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domenica 22 giugno 2014

Il Portale della Diocesi ci informa du Mons. Igino

SAN GIORGIO DI NOGARO: FESTA PER IL 50° DI SACERDOZIO DI MONS. IGINO SCHIFF   versione testuale

La comunità di San Giorgio e tutta la Forania di Porpetto domenica 29 giugno si stringeranno attorno al vicario foraneo, mons. Igino Schiff per festeggiare il suo cinquantesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. In segno di festa e di riconoscenza per la sua presenza, venerdì 20 giugno alle 20.30 in Duomo a San Giorgio si terrà una veglia di preghiera presieduta da don Luciano Segatto, mentre domenica 29 giugno alle 19.00 si terrà una solenne concelebrazione eucaristica con tutti i sacerdoti della Forania, presieduta da mons. Schiff, alla quale seguirà un momento conviviale.

Era il 28 giugno 1964 quando don Igino, ventitreenne chierico di Porpetto, nel Duomo di San Giorgio veniva ordinato sacerdote dall'arcivescovo di Udine, mons. Zaffonato, assieme ad altri due chierici della stessa Forania, don Alessandro Belliato di Carlino e don Vittorino Ghenda di Marano.

L'indomani don Igino celebrava la prima Santa Messa nel suo paese natale in festa, assistito dai «padrini» don Lauro Minin e don Italo Dreosto, e si accingeva ad intraprendere l'impegno pastorale a servizio della Chiesa Udinese e delle comunità che man mano gli venivano affidate: impegno non sempre facile in un'epoca caratterizzata da stagioni di turbamenti e contrasti, dai toni talora violenti e drammatici, che hanno provocato mutamenti epocali nella società e nella Chiesa, investendo e cambiando profondamente anche lo stesso modo di essere prete. Un impegno pastorale che l'ha portato cappellano a Palazzolo dello Stella, quindi all'Istituto Friulano Orfani di Cividale, a Villanova di San Giorgio, in qualità di Amministratore Parrocchiale, quindi parroco di Bertiolo, Pozzecco e Sterpo, e infine parroco arciprete e Vicario Foraneo di Palmanova fino al 2001, anno in cui l'arcivescovo mons. Pietro Brollo lo ha nominato Vicario Episcopale per la Pastorale.

Il 31 ottobre del 2011 è «approdato felicemente nella sua Bassa Friulana», come lui stesso affermò, parroco di S. Giorgio, Zellina, Porto Nogaro e Villanova e Parroco Moderatore di Carlino e Porpetto, oltre che Vicario Foraneo della Forania di Porpetto. Qui, coadiuvato da don Ennio Gobbato, parroco «in solidum» di Porpetto, don Elia Leita, parroco «in solidum» di Carlino, don Denis Ekjoci e don Gigi Regeni, si è prodigato per impostare una pastorale d'insieme e fare in modo che le varie comunità parrocchiali vivano la loro identità non come elemento di separazione, ma di collaborazione fra loro, promuovendo la partecipazione della gente e la solidarietà fra tutti i sacerdoti della Forania. Oltre ad essere presidente delle Scuole materne di San Giorgio e di Porpetto, ha mantenuto l'incarico di presidente dell'Editrice «la Vita Cattolica» e «Radio Spazio 103», della Fraternità sacerdotale di Udine e della Fondazione scuole cattoliche Diocesane, ed è componente del Consiglio di Amministrazione del Seminario diocesano nonchè Canonico Onorario del Capitolo metropolitano di Udine. «Una mole di impegni che tuttavia non gli impediscono - sottolinea il direttore del Consiglio pastorale foraniale, Giorgio Bernardi -, di garantire il suo apporto determinato e qualificante per la pastorale rivolta a tutti i fedeli della Forania, con le proposte che all'inizio di ogni anno pastorale vengono avanzate e l'impegno profuso per portarle a compimento anche attraverso gli ambiti pastorali, e con "le antenne sempre rivolte verso la Diocesi"». «Uomo di fede e pastore lungimirante - prosegue Bernardi - accanto al quale i cristiani delle nostra comunità possono vivere il loro percorso di avvicinamento a Dio in maniera matura e soprattutto con mente aperta».

domenica 11 ottobre 2009

In Carnia a disposizione di tutto il Friuli(Omelia integrale dell'Arcivescovo Mons. Pietro Brollo)

