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lunedì 6 settembre 2021

Vatican news 5 settembre 2021

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

05/09/2021

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Presi dalla fretta, da mille cose da dire e da fare, non troviamo il tempo per fermarci ad ascoltare chi ci parla. All’Angelus della prima domenica di settembre il Papa si sofferma sulla guarigione del sordomuto narrata nel Vangelo di Marco. Al termine della preghiera mariana ricorda il popolo ... 

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Nel dopo Angelus Francesco ha levato la sua preghiera per la popolazione afgana tutta: per chi è rimasto, per chi è in transito, per chi è nei Paesi di ... 

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Il pellegrinaggio in Ungheria e Slovacchia che inizierà domenica prossima viene ricordato dal Papa al termine dell’Angelus, nel giorno in cui si apre il ... 

SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO

Il cardinale Parolin-foto d'archivio
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La situazione nel Paese asiatico e la questione dei vaccini sono alcuni dei temi di cui ha parlato il cardinale Parolin, durante la sua visita a Montevergine, ... 

Messa per l'inizio del Congresso Eucaristico Internazionale, Budapest
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In attesa di Papa Francesco e con l’omelia del cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, si è aperto l’evento ... 

Preghiera e servizio: le due direttrici dell'azione della Caritas
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"Rinnovati nell'impegno" è la raccolta di poesie e preghiere scritte dagli operatori dell'organismo Cei, da sempre impegnato nella tutela dei più vulnerabili. ... 

lunedì 7 settembre 2020

Agenzia Fides 7 settembre 2020

 

AFRICA/MOZAMBICO - Rilasciate le suore rapite, il Vescovo: "Chiediamo pace"
 
Mocímboa da Praia (Agenzia Fides) - Le due suore della congregazione di San Giuseppe di Chambery rapite il 12 agosto a Mocímboa da Praia (Mozambico) sono state rilasciate. Lo ha annunciato ieri, 6 settembre, Mons. Luiz Fernando Lisboa, Vescovo di Pemba. "Le suore – informa il Vescovo in una nota pervenuta all'Agenzia Fides – sono sane e salve. Le nostre Inês ed Eliane, che lavorano nella parrocchia di Mocímboa da Praia, dopo ventiquattro giorni passati in prigionia, sono tornate tra noi".
Le due religiose di origine brasiliana erano state rapite nel corso di un furibondo attacco che le milizie al-Shabab hanno portato, martedì 12 agosto, a Mocímboa da Praia, importante centro della provincia di Cabo Delgado. In quell’occasione, le forze dell’ordine e le forze armate sono state costrette a ritirarsi precipitosamente, lasciando per alcuni giorni campo libero ai miliziani. In quel frangente, le suore erano state prelevate dalla loro comunità e portate via. Per alcuni giorni non si è saputo nulla di loro, ma le autorità nazionali e internazionali si sono subito mobilitate per favorire il loro rilascio. Le trattative sono andate a buon fine.
L’azione contro Mocímboa da Praia ha dimostrato un salto di qualità nell’operatività di queste milizie che si proclamano "jihadiste". Se nel 2017, quando hanno iniziato ad attaccare i villaggi della provincia di Cabo Delgado, si spostavano a bordo di vecchi scooter e utilizzavano armi rudimentali (machete, lance, ecc.), nelle ultime operazioni hanno mostrato fuoristrada nuovissimi e armi automatiche e una grande capacità di muoversi sul terreno. Chi ha fornito loro gli armamenti? Chi ha addestrato questi miliziani? Secondo alcuni analisti, potrebbe trattarsi non tanto di gruppi jihadisti ma di milizie legate a grandi organizzazioni criminali, che stanno creando basi per il commercio internazionale di stupefacenti. Negli ultimi due anni le loro azioni hanno creato instabilità nella zona e hanno provocato centinaia di sfollati.
Le suore di San Giuseppe di Chambery si sono trovate in mezzo ai combattimenti e sono state rapite. Le religiose sono presenti nella cittadina di Mocímboa da Praia dal 2003. Negli anni hanno creato una fitta rete di scuole materne e un centro sociale. La loro presenza ha offerto un grande contributo all’alfabetizzazione dei ragazzi e delle ragazze locali. Purtroppo, con l’intensificarsi delle azioni militari sul territorio, molte di queste scuole hanno dovuto chiudere e le attività si sono concentrate soprattutto su Mocímboa da Praia.
"Innalziamo insieme un inno di ringraziamento a Dio - scrive il Vescovo Lisboa - e continuiamo a pregare per tutti coloro che sono ancora dispersi, sfollati e che subiscono le conseguenze della violenza e della guerra. Chiediamo la benedizione di Dio per Cabo Delgado e che ci conceda il dono di una vera pace di cui abbiamo tanto bisogno!".
(EC) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AFRICA/CENTRAFRICA - “I gruppi armati controllano quasi l’80% del territorio e minacciano il nostro futuro” denunciano i Vescovi
 
