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venerdì 17 luglio 2015

Bollettino Fides News del 17 luglio 2015

EUROPA/SPAGNA - Sacerdote ucciso a coltellate sulla porta di casa
Siviglia (Agenzia Fides) – Il sacerdote p. Carlos Martinez Perez, 75 anni, è morto ieri pomeriggio, 16 luglio, vittima di una brutale aggressione sulla porta della sua casa, dopo aver celebrato l'Eucaristia nella chiesa del convento di San Leandro, di cui era cappellano. Come informa un comunicato dell’Arcidiocesi di Siviglia pervenuto all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo, Sua Ecc. Mons. Juan Jose Asenjo, il Vescovo Ausiliare, Mons. Santiago Gomez, unitamente al Consiglio Episcopale ed al Presbiterio di Siviglia, “esprimono la loro profonda costernazione a questa notizia, manifestano il loro dolore e quello di tutta l'Arcidiocesi per questa tragica perdita, e chiedono una preghiera per il riposo eterno del sacerdote e il conforto dei suoi familiari”.
D. Carlos Martinez era nato a Siviglia il 28 novembre 1939 ed era stato ordinato sacerdote nel maggio 1972. Dottore in storia, con una laurea in economia e geografia e scienze storiche, era vicario parrocchiale a San Isidoro, San Ildefonso y Santiago, oltre che cappellano di San Leandro.
Secondo le notizie raccolte da Fides, il sacerdote è morto per le ferite causate da un grosso coltello con cui è stato aggredito. Il presunto omicida, arrestato nella stessa serata di ieri, sarebbe l’ex marito della nipote del sacerdote, che attribuiva a p. Carlos il fallimento del suo matrimonio. L’uomo sarebbe stato in cura presso un ospedale psichiatrico, e dopo aver ucciso il sacerdote sembra fosse diretto a casa della ex moglie e dei tre figli. (SL) (Agenzia Fides 17/07/2015)
AFRICA/LESOTHO - “Scontro all’interno delle forze armate con arresti arbitrari e torture” denuncia “Giustizia e Pace”
Maseru (Agenzia Fides) - Protesta di massa in Lesotho contro gli abusi dei diritti umani da parte del governo del Premier Pakalitha Mosisili. All’inizio della settimana, la capitale Maseru era una “città morta” con uffici ed esercizi commerciali chiusi e senza taxi in circolazione. All’inizio di luglio la dirigenza sudafricana aveva definito “esplosiva” la situazione in Lesotho, dopo l’uccisione dell’ex Capo di Stato Maggiore, il generale Maaparankoe Mahao, che secondo i familiari è stato assassinato da uomini che indossavano uniformi militari e guidavano veicoli dell’esercito (vedi Fides 7/7/2015).
Le gravi violazioni dei diritti umani sono state denunciate da una dichiarazione congiunta della Commissione Episcopale del Lesotho e del “Lesotho Law Society and Transformation Resource Centre” (TRC).
Nel documento, pubblicato il 24 giugno, ma solo ora pervenuto all’Agenzia Fides, si denunciano torture, arresti arbitrari e intimidazioni nei confronti dei familiari dei militari arrestati in relazione al fallito golpe di fine agosto 2014 (vedi Fides 8/9/2014).
Per uscire dalla crisi, la dichiarazione propone la creazione di una Commissione d’inchiesta, composta da personalità interne ed esterne al Lesotho, che dovrà accertare le responsabilità della situazione del Paese. “Quello che è certo - si afferma nel documento - è che le cause della crisi sono interne alle forze armate, alle quali appartengono le vittime delle detenzioni e delle torture, così come gli autori di questi crimini”. La Commissione dovrà inoltre indagare le cause profonde dell’instabilità del Paese e raccomandare le riforme costituzionali e istituzionali da intraprendere per assicurarne la stabilità a lungo termine e la democratizzazione. (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2015)
AFRICA/CONGO RD - Nuovi assalti dell’ADF/MDI nel territorio di Beni: incendi, saccheggi, razzie
Kinshasa (Agenzia Fides) - Undici persone sono state uccise il 15 luglio nell’assalto a tre villaggi nel territorio di Beni, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, da parte dell’ADF-NALU, gruppo di origine ugandese che ormai si fa chiamare Muslim Defense International (MDI).
