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sabato 11 marzo 2023

III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A) 12 marzo 2023

 III DOMENICA DI QUARESIMA (ANNO A)


Grado della Celebrazione: DOMENICA

Colore liturgico: Viola

Antifona d'ingresso
I miei occhi sono sempre rivolti al Signore:
egli libera dal laccio il mio piede.
Volgiti a me e abbi pietà, perché sono povero e solo.
(Cf. Sal 24,15-16)

Colletta

O Dio, sorgente della vita,
che offri all’umanità l’acqua viva della tua grazia,
concedi al tuo popolo di confessare
che Gesù è il salvatore del mondo
e di adorarti in spirito e verità.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (Es 17,3-7)
Dacci acqua da bere.

Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, il popolo soffriva la sete per mancanza di acqua; il popolo mormorò contro Mosè e disse: «Perché ci hai fatto salire dall’Egitto per far morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?».
Allora Mosè gridò al Signore, dicendo: «Che cosa farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!».
Il Signore disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani d’Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e va’! Ecco, io starò davanti a te là sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà».
Mosè fece così, sotto gli occhi degli anziani d’Israele. E chiamò quel luogo Massa e Merìba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo: «Il Signore è in mezzo a noi sì o no?».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 94)
Rit: Ascoltate oggi la voce del Signore: non indurite il vostro cuore.

Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

SECONDA LETTURA (Rm 5,1-2.5-8)
L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, giustificati per fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo. Per mezzo di lui abbiamo anche, mediante la fede, l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo, saldi nella speranza della gloria di Dio.
La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
Infatti, quando eravamo ancora deboli, nel tempo stabilito Cristo morì per gli empi. Ora, a stento qualcuno è disposto a morire per un giusto; forse qualcuno oserebbe morire per una persona buona. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Gv 4,42.15)
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

Signore, tu sei veramente il salvatore del mondo;
dammi dell’acqua viva, perché io non abbia più sete.
Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO (Gv 4,5-42)
Sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.

+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.



Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
(Dall'Orazionale CEI 2020)
Fratelli e sorelle, chiediamo al Padre la sapienza dello Spirito, che sostiene il nostro cammino di rinnovamento.
Preghiamo insieme e diciamo: Illumina i tuoi figli, o Padre.

1. Per tutta la Chiesa: chiamata ad adorare Dio in spirito e verità, si manifesti al mondo come segno di riconciliazione e di amore fraterno. Preghiamo.
2. Per coloro che professano la fede cristiana: animati dal desiderio di ascoltare docilmente la parola di vita, non rimangano sordi agli inviti che ogni giorno il Signore rinnova. Preghiamo.
3. Per i popoli oppressi dalla violenza: nel cammino per ritrovare la loro dignità, siano sostenuti dalla testimonianza di chi si affida alla parola di Dio. Preghiamo.
4. Per i malati nel corpo e nello spirito: sollevati dalla presenza consolante del Signore Gesù, ritrovino, anche nel tempo della prova, serenità e fiducia. Preghiamo.
5. Per noi qui riuniti a celebrare l’Eucaristia: dissetati dall’acqua viva della grazia, offriamo a tutti una credibile testimonianza di fede e di carità. Preghiamo.

Padre di infinita misericordia, ascolta le nostre preghiere e donaci la tua luce; suscita in noi i gesti e le parole di un’autentica conversione. Per Cristo nostro Signore.

Preghiera sulle offerte
Per questo sacrificio di riconciliazione, o Padre,
rimetti i nostri debiti
e donaci la forza di perdonare ai nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore

sabato 10 luglio 2021

XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) 11 luglio 2021

   XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)




Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

Antifona d'ingresso
Nella giustizia contemplerò il tuo volto,
al mio risveglio mi sazierò della tua presenza. (Sal 17,15)

Colletta
Donaci, o Padre,
di non avere nulla di più caro del tuo Figlio,
che rivela al mondo il mistero del tuo amore
e la vera dignità dell’uomo;
colmaci del tuo Spirito,
perché lo annunziamo ai fratelli
con la fede e con le opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

PRIMA LETTURA (Am 7,12-15)
Va’, profetizza al mio popolo.

