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mercoledì 5 aprile 2023

Agenzia Fides 5 aprile 2023

 

AFRICA/NIGERIA - Assalita chiesa pentecostale; nuovo rapimento di massa di studenti
 
Abuja (Agenzia Fides) – Assalita nelle prime ore del 2 aprile, domenica delle Palme, la chiesa pentecostale situata ad Akenawe, Tswarev, nello Stato di Benue, nel centro nord della Nigeria. Gli assalitori, si sospetta una banda di pastori Fulani, hanno ucciso un fedele, ferito diverse persone tra cui il capo tradizionale della comunità, e rapito il pastore della chiesa e alcuni fedeli.
Secondo la stampa locale il luogo di culto è stato assalito durante una veglia notturna.
Nello Stato di Kaduna, nel nord della Nigeria, un gruppo armato ha rapito otto studenti delle scuole secondarie mentre tornavano a casa insieme a un numero imprecisato di altre persone. Si tratta del primo sequestro di studenti nella regione dopo un periodo di calma, soprattutto dopo la circolazione di nuove banconote per frenare il pagamento dei riscatti ai rapitori prima delle elezioni politiche tenutesi a fine febbraio.
La piaga dei rapimenti a scopo estorsivo è un fenomeno ben noto in Nigeria che colpisce non solo il Nord dove sono presenti gruppi jihadisti ma anche altre aree della Federazione (vedi Fides 29/3/2023). (L..M.) (Agenzia Fides 5/4/2023)
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AFRICA - Tre suore cattoliche premiate per i loro progetti di sviluppo in Africa
 
Santa Clara (Agenzia Fides) – “Il futuro dell'Africa è nelle mani degli africani. Spetta a noi ideare il nostro futuro; tornerò a casa come africana per tracciare soluzioni africane per l'Africa” ha affermato suor Juunza Christabel Mwangani, delle Sisters of the Holy Spirit, una congregazione religiosa fondata nel 1971 nella diocesi di Monze, in Zambia, alla cerimonia di premiazione del Builders of Africa's Future (BAF) 2022 assegnato dall'African Diaspora Network (ADN).
La religiosa ha ritirato il premio in rappresentanza del’ Emerging Farmers Initiative, un progetto avviato dalla sua congregazione religiosa nel villaggio di Magoye, Mazabuka.
“Insieme a un gruppo di suore abbiamo fondato l'Emerging Farmers Initiative, nel 2019, con il permesso dei superiore della congregazione” spiega suor Juunza Christabel Mwangani. “La nostra congregazione conta 40 suore e ha sede nella diocesi di Monze, nella provincia meridionale dello Zambia. L'Emerging Farmers Initiative si trova nel villaggio di Mulando nella zona di Nziba, Magoye, nello stesso distretto della casa madre della congregazione. Nziba si trova nella parte rurale del distretto di Mazabuka a circa 151 chilometri da Lusaka, la capitale dello Zambia nella provincia meridionale”.
“Ci sono circa 73 famiglie nel villaggio di Mulando con una media di otto membri ciascuna. L’attività principale è l'agricoltura di sussistenza, l'allevamento del bestiame e la produzione agricola. A causa delle frequenti siccità e della totale dipendenza dall'agricoltura, i livelli di povertà sono ancora elevati. Anche il livello di analfabetismo è ancora alto, stimato al 25 per cento. La metà della popolazione della zona ha meno di 20 anni” continua la suora.
“L’Emerging Farmers Initiative è pensata per funzionare nel contesto della scuola secondaria, come unità di produzione. La maggior parte delle scuole si concentra solo sull'apprendimento accademico. Attraverso l'Emerging Farmers Initiative, che ospita le nostre unità di produzione di pollame, suini e uova, orto; alberi da frutto, campi di mais e stagni di pesci, offriamo formazione pratica ai nostri alunni e competenze che trasformano la vita a giovani che abbandonano la scuola e giovani famiglie a rischio. Grazie all'EFI, prepariamo i nostri studenti ad affrontare il mondo reale” conclude la religiosa.
Fondata nel 2010, African Diaspora Network (ADN) è un'organizzazione no profit con sede nella Silicon Valley che promuove l'imprenditorialità e lo sviluppo economico nel continente africano e nelle comunità in cui vive la diaspora africana.
Anche due suore ugandesi hanno vinto il premio BAF: suor Frances Kabagaaju delle Daughters of the Child Jesus of Uganda che gestisce un centro sanitario di Nkuruba a Rwenzori, al confine con la Repubblica Democratica del Congo; e suor Rose Thumitho delle Little Sisters of St. Francis, una delle fondatrici della Mother Kevin Providence Social Enterprise, a Jinja, per offrire opportunità di sviluppo a donne e giovani. (L.M.) (Agenzia Fides 5/4/2023)
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ASIA/VIETNAM - La Pasqua dei giovani: comunione e annuncio di speranza
 
Hanoi (Agenzia Fides) - La celebrazione della Pasqua è un momento speciale per i giovani cattolici in Vietnam: nelle diverse diocesi si tengono, a partire dalla Domenica Palme, raduni e incontri giovanili che quest'anno hanno insistito su temi come unità, comunione e annuncio di speranza nella società.
Nella diocesi di Da Nang, in Vietnam centrale, oltre 600 giovani da 45 parrocchie si sono radunati la Domenica delle palme per vivere una giornata di "Osanna" e iniziare la Settimana santa con lo spirito giusto. Padre Agostino Tran Nhu Huynh ha incontrato i giovani e ha condiviso con loro una riflessione sul tema "Alzatevi, non abbiate paura", ricordando l'esempio dell'apostolo Giovanni che incontrò il Signore Gesù Cristo da giovane. Ha poi ripercorso il viaggio di Giovanni alla scoperta della sua vocazione, la sua volontà e desiderio di “cercare un maestro per imparare la Via nella vita”, che ha trovato in Cristo.
Il Vescovo di Da Nang, mons. Joseph Dang Duc Ngan, ha parlato ai giovani dello spirito del Sinodo, invitando ciascuno ad "aprire la tenda del proprio cuore per ricevere Dio e accogliere con amore il prossimo che chiede di entrare", citando il recente documento del Sinodo dei Vescovi per l'Asia.
Culmine dell'incontro è stata la concelebrazione eucaristica presieduta dal Vescovo, in cui i fedeli sono stati invitati a "seguire il Signore nel cammino della Croce, nell'amore, nella lode, nella fiducia in Dio", imparando a "rivolgersi a Dio in tutte le situazioni", per essere "testimoni viventi che annunciano il Vangelo".
Anche nella diocesi di Thai Binh, in Vietnam del Nord, oltre 500 giovani si sono riuniti il 2 aprile nella parrocchia di Cao Xa per vivere una giornata di fraternità e di lode sul tema "Essere comunità, essere in comunione". Padre Francis Huyen, sacerdote Redentorista, parlando all'assemblea ha messo in luce la comunione tra l'uomo e Dio, tra ogni uomo e il prossimo, ma anche il rapporto tra la persona e la verità di se stessa . Il religioso ha rimarcato la chiamata a vivere una vita di fede, in relazione con Dio e con il prossimo, specialmente nello speciale tempo del cammino sinodale, promosso a livello universale e che ogni Chiesa particolare è chiamata a mettere in pratica.
Il raduno a Thai Binh è stato caratterizzato da un tempo di Adorazione, da un tempo dedicato ad avvicinarsi al Sacramento della Riconciliazione, dalla celebrazione della Via Crucis, dall'Eucarestia conclusiva. I giovani sono ripartiti con il desiderio di dare una testimonianza viva, gioiosa della fede ai loro coetanei e con la promessa di incontrarsi con tanti altri giovani di tutto il mondo in occasione della Giornata Mondiale delle Gioventù, nell’estate 2023.
Nella diocesi di Xuan Loc, nel Vietnam del Sud, la Domenica delle Palme circa 3000 giovani hanno trascorso una giornata nella parrocchia di Thanh Tam, all'insegna della fraternità, della preghiera, della gioia e della condivisione. Padre Joseph Vu The Toan ha coinvolto i presenti aiutandoli a guardare all'esperienza dei discepoli di Gesù (prima della Passione del Signore e dopo la Risurrezione) e a "mettersi nei loro panni", invitandoli a "vivere con coraggio la vocazione e la missione che Dio dona, per rendere più significativa la loro vita e donare la Buona novella di Gesù e chiunque incontrano sul loro cammino”.
Nel ripercorrere la Passione del Signore, i giovani hanno condiviso il desiderio di "vivere per amore" come Gesù, che ha amato i suoi "fino alla fine". Nella messa conclusiva, mons. John Do Van Ngan, Vescovo diocesano, ha meditato sulle ultime sette parole di Gesù crocifisso, che mostrano il suo cuore "tutto rivolto al Padre", che è l'atteggiamento giusto del cristiano per vivere la Settimana Santa.
In tutte le diocesi vietnamite i giovani si stanno organizzando e preparando per partecipare alla Giornata Mondiale della Gioventù che quest'anno si terrà a Lisbona, in Portogallo, dal 1° al 6 agosto 2023.
(PA) (Agenzia Fides 5/4/2023)
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lunedì 11 luglio 2022

AFRICA/ZAMBIA - Agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e attività generatrici di reddito

AFRICA/ZAMBIA - Agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e attività generatrici di reddito
 
