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sabato 2 aprile 2022

Don Liliano Pacco, sempre al servizio della gente

 

Addio a don Liliano Pacco, sacerdote e missionario: ha operato anche in Indonesia

(da Messaggero Veneto)

GONARS. Lo ricordano ancora con particolare affetto i suoi parrocchiani. Tre comunità in lutto per la scomparsa di don Liliano Pacco, deceduto giovedì 31 marzo all’ospedale di Latisana, dove era ricoverato, per un improvviso aggravarsi delle sue condizioni di salute.

Ottantadue anni compiuti il 23 marzo, originario di Chiasottis, frazione di Pavia di Udine, don Pacco era stato ordinato sacerdote nel 1966. È stato parroco di Bagnaria Arsa, dal 1978 al 1999, e poi, dal 2000 al 2010, anche parroco di Bicinicco, Griis, Cuccana e Felettis.

Come missionario saveriano trascorse sette anni in Indonesia. Rientrato in Italia, dopo essersi ammalato di malaria, si trasferì nel comune di Gonars, dove abitava la madre, e iniziò fin da subito a lavorare come operaio prima in una fabbrica di Gonars e poi in un’azienda dell’Aussa Corno.

Contemporaneamente cominciò anche a insegnare catechismo nelle scuole medie di Gonars. In seguito chiese di essere inserito tra i sacerdoti diocesani. Da circa tre anni abitava nella frazione di Fauglis.

«Ricordo che non amava particolarmente la burocrazia – le parole affettuose di monsignor Angelo Del Zotto, parroco della collaborazione pastorale di Palmanova e vicario foraneo della Forania del Friuli Centrale –. Si è sempre dato molto da fare, soprattutto nei contatti con le famiglie. Don Liliano era molto presente all’interno delle sue comunità, sempre disponibile all’ascolto dei suoi parrocchiani».

L’amico Carletto Candotto ha conosciuto don Pacco quando entrambi avevano vent’anni e di lui ricorda soprattutto la gentilezza e la bontà d’animo.

«Era un uomo semplice e disponibile – le parole dell’amico –. Aveva una buona parola per tutti. Si è sempre dato tanto da fare per il prossimo. È stato padre Rodolfo Ciroi, saveriano friulano, missionario da oltre trent’anni in Indonesia, a presentarci quando eravamo entrambi ventenni. Andavo sempre a prenderlo in automobile quando lui studiava per diventare sacerdote. Don Liliano era una cara persona e aveva un grande cuore».

La notizia della scomparsa del sacerdote, giovedì pomeriggio, si è diffusa rapidamente nella Bassa friulana, dove era molto conosciuto.

«Ricordo ancora quando don Pacco arrivò nel comune di Bagnaria Arsa – racconta il vicesindaco, Tiziano Felcher – perché quello è stato il suo primo incarico come sacerdote diocesano. Aveva 37 anni ed era molto attivo nella vita sociale del paese.

Giocava a calcio con i ragazzi del catechismo ed era presente nella vita della comunità. È stato lui a occuparsi della ricostruzione della canonica, all’inizio degli anni Ottanta. Aveva un carattere forte e anche particolarmente deciso e intraprendente».

Anche il sindaco di Gonars, Ivan Boemo, conosceva il sacerdote. «Una persona molto disponibile con tutti e genuina – le parole del primo cittadino Boemo –. A Gonars ha insegnato catechismo alle scuole medie. In tanti lo ricordano ancora. Ci mancherà».

Il funerale sarà celebrato lunedì pomeriggio, alle 15.30 nella chiesa parrocchiale di Gonars. —

martedì 25 aprile 2017

Bollettino agenzia Fides 25 aprile 2017

EUROPA/SPAGNA - Libropensadores: iniziativa solidale per incoraggiare i bambini a leggere e per aiutare una scuola in Costa d’Avorio
 
Saragozza (Agenzia Fides) – Anche quest’anno la Fundación Canfranc e Fundación Caja Inmaculada hanno lanciato la campagna Libropensadores che invita i giovani aragonesi alla lettura con l’obiettivo di sviluppare un progetto del quale beneficeranno 120 bambini in uno dei quartieri più poveri di Abidjan, Costa d’Avorio. La nuova edizione del programma prevede l’offerta di un euro per ogni libro per bambini e adolescenti preso in prestito nelle biblioteche che hanno aderito all’iniziativa. “L’obiettivo è sensibilizzare i giovani e i bambini sul mondo nel quale viviamo e fare si che capiscano che la vita è diversa in altri luoghi, li invitiamo a collaborare con queste azioni solidali e, allo stesso tempo, li incoraggiamo alla lettura”, hanno dichiarato i responsabili delle Fondazioni coinvolte. Quest’anno, Libropensadores contribuirà a realizzare un progetto scolastico nel quartiere Casa-Moscou di Abidjan, che aiuterà 120 alunni, da 5 a 12 anni, della scuola primaria Le prophète e le loro madri, che frequenteranno attività formative sulla prevenzione di malattie, nutrizione, igiene e sanità. Indirettamente, il progetto contribuirà a migliorare la situazione dei 371 alunni di questo centro e delle loro famiglie e si articolerà con due obiettivi principali: diminuire l’abbandono scolastico, migliorare la sanità e prevenire malattie.
(AP) (25/4/2017 Agenzia Fides)
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EUROPA/ITALIA - Giornata Mondiale contro la Malaria: a rischio i più deboli, bambini e future mamme
 