Con profonda commozione, pur nella contemporanea serenità di spirito, mi accingo a prendere congedo da voi, carissimi fratelli e sorelle in Cristo, pietre luminose di questa gloriosa Chiesa che vive in Udine; chiesa impegnata a ricevere, conservare e trasmettere quella Speranza - fondata in Cristo Signore - che è giunta a noi da Aquileia, nostra Madre nella fede.
E’ un commiato da una funzione, quella di vescovo, ma non da una presenza e ancora meno dal cuore; ciò è favorito dal fatto che resto comunque inserito in questa nostra terra, in questa nostra Chiesa e tra la nostra gente con cui desidero, pur con altre funzioni, proseguire il cammino umano e cristiano.
E’ vero comunque che giungo al termine di una missione pastorale, alla scadenza della quale non ricevo un nuovo “mandato specifico” da parte del Sommo Pontefice e questo crea per me uno stato d’animo tutto particolare; tuttavia resta pur sempre in vigore il mandato che come voi ho ricevuto in forza del battesimo e che non ha scadenze. In verità il Maestro divino non ha posto limiti di tempo, quando ci ha detto: “Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura” (Mc. 16,15); mandato reso per me più motivato dalla pienezza del sacerdozio che mi è stato conferito.
Arrivato comunque a questo punto, posso attestare con le parole di san Paolo che: “ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” (2 Tm 4,7); come lui però non posso certamente affermare di aver fatto quanto avrei dovuto e potuto, giacché, come attesta lo stesso Paolo “noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi” (2 Cor 4,7). I limiti ci sono stati perciò e sono molti; spero quindi che il Signore abbia supplito ad essi con la sua grazia.
Più volte infatti mi sono sentito in comunanza con san Pietro quando, pur avendo accolto l’invito del Maestro a seguirlo, come l’Apostolo sul lago di Genezaret, scontrandomi con la violenza delle onde che caratterizzano la navigazione di ogni essere umano, ho sentito anch’io la necessità di esclamare: “Signore, salvami!” e Gesù più volte ha steso la sua mano benevola, dicendomi: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”. “E’ vero, Signore! Ho dubitato delle mie forze, ma non della tua misericordia, che mi ha fatto sempre sentire presente nella mia vita quella mano che mi ha sorretto e mi ha impedito di rimanere prigioniero della mia miseria, incoraggiandomi invece ad avere sempre fiducia in Te”.
Per questo penso di poter affermare che “ho conservato la fede in Te”, o Signore, e mi sono sforzato di trasmetterla ai fratelli, facendomi annunciatore, avendola sperimentata, della tua misericordia, secondo l’affermazione di san Paolo che, scrivendo ai fedeli di Corinto così si esprime: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio (2 Cor 5, 18-20 ).
E’ questo l’annuncio che mi sento di ripetere ancora una volta qui stasera a me e a ciascuno di voi, nel momento in cui sto per concludere il mio mandato di pastore di questa amata Arcidiocesi.
A questo annuncio aggiungo inoltre un saluto particolarmente affettuoso a tutti voi, fratelli e sorelle a me carissimi, cui ho cercato di testimoniare l’amore di Cristo; un saluto particolarmente riconoscente e profondamente sentito a coloro che sono stati collaboratori del mio ministero in questi anni: al Vicario Generale, prima di tutto e a tutti gli altri Vicari impegnati nei diversi settori della pastorale qui al centro diocesano o nelle diverse Foranie dell’Arcidiocesi, ai responsabili dei centri pastorali e in modo particolarmente cordiale a tutti i sacerdoti, primi ed indispensabili coadiutori del vescovo; ai diaconi, ai religiosi, alle religiose e alle persone consacrate che in tanti modi hanno affiancato e sostenuto l’opera di evangelizzazione con l’azione e con la preghiera; a don Simone e alla sorella Pia con cui ho condiviso in serenità la vita familiare in questi anni; a tutti i miei familiari che mi hanno permesso di gustare sempre vicinanza e affetto.
Desidero ricordare in questo momento con animo commosso anche i 107 Sacerdoti che durante il mio mandato, ho accompagnato all’incontro con il Padre e che ci hanno offerto, pur nei loro limiti umani, una commovente testimonianza di fedeltà a Cristo e alla nostra Chiesa.