Secondo un comunicato inviato all’Agenzia Fides dal “Centro Studi per la pace, la democrazia e i diritti umani” (CEPADHO), la maggior parte delle vittime sono morte nell’incendio delle loro abitazioni, date alle fiamme dai guerriglieri, o colpite dai tiri d’arma da fuoco. Gli uomini dell’MDI hanno incendiato 69 abitazioni e razziato bestiame e suppellettili.
Secondo la CEPADHO si tratta del quarto più grave attacco commesso nel giro di un mese dagli uomini dell’MDI (vedi Fides 13/7/2015). L’organizzazione della società civile locale chiede al governo di Kinshasa e all’Onu l’invio di nuove truppe (congolesi e internazionali), dotate di mezzi adeguati per fermare le azioni dei terroristi dell’ADF/MDI “che costituiscono una minaccia per la pace e la sicurezza nella regione”, come hanno denunciato a maggio i Vescovi locali (vedi Fides 26/5/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - “Bisogna ripartire da zero” dice il Vescovo emerito di Juba
Juba (Agenzia Fides) – Lo scorso 9 luglio il sud Sudan ha celebrato il quarto anno di indipendenza. Purtroppo l’anniversario è funestato dal conflitto etnico che dal dicembre 2013 vede scontrarsi le forze governative del presidente Kiir, di etnia dinka, e quelle fedeli all’ex vicepresidente Machar, di etnia nuer. Gli scontri hanno causato finora oltre 500 mila vittime. Secondo una dichiarazione del Vescovo emerito di Torit, Mons. Paride Taban, nel Paese non si erano mai viste tante migliaia di bambini di strada che, nella capitale Juba, frugano tra la spazzatura per cercare qualcosa da mangiare. “Siamo tutti colpevoli di questa incresciosa situazione - commenta il Vescovo -, e dobbiamo ricominciare da capo per la ricostruzione del Paese più giovane del mondo, e far si che la popolazione muoia di vecchiaia e non per la guerra”. Secondo un recente rapporto diffuso da Aiuto alla Chiesa che Soffre, molta gente è costretta a nutrirsi di erba e frutti selvatici per non morir e di fame. Attualmente nel Paese ci sono oltre un milione di bambini denutriti, due milioni di sfollati e 500 mila persone sono fuggite all’estero. (AP) (17/7/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/ALGERIA - Ancora violenze nella valle di M'Zab. Il Vescovo Rault: la repressione, da sola, aumenta l'incendio
Ghardaia (Agenzia Fides) - La Valle di M’Zab, nel sud dell’Algeria, continua a essere teatro di violenze settarie su base etnico-religiosa, che gli apparati di sicurezza algerini non riescono a fermare. Gli scontri contrappongono da più di un anno e mezzo la popolazione berbera ibadita a gruppi di islamisti sunniti, e il quadro appare complicato dalle manovre di bande di delinquenti che fomentano lo scontro identitario per approfittare del caos e compiere saccheggi e altre azioni criminali. Negli ultimi tempi, la spirale di violenza senza misura ha visto i contendenti passare dagli scontri con bastoni e coltelli all'uso di armi da fuoco, con il conseguente aumento esponenziale del numero delle vittime. Nelle ultime fiammate di violenza si sono registrati 25 morti e decine di feriti.
