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lunedì 24 gennaio 2022

Vatican News 23 gennaio 2022

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

23/01/2022

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Nella terza Domenica del tempo dedicata all'approfondimento della Scrittura, il Papa ha celebrato la Messa nella Basilica Vaticana invitando a scoprire il vero volto del Padre, mai distante e impassibile ma sempre prossimo all'uomo. Durante la liturgia conferito il ministero del lettorato e del ... 

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Al termine dell'Angelus Francesco, preoccupato dei venti di guerra che agitano il confine tra Russia e Ucraina e di conseguenza tutto il continente europeo, ... 

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Nella Domenica dedicata alla riflessione e alla celebrazione della Parola di Dio, Francesco ne sottolinea il valore: viva ed efficace essa illumina, consola e ... 

El Salvador, la Messa di Beatificazione dei martiri padre Rutilio Grande,  i suoi compagni laici e padre Cosma Spessotto
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All'Angelus, Francesco ha ricordato la Messa celebrata ieri pomeriggio dal cardinale di San Salvador, che ha portato agli altari il gesuita Rutilio Grande, due ... 

lunedì 17 gennaio 2022

Agenzia Fides 17 gennaio 2022 - 4 martiri beati

 

AMERICA/EL SALVADOR - Il 22 gennaio la Beatificazione di quattro martiri: testimoni di una Chiesa in uscita, che annuncia con parole e opere il Regno di Dio
 

San Salvador (Agenzia Fides) – Sabato prossimo, 22 gennaio, alle ore 17, padre Rutilio Grande, gesuita, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, laici, e il francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM, assassinati il 12 marzo 1977, i primi tre, e il 14 giugno 1980 il francescano (vedi Fides 01/09/2021) saranno proclamati Beati. La Messa con il rito della Beatificazione si terrà nella Piazza del Divin Salvatore del Mondo, antistante la Cattedrale di San Salvador, presieduta dal Cardinale Gregorio Rosa Chavez, Vescovo ausiliare di San Salvador, rappresentante di Papa Francesco. Si prevedono 25 Vescovi e 600 sacerdoti concelebranti, e la partecipazione di circa 5.000 persone in rappresentanza di tutte le parrocchie, che osserveranno le misure di biosicurezza e distanziamento. Il rito verrà trasmesso in diretta dalla televisione cattolica TVCa, e in ogni parrocchia ci saranno maxi schermi.
A pochi giorni dalla Beatificazione dei quattro martiri, Monsignor José Luis Escobar Alas, Arcivescovo di San Salvador, ha presentato il libro “Cronaca della Beatificazione e Canonizzazione di monsignor Romero”, un'edizione speciale che raccoglie le cronache dei due eventi in un unico volume, edito dall'Arcivescovado di San Salvador. La Beatificazione di monsignor Romero è avvenuta sabato 23 maggio 2015, la sua canonizzazione domenica 14 ottobre 2018. Per ognuno di questi due eventi il testo contiene non solo il resoconto di ciò che accadde, ma anche i principali documenti pubblicati al riguardo. Inoltre viene ricordato il percorso dei 35 anni, dall’omicidio di Monsignor Romero al giorno della sua Beatificazione, nonché i principali eventi accaduti negli ultimi quattro anni del processo di Canonizzazione.
In vista della Beatificazione del 22 gennaio, il Master in Teologia Latinoamericana dell'Università Centroamericana José Simeón Cañas (UCA) ha organizzato il concerto dal titolo “Rutilio vive!”: omaggio alla vita del gesuita e dei suoi compagni martiri, quando caddero in un'imboscata. Il concerto, che è stato trasmesso dall'UCA il 15 gennaio, attraverso Facebook e il canale Youtube dell'UCA, ha visto la partecipazione del gruppo "Cantando unidos por Monseñor Romero", composto da alcuni membri dei gruppi che, all'epoca, eseguivano brani ispirati all'eredità di Mons. Oscar Romero e di Rutilio Grande. E’ stato anche presentato un dipinto dell'artista Edgardo Trejo. "L'opera di Rutilio Grande, e in particolare il suo martirio con Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus, ha scatenato una vera esplosione di creatività: musica, poesia e pittura” ha evidenziato Martha Zechmeister, direttrice del Master in Teologia latinoamericana dell'UCA.
La Conferenza Episcopale di El Salvador (CEDES) ha pubblicato alcuni sussidi per prepararsi spiritualmente alla Beatificazione (vedi Fides 12/10/2021): “i nostri martiri sono testimoni credibili di una Chiesa in uscita, una Chiesa compassionevole e misericordiosa, una Chiesa che annuncia con parole e opere il Regno di Dio”, quindi tutti i battezzati sono esortati ad essere “martiri” cioè “testimoni” di Gesù Cristo nelle diverse situazioni di vita e costruttori del Regno di Dio, come sono stati i Beati martiri.
(SL) (Agenzia Fides 17/1/2022)

martedì 12 ottobre 2021

Agenzia Fides 12 ottobre 2021

 

EUROPA/ITALIA - Scalabrini e la sua passione per i migranti, chiave di interpretazione per la contemporaneità: verso l'Anno Scalabriniano
 
Roma (Agenzia Fides) - Il prossimo 9 novembre si aprirà l'Anno Scalabriniano, nel 25esimo anniversario della beatificazione di Giovanni Battista Scalabrini, testimone esemplare di vita cristiana, missionaria e padre dei migranti. “Stiamo concludendo con gratitudine il Giubileo dei 125 anni di fondazione della Congregazione delle suore Missionarie Scalabriniane e iniziamo con molta gioia l'Anno Scalabriniano. Questi eventi ci riempiono il cuore di gratitudine a Dio per il carisma scalabriniano nel servizio alla Chiesa” spiega suor Neusa de Fatima Mariano, superiora generale delle Scalabriniane, nella nota inviata all’Agenzia Fides. “San Giovanni Paolo II lo descrisse come profondamente innamorato di Dio e straordinariamente devoto dell’Eucaristia, con la capacità di saper tradurre la contemplazione di Dio e del suo mistero in una intensa azione apostolica e missionaria, facendosi tutto a tutti per annunciare il Vangelo".
I Superiori dei tre Istituti che compongono la Famiglia Scalabriniana (i Missionari di San Carlo, Scalabriniani; le suore Missionarie di San Carlo, Scalabriniane; le Missionarie Secolari Scalabrinane) hanno invitato a seguirne le orme, partendo dalla sua frase “Potessi santificarmi e santificare tutte le anime affidatemi". "Scalabrini è stato un modello per il mondo e lo è ancora oggi, in un mondo globale diviso da incomprensibili muri. La sua passione per i migranti è una chiave di interpretazione della contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo” affermano in una lettera comune i tre Superiori dei tre Istituti scalabriniane: padre Leonir Chiarello, suor Neusa de Fatima Mariano e Regina Widmann. “Gesù ha vissuto da bambino migrante e rifugiato. Ha dato la sua vita per il mondo e oggi la sua espressione è nei volti di quei milioni di persone che chiedono aiuto".
Con il patrocinio della diocesi di Piacenza-Bobbio, l'Anno Scalabriniano inizierà domenica 7 novembre 2021 e si concluderà mercoledì 9 novembre 2022. Il tema è: "Fare patria dell’uomo il mondo". "Si inserisce nella linea dell’insegnamento recente di Papa Francesco - sottolineano i tre Superiori della famiglia Scalabriniana -. Invitiamo tutti a collaborare coinvolgendo la Chiesa locale, i membri dei nostri istituti, i futuri missionari, i diversi gruppi di laici scalabriniani e le comunità dei migranti per promuovere iniziative approfittando anche dei suggerimenti che verranno offerti e che potranno essere moltiplicati nei vari contesti in cui svolgiamo la missione con i migranti e i rifugiati". (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AFRICA/MALAWI - Sostegno all’imprenditoria locale e attenzione ai cambiamenti climatici
 
