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sabato 15 novembre 2025

Mezza maratona di Palmanova, di corsa con atleti di 24 nazioni


Palmanova lancia il conto alla rovescia per la 23^ edizione della mezza maratona. Domenica 23 novembre si rinnova l’appuntamento con la gara sui tradizionali 21,097 km che scatterà e arriverà in Piazza Grande, cuore della celebre città stellata, nel 2017 dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco. Per Palmanova si annuncia un evento da record: a nove giorni dall’evento, le iscrizioni (aperte sino al 19 novembre sul portale Endu.net) hanno già raggiunto quota 2.200, con atleti che arriveranno da diverse regioni d’Italia (14, isole comprese) e da ben 24 nazioni. Sarà straniero un partecipante su quattro. Per correre a Palmanova giungeranno anche dal Brasile e dal Sudafrica, dagli Stati Uniti e da diversi Paesi europei (Austria e Slovenia in primis). Oltre mille gli iscritti dal Friuli-Venezia Giulia, con la provincia di Udine – 610 partecipanti – a recitare la parte del leone. Curiosità: il 30% degli iscritti è rappresentato da donne. Un sottile, simbolico filo rosa collegherà dunque i 21,097 km di gara. Numeri di grande impatto per quella che da diversi anni è la mezza maratona più frequentata del Friuli-Venezia Giulia e, anche nel 2024 (1.747 classificati nelle 3 ore del tempo massimo), ha trovato un posto tra le venti gare più partecipate d’Italia. Organizzata da Eventi Sportivi Palmanova Asd, la Mezza Maratona “Città di Palmanova” – presentata ufficialmente ieri sera nel Salone d’Onore del Palazzo Municipale – sarà anche quest’anno aperta ai pattinatori, coinvolti e coordinati dalla società Roller Evolution. La loro partenza avverrà alcuni minuti prima di quella dei runners, prevista alle 10. I pattinatori faranno poi passerella (senza finalità agonistiche) sullo stesso percorso dei podisti.

 

TOP RUNNERS – Si cercano gli eredi del burundese Jean-Marie Vianney Niyomukiza e dell’etiope Betselot Andualem Tadesse, primi nel 2024 rispettivamente in 1h03’29” e 1h13’24”. Nella gara maschile, riflettori puntati sul ruandese John Hakizimana (1h01’35” di record personale, Arezzo 2022), reduce dalla vittoria nella maratona di Ravenna in 2h10’47” (2h08’18” di primato sulla distanza regina, ottenuto con il terzo posto di Milano nel 2023) e sul keniano Vincent Momanyi, quest’anno sceso a 1h02’30” a Telese Terme e già primo, in stagione, nelle mezze maratone di Trieste, Bibione, Udine e, appunto, Telese Terme. La pattuglia keniana sarà completata da Enos Kakopil (1h00’17”, Kobenhavn 2021), Ishmael Kalale (1h00’47”, Lisbona 2018), Rodgers Maiyo (1h01’56”, Arezzo 2015) e James Mburugu (1h01’23”, Lugano 2021). Sul versante italiano, occhio ad Abdoullah Bamoussa, azzurro nei 3000 siepi all’Olimpiade di Rio 2016 e ai Mondiali di Londra 2017, reduce dalla vittoria in solitaria alla Portogruaro Half Marathon, e agli emergenti Daniele Farronato e Mihail Sirbu, scesi rispettivamente a 1h04’00” e 1’04’35” ai recenti Tricolori di Cremona. La keniana Purity Kajuju Gitonga è la favorita della gara femminile: ha un personale di 1h08’52” (Bilbao 2024) e lo scorso inverno è giunta ottava nei 3000 metri ai Mondiali indoor di Nanchino, confermandosi anche ottima pistard. E’ la sorella gemella di quella Caroline Makandi Gitonga che domenica scorsa, a Ravenna, ha corso in 1h06’26”, stabilendo la miglior prestazione femminile di sempre sul suolo italiano. Da seguire poi il ritorno delle etiopi Asmerawork Bekele Wolkeba (1h12’10”, Vinovo 2022) e Tenaw Betelhem Derbush (1h13’05”, Vittorio Veneto 2025), rispettivamente quinta e terza a Palmanova nella passata stagione. Mentre il tifo degli appassionati friulani non mancherà di sostenere la 39enne pordenonese Marina Paveglio, scesa a 1h23’51” alla recente Portogruaro Half Marathon, dov’è stata seconda alle spalle di Wolkeba. I record da battere? 1h01’12” per gli uomini e 1h11’39” per le donne. Entrambi sembrano a rischio.