Padova (Agenzia Fides) - Il 25 aprile l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) celebra il World Malaria Day, per sensibilizzare sul problema della malaria in tutto il mondo: una malattia che solo nel 2016 ha fatto registrare 212 milioni di casi, con 429 mila morti. L’Africa è il continente più colpito, con il 90% dei casi e il 92% delle morti. Più a rischio di tutti le donne in attesa e i bambini che vivono in condizioni svantaggiate, con difficoltà di accesso e utilizzo dei servizi di prevenzione e cura. “I bambini sono i più esposti al contagio, si legge in una nota di Giampietro Pellizzer, infettivologo di Medici con l’Africa Cuamm, pervenuta a Fides, perché non hanno ancora sviluppato alcuna immunità. I due terzi delle morti per malaria riguardano proprio i bambini sotto i 5 anni: nel 2015 sono stati 303 mila i bambini morti di malaria nell’Africa sub-sahariana. Tuttavia, la prevenzione e le misure di controllo hanno ridotto la malaria dal 2010 ad og gi del 29% complessivamente e del 35% tra i bambini sotto i cinque anni. E in tutti gli ospedali in cui il Cuamm lavora, la cura dei pazienti affetti da malaria è una priorità”. Nel 2016, infatti, le persone messe in trattamento per malaria dai Medici del Cuamm sono state 206.850, in Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Uganda, Sierra Leone e Sud Sudan. E proprio in questi giorni è stata aperta in Mozambico la nuova area di intervento, con un progetto partito nella provincia di Cabo Delgado, nel nord del Paese (vedi Fides 1/4/2017)”. Grazie a questo progetto il Cuamm interverrà in due distretti della provincia, Balama e Montepuez, per raggiungere circa 170 mila abitanti attraverso messaggi radio, spettacoli teatrali, coinvolgimento di leader locali ed attività porta a porta, oltre che offrire formazione del personale sanitario.
(AP) (25/4/2017 Agenzia Fides)
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AFRICA/ZAMBIA - L’unità nazionale minacciata dalla degenerazione della politica e dal tribalismo
 

Lusaka (Agenzia Fides)- Tribalismo, regionalismo e degenerazione della vita politica minacciano l’unità dello Zambia. È quanto denuncia p. Cleophas Lungu, Segretario Generale della Conferenza Episcopale dello Zambia e Presidente dell’ Oasis Forum, un organismo al quale partecipano oltre alla Conferenza Episcopale, la Law Association of Zambia (LAZ), il Council of Churches in Zambia (CCZ), il Non-Governmental Organizations' Coordinating Council (NGOCC) e l’Evangelical Fellowship of Zambia (EFZ).
P. Lungu descrive una situazione dove la classe politica sembra vivere separata dal resto della popolazione. “Non abbiamo una forte ed effettiva partecipazione degli eletti in Parlamento. Vediamo il destino del nostro Paese dipendere dai litigi sul quale corteo di automobili deve procedere per primo. Vediamo i nostri leader che si professano cristiani seguire una strada che conduce solo alle tenebre, alla distruzione e alla disperazione. È il popolo dello Zambia che sta soffrendo. In un Paese dove povertà, analfabetismo e misere condizioni sanitarie sono diffusi, noi zambiani meritiamo molto meglio di questo”.
La perdita del senso dell’unità nazionale è evidenziato dalla crescita del tribalismo e del regionalismo alimentati a fini politici. “I semi della divisione che sono disseminati per ottenere un profitto politico non faranno crescere il Paese. Abbiamo bisogno dell’unità in questo Paese ora più di prima e questa può derivare solo dal senso di una identità comune, un senso che ci porta a condividere un futuro comune e l’amore per il nostro Paese” conclude. (L.M.) (Agenzia Fides 25/4/2017)
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AFRICA/NIGERIA - Liberato il gesuita rapito il 18 aprile
 