Un ricordo commosso e una promessa di preghiera ai 16 sacerdoti diocesani che il Signore mi ha concesso di consacrare in questi anni, con l’augurio che conservino una gioiosa fedeltà al Maestro divino.
Un pensiero particolare va ai nostri sacerdoti “fidei donum” ed ai missionari e missionarie che spendono le loro energie per annunciare Cristo nel mondo e danno alla nostra Diocesi un respiro di universalità.
Un pensiero augurale e particolarmente affettuoso anche al Seminario e ai giovani che si preparano a seguire Cristo, offrendo la loro vita a lui e al Vangelo ed un saluto ricco di festosa speranza a tutti i nostri giovani, con i quali mi sono sempre incontrato volentieri, stringendo la mano con particolare affetto a quanti ho amministrato il sacramento della cresima; spero che sappiano sempre “volare alto”, mantenendo vivi e freschi i più nobili ideali.
Un grazie profondamente sentito ai fedeli laici – uomini e donne - che si sono resi disponibili a rendere vive le nostre comunità, mettendo a servizio del Vangelo i loro talenti con competenza e generosità.
E’ su di loro che questa nostra Chiesa può contare anche in futuro, giacché le mutate circostanze li chiama ad assumere sempre di più, in corresponsabilità con i Presbiteri, impegni precisi e diligenti. Per questo abbiamo elaborato un percorso diocesano che ne favorisca la formazione e abbiamo creato gli spazi di partecipazione nei quali possono inserirsi responsabilmente.
Il desiderio di comunione si estende particolarmente alle altre Chiese presenti nella nostra diocesi, divise, ma tuttavia unite dalla fede nell’unico Cristo ed un saluto a chi comunque crede in un Dio creatore di tutto o a chi proprio non ha fede.
Vorrei abbracciare con particolare affetto tutte le persone che in questa congiuntura sfavorevole si trovano in difficoltà a causa della precarietà del lavoro o della salute; ricordo tutte le persone con le quali ogni anno abbiamo fatto il pellegrinaggio a Lourdes, accompagnati dalle sorelle e barellieri dell’UNITALSI.
Vorrei anche allargare le braccia per accogliere con spirito fraterno gli stranieri che giungono da noi nell’onesta ricerca di soluzione ai bisogni primari dell’esistenza e mi piace inviare un saluto a coloro che a Udine o a Tolmezzo vivono privati della loro libertà e che più volte ho visitato.
Un saluto affettuoso che parte dal cuore anche a tutti i Friulani sparsi nel mondo, messaggeri di laboriosità ed onestà, con i quali ho avuto l’opportunità di vivere momenti intensi di commozione e di gioia in vari incontri qui in patria e all’estero.
Un saluto e un grazie anche a tutte le autorità civili, politiche e militari, con le quali spesso abbiamo potuto lavorare in questi anni con buone sinergie in favore della nostra gente .
Collaborazione e soprattutto corresponsabilità quindi, ma anche comunione, per rendere credibile la nostra testimonianza ad un mondo che vive in modo preoccupante una lacerazione ed uno sgretolamento sempre più profondi.
Siamo chiamati per questo ad impegnarci in una crescita seria e continua nella nostra dimensione umana e cristiana, in compagnia di tutti quelli che lo Spirito del Signore ha resi fratelli e sorelle in Cristo nella sua Chiesa. E’ in essa infatti che il dono di Dio viene ricevuto, trasmesso e vissuto da tutti i fedeli, pur segnati dalla umana fragilità.
Per questo vi ringrazio questa sera per la vostra presenza, perché è in simili incontri che avvengono nel nome del Signore che anch’io mi sento amato e fortificato nella mia capacità di amare, nonostante me stesso, i miei limiti e le mie debolezze e mi auguro che anche voi possiate fare esperienza della stessa situazione interiore, che è dono di Dio.
Continuare con gioioso slancio lungo i sentieri che assieme abbiamo tracciato in questi anni di collaborazione è il mandato che desidero lasciarvi; cammino che proseguirete assieme al nuovo Pastore che il Santo Padre ci ha mandato: vi chiedo di accoglierlo con la massima apertura di cuore e con il profondo desiderio di fare comunione con lui.
Jo cumò i tornarai su ta me Cjargne, ma cul cûr viert viers dut il Friûl, simpri disponût a dâ une man ogni volte che il gnûf Pastôr a mi lu domandarà.
A vualtris us dîs di no dismenteâ mai la nestre storie, la nestre lenghe, lis nestris tradizions, ma soredut la nestre fede, che a fat grande la nestre int.
A dûc un grant mandi di cûr!
+ Pietro Brollo
Arcivescovo Emerito di Udine