 

PERCORSO – L’edizione 2025 della Mezza Maratona “Città di Palmanova” si svilupperà sul percorso che ha accompagnato la crescita dell’evento per 20 delle 22 edizioni sin qui disputate. La scenografica Piazza Grande, cuore di Palmanova, con l’originale pianta esagonale e gli importanti edifici storici che vi si affacciano, ospiterà partenza e arrivo della gara. Gli atleti lasceranno la città uscendo da Porta Udine e vi rientreranno, nel finale di gara, transitando per Porta Cividale. Dopo l’uscita da Palmanova gli atleti arriveranno a Sottoselva. Al quinto chilometro è previsto il passaggio per l’antico borgo di Clauiano. Il percorso si svilupperà poi verso Santa Maria la Longa, Merlara, Melarolo e Trivignano Udinese. Al quindicesimo chilometro, nuovo passaggio per Clauiano, da lì il ritorno nel territorio comunale di Palmanova, attraversando Ialmicco e nuovamente Sottoselva, prima di rientrare in città da Porta Cividale. È il percorso storico della Mezza Maratona “Città di Palmanova”, dove si è corso per tanti anni a partire dall’edizione inaugurale del 2003. Una sorta di anello allungato, interamente asfaltato e senza variazioni di pendenza: l’ideale per prestazioni cronometriche di rilievo. Il tracciato, rimisurato poche settimane fa in seguito ad una variazione intervenuta nella viabilità stradale, ha anche ottenuto il certificato di omologazione internazionale rilasciato da World Athletics.

 

SWEET TEAM AL VIA – Alla mezza maratona di Palmanova sarà presente anche lo Sweet Team Aniad Fvg, associazione dedita alla divulgazione di informazioni sul diabete attraverso la pratica sportiva: 18 atleti affetti da diabete parteciperanno alla gara, assistiti da una équipe di dietisti e diabetologi. Lo slogan che li accompagnerà? “Il diabete teme chi fa sport”.

 

RIANIMATORI DI CORSA – Tra gli iscritti alla mezza maratona di Palmanova c’è anche il BLS-RUN Team “…rianimatorINcorsa”, una squadra di podisti abilitati a svolgere manovre di rianimazione cardiopolmonare e defibrillazione precoce. Il team, distinguibile per la caratteristica maglia arancione, sarà composto da otto atleti: Erica Securo, Aurelio La Grasta, Sabato “Tino” Cerchia, Elena Fabiani, Erica Beltrame, Riccardo Della Rosa, Stefano Marcello Burlon e Gianni Stelitano, l’atleta di Codroipo che alcuni anni fa ha avuto l’idea di creare la squadra di soccorritori pronta ad intervenire, dall’interno della corsa, nel caso di particolari problematiche sanitarie.

 

EVENTI COLLATERALI – Per la manifestazione organizzata da Eventi Sportivi Palmanova Asd si annuncia un vero e proprio festival della corsa declinato in vari eventi che si svilupperanno lungo l’intero weekend, da venerdì 21 a domenica 23 novembre. L’obiettivo? Coinvolgere anche chi non partecipa direttamente alla mezza maratona, familiari e accompagnatori. Venerdì 21 novembre apertura con la Staffetta delle Scuole, che coinvolgerà i ragazzi degli istituti medi e superiori. E domenica 23 novembre, subito dopo lo start della mezza maratona, da Piazza Grande scatterà “Corriamo contro la violenza sulle donne”, una marcia non competitiva aperta a tutti che ogni anno raccoglie diverse centinaia di partecipanti. Non solo: Piazza Grande, dove gli atleti convergeranno per ritirare il pacco gara e il pettorale, sabato 22 novembre ospiterà, all’interno di un tendone riscaldato, una novità assoluta, il Running Dance Party, una serata di ballo e divertimento all’insegna della musica degli anni ’80, ’90 e 2000, con dj set di Massimo Rossini e intervento del vocalist Igor Pezzi. Il sipario di chiusura della domenica sarà invece costituito dal tradizionale e sempre apprezzato Pasta Party. Il conto alla rovescia può partire.

mercoledì 15 marzo 2023

ASIA/CINA - Rendere grazie a Dio tra le vette del Monte Lú. 15 marzo 2023

 

ASIA/CINA - Rendere grazie a Dio tra le vette del Monte Lú. I pellegrinaggi quaresimali al Santuario di Lushan per la festa di San Giuseppe
 


Lushan (Agenzia Fides) – Lushan, il “Monte Lú”, è una montagna situata nell’omonimo distretto a sud della città di Jiujiang nella provincia cinese di Jiangxi. Da lontano si possono ammirare innumerevoli vette che sfumano tra le nuvole con paesaggi incantevoli. L’intera area, riconosciuta come patrimonio culturale accreditato dall'UNESCO, è ora compresa all’interno di un vasto parco naturale conosciuto a livello internazionale. Fu proprio in quella regione che i missionari lazzaristi francesi eressero nel 1894 la chiesa dedicata all’Assunzione di Maria, proprio con l’intento di offrire un’oasi spirituale anche per le comunità cattoliche delle aree di Shanghai, Nanchino e Wuhan, e da tutti i paesi e le città della provincia di Jiangxi.E' lì che anche oggi la comunità cattolica di Jiujiang, nella provincia di Jiangxi, ha portato i suoi fedeli per un pellegrinaggio quaresimale, nei giorni che precedono la festa di San Giuseppe, venerato anche come Patrono delle missioni in Cina. Via Crucis, adorazione, sacramento della penitenza, per ripercorrere insieme la via di Gesù, che con la sua Passione si abbandona all’abbraccio del Padre.
Il parroco don Pang Rui e le suore hanno guidato il pellegrinaggio invitando tutti a camminare sulle orme di San Giuseppe, “per imparare le virtù dell'obbedienza al Signore, la sua fervida pietà, la dedizione a servizio della Sacra Famiglia”.

