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domenica 12 novembre 2023

IL CARDINALE PIRONIO SARÀ PROCLAMATO BEATO

 

IL CARDINALE PIRONIO, ARGENTINO DI ORIGINI FRIULANE, SARÀ PROCLAMATO BEATO

Sarà presto beato il card. Eduardo Francisco Pironio, argentino figlio di una coppia di emigrati friulani. La notizia è stata diffusa dalla Santa Sede dopo che mercoledì 8 dicembre il Papa ha riconosciuto il miracolo avvenuto per intercessione del porporato argentino. Si tratta dalla guarigione di un bambino di un anno e mezzo intossicato dalla inalazione di porporina. Grande gioia anche in Friuli.

In molti lo conoscevano come l’“amico di Dio”, come ebbe modo di definirlo l’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio. Per tutti è stato colui che sostenne e poi realizzò le Giornate Mondiali della Gioventù, esaudendo un profondo desiderio di Giovanni Paolo II. Il cardinale argentino Edoardo Francisco Pironio sarà proclamato Beato il 16 dicembre 2023 in Argentina, nel Santuario di Nostra Signora di Luján. Il Papa ha riconosciuto il miracolo attribuito alla sua intercessione durante l’udienza di mercoledì 8 novembre, al cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.

L’inviato speciale di Papa Francesco sarà il cardinale spagnolo Fernando Vérgez Álzaga, che per 23 anni è stato segretario di Pironio. Il card Álzaga fu in visita in Friuli nel febbraio 2023.

 

La vita di Pironio, argentino con origini in Friuli

Il padre originario di Percoto (Pavia di Udine) e la madre di Camino di Buttrio, emigrati in Argentina, Eduardo Francisco Pironio nacque a Nueve de Julio, nei pressi di Buenos Aires il 3 dicembre 1920. Era il ventiduesimo figlio di quella coppia di emigrati friulani.

Ordinato sacerdote nel 1943, nel 1964 fu eletto vescovo titolare di Ceciri e ausiliare di La Plata e nel 1972 vescovo di Mar del Plata. Chiamato a Roma da papa Paolo VI come prefetto della Congregazione per i Religiosi e degli Istituti Secolari, fu creato cardinale nel 1976. Nel 1984 fu nominato da Giovanni Paolo II presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, dove tra l’altro collaborò a ideare una straordinaria esperienza giovanile: le Giornate mondiali della gioventù.

Da tempo malato di un tumore osseo, morì nella Città del Vaticano il 5 febbraio 1998 all’età di 77 anni. Fu sepolto nel santuario di Nostra Signora di Luján, in Argentina. Il 18 febbraio 2022, papa Francesco ha riconosciuto le virtù eroiche del cardinale Pironio, dichiarandolo venerabile.

 

Il legame con il Friuli

Il primo incontro di Eduardo Pironio con la terra di origine avvenne nel 1958. Aveva 38 anni; come tanti sacerdoti, era venuto a Roma per studiare. Interessato alla propria storia umana, si recò a Percoto, paese natale del padre Giuseppe.

Nel 1964, quando era Vescovo ausiliare di La Plata, si recò a Tolmezzo; accompagnato dal presidente della Comunità carnica on. Michele Gortani, visitò il cimitero, in «un pellegrinaggio di ricordanza e di pietà sulle tombe dei familiari dei nostri emigrati in Argentina».

Da allora, i suoi viaggi in Friuli si ripeterono, anche da cardinale. Per quelli che considerava ormai i suoi compaesani, aveva sincera amicizia, così fu presente alle grandi feste del paese: la secolare festa di San Giuseppe, la Madonna del Rosario, anniversari del parroco e anniversari dei suoi coetanei della classe 1920. Ci teneva a «riaffermare l’appartenenza e l’identità alla terra e al luogo d’origine della sua famiglia».

 

Udine, 3 maggio 1992. Papa Giovanni Paolo II incontra i giovani friulani in piazza I maggio. Al suo fianco l’allora arcivescovo Alfredo Battisti (a sinistra) e il card. Eduardo Pironio (a destra).

Tra il terremoto e Castelmonte. E con Giovanni Paolo II

Il punto più alto di comunanza spirituale e materiale con la terra di origine, avvenne per il terremoto del 1976. Così ricordò quelle circostanze l’allora arcivescovo di Udine, mons. Alfredo Battisti, nel corso di un convegno a Tricesimo. «In quei giorni il Cardinale ha calorosamente appoggiato la mia richiesta di inviare in Friuli delle suore per un periodo di due anni, allo scopo di stare vicine alle famiglie colpite dal sisma. La risposta è stata veramente generosa. Alle religiose già presenti nella diocesi si sono aggiunte 90 Suore…».

Sempre l’arcivescovo Battisti ricordava la presenza del cardinale al pellegrinaggio a piedi al santuario di Castelmonte, l’8 settembre 1978. Nell’omelia, Pironio ricordò che la madre gli aveva insegnato le preghiere, prima in friulano e poi in spagnolo, e che un giorno, quando l’andò a trovare, lei gli disse: «Frut, tu âs di confessami!»«O ài di sbrocami par furlan!».

Un’ulteriore presenza significativa di Pironio in Friuli fu quella di Udine nel 1992, a fianco di papa Giovanni Paolo II, in piazza I Maggio, nell’incontro con 20 mila giovani friulani.

 

Il cardinale delle Giornate mondiali della Gioventù

Il card. Pironio e papa Giovanni Paolo II a una Giornata mondiale della Gioventù.

Tra i partecipanti al Concilio Vaticano II come “esperto”, per lungo tempo insegnante, poi stretto collaboratore di Papa Wojtyla che lo volle come presidente dell’allora Pontificio Consiglio per i Laici, Pironio, fu figura molto amata nella sua Argentina, nella Curia romana, nel mondo. Merito anche di quella che chi l’ha conosciuto definiva la capacità di far sentire amato chiunque incontrasse. Un frutto, probabilmente, di quella fede che – disse Giovanni Paolo II nell’omelia delle esequie – il futuro Beato aveva appreso «sulle ginocchia della madre». Una fede, dunque, «trasmessa in dialetto», usando una tipica espressione di Papa Francesco.

Nella veste di capo Dicastero mise a punto l’idea del Papa di un grande raduno che avrebbe coinvolto giovani da tutto il mondo. Una piccola idea sviluppatasi nel tempo fino a divenire uno dei più grandi eventi della Chiesa cattolica: le Giornate mondiali della Gioventù.

 

Il ricordo dell’allora arcivescovo Bergoglio

Jorge Mario Bergoglio, quando era provinciale dei gesuiti, conobbe di persona Pironio come vescovo ausiliare di Mar del Plata (1964-1972). L’arcivescovo di Buenos Aires prese parte pure al V Incontro nazionale dei sacerdoti organizzato dalla Conferenza episcopale argentina incentrato sulla testimonianza sacerdotale del porporato, nel decimo anniversario della sua scomparsa. E in una successiva intervista disse di Pironio: «Quando parlavi con lui ti dava sempre la sensazione che si sentisse il peggiore uomo del mondo, il peggior peccatore. Ti apriva un panorama di santità dalla sua profonda umiltà. Ti apriva orizzonti, sperimentavi che non chiudeva mai le porte a nessuno, anche la gente che lui sapeva che non lo aveva capito».

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