Mansa (Agenzia Fides) – Per migliorare i mezzi di sussistenza nel campo di reinsediamento dei rifugiati di Mantapala, Caritas Zambia, attraverso la diocesi di Mansa, continua a portare avanti un progetto che prevede agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e attività generatrici di reddito (IGA). Il centro, che si trova nel distretto di Nchelenge, accoglie i rifugiati provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo (vedi Agenzia Fides 7/2/2018).
In una nota inviata all’Agenzia Fides, Eugene N’gandu, responsabile Caritas Zambia dei programmi per i mezzi di sussistenza e l’adattamento ai cambiamenti climatici, ha dichiarato che queste persone sono state costrette a lasciare il loro paese a causa di disordini civili sulle rive del lago Mweru.
N'gangu ha rivelato che il progetto si sta concentrando su mezzi di sussistenza sostenibili e soluzioni durature per i giovani rifugiati di età compresa tra 17 e 23 anni. Il responsabile Caritas ha inoltre spiegato che il progetto triennale, che da allora è entrato nel secondo anno, ha tre livelli di intervento che comprendono: agricoltura sostenibile, recupero dei villaggi e IGA.
Finora ne hanno beneficiato 150 persone. A fare da corollario anche incontri di sensibilizzazione su giustizia, pace e cura dell'ambiente per affrontare le questioni dei conflitti e dei cambiamenti climatici.
Secondo le statistiche sono oltre 5.000 i rifugiati fuggiti 5 anni fa dalle violenze nella RDC. Presso l’insediamento di Mantapala si dedicano all’agricoltura insieme a 5.000 zambiani, sparsi tra 11 villaggi integrati. Il campo è stato allestito a inizio 2018 per accogliere i rifugiati in fuga sia dagli scontri interetnici sia dai combattimenti tra le forze di sicurezza congolesi e gruppi di miliziani in aree della RDC sudorientale nel 2017.
(AP) (Agenzia Fides 11/7/2022)

lunedì 14 marzo 2022

Agenzia Fides 14 marzo2022

 

VATICANO - Papa Francesco: “In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!”
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Fratelli e sorelle, abbiamo appena pregato la Vergine Maria. Questa settimana la città che ne porta il nome, Mariupol, è diventata una città martire della guerra straziante che sta devastando l’Ucraina. Davanti alla barbarie dell’uccisione di bambini, di innocenti e di civili inermi non ci sono ragioni strategiche che tengano: c’è solo da cessare l’inaccettabile aggressione armata, prima che riduca le città a cimiteri. Col dolore nel cuore unisco la mia voce a quella della gente comune, che implora la fine della guerra. In nome di Dio, si ascolti il grido di chi soffre e si ponga fine ai bombardamenti e agli attacchi! Si punti veramente e decisamente sul negoziato, e i corridoi umanitari siano effettivi e sicuri. In nome di Dio, vi chiedo: fermate questo massacro!
Vorrei ancora una volta esortare all’accoglienza dei tanti rifugiati, nei quali è presente Cristo, e ringraziare per la grande rete di solidarietà che si è formata. Chiedo a tutte le comunità diocesane e religiose di aumentare i momenti di preghiera per la pace. Dio è solo Dio della pace, non è Dio della guerra, e chi appoggia la violenza ne profana il nome. Ora preghiamo in silenzio per chi soffre e perché Dio converta i cuori a una ferma volontà di pace”. (Papa Francesco, Angelus, 13 marzo 2022)
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)
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EUROPA/SPAGNA - Da Pamplona e Madrid partono camion di aiuti per l’Ucraina
 
Madrid (Agenzia Fides) - Insieme alla Ong “Olvidados”, l’associazione “Acoger y Compartir”, sta collaborando per portare diversi camion al confine rumeno-ucraino con il materiale ricevuto da vari comuni e piccole Ong che non hanno i mezzi per trasportare ciò che hanno raccolto, spiega il redentorista Jose Miguel de Haro, CSsR.
La settimana scorsa diversi camion sono partiti da Pamplona e Madrid. Al confine con la Romania c’è un grande magazzino dove scaricano gli aiuti, per la distribuzione ci sono ucraini che lo portano alle diverse destinazioni. Uno dei punti di distribuzione è una comunità redentorista situata in Ucraina vicino al confine. Da Madrid, giovedì 10 marzo, due rimorchi sono stati caricati con cibo, forniture mediche, medicinali, prodotti per l’igiene, coperte, forniture di emergenza, ecc. La società SESE di Saragozza effettua il trasporto a un prezzo accessibile.
Per questa settimana è già stato raccolto materiale per altri due camion, che stanno decidendo il giorno della partenza. Non vogliamo restare solo alle parole, ma condividere con chi ha un grande bisogno. Siamo lieti di sapere che le Comunità Autonome stanno già programmando l’accoglienza dei rifugiati.
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)
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AFRICA/CONGO RD - Allarme per centinaia di sfollati interni nell’altopiano di Ruzizi
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – Sono diverse centinaia gli sfollati interni bisognosi di tutto nell’altopiano di Ruzizi, nel Sud Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, secondo quanto comunicato all’Agenzia Fides da ACMEJ, un’associazione della società civile locale.
Nei siti d’accoglienza di Bulaga e Langala, negli altipiani medi, nel gruppo di Lemera, vi sono più di 400 famiglie in sofferenza, mentre nelle strutture di Katogota-centre e Kamonyi, nella piana di Ruzizi, nel raggruppamento Itara-Luvungi, 149 famiglie sono state recensite dalla ONG NRC (Norwegian Refugee Council) prima del secondo afflusso; altre 200 famiglie sono state recensite da AVSI.
Gli sfollati interni, accolti in strutture provvisorie nei pressi di villaggi i cui abitanti sono già in difficoltà, abbisognano di assistenza umanitaria in cibo, generi di prima necessità, medicine e tende.
Il ritorno nei loro villaggi di origine è molto difficile, perché gli scontri militari continuano, con gravi violazioni dei diritti umani: incendi di case, uccisioni di civili, saccheggio di beni, minacce di morte contro leader locali e difensori dei diritti umani.
“Gli sfollati continuano a sperare nei governi nazionali e provinciali e negli operatori umanitari internazionali che lavorano nel Sud Kivu perché accorrano in loro aiuto, soprattutto perché nella pianura di Ruzizi non è stato possibile effettuare il raccolto” afferma ACMEJ, che lancia un appello sia alle organizzazioni umanitarie sia alle forze di sicurezza perché proteggano la popolazione dalle violenze dei diversi gruppi armati che imperversano nell’area.
(L.M.) (Agenzia Fides 14/3/2022)
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AFRICA/ZAMBIA - I Vescovi esortano le diocesi affinché il paese garantisca sicurezza e tutela dei minori e delle persone vulnerabili
 
Lusaka (Agenzia Fides) – “Tutte le diocesi cattoliche del Paese dovrebbero assicurarsi che i bambini comprendano il percorso del processo sinodale per poter assicurare loro una partecipazione significativa” ha affermato Fidelis Hamweemba, responsabile per la tutela dei minori della Conferenza dei Vescovi dello Zambia (ZCCB), in suo appello in merito al coinvolgimento dei bambini nel processo sinodale in corso.
“E’ importante che la collettività si concentri sulla creazione di strutture efficienti per la tutela dell'infanzia nelle nostre diocesi cattoliche” ha ribadito p. Francis Mukosa, Segretario generale della ZCCB, che ha esortato tutti a collaborare con il governo per garantire che lo Zambia sia sicuro per i bambini e per le persone vulnerabili.
P. Mukosa si è espresso a nome dei Vescovi in occasione della chiusura di un seminario di 4 giorni sulla salvaguardia dei minori, rivolto ai responsabili diocesani della protezione dei bambini.
La Conferenza episcopale dello Zambia (ZCCB) ha ribadito l'impegno a salvaguardare i diritti dei bambini e degli adulti vulnerabili attraverso la politica lanciata nel 2017 (vedi Agenzia Fides 7/10/2021) e ha incoraggiato un percorso legale statale efficace nell'affrontare i diritti umani.
(AP) (14/3/2022 Agenzia Fides)
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ASIA/IRAQ - Razzi iraniani contro base USA a Erbil. Il Patriarcato caldeo: lo stallo nella formazione del governo mette a rischio il Paese
 