IL SALUTO DI MONS. BROLLO

La solenne celebrazione in cattedrale domenica 11 ottobre

"Non perdete la fede di Aquileia": questo l'ultimo appello da Arcivescovo

"A voaltris us dîs di no dismenteâ mai la nestre storie, la nestre lenghe, lis nestris tradizions, ma soredut la nestre fede, che e à fat grande la nestre int": con questa esortazione piena di speranza e di incoraggiamento, l'Arcivescovo mons. Pietro Brollo ha salutato questo pomeriggio in Cattedrale la Chiesa Udinese, nella solenne celebrazione eucaristica che ha segnato il termine del suo mandato episcopale. Parole che alla moltitudine di sacerdoti, religiosi e fedeli laici che si sono stretti al loro Pastore per ringraziarlo di quasi 9 anni di apostolato, sono risuonate ancor più dense di affetto e di vicinanza pronunciate nella materna lingua friulana.
Un saluto, quello di mons. Brollo, che nell'omelia è stato tutto incentrato sull'importanza di non smarrire le radici della Chiesa di Aquileia. Un impegno, un cammino denso di sfide, lungo il quale il presule carnico si sentirà ancora impegnato in prima linea anche da Arcivescovo emerito: "Con profonda commozione, pur nella contemporanea serenità di spirito, mi accingo a prendere congedo da voi, carissimi fratelli e sorelle in Cristo, pietre luminose di questa gloriosa Chiesa che vive in Udine; Chiesa impegnata a ricevere, conservare e trasmettere quella Speranza - fondata in Cristo Signore - che è giunta a noi da Aquileia, nostra Madre nella fede. E’ un commiato da una funzione, quella di Vescovo, ma non da una presenza e ancora meno dal cuore; ciò è favorito dal fatto che resto comunque inserito in questa nostra terra, in questa nostra Chiesa e tra la nostra gente con cui desidero, pur con altre funzioni, proseguire il cammino umano e cristiano".
L'Arcivescovo Pietro ha voluto richiamare il "leit motiv" di tutto il suo episcopato, invitando le comunità cristiane friulane a proseguire lungo il cammino intrapreso: "Continuare con gioioso slancio lungo i sentieri che assieme abbiamo tracciato in questi anni di collaborazione è il mandato che desidero lasciarvi; cammino che proseguirete assieme al nuovo Pastore che il Santo Padre ci ha mandato: vi chiedo di accoglierlo con la massima apertura di cuore e con il profondo desiderio di fare comunione con lui". "Collaborazione e soprattutto corresponsabilità quindi, ma anche comunione", sono stati i capisaldi dell'apostolato in terra friulana di mons. Brollo. Atteggiamenti ineludibili "per rendere credibile la nostra testimonianza ad un mondo che vive in modo preoccupante una lacerazione ed uno sgretolamento sempre più profondi - ha ricordato il presule -. Siamo chiamati per questo ad impegnarci in una crescita seria e continua nella nostra dimensione umana e cristiana, in compagnia di tutti quelli che lo Spirito del Signore ha resi fratelli e sorelle in Cristo nella sua Chiesa. E’ in essa infatti che il dono di Dio viene ricevuto, trasmesso e vissuto da tutti i fedeli, pur segnati dalla umana fragilità. Per questo vi ringrazio questa sera per la vostra presenza, perché è in simili incontri che avvengono nel nome del Signore che anch’io mi sento amato e fortificato nella mia capacità di amare, nonostante me stesso, i miei limiti e le mie debolezze e mi auguro che anche voi possiate fare esperienza della stessa situazione interiore, che è dono di Dio".
"Monsignor Pietro, non le diciamo addio perché rimarrà vicino a noi, nella sua Carnia per la quale ha avuto sempre una preoccupazione particolare, e perché la rivedremo con noi nelle giornate importanti della vita diocesana ­- aveva precedentemente affermato, a nome della Chiesa Udinese, il vicario generale mons. Giulio Gherbezza -. Non le diciamo addio perché il legame spirituale reso più forte mediante il ministero pastorale non sarà interrotto con la cessazione del suo servizio ed anche perché nulla, nessuna distanza di tempo e di luogo, potrà separarci dall’amore di Cristo. Vicini, continueremo a gettare la rete nel nome del Signore che continua ad avere bisogno di noi". Mons. Gherbezza ha anche tratteggiato i principali frutti dell'episcopato di mons. Brollo, tra i quali spicca l'impegno "verso una comunione sempre più profonda e verso una collaborazione e responsabilità sempre più partecipate e convinte. I sacerdoti sono diminuiti ma non sono soli a portare il peso e le responsabilità: possono contare sul generoso e qualificato contributo di migliaia di collaboratori, non come spettatori negli spalti dello stadio ma come protagonisti nel terreno di gioco, consapevoli della dignità sacerdotale, profetica e regale conferita loro col battesimo".
Mons. Brollo ha ringraziato tutti, a cominicare dai suoi più stretti collaboratori (il vicario generale e i vicari episcopali, i responsabili degli uffici pastorali diocesani e vicari foranei), i sacerdoti, "primi ed indispensabili coadiutori del vescovo"; i diaconi, i religiosi, le religiose e le persone consacrate "che in tanti modi hanno affiancato e sostenuto l’opera di evangelizzazione con l’azione e con la preghiera"; il segretario don Simone e la sorella Pia "con cui ho condiviso in serenità la vita familiare in questi anni". E naturalmente i laici "che si sono resi disponibili a rendere vive le nostre comunità, mettendo a servizio del Vangelo i loro talenti con competenza e generosità". Un pensiero speciale anche per i giovani - a partire da quelli che si stanno preparando a divenire sacerdoti - cui il presule ha augurato che "sappiano sempre “volare alto”, mantenendo vivi e freschi i più nobili ideali". Ma il pensiero di mons. Brollo va ben oltre i confini visibili della Chiesa cattolica, fino a raggiungere "le altre Chiese presenti nella nostra diocesi, divise, ma tuttavia unite dalla fede nell’unico Cristo. Un saluto a chi comunque crede in un Dio creatore di tutto o a chi proprio non ha fede".
Ma l'abbraccio più affettuoso è per le persone più fragili: quelle "che in questa congiuntura sfavorevole si trovano in difficoltà a causa della precarietà del lavoro o della salute", "gli stranieri che giungono da noi nell’onesta ricerca di soluzione ai bisogni primari dell’esistenza" e "coloro che a Udine o a Tolmezzo vivono privati della loro libertà e che più volte ho visitato".
"Jo cumò o tornarai sù ta mê Cjargne, ma cul cûr viert viers dut il Friûl, simpri disponût a dâ une man ogni volte che il gnûf Pastôr mal domandarà. A ducj un grant mandi di cûr!", ha concluso con commozione mons. Brollo.