Nel 2013, la comunità cattolica di Jiangxi ha eretto presso la chiesa dell’Assunzione di Maria anche il Centro Spirituale di Matteo Ricci di Lushan. In dieci anni, quello di Lushan è diventato uno dei santuari più amati dai cattolici cinesi, e viene frequentato anche da tanti non battezzati, visto che il Centro offre anche ospitalità a chiunque desidera trascorrere un tempo di pace e raccoglimento in un ambiente che rasserena l’anima, lontano dalla frenesia delle megalopoli. Le persone possono passeggiare lungo i sentieri della Via Crucis, pregare e meditare davanti alle statue della Madonna, ed ammirare le meraviglia del Creato del Signore. Tutto è reso possibile anche grazie alla lungimiranza e al duro lavoro dei missionari. Lo stile di costruzione del Santuario (dalla chiesa al Centro spirituale) è semplice e lineare. Le pietre della chiesa raccontano la vicende di una ininterrotta esperienza di fede vissuta anche in mezzo alle tribolazioni. Da130 anni fa, e con un ritmo divenuto più intenso nell’ultimo decennio, anche grazie all’indizione dell’Anno Santo della Misericordia, il Santuario è meta costante di pellegrinaggi di comunità, famiglie, singoli viandanti. Arrivano da tutta la provincia e dalle grandi aree urbane circostanti gruppi di immigrati interni, sacerdoti e suore – quelle delle Congregazioni diocesane dello Spirito Santo, del Sacro Cuore di Gesù, le Missionarie francescane, le Piccole sorelle di Santa Teresa di Lisieux… - che lì tengono i loro ritiri spirituali, per chiedere che la grazia di Cristo rinnovi il loro fervore apostolico e missionario, al servizio di tutto il popolo. Così. Ogni giorno, i canti dell’Ave Maria, dell’Alleluia, il Dona nobis pacem intonati dai vari cori parrocchiali salgono tra le nuvole del Monte Lu, per rendere grazie a Maria e al Padre che è nei Cieli. (NZ) (Agenzia Fides 15/03/2023)


giovedì 14 novembre 2019

Agenzia Fides 14 novembre 2019

AFRICA/MALAWI - Urge una soluzione politica: i Vescovi chiedono dialogo
 
Lilongwe (Agenzia Fides) – Il Malawi, definito “cuore caldo dell’Africa”, si trova coinvolto nel pieno di turbolenze politiche. Le elezioni generali dello scorso maggio, che hanno visto il Presidente in carica Arthur Peter Mutharika del Partito Democratico Progressista (DPP) dichiarato vincitore dalla Commissione elettorale del Malawi (vedi Fides 21/5/2019), continuano ad essere oggetto di forti contestazioni. I due leader dell'opposizione, Lazarus Chakwera del Malawi Congress Party (MCP) e l'ex vicepresidente Saulos Klaus Chilima del United Transformation Movement (UTM), hanno respinto i risultati e si sono rimessi alla Corte costituzionale. Da allora tutto il paese è coinvolto in atti di violenza, proteste, saccheggi e distruzione (vedi Fides 23/10/2019).
Lo scorso 27 ottobre, la Chiesa del Malawi ha indetto una “Giornata di preghiera nazionale per la pace, l’unità e la riconciliazione” in cui i Vescovi hanno chiesto in modo accorato di riattivare il dialogo tra tutti gli attori politici su questioni di interesse nazionale. E prosegue una campagna di sensibilizzazione e di preghiera auspicando un confronto pacifico tra i leader, orientato al bene della nazione.
“Noi cattolici di tutte le otto diocesi del paese abbiamo pregato e continuiamo a farlo, invitando i leader di tutti i partiti politici a scacciare il loro orgoglio, a riunirsi e a guardare la nazione che brucia e trovare una soluzione politica”, ha detto il Presidente della Conferenza episcopale del Malawi, mons. Luke Thomas Msusa, in una nota pervenuta all’Agenzia Fides.
“All’unanimità, noi Vescovi cattolici imploriamo il partito al potere perché la direzione del partito di opposizione possa avviare un dialogo fecondo su questioni di interesse nazionale. Ciò di cui il Malawi ha urgente bisogno è una soluzione politica. Ecco perché tutti noi cattolici chiediamo il dialogo” conclude mons. Msusa.
Non è mancato il messaggio di solidarietà di Papa Francesco: il Santo Padre ha sottolineato l’importanza delle preghiere per portare alla conversione dei cuori e alla riconciliazione, al servizio della pace e dell'armonia sociale. (AP) (14/11/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/INDONESIA - Il Cardinale Suharyo: dal Papa un invito alla convivenza, i cattolici indonesiani sono in prima linea
 