Erbil (Agenzia Fides) - Il Patriarcato caldeo deplora il lancio di missili che domenica 13 marzo ha sparso terrore tra la popolazione di Erbil, e alla luce del grave episodio richiama le forze politiche a superare lo stallo e i veti incrociati che in Iraq impediscono da mesi la formazione di un nuovo governo, indebolendo il Paese e esponendolo a operazioni destabilizzanti promosse da forze esterne. Le preoccupazioni del Patriarcato caldeo sull’attuale, incerta fase politica attraversata dall’Iraq, sono state espresse in un comunicato firmato dal Patriarca Louis Raphael Sako, e diffuso dai canali ufficiali del Patriarcato caldeo dopo il lancio di missili caduti sulla capitale della Regione autonoma del Kurdistan iracheno.
All’una del mattino di domenica 13 marzo, 12 missili balistici Fatih – 110, di fabbricazione iraniana, sono stati lanciati contro la base USA localizzata presso l’aeroporto di Erbil. Nelle vicinanze dell’area colpita si trova anche l’edificio di recente costruzione che ospita il Consolato USA nel Kurdistan iracheno. Il lancio di missili – come ha confermato ai media anche Omid Khoshnaw, attuale governatore di Erbil – non ha provocato vittime o feriti, ma soltanto danni materiali. Anche La sede della TV locale Kurdistan24 è stata danneggiata. L’attacco missilistico è stato rivendicato dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie iraniane. Nel messaggio di rivendicazione, i Pasdaran hanno fatto riferimento alla presenza di una “delegazione militare israeliana segreta” presso la base Usa colpita. Dopo la rivendicazione, le autorità di Baghdad hanno convocato l’Ambasciatore iraniano per esprimere la loro formale protesta in merito all’attacco, mentre due tra più rilevanti Partiti iracheni, l’alleanza elettorale “Saeroun” (che fa capo al leader sciita Muqtada al Sadr) e il partito Democratico del Kurdistan, hanno chiesto la formazione di una commissione d’inchiesta per confermare o smentire la presunta presenza di squadre israeliane a Erbil.
Anche l’attacco di Erbil conferma a suo modo la ormai cronica debolezza politico-istituzionale del Paese dei due Fiumi, sempre permeabile ad azioni terroristiche o incursioni organizzate o compiute in territorio iracheno da apparati militari e d’intelligence legati a forze straniere. Davanti a tale situazione, il Patriarcato caldeo ribadisce che i problemi del Paese possono essere affrontati solo attraverso il dialogo tra le forse politiche e sociali, “per garantire un futuro migliore per tutti, e non attraverso armi distruttive”. Nelle attuali circostanze critiche, il Patriarcato caldeo esorta tutti gli iracheni a “stringere i ranghi e unire le forze per giungere alla formazione di un governo nazionale in grado di assumersi tutte le sue responsabilità, al fine di preservare la sicurezza del Paese da qualsiasi ricaduta negativa, soprattutto ora che le relazioni dell'Iraq con molti Paesi, in particolare i Paesi confinanti, hanno iniziato a migliorare e c'è speranza che nuovi passi possano essere fatti in questa direzione”.
In Iraq, la spartizione su base etnico-confessionale delle cariche istituzionali prevede che il Capo dello Stato sia scelto tra i rappresentanti politici curdi, mentre il Presidente del Parlamento deve essere un sunnita e il Premier deve essere sciita. Le elezioni parlamentari tenutesi il 10 ottobre 2021 hanno visto una netta affermazione della alleanza elettorale guidata dal leader sciita Muqtada al Sadr, che in Parlamento ora occupa 73 dei 329 seggi disponibili. Dalle elezioni è uscito invece ridimensionato il peso parlamentare dei Partiti sciiti filo-iraniani, che hanno duramente contestato i risultati. Finora non è stato possibile procedere alla formazione di un nuovo governo, né all’elezione di un nuovo Presidente.
(GV) (Agenzia Fides 14/3/2022)
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AMERICA/CILE - Il Card. Aós: “Non dobbiamo aspettarci tutto da chi ci governa”, ognuno sia parte attiva nel soccorrere la società ferita
 
Santiago (Agenzia Fides) – “Affrontiamo ogni giorno la scelta di essere buoni samaritani o viaggiatori indifferenti, che passano a lato. Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettarci tutto da chi ci governa, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Cerchiamo di essere parte attiva nella riabilitazione e nel soccorso della nostra società ferita". E’ un passo dell’omelia del Presidente della Conferenza episcopale del Cile, il Cardinale Celestino Aós, Arcivescovo di Santiago, durante il tradizione incontro di preghiera a carattere ecumenico e interreligioso, che si è svolto sabato 12 marzo, nella Cattedrale di Santiago, all’indomani dell’insediamento ufficiale del nuovo Presidente, Gabriel Boric (vedi Fides 11/03/2022). Oltre allo stesso Presidente, erano presenti le principali autorità del paese, i rappresentanti di
diverse confessioni religiose e i membri del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale.
Assicurando la preghiera per il Presidente e per le Autorità, perché Dio illumini le loro menti “in modo che sappiano cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa è ingiusto”, nell’omelia il Cardinale ha detto: "Vogliamo e cerchiamo un Cile in cui viviamo tutti insieme rispettandoci l'un l'altro, ascoltandoci a vicenda, dialogando, collaborando, prendendoci cura dei più poveri e trattando responsabilmente la natura". Quindi il Cardinale Arcivescovo di Santiago ha chiesto a quanti assumono delle responsabilità in ambito politico, a promuovere la fraternità e, allo stesso tempo, un'organizzazione sociale più efficiente, in quanto "i politici sono chiamati a preoccuparsi della fragilità, della fragilità dei popoli e delle persone”.
Sulle sfide che il Cile deve affrontare oggi, il Cardinale ha sottolineato che "Dio ha creato tutti gli esseri umani a Sua immagine e somiglianza. Siamo di Dio e non apparteniamo allo Stato. Dio ci ha dato diritti che lo Stato deve riconoscere e rispettare. Uomini e donne uguali in diritti, doveri e dignità; Dio ci ha chiamati e ci chiama oggi a convivere come fratelli tra noi". Quindi si è soffermato sulle difficoltà vissute dal paese negli ultimi anni, a causa della pandemia, della violenza politica e sociale, degli attacchi nella zona dell’Araucanía e della criminalità, "ci fa male, ci preoccupa. Seminare violenza non è vita ma morte, non è progresso ma regressione".
Superare le conseguenze di queste situazioni non è solo compito di coloro che esercitano responsabilità pubbliche, ma di tutti i cileni, ha sottolineato l'Arcivescovo di Santiago, citando le misure sanitarie per contenere la pandemia: "Siamo qui a rinnovare la nostra convinzione che non possiamo aspettarci tutto dai governanti, ma che ognuno di noi è responsabile del bene di tutti”.
Un appello particolare è stato lanciato infine dal Cardinale per la pace, minacciata oggi in tutto il mondo: "Il Cile ha bisogno di noi come artigiani di pace, come esempi di dialogo, pronti a generare processi di guarigione e ricongiungimento con ingegno e audacia”.
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)
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AMERICA/NICARAGUA - Il Nunzio apostolico lascia il paese, “sorpresa e rammarico”
 
Città del Vaticano – La Sala stampa della Santa Sede ha pubblicato il 12 marzo il comunicato che segue: “La Santa Sede ha ricevuto con grande sorpresa e rammarico la comunicazione che il Governo del Nicaragua ha deciso di ritirare il gradimento (agrément) a S.E. Mons. Waldemar Stanislaw Sommertag, Nunzio Apostolico a Managua dal 2018, imponendogli di lasciare immediatamente il Paese dopo la notifica del provvedimento. Tale misura appare incomprensibile perché nel corso della sua missione S.E. Mons. Sommertag ha lavorato con profonda dedizione per il bene della Chiesa e del popolo nicaraguense, specialmente delle persone più vulnerabili, cercando sempre di favorire i buoni rapporti tra la Sede Apostolica e le Autorità del Nicaragua. Va ricordata, in particolare, la sua partecipazione come testimone e accompagnatore del Tavolo di Dialogo Nazionale tra il Governo e l’Opposizione politica, in vista della riconciliazione del Paese e della liberazione dei detenuti politici. Mentre è convinta che tale grave e ingiustificata misura unilaterale non rispecchia i sentimenti del popolo del Nicaragua, profondamente cristiano, la Santa Sede desidera riaffermare la sua piena fiducia nel Rappresentante Pontificio”.
La Conferenza Episcopale del Nicaragua, in una nota del 9 marzo, aveva reso noto di essere stata informata dall’incaricato di affari ad interim della Nunziatura, che Mons. Waldemar Stanislaw Sommertag aveva lasciato il Nicaragua per Roma il 6 marzo. “Come Conferenza Episcopale del Nicaragua ribadiamo la nostra adesione e vicinanza a Papa Francesco, come anche ringraziamo il Signor Nunzio Mons. Waldemar, che ci ha sempre accompagnato nel nostro lavoro pastorale, rendendo presente il Magistero e la persona del Papa” hanno affermato i Vescovi. Riguardo all’accreditamento del Nunzio presso il Governo, la nota evidenzia che “si tratta di esclusiva competenza bilaterale della Santa Sede e del Governo del Nicaragua” per cui rispettando le competenze, la Conferenza episcopale “si astiene dal pronunciarsi su questo tema”. Infine i Vescovi si affidando all’intercessione della Vergine di Fatima, che sarà pellegrina di pace nell’arcidiocesi di Managua nel prossimo mese di maggio.
(SL) (Agenzia Fides 14/3/2022)

martedì 3 novembre 2020

Agenzia Fides 3 novembre 2020

 

AFRICA/COSTA D’AVORIO - Il Presidente uscente rieletto in un voto contrassegnato da violenze; l’opposizione contesta i risultati
 
