudafrica per sottoporsi a cure mediche. André Mba Obame era malato da 3 anni e non appariva più in pubblico da tempo.
Dopo che la notizia della morte si è diffusa domenica 12 aprile, ci sono stati incidenti nelle strade di Libreville, tra le forze dell’ordine e i sostenitori di André Mba Obame, che accusavano il potere gabonese di avergli “lanciato un incantesimo”. I dimostranti hanno incendiato autoveicoli ed edifici ed hanno assalito la locale ambasciata del Benin, dandola alle fiamme. L’opposizione gabonese contesta infatti il Direttore del Gabinetto della Presidenza, Maixent Accrombessi, originario del Benin e naturalizzato gabonese. Le autorità del Benin hanno presentato una protesta formale per l’assalto alla propria ambasciata. (L.M.) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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ASIA/LIBANO - Il Patriarca armeno cattolico Nerses Bedros XIX: le parole del Papa sul Genocidio esprimono la coscienza dell'umanità, non sono “contro” nessuno
Roma (Agenzia Fides) - “La strategia del governo turco per impedire che si parli del Genocidio armeno sta fallendo. Per questo c'è nervosismo e le reazioni diplomatiche della Turchia sono così dure. Ma il Papa ha parlato seguendo la sua coscienza, ha ripetuto quello che già ci aveva detto due anni fa, e nessuno può pretendere di far tacere la coscienza del Papa”. Così il Patriarca di Cilicia degli Armeni cattolici, Nerses Bedros XIX, commenta in una dichiarazine rilasciata all'Agenzia Fides, le dure prese di posizione espresse dal ministero degli esteri turco per le parole sul Genocidio armeno pronunciate ieri da Papa Francesco, nel contesto della liturgia celebrata nella Basilica di San Pietro con i fedeli di rito armeno, a cento anni dal “Grande Male”.
Ho saputo - aggiunge Sua Beatitudine all’Agenzia Fides - che alcuni giornalisti turchi presenti alla liturgia hanno lasciato la Basilica quando il Papa ha citato il Genocidio armeno, per andare subito a comunicare la notizia. In un brevissimo spazio di tempo, c'erano già le prima reazioni ufficiali”.
Il Primate della Chiesa armena cattolica respinge con sdegno le letture manipolatorie che cercano di attribuire alle parole del Papa una connotazione ostile alla Turchia o addirittura al mondo musulmano: “E' del tutto evidente - nota il Patriarca Nerses Bedros - la natura strumentale di tali elucubrazioni. Il Papa non è schierato 'con' gli armeni 'contro' i turchi. Lui non è contro nessuno. Nel suo viaggio, lo scorso novembre, aveva esaltato con parole piene di riconoscenza la missione di dialogo e riconciliazione che la Turchia è chiamata a svolgere per il fatto stesso di essere una cerniera tra l’Europa e il Medio Oriente. Basta guardare le espressioni usate dal Papa per vedere che ha citato anche gli stermini provocati in Europa dal nazismo e dallo stalinismo, e quelli più recenti consumatisi ancora in Europa, in Africa e in Asia. Il suo sguardo abbraccia il mondo, lui esprime il senso di umanità che tutti dovremmo condividere. La memoria e la condanna degli orrori del pa ssato può servire a impedire che quelle cose riaccadano, come purtroppo sta succedendo anche adesso in tante parti del mondo, a partire dal Medio Oriente”.
Proprio le parole sempre usate da Papa Francesco davanti alle sofferenze attuali delle popolazioni mediorientali rendono, secondo Sua Beatitudine Nerses Bedros, del tutto infondato ogni tentativo di attribuire alle parole del Papa valenze polemiche nei confronti dell'islam: “Papa Francesco - dichiara a Fides il Capo della Chiesa armena cattolica - pensa a tutto il mondo ed esprime la retta coscienza dell'umanità davanti alle tragedie dei conflitti e delle violenze. Lui pensa a tutti gli oppressi, ai poveri e ai malati di qualsiasi nazione e religione. Lui non ha mai separato le sofferenze dei cristiani dalle sofferenze degli altri, come dimostrano tutti i suoi pronunciamenti sui conflitti che stanno insanguinando il Medio Oriente”. (GV) (Agenzia Fides 13/4/2015).