Giacarta (Agenzia Fides) - "È stato Papa Francesco a esortare noi Vescovi indonesiani ad approfondire il Documento sulla fratellanza umana, diffuso ad Abu Dhabi, e a metterlo in pratica, guardando all'Indonesia come un paese moderno, in cui le minoranze religiose possono vivere pacificamente con la maggioranza dei musulmani, in un clima sociale di rispetto, tolleranza, fraternità": lo afferma all'Agenzia Fides il Cardinale Ignatius Suharyo, Arcivescovo di Giacarta e Presidente della Conferenza episcopale indonesiana, a conclusione dell'assemblea annuale dei Vescovi dell'arcipelago, tenutasi a Bandung dal 4 al 14 novembre.
Il Cardinale, rilevando che "i nostri amici musulmani indonesiani hanno studiato seriamente quel documento", ha illustrato il messaggio conclusivo dell'assemblea, ricordando la sfida dell'estremismo religioso, fautore di violenza, e, in questo contesto, la sfida del dialogo interreligioso e della convivenza, nel paese musulmano più popoloso del mondo, dove oltre 80 milioni di musulmani moderati aderiscono all'organizzazione "Nahdlatul Ulama" e altri 60 milioni alla "Muhammadiyah".
Il Cardinale ribadisce che “la Chiesa cattolica indonesiana è messa alla prova e chiamata a promuovere la fratellanza fraterna e la pace, come sostenuto dalla Dichiarazione di Abu Dhabi. Questo spirito fraterno deve basarsi sui valori dell'umanità che vanno interiorizzati a livello personale e sociale, per poi tradurli nella società e nelle relazioni umane".
Il Cardinale, al termine di un'assemblea dell'episcopato in cui si è avuto modo di approfondire il testo della Dichiarazione di Abu Dhabi, rileva che "ogni diocesi dovrebbe promuovere il contenuto e il messaggio della Dichiarazione di Abu Dhabi, in ogni modalità, inclusa quella che passa attraverso i social media", auspicando che "sacerdoti e religiosi abbiano il coraggio di 'uscire', entrando in contatto con comunità di altre confessioni religiose", per contribuire a costruire la fratellanza umana nella nazione, in Asia, nel mondo. (MH) (Agenzia Fides 14/11/2019).
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ASIA/COREA DEL SUD - Andrea Kim Dae-geon, un santo universale: patrocinio Unesco al Giubileo
 
Parigi (Agenzia Fides) - L'Unesco (l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura) ha riconosciuto il patrocinio alle celebrazioni per il bicentenario della nascita di Andrea Kim Dae-geon (1821-1846), primo sacerdote e martire coreano. Come appreso dall'Agenzia Fides, alla cerimonia che si svolge oggi a Parigi, durante la 40a Conferenza generale dell'Unesco, sono presenti autorità civili coreane e il Vescovo Lazzaro You Heung-sik, alla guida della diocesi coreana di Daejeon, in rappresentanza della Chiesa coreana.
I Vescovi coreani, nell'assemblea annuale dello scorso ottobre, hanno annunciato le celebrazioni per il 200° anniversario della nascita di Sant'Andrea Kim Dae-geon (21 agosto 1821), primo prete cattolico coreano, decapitato a Seul il 16 settembre 1846, nel corso dell'ondata di persecuzioni lanciate dalla dinastia Joseon. Sant'Andrea è uno dei 103 martiri coreani canonizzati il 6 maggio 1984 da San Giovanni Paolo II.
In una domanda congiunta, le autorità civili coreane e la Chiesa cattolica hanno chiesto il patrocinio dell'Unesco per l'importante evento giubilare, e l'organismo Onu ha confermato il proprio supporto.
Nota il Vescovo Lazzaro You all'Agenzia Fides: "Si tratta di un riconoscimento importante perché Andrea Kim Dae-geon diventa un segno di unità e di fraternità a diversi livelli: per la società coreana, divisa tra ricchi e poveri, o polarizzata per questini politiche; per la Corea intera, nel suo cammino di riavvicinamento e di riconciliazione tra Nord e Sud, che negli ultimi tempi ha subito un rallentamento; per l'intera umanità, segnata da conflittualità e tensioni. Andrea Kim è davvero un esempio universale non solo di apostolato e di santità, ma anche di promozione dei valori di uguaglianza, giustizia, dignità e diritti umani, della cultura, dell'istruzione, della riconciliazione, dello scambio fecondo tra culture diverse".
Nella diocesi di Daejeon, si trova un santuario dedicato al santo, che venne ordinato sacerdote a Shanghai e, una volta rientrato in Corea, fu ucciso "in odium fidei" insieme ai suoi compagni. Mons. You rimarca che "il suo esempio è una luce per i fedeli in Corea, che oggi sono invitati a prendere sul serio l'incontro con Cristo e a tradurre in pratica i valori evangelici, che sono valori universali, per il bene dell'umanità”..
Il santo, ricorda l'mons Lazzaro, "è stato anche un ponte tra Oriente e Occidente dato che sapeva parlare e scrivere in latino, francese e cinese, e ha lasciato diverse opere scritte in quelle lingue. Fu il primo coreano, in assoluto, a studiare la cultura e le lingue occidentali e con la sua opera, contribuì ad ampliare la comprensione reciproca tra Occidente e Oriente”.
"Oggi - conclude il Vescovo - a tenerne viva l'eredita spirituale, morale, culturale, di azione pastorale e sociale, sono i seimila sacerdoti coreani impegnati accanto ai poveri, malati e vulnerabili in tutto il mondo". Le celebrazioni per il Giubileo della nascita di Andrea Kim inizieranno in Corea nel 2020 e continueranno nel 2021. Previsti anche progetti, in nome del santo, in altri paesi del mondo. (PA) (Agenzia Fides 14/11/2019)
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AMERICA/CILE - Profanato il Tempio di San Francisco de Valdivia, messa di riparazione a Talca
 