Bangui (Agenzia Fides) – “Ci sono segnali di speranza ma la continua presenza di gruppi armati minaccia il futuro del Paese”. Si può riassumere così il grido di allarme dei Vescovi della Repubblica Centrafricana contenuto nella loro Lettera pastorale “Fai uscire il mio popolo”, pubblicata ieri, domenica 6 settembre.
“Dopo il colpo di stato del marzo 2013, il nostro Paese si è dotato di istituzioni democratiche nel marzo 2016. Attraverso il voto e le elezioni, il popolo si è dato una nuova Costituzione e delle autorità legittime” ricordano i Vescovi. Tra i progressi effettuati c’è l’Accord Politique pour la Paix et la Réconciliation en République Centrafricaine (APPRCA) firmato nel 2019 da 14 gruppi armati con il governo.
“Cari fratelli e sorelle, a livello politico, ci interroghiamo sull'efficacia delle istituzioni repubblicane nella ricostruzione del nostro Paese” afferma però il messaggio pervenuto all’Agenzia Fides. “Notiamo con amarezza che il 70% o addirittura l'80% del nostro Paese è occupato da gruppi armati, alcuni dei quali sono guidati dai mercenari più feroci”. Questi gruppi - dicono i Vescovi - “sono coinvolti in crimini di guerra, crimini contro l'umanità, crimini ambientali e il saccheggio su larga scala delle nostre risorse minerarie. Hanno commesso crimini di sangue contro persone innocenti a Bocaranga, Bohong, Bozoum, Besson, Bouar, Birao, Ndélé, Bria, Lemouna, Koudjili”.
“I signori della guerra approfittano dell'Accordo politico per la pace e Riconciliazione, approfittando delle concessioni loro offerte da quest’ultimo, in particolare la piena libertà di movimento. Hanno imposto il business della guerra, un modello economico fondato sul sangue umano” affermano i Vescovi, che lanciano l’allarme sul fatto che alcuni di questi gruppi si stanno “rafforzando, reclutando nuovi combattenti e accrescendo le scorte di armamenti e munizioni”. “Non hanno ancora rinunciato al progetto di spartizione del nostro Paese? Cercheranno di raggiungere questo scopo interrompendo il processo elettorale?” si chiede il messaggio.
“Quando si viaggia attraverso la Repubblica Centrafricana, è terrificante incontrare interi villaggi costretti all'abbandono dalle loro popolazioni o incendiati da criminali impuniti. Le famiglie preferiscono vivere in esilio o rimanere nei campi per sfollati che a volte si trovano a cento metri dalle loro case”.
“Quali leader saranno in grado di far emergere gli abitanti della Repubblica Centrafricana dall’oppressione, dalla miseria e dall’ignoranza?” chiedono i Vescovi in vista delle elezioni presidenziali di dicembre. Il messaggio si rivolge in particolare ai giovani e alle donne. I Vescovi esortano i primi a non essere “un serbatoio inesauribile di carne da cannone, ma la risorsa più importante del nostro Paese”. Il messaggio chiede loro di rifiutare il voto di scambio e di astenersi dalla contestazione violenta dei risultati del voto. Alle donne chiedono di mobilitarsi per partecipare attivamente al processo elettorale come candidate, elettrici, educatrici e promotrici della non violenza a tutti i livelli dove potete essere utile al nostro Paese”.
“Che la Vergine Maria, Regina del cielo e della terra, renda fruttuosi gli sforzi per elezioni trasparenti, credibili e pacifiche, che ci diano dei veri leader al servizio delle persone sull’esempio di Mosè” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AFRICA/TOGO - Verso la Giornata Missionaria Mondiale: riprese le attività “in presenza”
 
Lomé (Agenzia Fides) – Preparare le attività pastorali di animazione missionaria in vista dell'Ottobre missionario e della Giornata Missionaria Mondiale, il 18 ottobre: con questa finalità nei giorni scorsi, il Direttore nazionale e i Direttori diocesani delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Togo si sono incontrati - in una primo raduno "in presenza", dopo le riunioni online - a Lomé, per la sessione di rientro, presso la sede nazionale delle POM, situata all’interno del complesso che ospita la Conferenza episcopale togolese (CET).
Tra le tematiche affrontate, l'urgenza di riprendere tutte le attività e i programmi di animazione rimasti in sospeso a causa della crisi sanitaria del Covid-19, che ha portato al divieto di raduni e alla chiusura dei luoghi di culto. Come riferito a Fides, il Direttore nazionale delle POM, padre Donald Charif-Dine Fadaz, ha presentato una riflessione sulla mancata colletta, su tutto il territorio nazionale, dell’obolo di San Pietro Apostolo, che doveva aver luogo nei mesi estivi, ma che non si è potuto fare a causa della crisi sanitaria.
Data la particolare situazione dell'anno in corso - segnato dal lockdown per il Covid-19 - i Direittori presenti hanno concordato sulla necessità di garantire uno sforzo di animazione maggiore del solito, incidendo su parrocchie, comunità, associazioni, movimenti di fedeli, anche nelle aree remote. "La missione evangelizzatrice cui siamo chiamati - si è detto - non può passare in secondo piano: è un compito di tutti i battezzati ed è la vita stessa della Chiesa, chiamata a comunicare l'amore di Dio all'umanità".
E’ stato dato particolare rilievo ai risultati della celebrazione del Mese Missionario Straordinario di Ottobre 2019, e si è impostata la programmazione delle attività per l'anno pastorale 2020-2021. Sono stati inoltre presentati i rapporti delle attività della diocesi. Inoltre la Direzione nazionale ha provveduto alla distribuzione di materiale di animazione missionaria (documenti, depliant, notiziario delle POM in Togo), ai Direttori diocesani in modo da sensibilizzare i fedeli e coinvolgerli nella animazione e celebrazione del momento più importante dell'anno: la Giornata Missionaria Mondiale del 18 ottobre prossimo.
La diocesi di Kara è stata selezionata come diocesi ospitante dell'incontro ordinario dei delegati POM, che si terrà nell'aprile 2021, e di quello per gli anni 2021-2022 dal 6 all'8 settembre 2021.
(AP/DF)) (7/9/2020 Agenzia Fides)
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ASIA - Covid-19 e emergenza educativa: urge collaborazione tra governi e settore privato per il sostegno alle famiglie
 