Abuja (Agenzia Fides)- È stato liberato P. Samuel Okwuidegbe, il gesuita nigeriano di 50 anni, che era stato prelevato da sconosciuti il 18 aprile sulla strada che collega Benin City a Onitsha.
Il gesuita è stato liberato il 22 aprile. Non sono noti i particolari del suo rilascio.
Negli ultimi anni diversi sacerdoti e religiosi sono stati rapiti in Nigeria a scopo di estorsione, specie nel sud. La Conferenza Episcopale della Nigeria ha vietato il pagamento di qualsiasi riscatto nel caso del rapimento di sacerdoti cattolici. (L.M.) (Agenzia Fides 25/4/2017)
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AFRICA/EGITTO - Papa Francesco agli egiziani: sono felice di venire nella terra visitata dalla Sacra Famiglia
 
Roma (Agenzia Fides) – Papa Francesco è contento di recarsi “come amico, come messaggiero di Pace e come pellegrino nel Paese che diede, duemila anni rifugio e ospitalità alla Sacra Famiglia fuggita dalle minacce del re Erode”. Lo ha dichiarato in un video-messaggio trasmesso questa mattina al popolo egiziano, nell'imminenza del suo breve e impegnativo viaggio in egitto (28-29 aprile), nel quale sottolinea di essere “onorato di visitare la terra visitata dalla Sacra Famiglia”.
Nel video-messaggio papale, il Vescovo di Roma esalta l'Egitto come “culla di civiltà, dono del Nilo, terra del sole e dell’ospitalità, ove vissero Patriarchi e Profeti e ove Dio, Clemente e Misericordioso, l’Onnipotente e Unico, ha fatto sentire la Sua voce”. Il Papa ringrazia le autorità civili e religiose che lo hanno invitato, a partire dal Presidente Abdel Fattah al Sisi, e esprime il desiderio che questa visita sia “un abbraccio di consolazione e di incoraggiamento a tutti i cristiani del Medio Oriente; un messaggio di amicizia e di stima a tutti gli abitanti dell’Egitto e della Regione; un messaggio di fraternità e di riconciliazione a tutti i figli di Abramo, particolarmente al mondo islamico, in cui l’Egitto occupa un posto di primo piano”. Con un implicito accenno alle recenti stragi della domenica delle Palme, Papa Francesco riconosce che “il nostro mondo, dilaniato dalla violenza cieca – che ha colpito anche il cuore della vostra cara terra – ha bisogno di pace, di amore e di misericordia”, e quindi “di costruttori di ponti di pace, di dialogo, di fratellanza, di giustizia e di umanità”.
Il riferimento all'esilio egiziano della Sacra Famiglia costituisce un altro riflesso della comunione tra il Vescovo di Roma e Papa Tawadros II, il Patriarca di quella che Papa Francesco, nel suo messaggio, definisce “la venerata e amata Chiesa copta ortodossa”. La spiritualità dei cristiani egiziani custodisce con devozione la memoria della permanenza di Gesù, Giuseppe e Maria in terra d'Egitto, raccontata dal Vangelo di Matteo. Lo scorso 27 marzo, proprio il Patriarca Tawadros, durante un'intervista televisiva, aveva voluto consolare e rincuorare i cristiani egiziani dopo un'ondata di violenze subite nel Sinai del Nord da parte di terroristi jihadisti, ricordando che proprio in Egitto la Sacra Famiglia, in fuga da Erode, era venuta a cercare rifugio e protezione.
Come documentato da Fides (vedi Fides 21/3/2017), proprio il rilancio del “Cammino della Sacra Famiglia” - itinerario per pellegrinaggi da compiere nei luoghi che, secondo tradizioni locali millenarie, sono stati attraversati dalla Sacra Famiglia durante il suo esilio in Egitto - è da tempo al centro di proposte e vivaci dibattiti che coinvolgono politici e operatori egiziani del turismo. All'inizio del 2017 Al Abdel Aal, Presidente della Camera dei rappresentanti egiziana, durante una visita agli uffici del Patriarcato copto, ha ribadito che la valorizzazione del progetto turistico da delineare seguendo i percorsi compiuti in Egitto da Giuseppe, Maria e Gesù Bambino, interessa e coinvolge tutti gli egiziani, e non solo i cristiani. In quell'occasione, alle dichiarazioni d'intenti del Presidente del Parlamento egiziano aveva risposto a stretto giro Moataz Sayed, vice-presidente dell'Associazione guide turistiche in Egitto, facendo notare che finora l e promesse espresse dai politici riguardo alla valorizzazione del “cammino” non hanno avuto sviluppi concreti, nonostante gli impegni presi in passato anche da ministri e premier, a partire da Ibrahim Mahalab, Primo Ministro egiziano dal marzo 2014 al settembe 2015.
Le prime proposte di valorizzazione, anche in chiave turistica, del “Cammino della Sacra Famiglia” risalgono addirittura a vent'anni fa. Alla fine del 2016 – hanno riferito fonti locali consultate dall'Agenzia Fides – una Commissione per il rilancio del Cammino della Sacra Famiglia era stata istituita proprio presso il Ministero egiziano per il turismo, sotto la presidenza di Hisham el Demeiri
Due anni fa (vedi Fides 21/10/2014) era stato individuato il percorso ideale del pellegrinaggio sulle orme della Sacra Famglia in Egitto, che dovrebbe partire dalla città di Al-Arish – proprio la città nel nord del Sinai divenuta di recente teatro di violenze mirate contro i copti da parte di gruppi jihadisti - per poi dirigersi verso il delta e Wadi Natrun, e raggiungere Assiut e il Monastero della Vergine Maria, conosciuto come Monastero di Al-Muharraq. (GV) (Agenzia Fides 25/4/2017).
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AMERICA/STATI UNITI - Anche il Presidente Trump evita di usare l'espressione “Genocidio Armeno”
 