A fornire un quadro desolante della situazione della Valle di M'Zab - trasformatasi da luogo di convivenza pacifica in vera e propria “Valle di Lacrime” - è Sua Ecc. Mons. Claude Rault, M. Afr., Vescovo della diocesi di Laghouat. Nel suo ultimo resoconto - diffuso dall'associazione Amis du Diocèse du Sahara e pervenuto all'Agenzia Fides - il titolare di una delle diocesi territorialmente più vaste del mondo (più di 2 milioni di km quadrati) fa riferimento alle testimonianze dirette da lui raccolte intorno ai “tristi avvenimenti” che hanno coinvolto i centri di Ghardaia e soprattutto di Berriane e Guerrara. “Molte delle famiglie - riferisce il Vescovo - piangono i loro morti, vivono nella paura e nell'inquietudine davanti alla ripresa di una barbarie che appare cieca. E di sicuro la sola repressione non potrà far altro che estendere l'incendio, anche se essa riesce a placare per un po' questa follia mortale”.
In questo scenario drammatico, i cristiani locali continuano a offrire le proprie preghiere e il proprio contributo fattivo per aiutare a superare le lacerazioni che stanno distruggendo la secolare convivenza tra i diversi gruppi radicati nella regione. “Come piccola comunità cristiana che vive da tanto tempo nella Valle - scrive nel suo messaggio il Vescovo Rault - noi abbiamo tessuto legami forti di fraternità, convivialità e collaborazione, e vogliamo continuare su questa strada. Abbiamo ricevuto molto da questa popolazione, che ci è cara, e che ci ha sempre rispettato malgrado le differenze che avrebbero potuto provocare l'esclusione”. “Per questo – aggiunge il Vescovo – noi piangiamo con le famiglie che hanno perduto i propri cari. Soffriamo delle loro ferite. Siamo inquieti insieme a quelli che vedono l'uno o l'altro dei loro seminare la violenza e l'odio. Abbiamo paura di questo futuro incerto. Ma crediamo nelle risorse d'umanità e di saggezza che Dio ha seminato in qu esta popolazione che ci accoglie.... La nostra preghiera, in questi tempi di Ramadan - conclude mons. Rault - è che la Valle di M'Zab torni a essere una valle felice”. (GV) (Agenzia Fides 17/7/2015).
ASIA/SIRIA - L'Arcivescovo Antiba conferma il rapimento di padre Antoine Boutros e del suo collaboratore
Khabab (Agenzia Fides) – “Posso confermare che padre Antoine Boutros e il suo collaboratore Said Al-Abdun, scomparsi da domenica scorsa, sono stati effettivamente fermati e sequestrati da uno dei tanti gruppi armati ribelli che si muovono nella zona. Dal momento della scomparsa non abbiamo notizie di loro, né ci sono arrivate richieste da parte dei rapitori”. Così Mons. Nicolas Antiba, Arcivescovo greco-melkita di Bosra e Hauran, conferma all'Agenzia Fides l'ipotesi del rapimento, circolata fin dalle prime ore successive alla sparizione di padre Antoine e di Said (vedi Fides 16/7/2015). I due, a bordo di un'autovettura, erano in viaggio dalla città di Shahba a quella di Sama Hinadat, dove padre Antoine avrebbe dovuto celebrare la messa domenicale.
Il sacerdote greco-melkita Antoine Boutros, 50 anni, sposato e padre di una figlia, parroco della chiesa di San Filippo Apostolo nella città di Shahba (50 miglia a sud-est di Damasco), è conosciuto anche per le iniziative caritative e umanitarie da lui coordinate nella provincia siriana di Suwayda, e per aver contribuito a mantenere in quell'area una relativa pace civile, coinvolgendosi in operazioni di mediazione tra le diverse fazioni in lotta. “Tutti i venti sacerdoti dell'arcidiocesi sono operatori di pace, e cercano sempre di lavorare per la riconciliazione e a vantaggio di tutti, nella situazione di sofferenza e dolore vissuta dal popolo siriano” sottolinea a Fides l'Arcivescovo Antiba. (GV) (Agenzia Fides 17/7/2015).