Lilongwe (Agenzia Fides) - In Malawi, in particolare nei distretti di Zomba e Malaka, alcuni giovani che non avrebbero avuto alcuna speranza di contribuire allo sviluppo economico del proprio Paese, acquisiscono competenze professionali e, in alcuni casi, anche fondi per avviare attività imprenditoriali. Come appreso dall’Agenzia Fides, è il risultato del progetto “Hope for Youth Project”, promosso dalla Catholic Development Commission (che è la Caritas Malawi) che opera in seno alla Conferenza Episcopale del Malawi. Tra le specializzazioni professionali offerte dal progetto, vi sono impianti elettrici, saldatura, costruzione, posa di mattoni e falegnameria.
Tra i beneficiari di questo progetto anche alcune giovani donne appartenenti a categorie vulnerabili. Tra coloro che vi hanno partecipato, Christopher, che proviene dal villaggio di Nkasala nell'area del tradizionale Mlumbe nel distretto di Zomba, ha raccontato di aver avuto la possibilità di frequentare un corso di posa di mattoni. Poco dopo il completamento del suo corso, Christopher riferisce: “Ho avuto l’opportunità di fare esercitazioni sul campo, in una vera e propria impresa edile per oltre un anno, e questo mi ha consentito di acquisire esperienza: sono tornato a casa e ora sto costruendo la mia casa. Ora sono in grado di sostenere la mia famiglia in tutte le necessità, cosa che prima non accadeva”.
I cambiamenti climatici sono invece al centro di un altro progetto della Catholic Development Commission, dal titolo: “Climate Challenge Program Malawi” (CCPM). Il progetto ha recentemente ricevuto il Community Empowerment Award da Trocaire per i suoi meriti. In corso di attuazione nei 4 distretti di Balaka, Machinga, Zomba e Chikwawa il progetto Climate Challenge Program Malawi (CCPM) ha lo scopo di migliorare la resilienza della popolazione ai cambiamenti climatici attuali e futuri. Il progetto sviluppa strategie e misure di adattamento guidate dalla comunità che miglioreranno la produzione agricola e i mezzi di sussistenza rurali attraverso il nesso cibo-acqua-energia. Il progetto viene attuato nei quattro distretti con il finanziamento del governo scozzese, attraverso SCIAF e Trocaire.
(EG) (12/10/2021)
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AFRICA/UGANDA - L’istruzione dei bambini come strumento per la crescita del paese e della Chiesa locale
 
Kampala (Agenzia Fides) - Il futuro della Chiesa dipende dall’istruzione dei bambini, ha affermato Mons. Francis Aquirinus Kibira, Vescovo della diocesi cattolica di Kasese. In occasione della professione perpetua di suor Evelyn Kamuli, della Congregazione delle Suore Oblate dell’Assunzione, celebrata nel villaggio di Kihyo, il Vescovo ha esortato i presenti, genitori e tutori, a “dare priorità all'istruzione, che sta alla base dello sviluppo futuro dei propri figli e di conseguenza del Paese”. Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Mons. Kibira incoraggia le suore nel loro impegno nel campo dell’educazione nel distretto di Kasese. “Istruire ed incoraggiare i propri figli a prendere parte alle iniziative cattoliche della Chiesa locale garantirà il futuro della Chiesa e della società ugandese” ha concluso il Vescovo di Kasese. Uno dei primi progetti portati avanti dalle Suore è l’Emmanuel D'Alzon Lavagnace Complex High School, grazie al quale cresce la qualità dell'istruzione nella sub contea di Buhuira. Le Suore Oblate dell’Assunzione lavorano con costante dedizione alla missione del loro apostolato, sono presenti in Africa, America Latina, Asia ed Europa.
(AP) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/INDIA - Suore cattoliche e fedeli aggrediti da estremisti indù per presunte "conversioni forzate"
 
Lucknow (Agenzia Fides) – Suore cattoliche e fedeli sono stati aggrediti da un gruppo di estremisti indù nello stato dell'Uttar Pradesh, nel nord dell'India. Come appreso dall'Agenzia Fides, i militanti hanno molestato alcune religiose e circa 50 devoti cristiani nel distretto di Mau il 10 ottobre scorso. Membri dei gruppi radicali indù "Bajrang Dal" e "Hindu Yuva Vahini" hanno condotto con la forza sette fedeli cristiani alla vicina stazione di polizia, dove hanno trascorso la notte in stato di fermo. Tra i sette vi erano tre donne e il Pastore cristiano evangelista Abraham Shakil, accusati di aver effettuato presunte "conversioni religiose forzate", riferisce a Fides padre Anand Mathew, sacerdote e promotore dei diritti umani, rilevando che "tali attacchi sono basati su pretesti per molestare e compiere abusi sui cristiani”.
In un altro episodio, due suore francescane orsoline sono state portate con la forza alla stazione di polizia e sono state detenute per sei ore. Le suore erano al terminal degli autobus della città. Dopo l'intervento di un alto funzionario di polizia di Lucknow, la capitale dello stato di Uttar Pradesh, le suore sono state liberate. Le religiose sono suor Gracy Monteiro e suor Roshni Minj. Erano al terminal bus poiché suor Minj doveva viaggiare in autobus per visitare il padre malato nello stato indiano del Jharkhand. Quando suor Minj ha semplicemente chiesto informazioni sugli orari del bus, le due sono state fermate, aggredite verbalmente e condotte con la forza alla stessa stazione di polizia, dove erano detenuti i cristiani e il Pastore. “Siamo rimaste scioccate quando siamo state portate alla stazione di polizia sostenendo che eravamo parte di una comunità cristiana coinvolta in conversioni religiose forzate. E' del tutto falso” ha detto suor Monteiro.
La denuncia presentata da Radheshyam Singh, un uomo indù, afferma che i cristiani "non hanno seguito le misure sanitarie contro il Covid-19" e li accusa di "essere coinvolti nella conversione di altri al cristianesimo attraverso mezzi illeciti come fornire lavoro e denaro".
"Queste accuse e tali episodi - rileva Patsy David, rappresentante dell'Ong ADF International - sono parte di un disegno organizzato per opprimere i cristiani in Uttar Pradesh". Secondo ADF, dal 2017 ad oggi in Uttar Pradesh sono stati documentati ben 374 casi di violenze contro i cristiani. Le aggressioni sono in aumento da quando il governo dell'Uttar Pradesh ha approvato la "Legge anti-conversione" nel settembre 2020. Nella maggior parte dei casi, i gruppi estremisti attaccano le sale di culto o le case dei cristiani e interrompono i loro incontri, danneggiano le loro proprietà, gli arredi, bibbie e pubblicazioni, e li conducono alla polizia. Dopo gli attacchi degli estremisti indù e gli arresti, i fedeli affrontano un tortuoso inter legale, con le richieste ai tribunali per ottenere la cauzione. Di conseguenza, molti Pastori e fedeli cristiani sono pieni di paura anche solo quando esercitano il culto o pregano insieme.
L'Uttar Pradesh, stato prevalentemente agricolo che ospita 230 milioni di persone, è lo stato più grande dell'India. Secondo il censimento del 2011, i cristiani sono una esigua minoranza, circa 350mila fedeli.
(SD-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA - Nuova App per Radio Veritas, missionaria in Asia
 