Washington – (Agenzia Fides) – Il Presidente USA Donald Trump, nella giornata di lunedì 24 aprile, ha dedicato un pronunciamento ufficiale ai massacri pianificati subiti nella Penisola anatotica dagli armeni 102 anni fa, ma ha evitato di applicare a quei massacri sistematici la definizione di “Genocidio armeno”, accodandosi alla linea seguita dai suoi ultimi 4 predecessori per non suscitare reazioni risentite da parte della Turchia.
In passato, i Presidenti USA Jimmy Carter e Ronald Regan avevano usato l'espressione “Genocidio armeno”, ma poi, da George H.W Bush a Barack Obama, l'espressione è scomparsa dai pronunciamenti dei leader della Casa Bianca.
L'attuale Presidente USA, noto per il suo modo disinibito di esprimersi senza eccessivi scrupoli diplomatici anche su questioni delicate di portata internazionale, ha definito i massacri degli armeni perpetrati durante la Prima Guerra Mondiale “una delle peggiori atrocità di massa compiute nel XX secolo", ricordando che "a partire dal 1915, un milione e mezzo di armeni furono deportati, massacrati o condotti alla morte negli ultimi anni dell'Impero Ottomano". Si è poi unito al lutto della comunità armena sparsa nel mondo “per la perdita di di vite innocenti e le sofferenze sopportate da tanti". Espressioni simili a quelle usate dagli ultimi Presidenti USA.
La stampa USA ricorda che il Presidente Obama, anche a motivo delle pressioni turche sul Congresso USA, aveva accantonato la promessa fatta durante una campagna elettorale di riconoscere la natura genocidiaria dei massacri subiti dagli armeni più di un secolo fa. Viene sottolineato anche che il Presidente Trump è stato il primo leader occidentale a congratularsi con il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan dopo i risultati del referendum svoltosi in Turchia il 16 aprile, che consentiranno all'uomo forte di Ankara di allargare ulteriormente i suoi poteri.
Mentre i Presidenti USA si astengono dal riconoscere ufficialmente il Genocidio Armeno, nel 2016 il Congresso USA e anche il Segretario di Stato USA John Kerry hanno voluto definire “Genocidio” le violenze subite in Medio Oriente da cristiani e da altre minoranze etnico-religiose da parte dei miliziani del sedicente Stato Islamico (Daesh). Sulla base di quei pronunciamenti, come riferito dall'Agenzia Fides (vedi Fides 19//2016) era stata prospettata anche la possibilità di destinare forniture militari USA a sedicenti “milizie cristiane” operative nella Piana di Ninive, giustificando tale operazione come parte della lotta contro i jihadisti di Daesh. In Quel contesto, contattato dall'Agenzia Fides (vedi Fides 18 marzo 2016), l'Arcivescovo siriano Jacques Behnan Hindo, alla guida dell'arcieparchia siro cattolica di Hassakè-Nisibi, aveva definito il percorso che aveva portato l'Amministrazione USA a riconoscere come “Genocidio” le violenz e perpetrate da Daesh sui cristiani come una “operazione geopolitica che strumentalizza la categoria di Genocidio per i propri interessi”. (GV) (Agenzia Fides 25/4/2017).

martedì 26 aprile 2016

Bollettino Agenzia Fides del 26 aprile 2016

EUROPA/ITALIA - Da 150 anni la Madre del Perpetuo Soccorso accompagna i missionari redentoristi nel mondo
 