Dal libro del profeta Amos

In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 84)
Rit: Mostraci, Signore, la tua misericordia.

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli.
Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme,
perché la sua gloria abiti la nostra terra.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

SECONDA LETTURA (Ef 1,3-14)
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati – secondo il progetto di colui
che tutto opera secondo la sua volontà –
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
In lui anche voi,
dopo avere ascoltato la parola della verità,
il Vangelo della vostra salvezza,
e avere in esso creduto,
avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso,
il quale è caparra della nostra eredità,
in attesa della completa redenzione
di coloro che Dio si è acquistato a lode della sua gloria.

Parola di Dio.


Canto al Vangelo (Ef 1,17-18)
Alleluia, alleluia.

Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.

VANGELO (Mc 6,7-13)
Prese a mandarli.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Dio ci ha scelti per annunciare il suo Regno, donandoci tutto ciò che è necessario per continuare la sua missione. Preghiamo perché vinca le nostre resistenze e la nostra lentezza nel rispondere al suo invito.
Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, il tuo Spirito.

1. Per la Chiesa, nata dall'acqua del Battesimo e guidata dallo Spirito, e per i pastori della Chiesa, perché sentano la responsabilità e l'urgenza di portare la parola di Gesù a tutti gli uomini, preghiamo.
2. Per tutti coloro che hanno responsabilità nella società civile, perché esercitino il loro compito in spirito di servizio e non per la ricerca di prestigio, accogliendo e favorendo soprattutto i più poveri e disagiati, preghiamo.
3. Per i missionari e le persone che lavorano per i popoli più poveri, perché abbiano il coraggio della denuncia delle ingiustizie e la tenerezza dell'amore nell'incontro con tutti, preghiamo.
4. Per coloro che sono divenuti tempio dello Spirito con il dono del Battesimo e della Confermazione, perché il dono di Dio li faccia crescere nella vita della Chiesa, preghiamo.
5. Per noi che oggi abbiamo accolto la tua Parola, perché ci rendiamo disponibili all'annuncio del Vangelo, testimoniando con la vita la fede che abbiamo ricevuto, preghiamo.

O Padre, tu doni sempre all'umanità profeti e testimoni del tuo amore. Rendici sempre coscienti del tuo dono e responsabili del compito che ci hai affidato dal giorno del nostro Battesimo. Per Cristo nostro Signore.

lunedì 24 dicembre 2018

NATALE DEL SIGNORE - Veglia e Celebrazione Eucaristica della notte - Lunedì 24 Dicembre 2018


NATALE DEL SIGNORE
-  Veglia e Celebrazione Eucaristica della notte  -
Lunedì 24 Dicembre 2018

«Troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia»



VEGLIA

Mentre si esegue il canto di accoglienza, i ministri entrano processionalmente in chiesa. Il Celebrante, per questa prima parte della celebrazione (veglia), può indossare il piviale bianco. Giunto davanti all’altare, compie la debita riverenza e si porta subito alla sede. Il bacio e l’incensazione dell’altare si compiranno al canto della Grande Dossologia.

CANTO DI ACCOGLIENZA: Benché sia notte

Benché sia notte, conoscerò
dov’è la fonte da cui scaturisce
quella sorgente pura e luminosa
che ci conduce alla fede.

Il suo splendore non si oscura mai
ed è sorgente d’ogni luce,
le sue correnti irrigano i cieli
ed a quest’acqua si sazia ogni vivente.  Benché…

SALUTO DEL CELEBRANTE
C - Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.   T - Amen.

C – La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.   T - E con il tuo spirito.


MONIZIONE INTRODUTTIVA
C - Fratelli e sorelle carissimi, nel cuore della notte ci siamo riuniti per celebrare la nascita del nostro Salvatore.
Nella Liturgia noi riviviamo ogni anno questo mistero di grazia perché possiamo rinascere anche noi, accogliendo il Verbo di Dio che si fa nostro compagno di viaggio e facendoci suoi portatori nel mondo che sembra aver smarrito ogni speranza.
Forse il nostro cuore non è così ben disposto, come dovrebbe, ad accogliere e vivere la gioia del Signore che viene; tuttavia, disponiamoci nel silenzio e nel raccoglimento ad accoglierlo: egli non mancherà di donarci la pace del cuore, perché anche noi ci uniamo al coro degli angeli, all’esultanza di Maria, di Giuseppe e dei pastori, contemplando in questa notte la Luce che dissipa ogni tenebra della storia.