Abidjan (Agenzia Fides) – La Commissione elettorale indipendente della Costa d’Avorio ha annunciato oggi, 3 novembre, la vittoria del Presidente uscente, Alassane Ouattara, con il 94% dei voti nelle elezioni del 31 ottobre.
L'affluenza si attesta al 53,9%, gli oppositori contestano i risultati ed hanno annunciato la creazione di un "Consiglio nazionale di transizione".
In effetti il voto è stato segnato in alcune zone da violente proteste. In particolare nelle città di Yamoussoukro (capitale politica) e Abidjan, nei comuni di Cocody nel distretto di Blockhaus, anche a Bingerville e Anyama, dove i seggi elettorali sono stati saccheggiati. Ci sono perdite di vite umane e ingenti danni materiali.
Al centro Andokoi 1 nel comune di Yopougon il ballottaggio è stato generalmente calmo, ci ha detto il supervisore generale, Diarra Zénéka: "dalle 8 del mattino tutto va bene, sono arrivati gli elettori; pronti a fare il loro dovere civico ma vi sono stati momenti di tensione perché alcuni elettori si sono presentati ai seggi senza la tessera elettorale e i documenti di identità nazionali e volevano votare lo stesso, ma grazie a Dio la polizia è intervenuta per riportare la calma”. In questo centro composto da 7 seggi elettorali, "il tasso di partecipazione è stato superiore a poco più dell'80%" afferma Diarra Zénéka.
Al centro del liceo Sainte Marie de Cocody, nell'Abidjan orientale, nella tarda mattinata ha votato il presidente uscente, Alassane Ouattara. "Ho appena adempiuto il mio dovere civico e chiedo a tutti i miei concittadini che amano la pace e il patriottismo di andare a votare" ha detto Alassane Ouattara dopo il voto. Il Capo dello Stato uscente, rivolgendosi all’opposizione ha lanciato un appello alla calma: “Mi appello a chi ha lanciato slogan di disobbedienza civile, che si fermi perché la Costa d'Avorio ha bisogno di pace” mentre erano in corso violente manifestazioni in alcune parti del Paese.
La Commissione elettorale indipendente, CEI, ha rivelato all'inizio di questa settimana che poco più di 3 milioni di elettori hanno ritirato la propria tessera elettorale sui 7,5 milioni di iscritti nelle liste elettorali del 2020.
Su 4 candidati selezionati dal Consiglio costituzionale, solo il candidato uscente Alassane Ouattara e Konan Kouassi Bertin aka KKB hanno fatto una campagna, Henri Konan Bédié e Pascal Affi N’Guessan si sono astenuti. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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AFRICA/ZAMBIA - Morta una suora rimasta gravemente ferita due mesi fa nell’assalto alla sua parrocchia
 
Lusaka (Agenzia Fides) – Non ce l’ha fatto suor Matilda Mulengachonzi, una delle due suore della congregazione delle Piccole Serve di Maria Immacolata (LSMI), ferite due mesi fa nell’assalto alla parrocchia nella quale prestavano servizio in Zambia. Suor Matilda, 60 anni, è morta domenica 25 ottobre a causa delle ferite riportate; alla religiosa erano stati inflitti profondi tagli sulla fronte e sulla testa, e una ferita all'occhio.
La Superiora provinciale suor Sylvia Kagulura, nel commemorare la perdita della religiosa che è stata sepolta il 28 ottobre al cimitero di Kasisi, ha affermato: "Come congregazione attendiamo i risultati della polizia".
Nel loro messaggio di cordoglio alla congregazione dell'LSMI, i Vescovi dello Zambia hanno definito l'attacco "crudele e violento” ed hanno affidato l’anima di Suor Matilda alla misericordia divina "Preghiamo che il Buon Dio possa considerare i suoi 41 anni di vita religiosa e i suoi servizi disinteressati come insegnante ed economa del programma Chalice al momento della sua scomparsa".
Suor Matilda era rimasta gravemente ferita la sera del 24 agosto, quando un bandito armato è penetrato nella parrocchia di Santa Barbara, della diocesi di Monze. Il malvivente ha colto di sorpresa suor Okafor Assumpta, 49 anni e suor Matilda Mulengachonzi.
"Suor Matilda ha subito tagli profondi sulla fronte e sulla testa, con un'altra ferita all'occhio mentre suor Assumpta ha subito un taglio profondo alla testa dopo che il criminale le ha colpite con una sbarra di ferro. Le due vittime hanno trovato il criminale che tentava di fare irruzione nel convento” aveva riportato una portavoce della polizia.
Le religiose erano state ricoverate all'ospedale distrettuale Itezhi-tezhi e successivamente all’ University Teaching Hospital (UTH). Suor Okafor è stata dimessa subito dopo, mentre suor Matilda è rimasta ricoverata nell'unità di terapia intensiva, dove è poi deceduta. (L.M.) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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ASIA/PAKISTAN - La polizia salva Arzoo, la minorenne cattolica rapita e costretta a convertirsi e sposarsi
 
Karachi (Agenzia Fides) - “Siamo grati a Dio perché la polizia del Sindh, su ordine dell'Alta Corte della provincia del Sindh, ha salvato Arzoo Raja, una ragazza cattolica di 13 anni rapita il 13 ottobre 2020. È un grande risultato dopo due settimane di impegno continuo dei leader della Chiesa, con il sostegno dei leader dei partiti politici, degli attivisti e delle organizzazioni per i diritti umani e della società civile. Esprimo apprezzamento ai funzionari di polizia e ringrazio anche tutti i nostri fratelli musulmani che ci aiutano a chiedere giustizia per Arzoo”: lo ha detto il Vicario generale dell'arcidiocesi di Karachi, Mons. Diego Saleh, parlando all'Agenzia Fides dopo aver incontrato la minorenne cattolica salvata ieri, 2 novembre, in tarda serata.
Mons. Saleh prosegue: “Apprezzo enormemente le forze di sicurezza per aver salvato la minorenne lo stesso giorno in cui sono stati impartiti gli ordini dall'Alta Corte, e per aver tenuto la minorenne in custodia presso la stazione di polizia per le donne e i bambini, da qui verrà inviata alla casa rifugio per la sua protezione”. Il Vicario generale aggiunge: “Tutta la comunità cristiana pakistana è grata al governo del Sindh, ai giudici dell'Alta Corte e ai funzionari della sicurezza per la loro rapida risposta agli ordini del tribunale impartiti ieri mattina per salvare Arzoo”. Quindi esorta “tutta la comunità cristiana a continuare a pregare fino a quando non otterremo giustizia per Arzoo, e spero che presto la otterremo".
La polizia ha anche arrestato il rapitore Ali Azhar, che aveva rapito la ragazza il 13 ottobre mattina, l'aveva convertita con la forza e l’aveva sposata lo stesso giorno (vedi Fides 21, 22, 24, 29, 30/10/2020).
Anthony Naveed, un cristiano membro dell'Assemblea provinciale del Sindh e a capo della Commissione congiunta della Chiesa cattolica e protestante creatasi per il caso di Arzoo Raja, parlando a Fides afferma: “Siamo grati a Bilawal Zardari, Presidente del Pakistan Peoples Party e al Governo del Sindh per averci sostenuto, perché la legge esistente nella provincia del Sindh non ammette matrimoni sotto i 18 anni”. Aggiunge: "Nella precedente petizione presentata in tribunale il 27 ottobre 2020, la firmataria Arzoo Fatima (nome musulmano di Arzoo Raja) ha chiesto la protezione del suo matrimonio e al giudice non sono stati comunicati dettagli fondamentali, che lei avesse meno di 18 anni, per cui è stata presa la decisione a suo favore per la sua protezione”. Anthony Naveed inoltre spiega: "Nella petizione seguente, che abbiamo presentato da parte della famiglia, ci sono tutti i documenti autentici che dimostrano che Arzoo è minorenne ed è stata costretta a sposare il suo rapitore, per questo il tribunale ha ordinato di liberare immediatamente Arzoo dal suo rapitore Ali Azhar".
P. James Channan, OP, Direttore del Peace Center di Lahore, parlando a Fides, ha commentato: “Il salvataggio di Arzoo è occasione per ringraziare Dio per la lotta dei leader religiosi cristiani, degli attivisti per i diritti umani, dei promotori della giustizia e dell’armonia interreligiosa che ha prodotto questo risultato positivo. Le preghiere di innumerevoli cristiani e di tanti uomini e donne musulmani sono state esaudite”.
P. James Channan osserva ancora: “È una vittoria della legge e della giustizia che possiamo sperimentare in Pakistan se e quando presa sul serio e in modo giusto. Il rapimento, la conversione forzata e il matrimonio forzato con Azhar Ali, una persona malvagia di 44 anni, è stato un duro colpo e una sfida per il nostro sistema giudiziario e politico”. P. Channan conclude: “Il rilascio in tempi così brevi di Arzoo è un segno della lotta comune, delle preghiere, delle manifestazioni pacifiche e della protesta della comunità cristiana”. (AG) (Agenzia Fides 3/11/2020)
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AMERICA/MESSICO - E’ sano e salvo il sacerdote scomparso
 
Teotihuacan (Agenzia Fides) – Senza fornire dettagli al riguardo, la sorella di don Francisco Núñez Martinez, ha annunciato che il sacerdote è stato trovato vivo, cinque giorni dopo la sua scomparsa nello Stato del Messico (vedi Fides 31/10/2020). La scomparsa del sacerdote di Tarimoro era stata denunciata a Tecámac, nello Stato del Messico. Per sollecitare le sue ricerche, era stata organizzata anche una manifestazione popolare presso l'ufficio del Procuratore generale dello Stato.
Mons. Guillermo Francisco Escobar Galicia, Vescovo della diocesi di Teotihuacan, ha confermato la notizia con un breve testo, pervenuto a Fides, in cui “comunica ai fedeli la gioia di sapere che padre Francisco Núñez Martinez si trova sano e salvo con la sua famiglia”. La nota è stata diffusa dai social media della diocesi con la data del 31 ottobre.
(CE) (Agenzia Fides 03/11/2020)
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AMERICA/CILE - “Il diritto all’acqua deve essere incluso nella nuova Costituzione” ribadisce il Vicario apostolico di Aysen
 