Yangon (Agenzia Fides) - E' uno strumento per diffondere la Buona Novella del Regno di Dio e per seminare speranza: con queste parole il Cardinale Charles Maung Bo. Arcivescovo di Yangon e Presidente della Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (FABC) ha presentato ufficialmente la nuova App per dispositivi mobili di Radio Veritas Asia (RVA), in una cerimonia di lancio svoltasi nella Cattedrale di Santa Maria a Yangon l'11 ottobre. Come appreso da Fides, il Cardinale Charles Bo si è detto molto felice per questo ulteriore progresso di RVA nel campo dei media digitali. “Come san Paolo, siamo chiamati a predicare il Vangelo. Radio Veritas è veramente missionaria in Asia, è la voce del cristianesimo in Asia”, ha detto il Card. Bo nella Messa celebrata in Cattedrale.
"La nuova Applicazione è pensata per tutte le persone che credono in Dio e possono avere un costante supporto morale e spirituale da Radio Veritas" ha detto, incoraggiando vescovi, sacerdoti, religiosi e laici, in Myanmar e in tutta l'Asia "a usarla per la preghiera, per la formazione, per la catechesi". "Questa applicazione è utile per sacerdoti e religiosi, nel loro servizio pastorale alla nostra gente e nella predicazione. E' utile per la gente, per essere costantemente connessi con la Parola di Dio", ha rimarcato.
Radio Veritas, ha ricordato il Cardinale - porta la Buona Novella del Vangelo in Myanmar trasmettendo in diverse lingue parlate nella nazione: birmano, Hakha chin, Tedim chin, Falam chin, Zo chin, Jighpaw kachin, Rawan kachin, Lisu kachin, Sakaw Karen, Poh Karen , Tamil, Cinese mandarino.
P. Feroz Fernandes, SFX, caporedattore a RVA; ha affermato che "questa è un'applicazione che aumenta la consapevolezza nel condividere la nostra fede". Come ha spiegato p. Victor Sadaya CMF, Direttore di Radio Veritas a Manila, l'emittente "sta potenziando il servizio di evangelizzazione trasmettendo in 21 lingue asiatiche. Con questa App, il pubblico potrà facilmente accedere ai servizi di RVA nella lingua prescelta".
Radio Veritas Asia (RVA) è stata fondata dalla FABC nel 1969 per diffondere la buona novella della salvezza di Gesù ai popoli dell'Asia e promuovere la comunicazione tra i popoli dell'Asia. Ha trasmesso in onde core fino al 2015. Con la diffusione dei mass media digitali, la FABC ha trasferito le trasmissioni su Internet a partire dal 2015 e ora ha creato anche la App per i dispositivi mobili.
(JZ-PA) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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ASIA/IRAQ - Elezioni, il “Movimento Babilonia” conquista 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Le elezioni parlamentari irachene svoltesi domenica 10 ottobre hanno assegnato a rappresentanti del “Movimento Babilonia” ben 4 dei 5 seggi riservati a candidati cristiani dal sistema elettorale nazionale. Lo riferiscono fonti locali consultate dall’Agenzia Fides, sulla base dei primi dati forniti dalla Alta Commissione elettorale. Secondo le stesse fonti, il quinto seggio, assegnato nel distretto di Erbil, è stato assegnato al candidato indipendente Farouk Hanna Atto.
Il risultato elettorale relativo alla quota di seggi riservati a candidati cristiani, per certi versi sorprendente, non mancherà di riaccendere polemiche sulle potenziali manipolazioni politiche a cui appare esposta la assegnazione dei posti in Parlamento riservati a membri delle comunità cristiane locali o appartenenti a altre minoranze etniche e religiose.
Il Movimento Babilonia (nella foto, il manifesto dei suoi candidati) è nato come proiezione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, milizia armata formatasi nel contesto delle operazioni militari contro i jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) che portarono alla riconquista delle aree nord-irachene cadute nelle mani jihadiste nel 2014. Guidate da Ryan al Kildani (Ryan “il caldeo”), le “Brigate Babilonia” avevano sempre rivendicato la propria etichetta di milizia composta da cristiani, anche se risultava documentato il loro collegamento con milizie sciite filo-iraniane come le Unità di Protezione popolare (Hashd al Shaabi). Anche la sigla politica del “Movimento Babilonia” viene considerata vicina alla “Organizzazione Badr”, movimento politico che alle elezioni è confluito nella Alleanza Fatah, cartello che raggruppava sigle e organizzazioni sciite di orientamento filo-iraniano.
Nei primi commenti critici, politici cristiani appartenenti a sigle che non hanno ottenuto seggi gettano sospetti sul risultato elettorale, lasciando intendere che sui candidati del “Movimento Babilonia” sarebbero stati dirottati anche voti di elettori sciiti, in modo da piazzare nei seggi riservati ai cristiani rappresentanti che di fatto rispondono a formazioni politiche sciite. In maniera analoga, secondo alcuni commentatori anche il candidato cristiano Farouq Hanna Atto, eletto come indipendente per il seggio riservato ai cristiani nel distretto di Erbil, avrebbe in realtà prevalso sui suoi concorrente grazie ai voti riversati a suo favore dal Partito Democratico del Kurdistan (PDK).
Secondo i primi dati forniti in via provvisoria dalla Commissione elettorale, il candidato del Movimento Babilonia Aswan Salem avrebbe conquistato il seggio riservato ai cristiani nel Governatorato di Ninive con 9498 voti. Il seggio riservato a candidati cristiani nella città di Baghdad sarebbe stato conquistato da con 10822 voti d Evan Faeq Yakoub Jabro, ex ministra per i rifugiati e le migrazioni nel governo uscente guidato da Mustafa al Kadhimi. A Kirkuk e a Dohuk, i candidati del Movimento Babilonia Duraid Jamil e Badaa Khader hanno prevalso ottenendo rispettivamente 4279 e 10619 voti, mentre il candidato Farouk Hanna Atto ha conquistato il seggio riservato ai cristiani nel distretto elettorale di Erbil con 4221 voti.
I dati ufficiali finora comunicati sui risultati elettorali non permettono ancora di delineare un quadro preciso del futuro scenario politico iracheno. Nessun blocco politico in gara riuscirà a controllare da solo la maggioranza dei 329 seggi in Parlamento. Fonti diverse confermano la crescita del Partito Sadrista, guidato dal leader sciita Muqtada al Sadr, che nel Parlamento precedente controllava 58 seggi e nella prossima assemblea parlamentare dovrebbe averne conquistati almeno 70. Viene invece data in calo la rappresentanza parlamentare dei Partiti sciiti di orientamento filo-iraniano, confluiti nell’Alleanza Fatah, che nel precedente Parlamento controllavano 48 seggi.
Ai seggi si è recato solo il 41% degli aventi diritto al voto, soglia che rappresenta il minimo storico delle 6 elezioni parlamentari tenutesi in Iraq dal 2003, dopo la fine del regime di Saddam Hussein.
L’appuntamento elettorale, fissato per il 2022, era stato anticipato dopo le proteste popolari che nell’autunno 2019 avevano manifestato scontento generalizzato verso l’intera dirigenza politica irachena, accusata di corruzione e cattiva gestione. Le elezioni si sono svolte in un clima di generale apatia, segnato da appelli al boicottaggio anche da parte di sigle coinvolte nelle mobilitazioni popolari anti-sistema del 2019. (GV) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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AMERICA/EL SALVADOR - I Vescovi invitano “a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”
 
San Salvador (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale di El Salvador (CEDES) ha invitato a prepararsi spiritualmente alla beatificazione dei suoi quattro martiri, che come annunciato avrà luogo il 22 gennaio 2022: padre Rutilio Grande, gesuita, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, laici, e il francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM (vedi Fides 01/09/2021).
Nella convocazione della CEDES, intitolata “Prepariamoci a partecipare attivamente alla beatificazione dei nostri martiri”, si ricorda “l’immensa gioia” provata per la canonizzazione di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, invitando tutti a esultare per la prossima beatificazione dei quattro martiri salvadoregni, che avrà luogo sabato 22 gennaio 2022, sul sagrato della Cattedrale di San Salvador, alle cinque del pomeriggio. La partecipazione dei fedeli in presenza sarà determinata dall’evoluzione della pandemia di Covid-19, comunque in tutte le chiese del paese si potrà seguire la celebrazione attraverso la televisione.
Il luogo scelto è emblematico, scrivono i Vescovi, perché "fu proprio in quella piazza che, la Domenica delle Palme del 1980, una folla immensa espresse il proprio amore e la propria gratitudine al nostro santo Óscar Arnullo Romero, in un'indimenticabile Messa funebre non conclusa che, purtroppo, venne segnata dalla violenza". I quattro martiri che saranno beatificati fanno parte della storia della Chiesa di El Salvador, una storia tormentata e segnata da “una voragine di violenza fratricida che strappò la vita a innumerevoli vittime innocenti, la maggior parte delle quali è nota solo a Dio”. "Ci sembra provvidenziale – proseguono - che possiamo venerare un gesuita salvadoregno, un francescano italiano e due laici del nostro popolo, un giovane e un anziano, che hanno in comune l'aver versato il loro sangue per Cristo in mezzo al fragore della guerra…Ognuno di questi testimoni della fede porta un contributo originale che offre alla Chiesa perché si mantenga fedele alla sua missione”.
In attesa della beatificazione, i Vescovi invitano i fedeli ad aprire il cuore alla Parola di Dio, a conoscere i nuovi beati, a lasciarsi interpellare dalla loro testimonianza: “i nostri martiri sono testimoni credibili di una Chiesa in uscita, una Chiesa compassionevole e misericordiosa, una Chiesa che annuncia con parole e opere il Regno di Dio”. Esortano quindi alla preparazione spirituale, annunciando alcuni sussidi per sostenere questo cammino, e invitano tutti i battezzati ad essere “martiri” cioè “testimoni” di Gesù Cristo nelle diverse situazioni di vita e costruttori del Regno di Dio come sono stati i beati martiri. (SL) (Agenzia Fides 12/10/2021)
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mercoledì 1 settembre 2021