Breve pausa di silenzio.

PREGHIERA INIZIALE
C – Preghiamo.
Signore del mondo, il nostro cuore attende il compimento delle tue promesse e la terra intera anela alla salvezza: manda il tuo Figlio, il Messia Gesù nella sua gloria, e non tardare più, poiché lui solo è la nostra speranza. Egli è Benedetto con te e lo Spirito Santo ora e nei secoli dei secoli.   T – Amen.

LETTURA BIBLICA
L - Ascoltate la Parola di Dio dalla prima Lettera di san Giovanni apostolo (4,1-10).
Carissimi, non prestate fede ad ogni spirito, ma mettete alla prova gli spiriti, per saggiare se provengono veramente da Dio, perché molti falsi profeti sono venuti nel mondo. In questo potete riconoscere lo Spirito di Dio: ogni spirito che riconosce Gesù Cristo venuto nella carne, è da Dio; ogni spirito che non riconosce Gesù, non è da Dio. Questo è lo spirito dell'anticristo che, come avete udito, viene, anzi è già nel mondo. Voi siete da Dio, figlioli, e avete vinto costoro, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. Essi sono del mondo, perciò insegnano cose del mondo e il mondo li ascolta. Noi siamo da Dio: chi conosce Dio ascolta noi; chi non è da Dio non ci ascolta. Da questo noi distinguiamo lo spirito della verità e lo spirito dell'errore.
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

CANTO INTERLEZIONARIO

Rit.  Soave e fervido risuona
il nostro canto al Redentore.

Il Creatore delle stelle manda il suo Figlio sulla terra
onde all’ovile vi conduca ogni smarrita pecorella.

Scende lo Spirito divino, e, della Vergine Maria
nel santo seno immacolato,
fiorisce il Verbo del Signore.

In questa notte tenebrosa
splende il mistero dell’amore:
noi ti chiediamo, Onnipotente,
la santa luce del Natale.

LETTURA OMILETICA

L – Celebriamo la beata memoria dell’umile e meravigliosa nascita di Cristo nel mondo, nella storia, fra noi, uomini dispersi e cercanti. Anzi una sua rinnovata presenza noi celebriamo. Ed è così vero, così suggestivo questo avvenimento, che non è fantasia pensare a noi stessi come a viandanti nello sconfinato panorama della vita, i quali si mettono al passo sopra uno stesso sentiero, e l’uno all’altro si rivelano pellegrini verso una stessa meta. Eccoci insieme. Dove andiamo? Andiamo a Cristo. Chi è Cristo? Dov’è Cristo? Il Salvatore? Il Maestro? Il Verbo di Dio vivente nella povera e pura carne di Gesù, resosi nostro Fratello, nostra guida, nostro Collega, nostro amico, anzi nostro capo, nostra Vita? Se questo è vero, come è vero, ecco, è stupendo, è sbalorditivo. Sì, è vero. Voi lo sapete, e Noi, successori d’una testimonianza apostolica, che di secolo in secolo testualmente si ripete e si rinnova per ogni età, siamo qua venuti per darvene nuova e piena certezza. Sì, è vero. È nato il Messia, il centro dell’umanità, Colui che conosce ciò che è nell’uomo (cfr. Gv 2,25), Colui al quale, scienti o no, tutti gli uomini sono rivolti; Colui dal quale, scienti o no, tutti gli uomini aspettano la soluzione suprema. Sì, è vero. Diciamo noi pure: Arriviamo fino a Betlem, «transeamus usque ad Betlem» (Lc 2,15); e vediamo un po’ come stanno le cose, «et videamus hoc Verbum quod factum est» (ibid.). E questa curiosità, questa avidità di sapere, di toccare la realtà del fatto prodigioso della venuta di Cristo, l’Emmanuele, nel mondo; di credere, in una parola, al mistero della Incarnazione, non sia da alcuno soffocata in fondo allo spirito, ma tutto lo invada, lo stimoli, lo tormenti, lo sollevi, lo abiliti a credere e a pregare, lo porti a personale contatto con Lui, con Cristo: questo è il Natale.
 (dall’Omelia di S. Paolo VI papa
nella notte di Natale 1966 a Firenze)

Breve pausa di silenzio.

