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giovedì 27 aprile 2023

Il reperto è stato recuperato nella zona di Cerkovo, nel Donbas

 La piastrina di Bruno Collavin torna a San Giorgio

L'alpino del Nono Reggimento morì durante la Campagna in Russia. E' stata recuperata tra l'inferno del Donbas.
26 Aprile 2023

A distanza di 80 anni, sarà riconsegnata ai suoi discendenti la piastrina di un alpino disperso durante la campagna di Russia che l’esercito di Mussolini affrontò nel corso della seconda guerra mondiale.  Il reperto è stato recuperato nella zona di Cerkovo, nel Donbas, dal ricercatore Alexander Perinov. Il reperto è riemerso tra le zolle della tristemente nota ‘Valle della morte’, vallata che attualmente separa la Russia e Ucraina e da due anni teatro di atroci conflitti.

La piastra apparteneva a Bruno Collavin e sarà riconsegnata ai discendenti dell’alpino, durante una cerimonia solenne che si terrà nella chiesetta di Chiarisacco, piccola frazione di San Giorgio di Nogaro, lo stesso edificio religioso in cui il friulano fu battezzato. La consegna sarà preceduta da una messa e da un alzabandiera che si terrà alle 9.30.

La lunga ricerca sulle tracce dei familiari è stata condotta dal capogruppo Ana di San Giorgio di Nogaro Davide De Piante, che ha ricevuto l’incarico da Roberto Venturini, componente del gruppo ‘Armir ritorno dall’oblio’ coordinato da Enia Accettura.

L’indagine degli eredi è partita dal foglio immatricolare dell’epoca. Un documento prezioso, che ha restituito numerose informazioni sul soldato arruolato nel Nono Reggimento degli Alpini, caduto in guerra presumibilmente il 21 aprile 1943 e poi decorato con la Croce di Guerra.

Bruno era nato nel 1915 dall’unione di Pietro Collavin e Amabile Turchetti. Era cattolico, alto 1 metro e 65 centimetri, aveva i capelli castani lisci, gli occhi celesti, il viso corto, il mento rientrante, la fronte bassa, il naso aquilino, una bocca grossa, la carnagione rosea e una dentatura definita ‘guasta’. Abbandonò la scuola dopo la terza elementare, ma sapeva leggere e scrivere, e nella vita, prima di arruolarsi e partire per il fronte, faceva il mestiere più comune nel Friuli dell’epoca, ovvero il contadino. Il suo corpo, assieme a quello di altre centinaia di soldati, fu ritrovato negli ’90 e tumulato all’interno del Tempio Nazionale “Madonna del Conforto” di Cargnacco dove sono presenti – tra Ignoti e Caduti identificati – circa 8mila dei 90 mila militari che non fecero più rientro dalla Campagna di Russia.

Dopo la cerimonia, la decorazione e la piastrina saranno donate al Gruppo degli alpini di San Giorgio di Nogaro.


Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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