AMERICA/HONDURAS - Gli abusi sessuali sui minori si ripercuotono in età adulta
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Il fenomeno degli abusi sessuali e delle violenze sui minori continua ad essere una tra le principali problematiche del Paese. Nel 2014 la ong Medici senza Frontiere ha registrato un totale di 1.715 casi di abusi di minori soccorsi nelle cliniche dove prestano il loro servizio. Di questo totale, il 57% corrisponde a bambini tra 0 e 18 anni. Ogni giorno quindi una media di 2.7 piccoli cade nelle grinfie di qualche carnefice. La situazione è aggravata dal fatto che in Honduras solo il 10% delle vittime denunciano il fatto. Oltre a conseguenze fisiche molto gravi, i minori rischiano di contrarre malattie come sifilide, gonorrea, epatite o Hiv. I danni psicologici sono altrettanto drammatici. Uno studio dell’Organizzazione Panamericana della Sanità rivela che i problemi di queste vittime si trascinano per tutta la vita. Gli adulti abusati sessualmente da bambini rischiano infatti problemi comportamentali, fisici e mentali che possono sfociare in atti di violenza, depressione, consumo di sostante nocive alla salute. (AP) (17/7/2015 Agenzia Fides)

sabato 4 luglio 2015

Bollettino Fides News di Venerdì 3 luglio 2015

AFRICA/NIGERIA - “Boko Haram vuole punire i musulmani che si ribellano alla loro violenza” dice un sacerdote da Abuja
Abuja (Agenzia Fides) - “Questi terribili attentati contro la comunità musulmana sono segnali di debolezza e non di forza” dice all’Agenzia Fides p. Patrick Tor Alumuku, Direttore delle Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Abuja, capitale della Nigeria, dove in due violenti attacchi di Boko Haram nel nord est sono morte 145 persone di fede musulmana. L’attacco più feroce è avvenuto nel villaggio di Kukawa, vicino al lago Ciad. Secondo quanto riportano i testimoni, una cinquantina di uomini hanno aperto il fuoco sui fedeli riuniti in preghiera in una moschea del villaggio, in pieno Ramadam. Sono 97 i morti, tra cui donne e bambini.
“Il nuovo Presidente, Muhammadu Buhari, un musulmano fervente, è deciso a sconfiggere Boko Haram. Buhari appare maggiormente deciso del Presidente precedente, che era un cristiano, nel combattere Boko Haram” sottolinea p. Patrick. “I provvedimenti adottati dal Capo dello Stato hanno messo in serie difficoltà la setta islamista. Per esempio il trasferimento del comando delle operazioni militari contro Boko Haram dalla capitale federale, Abuja, a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, il feudo della setta, è visto da Boko Haram come una sfida non accettabile”.
“Tutto questo - prosegue il sacerdote - sta mettendo in difficoltà Boko Haram, tanto più che nella comunità musulmana si stanno levando diverse voci che denunciano le atrocità commesse dagli islamisti”.
“Di fronte alla ribellione delle comunità musulmane, Boko Haram ha deciso di punirle, perché nella loro ideologia o sei con loro o sei contro di loro. Ma questo alla fine è un segnale di debolezza e non di forza” conclude p. Patrick. (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AFRICA/LESOTHO - Il Sudafrica preoccupato per la situazione “esplosiva” in Lesotho
Maseru (Agenzia Fides) - Preoccupazione in Sudafrica per la situazione definita “esplosiva” in Lesotho, dopo l’uccisione, la scorsa settimana, dell’ex Capo di Stato Maggiore, il generale Maaparankoe Mahao, che secondo i familiari è stato assassinato da uomini che indossavano uniformi militari e guidavano veicoli dell’esercito. La dirigenza sudafricana ha inviato il Vice Presidente Cyril Ramaphosa per cercare di mediare tra le diverse fazioni che si disputano il controllo del Paese, completamente circondato dal Sudafrica.