ACCOGLIENZA DELL’IMMAGINE

DI GESÙ BAMBINO


Dopo una breve pausa, il coro esegue il seguente canto mentre scoperta l’immagine di Gesù bambino (preparata nel presbiterio o in un luogo vicino ad esso). E’ preferibile svelare l’immagine di Gesù bambino in silenzio (così come la Parola del Libro della Sapienza ci suggerisce), anziché intronizzarla facendola passare lungo la navata della chiesa, in un clima chiassoso (es.: applausi, rumori assordanti degli strumenti musicali, ecc. Le campane si suonano al canto della Grande Dossologia).


CANTO: Mentre il silenzio
Mentre il silenzio fasciava la terra
e la notte era a metà del suo corso
tu sei disceso o Verbo di Dio
in solitudine e più alto mistero.

Fin dal principio da sempre tu sei,
Verbo che crea e contiene ogni cosa,
Verbo sostanza di tutte le cose,
Verbo segreto di ogni parola.

La creazione ti grida in silenzio,
la profezia da sempre ti annuncia,
ma il mistero ha ora una voce,
al tuo vagito il silenzio è più fondo.

E pure noi facciamo silenzio,
più che parole il silenzio lo canti,
il cuore ascolti quest'unico Verbo,
che ora parla con voce di uomo.

A te germoglio del tronco di Iesse,
che a noi mortali la vita donasti,
col Creatore e lo Spirito Santo,
eterna gloria e perenne splendore. Amen.

Un brevissimo momento di silenzio introduce la Kalenda, che il Diacono (dall’ambone) o il Celebrante (dalla sede) canta o proclama.

PROCLAMAZIONE DELLA NASCITA

DEL SALVATORE (KALENDA)

D - Trascorsi molti secoli dalla creazione del mondo,
quando in principio
Dio aveva creato il cielo e la terra
e aveva fatto l’uomo a sua immagine;
e molti secoli da quando, dopo il diluvio,
l’Altissimo aveva fatto risplendere l’arcobaleno,
segno di alleanza e di pace;
ventuno secoli dopo la partenza
da Ur dei Caldei di Abramo, nostro padre nella fede;
tredici secoli dopo l’uscita di Israele dall’Egitto
sotto la guida di Mosè;
circa mille anni dopo l’unzione di Davide
quale re di Israele;
nella sessantacinquesima settimana,
secondo la profezia di Daniele;
all’epoca della centonovantaquattresima Olimpiade;
nell’anno 752 dalla fondazione di Roma;
nel quarantaduesimo anno
dell’impero di Cesare Ottaviano Augusto;
quando in tutto il mondo regnava la pace,
Gesù Cristo, Dio eterno e Figlio dell’eterno Padre,
volendo santificare il mondo con la sua venuta,
essendo stato concepito
per opera dello Spirito Santo,
trascorsi nove mesi, nasce in Betlemme di Giuda
dalla Vergine Maria, fatto uomo:
Natale di nostro Signore Gesù Cristo
secondo la natura umana.

GRANDE DOSSOLOGIA

Il Celebrante intona la grande dossologia. Quindi si suonano le campane.
Se il Celebrante ha indossato il piviale per la veglia, adesso lo depone e veste la casula. Poi si porta all’altare, lo bacia e lo incensa insieme con la Croce e l’immagine di Gesù Bambino.

COLLETTA

C - O Dio, che hai illuminato questa santissima notte con lo splendore di Cristo, vera luce del mondo, concedi a noi, che sulla terra lo contempliamo nei suoi misteri, di partecipare alla sua gloria nel cielo. Per il nostro Signore Gesù Cristo...   T - Amen.



Liturgia della Parola

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
G – La Parola si è fatta carne: il mistero della solidarietà di Dio con l’umanità trova rivelazione in Gesù Cristo. Nel segno di un Bambino, segno fragile e inquietante, Dio ci interpella ad accoglierlo.