Agenzia Fides 1 settembre 2021

 

AFRICA/CAMERUN - Liberato il Vicario generale della diocesi di Mamfe rapito domenica scorsa
 
Yaoundé (Agenzia Fides) - È stato liberato senza il pagamento del riscatto il Vicario generale della diocesi di Mamfe, nel sud-ovest del Camerun, rapito domenica 29 agosto (vedi Fides 31/8/2021). Lo ha annunciato nella serata di ieri, 31 agosto, il cancelliere della diocesi camerunese, p. Sébastien Sinju.
“Ringraziamo l’Altissimo che ha tenuto al sicuro durante la prigionia Mons. Julius Agbortoko Agbor e lo ha riportato a noi sano e salvo” afferma un comunicato firmato da p. Sinju, giunto a Fides. Il cancelliere ringrazia “le comunità cristiane e tutti coloro che, in patria e all’estero, sono stati al nostro fianco mentre eravamo uniti in preghiera. (…). Che Dio vi benedica”.
Per la liberazione del sacerdote i rapitori avevano chiesto un riscatto di 20 milioni di franchi CFA (circa 30.489 euro). A quanto pare la somma non sarebbe stata pagata.
Mons. Agbortoko Agbor era stato catturato domenica 29 agosto da alcuni giovani armati, che si erano qualificati come separatisti, che avevano assalito il Seminario maggiore di Mamfe. La loro intenzione iniziale era quella di catturare Sua Ecc. Mons. Francis Teke Lysinge, Vescovo emerito di Manfe. Ma vista l’età avanzata del Vescovo, i separatisti hanno preferito prelevare Mons. Agbor. (L.M.) (Agenzia Fides 1/9/2021)
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AFRICA/LIBERIA - Catechisti d’Africa: punto di riferimento dei cristiani delle piccole comunità
 
Foya (Agenzia Fides) – “In Africa mai avrei potuto svolgere il mio servizio missionario senza l’aiuto e il sostegno di tanti catechisti” ha raccontato p. Walter Maccalli in riferimento al Motu Proprio “Antiquum ministerium” del 10 maggio 2021, con cui Papa Francesco ha istituito il ministero dei catechisti.
Il sacerdote, missionario della Società per le Missioni Africane (SMA), nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, ha spiegato cosa fa il catechista nella Chiesa africana. “Sono loro il punto di riferimento dei cristiani delle piccole comunità, dato che vivono a stretto contatto con loro e animano le celebrazioni domenicali quando il missionario non può farlo. Ad esempio, in Angola, durante la lunga guerra civile i catechisti sono sempre rimasti al loro posto, anche quando preti e suore avevano dovuto abbandonare le missioni per ragioni di sicurezza. Hanno dato prova della loro fede, pur nel pericolo e nella persecuzione”, sottolinea p. Maccalli. “Non hanno mai interrotto l’opera dell’evangelizzazione, hanno continuato a dare formazione cristiana e assistenza ai fedeli, pur in condizioni precarie, in villaggi isolati della foresta, nei quartieri degli sfollati, o nei campi di rifugiati al di là delle frontiere angolane.”
A testimonianza del ruolo insostituibile dei catechisti, il missionario SMA ne ricorda uno, Estêvão Tomais, nato due anni prima del 1961, anno di inizio della guerra di liberazione angolana. “Era destinato a morire perché meticcio – racconta. Suo padre infatti era portoghese. Fu salvato dalla madre angolana, fuggita in foresta. Catechista per vocazione e responsabile delle comunità sparse nella grande parrocchia di Nambuangongo, è divenuto il fedele collaboratore dei missionari. È ancora oggi formatore di nuovi leader di comunità, ai quali insegna la liturgia e il modo di spiegare la Bibbia.”
“La Chiesa cattolica angolana deve molto ai catechisti per l’incalcolabile contributo che hanno dato all’evangelizzazione lungo i quarant’anni che è durata la guerra – ha dichiarato p. Walter. L’impatto della parola di un catechista africano sui cristiani delle loro comunità è molto forte, maggiore certamente di quella di noi missionari europei. In quanto conoscitore della cultura e delle tradizioni locali, la sua parola è di stimolo e incoraggiamento a vivere la fede cristiana in quelle situazioni in cui il Vangelo entra un pò in conflitto con certe pratiche e certe mentalità ancestrali. Essi sanno come fare la sintesi tra le tante cose buone che ci sono nella tradizione africana e la novità dell’annuncio di Gesù.”
“Qui nella missione di Foya, in Liberia, dove mi trovo ora, - conclude p. Walter - nella nostra parrocchia possiamo contare su un catechista inviatoci dalla diocesi. Tra i vari servizi offerti prepara i catecumeni adulti al Battesimo, esercita un ministero itinerante nei villaggi, per la catechesi e la liturgia in lingua locale, il kissi, oltre ad aiutare a riportare la pace nelle famiglie e nei villaggi dove sono nati dei conflitti.”
(WM/AP) (Agenzia Fides 1/9/2021)

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ASIA/MYANMAR - Militari dell'esercito birmano occupano e profanano due chiese
 
Hakha (Agenzia Fides) - L'esercito birmano ha requisito e profanato due chiese, la chiesa cattolica di San Giovanni e una chiesa battista, nel villaggio di Chat, nel comune di Mindat, nello stato birmano di Chin, nel Myanmar occidentale. Come confermano all'Agenzia Fides fonti ecclesiali nella diocesi di Hakha, dove si trova Mindat, l'assalto è avvenuto ieri, 31 agosto 2021. I militari del Myanmar hanno sequestrato gli edifici di culto e creato un loro quartier generale all'interno delle due chiese.
Il parroco cattolico della chiesa di san Giovanni, padre John Aung, scacciato, esprime a Fides tutto il suo sdegno: "E' esecrabile. I militari hanno requisito la chiesa per loro uso. Hanno aperto il tabernacolo, hanno preso le ostie consacrate e le hanno buttate a terra, calpestando e saccheggiando. Hanno distrutto tutti gli armadi chiusi a chiave. L'esercito dovrebbe rispettare gli edifici religiosi e non dovrebbe toccare nulla all'interno delle chiese. Condanniamo l'aggressione e la violenza gratuita e la profanazione della nostra chiesa, con la palese violazione della libertà di culto". Nel villaggio di Chat ci sono 68 case, 42 delle quali sono di famiglie cattoliche. Tutta la parrocchia abbraccia 20 villaggi dell'area. All'arrivo dei militari, che nell'area si sono scontrati con alcuni militanti delle forze di resistenza locali, il parroco è fuggito nella foresta con gli abitanti del villaggio.
Riferisce Shane Aung Maung, uno dei fedeli cristiani battisti del villaggio: "I soldati hanno distrutto le nostre bibbie, gli arredi sacri, i generatori elettrici e l'amplificatore dei suoni. Bevono alcolici all'interno dell'edificio della chiesa. Macellano il bestiame e cucinano carne nella chiesa". "Tatmadaw (l'esercito regolare birmano, ndr) sta destabilizzando il Paese, colpendo persone e proprietà delle Chiese cristiane, uccidendo civili disarmati e pacifici e bruciando villaggi e case. Siamo davvero sconcertati", aggiunge.
Commenta a Fides il sacerdote cattolico locale p. David Hmun: "Siamo scioccati. E' davvero impensabile. I militari del Myanmar non sono più un esercito popolare ma diventano così un gruppo militante terrorista, che compie violenza sul popolo, sui civili innocenti".
L'occupazione della chiesa da parte dell'esercito è avvenuta quando i combattimenti tra i militari e i gruppi di resistenza civile (Chinland Defence Force, CDF) si sono intensificati nello stato di Chin, area prevalentemente cristiana. L'Institute of Chin Affairs, ente non profit creato da leader di etnia Chin, attualmente con base in India, ha condannato gli atti di violenza compiuti dalle truppe durante l'occupazione delle chiese. "L'occupazione della chiesa e la devastazione delle proprietà della chiesa è una violazione della Convenzione di Ginevra. Chiediamo la fine immediata di atti contro il diritto internazionale umanitario e contro i diritti umani", afferma l'Istituto in un comunicato pervenuto a Fides. L'Istituto condanna l'uccisione di centinaia di civili Chin nei mesi scorsi e segnala che, come effetto del colpo di stato militare del 1° febbraio, "il paese sta scivolando in una guerra fratricida che conduce alla rovina". Data la reazione "intraprendente e resiliente della popolazione, il golpe è fallito", si afferma, notando la formazione e la tenacia delle "Forze di difesa popolare" in tutta la nazione.
(JZ-PA) (Agenzia Fides 1/9/2021)
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ASIA/TURCHIA - La chiesa armena di Malatya riapre al culto dopo 106 anni
 