Aysén (Agenzia Fides) – “L’acqua, è l'origine di tutta la vita. Senza acqua non c'è vita” ha affermato il Vicario apostolico di Aysén, Sua Ecc. Mons. Luis Infanti de la Mora. “L'acqua è un elemento essenziale per la vita, non solo per le persone ma per tutti gli esseri viventi. Anche in tutte le religioni è centrale. Si parla sempre dell'acqua come di un elemento simbolico vitale, ecco perché nella nuova Costituzione deve avere l’importanza che gli è dovuta. Dovrà assumere il senso spirituale e umano che ha questo bene”. Questo l’intervento a Radio Santa Maria, nel fine settimana, del Vicario apostolico.
Mons. Infanti de la Mora è molto conosciuto, anche internazionalmente, perché nel 2008 aveva scritto una lettera pastorale intitolata “Daci oggi l’acqua quotidiana” (vedi Fides 3/10/2014), in cui segnalava il problema dell’acqua in Cile: in alcuni luoghi abbonda, in altri manca, con una gestione che ha fatto molto discutere a tutti i livelli. Oggi, sottolinea Mons. Infanti, con l’enciclica Laudato sì di Papa Francesco, il problema si è potenziato, anche perché ancora non è stato risolto.
Sull'importanza di includere i diritti sull'acqua nella nuova Costituzione, il Vicario ha assicurato che "in tutto il mondo, la proprietà dell'acqua appartiene allo Stato e la gestione e la distribuzione è affidata a società private, comunità, comuni o a misto pubblico-privato”.
In Cile tuttavia l'82% dei proprietari dell'acqua è costituito da società transnazionali. "C'è e continua il problema! Questa Costituzione del Cile, che concede la proprietà privata dell'acqua a coloro che hanno il potere di acquistarla, ha favorito la privatizzazione della maggior parte dei diritti sull'acqua nel nostro paese da parte di società transnazionali. Nemmeno cilene” ha sottolineato Mons. Infanti.
Dopo la grande polemica sulle dighe che si volevano installare ad Aysén, il Vescovo assicura che “da lì si è tentato di modificare la Costituzione. Volevano cambiare la legge del codice delle acque, redatta nel 1981, e non ci sono stati progressi proprio perché ci sono forti lobby delle aziende forestali, minerarie e agricole; grandi aziende del Paese, che premono perché la situazione attuale non cambi".
(CE) (Agenzia Fides 03/11/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Nel giorno della commemorazione dei defunti il ricordo per i morti a causa del Covid-19
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – “In questo giorno in cui commemoriamo tutti i fedeli defunti, nei nostri cuori si mescolano dolore e ricordi, domande e dubbi, in particolare in questa tragedia globale del coronavirus che ha portato via all'improvviso tanti fratelli e sorelle. Tuttavia, come cristiani, non possiamo abbandonarci solo a questi sentimenti profondamente umani, ma dobbiamo guardare con gli occhi della fede al mistero della vita e della ‘nostra sorella morte’, come la chiamava san Francesco. Sorella morte perché apre la porta alla vita eterna che attende in Cristo risorto chi ha creduto e crede in Lui”. Con questa esortazione l’Arcivescovo di Santa Cruz, Mons. Sergio Gualberti, ha iniziato l’omelia durante la concelebrazione eucaristica che ha presieduto ieri, 2 novembre, nel giorno della Commemorazione di tutti i fedeli defunti, nella Basilica di San Lorenzo martire. Hanno concelebrato i Vescovi ausiliari, il Vicario generale e altri sacerdoti.
“La mensa eucaristica della Parola e del Pane di vita mette in luce gli elementi centrali del mistero della Risurrezione: vita, comunione e gratitudine, speranza” ha spiegato l’Arcivescovo, che ha proseguito: “L'Eucaristia è gratitudine, il nostro modo migliore per ringraziare il Signore per le persone che ci hanno dato la vita e per coloro che ci hanno iniziato alla vita di fede. Oltre ai nostri fratelli e amici, questa mattina ricordiamo in particolare tutti i Pastori che hanno dato la loro vita al Vangelo e alla Chiesa pellegrina a Santa Cruz, come i sacerdoti P. Jorge Robles, José Bialasik e P. Ignacio Roca. Le vittime del Covid-19, e gli Arcivescovi Mons. Luís Rodríguez, e il nostro amato Cardinale Julio Terrazas, di cui celebreremo il 9 dicembre prossimo il 5° anniversario del suo ritorno alla casa del Padre”.
Nell’omelia l’Arcivescovo ha ricordato che in questo momento storico sembrava che l'umanità avesse raggiunto i traguardi più clamorosi dal punto di vista scientifico e tecnico, del dominio della natura, invece “ci troviamo in una società di morte e impotenti di fronte a un virus invisibile. Morte causata in misura maggiore dall'uomo: guerre, terrorismo, totalitarismo, conflitti, povertà, fame, inquinamento dell'ambiente e biodiversità”. Quindi ha richiamato la festa di Tutti i Santi, in cui si celebra "l'immensa moltitudine, che nessuno può contare ... che lavò le vesti nel sangue dell'Agnello", che “ci apre alla speranza che, grazie al sangue di Cristo sulla croce, un giorno condivideremo con i nostri fratelli defunti la gioia di stare insieme alla presenza di Dio”. (SL) (Agenzia Fides 3/11/2020)

giovedì 29 ottobre 2020

Agenzia Fides 29 ottobre 2020

 

VATICANO - Riconosciuto il martirio di due missionari cappuccini libanesi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti il martirio dei Servi di Dio Leonardo Melki e Tommaso Saleh, Sacerdoti professi dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, uccisi in odio alla Fede in Turchia nel 1915 e nel 1917.
I due missionari cappuccini di Baabdat, località libanese nel distretto di al-Matn sul monte Libano, a 22 chilometri da Beirut furono arrestati, torturati e uccisi in Turchia durante il genocidio del 1915. Fr. Léonard Melki (1881-1915) rifiutò l’apostasia, dopo aver nascosto il Santissimo Sacramento all’arrivo della polizia. Fu condotto nel deserto, dove fu giustiziato l’11 giugno 1915 con il Vescovo armeno, il beato Ignace Maloyan, e 415 uomini di Mardin.
Dopo aver dato ospitalità ad un sacerdote armeno durante il genocidio, fr. Thomas Saleh (1879-1917) fu arrestato e condannato a morte e deportato in pieno inverno sotto scorta di un plotone di soldati. Morì durante la strada il 18 gennaio 1917 ripetendo con coraggio: “Ho piena fiducia in Dio, non ho paura della morte”. (SL) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - “Donne operatrici di pace”: iniziativa dell’Unione Africana in vista del voto presidenziale
 
Abidjan (Agenzia Fides) - “Abbiamo voluto questo grande raduno per dimostrare che le donne sono una forza e che possono diventare operatrici di pace. Che tutti possano essere messaggeri di pace nel loro ambiente” afferma Joséphine Charlotte Mayuma Kala, rappresentante speciale della presidente della Commissione dell'Unione africana in Costa d'Avorio, nel suo intervento all’incontro “Le donne nelle discussioni di mediazione”
Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali in Costa d'Avorio di sabato 31 ottobre, si moltiplicano nel Paese le azioni a favore della pace, e le donne non vogliono restare in disparte nella ricerca di questo ideale. Hanno quindi risposto favorevolmente all'appello dell'Unione Africana e dell’Unesco per una giornata di mobilitazione e consapevolezza della pace che si è tenuta il 27 ottobre.
Le partecipanti sono state sollecitate da diversi messaggi che le invitavano a prendere parte attiva al processo di pace in Costa d'Avorio, anche da parte dell’associazione delle donne mediatrici dell'Unione Africana (Femwise) che hanno condiviso le esperienze dei rispettivi Paesi.
"Siamo venuti al fianco delle donne della Costa d'Avorio per mostrare loro il nostro sostegno, la nostra solidarietà, il nostro incoraggiamento e dire loro che ora è il momento di alzarsi in piedi; il Paese, la nazione ha bisogno di loro. Le donne rappresentano l'amore, sono portatrici di vita, sono ovunque nella società ed è proprio il loro compito oggi alzarsi in piedi e dire no alla violenza” ha affermato Marie Louise Baricako del Burundi, membro di Femwise Africa.
L’incontro è stato uno dei momenti forti di comunione e fraternità vissuti tra donne di ogni appartenenza politica, etnica, religiosa della Costa d'Avorio, venute in gran numero (più di 500). Altro momento importate che ha contrassegnato l’incontro è stato l’avvio della carovana della pace che attraverserà per tre giorni la città di Abidjan. (S.S.) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AFRICA/ZAMBIA - “Siamo preoccupati per il rapido deterioramento dell’economia” avverte un centro studi dei Gesuiti
 
Lusaka (Agenzia Fides) - “Siamo è profondamente preoccupati per il rapido indebolimento dell'economia nel nostro Paese, che sta mettendo a repentaglio la vita economica e sociale dei cittadini comuni, in particolare i poveri, gli emarginati e i vulnerabili", afferma il Jesuit Center for Theological Reflection (JCTR) nello Zambia, in una dichiarazione pubblicata in occasione dell'anniversario dell'indipendenza del Paese, il 24 ottobre.
Il documento sottolinea che il debito estero dello Zambia è equivalente al suo Prodotto Interno Lordo (PIL): "Il debito estero totale dello Zambia ora ammonta a 27 miliardi di dollari, che, letteralmente, è equivalente al suo PIL. Il debito nazionale era di 11,97 miliardi di dollari a giugno 2020 ".
"Il deficit fiscale, il tasso di inflazione e il deprezzamento della valuta sono in aumento" avverte il centro studi gesuita. “Non è la prima volta che lo Zambia si trova in una crisi del debito. Il governo deve imparare da queste esperienze e trovare una soluzione duratura per evitare di ritrovarsi continuamente in questa situazione” avverte il JCTR, secondo il quale "il governo deve mettere in atto un meccanismo trasparente di contrazione del debito e una gestione del debito solida e praticabile e una strategia di sostenibilità", affermano i funzionari di JCTR. I gesuiti sottolineano che "la maturità della nostra indipendenza e democrazia sarà misurata dall’effettiva volontà dei nostri leader di pensare al bene comune invece che al proprio arricchimento”.
Lo Zambia, uno dei principali produttori mondiali di rame, è precipitato in una crisi del debito poiché la pandemia Covid-19 ha danneggiato la sua economia e ha esposto il suo debito pubblico come insostenibile.
L’'inflazione dello Zambia è aumentata per il secondo mese consecutivo in ottobre. I prezzi al consumo sono aumentati del 16% rispetto all'anno precedente. (L.M.) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Un tribunale approva il rapimento della minorenne cattolica: vibranti proteste della Chiesa e della società civile
 