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ASIA/PAKISTAN - Un ragazzo, bruciato vivo perché cristiano, è in gravi condizioni
Lahore (Agenzia Fides) – Un adolescente cristiano, Nauman Masih, 14 anni è stato bruciato vivo da alcuni giovani musulmani che Nauman non conosceva. Il giovane ora è ricoverato in ospedale a Lahore, dove lotta tra la vita a la morte, con gravi ustioni su tutto il corpo. Come appreso da Fides, l’episodio è avvenuto venerdì 10 aprile, quando i giovani musulmani che stavano recandosi in moschea hanno incontrato Nauman lungo la strada. Fermatolo, avendo saputo che era di religione cristiana, lo hanno picchiato, hanno gettato benzina su di lui e poi gli hanno dato fuoco, fuggendo.
La polizia è stata avvertita e ha registrato una denuncia contro ignoti. Nauman ha dichiarato al sovrintendente di polizia: “I giovani che mi hanno aggredito erano dei perfetti sconosciuti. Hanno iniziato a percuotermi dopo che io ho detto di essere cristiano. Ho provato a scappare ma mi hanno inseguito e cosparso di benzina”. Nauman si è buttato su un mucchio di sabbia, mentre alcuni passanti lo hanno aiutato a spegnere il fuoco sul suo corpo e hanno chiamato un’ambulanza.
“Condanniamo con forza il grave episodio di odio religioso. Abbiamo subito inviato un rapporto al Primo ministro del Punjab, Shahbaz Sharif” ha detto a Fides Sardar Mushtaq Gill, avvocato cristiano e difensore dei diritti umani.
In una nota inviata a Fides, Nasir Saeed, direttore dell’Ong CLAAS (“Center for legal aid assistance and settlement”) afferma: “Siamo in una situazione deplorevole. L'odio contro i cristiani ha raggiunto un livello davvero pericoloso se un innocente cristiano può essere bruciato vivo da estremisti islamici senza alcun motivo. I cristiani in Pakistan vivono sotto costante paura per la propria vita, nonostante le rassicurazioni del Primo ministro Nawaz Sharif”. (PA) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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ASIA/IRAQ - Nasce Radio al Salam, la radio della pace al servizio dei rifugiati iracheni
Erbil (Agenzia Fides) - Una emittente radiofonica al servizio dei rifugiati del nord Iraq, appartenenti a diversi gruppi etnici e religiosi - cristiani e musulmani, curdi, sciiti eyazidi - costretti ad abbandonare le proprie case davanti all'offensiva dei jihadisti dello Stato Islamico. E con questo spirito che ha iniziato le sue trasmissioni Radio al Salam, la radio della pace, inaugurata a Erbil il 5 aprile. “Questa emittente radio è per tutti quelli che sono stati cacciati dalle proprie case, per tutti i rifugiati” ha detto durante la trasmissione inaugurale padre Pascal Gollnisch dell'Ouvre d'Orient, l'organismo di aiuto ai cristiani d'Oriente che sostiene l'iniziativa, insieme alla Fondation Raoul Follereau. “Come suggerisce il nome - ha aggiunto il sacerdote francese - si tratta di un'emittente radio per la pace, per dare aiuto concreto alla vita quotidiana degli sfollati”.
Radio al Salam trasmette da Ankawa, il sobborgo della capitale del Kurdistan iracheno abitato in maggioranza da cristiani e anch'esso riempitosi nel 2014 di insediamenti di rifugiati fuggiti dalla Piana di Ninive. Tra le iniziative già messe in cantiere dalla radio, un servizio di registrazione delle nuove nascite che si verificano in seno alla moltitudine di sfollati raccolti anche nei campi profughi.
Si calcola che i rifugiati in Iraq dall'inizio del nuovo conflitto siano più di due milioni. (GV) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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ASIA/INDIA - Leader estremista indù: “Sterilizzare cristiani e musulmani in India”
New Delhi (Agenzia Fides) – “La popolazione di musulmani e cristiani cresce di giorno in giorno. Per intervenire contro questa emergenza, il governo dovrebbe imporre a musulmani e cristiani la sterilizzazione, in modo che non possano aumentare di numero”. È quanto ha dichiarato la leader indù Deva Sadhvi Thakur, vice presidente del gruppo estremista “All India Hindu Mahasabha”. La leader ha auspicato che “gli indù facciano più figli per aumentare la loro popolazione”. Inoltre, ha proseguito, “nelle chiese e nelle moschee dovrebbero essere installate statue delle divinità indù”.
Tali dichiarazioni hanno sollevato forti polemiche in India, specialmente tra le minoranze religiose. In una nota inviata a Fides il “Consiglio globale dei cristiani indiani” (Gcic) ha condannato “le farneticanti parole, figlie dell’ideologia Hindutva, contro le comunità di minoranza in India”. “La leader indù Deva Sadhvi Thakur dovrebbe essere arrestata per sedizione e xenofobia” afferma la nota firmata dal Presidente Sajan George.