Roma (Agenzia Fides) – Si celebra oggi il 150° anniversario del ripristino alla pubblica venerazione dell’icona di Maria Madre del Perpetuo Soccorso, affidata ai missionari redentoristi da Papa Pio IX nel 1866 con l’impegno di "farla conoscere". Nella lettera del Superiore generale della Congregazione del Santissimo Redentore, P. Michael Brehl, per questa celebrazione, pervenuta a Fides, si legge tra l’altro: "Da 150 anni Nostra Madre del Perpetuo Soccorso ci accompagna nella nostra Missione e nel nostro Ministero, portando un numero incalcolabile di persone ad un rapporto personale più profondo con Gesù il Redentore e con il Popolo di Dio. Dalla chiesa di Sant’Alfonso, a via Merulana, tale devozione si è diffusa in ogni continente… Maria ha accompagnato i missionari redentoristi in tutti i continenti nella loro missione di proclamare il Vangelo di maniera sempre nuova. Lei ha dimostrato di essere la più efficace presenza missionaria che annuncia ‘redemptio copiosa’ per tutti, ma specialmente per i poveri e abbandonati". La solenne Eucaristia sarà presieduta dal Card. Vincent G. Nichols, presso la chiesa di Sant'Alfonso, in via Merulana, a Roma, dove è custodita l’immagine mariana.
(CE) (Agenzia Fides, 26/04/2016)
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AFRICA/EGITTO - I copti tornano a Gerusalemme. Cade “de facto” il divieto ai pellegrinaggi nella Città Santa
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – La domenica delle Palme, celebrata l'altro ieri dalle Chiese che seguono il calendario giuliano, ha visto un incremento esponenziale di pellegrini egiziani copti giunti a celebrare i riti della Settimana Santa a Gerusalemme. Secondo i media egiziani, nell'anno corrente sono già almeno 5.700 i cristiani copti ortodossi che hanno raggiunto la Città Santa, con un incremento di più di mille unità rispetto ai pellegrini copti che avevano computo il pellegrinagigo ai Luoghi Santi di Gerusalemme nel 2015.
La crescente presenza di pellegrini copti ortodossi egiziani nella Città Santa segna nei fatti il superamento del divieto di visitare Gerusalemme che nel 1979 era stato imposto ai propri fedeli dall'allora Patriarca Shenuda III. Negli anni in cui si radicalizzava il conflitto arabo-israeliano, il Patriarca copto Shenuda III (1923-2012) aveva vietato ai fedeli della sua Chiesa di compiere pellegrinaggi nello Stato ebraico e non aveva cambiato posizione neanche dopo la normalizzazione dei rapporti tra Egitto e Israele voluta dal Presidente Sadat. Tale divieto non è mai stato formalmente revocato, ma già nel 2014 il viaggio compiuto in Terra Santa da una novantina di cristiani copti in occasione della Settimana Santa aveva dato modo a diversi osservatori di sottolineare l'inattualità della disposizione disciplinare anti-pellegrinaggio, nel quadro dei rapporti esistenti tra le due nazioni confinanti.
A incentivare ulteriormente i pellegrinaggi dei copti in Terra Santa ha di certo contribuito anche il viaggio compiuto a fine novembre a Gerusalemme dallo stesso Patriarca Tawadros II, in occasione dei funerali dell'arcivescovo Abraham, capo della locale comunità copta ortodossa. Il viaggio patriarcale, pur presentato dalla Chiesa copta ortodossa come “un'eccezione”, è senz'altro stato recepito dai copti egiziani come un segnale eloquente che il nuovo Patriarca non ha intenzione di difendere divieti penalizzanti per la vita spirituale dei fedeli. (GV) (Agenzia Fides 26/4/2016).
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AFRICA - Curare la malaria si può: prevenzione e accesso alle terapie
 
Padova (Agenzia Fides) – La malaria rimane oggi in Africa una delle malattie più diffuse tra gli adulti e una delle maggiori cause di morte per i bambini. Nei 16 ospedali in cui Medici con l’Africa Cuamm è presente in Angola, Etiopia, Mozambico, Tanzania, Sierra Leone, Sud Sudan, Uganda il 30% dei ricoveri è dovuto alle forme gravi di malaria, con punte del 50% negli ospedali di Yirol e Cueibet in Sud Sudan e in quello di Aber, in Uganda. Curare la malaria si può, dichiarano gli esperti del Cuamm nel comunicato inviato all’Agenzia Fides in occasione della recente Giornata Mondiale contro la Malaria. Il problema è molto spesso quello di garantire l’accesso alle terapie per le persone ammalate che vivono lontane dagli ospedali, nelle zone rurali e isolate che sono spesso anche quelle più colpite. Ancora più importante è lavorare sulla prevenzione, attraverso la distribuzione e la sensibilizzazione sull’uso di strumenti semplici: zanzariere, repellenti, campagn e di disinfestazione delle abitazione dalle zanzare. Nel 2015, sono stati effettuati 89 mila trattamenti in ambulatorio e 20 mila ricoveri per malaria registrati nei 7 paesi di intervento del Cuamm.
(AP) (26/4/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/BANGLADESH - Lunga scia di omicidi mirati: “I cristiani proseguono nelle loro attività pastorali e sociali”
 