Bangkok (Agenzia Fides) - La pandemia di Covid-19 ha avuto un forte impatto sui sistemi educativi a livello globale. Secondo l’UNICEF, gli effetti della pandemia hanno toccato oltre 1,5 miliardi di studenti a livello globale, e 1 miliardo di studenti non hanno ancora avuto la possibilità di rientrare ancora a scuola. La chiusura delle scuole ha avuto un profondo impatto sui percorsi di apprendimento dei e delle giovani di tutto il pianeta, e si calcola che circa 430 milioni di bambini, ragazzi e giovani in Asia meridionale non abbiano avuto alcun accesso alla didattica a distanza. L'emergenza educativa si è abbattuta in modo più forte sui paesi più fragili e sulle fasce sociali più deboli e vulnerabili. Rileva una nota della campagna "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", lanciata a livello internazionale dalla rete FOCSIV ("Federazione di organismi cristiani servizio internazionale volontario") e Caritas italiana, che "nei paesi più poveri, la scuola rappresenta uno dei pochi luoghi di promozione e protezione per i bambini provenienti da famiglie fragili e vulnerabili. La scuola è infatti è il luogo in cui almeno una volta al giorno tutti i bambini possono consumare un pasto decente; e con la chiusura delle scuole, sono stati almeno 346 milioni i bambini che hanno perso questa opportunità".
L'impatto della chiusura delle scuole si è avvertiot in molte nazioni asiatiche: con la pandemia, molti istituti di istruzione superiore nella maggior parte dei paesi asiatici sono passati all'apprendimento online. Tuttavia è stato difficile continuare la didattica per gli studenti senza accesso a Internet e queste disuguaglianze digitali persistono in tutti i paesi. Solo Singapore, Brunei e Malesia hanno oltre l'80% di persone che dispongono di Internet nella vita sociale. In Indonesia, Thailandia e Cambogia, meno del 60% della popolazione ha accesso a Internet, mentre solo il 40% circa ha accesso al web in Myanmar e Vietnam .
Il divario digitale va ben oltre l'accesso a Internet e tocca anche l'affidabilità, la velocità e l'accessibilità a dispositivi elettronici che favoriscono l'apprendimento. I più vulnerabili spesso affrontano più di uno svantaggio, il che ha amplificato l'impatto della pandemia. Alcune istituzioni o governi hanno introdotto un sistema di prestiti per fornire agli studenti bisognosi dispositivi appropriati.
Un altro aspetto fondamentale - ha affermato un recente approfondimento della Banca Mondiale - è come e se i sistemi, gli studenti e gli insegnanti siano preparati e siano riusciti ad adattarsi all'apprendimento online. Alcuni istituti superiori e università avevano un approccio "online" all'insegnamento già prima della pandemia. Ad esempio, la Taylor University in Malesia, istituto cristiano, ha reso noto che ciascuno dei suoi corsi aveva già il proprio sito virtuale, che ha consentito il coinvolgimento online per valutazioni, compiti, supporto tra studenti e docenti. I paesi con una solida infrastruttura Internet, come la Corea del Sud, hanno tratto importanti vantaggi quando si è trattato di continuare l'istruzione online. Le preoccupazioni si sono amplificate nei paesi con meno infrastrutture. In Indonesia, ad esempio, gli studenti hanno offerto risposte contrastanti per la recente transizione forzata ai corsi online. Alcuni ritengono che le lezioni online siano meno efficaci e faticano a interagire online con docenti e colleghi. Ciò non è solo a causa di problemi di accesso a Internet, ma anche perché gli studenti (e il personale docente) non sono abituati a tali ambienti o non hanno le competenze per fare un uso ottimale di tali piattaforme. In un sondaggio condotto su 1.045 studenti della "Indonesia University of Education" a Bandung, il 48% degli studenti ha detto di necessitare di più tempo per abituarsi all'apprendimento basato su Internet, nonostante la disponibilità di applicazioni didattiche .
Di fronte a queste sfide, è necessaria la piena collaborazioni tra istituzioni e tra settore privato e istituzioni e in molte nazioni asiatiche dove la Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane sono direttamente impegnate nel'opera di istruzione, gestendo scuole di ogni ordine e grado, ci si concentra sul benessere degli studenti e sul sostegno a medio e lungo termine al sistema scolastico, decisivo per la società. Alcune istituzioni in Vietnam stanno fornendo borse di studio a studenti le cui famiglie sono le più colpite dalla pandemia. Nelle Filippine, le istituzioni stanno valutando se rimborsare le tasse universitarie agli studenti e in Thailandia 52 università si sono impegnate a ridurre le tasse scolastiche per alleviare la pressione sugli studenti. Queste iniziative di sostegno alle famiglie e di interventi delle istituzioni rappresentano interventi nella giusta direzione che, secondo le Chiese asiatiche, possono ridurre l'impatto della pandemia sulla scuola e dunque futuro dei giovani.
(PA) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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ASIA/MACAO - Da famiglia a famiglia: i missionari Clarettiani lanciano un'iniziativa per nutrire i bisognosi, ispirata a Madre Teresa
 
Macao (Agenzia Fides) - I missionari Clarettiani hanno dato vita a un'iniziativa per nutrire i bisognosi a Macao, ispirandosi a Madre Teresa di Calcutta, la santa che tanto ha fatto per i poveri e i diseredati in India. Come appreso dall'Agenzia Fides, l'iniziativa - avviata il 5 settembre, giorno in cui la Chiesa ricorda la Santa - è stata intitolata Mother's meal" ("Il pasto della Madre"). Per inaugurarla, missionari e i volontari hanno distribuito un kit alimentare di sopravvivenza a 50 famiglie di migranti, particolarmente colpite in tempo di Covid-19.
Padre Jijo Kandamkulathy, Clarettiano indiano, tra i fondatori del programma "Mother’s Meal, ha organizzato la distribuzione del kit per integrare le provviste alimentari a famiglia vulenerabili e indigenti. I pacchi sono stati preparati grazie a una raccolta operata nelle scorse settimane presso famiglie benestanti. L'idea del "Mother's Meal" è, infatti, quella di coinvolgere famiglie che possono permettersi di sostenere un'altra famiglia in difficoltà e si offrono per fornirle un aiuto costante per un anno.
Anche il Vescovo Stephen Lee Bun Sang di Macao , apprezzando l'iniziativa, ha voluto contribuire dando assistenza finanziaria, per consentire alle famiglie di sopravvivere in tempo di pandemia. “Ciascuna di queste famiglie viene selezionata in base alle proprie difficoltà socio-economiche. Meritano il nostro sostegno". ha rimarcato Terry, laica volontaria, coordinatrice del progetto.
Padre George Kannanthanam, il Clarettiano e Direttore di Mother’s Meal, ha detto: “Prendiamo esempio da Madre Teresa: se non possiamo nutrire 100 persone, possiamo sfamare almeno una persona. Mother’s Meal è la realizzazione di quel sogno di Madre Teresa". "Il movimento Mother’s Meal intende garantire cibo in ogni famiglia che deve affrontare la crisi economica a causa dell'impatto del coronavirus", ha detto.
Il movimento "Mother’s Meal" è stato già avviato in India nel 16 luglio 2020, in occasione del 50 ° anno di presenza clarettiana in India. Successivamente è stato esteso a 1.000 famiglie in diversi stati indiani, privilegiando famiglie con disabilità e malati terminali, oltre a vedove e anziani senza alcun sostegno. "Mother’s Meal è nato proprio per essere un sostegno per le famiglie più vulnerabili che lottano per sopravvivere. Ne sono molte anche a Macao e desideriamo estenderlo ulteriormente, in alte nazioni del mondo", ha detto p. Kannanthanam.
Secondo Sibu George, coordinatore del programma in India, già vi sono nuove richieste di attivarlo in Sri Lanka e in paesi dell'Africa.
L'idea di impegnarsi nell'iniziativa "Mother's Meal" è stata discussa e approvata dai Clarettiani dopo che l'Ong "Oxfam" (confederazione di 20 organizzazioni indipendenti che opera per alleviare la povertà a livello globale) ha affermato che fino a 12.000 persone potrebbero morire ogni giorno a causa della fame indotta dal Covid-19.
(SD-PA) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AMERICA/BRASILE - Festa dell’Indipendenza: “vedere le molte ricchezze che esistono nelle nostre differenze”
 