“Le dichiarazioni sono un insulto all’India laica e anche alla libertà religiosa della nazione”, prosegue la nota. “Questi attacchi alle minoranze sono anti-costituzionali. Chiediamo al Primo ministro dell'India, Narendra Modi, di intervenire e di garantire la sicurezza a tutti i cittadini e a tutte le comunità che compongono la società indiana”, conclude il testo. (PA) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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AMERICA/BRASILE - Prima esperienza missionaria di cinquanta giovani religiosi e religiose in Amazzonia
Itaituba (Agenzia Fides) – La Commissione Episcopale per l'Amazzonia, unitamente a quelle per la Gioventù e per l'Azione Missionaria della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), in collaborazione con la Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB), hanno svolto con grande successo, dal 28 marzo al 6 aprile, la Prima Missione della vita religiosa giovane, presso la diocesi di Obidos e la Prelatura di Itaituba, in Brasile.
Secondo la nota inviata a Fides da fonti locali, una cinquantina di giovani religiose e religiosi di dieci stati brasiliani, dopo una giornata di formazione a Santarem, sono stati inviati in missione nelle due Chiese particolari. L'obiettivo è stato quello di dare la possibilità ai giovani religiosi di vivere una esperienza missionaria nelle terre amazzoniche.
"La nostra aspettativa è che, attraverso questa esperienza, i giovani riescano poi a vivere con passione la causa dell’Amazzonia e, di conseguenza, le rispettive congregazioni religiose possano inviare missionari nella realtà amazzonica, che ha così bisogno della presenza della Chiesa" ha detto suor Maria Irene Lopes dos Santos, membro della Commissione per l'Amazzonia della CNBB.
La Presidente della Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB), suor Maria Inês Ribeiro, ha confermato che la motivazione primaria per la "Prima Missione giovani della vita religiosa" in Amazzonia è venuta dallo stesso Papa Francesco durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, nel 2013: "Ci ha chiesto di impegnarci per l'Amazzonia. Nel 2014 il Progetto Missione Giovani per l'Amazzonia raccolse circa tremila adesioni di giovani, tra cui molti religiosi/e. La CRB ha deciso poi di seguire i giovani religiosi che hanno accettato la missione in Amazzonia. E in questo Anno della Vita Consacrata, la missione è stata il momento adatto per ringraziare del grande dono, per vivere il presente nel calore della missione, nella consegna, anche sotto lo stimolo del Papa di ‘uscire’.” (CE) (Agenzia Fides, 13/04/2015)
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AMERICA/PERU’ - Tanti bambini crescono nelle carceri con le loro mamme recluse
Lima (Agenzia Fides) - Quasi 200 bambini dell’età di 3 anni vivono con le rispettive madri detenute nei 31 istituti penitenziari del Perú. La nota, diffusa dall’Istituto Nazionale Penitenziario (Inpe) e pervenuta all’Agenzia Fides, assicura che i piccoli, maschi e femmine, vivono in un contesto di reclusione, anche se ben attrezzato perché possano crescere serenamente senza subire maltrattamenti o aggressioni. Le carceri con il maggior numero di bambini sono quelle femminili di Chorrillos (43) e Anexo de Chorrillos (17), entrambe a Lima; e nelle regioni di Arequipa (15), Ica (14), Ayacucho (13), Cuzco (11) e Puno (10).
Sempre secondo l’Inpe un gruppo di professionisti mantiene un dialogo costante con le mamme detenute e incinte, per dare loro orientamenti e indicazioni sull’importanza del legame madre-figlio. Molte di loro provengono da famiglie problematiche e ripetono quei modelli negativi subiti e vissuti nella loro infanzia. Negli istituti penitenziari sono a disposizione dei piccoli servizi sanitari e alimentari particolari. Anche rappresentanti di istituti religiosi e civili contribuiscono alla loro assistenza, mentre le autorità penitenziarie donano pannolini, giocattoli, vestiti e medicine. (AP) (13/4/2015 Agenzia Fides)
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ASIA/MYANMAR - Dimissioni dell’Arcivescovo di Taunggyi
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 12 aprile 2015, ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Taunggyi, in Myanmar, presentata da Sua Ecc. Mons. Matthias U Shwe, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico, ed ha nominato Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis di Taunggyi, Sua Ecc. Mons. Basilio Athai, Vescovo Ausiliare della medesima Arcidiocesi. (SL) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...