Foglio Parrocchiale:Domenica 11 ottobre 2009



UN SALUTO AL NOSTRO ARCIVESCOVO


Oggi con una solenne celebrazione Eucaristica nella sua Chiesa Cattedrale, mons. Pietro Brollo, termina il suo servizio pastorale nella nostra Arcidiocesi di Udine. Anche dal nostro foglietto domenicale vogliamo rivolgergli il nostro grazie per gli anni dedicati alla nostra Chiesa come Vescovo. Lo ringraziamo per l’attenzione e la sollecitudine pastorale avuta sempre nei confronti della nostra parrocchia e di coloro che vi operano. La sua presenza tra noi è sempre stata occasione per ascoltare la parola del nostro Pastore che ci invitava a vivere una fede adulta e responsabile nella ricerca continua della comunione tra tutti i fedeli. Lo ringraziamo per aver

vissuto con noi la Festa della Dedicazione della nostra Chiesa (8 dicembre 2005) e il 250° Anniversario del Voto dell’Addolorata (3 aprile 2009) oltre che per il

dono dello Spirito conferito nella Cresima a tanti nostri giovani. La speranza e di averlo ancora in mezzo a noi. Un grazie caloroso da parte di tutta la comunità sangiorgina.

Le tappe del suo ministero

Nato a Tolmezzo il 1º dicembre 1933, nel 1949 è entrato nel seminario arcivescovile di Udine, ove ha frequentato il liceo classico e la propedeutica. Nel 1953 si è trasferito a Roma per proseguire gli studi, conseguendo la laurea in teologia presso la Pontificia Università Lateranense.