Karachi (Agenzia Fides) - “Chiediamo alle autorità del governo del Sindh, ai funzionari di polizia e alla magistratura, giustizia e un giusto processo. Auspichiamo severe misure da adottare per fermare la crescente ondata di rapimenti e conversioni forzate e matrimoni forzati delle ragazze che appartengono alle minoranze religiose del Pakistan. Al momento i cittadini delle minoranze non si considerano sicuri e con eguali diritti”: lo dice in un messaggio inviato all'Agenzia Fides, il Cardinale Joseph Coutts, Arcivescovo di Karachi, intervenendo sul caso della ragazza cattolica Arzoo Raja, sequestrata, convertita all'islam e costretta alle nozze da un uomo musulmano, a Karachi (vedi Fides 21/10, 22/10 e 24/10/2020)
Padre Saleh Diego, Vicario generale dell'Arcidiocesi di Karachi e anche a capo della Commissione diocesana per la giustizia e la pace, ha guidato la protesta di oltre 300 persone tra cristiani, indù e musulmani all'ingresso della cattedrale di San Patrizio, ieri 28 ottobre. P. Diego ha detto: “Chiediamo giustizia per la minorenne Arzoo Raja, che ha solo 13 anni. L'ordinanza del tribunale che di fatto legittima il rapimento ha rattristato la comunità cristiana del Pakistan; secondo l'ordinanza la ragazza dovrà convivere con il suo rapitore e la polizia garantirà loro protezione”. P. Diego informa: “La ragazza rapita è già con il rapitore da due settimane e il tribunale ha deliberato in favore del rapitore, è terribile. Per renderle giustizia faremo ogni sforzo possibile”.
Arzoo Raja è stato rapita il 13 ottobre 2020 da un uomo musulmano di nome Ali Azhar, che viveva in una casa vicina della ragazza cristiana, e lo stesso giorno ha rapito la ragazza, la ragazza si è convertita all'Islam e lo ha sposato.
L'ordinanza del tribunale, emessa il 27 ottobre, afferma che Arzoo Fatima (il nome musulmano) è firmataria e consenziente presso la Corte. Nell'ordinanza emessa si menziona che Arzoo Fatima era inizialmente di religione cattolica tuttavia, con il passare del tempo, avrebbe compreso che l'Islam è una religione universale e ha chiesto ai suoi genitori e ad altri membri della famiglia di abbracciare l'Islam, ma essi hanno rifiutato categoricamente. Arzoo successivamente ha accettato l'Islam per sua libera volontà, Arzoo ha contratto un matrimonio con un uomo musulmano, Ali Azhar, suo rapitore.
Nella stesso ordinanza, la polizia è invitata a non effettuare alcun arresto in relazione alla denuncia (First Information Report) registrata ai sensi dell'articolo 364-A del codice penale pakistano (ovvero rapimento di una persona di età inferiore ai 14 anni). Anzi, la polizia è tenuta a fornire protezione alla ragazza appena sposata.
Shema Kirmani, musulmana e attivista per i diritti umani ha detto a Fides: "Condanniamo fermamente tali atti che vengono compiuti in nome della religione. Nessuna religione permette di costringere qualcuno a convertirsi e di sposarsi con il rapitore. Si tratta di rapimento e stupro". E aggiunge: "Secondo il Child Marriage Act della provincia del Sindh, non si può permettere a nessuno di contrarre matrimonio in età inferiore ai 18 anni, le autorità devono arrestare e punire i colpevoli".
La cristiana Ghazala Shafiq, attivista per i diritti umani e delle donne, parlando a Fides rimarca: “Questa ordinanza del tribunale accetta la conversione forzata di Arzoo Raja, una ragazza di 13 anni. Il giudice non ha nemmeno chiesto il suo certificato di nascita per dimostrare l'età e non le hanno permesso di incontrare i suoi genitori. Si tratta di un ordine ingiusto, in cui non viene data priorità ai documenti presentati dai genitori che dimostrano la corretta età della ragazza"
(AG-PA) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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ASIA/TERRA SANTA - A Betlemme cristiani e musulmani deplorano insieme le vignette che offendono l’islam
 
Betlemme (Agenzia Fides) – “Betlemme deplora le vignette che in Francia offendono il Profeta Mohammad e l’islam”. Così hanno scritto sui loro cartelli e striscioni, un gruppo di cristiani e musulmani di Terra Santa, radunatisi mercoledì 28 ottobre a Betlemme, nella Piazza della Mangiatoia antistante alla Basilica della Natività, per manifestare insieme la propria riprovazione nei confronti delle vignette denigratorie nei confronti dell’iniziatore della religione islamica, ripubblicate in Francia dalla rivista satirica Charlie Hebdo, che stanno sollevando una ondata imponente di proteste antifrancesi in molti Paesi a maggioranza musulmana.
Alla manifestazione di Betlemme ha preso parte, tra gli altri, anche Atallah (Theodosios) Hanna, Arcivescovo greco ortodosso di Sebastia, del Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme. I partecipanti al raduno hanno denunciato con i cartelli esposti e con i loro interventi, le offese gratuite nei confronti di tutte le figure e i simboli cari alle diverse tradizioni religiose.
Martedì 27 ottobre, anche il Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, Theophilos III, aveva deprecato ogni forma di violenza contro persone con opinioni o credenze religiose diverse, esprimendo preoccupazione per la crescente polarizzazione seguita alla “sfortunata sequenza di eventi in Francia”, e ricordando che il dialogo è “l’unico modo adeguato per trattare le distanze intellettuale tra le diverse appartenenze religiose e ideologiche”. (GV) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AMERICA/NICARAGUA - Le parrocchie in una situazione economica critica, ma non interrompono gli aiuti ai più poveri
 
Managua (Agenzia Fides) – La situazione economica in Nicaragua, a causa della pandemia, è diventata sempre più grave per tante famiglie e per i più poveri in modo particolare, ma anche per le parrocchie, che vivono delle offerte dei fedeli. L’Arcivescovo di Managua, il Cardinale Leopoldo Brenes, in questi giorni ha riferito al giornale “La Prensa”: “le nostre 115 parrocchie dell'arcidiocesi di Managua stanno soffrendo sempre di più per riuscire a pagare i servizi di base che richiedono solo le infrastrutture parrocchiali". "Ho parlato con i sacerdoti - continua il Cardinale -, e mi hanno riferito che perfino rinunciando al loro stipendio, le parrocchie non riescono a pagare le bollette di luce e acqua, ma solo con l'aiuto dei fedeli, piano piano ci riescono, malgrado tutto sappiamo che i costi dei servizi sono aumentati".
Nonostante questo, “tante parrocchie non hanno interrotto la consegna di beni alimentari ai più poveri che, con questa pandemia, sono stati i più abbandonati" ha affermato il Card. Brenes.
Anche il Vicario Generale dell'arcidiocesi, Mons. Carlos Aviles, ha detto alla stampa che i costi dei servizi sono aumentati, sono eccessivi, e se a questo aggiungiamo che le chiese sono state chiuse, così non hanno potuto raccogliere le offerte da parte di tanti fedeli, la situazione delle parrocchie è critica.
In questi giorni, il Ministro del Credito Pubblico ha presentato il bilancio nazionale all'Assemblea Nazionale, evidenziando che il paese vive una forte crisi economica. La stampa specializzata ha segnalato che tale crisi economica viene dall’aprile 2018, dopo la violenta repressione del governo delle proteste popolari, fatto che obbligò molte imprese a chiudere e allontanò gli investimenti esteri dal paese. Adesso per la pandemia, la crisi si è ulteriormente aggravata.
(CE) (Agenzia Fides 29/10/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Vigilia di Tutti i Santi: Adorazione eucaristica e Concerto "per una Chiesa missionaria"
 