PRIMA LETTURA: Is 9,1-3.5-6
Ci è stato dato un figlio.
Dal libro del profeta Isaìa

Il popolo che camminava nelle tenebre
ha visto una grande luce;
su coloro che abitavano in terra tenebrosa
una luce rifulse.
Hai moltiplicato la gioia,
hai aumentato la letizia.
Gioiscono davanti a te
come si gioisce quando si miete
e come si esulta quando si divide la preda.
Perché tu hai spezzato il giogo che l’opprimeva,
la sbarra sulle sue spalle,
e il bastone del suo aguzzino,
come nel giorno di Màdian.
Perché ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati, dati in pasto al fuoco.
Perché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il potere
e il suo nome sarà:
Consigliere mirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace.
Grande sarà il suo potere
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul suo regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e per sempre.
Questo farà lo zelo del Signore degli eserciti.

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 95

Rit.  Oggi è nato per noi il Salvatore.

Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
Cantate al Signore, benedite il suo nome.

Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.

Gioiscano i cieli, esulti la terra,
risuoni il mare e quanto racchiude;
sia in festa la campagna e quanto contiene,
acclamino tutti gli alberi della foresta.

Davanti al Signore che viene:
sì, egli viene a giudicare la terra;
giudicherà il mondo con giustizia
e nella sua fedeltà i popoli.

SECONDA LETTURA: Tt 2,11-14
È apparsa la grazia di Dio per tutti gli uomini.
Dalla lettera di san Paolo Apostolo a Tito

Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.

Parola di Dio

CANTO AL VANGELO: cfr. Lc 2,10-11

Alleluia, alleluia.
Vi annunzio una grande gioia:
oggi vi è nato un Salvatore: Cristo Signore.
Alleluia.

VANGELO: Lc 2,1-14
Oggi è nato per voi il Salvatore.
+ Dal Vangelo secondo Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città.
Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta.
Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.
C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».


PROFESSIONE DI FEDE
C – Fratelli e sorelle, in questa notte santissima nella quale celebriamo l’incarnazione di Dio in Gesù nato dalla Vergine Maria, la Liturgia ci invita ora a compiere un gesto durante la Professione di Fede. Siamo invitati tutti a inginocchiarci mentre diremo le parole: «Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria». Esprimiamo in questo modo la consapevolezza di un Dio che ha scelto di condividere fino in fondo la nostra esistenza. 
Credo in un solo Dio…

Alle parole: «E per opera dello Spirito Santo… si è fatto uomo»
si genuflette.

PREGHIERA UNIVERSALE

C - Fratelli e sorelle carissimi, in questa notte santissima, in cui abbiamo accolto il lieto annuncio della nascita del nostro Salvatore, mentre gioiamo per il mistero della Redenzione che si compie noi, uniamo i nostri cuori nella preghiere, insieme con tutti i fratelli sparsi nel mondo.
G – Preghiamo insieme cantando [dicendo]:
Ascolta, esaudisci, Signore!
1.       Per la santa Chiesa ed i suoi pastori, perché si facciano sempre piccoli e umili come il Bambino nato a Betlemme e con coraggio portino ad ogni uomo la gioia e la speranza del Messia. Preghiamo.
2.       Per coloro che ci governano, perché nell’amministrare la cosa pubblica abbiano a cuore i più poveri ed i più deboli, in cui il Salvatore è apparso all’orizzonte del mondo. Preghiamo.
3.       Per coloro che sono provati dalla sofferenza, fisica o spirituale, perché nel Signore che nasce attingano la certezza di avere parte già alla Sua vita divina. Preghiamo.
4.       Per quanti hanno perso il lavoro o se lo vedono messo a rischio perché, guardando a Cristo che nasce nell’umiltà del presepe, sappiano fidarsi totalmente di Dio e dei suoi progetti, capaci di sconvolgere i potenti della terra. Preghiamo.
5.       Per chi anche a Natale vive il dramma della solitudine, per chi è lontano dalla famiglia, per chi si trova in carcere, perché guardando con occhi pieni di speranza il Bambino che è nato per noi, godano del Suo Amore senza limiti e vedano annullarsi le distanze che li separano dalle persone loro care. Preghiamo.
6.       Per tutti i cristiani che vivono la loro fede nella tiepidezza e nel sonno, perché si lascino plasmare dal soffio del tuo Spirito ed il Natale del Signore sia il loro Natale, per una vita piena dell’amicizia che tu instauri con ogni creatura. Preghiamo.
7.       Per noi, che siamo radunati per celebrare l’incarnazione del Verbo di Dio, perché questa santa Liturgia non ci lasci ancora disorientati o emozionati per aver vissuto un’antica tradizione, ma ridesti in noi la gioia di chi sa che Dio non è lontano o ignoto, ma vicino a noi e pellegrino con noi. Preghiamo.
C – Dio fedele, è grande la gioia del cielo che tu ci inviti a condividere in terra, riconoscendo anche noi tra le braccia della Vergine Madre il Salva­tore promesso dalle profondità dei secoli; esaudisci le nostre preghiere e fa’ che egli trovi in noi uno spazio aperto e accogliente, così che noi sappiamo riconoscerlo nel volto di ogni uomo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.   T - Amen.