Il 17 marzo 1957 è stato ordinato sacerdote dall'arcivescovo di Udine Giuseppe Zaffonato.

È stato viceassistente diocesano della FUCI e cappellano festivo di Passons e di Rizzi. Rettore del seminario arcivescovile di Udine dal 1972 al 1976 e successivamente arciprete di Ampezzo; il 22 luglio 1981 viene nominato arciprete di Gemona del Friuli. Nominato vescovo ausiliare di Udine, titolare di Zuglio Carnico, il 21 ottobre 1985, il 4 gennaio 1986 ha ricevuto l'ordinazione episcopale nel duomo di Gemona del Friuli dalle mani dell'arcivescovo Alfredo Battisti. Il 2 gennaio 1996 è stato nominato vescovo di Belluno-Feltre. Il 28 ottobre 2000 è stato promosso arcivescovo metropolita di Udine.

È membro della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana.

Il 20 agosto 2009, in accoglimento alla sua rinuncia all'ufficio pastorale per raggiunti limiti d'età, ha assunto, ipso iure, il titolo di arcivescovo emerito di Udine.

Il nuovo Arcivescovo mons. Andrea Bruno ha risposto alla cartolina inviatagli dai pellegrini in Terra Santa ringraziando per gli auguri e le preghiere per il suo ministero episcopale con la raccomandazione di salutare ognuno dei firmatari della missiva.


Preghiera

Sono io, Signore, Maestro buono, quel tale che tu guardi negli occhi con intensità di amore.

Sono io, lo so, quel tale che tu chiami a un distacco totale da se stesso. E una sfida.

Ecco, anch’io ogni giorno mi trovo davanti a questo dramma: alla possibilità di rifiutare l’amore. Se talvolta mi ritrovo stanco e solo, non è forse perché non ti so dare quanto tu mi chiedi? Se talvolta sono triste, non è forse perché tu non sei il tutto per me, non sei veramente il mio unico tesoro, il mio grande amore? Quali sono le ricchezze che mi impediscono di seguirti e di gustare con te e in te la vera sapienza che dona pace al cuore?

Tu ogni giorno mi vieni incontro sulla strada per fissarmi negli occhi, per darmi un’altra possibilità di risponderti radicalmente e di entrare nella tua gioia.

Se a me questo passo da compiere sembra impossibile, donami l’umile certezza di credere che la tua mano sempre mi sorreggerà e mi guiderà là, oltre ogni confine, oltre ogni misura, dove tu mi attendi per donarmi null’altro che te stesso, unico sommo Bene.

giovedì 8 ottobre 2009

Il primo mandi di mons. Mazzocato


Ai friulani presenti a Roma per la mostra sui patroni d'Europa

ROMA (8 ottobre, ore 17.30) - Il primo “mandi” di mons. Andrea Bruno Mazzocato. Lo ha detto e ripetuto agli oltre 60 friulani di Tolmezzo e della Carnia che ha incontrato oggi nell’ambasciata italiana presso la Santa Sede. Un mandi che Mazzocato ha ripetuto a ciascuno dei presenti.
La comitiva, che si trova a Roma per l’apertura della Mostra dei Santi Patroni d’Europa, è accompagnata dall’arcidiacono mons. Angelo Zanello e da don Alessio Geretti, curatore della rassegna, oltre che dal sindaco di Tolmezzo, Zearo.
Il nuovo arcivescovo di Udine era accompagnato da mons. Pietro Brollo, che nei due giorni romani gli è stato molto vicino. “Una fraternità esemplare” hanno commentato i friulani, che hanno condiviso con i vescovi ed i sacerdoti numerosi momenti di commozione (al momento, per esempio, di manifestare simpatia, di più, vicinanza ed affetto, a mons. Brollo). Un vescovo “molto alla mano, confidente, quasi timoroso di disturbare, ma oltremodo cordiale”.
Ascoltandoli parlare in friulano, mons. Mazzocato ha commentato: “Già capisco tante parole, posso davvero imparare quella che sarà la nostra lingua”. “L’importante è che lei continui sempre a salutare col mandi”, lo hanno rassicurato. E Mazzocato ha subito ubbidito.

lunedì 28 settembre 2009

Preghiamo per il nostro fratello che arriva...