Nel settembre 2014 un tentativo di golpe aveva gettato il Lesotho nel caos (vedi Fides 8/9/2014). Le elezioni tenutesi a marzo erano state però definite dagli osservatori libere e trasparenti (vedi Fides 9/3/2015). Il Sudafrica teme un’ondata di profughi se la situazione nel Paese vicino dovesse precipitare, aggravando le tensioni xenofobe registratesi negli ultimi mesi (vedi Fides 17/4/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AFRICA/LIBERIA - Torna l’incubo ebola: 3 nuovi casi
Nedowein (Agenzia Fides) - La Liberia, dichiarata “Ebola-free” lo scorso 9 maggio dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è ripiombata nell’incubo di una nuova epidemia. Tre nuovi casi si sono verificati tutti nello stesso villaggio, Nedowein, che si trova 40 km a sud dalla capitale Monrovia. Dopo oltre 7 settimane (vedi Fides 11/5/2015) un ragazzo di 17 anni, ammalatosi il 21 giugno e morto il 28 per quella che si pensava fosse malaria, era in realtà positivo all’ebola. Il 1 luglio la conferma, da parte del ministro della Sanità locale, di un secondo caso e oggi, 3 luglio, di un terzo. Entrambi i contagiati sono stati trasferiti in un centro di cura a Monrovia. Inoltre, sono state identificate 102 persone venute a contatto con il ragazzo morto, e 14 operatori sanitari sono ora sotto osservazione. Al momento non ci sono altri casi probabili o sospetti e non si conosce l’origine del contagio. Dopo la morte del ragazzo, le autorità liberiane hanno messo in quara ntena l’area.
Secondo l’ultimo rapporto dell’Oms, che si riferisce al 28 giugno, l’epidemia di ebola in Liberia, Sierra Leone e Guinea, ha provocato finora 27.514 casi e 11.120 morti. Il maggior numero è stato registrato in Sierra Leone (13.119), mentre il record di decessi in Liberia (4.806). (AP) (3/7/2015 Agenzia Fides)
ASIA/GIORDANIA - L'Onu diminuisce gli aiuti ai rifugiati siriani. Il Direttore di Caritas Jordan: le grandi potenze hanno creato la catastrofe, e ora se ne lavano le mani
Amman (Agenzia Fides) – I fondi dell'Onu per i profughi siriani stanziati in Giordania stanno per essere tagliati, e presto 450mila di loro potrebbero essere ridotti alla fame, con conseguenze devastanti anche per la stabilità del Regno Hascemita. L'allarme viene lanciato in queste ore da Wael Suleiman, direttore generale di Caritas Jordan. “Il World Food Program dell'Onu - riferisce Suleiman all'Agenzia Fides - ha avvertito da una settimana che, per mancanza di risorse, interromperà l'invio di fondi per i profughi siriani, già diminuiti in percentuale dal mese scorso. Ieri sui media giordani c'era la notizia che, se non arriveranno più i soldi dell'Onu, si interromperà la distribuzione di cibo per 450mila persone. Che così saranno costrette a rubare, se vogliono sopravvivere”.
I profughi siriani presenti sul territorio giordano sono attualmente un milione e 400mila, di cui solo 650mila registrati presso gli uffici dell'Onu. “Questa catastrofe - sottolinea Suleiman, in riferimento alla ventilata sospensione degli aiuti internazionali - è anche un effetto delle politiche e degli sconsiderati interventi militari realizzati in Medio Oriente delle Potenze straniere. Adesso, dopo aver contribuito a creare il disastro, se ne lavano le mani anche dal punto di vista delle emergenze umanitarie. E' evidente a tutti che solo una grande conferenza di pace potrebbe avviare processi di ricostruzione per provare a uscire da questa situazione, insostenibile anche dal punto di vista economico. Ma evidentemente c'è chi ha interesse a perpetuare questo caos. I soldi non ci sono per dar da mangiare ai profughi, ma si trovano sempre soltanto per costruire, vendere e comprare le armi”. (GV) (Agenzia Fides 3/7/2015).