Brasilia (Agenzia Fides) – “La Festa dell’Indipendenza non va vissuta come un semplice giorno festivo, ma come un momento per celebrare la convinzione che tutti i brasiliani, ognuno con la propria differenza, dipendono l'uno dall'altro. Un paese migliore, più giusto e più fraterno, non può essere costruito con l'ostilità, con azioni che cercano di distruggere gli altri”. Lo afferma in un video messaggio per la Festa dell’Indipendenza del Brasile, che si celebra oggi, 7 settembre, il Presidente della Conferenza nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), Mons. Walmor Oliveira de Azevedo, Arcivescovo di Belo Horizonte. Nel messaggio, pervenuto all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo ribadisce l'importanza della democrazia e della partecipazione dei cittadini come percorsi che consentono alle differenze di articolarsi e diventare ricchezza nella costruzione del presente e del futuro del Brasile, come risposta alle sfide poste dal Coronavirus.
"Celebriamo una Festa dell’indipendenza segnata da lutti e molte malattie" sottolinea il Presidente della CNBB riferendosi alla pandemia di Covid-19, ed esorta: “Questo momento impegnativo che affrontiamo non vincerà contro la società brasiliana che è forte, che sa combattere e ha superato tante altre avversità. Alla fine, la vita vince sempre, è ciò che ci mostra il Maestro Gesù… Insieme costruiremo una nuova era basata sulla forza della solidarietà”.
Nel suo messaggio Mons. Oliveira de Azevedo denuncia il clima ostile creato dal dilagare delle aggressioni, attraverso i social network, che allontanano dalla fraternità, dal rispetto per le differenze e dal dialogo. "La cultura della partecipazione responsabile e dei cittadini rimanga salda di fronte alle manifestazioni antidemocratiche e il principio di solidarietà prevalga in tutti i dibattiti" ha detto nel suo messaggio, sottolineando che l'indipendenza del Brasile deve essere costruita ogni giorno. "La democrazia e le sue istituzioni devono essere preservate e rafforzate" afferma l'Arcivescovo, chiedendo il rispetto della Costituzione federale del 1988.
In questa giornata l'Arcivescovo di Belo Horizonte invita a pensare ai brasiliani disoccupati o sottoccupati, ad ascoltare il grido dei più poveri e dei più vulnerabili, a rinnovare l’impegno per la vita, e conclude: “C'è una chiamata bellissima e stimolante in questo 7 settembre, la Giornata dell’indipendenza. Ognuno di noi brasiliani ha bisogno di vedere le molte ricchezze che esistono nelle nostre differenze. È essenziale riconoscere, soprattutto, che ogni persona è simile, un fratello, una sorella. Quando si riconosce la dignità della vita umana, che tutti sono figli e figlie di Dio, si rafforza la fedeltà ai principi etici che garantiscono la convivialità”. (SL) (Agenzia Fides 7/9/2020)
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AMERICA/HONDURAS - Il Cardinale Rodríguez Maradiaga per il Mese della patria: "Il potere è servizio e ricerca del bene comune"
 
Tegucigalpa (Agenzia Fides) - Il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa, nella sua omelia durante la messa di ieri, ha fatto riferimento al Mese della patria appena iniziato e alla classe politica dell'Honduras, che nella ricerca del potere ricorre a diversi mezzi illeciti, come l'uso della religione, la manipolazione delle leggi e la corruzione.
"Abbiamo iniziato queste celebrazioni del Mese della patria, che non sono semplicemente un ‘torcicollo’, un guardare insieme indietro, perché sarebbe ridicolo per un popolo che cammina verso un futuro migliore, visto che tutti noi vogliamo vivere non pensando solo a quello che è successo, dobbiamo pensare ad un futuro che deve essere costruito da tutti e, naturalmente, questa pandemia ci ha portato purtroppo molti altri problemi" ha esordito il Cardinale.
"Uno dei problemi è la miopia politica, la miopia spirituale. C'è un detto popolare che si ripete spesso: ‘Dio acceca quelli che vuole perdere’. Vale la pena che, in questo Mese della patria, coloro che cercano il potere tengano presente questa prospettiva, che non diventino ciechi nella ricerca del potere, perché perderanno" ha detto.
L'Arcivescovo di Tegucigalpa ha aggiunto che il principio fondamentale del potere è quello di servire e ha ricordato Madre Teresa: "Ieri abbiamo celebrato la festa di Santa Teresa di Calcutta, lei ha detto molto semplicemente, che bisogna servire, e chi non serve è inutile per esercitare qualsiasi potere". Il Cardinale ha avvertito che, secondo la storia dell'America Latina, chiunque abbia tentato di usare la religione per ottenere il potere ha fallito nel suo tentativo. "Chi ha voluto formare partiti politici usando la religione, è rimasto sconfitto. Il bene comune è ciò che dovrebbe guidare tutte le nostre attività, la gente se ne accorge e così i leader politici non devono pensare che con le manovre del passato otterranno il potere" ha rilevato.
"Questo Mese della patria non si può celebrare semplicemente con parole vuote, ma con fatti; i problemi principali del nostro paese non sono le leggi che vengono manipolate e usate per capriccio, i problemi principali rimandano a come possiamo unire questo popolo, nel servizio, nella ricerca del bene comune. Sono i criteri etici quelli che devono guidare le nostre azioni e la nostra vita" ha concluso.
L’Honduras celebra il Mese della patria a settembre: il primo giorno è la Giornata della Bandiera Nazionale, il 15 il giorno dell'indipendenza nazionale e il 29 l'Anniversario di Tegucigalpa e festa di San Michele Arcangelo, feste molto sentite a livello popolare.
(CE) (Agenzia Fides 7/09/2020)