Liturgia Eucaristica

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Come i pastori, portiamo al Signore, assieme al pane e al vino, la nostra libertà e il nostro impegno, che si concretizzano anche nell’offerta per le situazioni di povertà della nostra Comunità parrocchiale.

SULLE OFFERTE
C - Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformarci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l'uomo accanto a te nella gloria. Per Cristo nostro Signore.   T – Amen.

PREFAZIO di Natale I e Canone Romano

ANAMNESI
C – Mistero della fede.
T – Ogni volta che mangiamo di questo pane
e beviamo di questo calice
annunciamo la tua morte, Signore,
nell’attesa della tua venuta.


PREGHIERA DEL SIGNORE
C - Cristo, parola eterna del Padre, è venuto ad abitare in mezzo a noi. Uniti nel medesimo spirito invochiamo il Padre perché il Verbo incarnato sia la vera luce per il nostro mondo bisognoso di salvezza e di pace. Cantiamo insieme:   T - Padre nostro...

SCAMBIO DI PACE
D - Perché la pace di questa notte raggiunga ogni uomo e ogni donna, perché ognuno possa avvertire un segno concreto della venuta del Salvatore, scambiatevi l’augurio della pace.

COMUNIONE (sotto le due specie)
G - «E’ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini».
Il Mistero dell’Incarnazione di Dio, annunciato da Paolo, si concretizza pienamente nell’Eucaristia, in cui Cristo Gesù, il Bambino nato in questa notte santissima, da  Betlemme “casa del pane” raggiunge ciascuno di noi.
Accostiamoci a questo banchetto di divino, per mezzo del quale  “la nostra debolezza è assunta dal Verbo e l’uomo mortale è innalzato a dignità perenne”.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
* G – Quante volte, Signore, l’abbiamo inteso
questo annuncio che ha squarciato
la notte di duemila anni fa’
e ha rivelato ai pastori, sorpresi e smarriti,
un evento inaudito, che avrebbe fatto
la gioia di tutta l’umanità!
Eppure non ci stanchiamo mai
di ascoltarlo ancora una volta
perché è la sorgente della nostra speranza:
se possiamo levare il capo
e guardare con fiducia al futuro
è perché tu, Gesù, il Figlio di Dio,
hai preso la carne di un uomo
e hai piantato la tua tenda in mezzo a noi.
E allora… nonostante le nubi oscure
che ci turbano e ci rattristano,
nonostante i soprusi e le violenze
che insanguinano questa terra,
nonostante le ingiustizie
dettate dall’avidità e dall’arroganza,
che spesso ci tolgono la voglia di lottare,
nonostante l’egoismo e l’individualismo,
che tarpano le ali ad ogni spirito di fraternità,
noi osiamo ancora sperare, in questa notte,
in un futuro di pace e di gioia,
di comprensione e di solidarietà.
Non perché confidiamo
nei nostri mezzi e nelle nostre capacità,
ma perché sappiamo che tu,
il Salvatore, il Cristo, il Signore,
non lascerai andare a vuoto le tue promesse
e realizzerai il disegno del Padre
che supera qualsiasi nostra immaginazione.
(Roberto Laurita)