Malatya (Agenzia Fides) - La chiesa armena apostolica di Surp Yerrortutyun (Santissima Trinità), nella provincia turca orientale di Malatya, ha riaperto le porte al culto divino dopo una interruzione di 106 anni. La divina liturgia, celebrata nella chiesa domenica 29 agosto, è stata presieduta da Sahak Maşalyan, attuale Patriarca armeno di Costantinopoli, e ha visto la partecipazione di un cospicuo numero di cristiani armeni residenti nella regione. Il giorno prima, sabato 28 agosto, l’edificio era stato riaperto come “Centro culturale di arte e cultura Tashhoran”, L’opera architettonica, la cui costruzione era stata completata nel 1893, si trovava in uno stato di degrado dopo decenni di totale abbandono. L’ultima celebrazione liturgica vi si era svolta nel 1915, quando il luogo di culto era sotto la giurisdizione del Patriarcato armeno di Costantinopoli, e prima che l’Anatolia divenisse teatro delle deportazioni e dei massacri noti come “Genocidio armeno”.
I lavori di restauro e ripristino della chiesa – riferisce la testata bilingue armena-turca Agos - sono stati promossi dalla locale associazione Hayder. Le autorità politiche locali, presenti all’inaugurazione, hanno spiegato che il complesso architettonico viene riaperto al pubblico come centro culturale. Nel contempo, su richiesta, le locali comunità cristiane armene potranno utilizzare la chiesa per iniziative ecclesiali, celebrazioni di battesimi e matrimoni, incontri di preghiera e divine liturgie.
“La chiesa, restaurata 100 anni dopo come centro artistico e culturale” ha dichiarato il Patriarca Maşalyan nel discorso tenuto durante le celebrazioni inaugurali, “apre anche ai cittadini cristiani per il culto. Naturalmente, prendiamo questo come un messaggio molto importante in termini di pace, unità e fratellanza per questo Paese”.
In tempi recenti (vedi Fides 23/1/2021 e 27/1/2021) in Turchia aveva suscitato rammarico la sorte di antichi luoghi di culto cristiani ridotti in stato di abbandono che erano stati messi in vendita da proprietari privati o erano stati addirittura smantellati per liberare terreni a vantaggio di nuove iniziative edilizie e immobiliari.
Anche il Patriarcato armeno ortodosso di Costantinopoli aveva diffuso una dichiarazione al riguardo, esprimendo rammarico per il fatto che "edifici ecclesiastici siano percepiti come un bene commerciale e siano visti da alcuni come una fonte di guadagno". In passato – proseguiva la dichiarazione del Patriarcato armeno con sede a Istanbul – i luoghi di culto cristiani erano istituiti, costruiti o restaurati grazie agli ‘editti del Sultano’. Sappiamo che proteggere gli edifici ecclesiastici che contribuiscono alla ricchezza culturale del nostro Paese, che non sono più a disposizione delle comunità di riferimento, rappresenta comunque un dovere delle istituzioni competenti dello Stato”. (GV) (Agenzia Fides 1/9/2021)
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AMERICA/MESSICO - Ucciso un sacerdote nello stato di Morelos
 
Galeana (Agenzia Fides) - Il corpo senza vita del sacerdote messicano don José Guadalupe Popoca è stato ritrovato la mattina del 31 agosto all'interno della parrocchia di San Nicolás de Bari, nella città di Galeana, municipio di Zacatepec, nello stato di Morelos. Secondo le prime informazioni pervenute all’Agenzia Fides, il parroco è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco alla testa. Don José Guadalupe era nato a Jiutepec, Morelos, il 12 dicembre 1977, ed era stato ordinato sacerdote il 15 agosto 2007. Ha svolto il ministero sacerdotale in diverse parrocchie della diocesi di Cuernavaca, dedicandosi in particolare ai giovani.
Mons. Ramón Castro Castro, Vescovo di Cuernavaca, diocesi a cui appartiene la parrocchia, ha espresso in un videomessaggio costernazione e dolore, chiedendo alle autorità di indagare sui motivi del crimine, e ha invitato a pregare per l’eterno riposo del sacerdote e perché Dio conceda alla sua comunità il coraggio e la forza di affrontare questa perdita.
Monsignor Alfonso G. Miranda Guardiola, Vescovo ausiliare di Monterrey e Segretario Generale della Conferenza Episcopale Messicana (CEM), in un messaggio afferma: “Con profondo dolore, esprimiamo la nostra tristezza e sgomento per l'omicidio di p. José Guadalupe Popoca, appartenente al clero della diocesi di Cuernavaca. Esprimiamo le nostre condoglianze a Mons. Ramón Castro Castro, alla sua famiglia, agli amici e ai fedeli che ha servito nella vita come loro pastore. Chiediamo la conversione a coloro che producono dolore e sofferenza, affinché possano tornare sulla via del bene. Dio non ha creato nessuno per fare il male, ci ama perché siamo Suoi figli e Si aspetta che scegliamo la strada della vita”. Infine il Segretario generale della CEM ringrazia i sacerdoti, “che svolgono il loro lavoro in tutto il Paese” e chiede loro di “non perdere la speranza, di continuare con ardore la loro missione ecclesiale nonostante le difficoltà, sull'esempio di Gesù, il Buon Pastore”.
Secondo il Sistema nazionale di pubblica sicurezza, tra gennaio e luglio 2021 nello stato di Morelos ci sono stati 769 omicidi e 10 rapimenti. Secondo il Mexico Peace Index 2021, Morelos è il nono stato più violento dei 32 stati messicani. (SL) (Agenzia Fides 1/09/2021)
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AMERICA/CILE - Settembre: dal “Mese della Bibbia” al “Mese della Parola”
 
Santiago (Agenzia Fides) - La Commissione Nazionale per l'Animazione Biblica della Pastorale in Cile, ha deciso quest’anno di cambiare il nome del tradizionale "Mese della Bibbia", che si celebra a settembre in diversi paesi dell’America Latina, in "Mese della Parola". La ragione, spiega la nota pervenuta a Fides, è che i cristiani non sono una religione "del Libro", ma un popolo convocato, che ascolta la voce di Colui che è il "Verbo" fatto carne, e che questa Parola è quella che "ascolta con pietà, custodisce con devozione e spiega con fedeltà" come ricorda la Dei Verbum.
L'obiettivo di questo cambio di nome, prosegue la Commissione, è quello di sottolineare che la Parola di Dio va letta e messa in dialogo con le sfide del tempo presente. “La Parola guidi quindi il nostro processo di discernimento ecclesiale, personale e comunitario. Che possiamo scoprire nella Parola, la nostra vocazione di popolo sinodale che si fa pellegrino con il Signore”. Per dare vita a questo "Mese della Parola", sono state preparate diverse attività per tutto il mese di settembre, che saranno trasmesse sul canale YouTube della Conferenza Episcopale.
L’appuntamento è per ogni lunedì, martedì e mercoledì del mese di settembre, alle ore 19,30. Il lunedì, sul tema "Parola e Interpretazione", si cercherà di illuminare con la Parola alcuni grandi concetti come Popolo di Dio, Discernimento, Sinodalità… Il martedì, la "Lettura orante della Parola" raccoglierà il contributo di diverse diocesi e movimenti sui loro modi di fare lettura orante. Il mercoledì, con "La Parola e la Cultura", verranno presentati alcuni temi propri del momento culturale che stiamo vivendo: la Parola letta dai giovani, la Parola letta dalle Donne, la Parola letta dalle Migrazioni e la Parola letta in dialogo con i Popoli Indigeni. Tutte le informazioni e i materiali sono disponibili nell'apposito sito web preparato per l'occasione. (SL) (Agenzia Fides 1/09/2021)
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AMERICA/EL SALVADOR - Il 22 gennaio la beatificazione dei quattro martiri Rutilio Grande, Manuel Solórzano, Nelson Rutilio Lemus Chávez e Cosma Spessotto
 