Valdivia (Agenzia Fides) – Dolore per la profanazione e i danni arrecati alla chiesa di San Francisco, patrimonio del sud del Cile e della Valdivia, sono stati espressi da Mons. Nelson R. Huaiquimil, Vicario generale della diocesi cilena di Valdivia. In un comunicato scrive: “Siamo profondamente addolorati per la distruzione che il Tempio di San Francisco de Valdivia ha subito, sappiamo che la cosa più importante in ogni situazione sono sempre le persone, e lì vivono cinque fratelli dehoniani, persone consacrate al servizio della comunità Stanno bene, ma provano un naturale stato di impotenza e di dolore. Ci addolora che siano entrati nel Tempio e sia stato profanato il Santissimo Sacramento, distrutte le immagini sacre, distrutti gli arredi e procurati danni generali a questa parte del patrimonio, che appartiene a tutti i Valdiviani”.
La crisi politica e sociale che il Cile sta attraversando, si accompagna a manifestazioni violente e incontrollate che prendono di mira anche i luoghi di culto (vedi Fides 21,26,28/10/2019). I Vescovi hanno manifestato il loro dolore “per l'attacco alle chiese e ai luoghi di preghiera senza rispetto per Dio e per coloro che credono in Lui” ricordando che “le chiese e gli altri luoghi di culto sono sacri” (vedi Fides 11/11/2019).
Il Vicario generale di Valdivia condivide la legittima ricerca di giustizia e pace intrapresa da tanti cileni in tutto il paese, “ci sono belle manifestazioni che devono riempirci di speranza”, tuttavia sciocca vedere morti e feriti, e tante persone che hanno subito distruzioni e danni a causa della violenza. Infine invita tutti “a unirsi nella preghiera e nella ricerca del bene, a pregare per tutti coloro che hanno subito violenza e che causano violenza di diverso tipo”, esortando a guardarsi l'un l'altro “non come nemici, ma come quelli che sono in grado di costruire insieme la famiglia umana che tutti ci aspettiamo”.
Nella notte di lunedì 12 novembre, un gruppo di violenti ha fatto irruzione nel Santuario “María Auxiliadora” di Talca, distruggendo le immagini sacre, danneggiando i banchi e profanando il tabernacolo. Martedì 12 novembre l’Amministratore Apostolico della diocesi, Mons. Galo Fernández, ha presieduto la Messa di riparazione, concelebrata dai sacerdoti salesiani e da altri sacerdoti della diocesi.
Padre Pedro Pablo Cuello, direttore dei Salesiani a Talca, prima della messa ha informato che i danni non sono stati ancora quantificati, e ha aggiunto: “Il messaggio che voglio dare a tutti gli abitanti di Talca, ai giovani, agli adulti e ai bambini è che dobbiamo lavorare per la pace, non dobbiamo riposarci per raggiungerla, è il lavoro di tutti, dobbiamo tutti lavorare per questo”.
Nell'omelia il Vescovo ha detto che "non è la perdita materiale di un numero di panche, né la distruzione in sé delle immagini in gesso che rappresentano il Signore, i Santi, che ci hanno fatto del male. Siamo feriti dall’essere testimoni della violenza che subiamo nella nostra patria, dal disaccordo tra cileni ". Quindi ha esortato: “Non lasciamo che l'odio, che la rabbia di cui siamo stati vittime accenda l'odio o la rabbia in noi, è un grande errore. La rabbia, la violenza, non costruisce, distrugge. Non distrugge solo i beni materiali, ma la cosa più preziosa, la convivenza dei fratelli”. (S.L.) (Agenzia Fides 14/11/2019)
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AMERICA/VENEZUELA - False informazioni sui social media attribuite alla Conferenza episcopale, la Chiesa è sempre con il popolo
 
Caracas (Agenzia Fides) – Senza mettere in dicussione il diritto a manifestare pacificamente, l'Episcopato Venezuelano non ha chiesto concentrazioni di natura politica. In particolare, non ha invitato o invita alla manifestazione del 16 novembre 2019. Anzi, l’informazione che circola sui social network al riguardo è un'informazione falsa, che non dovrebbe essere diffusa, per non creare confusione nella popolazione venezuelana. E’ quanto dichiara il Segretario generale della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV), Mons. José Trinidad Fernández Angulo, Vescovo ausiliare di Caracas.
Secondo il post condiviso con l'agenzia Fides, la CEV "ribadisce che il diritto alla protesta pacifica è sancito dall'articolo 68 della Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela, in modo che i venezuelani siano liberi di convocare e partecipare a manifestazioni pubbliche, come stabilito dalla legge”. Tuttavia la CEV denuncia “l'uso scorretto e non autorizzato del logo della Conferenza Episcopale Venezuelana in questa pubblicazione, la cui origine è incerta e sconosciuta, e non conforme al protocollo di sicurezza per l'uso dell'identità grafica della CEV."
Da quando è iniziata la crisi nel paese, la CEV ha avuto problemi con il proprio sito internet e adesso è costretta ad usare il proprio account Facebook per comunicare. Ecco perchè insiste per chiarire questo falso messaggio di invito politico, che ha lo scopo di allontarnare i Vescovi dalla popolazione o da parte di essa. L'Arcivescovo di Maracaibo e Presidente della Conferenza episcopale venezuelana (CEV), Mons. José Luis Azuaje, all'apertura della 102a Assemblea Plenaria dei Vescovi, nel mese di luglio, dichiarò che la Chiesa rimarrà con il popolo, specialmente con coloro che più soffrono nella grave crisi generata dal regime di Nicolás Maduro (vedi Fides 11/07/2019).
La Chiesa in Venezuela, come documentato da Fides e da altri organi di stampa, ha sempre proposto la via del dialogo per risolvere la crisi nel paese (vedi Fides 24/06/2019, 12/07/2019). Dialogo ribadito dal Cardinale Baltazar Porras solo pochi giorni fa alla stampa locale: "La Chiesa si mantiene attenta a qualsiasi via di dialogo per cercare una uscita a questa crisi". Tuttavia, come ha dichiarato il Cardinale Urosa Savino a Union Radio il 10 novembre, la Chiesa ha posto 4 condizioni per riuscire in questo dialogo, che ancora non è stato avviato: "La restituzione dei poteri all'Assemblea nazionale, gli aiuti umanitari per risolvere la crisi della fame, il rilascio dei prigionieri politici e elezioni eque e pulite".
“Il degrado generale del Paese - ha continuato il Cardinale Urosa Savino -, si manifesta in uno degli ultimi problemi: l'esodo degli insegnanti. Molte scuole hanno perso gran parte dei loro insegnanti e i bambini non hanno chi li educa in materie importanti… Non avere insegnanti competenti è un suicidio per il Paese. Sostituire un professore universitario con 15 o 20 anni di esperienza è molto difficile. Il problema è molto complesso e si riflette sul futuro del Venezuela" ha concluso il Cardinale.
(CE) (Agenzia Fides, 14/11/2019)