oppure:
** G – Nel buio e nel freddo della notte
abbiamo cercato una chiesa, Signore Gesù,
per celebrare la tua nascita.
Ne abbiamo già tanti di Natali
nella memoria e negli occhi
eppure anche questa volta
il nostro cuore è trepidante,
colmo di emozione e di stupore.
Sì, è vero, siamo tornati bambini
e corriamo al presepio per cercarti nella capanna
tra Maria e Giuseppe, il bue e l’asino.
Anche se variano gli scenari,
i paesaggi e i protagonisti,
tu sei sempre lì: deposto nella mangiatoia,
indifeso e bisognoso di tutto, come lo è un neonato.
Il tuo sorriso scava nel profondo del nostro animo
e ci fa avvertire l’eco d’una dolcezza dimenticata.
Le tue braccia spalancate
ci fanno sentire attesi e accolti
nonostante i pesanti fardelli
che ci trasciniamo dietro,
nonostante il peso dei nostri peccati
e di tante stupidaggini commesse.
Tu non parli, non dici nulla,
ma noi intendiamo, anche stanotte,
l’annuncio degli angeli:
Gloria a Dio nei cieli e pace in terra,
perché tutti gli uomini sono amati da Dio,
da te, o Emmanuele!
(Roberto Laurita)


Riti di conclusione

DOPO LA COMUNIONE
C - O Dio, che ci hai convocati a celebrare nella gioia la nascita del Redentore, fa’ che testimoniamo nella vita annunzio della salvezza, per giungere alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.   T -  Amen.

BENEDIZIONE

C - Il Signore sia con voi.   T – E con il tuo spirito.

C - Dio, che nella nascita del Cristo suo Figlio ha inondato dl luce questa notte santissima, allontani da voi le tenebre del male e vi illumini con la luce del bene.   T - Amen.

C - Dio, che nel suo Figlio fatto uomo ha congiunto la terra al cielo, vi riempia della sua pace e del suo amore.   T - Amen.

C - Dio, che mandò gli angeli a recare ai pastori il lieto annunzio del Natale, vi faccia messaggeri del suo Vangelo.   T - Amen.

C - E la benedizione di Dio onnipotente, Padre + e Figlio + e Spirito Santo, discenda su di voi e con voi rimanga sempre.   T - Amen.

D - Benediciamo il Signore.  
T - Rendiamo grazie a Dio.

I ministri, prima di rientrare in sacrestia, si fermano per qualche istante silenziosamente dinanzi all’immagine di Gesù bambino. Il celebrante, poi, la incensa, prega e impartisce la benedizione con la stessa immagine.

PREGHIERA A GESÙ BAMBINO
C - Signore Gesù,
che hai lasciato il tuo cielo
e sei venuto e visitarci, nascendo da Maria,
noi ti chiediamo di rendere il nostro cuore
accogliente alla tua venuta,
perché non perdiamo l’occasione unica
di vederti Bambino,
di vederti uno come noi, uno di noi.
A te ci affidiamo con le nostre famiglie.
A te affidiamo i piccoli e i poveri del mondo
insieme con quanti la nostra cattiveria
ogni giorno mette ai margini della società.
Tanti problemi oggi affiggono molte famiglie
e tra queste vogliamo che tu abbia
uno sguardo di particolare amore
per quelle
che non hanno neppure il pane sulla tavola.
Mentre ti adoriamo con i pastori ed i magi,
ti supplichiamo per la pace,
che incomincia tra di noi, tra le nostre case
e si estende alle nazioni, a tutti i popoli.
La tua venuta porti pace nei cuori
di tutti gli uomini e le donne di buona volontà.
Ti preghiamo di ascoltare le nostre voci
e di esaudire quanto ti abbiamo chiesto,
perché sia davvero per tutti il tuo Natale.  
T - Amen.

(Antonio Paolo Pinizzotto)

I ministri dopo aver venerato l’immagine di Gesù bambino, rientrano in sacrestia, mentre tutti i fedeli sono invitati a venerare l’immagine di Gesù bambino.
La Liturgia si può concludere con una laude tradizionale natalizia.

























Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

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