San Salvador (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica salvadoregna ha annunciato che la Beatificazione dei martiri salvadoregni padre Rutilio Grande, gesuita, Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chávez, laici, e del francescano italiano Fray Cosme Spessotto, OFM, avrà luogo il 22 gennaio 2022, sul sagrato della Cattedrale metropolitana di San Salvador.
"E’ stato deciso che la beatificazione sarà a San Salvador, ma sta a noi Vescovi scegliere il luogo, e lo abbiamo già scelto, e sarà la Cattedrale di San Salvador" ha spiegato durante la conferenza stampa per l’annuncio, domenica 29 agosto, l'Arcivescovo di San Salvador, Monsignor José Luis Escobar Alas. Mons. Escobar Alas ha anche confermato che Papa Francesco ha nominato il Cardinale salvadoregno Gregorio Rosa Chávez suo Delegato speciale a presiedere la celebrazione per questi altri quattro martiri che saliranno “agli onori degli altari”, unendosi così a Sant'Oscar Arnulfo Romero, canonizzato nell'ottobre 2018 dallo stesso Papa Francesco.
L'Arcivescovo si è rammaricato in quanto la celebrazione della beatificazione dei martiri non sarà come quella di Sant’Oscar Arnulfo Romero, avvenuta in Plaza del Divino Salvador del Mundo, il 23 maggio 2015, con un numero considerevole di fedeli, perché il contesto della pandemia di coronavirus non lo consente. "Non pensiamo a una festa con un grande afflusso di persone, piuttosto a una celebrazione dove ci siano delle rappresentanze, in quanto la piazza può ospitare un buon numero di persone, sempre rispettando le misure di biosicurezza come mascherine e gel alcolico. La messa sarà trasmessa sulle reti sociali, in modo che le persone possano seguirla ed essere partecipi della beatificazione" ha spiegato.
Il sacerdote gesuita Rutilio Grande era nato il 5 luglio 1928 a El Paisnal, ed è stato assassinato il 12 marzo 1977 dagli squadroni della morte dell'esercito salvadoregno, mentre era parroco nella città di Aguilares. Fu amico di Sant'Oscar Arnulfo Romero, che fu assassinato tre settimane prima di lui. Insieme a padre Rutilio furono uccisi anche il 72enne Manuel Solórzano e Nelson Rutilio Lemus Chavez, 15 anni. Tutti e tre si trovavano su una jeep diretta a El Paisnal, dove il sacerdote avrebbe dovuto celebrare una messa, ma sulla strada furono fermati e fucilati. Il missionario francescano italiano p. Cosma Spessotto, OFM, nato a Mansué nel 1923, in El Salvador dal 1950, venne ucciso a colpi di arma da fuoco da alcuni sconosciuti a San Juan Nonualco, il 14 giugno 1980, mentre pregava davanti all’altare prima di celebrare la Santa Messa.
(CE) (Agenzia Fides 01/09/2021)

mercoledì 24 febbraio 2021

Agenzia Fides 24 febbraio 2021

 

AFRICA/NIGERIA - “La Nigeria rischia di spaccarsi” avvertono i Vescovi
 
Abuja (Agenzia Fides) – “La Nigeria rischia di cadere a pezzi”. È il grido di allarme dei Vescovi nigeriani che notano un ripiegamento in se stessi dei diversi gruppi nazionali che compongono la Federazione, di fronte alle gravi mancanze delle istituzioni statali, in primo luogo l’incapacità di garantire a tutti la sicurezza.
“Le spinte all'autodifesa stanno rapidamente guadagnando terreno. Molti gruppi etnici stanno suonando rumorosamente i tamburi di guerra, chiedendo non solo una maggiore autonomia, ma anche la rinuncia definitiva a una nazione in cui hanno perso ogni fiducia e senso di appartenenza. Le richieste di secessione su base etnica non dovrebbero essere ignorate o prese alla leggera” avvertono i Vescovi in una dichiarazione firmata da Sua Ecc. Mons. Augustine Obiora Akubeze, Arcivescovo di Benin City e Presidente della Conferenza Episcopale nigeriana (CBCN), e da Sua Ecc. Mons. Camillus Raymond Umoh, Vescovo di Ikot Ekpene e Segretario della CBCN.
Alla base dello scoramento dei nigeriani nei confronti dell’unità nazionale, secondo i Vescovi, c’è il fallimento del governo: “Molti hanno rinunciato alla possibilità e persino all'aspirazione di una Nigeria come un Paese unito. Non c'è da stupirsi che molti attori non statali stiano riempiendo il vuoto creato dal fallimento tangibile del governo”.
“Il governo federale sotto il Presidente Muhammadu Buhari non può più ritardare l'assunzione del suo obbligo di governare la nazione; non secondo pregiudizi etnici e religiosi ma sulla falsariga di principi oggettivi e positivi di correttezza, equità e, soprattutto, giustizia” rimarca la dichiarazione.
“Noi, della Conferenza episcopale della Nigeria, con membri provenienti da tutte le parti della Nigeria, siamo molto turbati per l'attuale stato di instabilità del Paese” continua la dichiarazione. “Lanciamo questo allarme per un profondo amore patriottico per la nostra nazione, non per interessi settoriali, siano essi politici, etnici o anche religiosi” sottolineano i Vescovi.
“Nonostante il persistere delle crisi, omicidi, Covid 19, rapimenti, banditismo, rapine a mano armata, affermiamo sinceramente la nostra fede nella fattibilità e desiderabilità del Progetto Nigeria, come una nazione prospera sotto la protezione del Signore” concludono i Vescovi. “Ma siamo anche convinti che la costruzione di una nazione del genere, specialmente nelle nostre attuali circostanze, abbia un costo. Siamo anche convinti che l'alternativa di separarci, abbia un costo di gran lunga superiore a quello che serve per tenerci insieme” conclude il messaggio lanciando un appello a tutti per “fare i sacrifici necessari per gestire meglio le nostre differenze e trasformarle in una forza positiva invece che negativa”. (L.M.) (Agenzia Fides 24/2/2021)
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AFRICA/CONGO RD - “L’attacco all’Ambasciatore italiano è la manifestazione eloquente del terrorismo che la popolazione deve affrontare da anni”
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – L’ONG congolese per i diritti umani CEPADHO, nel porgere le condoglianze per l’uccisione di Luca Attanasio, del carabiniere di scorta, Vittorio Iacovacci e dell’autista congolese Mustafa Milambo, condanna fermamente questo crimine e qualifica “l’attacco come una manifestazione eloquente del terrorismo che la popolazione deve affrontare da diversi anni nel Nord Kivu”.
Nel comunicato inviato all’Agenzia Fides il CEPADHO “incoraggia le autorità congolesi a coinvolgere le forze armate congolesi, la Polizia, i Servizi di sicurezza civile e militare, nella ricerca attiva degli autori di questo barbarie, in modo che vengano arrestati e che rispondano penalmente per il loro atto. In questa occasione, CEPADHO invita le Grandi Potenze a mostrare più solidarietà con la RDC a caccia di gruppi armati e movimenti terroristici, in vista della loro eliminazione immediata e definitiva nell'est del paese”. (L.M.) (Agenzia Fides 24/2/2021)

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AFRICA/GHANA - Istruzione e Covid-19: la situazione delle scuole nelle zone rurali del Paese
 