venerdì 21 ottobre 2016

Singh ha promesso che non ci saranno più violenze contro le minoranze

India: ministro nazionalista indù rende omaggio a Madre Teresa

Un pellegrino indiano il giorno della canonizzazione - ANSA
Un pellegrino indiano il giorno della canonizzazione - ANSA
Il ministro degli Interni indiano ha reso omaggio a Madre Teresa, canonizzata lo scorso 4 settembre a San Pietro da papa Francesco. Ieri Rajnath Singh, uno dei massimi esponenti del partito nazionalista indù Bjp (Bharatiya Janata Party), ha partecipato in qualità di ospite d’onore alla manifestazione organizzata a Delhi dalla Conferenza episcopale Indiana (Cbci). Parlando di fronte all’assemblea - riferisce l'agenzia AsiaNews - ha detto che santa Teresa di Calcutta “è venuta in India per conquistare i cuori con l’amore” e ha assicurato che “il governo garantirà piena sicurezza alle minoranze presenti nel Paese e a coloro che lavorano per il bene dell’umanità”.
La cerimonia di commemorazione i vertici della Chiesa indiana
La cerimonia di commemorazione della canonizzazione della “Madre degli più poveri tra i poveri” si è svolta al Vigyan Bhawan, il Centro congressi di proprietà del governo indiano. L’evento è stato organizzato dalla Cbci in collaborazione con l’arcidiocesi di Delhi e le diocesi di Faridabad e Gurgaon. Erano presenti i massimi vertici della Chiesa cattolica in India, tra i quali il card. Baselios Cleemis, presidente della Cbci; il card. Oswald Gracias, presidente della Conferenza dei vescovi di rito latino; il card. Telesphore Toppo, arcivescovo di Ranchi ed ex presidente della Cbci; il card. George Alencherry, arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly della Chiesa siro-malabarese.
Singh ha promesso che non ci saranno più violenze contro le minoranze
Il ministro degli Interni ha ricordato gli attacchi contro le minoranze avvenuti nel febbraio 2015 alla vigilia delle elezioni per l’Assemblea governativa di Delhi e ha garantito che in futuro non avverranno mai più violenze simili. Singh ha evidenziato che la Santa veniva sempre chiamata con il semplice “termine di ‘Madre’, che le era stato dato con affetto dai cittadini”.
Madre Teresa amata anche dagli indù
La presenza del ministro, uno dei fedelissimi del premier Narendra Modi, testimonia come Madre Teresa fosse amata davvero da tutti gli strati della popolazione e anche dai fedeli della religione indù. A conferma di questo, per la cerimonia di canonizzazione il governo dell’India ha inviato in Vaticano una delegazione ufficiale guidata dal ministro degli Esteri. In seguito ha promosso una cerimonia imponente a Calcutta, che ha visto la partecipazione di oltre 20mila persone.
Estremisti indù non sono riusciti ad oscurare la figura di Madre Teresa
La partecipazione di Singh è ancora più significativa se si considera che più volte la base ideologica e paramilitare del partito di cui egli fa parte, i radicali indù dell’Rss (Rashtriya Swayamsevak Sangh), ha tentato di oscurare la figura di Madre Teresa. Ma in tutte quelle occasioni la risposta netta della società civile e del mondo politico è stata unanime: è una santa, che ha speso la sua vita al servizio degli ultimi. (R.P.)

martedì 13 settembre 2016

Prima parrocchia in Cina dedicata a “Santa Teresa di Calcutta”

ASIA/CINA - Prima parrocchia in Cina dedicata a “Santa Teresa di Calcutta”, per seguire le sue orme nella caritàFaith

Cang Zhou (Agenzia Fides) – Nello stesso giorno della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, in Vaticano, domenica 4 settembre, è stata consacrata in Cina la prima parrocchia dedicata alla “Santa”. Infatti numerose altre parrocchie in Cina sono state dedicate a Madre Teresa in passato.
Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, Sua Ecc. Mons. Giuseppe Li Lian Gui, Vescovo della diocesi di Xian Xian (oggi Cang Zhou) nella provincia dell’He Bei, ha presieduto la solenne Eucaristia per la consacrazione della chiesa della parrocchia di Jiao He Kou, nel villaggio di Hao Cun, con 15 sacerdoti concelebranti e 500 fedeli che vi hanno preso parte.
Questa piccola comunità cattolica, che si trova in uno sperduto villaggio di contadini, rispecchia pienamente l’immagine della Santa: umile, semplice, devota e zelante. Tanti anni fa il cattolicesimo in questi luoghi era quasi inesistente: c’era solo una famiglia cattolica. Con il trasferimento dei contadini verso la città, ci fu la conversione di tre famiglie che, tornando al loro paese di origine, cominciarono praticamente l’evangelizzazione con la lettura della Sacra Scrittura, la condivisione, invitando i sacerdoti per il catechismo, preparando la celebrazione dei sacramenti…. Nel 2011 si è formato il Gruppo dell’evangelizzazione della carità. Negli ultimi tre anni la comunità è cresciuta fino a contare oggi circa 300 fedeli. Durante la consacrazione della chiesa, Mons. Li ha amministrato i sacramenti dell’iniziazione cristiana a 11 catecumeni adulti.
Il parroco, don Li Sheng Qun, ha dichiarato: “vogliamo continuare a seguire le orme della carità di Madre Teresa. Perchè senza opere concrete, la fede è morta, come dice San Giacomo. L’annuncio verbale e l’azione caritativa costituiscono la fede e l’evangelizzazione viva”.
(NZ) (Agenzia Fides 2016/09/12)

martedì 6 settembre 2016

4 Fonti ci spiegano come il mondo celebra Madre Teresa

Il mondo celebra la Santa degli ultimi
Madre Teresa, la “santa dei bassifondi di Calcutta”, è Santa per tutta la Chiesa cattolica. Papa Francesco ne ha presieduto il rito di canonizzazione ...