Santa Cruz (Agenzia Fides) – La Pastorale giovanile vocazionale delle suore Francescane Angeline, da 6 anni il 31 ottobre promuove “CristoWin”, “Cristo Vince”, una veglia di lode e di preghiera che dura dalla sera fino all’alba del 1° novembre, per far vivere ai giovani l’autentico significato della festa di Ognissanti, seguendo quanto dice San Paolo (1Tes. 5,5): siamo "figli della Luce e figli del giorno, non siamo della notte o delle tenebre". Ogni anno vi partecipano circa 450 giovani provenienti da diverse parrocchie, gruppi e movimenti giovanili della diocesi di Santa Cruz.
Quest'anno, a causa della pandemia di Covid-19, tale iniziativa non si potrà svolgere nella solita forma, ma in preparazione a “CristoWin”, si sta svolgendo una settimana di Adorazione eucaristica, in diverse parrocchie e cappelle, in collaborazione con la Pastorale Giovanile Arcidiocesana.
L’adorazione è orientata ogni giorno da un tema, animata da un diverso Vicariato insieme a qualche movimento o comunità che vi aderisce. La conclusione il 31 ottobre, presso il collegio Uboldi, dalle 20 alle 23,30, con un piccolissimo gruppo di giovani, tenendo conto di tutte le misure di biosicurezza.
Tutti coloro che vogliono partecipare, possono seguire le trasmissioni tramite la pagina Facebook e il canale YouTube: Franciscanas Angelinas.
Sempre per il 31 ottobre, vigilia di Tutti i Santi e conclusione del Mese missionario, la Pastorale Giovanile e la Commissione per le Missioni dell'Arcidiocesi di Sucre, hanno invitato i gruppi musicali di tutte le parrocchie, a partecipare al Grande "Concerto Virtuale per una Chiesa Missionaria", che sarà trasmesso dalla pagine Facebook dell'Arcidiocesi di Sucre e da Católica Tv, dalle 18 alle 21. Con lo slogan "Eccomi Signore manda me ... Prendi la mia voce e il mio cuore" l'obiettivo è di suscitare nei battezzati la loro coscienza di essere Chiesa e di collaborare alla missione dell'Arcidiocesi di Sucre attraverso la musica e la testimonianza di quanti sono impegnati in questo ministero. (SL) (Agenzia Fides 29/10/2020)

martedì 4 febbraio 2020

Agenzia Fides 4 febbraio 2020

VATICANO - "Comunicazione è missione": incontro di formazione missionaria permanente
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – "Comunicazione è missione" è il tema dell’incontro in corso presso il Centro Internazionale di Animazione Missionaria (CIAM) rivolto alle direzioni nazionali delle Pontificie Opere Missionarie (POM) di lingua spagnola. Coordinati dalle POM della Spagna, con la guida di padre José María Calderón Castro, gli interventi previsti hanno come obiettivo un programma di formazione missionaria permanente nel campo della comunicazione, intesa come forma di evangelizzazione. I lavori si sono aperti, ieri lunedì 3 febbraio e finiranno sabato 8 febbraio.
Padre José María la Porte, della Pontificia università della Santa Croce di Roma, ha introdotto i partecipanti alla problematica sempre più attuale della comunicazione del messaggio religioso con e attraverso gli strumenti moderni del mondo digitale. I responsabili della comunicazione delle POM dei paesi latinoamericani, insieme a Canada Angola e Spagna, si sono impegnati a seguire il programma che prevede anche incontri con membri dei Segretariati Internazionale delle POM nella sede di Piazza di Spagna.
Lo scambio di esperienze con i membri della Segreteria per le Comunicazione della Santa Sede è stato molto intenso e apprezzato da tutti partecipanti. (CE) (4/2/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/CONGO RD - Nuovi massacri nell’est portano a 370 il numero dei morti da fine ottobre
 


Kinshasa (Agenzia Fides) - Almeno una quarantina di civili sono stati uccisi in una serie di assalti a sei villaggi nel territorio di Mambasa, nella provincia dell’Ituri (Nord Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo), nella notte tra Sabato 1° febbraio e domenica 2 febbraio.
Secondo quanto riferito all’Agenzia Fides dall’ONG locale CEPADHO, i massacri sono stati perpetrati da terroristi dell’ADF / MTM (Madina a Tauheed Wau Mujahedeen)”, un gruppo che afferma di aver aderito allo Stato Islamico (ma sul punto le opinioni non sono unanimi), che si sono suddivisi in piccole unità per colpire simultaneamente i diversi villaggi sparsi sul territorio.
Secondo il CEPADHO sono almeno 112 i civili uccisi dai jihadisti nell'arco di 5 giorni la scorsa settimana. I recenti massacri portano il numero di civili uccisi dall'ADF / MTM a 370, in ritorsione per le offensive su larga scala lanciate contro di loro dalle forze armate congolesi (FARDC) dal 30 ottobre 2019. Ciò rappresenta una media di 123 civili massacrati in un periodo di 3 mesi.
A questo numero occorre aggiungere le sette persone uccise nell’assalto ripetuto tre volte contro il posto di polizia di Mamove la notte del 31 gennaio, da parte di una milizia di autodifesa May May.
Sempre un gruppo di May May ha assalito l’ufficio di coordinamento di risposta all’epidemia Ebola di Biakato. Grazie all’intervento delle forze dell’ordine e dell’esercito i miliziani sono stati respinti, non prima però di aver distrutto due autoveicoli in dotazione alla struttura. (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - A Yopougon migliaia di bambini invitati a diventare missionari della non violenza
 


Abidjan (Agenzia Fides) - “L'infanzia missionaria significa instillare nei bambini uno spirito missionario, insegnare ai bambini a essere missionari, ad attrarre amici a Cristo con piccoli gesti come la piccola Teresa di Lisieux", afferma p. Fabrice Coulibaly, cappellano diocesano della pastorale dell’infanzia di Yopougon, dove domenica 2 febbraio diecimila bambini provenienti da tutte le parrocchie della diocesi hanno celebrato la giornata mondiale dell'infanzia missionaria, riflettendo sul tema “Cantando la missione, bambino, ci impegniamo a non essere violenti”.
L’appello alla non violenza è stato rilanciato da Sua Ecc. Mons. Jean Salomon Lézoutié, Vescovo di Yopougon su uno dei due siti dove si è celebrato l’evento, il collegio Sebaco. Presentando esempi biblici, Mons. Lézoutié ha esortato bambini e ragazzi al perdono, a dire di no alla violenza e a essere missionari della non violenza nella loro vita quotidiana con amici e parenti.
Per la piccola N'Goua Marie Océane della parrocchia di Sainte Rita de Cascia a Niangon Nord, nella diocesi di Yopougon, il giorno dell'infanzia missionaria è stato un momento proficuo. “Mi è piaciuto molto quello che ha detto il Vescovo: non dobbiamo vendicarci, dobbiamo coltivare l'amore” ha detto a Fides. I bambini hanno infine chiesto di pregare per la pace in Costa d'Avorio, dove vi è preoccupazione che le elezioni presidenziali di ottobre possano degenerare nella violenza. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Ingiustizia, impunità, abusi: i frutti della "guerra alla droga"
 
Manila (Agenzia Fides) – La “guerra alla droga”, la campagna lanciata nel 2016 dal presidente Rodrigo Duterte allo scopo di liberare la società dallo spaccio e dalla tossicodipendenza, ma condotta con metodi violenti criticati in patria e a livello internazionale, sta mettendo a dura prova la società filippina. Ne sono convinti sacerdoti e religiosi filippini oggi impegnati nell’accompagnamento delle vittime o nella sensibilizzazione per la difesa della dignità umana, della giustizia e dello stato di diritto.
Il francescano padre Baltasar Obico, Ofm, superiore del Santuario di Sant’Antonio a Makati, una delle città che compongono la grande "MetroManila", dice all’Agenzia Fides: “L'approccio violento della campagna anti-droga, promosso dalle istituzioni, sta erodendo il sistema democratico. Il governo, poi, cerca di imporre imponendo silenzio ai dissidenti e a ogni vice critica. Mi sembra che l’atteggiamento sprezzante del Presidente Duterte stia inoltre inducendo un crollo dei valori morali nella società, in quanto è catalizzatore di un ‘cattivo esempio’ in un figura, quella del Presidente, che è comunque un riferimento per tutti. Mi chiedo: come si può tollerare a cuor leggero tanta violenza e ingiustizia? Se i leader politici usano lessico violento e aggressivo, con un populismo che cerca solo consenso, sdoganando molti atteggiamenti ostili e sprezzanti, cosa ci si può aspettare dai giovani e dalla società? In tal quadro, a farne le spese sono avvocati, difensori dei diritti umani, attivisti, membri di Ong e anche preti e religiosi che sono dalla parte dei poveri e degli oppressi”.
Tra i religiosi filippini “in prima linea” vi è padre Angel Cortez Ofm, che per ben due volte nei mesi scorsi si è recato a Ginevra, in rappresentanza della Ong “Franciscans International”, per relazionare e appellarsi al Consiglio Onu per i Diritti umani. Così il religioso di chiara a a Fides: “Vediamo oggi sotto i nostri occhi, nelle Filippine, tante uccisioni extragiudiziali, omicidi impuniti, violenze inaudite in strada, senza alcuna remora. E’ una vera tragedia. Accompagniamo tante famiglie che soffrono e che hanno perso i loro cari, uccisi da bande di uomini mascherati. Non c'è alcuna giustizia nè pace, lo stato di diritto viene calpestato impunemente e la polizia, secondo molte Ong, copre o non indaga su queste uccisioni, che restano opera di ignoti e per le quali nessuno pagherà. Questa ‘guerra alla droga' va avanti da troppo tempo e ha già causato troppe vittime e troppa sofferenza. Non si può continuare su questa strada di morte e di lutto. E' urgente che le coscienze si risveglino e che la politica cambi rotta. E’ urgente una conversione dei cuori, delle mente, delle azioni”.
La “mancata giustizia per migliaia di vittime” della violenta campagna anti-droga è confermata da un nuovo rapporto della Ong “Amnesty International”, diffuso il 30 gennaio scorso. “Le famiglie delle vittime – nota Amnesty – non hanno ottenuto giustizia per i loro cari, a causa degli enormi ostacoli esistenti nel presentare denunce contro i perpetratori, inclusa la paura di ritorsioni. Né è stata individuata alcuna responsabilità significativa per le uccisioni, a livello nazionale”.
Secondo dati ufficiali, nella “guerra alla droga” di Duterte, oltre 6.000 persone sono state uccise in operazioni di polizia, mentre i gruppi per i diritti umani stimano l’esistenza di altre 25.000 vittime di omicidi compiuti da “squadroni di vigilantes”, del tutto impuniti.
Una recente inchiesta del sito di informazione online filippino “Rappler”, rileva che il governo ha tenuto finora un atteggiamento compiacente, lasciando che i casi di tali uccisioni fossero irrisolti, per lacune sistematiche del sistema giudiziario e per il mancato impegno o la complicità delle forze di polizia. (PA) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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AFRICA - Popolazioni di Zambia e Zimbabwe messe in ginocchio dalla carestia
 