Dacca (Agenzia Fides) - “Siamo consapevoli, preoccupati ma non allarmati. I gruppi fanatici stanno seminando morte ma speriamo che il governo possa controllarli. Le attività pastorali e sociali della Chiesa procedono”: lo dice a Fides il Vescovo ausiliare emerito di Dacca, oggi docente al Seminario maggiore di Dacca, S.E. Mons. Theotonius Gomes, mentre negli ultimi giorni due nuovi omicidi mirati si sono registrati nel paese. Vittime di attacchi dei gruppi fondamentalisti islamici in Bangladesh sono Xulhaz Mannan, 35 anni, giornalista-editore della rivista “Roobpaan” - che nel paese si occupa dei problemi e diritti di omosessuali e transgender - freddato a Dacca con un amico; e il professore universitario Rezaul Karim Siddiquee, assassinato a Rajshahi.
La polizia ha seguito la pista di un attacco di militanti islamici, simile a quelli avvenuti in passato contro dei blogger e intellettuali laici. Una persona è stata arrestata nell'ambito delle indagini sull'omicidio del professore: Hafizur Rahman, leader dell' “Islami Chhatra Shiibir”, ala studentesca del partito islamista radicale Jamaat-e-Islami. L’omicidio del professore è stato rivendicato dallo Stato Islamico.
“La situazione è complessa, ci sono gruppi estremisti islamici locali che ora si rifanno al’Is e cercano di sfruttare il marchio, di riflesso a quanto accade in Medio Oriente”, spiega a Fides il Vescovo. Sulla situazione dei cristiani, che nel paese sono, nel complesso, circa l’1% della popolazione (1,6 milioni di fedeli su 160 milioni di abitanti), dice: “Procediamo con cautela e attenzione, siamo consapevoli della situazione, ma le nostre attività pastorali, sociali educative, procedono. In alcuni casi il governo ha stanziato un supplemento di scorta, alzando il livello delle misure di sicurezza anche a noi”. “La piccola Chiesa cattolica in Bangladesh, che conta circa 300mila fedeli (0,2% della popolazione), continua la sua missione, vivendo nella preghiera e nella fede in Dio”, spiega.
La scorsa settimana l’Is ha rivendicato anche la responsabilità per l'omicidio di un Pastore nel nord del Bangladesh, il 65enne Hossain Ali, che si era convertito al Cristianesimo dall'Islam nel 1999. A febbraio un sacerdote indù è stato ucciso nel Nordovest del paese. Lo scorso anno quattro blogger sono stati uccisi in quanto etichettati come “atei” solo perché sostenitori di uno stato laico e democratico. Sempre nel 2015 il missionario italiano Piero Parolari è stato ferito mentre il cooperante Cesare Tavella e un giapponese sono stati uccisi. (PA) (Agenzia Fides 26/4/2016)
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ASIA/INDIA - I Vescovi incontrano il Primo Ministro: “Invitiamo il Papa in India”
 
New Delhi (Agenzia Fides) – Una delegazione dei Vescovi indiani ha incontrato il Primo ministro indiano Narendra Modi. Il gruppo era guidato dal Presidente della Conferenza episcopale (CBCI), il Card. Baselios Cleemis, accompagnato dal Segretario Generale, S.E. Mons Theodore Mascarenhas, e dal vice Segretario generale, Mons. Joseph Chinnayyan.
Come riferisce un comunicato inviato a Fides, la delegazione ha chiesto al Primo ministro Modi di invitare il Papa a visitare l'India, in una data conveniente sia per il governo indiano che per la Santa Sede. Il Premier ha assicurato alla delegazione che avrebbe seriamente esaminato la questione, consultandosi con gli altri membri del governo. Il Card. Baselios Cleemis ha anche chiesto al Primo ministro di guidare personalmente la delegazione indiana per la canonizzazione di Madre Teresa, che si terrà a Roma il 4 settembre 2016. E il leader politico dell’India, apprezzando i sentimenti dei Vescovi, ha assicurato che avrebbe favorevolmente preso in considerazione la proposta.
Altro punto di discussione: la delegazione, pur apprezzando e ringraziando il governo indiano per quanto fatto fino ad ora per salvare la vita del Salesiano p. Tom Uzunnalil, rapito in Yemen, ha rinnovato l’appello alle istituzioni perchè facciano il possibile per il rilascio.
La delegazione della Conferenza episcoaple ha accolto con favore le numerose iniziative messe in campo dal governo per rendere l'India autosufficiente e per migliorare lo standard di vita di milioni di cittadini, soprattutto i più deboli e vulnerabili e ha assicurato piena collaborazione della Chiesa per “costruire un'India migliore”. (PA) (Agenzia Fides 26/4/2016)
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ASIA/INDIA - Minorenni ancora costretti a sposarsi tra le lacrime
 