Bollettino dell'agenzia Fides del 5 settembre 2016

VATICANO - Il Papa ricorda “tante religiose che donano la loro vita senza risparmio in contesti difficili”
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Al termine della Santa Messa celebrata ieri, domenica 4 settembre, sul sagrato della Basilica Vaticana per la Canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta, il Santo Padre Francesco prima di recitare la preghiera mariana dell’Angelus, ha ricordato le tante religiose missionarie che operano nel mondo in situazioni spesso molto travagliate con queste parole: “In questo momento vorrei ricordare quanti si spendono al servizio dei fratelli in contesti difficili e rischiosi. Penso specialmente a tante Religiose che donano la loro vita senza risparmio. Preghiamo in particolare per la Suora missionaria spagnola, Suor Isabel, che è stata uccisa due giorni fa nella capitale di Haiti, un Paese tanto provato, per il quale auspico che cessino tali atti di violenza e vi sia maggiore sicurezza per tutti. Ricordiamo anche altre Suore che, recentemente, hanno subito violenze in altri Paesi”. La missionaria suor Isabel è stata uccisa nella capitale haitiana il 2 settembre per rapina (vedi Fides 3/9/2016).
(SL) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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AFRICA/CONGO RD - Allerta nel Sud Kivu per la presenza di gruppi armati burundesi
 


Kinshasa (Agenzia Fides) - “La situazione nel pianoro di Ruzizi e nei suoi altipiani nella Provincia del Sud-Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, continua a deteriorarsi. La situazione è così cupa che assomiglia ormai a quella della Provincia del Nord-Kivu” denuncia un comunicato inviato all’Agenzia Fides da ACMEJ/DH, organizzazione umanitaria locale.
Nel comunicato si afferma che negli ultimi giorni si sono verificate nell’area diverse rapine stradali ad opera di persone che parlavano il burundese (kirundi) e lo swahili, suscitando inquietudine nella popolazione locale, che rischia di trasformarsi in irritazione nei confronti dei rifugiati burundesi. Questi ultimi sono arrivati nell’area dall’aprile 2015 per sfuggire alle tensioni e alle violenze causate dalla rielezione del Presidente Pierre Nkurunziza.
Finora, secondo ACMEJ/DH, tra la popolazione locale e i rifugiati esistono buoni rapporti: “Alcuni dei rifugiati sono stati accolti da famiglie congolesi, altri affittano delle case con i propri mezzi finanziari. Ancora una volta, nell’insieme, si nota una vera solidarietà tra congolesi e rifugiati burundesi”.
L’ACMEJ/DH sottolinea che l’infiltrazione di gruppi armati burundesi nella zona non ha nulla a che vedere con la presenza dei rifugiati, anzi, questi ultimi rischiano di diventare “vittime innocenti di questa situazione”. L’organizzazione umanitaria chiede alle autorità locali e alla MONUSCO (Missione ONU nella RDC) di rafforzare la sicurezza nel pianoro di Ruzizi per prevenire ulteriori violenze. (L.M.) (Agenzia Fides 5/9/2016)

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AFRICA/ZAMBIA - La Corte Costituzionale respinge il ricorso del candidato sconfitto alle elezioni presidenziali
 

Lusaka (Agenzia Fides) - La Corte Costituzionale dello Zambia ha respinto il ricorso presentato da Hakainde Hichilema, il candidato sconfitto alle elezioni presidenziali dal Presidente uscente, Edgar Lungu, aprendo la strada al suo insediamento. Secondo la Costituzione, il candidato perdente può presentare ricorso in caso sospetti che ci siano state frodi nelle elezioni.
Nonostante la Corte avesse accordato il 2 settembre una proroga dell’udienza, per permettere a Hichilema di presentare nuovi documenti, oggi la Corte ha sentenziato che il procedimento giudiziario si è concluso lo stesso il 2 settembre, in accordo con la previsione costituzionale secondo la quale la Corte Costituzionale ha 14 giorni di tempo per emettere la propria sentenza dalla data di presentazione del ricorso.
Le elezioni sono state caratterizzate da tensioni, legate anche alla difficile situazioni economica del Paese, mentre le principali confessioni cristiane hanno denunciato la censura dei media indipendenti (vedi Fides 1/9/2016). (L.M) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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ASIA/INDIA - Inaugurata in Orissa la strada intitolata a Madre Teresa
 
Bhubaneswar (Agenzia Fides) – Il Primo ministro dello stato di Orissa, Naveen Patnaik, ha ufficialmente inaugurato la “Madre Teresa Road” domenica 4 settembre, alle ore 10.15 (ora locale) a Bhubaneswar, capitale dello stato. L’inaugurazione – la prima in India – è stata pensata nello stesso giorno in cui la Madre veniva proclamata santa in Vaticano da Papa Francesco. Hanno partecipato alla cerimonia numerose autorità civili e religiose, tra le quali l’Arcivescovo John Barwa di Cuttack-Bhubaneswar, e suor Mary Olivet, Superiora regionale delle Missionarie della Carità in Orissa, oltre a migliaia di fedeli.
L’evento di intitolare una strada a Madre Teresa esprime l’auspicio “che l'India diventi una casa per servire i poveri, bisognosi e oppressi” ha detto il Primo Ministro.
Il governo ha accolto la richiesta del Consiglio Episcopale dell’Orissa, che ha espresso gioia e gratitudine verso l’esecutivo. Nell’occasione l’Arcivescovo Barwa, a nome dei Vescovi dell’Orissa, ha rimarcato che il fine di Madre Teresa “non era convertire le persone, ma – come ha detto lei stessa - di fare di un indù un buon indù, di un musulmano un buon musulmano e di un cristiano un buon cristiano”. “La Madre ha ridato dignità a ogni essere umano, senza distinzione di casta o credo” ha aggiunto.
I presenti hanno celebrato la Madre come “persona dal carisma unico”, ricordandone i tanti appellativi: “L'angelo di Calcutta”, “Santa dei poveri”, “Voce della compassione”, “Coscienza dell’umanità”, “Ambasciatrice della carità”, “Profetessa della pace”.
Anche suor Olivet ha ringraziato il governo per il ricordo pubblico di Madre Teresa. Recentemente il governo dell’Orissa ha chiesto alle Missionarie della Carità di prendersi cura delle donne disabili mentali e di alcuni uomini senza fissa dimora. Attualmente circa 90 di loro sono accolti in quattro diverse case delle missionarie in Orissa. In Orissa, le Missionarie della Carità hanno 18 case. Madre Teresa ha visitato per la prima volta Bhubaneswar nel 1974 e poi diverse altre volte. (PA-SD) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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ASIA/GIORDANIA - Summit dei Capi delle Chiese su presente e futuro dei cristiani in Medio Oriente
 