ASIA/IRAQ - Conclusa la conferenza di fondazione della Lega caldea
Erbil (Agenzia Fides) – Si chiama Safah Sabah Hindi ed è un caldeo iracheno emigrato in Svizzera, il primo Presidente eletto della Lega Caldea, l'organizzazione - fortemente voluta dal Patriarca caldeo Louis Raphael I – che ha celebrato dal primo al 3 luglio a Erbil la sua conferenza di fondazione (vedi Fides 1/7/2015). Alla riunione, oltre al Patriarca, hanno preso parte anche Vescovi, sacerdoti e laici caldei provenienti dall'Iraq e dalle comunità caldee della diaspora, sparse in tutto il mondo. Durante le giornate della conferenza – si legge nel comunicato finale pervenuto all'Agenzia Fides – si è svolto un dibattito vivace e democratico che ha portato alla modifica di molti passaggi delle bozze degli statuti, e sono stati eletti per votazione – oltre al Presidente – altri 11 membri del Consiglio direttivo, destinato a durare in carica per un anno.
Le modifiche apportate alle bozze degli statuti hanno accentuato le venature identitarie e “nazionaliste” della Lega Caldea. Anche nel comunicato finale della conferenza si sottolinea la necessità di salvaguardare e promuovere in tutti i modi – compresi convegni, corsi di lingua e iniziative culturali – l'identità caldea, presentata come primordiale fattore di civilizzazione della regione mesopotamica. La vocazione primaria della Lega Caldea – viene ribadito nel comunicato finale del convegno – sarà quella di “custodire i nostri diritti sociali politici e culturali”, senza che la rivendicazione di tali diritti diventi appannaggio esclusivo di singole sigle partitiche. (GV) (Agenzia Fides 3/7/2015).
ASIA/MALAYSIA - L’Evangelii Gaudium in lingua bahasha
Kuala Lumpur (Agenzia Fides) – L’Esortazione apostolica di Papa Francesco “Evangelii Gaudium” sarà tradotta in bahasha, la lingua indigena parlata dalla maggioranza della popolazione di Malaysia e Indonesia. Come appreso dall’Agenzia Fides, il progetto è curato dalle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Malaysia, in particolare come ausilio per i catechisti, ma anche per tutti i fedeli che vorranno beneficiarne. Il testo tradotto sarà infatti distribuito gratuitamente a parrocchie e comunità.
Il documento viene ritenuto fondamentale per un corretto approccio all’evangelizzazione oggi, come è stato detto in un recente incontro dei Direttori diocesani delle POM di Malaysia, Singapore e Brunei, tenutosi a Miri (in Malaysia) e guidato dall’Arcivescovo John Wong. I presenti hanno riflettuto sul messaggio del Papa per la Giornata Missionaria mondiale del 2015 e condiviso le proprie esperienze. I Direttori delle POM, approvando il progetto dell’Evangelii Gaudium in bahasha, hanno ribadito il bisogno della formazione permanente dei fedeli, in particolare dei bambini, incoraggiati a pregare e diventare “piccoli missionari”. Per questo tra i vari progetti delle POM c’è anche quello di ristampare la Bibbia dei ragazzi, da distribuire soprattutto alle famiglie povere e bisognose. (PA) (Agenzia Fides 3/7/2015)
ASIA/INDIA - Cento anni di missione nei mass-media per le Figlie di San Paolo
Nagpur (Agenzia Fides) – Festeggiano cento anni di missione e di annuncio del Vangelo nel mondo dei mass media le Figlie di San Paolo: come appreso da Fides, il 29 giugno hanno celebrato il centenario della loro fondazione con una santa messa di ringraziamento nella cattedrale di Nagpur, nello stato indiano di Maharashtra.
La Congregazione delle Figlie di San Paolo è una realtà fiorente in India, con 168 religiose attive che vivono in 15 comunità, sparse in 12 diocesi, in 11 stati dell’India. Inoltre le suore si sono dedicate, secondo il loro carisma, anche alla missione ad gentes: 17 suore indiane rendono servizi al di fuori dell'India, e vivono attualmente in paesi africani, in Europa (Repubblica Ceca, Italia, Spagna), in America Latina (Bolivia, Perù) e anche in Australia.