Mons. Mazzocato: «La volontà di Dio mi porta a Udine»
L'Arcivescovo ha salutato la Chiesa di Treviso. Domenica 18 ottobre l'ingresso a Udine


TREVISO (28 settembre, ore 13.30) - Mons. Andrea Bruno Mazzoccato ha salutato la Chiesa di Treviso, domenica 27 settembre, per entrare nell’Arcidiocesi di Udine domenica 18 ottobre. Ai fedeli che gremivano il Duomo, in testa una cinquantina di sindaci e numerose altre autorità, ha chiesto umilmente «perdono». «Chiedo perdono a Dio Padre e a voi fratelli per le mie debolezze e i miei peccati che hanno appesantito la nostra Chiesa di Treviso. Li conosce Dio anche perché alcuni – come ad esempio quelli di omissione – non saprei come quantificarli» ha ammesso. E il suo popolo l’ha applaudito. Commosso il vescovo, commossa la sua gente (tra cui numerosi sacerdoti e il vescovo emerito, mons. Magnani).

Molto sobria, e al tempo stesso solenne, la concelebrazione. «Per me, Vescovo, è giunto il momento di salutarvi tutti e di seguire, in serena obbedienza, la volontà di Dio che mi porta altrove, verso la Chiesa sorella di Udine», ha detto Mazzoccato, subito precisando che «non ci salutiamo con una festa esterna o con una cerimonia ma celebrando la Santa Messa». L’Eucarestia, infatti, «ci rivela chi siamo: siamo il popolo di Dio che cammina sostenuto dalla Parola e dai sacramento del Signore e guidato dallo Spirito Santo e dai Pastori che Dio manda».

Nella preghiera dei fedeli una giovane trevigiana è salita all’ambone per invitare a sostenere Mazzoccato affinché sia «padre attento e premuroso» anche per la Chiesa di Udine.

Prima tappa a Latisana
Mons. Mazzocato sarà accolto nell'Arcidiocesi di Udine domenica 18 ottobre, alle ore 16 in Cattedrale. Durante il trasferimento da Treviso, però, farà sosta a Latisana, prima cittadina in terra friulana. Arriverà sul sagrato del Duomo alle ore 14.20, dove verrà accolto dai sacerdoti della foraniaa e dai sindaci di Latisana, Micaela Sette, e di Ronchis, Vanni Biasutti, e dalle comunità parrocchiali. Dopo un breve saluto del sindaco di Latisana, l'Arcivescovo sosterà in Duomo per un momento di preghiera e proseguirà, quindi, verso la Cattedrale di Udine.

Il saluto di mons. Brollo
Grande l'attesa e l'emozione nell'Arcidiocesi di Udine anche per il saluto a mons. Pietro Brollo, domenica 11 ottobre alle ore 16 in Cattedrale: i ifriulani esprimeranno il loro grazie al presule carnico per la testimonianza di fede e il grande impegno pastorale profuso nei quasi 9 anni di episcopato alla guida della Chiesa udinese.

sabato 12 settembre 2009

Posticipato all'11 ottobre il saluto a mons. Brollo

Alle ore 16, in Cattedrale, l'intera Chiesa udinese si stringerà in un abbraccio all'Arcivescovo

UDINE (10 settembre, ore 12) - Un importante appuntamento di preghiera e di festa vedrà l'intera Chiesa udinese stringersi in un sincero ringraziamento all’arcivescovo, mons. Pietro Brollo, per tutto quello che ha saputo donare alle comunità cristiane friulane in poco meno di 9 anni di episcopato come Arcivescovo e nei 10 spesi come vescovo ausiliare, oltre che, in precedenza, come insegnante e rettore del Seminario, e come arciprete di Ampezzo e Gemona.

L'appuntamento, inizialmente previsto per il 27 settembre, è stato posticipato a domenica 11 ottobre, alle ore 16, in Cattedrale a Udine, per evitare la coincidenza con la Maratonina udinese fissata proprio per l'ultima domenica di settembre.

L'ingresso ufficiale del nuovo Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, è invece previsto domenica 18 ottobre. A concelebrare il rito della presa in possesso canonica della diocesi da parte di mons. Mazzocato, oltre all’Amministratore apostolico mons. Pietro Brollo e all’Arcivescovo emerito mons. Alfredo Battisti, è annunciata la presenza del Patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola.


Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...