Chittorgarh (Agenzia Fides) - A Chittorgarh, una città del Rajasthan al nord dell’India, dove è molto diffusa la pratica dei matrimoni precoci, è stato recentemente girato un video di nascosto di una cerimonia che mostra alcune piccole spose in lacrime perché costrette a sposarsi. Nel corso dei due giorni del festival indù Akshaya Tritiya, ritenuto di buon auspicio per i matrimoni tra bambini in India, sono state celebrate sei cerimonie. Nel video si vedono bambine di appena 10 anni in lacrime che chiedevano aiuto mentre i genitori le trascinavano, ministri del rituale indù che rimproverano i bambini che piangevano. Un’altra piccola sposa, di appena 5 anni, vestita per la cerimonia e costretta a camminare vicino al fuoco con il suo sposo, di appena 11 anni. La tradizione richiede infatti che passino per sette volte intorno al fuoco. Un attivista per i diritti dei bambini e fondatore di Saarthi Trust, organizzazione benefica per tutti i minori più vulnerabili, è riuscito a fare annullare finora 29 matrimoni di piccoli in Rajasthan, oltre ad averne impediti altri 850. In India, l’età legale per sposarsi è di 18 anni per le donne e 21 per gli uomini. Il Paese è la patria di un terzo di tutti i matrimoni di ragazze minorenni di tutto il mondo. (AP) (26/4/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/IRAQ - Distrutta nel centro di Mosul la “chiesa dell'orologio”Distruzione a Mosul
 
Musul (Agenzia Fides) – Nella giornata di domenica 24 aprile la chiesa latina del centro di Mosul, officiata storicamente dai Padri Domenicani e nota come la “chiesa della Madonna miracolosa” o anche come la “chiesa dell'orologio”, è stata devastata con l'uso di esplosivo. Le fonti ufficiali del Patriarcato caldeo attribuiscono il sacrilego atto vandalico ai militanti del sedicente Stato Islamico (Daesh) che controllano la città dal 9 giugno 2014. Secondo fonti locali, i jihadisti del Daesh avrebbero evacuato la zona circostante la chiesa e avrebbero prelevato dall'edificio sacro tutto ciò che poteva essere saccheggiato, prima di far deflagrare le cariche di esplosivo.
Nel comunicato diffuso dal Patriarcato caldeo si esprime dolore per l'ennesimo atto di devastazione commesso contro un luogo di culto, e si sollecitano anche i politici iracheni a operare in fretta per favorire una autentica riconciliazione nazionale che sbarri le porte al dilagare del terrorismo.
La chiesa latina connotava in maniera inconfondibile il profilo del centro storico di Mosul, soprattutto grazie al suo caratteristico campanile con l'orologio, donato ai cristiani iracheni dall'imperatrice Eugenia, moglie di Napoleone III. Non si esclude che la chiesa sia stata devastata proprio perchè considerata storicamente legata alla Francia.
“I rintocchi di quell'orologio” racconta all'Agenzia Fides suor Luigina Sako, superiora della casa romana delle Suore caldee Figlie di Maria, “hanno scandito la nostra giovinezza, quando Mosul era una città dove si conviveva in pace. Ricordo che da studenti, quando avevamo un'esame importante, andavamo tutti, cristiani e musulmani, a portare i biglietti con le nostre richieste d'aiuto alla grotta di Lourdes ospitata presso quella chiesa, che anche i nostri amici islamici conoscevano e onoravano come 'la chiesa della Madonna miracolosa' ”. (GV) (Agenzia Fides 26/4/2016).
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AMERICA/CILE - Incendiata chiesa evangelica, ancora in nome della causa Mapuche
 