L’Eucarestia a Nagpur è stata celebrata dall’Arcivescovo Abramo Viruthakulnagara, alla presenza di numerosi sacerdoti, religiosi e fedeli. “Le Figlie di San Paolo – ha detto nell’omelia – predicano Gesù Cristo e vanno fino agli estremi confini della terra per annunciare la Buona Novella, come dovremmo essere tutti noi: siamo tutti unti dallo Spirito Santo, inviati in missione pe l’annuncio del Vangelo”.
L’Arcivescovo ha ricordato il Fondatore, il beato Don Giacomo Alberione, che ha avuto l’intuizione di annunciare Gesù “non solo in modo tradizionale, ma con qualsiasi mezzo, anche con i moderni mezzi di comunicazioni sociale”. E ha ringraziato per la presenza delle suore in India, che “vivono una vita nella luce di Cristo e nella continua conversione”. Le suore Figlie di San Paolo sono presenti in oltre 53 paesi nei cinque continenti. (PA) (Agenzia Fides 3/7/2015)
AMERICA/HAITI - Manifestazione per una proroga agli haitiani che rischiano l’espulsione dalla Repubblica Dominicana
Ouanaminthe (Agenzia Fides) – Una folla di fedeli cattolici e numerosi cittadini di Ouanaminthe, piccolo centro abitato a nord-est di Haiti, alla frontiera con la Repubblica Dominicana, hanno partecipato ad una marcia di solidarietà con gli haitiani che, secondo la recente legge sull’immigrazione, essendo privi di documenti saranno a breve espulsi dalla Repubblica Dominicana (vedi Fides 23/6/2015).
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides, alla manifestazione, che si è svolta martedì 30 giugno, ha preso parte un folto gruppo di persone, molti indossando gli abiti locali. Hanno portato la bandiera nazionale, suonato musica e cantato inni religiosi che invocavano la pace. Presenti anche diverse organizzazioni, tra cui quella per i diritti umani e il Servizio dei Gesuiti per i Migranti. Il Vescovo della diocesi di Fort-Liberté (Haiti), Sua Ecc. Mons. Alphonse Quesnel, S.M.M., i sacerdoti della chiesa di Nostra Signora dell'Assunzione di Ouanaminthe e i fedeli della parrocchia di Cristo Re, erano in testa al corteo.
La folla ha attraversato la strada statale n. 6, passando per il Consolato dominicano a Ouanaminthe, dove il Vescovo ha letto un messaggio in lingua spagnola, prima di raggiungere il confine tra i due paesi. Mons. Quesnel ha chiesto ai cattolici delle province di Dajabón e Montecristi di mostrare solidarietà ai migranti haitiani. “Questa marcia ha anche lo scopo di protestare contro i maltrattamenti ai migranti haitiani e dominicani di origine haitiana” ha detto il Vescovo, chiedendo alle autorità dominicane di trattare gli haitiani con dignità.
"Con le espulsioni di massa degli haitiani dal suo territorio, il governo dominicano non fa che tagliare il ramo su cui è seduto” ha detto il Vescovo, considerando il contributo dei migranti haitiani allo sviluppo della Repubblica Dominicana.
Mons. Quesnel ha chiesto al tempo stesso di prorogare il termine del 6 luglio 2015, concesso dalle autorità dominicane a coloro che vogliono lasciare volontariamente Santo Domingo, e la garanzia che non ci sarà nessun rimpatrio in questo momento.
(CE) (Agenzia Fides, 03/07/2015)
AMERICA/HONDURAS - I Vescovi: “Partecipare tutti al dialogo per la pace sociale, chiunque lo convochi”
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Il Presidente dell’Honduras, Juan Orlando Hernández, ha incontrato diversi Vescovi che hanno offerto il loro sostegno al dialogo nazionale, come ha reso noto il Palazzo del Governo in un comunicato pervenuto a Fides. Lo stesso bollettino del Palazzo del Governo ha precisato che il Vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Tegucigalpa, Sua Ecc. Mons. Juan José Pineda, ha invitato tutti i settori della società ad unirsi al dialogo, accogliendo l’invito del Presidente Hernández.