Amman (Agenzia Fides) – Si apre domani, martedì 6 settembre, ad Amman, la XI Assemblea generale del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, che vede la partecipazione dei Capi e dei rappresentanti di tutte le compagini ecclesiali presenti nell'area mediorientale. All'incontro, che vede come Chiesa ospitante il Patriarcato greco ortodosso di Gerusalemme, prendono parte tra gli altri il Patriarca greco ortodosso di Antiochia, Yohanna X; il Patriarca caldeo, Louis Raphael I; il Patriarca latino elmerito di Gerusalemme, Fouad Twal: il Patriarca siro cattolico, Ignace Youssif III; il Patriarca greco melkita, Gregoire III, e il Patriarca copto ortodosso, Tawadros II.
Gli incontri e i colloqui tra i Capi delle Chiese e delle comunità religiose si concentreranno sulla condizione dei cristiani mediorientali nella travagliata fase storica attraversata dalla regione, e prenderannno in esame anche la necessità di favorire il dialogo e la convivenza con le comunità islamiche maggioritarie, e le iniziative di soccorso ai rifugiati e alle vittime delle guerre messe in atto dalle comunità ecclesiali. Si valuteranno anche le iniziative da prendere per sollecitare la Comunità internazionale e le potenze globali e regionali a favorire la fine dei conflitti in Siria e Iraq il più presto possibile.
Ospitando il summit ecclesiale di alto livello, il Regno Hascemita di Giordania rivendica anche il suo ruolo di custode dei Luoghi Santi cristiani, e attesta di nuovo la propria sollecitudine a riconoscere la presenza cristiana come elemento autoctono indispensabile e ineliminabile del mosaico di popoli e comunità religiose che convivono in Medio Oriente. Domenica 4 settembre Re Abdallah II, ricevendo il Patriarca copto ortodosso Tawadros II, ha voluto ribadire che la Giordania rappresenta un modello di “coesistenza armoniosa” tra cristiani e musulmani. Durante il suo primo giorno in Giordania, Papa Tawadros ha inaugurato a Madaba il monastero copto ortodosso di Sant'Antonio – la cui prima pietra era stata posta dal suo predecessore Shenuda III nel 2005 – e si è recato in vistita al Monte Nebo, da dove Mosè ebbe la visione della Terra Promessa destinata da Dio al Popolo Eletto.
Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, fondato nel 1974 a Nicosia e attualmente con sede a Beirut, ha lo scopo di facilitare la convergenza delle comunità cristiane mediorientali su temi di comune interesse e favorire il superamento di contrasti di matrice confessionale. (GV) (Agenzia Fides 5/9/2016).
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ASIA/TURCHIA - Il Patriarcato ecumenico respinge le “false accuse” di coinvolgimento nel fallito colpo di Stato
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli deplora le “false accuse” circolate nei giorni scorsi sulla stampa turca e volte ad accreditare un coinvolgimento del Patriarca ecumenico Bartolomeo I nel fallito colpo di Stato tentato in Turchia lo scorso 15 luglio. La riprovazione del Patriarcato ecumenico e stata resa nota dal protopresbitero Dositheos Agnostpoulos, responsabile dell''Ufficio stampa patriarcale, con una dichiarazione asciutta, dove si fa riferimento all'articolo attribuito all'ex diplomatico Usa Arthur Hughes e pubblicato a metà agosto sul sito internet www.orietnalreview.org, che veniva presentato dalla stampa turca come fonte delle indiscrezioni riguardanti il Patriarcato ecumenico. In realtà, lo stesso Hughes ha smentito di essere l'autore dell'articolo. Considerati gli aspetti poco chiari della vicenda, fonti vicine al Patriarcato riportano all'Agenzia Fides l'impressione che l'intera operazione sia stata architettata per mettere in difficoltà lo stesso Patriarca Bartolomeo.
Lo scorso 30 agosto (vedi Fides 1/9/2016) il quotidiano turco Aksam ha pubblicato in prima pagina un articolo in cui si accreditavano presunte connivenze della CIA e del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli con il golpe fallito in Turchia il 15 luglio, ordito secondo Ankara dal predicatore islamico Fethullah Gulen – attualmente esule negli Usa – e al suo movimento Hizmet.
(GV) (Agenzia Fides 5/9/2016).
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AMERICA/MESSICO - In 18 mila pregano per la famiglia e i migranti
 