Temuco (Agenzia Fides) – Ancora un incendio di un edificio di culto nella regione cilena di La Araucania: ieri sera il fuoco ha distrutto una chiesa evangelica che sorgeva al chilometro 8 della strada per Niagara, nel comune di Padres Las Casas. Benché i vigili del fuoco siano arrivati sul posto per controllare le fiamme, della chiesa è rimasto poco.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, insieme ai pompieri sono anche arrivati membri della polizia, per indagare sull'origine dell'incendio, in quanto sono state trovate scritte a favore della causa Mapuche, fatto che si è ripetuto ultimamente in diverse parti della regione. Nella tarda ora di ieri sera, il primo rapporto della polizia confermava l'incendio doloso.
Nello stesso posto, il 31 marzo 2016, era stata incendiata un'altra cappella cattolica, la cappella di S. Joaquina, al km 5 della strada verso Niagara, comune di Padre Las Casas (Vedi Fides 5/04/2016).
Sono così una decina le chiese e cappelle date alle fiamme durante i primi mesi del 2016, e sul posto sono stati sempre trovati messaggi relativi alla causa mapuche (vedi Fides 19/12/2015; 9/03/2016; 5/04/2016; 13/04/2016). Alla base ci sono i gravi problemi dei Mapuche, irrisolti da più di un secolo, anche se gli incendi alle chiese risultano incomprensibili (vedi Fides 22/04/2016).
(CE) (Agenzia Fides, 26/04/2016)
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AMERICA/NICARAGUA - “L'esercito agisca secondo principi etici” dice Mons. Herrera sul conflitto di Ayapal
 
Ayapal (Agenzia Fides) – “L'esercito del Nicaragua dovrebbe procedere seguendo i principi etici nel conflitto esistente nella comunità di Ayapal” ha detto Sua Ecc. Mons. Carlos Enrique Herrera Guttierez OFM, Vescovo della diocesi di Jinotega, cui appartiene la cittadina di Ayapal.
In un breve colloquio con la stampa locale, il cui testo è stato inviato a Fides, Mons. Herrera è tornato sulla grave situazione di violenza e di tensione in cui vive Ayapal (vedi Fides 18/3/2016), ribadendo che l’esercito non deve colpire indiscriminatamente e con violenza i civili solo se sono sospettati, ma "devono cercare la maniera giusta, perché conoscono le tattiche, non è questo il modo. Come militari sanno bene come fare. Si può cercare il dialogo in modo che queste persone non continuino ad aggregarsi sempre di più. Se si uccide un membro di una famiglia, in quel momento gli altri scappano via, ma dopo si organizzano e si armano, quindi ci sarà un aumento della violenza",
La paura nella zona si è intensificata dopo il brutale omicidio del sindaco di Ayapal e giudice di pace, Andres Cerrato, che molto tempo fa era membro della resistenza nicaraguese (vedi Fides 21/04/2016). Nella nota pervenuta a Fides, si informa che Juan Carlos Arce, responsabile della Commissione Nazionale dei Diritti Umani a Matagalpa, ha segnalato la gravità del fatto che ancora non ci sia un rapporto ufficiale sulla morte violenta di Cerrato, avvenuta il 18 aprile. "La cosa è grave perché si segnala come autore ad una delle istituzioni dello stato, il governo ci deve rispondere. Non possiamo permettere che giovani e famiglie intere vivano nella paura" ha concluso Arce.
(CE) (Agenzia Fides, 26/04/2016)
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AFRICA/MALAWI - Nomina del Vescovo di Mzuzu
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 26 aprile 2016, ha nominato Vescovo della diocesi di Mzuzu (Malawi) il Rev.do P. John Alphonsus Ryan, Missionario della St. Patrick’s Society (Kiltegan), Docente all’Università di Mzuzu.
Il Rev.do P. John Alphonsus Ryan, S.P.S. è nato il 27 febbraio 1952 a Tipperary, arcidiocesi di Cashel and Emly, in Irlanda. Dopo gli studi primari e secondari è entrato nella Società di St. Patrick – Kiltegan. Nel 1971, dopo un anno di spiritualità a County Wicklow, ha iniziato gli studi filosofici presso l’Istituto all’University of Cork, Douglas, e nel 1974 quelli di Teologia presso l’Istituto di Kiltegan a County Wicklow. È stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1978.
Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: 1978-2005: St. Paul’s Parish a Mzimba (Mzuzu); St. Stephan’s a Kapuro (Mzuzu); St. Mathias’ Parish a Misuku (Mzuzu) e Docente nella Scuola Secondaria Community Day a Misuku (Mzuzu); Docente nel Seminario minore di St. Patrick a Rumphi (Mzuzu); studi in matematica in Irlanda coronati con il dottorato; 2005-2011: Cappellano delle Sisters of the Holy Rosary a Katete; dal 2000: Cappellano e docente di matematica dell’Università Cattolica di Mzuzu, Assistente nella parrocchia St. Augustine e associate outstations; Membro del Collegio dei Consultori. (SL) (Agenzia Fides 26/04/2016) 

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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