La Chiesa cattolica, secondo quanto ha detto ai giornalisti Mons. Pineda, che è Presidente della Commissione giuridica della Conferenza episcopale honduregna, si è anche offerta di fornire dei moderatori per il dialogo, per assicurare maggiore democrazia e trasparenza. Il paese latinoamericano vive momenti difficili soprattutto per due gravi problemi: la violenza e la corruzione.
Mons. Pineda ha sottolineato che "a prescindere che sia il Presidente della Repubblica a convocare il dialogo o chiunque altro, si tratta di una cosa importante, perché è l'unico modo per riuscire a chiarire disaccordi o divergenze". Quindi ha ribadito: "Non solo è un invito che faccio a tutti gli honduregni che hanno responsabilità in questo paese, per poter andare avanti, ma dobbiamo comunque partecipare a qualsiasi iniziativa di dialogo, chiunque la convochi". Ha poi osservato che si tratta di "un'iniziativa giusta, perché sono tutti i settori a partecipare, compresi i Vescovi dell'Honduras, che saranno presenti".
La Conferenza Episcopale dell'Honduras si è pronunciata ieri, 2 luglio, a sostegno delle decine di migliaia di manifestanti che hanno protestato contro la corruzione, in una lettera pastorale in cui propongono un "dialogo per la pace sociale", “per un Honduras migliore”.
(CE) (Agenzia Fides, 03/07/2015)
AMERICA/PERU - L’infanzia perduta nelle piantagioni di caffè
Lima (Agenzia Fides) – Il 25% della popolazione del Perù, ossia 7 milioni e 700 mila persone, vive in condizioni di povertà, prevalentemente nelle zone rurali. Un milione di persone vive in condizioni di estrema povertà con meno di un dollaro al giorno. Per aiutare le famiglie, migliaia di bambini sono impegnati tutto il giorno in attività lavorative di ogni genere, pregiudicando così il loro futuro. Nel dipartimento di Pasco, una delle regioni più povere del Perù, il 64% dei minori lavora in ristoranti o nel settore agricolo, come nelle piantagioni di caffè, dove tagliano, seminano, innaffiano e raccolgono. Ogni mattina questi piccoli si alzano alle 5 per andare a raccogliere i chicchi di caffè. Lavorano per otto ore completamente sprovvisti di stivali e guanti. Finito il lavoro, studiano dalle sei alle dieci di sera. Molti di loro sono impegnati anche nei fine settimana, nei ristoranti, vendendo cibo, caricando legname o in qualsiasi altra attività. La situazione più grave è quella delle bambine che lavorano come domestiche e spesso finiscono per essere sfruttate e abusate. (AP) (3/7/2015 Agenzia Fides)

domenica 7 settembre 2014

Pace e dialogo, Angelus di domenica 7 settembre 2014



vaticanit has uploaded Papa Francesco: pace e dialogo in Ucraina, Lesotho e Iraq
Papa Francesco: pace e dialogo in Ucraina, Lesotho e Iraq
vaticanit
Papa Francesco

In questi ultimi giorni sono stati compiuti passi significativi nella ricerca di una tregua nelle regioni interessate dal conflitto in Ucraina orientale, pur avendo sentito oggi delle notizie poco confortanti. Tuttavia auspico che essi possano recare sollievo alla popolazione e contribuire agli sforzi per una pace duratura. Preghiamo affinché, nella logica dell’incontro, il dialogo iniziato possa proseguire e portare il frutto sperato. Maria, Regina della Pace, prega per noi.
Unisco inoltre la mia voce a quella dei Vescovi del Lesotho, che hanno rivolto un appello per la pace in quel Paese. Condanno ogni atto di violenza e prego il Signore perché nel Regno del Lesotho si ristabilisc ...

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...