Ciudad Juarez (Agenzia Fides) – Da Ciudad Juarez (Messico), 15 Vescovi delle diocesi della zona di frontiera tra Stati Uniti e Messico, hanno partecipato alla celebrazione per la difesa della famiglia e dei migranti. Secondo la nota inviata a Fides, circa 18 mila persone sabato sera, 3 settembre, presso il Centro Convegni El Punto, hanno partecipato alla Messa presieduta da Sua Ecc. Mons. Jose Guadalupe Torres Campos, Vescovo di Ciudad Juarez, Chihuahua.
"Non possiamo rimanere indifferenti alla voce di Dio che oggi attraverso l'Eucaristia ci continua a parlare. Nel Vangelo, Dio parla a Giuseppe attraverso un sogno e dà un'indicazione molto concreta: Alzati prendi la tua famiglia, curala, proteggila, e Giuseppe ascolta la voce di Dio, prende la sua famiglia, la porta in Egitto per prendersi cura di essa e proteggerla dal nemico, la salva, la custodisce" ha detto il Vescovo durante l'omelia, “così anche noi riguardo alle nostre famiglie, dobbiamo seguire la voce di Dio”.
Sullo stesso altare costruito per la celebrazione di Papa Francesco per i migranti, durante la sua visita in Messico, insieme a Mons. Torres hanno concelebrato il Segretario della Conferenza Episcopale Messicana, alcuni Vescovi del Messico e degli Stati Uniti. Questa Messa è stata la celebrazione finale della "Marcia per le famiglie", organizzata pensando alle famiglie di tanti messicani divisi dalla frontiera, e nel programma degli eventi per l'Anno della Misericordia.
(CE) (Agenzia Fides 05/09/2016)
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AMERICA/COLOMBIA - La Settimana per la Pace a Cali: “Dai dialoghi agli accordi di riconciliazione”
 
Cali (Agenzia Fides) – Nella cornice della 29ma edizione della “Settimana per la Pace” che si celebra in Colombia dal 4 al'11 settembre (vedi Fides 1/09/2016), l'arcidiocesi di Cali, guidata dal suo Arcivescovo, Sua Ecc. Mons. Darío de Jesús Monsalve Mejía, ha preparato diversi eventi, di cui il principale sarà l'incontro, il 6 settembre, sul tema: “Dai dialoghi agli accordi di riconciliazione". Tale incontro, secondo gli organizzatori, avrà lo scopo di “fornire alla comunità strumenti sufficienti per prendere decisioni consapevoli dinanzi al referendum. Permetterà anche di comprendere le sfide che deve assumere la cittadinanza colombiana in questo nuovo processo di transizione verso la pace, nella costruzione della riconciliazione collettiva, nella credibilità e nel rispetto degli altri che la pensano diversamente".
L'incontro-dialogo presenterà l'esperienza della Chiesa nella costruzione della pace e l'importanza della riconciliazione come strumento essenziale per la pace. Il principale invitato è Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, Arcivescovo de Tunja e presidente della Conferenza Episcopale della Colombia. Insieme a lui prenderanno la parola anche Henry Acosta, economista che lavora a Cali ed è uno dei principali protagonisti dei dialoghi fra Farc e governo colombiano, e padre José González, Vicario dell’arcidiocesi di Cali per la Riconciliazione e la Pace.
(CE) (Agenzia Fides, 05/09/2016)
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AMERICA/BOLIVIA - Missionario fra i giovani alcolisti nella foresta amazzonica
 
La Paz (Agenzia Fides) – Giovanni Forasacco aveva 54 anni quando lasciò l’Italia per andare missionario in Bolivia. Era entrato a far parte della Comunità Papa Giovanni XXIII, fondata da don Oreste Benzi, e maturò qui la scelta di andare a vivere in piena foresta Amazzonica, nella regione dell’Alto Beni, insieme ad un gruppo di alcolisti per accompagnarli nel loro recupero. Come informa la nota pervenuta a Fides, si tratta di persone senza speranza, la cui unica possibilità di sopravvivere è isolarsi nella giungla. Insieme a loro coltiva banane, caffè, riso, ed annuncia la parola di Gesù traducendo loro “Pane Quotidiano”, il bimestrale con la parola di Dio di ogni giorno e le meditazioni di don Benzi. Ma soprattutto li ascolta, li sostiene, ed ancor più comprende le loro miserie.
Nella foresta le condizioni di vita sono estremamente difficili: caldo umido, insetti che ti tormentano tutto il giorno, povertà estrema. Nessun altro missionario era riuscito a stare lì a lungo, mentre Giovanni dona tutte le sue energie a quegli uomini distrutti dall’alcool e da una vita di stenti. Con l’aiuto di donazioni dall’Italia e dei progetti dell’Unione Europea, costruisce un nuovo capannone dove il piccolo gruppo potesse vivere più dignitosamente. Nel maggio di quest’anno era rientrato in Italia per reperire ancora fondi per continuare questi lavori, ma il 29 agosto muore improvvisamente, mentre sta lavorando la sua amata terra, a 63 anni. Aveva lasciato detto che voleva essere sepolto di fronte alla cappella di quella piccola comunità di persone ferite, accanto ad un giovane ospite morto qualche anno fa. (SL) (Agenzia Fides 5/9/2016)
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OCEANIA/AUSTRALIA - La misericordia viaggia in e-conference
 
Sydney (Agenzia Fides) – “Misericordia: un modo di essere nel mondo” è il titolo della nuova e-conference (conferenza sul web) organizzata per il 20 settembre dal Broken Bay Institute, nella omonima diocesi australiana, specializzato in comunicazione on-line su argomenti teologici e spirituali. In sintonia con i contenuti dell’Anno giubilare della Misericordia, Broken Bay Institute, partner della Conferenza episcopale Australiana, “intende rispondere in tal modo all'invito di Papa Francesco ad esplorare questo aspetto centrale della nostra fede” annuncia l’Istituto.
Come riferisce una nota pervenuta a Fides, il Broken Bay Institute ha creato nell’Anno santo una serie di eventi, conferenze e seminari intitolati “Momenti di misericordia” (Mercy Moments), in cui si inserisce la e-conference. “Crediamo che la e-conference sia un’estensione della formazione alla fede in epoca contemporanea e in un ambiente contemporaneo” ha spiegato Gerard Goldman, amministratore delegato dell’Istituto. In un Istituto che fa della formazione teologica e spirituale la sua missione, “riteniamo sia nostra responsabilità fornire a tutti i fedeli che possono collegarsi on-line una risorsa e un approfondimento gratuito” ha proseguito Goldman.
La web conferenza si avvarrà dei contributi in diretta di Sua Ecc. Mons. Mark Coleridge, Arcivescovo di Brisbane; di suor Veronica Lawson, scrittrice; di Phil Glendenning, presidente del Consiglio per i rifugiati dell'Australia. Quanti saranno collegati potranno intervenire in diretta per porre domande ai relatori o dibattere con loro. (PA) (Agenzia Fides 5/9/2016)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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