Accra (Agenzia Fides) – A partire dal 18 gennaio le scuole dell’intero Paese hanno ripreso le attività. Tuttavia in diversi villaggi al momento della riapertura mancavano i dispositivi di protezione individuali (DPI) per tutti e la situazione non è ancora del tutto sotto controllo. “E’ stato un vero spettacolo vedere genitori e bambini in fila in attesa di essere registrati davanti ai compound delle scuole, dopo 10 mesi di chiusura a causa del Covid-19”, scrive all’Agenzia Fides padre Paul Saa-Dade Ennin, Superiore Provinciale dei missionari SMA in Ghana.
“Se da una parte c’erano i genitori sollevati dal fatto di poter riportare i propri figli a scuola, dall’altra gli scolari erano felici di tornare a rivedere i compagni e condividere questi lunghi mesi trascorsi chi in casa ad aiutare i genitori per le faccende domestiche, chi fuori per i mercati o per i campi.”
P. Paul spiega che nel villaggio di Babaso, distretto Ejura-Sekyeredumase della regione di Ashanti, i DPI dovevano ancora essere consegnati al momento della riapertura della scuola. Gli scolari indossavano le mascherine, e la chiesa parrocchiale locale aveva fornito i secchi e il sapone liquido per il lavaggio delle mani che purtroppo non sono stati sufficienti per tutti. “In questo contesto scolastico – racconta il missionario - il distanziamento sociale è la sfida principale. Nelle aule i banchi sono disposti tenendo conto delle distanze richieste, ma in alcune classi, a causa del numero di alunni e delle dimensioni dell'aula, è stato impossibile. Gli insegnanti hanno grandi difficoltà in particolare durante la ricreazione – spiega p. Paul -. È semplicemente impossibile lasciare che i bambini giochino insieme osservando i protocolli, serve un aiuto immediato concreto da parte del governo prima che nelle scuole, specialmente quelle nelle aree rurali svantaggiate come Babaso, scoppino nuove epidemie.”
Nel suo racconto il Superiore Provinciale SMA descrive la gioia di tanti piccoli che sono potuti rientrare a scuola in tempo di Covid, ma anche il rammarico per tanti altri compagni che per poter sostenere e aiutare le proprie famiglie, sono stati costretti a trasferirsi in città per lavorare come domestici. “Alcune delle ragazze sono purtroppo rimaste incinte durante il lockdown, altre sono state date in matrimonio per mantenere la famiglia e non torneranno” spiega p. Ennin. Il missionario evidenzia il fatto che queste sono solo alcune delle tristi realtà degli effetti del Covid-19 sui bambini: “Il loro futuro sarà gravemente compromesso se non vengono intraprese azioni e provvedimenti strategici e coscienziosi.”
(PE/AP) (24/2/2021 Agenzia Fides)
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ASIA/MALAYSIA - In Quaresima riaprono le chiese nello stato di Sarawak
 
Kuching (Agenzia Fides) - Le chiese di Kuching, capitale dello stato malaysiano del Sarawak in Malaysia (situato sull'isola del Borneo), hanno riaperto in occasione del tempo di Quaresima. Come comunicato all'Agenzia Fides dall'Arcivescovo di Kuching, Simon Poh, il governo locale ha permesso la riapertura della maggior parte delle chiese, dopo oltre due settimane di chiusura per contenere la diffusione del Covid-19. La celebrazione eucaristica nelle parrocchie che hanno avuto il permesso è iniziata tra il 20 e il 21 febbraio, in occasione della prima domenica di Quaresima. I fedeli sono stati invitati a verificare gli orari di riapertura e a conformarsi a tutte le informazioni e i protocolli sanitari per frequentare la chiesa nella massima sicurezza. Le chiese situate nelle aree in cui sono ancora presenti dei focolai di Covid-19 non possono riaprire. Lo stato di Sarawak è ancora strettamente bloccato fino al 1 marzo, con diversi focolai di Covid attivi.
“Affidiamo ai nostri leader della Chiesa cattolica e ai responsabili dei Consigli pastorali nei 300 villaggi cattolici dell'arcidiocesi, il compito di monitorare e garantire il rispetto delle procedure sanitarie necessarie durante le preghiere, le celebrazioni, i riti funebri. L'autorità statale considera tali raduni ad alto rischio di potenziali infezioni", rimarca l'Arcivescovo, invitando al massimo rigore e attenzione.
L'Arcivescovo invita i fedeli ad osservare nel tempo di Quaresima la pratica del digiuno, dell'astinenza, della preghiera e della carità, anche sfruttando i canali di comunicazione online per restare in contatto con le chiese, e a dare molto spazio ala preghiera in casa. "Tutti siamo chiamati a fare dei sacrifici e a fare del nostro meglio per contenere il Covid. Tutti i fedeli sono chiamati ad assumersi la responsabilità cristiana, sociale e morale, per ridurre il rischio di sviluppare nuovi focolai", ha detto.
“Rimanete vigili, seguite tutti i protocolli di sicurezza. Pregate, digiunate e fate l'elemosina. fate pratiche penitenziali. Offrite a Gesù i vostri sacrifici durante questa Quaresima. Convertitevi e credete al Vangelo", ha detto l'Arcivescovo.
Bernard Lim, leader laico cattolico, dichiara a Fides: “Siamo felici per la riapertura delle chiese durante la Quaresima. Ci impegneremo a seguire le misure sanitarie richieste. Vivremo questo tempo immersi nella preghiera".
(SD-PA) (Agenzia Fides 24/2/2021)
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ASIA/TURCHIA - Stop per la banda dei “ladri di chiese”. Provarono a vendere anche la Basilica di Sant’Antonio
 
Istanbul (Agenzia Fides) – La Basilica cattolica di Sant’Antonio da Padova, situata nella centralissima Istiklal Caddesi, uno dei viali più rinomati di Istanbul, non corre per ora alcun rischio di finire sul mercato immobiliare come un immobile privato di pregio. Nei giorni scorsi è stato arrestato e rinviato a giudizio - con la richiesta di condanna a 285 anni di carcere - il faccendiere Sebahattin Gök, l’uomo che lo scorso anno, con una rete di complici aveva architettato una complessa operazione truffaldina per entrare illegalmente in possesso della più grande chiesa cattolica di Istanbul e rivenderla al miglior offerente. Le indagini compiute intorno al caso hanno confermato che la “banda” di Gök e dei suoi sodali si stava specializzando in truffe immobiliari compiute ai danni di comunità ecclesiali e religiose, di proprietari stranieri o di gruppi etnici minoritari.
La prima chiesa sorta nell’area attualmente occupata dalla Basilica fu eretta già nel 1725 dalla comunità italiana di Istanbul. L’attuale luogo di culto (nella foto), officiato dai Francescani Conventuali, fu ricostruito in stile neogotico veneziano tra il 1906 e il 1912. Conformemente alla prassi dell’epoca, la proprietà della chiesa fu intestata a membri della famiglia reale italiana. Nel gennaio 1971, gli eredi di Casa Savoia rinunciarono ai diritti sull’immobile, a vantaggio della associazione Sent Antuan Kilisesi (Chiesa di Sant’Antonio) che risponde alla comunità cattolica locale.
Negli ultimi anni anni, Sebahattin Gök aveva compiuto diversi viaggi in Italia, Francia e Stati Uniti, raccogliendo procure e deleghe firmate da persone da lui presentate come eredi legittimi degli antichi intestatari della Basilica (compresi i membri di una famiglia di Saluzzo, che nel contenzioso sorto non hanno ancora del tutto rinunciato alle loro pretese). Con queste lettere, e dopo aver rastrellato anche dubbi “certificati di eredità” presso un tribunale civile di pace, il faccendiere turco si era presentato al locale distretto catastale, rivendicando il diritto di entrare in possesso del luogo di culto a nome dei legittimi proprietari. Lo scorso anno, i Francescani Conventuali affidatari della chiesa sono ricorsi alla giustizia turca, ottenendo un provvedimento cautelare volto a tutelare il luogo di culto e i locali ad esso collegati. Nel corso delle indagini, è emerso che la stessa rete di complici legata a Gök aveva messo in atto un tentativo analogo di appropriazione illegale della chiesa bulgara di Galata e di altri luoghi di culto e immobili eretti in passato dalle locali comunità armene, francesi, italiane ed ebraiche, collezionando per questi tentativi 34 cause legali intentate contro di lui. Un contenzioso analogo a quello sorto intorno alla Basilica di Sant'Antonio coinvolge anche uno storico istituto scolastico appartenente a una Congregazione religiosa femminile di origine piemontese.
L’arresto di Gök è avvenuto in base alle accuse di falsificazione di documenti ufficiali finalizzati e truffa aggravata. La vicenda ripropone a suo modo la controversa questione delle tante chiese e dei beni ecclesiastici disseminati in territorio turco dei cui titoli di proprietà, nel corso dei secoli, si sono perse le tracce, e che in vario modo, non sempre legale, sono finiti in possesso di privati, o in tempi anche recenti sono stati acquisiti dal Dicastero turco del Tesoro. (GV) (Agenzia Fides 24/2/2021)
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AMERICA - Assemblea continentale delle Pontificie Opere Missionarie: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e udito”
 