Lusaka (Agenzia Fides) - Lo spettro della carestia si affaccia su Zambia e Zimbabwe. Nei mesi scorsi, una lunga stagione di siccità, con temperature costantemente sopra i 40 gradi, ha distrutto gran parte dei raccolti e in nelle ultime settimane i due Paesi stanno vivendo una grave carenza alimentare. Secondo il Programma alimentare mondiale (World Food Programme, Wfp), in Zimbabwe più di otto milioni di persone (su una popolazione di 12 milioni di abitanti) e in Zambia 2,3 milioni di persone (su 11 milioni) vivono attualmente in condizioni di grave insicurezza alimentare. Le conseguenze possono essere realmente tragiche.
"In Zambia, la siccità ha colpito duro e la gente soffre. Gli stessi capi tradizionali confermano che si sta vivendo un momento particolarmente difficile" spiegano in una nota inviata all'Agenzia Fides Albert Mulanda di Caritas Mongu e Manuel Castelletti dell’Ong Celim. "Nel 2019, la regione ha conosciuto una prolungata assenza di piogge che ha causato una forte siccità. La Western Province, la regione in cui operiamo ha sofferto in modo particolare".
Quanto sia drammatica la situazione lo si può ben comprendere dall’annullamento di un evento simbolico: il "Kuomboka", il tradizionale viaggio del re dell’etnia Lozi che, su speciali imbarcazioni, si sposta nella savana inondata per trasferirsi dalla residenza della stagione secca a quella della stagione delle piogge. "In passato era già avvenuto che la cerimonia, molto sentita, fosse annullata - si osserva - quest’anno però era desolante vedere la savana secca, le piante gialle, l’aridità che avvolgeva tutto".
La popolazione Lozi ha subito pesantemente il calo di produzione di riso e mais. «La mancanza di acqua - continuano - ha penalizzato le colture di riso. Solo chi ha piantato varietà che crescono anche senz’acqua ha avuto un raccolto decente. Chi ha piantato la varietà tradizionale ha avuto rendimenti molto bassi". Ciò ha inciso sulle entrate delle persone perché il riso tradizionalmente viene venduto per ottenere un surplus di entrate che quest’anno non ci sarà.
Ancor peggio è andata per il mais. "La carenza di piogge, soprattutto nel momento della crescita del mais – ricordano i due leader - ha fatto crollare la produzione. I prezzi di un sacco di farina di mais è raddoppiato. Il dramma è che questa farina è la base dell’alimentazione locale e la carenza mette in crisi tutto il sistema nutrizionale. Molti contadini si recavano in città a vendere la carbonella (ottenuta tagliando, spesso illegalmente, le piante) per poter acquistare farina". Il governo ha iniziato a vendere sacchi di farina a prezzi calmierati e la gente si è ammassata nei luoghi di distribuzione.
Ancora più delicata la situazione in Zimbabwe. "La stagione delle piogge - spiega a Fides il Gesuita p. Bian MacGarry - sarebbe dovuta iniziare a ottobre, ma quasi ovunque le prime precipitazioni sono arrivate i primi giorni di gennaio. In molte province la pioggia è stata comunque insufficiente. Il dramma è che i meteorologi prevedono che febbraio, solitamente il mese più piovoso, sarà asciutto".
In questa situazione si è insinuata la corruzione e il malaffare. "La distribuzione di semi e fertilizzanti è stata portata avanti dalle forze armate in modo corrotto per anni - conclude padre Brian - con un risultato è tragico: molte popolazioni rurali non hanno abbastanza cibo per arrivare fino al prossimo raccolto in aprile e hanno bisogno di donazioni di cibo. Se il raccolto sarà scarso avremo ulteriori problemi. Nei prossimi mesi, il regime militare potrebbe dover affrontare la rivolta più violenta degli ultimi 40 anni e, se questo avverrà, è a rischio l’intero apparato statale, con serie conseguenze di instabilità sociale e politica". (EC) (Agenzia Fides 4/2/2020)
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ASIA/INDONESIA - Il paese ricorda Wahid, leader musulmano, promotore del dialogo e amico dei cristiani
 
Giacarta (Agenzia Fides) - "Gli sforzi di Wahid per stabilire relazioni interreligiose e per promuovere la pace nelle regioni indonesiane agitate da conflitti, saranno ricordati nella storia della nazione", afferma in una nota inviata a Fides Mathews George Chunakara, segretario generale della Conferenza cristiana dell'Asia (CCA) ), organizzazione ecumenica presente in Indonesia. Con questo spirito i cristiani indonesiani ricordano con affetto Salahuddin Wahid, importante religioso musulmano, promotore del dialogo e della democrazia in Indonesia, scomparso il 2 febbraio a Giacarta, all'età di 72 anni. Conosciuto per il suo impegno nel promuovere la tolleranza, l'armonia e la cooperazione interreligiosa, Wahid era a capo della più grande organizzazione musulmana dell'Indonesia, la "Nahdlatul Ulama" (NU) che conta oltre 80 milioni di membri. Salahuddin "Gus Sholah" Wahid, luminare del movimento islamico per la pace e la riconciliazione, era anche capo della "Associazione indonesiana per gli intellettuali musulmani" e il vicepresidente della Commissione nazionale per i diritti umani in Indonesia.
Mathews George Chunakara aggiunge che l'impegno di Wahid nel riconoscere la pluralità religiosa e l'armonia comunitaria è servito da modello per altri leader religiosi asiatici, al fine di rafforzare l'armonia religiosa in tutta l'Asia. L'Arcivescovo protestante indonesiano Willem T.P. Simarmata, moderatore della CCA, rileva: "Il nostro Paese ha perso un grande studioso islamico e un rispettato leader religioso. Il suo impegno e contributo nella difesa della tolleranza religiosa saranno ricordati dalle generazioni future",
Molto attivo sul pino della risoluzione dei conflitti, Wahid ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere la pace nella provincia indonesiana della Papua occidentale in collaborazione con il Consiglio dei Vescovi della Papua. Si è inoltre adoperato Ha contribuito a risolvere i conflitti religiosi nelle regioni delle Molucche e di e Central Sulawesi e ha anche indagato sulle violazioni dei diritti umani a Timor Est.
Wahid ha dato priorità alla riconciliazione e all'unità rispetto a tutto il resto, ricordano i leder cristiani.
Lo statista - affermano - era noto per l'atteggiamento di compassione e solidarietà verso le minoranze religiose indonesiane, in particolare verso i cristiani.
Wahid è stato sepolto il 3 febbraio all'interno del collegio islamico Tebuireng a East Java, Indonesia.
L'Indonesia, paese musulmano più popoloso al mondo, con 270 milioni di abitanti, all'87% musulmani, il 9% cristiani (tra i quali 7 milioni cattolici), 1,7% indù e altre minoranze religiose buddiste e animiste. (SD-PA) (Agenzia Fides 4/2/2020).
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ASIA/TURCHIA- Il Patriarca armeno Sahak II: attendo che anche in Turchia siano riconosciute le sofferenze del nostro popolo
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Sahak II Masalyan, nuovo Patriarca armeno apostolico di Costantinopoli, attende e desidera vedere presto anche in Turchia “il riconoscimento delle sofferenze del nostro popolo” superando le incomprensioni e gli equivoci di chi oggi come in passato rappresenta le comunità minoritarie presenti in Turchia come delle “élite felici e ricche, mentre questo non è affatto vero, e non è mai stato vero”. Il Patriarca, senza mai usare l’espressione ‘Genocidio armeno’, il Patriarca ha ammesso in un’ampia intervista pubblicata dal giornale turco Hurriyet che la data del 24 aprile, scelta per commemorare ogni anno i massacri di armeni perpetrati tra 1915 e 1916 nella penisola anatolica, in Turchia è stata a lungo considerato “un tabù, un evento divisivo”, fino a quando, nel 2015, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan “ci ha inviato una lettera di condoglianze, e per la prima volta siamo stati in grado di celebrare le messe nelle nostre chiese per i nostri morti”. Nella stessa intervista, pubblicata lunedì 3 febbraio, il Patriarca armeno di Costantinopoli ha sottolineato che occorre uscire dalla logica antagonistica del “noi contro loro”, riconoscendo la comune appartenenza alla famiglia umana, riscontrabile anche dal punto di vista scientifico, visto che “la nostra costituzione genetica è la stessa” e “siamo tutti degli 'Homo sapiens' ". Il Patriarca ha anche paragonato la recente, tragica esperienza della Siria alle lacerazioni sperimentate da tutta l’umanità durante i conflitti mondiali, quando il virus del nazionalismo “entrò nelle nostre case, e tutti volevano costruire il proprio “stato-nazione” alle spese degli altri. Tra le diverse considerazioni, il Patriarca armeno ha ribadito di considerare l’Akp – il Partito di Erdogan al potere in Turchia dal 2002 – come una formazione politica dotata di una maggiore “sensibilità verso i cristiani”, soprattutto in confronto a stagioni passate, quando “non potevamo nemmeno attaccare un chiodo nelle nostre chiese”, (GV) (Agenzia Fides 4/2/2020).

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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