lunedì 24 settembre 2018

Vatican News 24 settembre 2018

Vatican News
Le notizie del giorno
24/09/2018
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giovedì 6 luglio 2017

Agenzia Fides 6 luglio 2017

AFRICA/BURKINA FASO - Allo studio la creazione di un fondo di solidarietà della Chiesa per le emergenze nazionali
 
Ouagadougou (Agenzia Fides) – Si sta svolgendo a Ouagadougou, presso il Centro per lo sviluppo umano integrale, un workshop sulla creazione di un fondo di solidarietà da parte della Caritas nazionale, per far fronte alle diverse crisi e alle catastrofi naturali che il Burkina Faso si trova periodicamente ad affrontare. Come afferma la nota della Conferenza Episcopale del Burkina Faso, è emerso che a livello di Chiesa del Burkina, non esiste un meccanismo di gestione di tali situazioni, pertanto è necessario pensare a come intervenire nelle crisi umanitarie, in maniera rapida ed immediata, avendo particolare attenzione per le persone più vulnerabili, vittime o colpite in qualche modo. Inoltre la creazione di tale fondo di solidarietà si inserisce nelle dinamiche di auto-gestione della Chiesa locale.
Sono questi i motivi che hanno portato all’organizzazione di questo seminario, che si tiene dal 5 al 7 luglio, a cui partecipano i rappresentanti delle diverse diocesi del paese e delle varie strutture ecclesiali nazionali. Dopo lo scambio di esperienze di mobilitazione delle risorse locali all'interno della Chiesa, i partecipanti indicheranno una strategia per la realizzazione di questo fondo e la tabella di marcia per le prossime tappe. (SL) (Agenzia Fides 6/7/2017)
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AFRICA/SUDAN - Il colera raggiunge anche i campi profughi dell’ Est Darfur
 
Karthoum (Agenzia Fides) – Dopo i casi di colera registrati nel White Nile e nello Stato Settentrionale del paese (vedi Fides 14/6/2017), è la volta dei campi profughi dell’area sud sudanese e dell’est Darfur. Contagi e morti nel campo profughi di Kario, 35 km a sud di Ed Daein, oltre che a Khazan Jadeed, area di Shearia. In una settimana, i primi resoconti sulla diffusione dell’epidemia di colera in Nord Darfur sono stati accompagnati dai rapporti di contagi in Sud Darfur (Kalma camp) e est Darfur. Dall’inizio dell’epidemia negli Stati est e sud-est del Sudan, l’organizzazione mondiale della sanità e il Ministero della salute Sudanese non si sono mai riferiti alla pandemia come al colera, ma alla forma meno aggressiva di “diarrea acquosa acuta”.
Nel South Kordofan, in totale, il numero di contagi è salito a 207 oltre a 21 morti nel centro sanitario locale di Farshaya. Ulteriori contagi sono stati riportati nella parte occidentale di El Obeid, capitale del North Kordofan, dove la scuola El Sayed El Makki è stata trasformata in un centro per quarantena. Le persone della zona hanno espresso timori che questo possa portare ad una diffusione di infezioni tra gli studenti all'inizio dell'anno scolastico. Alcuni hanno preso in considerazione l’idea di prolungare il periodo di vacanza così da limitari ulteriori eventuali danni.
(AP) (6/7/2017 Agenzia Fides) 
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ASIA/FILIPPINE - Il Vescovo di Marawi: “Preghiamo e speriamo che la guerra finisca presto”
 