La Paz (Agenzia Fides) – “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e udito”: sotto questo slogan, dal 22 al 27 febbraio si sta svolgendo, in forma virtuale, l'Assemblea continentale dei Direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie (POM) dell’America. Per le POM della Bolivia partecipano Mons. Waldo Barrionuevo CSsR, Direttore nazionale POM; Mons. Adolfo Bittschi, Vescovo responsabile per le Missioni della Conferenza Episcopale; Suor Cintia Vásquez, Coordinatrice nazionale delle POM, oltre ai collaboratori della Direzione nazionale.
Ogni giornata inizia con una preghiera dedicata a un continente. Lunedì 22 febbraio l’Arcivescovo Mons. Giampietro Dal Toso, Presidente delle POM, ha condiviso uno spazio di riflessione incoraggiando il lavoro missionario delle POM del continente. Ha anche ringraziato per l'animazione missionaria portata avanti in diversi modi, secondo il carisma missionario, e indicato come farla nel contesto attuale.
Martedì 23 febbraio la riflessione sul motto dell’anno e sul Messaggio di Papa Francesco per la Giornata Missionaria 2021 è stata tenuta da P. Ricardo Guillén (Venezuela). Quindi è seguito un percorso di riflessione proposto dal team del CAM VI-Porto Rico, e infine la condivisione dell’esperienza di formazione e animazione missionaria virtuale portata avanti dalle POM Honduras.
Mercoledì 24 è prevista una riflessione in chiave missionaria dell’enciclica "Fratelli Tutti" a cura del Dottor Lucas Cerviño, quindi la condivisione dell’esperienza di formazione e animazione missionaria virtuale portata avanti dalle POM del Costa Rica.
Giovedì 25 febbraio, P. Mauricio Jardín affronterà le sfide missionarie del Sinodo. Seguirà la presentazione dell’esperienza della raccolta fondi da parte della Direzione Nazionale degli Stati Uniti. Quindi il webinar fundraising e uno spazio da condividere.
L’ultimo giorno, venerdì 26 febbraio, inviterà a guardare verso la Prima Assemblea Ecclesiale dell'America Latina e dei Caraibi, quindi ci sarà un incontro con i membri del CELAM. Infine la presentazione di Missio Invest dagli USA e la chiusura dell'Assemblea.
(PA/CE) (Agenzia Fides 24/02/2021)
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AMERICA/EL SALVADOR - Nuovo passo in avanti per il diritto all’acqua e all’alimentazione: i partiti firmano un impegno pubblico
 
San Salvador (Agenzia Fides) – Una nuova tappa è stata raggiunta nel percorso per l'approvazione definitiva della riforma della Costituzione che preveda i diritti umani all'acqua e all'alimentazione in El Salvador.
Dopo la vittoria ottenuta, nell'ottobre 2020 (vedi Fides 17/10/2020), con l'inserimento dell'accesso all'acqua e ai servizi igienici come diritto umano, il 28 gennaio l'Assemblea Legislativa ha approvato, con 57 voti favorevoli su 84, la riforma dell'articolo 69 che ora include il cibo come diritto umano. Ora la Chiesa cattolica e l'Alleanza per la Riforma Costituzionale di El Salvador hanno ottenuto la "Firma dell'impegno per i diritti umani all'acqua e all’alimentazione" da parte dei partiti politici, in un documento presentato ieri sui social media dell'Arcidiocesi di San Salvador.
Il documento esprime l'impegno pubblico dei partiti firmatari a votare a favore della riforma definitiva degli articoli 2 e 69 che riguardano questi diritti. Mentre la Chiesa cattolica diffondeva questo documento attraverso i suoi social media, membri dell'Alleanza per la Riforma hanno dato vita ad una carovana pubblica, i giorni 22 e 23 febbraio, per consegnare ad ogni sede di partito la lettera dell'impegno firmata.
(CE) (Agenzia Fides 24/02/2021)
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AMERICA/MESSICO - Migranti: i molti aspetti del circuito della mobilità nel Centroamerica
 
Tijuana (Agenzia Fides) - La frontiera a Nord, tra Messico e Stati Uniti d’America, è uno dei principali corridoi migratori del mondo, segnato da violazioni dei diritti fondamentali e da un alto rischio per la vita dei migranti, con discriminazione e xenofobia. Ma la migrazione nel Continente è anche altro: ce n'è una centroamericana di cui si parla meno. E’ quanto sottolinea il dossier “Mobilità alla frontiera: Tijuana come spazio di (ri)costruzione della vita” realizzato dal Csem, il Centro scalabriniano di Studi Migratori.
L’analisi fatta dai ricercatori del Csem, parte da Tijuana luogo di frontiera tra Usa e Messico dove proprio le suore Missionarie Scalabriniane hanno creato un modello di accoglienza nell’Istituto Madre Assunta. Secondo la nota inviata a Fides, il testo analizza la migrazione centroamericana da una prospettiva regionale più vasta, analizzando le differenze che hanno coinvolto i singoli Stati. El Salvador, Honduras e Guatemala possono considerarsi come nazioni che hanno avuto principalmente una emigrazione verso gli Stati Uniti. Il Belize, invece, ha la doppia caratteristica di essere sia recettore dei migranti centroamericani sia luogo di partenza verso gli Usa.
Il Nicaragua, invece, è l’eccezione regionale, con alti indici di intensità migratoria verso il Costa Rica. Panama ha flussi importanti di migranti verso gli Usa, a causa della sua condizione storica e politica con la federazione e, ora, è un Paese che ha mutato in parte la propria realtà e ne accoglie molti. Ma esistono anche circuiti migratori intraregionali in Centroamerica, facilitati dal programma di libera circolazione Ca4 e dall’uso del dollaro a El Salvador e a Panama.
In questo panorama risalta il caso del Messico, tanto che ora si parla di un circuito migratorio centroamericano. I dati parlano nel 2010 della presenza di 59.936 centroamericani nel Paese. Sono dodici milioni i messicani negli Usa, con una curva che ha avuto il suo picco nel 2007, con 6,9 milioni a partire da quell’anno.
Secondo lo studio che tocca l’America, dal 1970 al 2020 il contesto sociopolitico è cambiato. Se negli anni Settanta il tipo di migrazione era principalmente politica (a causa dell’esilio derivato da dittature e da regimi coloniali di Belize e Panama), si è passati ai lavoratori economici degli anni Novanta e ai primi rifugiati ambientali e agli sfollati interni degli anni Duemila. Dal 2010, invece, l’America è caratterizzata da rifugiati, dalle migrazioni familiari, infantili e giovanili e dalle carovane dei migranti.
Particolarmente critica è la violenza omicida che caratterizza alcuni Paesi: il tasso più elevato è a El Salvador (58 omicidi ogni 100.000 abitanti in media tra il 2016 e il 2019), poi Honduras (45 ogni 100.000), Belize (36,5 ogni 100.000). Le rimesse incidono parecchio sui sistemi economici dell’America Latina: a El Salvador contano il 21,4% del Pil, in Honduras il 20%, in Guatemala il 12%, in Nicaragua l’11,3%, in Belize il 5% e in Messico il 2,7%.
Uno dei temi maggiormente trattati è stato quello della violenza istituzionale. In 5 anni il Venezuela ha espulso 4,5 milioni di persone, specialmente verso i Paesi dell’America Latina. Nel 2014 solo il 2,3 per cento della popolazione venezuelana viveva all’estero e nel 2019 la cifra è cresciuta al 16%, la seconda dell’America Latina dopo El Salvador, la cui percentuale è al 25%. Il Messico ha il 10% dei suoi cittadini all’estero.
Ma nel Sud del continente, si legge ancora nello studio, “inefficienza, rozzezza e bassezza di molte istituzioni pubbliche e private, esercitano una violenza passiva sulla popolazione”. Oggi, “l’impunità istituzionale, la violenza sistemica e la povertà neoliberale hanno portato alle principali cause della migrazione”. (SL) (Agenzia Fides 24/02/2021)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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