Marawi (Agenzia Fides) – “La situazione è estenuante: sono passati oltre 40 giorni di guerriglia e la nostra splendida città di Marawi è ridotta in macerie. Siamo in pena per padre Chito e gli altri ostaggi. Speriamo con tutto il cuore e preghiamo che la guerra a Marawi finisca al più presto”: lo dice all’Agenzia Fides il Vescovo Edwin De la Pena, che guida la Prelatura apostolica di Marawi, sull’isola di Mindanao, mentre il conflitto tra l’esercito filippino e i terroristi fedeli all’Isis, asserragliati dal 23 maggio nella città di Marawi, prosegue. Secondo stime ufficiali, fino al 5 luglio 351 sono i jihdisti uccisi, 39 i civili, 85 i militari filippini che hanno perso la vita, mentre i l’esercito filippino da alcuni giorni si avvale della consulenza strategica e delle tecnologie fornite dall’esercito americano.
In una battaglia che sta durando molto più del previsto – il che mostra la accurata preparazione dell’assalto terrorista – il presidente Duterte spera che la crisi termini prima di pronunciare il prossimo discorso sullo stato della nazione, il 23 luglio, stesso giorno in cui scadono i due mesi di legge marziale proclamata a Mindanao dal 23 maggio.
“C’è grande tensione. Non ci sono negoziati, ma si continua a combattere. Intanto molti profughi sono demoralizzati. Come leader cristiani e musulmani stiamo mostrando tutta la nostra solidarietà. La comunità dei battezzati continua a pregare. Parlerò della crisi di Marawi all’imminente assemblea plenaria dei Vescovi filippini, dove eleggeremo il nuovo Presidente. Siamo nelle mani di Dio. Speriamo che non venga fatto del male agli ostaggi. Continuiamo a sperare e pregare” conclude il Vescovo. (PA) (Agenzia Fides 6/7/2017)
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ASIA/LIBANO - I Vescovi maroniti: servono misure urgenti contro la proliferazione delle armi private
 
Beirut (Agenzia Fides) – La proliferazione delle armi private tra i civili inquieta i Vescovi maroniti, che richiamano le autorità libanesi a contrastarla con misure efficaci, senza garantire alcuna tolleranza e “copertura” politica a un fenomeno che rappresenta un fattore di rischio oggettivo per la convivenza pacifica nel Paese dei Cedri. I Vescovi maroniti hanno espresso le loro preoccupazioni per la diffusione fuori controllo di armi individuali tra i civili, nella loro riunione mensile, svoltasi mercoledì 5 luglio nella Sede patriarcale di Bkerkè, sotto la presidenza del Patriarca Bechara Boutros Rai. Tale fenomeno – riferisce il comunicato diffuso dopo l'incontro - è collegato anche all'aumento della criminalità comune, dato allarmante per una società che sembra aver perso “ogni freno morale e legale”. Nel comunicato finale, pervenuto all'Agenzia Fides, i Vescovi stigmatizzano anche l'aumento sfrenato della corruzione, e nello stess o tempo rendono omaggio agli sforzi fatti dal Presidente Michel Aoun per infondere “un nuovo slancio nel Paese e a livello del governo”.
Mercoledì 5 luglio la questione della diffusione di armi tra i civili e soprattutto tra i rifugiati siriani è stata anche al centro di vivaci discussioni in seno alla compagine governativa. Nei giorni precedenti erano stati liberati la gran parte delle 80 persone arrestate di recente per aver esploso colpi di arma da fuoco durante momenti di festa e occasioni celebrative. A tale riguardo, il ministro degli interni Nouhad Machnouk aveva sostenuto che tali scarcerazioni erano avvenute in seguito a “pressioni politiche”, suscitando la reazione energica del ministro della giustizia Salim Jreissati.
A suscitare apprensione nella società libanese è soprattutto la presenza di armi all'interno dei campi che ospitano profughi fuggiti dalla Siria. Venerdì scorso, l'esercito libanese ha compiuto una serie di operazioni all'interno dei campi profughi di al Nour e al Qariya, nella regione di Ersal, al confine con la Siria, dove sarebbero presenti anche gruppi di orientamento jihadista. Durante tali operazioni dell'esercito, secondo quanto riportato dalle fonti delle forze armate, sono state arrestate circa 300 persone, e si è registrato anche l'attacco contro i soldati libanesi di cinque kamikaze, che si sono fatti esplodere ferendo sette militari e provocando la morte di una bambina. (GV) (Agenzia Fides 6/7/2017).
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ASIA/TERRA SANTA - Comitato dell'Unesco: No alle misure unilaterali che alterano lo status di Gerusalemme e dei suoi Luoghi Santi
 
Gerusalemme (Agenzia Fides) - La città vecchia di Gerusalemme e le sue mura storiche rimangono nell'elenco dei siti del patrimonio mondiale dell'umanità da considerarsi “in pericolo”. E vanno considerati nulli e da revocare tutti i “fatti compiuti” e le misure legislative o amministrative messi in atto da Israele che hanno alterato o preteso di alterare il carattere e lo status della Città Santa. Così si esprime la risoluzione sullo status della Città Vecchia di Gerusalemme votata mercoledì 5 luglio dai partecipanti alla 41esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, riunitosi a Cracovia. La risoluzione sulla Città Santa definisce Israele “potenza occupante” e invita lo Stato ebraico a sospendere “scavi, costruzione di tunnel, opere, progetti e altre pratiche” messe in atto a Gerusalemme Est e soprattutto nella Città Vecchia.
La presa di posizione dell'organismo che fa capo all'UNESCO è stata accolta con soddisfazione dal governo palestinese e dalla Giordania, dove i media presentano la risoluzione come un risultato positivo ottenuto grazie al lavoro della diplomazia del Regno Hascemita, che rivendica il ruolo di custode dei Luoghi Santi cristiani e musulmani della Città Santa. L'ambasciatore israeliano presso l'ONU Danny Danon ha invece definito “disgustoso” il linguaggio utilizzato dalla risoluzione, aggiungendo che “nessun falso comitato per il patrimonio universale può rompere il vincolo tra il nostro popolo e Gerusalemme”. (GV) (Agenzia Fides 6/7/2017).
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ASIA/CINA - Nuovo slancio dal primo workshop dell’Evangelizzazione
 
Pechino (Agenzia Fides) – E’ il momento di dare nuovo slancio alla mobilitazione missionaria, nutriti dalla Parola di Dio e dalla preghiera, guidati dallo Spirito Santo, con un maggiore coinvolgimento dei laici: sono le riflessioni dei partecipanti al primo Workshop dell’Evangelizzazione, organizzato dall’Unione delle Superiore Maggiori degli istituti religiosi femminili della Cina continentale. Dal 21 al 25 giugno, si sono incontrate a Pechino 51 suore, sempre sulla prima linea dell’evangelizzazione, di 19 congregazioni religiose, 17 sacerdoti e una ventina di laici attivi nella vita pastorale e missionaria.
Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, grazie alla testimonianza diretta di suore, sacerdoti e laici impegnati sul campo, i partecipanti hanno riflettuto durante il workshop su diversi aspetti dell’evangelizzazione: nel contesto urbano, del mondo rurale, dei mass media, dei giovani, dell’apostolato, dell’annuncio... Il direttore di Faith, don John Battista Zhang, che raccoglie ogni anno le statistiche dei battezzati in Cina, ha fatto riflettere tutti ponendo un interrogativo: “Con un miliardo e 300 milioni di popolazione, i 30/50 mila battezzati all’anno, non sono forse troppo poco?”.
A partire da questa domanda, i partecipanti hanno analizzato problemi, difficoltà ed ostacoli che rallentano l’evangelizzazione, hanno discusso il ruolo della parrocchia, del catechismo, dei catechisti, dei gruppi di evangelizzazione delle Comunità ecclesiali di base. Tutti hanno concordato sul fatto che le suore hanno una dote naturale per portare l’amore di Cristo alla gente, con la loro straordinaria dedizione e capacità di comunicare lo spirito d’amore del Vangelo. E’ stato anche rilevato come i laici oggi siano molto attivi e indispensabili all’evangelizzazione nel mondo contemporaneo.
Durante la condivisione, suor Nan Ying Hui della Congregazione della Presentazione di Nostra Signora di Shang Hai, ha detto: “Mi sembra di aver fatto un giro dell’evangelizzazione nelle diverse diocesi che mi ha aperto gli occhi e mi ha sensibilizzato sulla consapevolezza dell’urgenza missionaria”. Le suore di Shan Xi e della Mongolia Interna hanno aggiunto un'altra priorità: “Bisogna sempre migliorare noi stesse, come religiose, nella conoscenza e nell’approfondimento della fede nei confronti dei laici. Dopo aver sentito le testimonianze, mi sento in crisi. I laici di oggi sono formidabili, sia dal punto di vista teorico che pratico dell’evangelizzazione”.
“Gratitudine e mobilitazione” sono i due termini che i partecipanti hanno portato a casa: immensa gratitudine al Signore per tutti i successi avuti finora e mobilitazione per rilanciare con nuovo entusiasmo l’evangelizzazione.
(NZ) (Agenzia Fides 06/07/2017) 
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AMERICA/VENEZUELA - Nel giorno dell’Indipendenza assalto al Parlamento
 
Caracas (Agenzia Fides) – Una giornata di tensione è stata vissuta ieri dal Venezuela: da una parte la celebrazione del 206.mo anniversario della firma dell'Atto di Indipendenza, dall'altra la violenza che è entrata nel Parlamento, simbolo fino a ieri della democrazia intoccabile del paese. Secondo fonti di agenzia, un gruppo di circa cento militanti chavisti è entrato con la forza nella sede del Parlamento e circa 350 persone sono rimaste sotto assedio per oltre nove ore. Deputati, funzionari e giornalisti che si trovavano dentro hanno subito aggressioni, si parla di una decina di feriti. Alla fine dell’assalto, Julio Borges, il Presidente dell'Assemblea nazionale ha dichiarato alla stampa: "questo gruppo di persone, pagate dal governo, è venuto in questa sede per sequestrare non i deputati o i giornalisti, bensì la sovranità popolare venezuelana, la nostra democrazia...".
Attraverso i social media, sono pervenute a Fides numerose condanne di questo atto violento sia da parte dei governanti di molti paesi sudamericani che dal Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Solo pochi giorni fa, il Card. Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas, aveva definito la posizione del governo del Presidente Maduro come "guerra di un governo contro il popolo", e aveva spiegato: "Noi Vescovi chiediamo al governo nazionale di riconsiderare la situazione, di deporre l'atteggiamento di voler impiantare in Venezuela un sistema totalitario militarista-marxista; e, naturalmente, chiediamo di desistere dall'utilizzare risorse legali per smantellare lo stato. Tutto ciò è riprovevole e intollerabile e non è ciò che desidera la maggior parte del popolo venezuelano" (vedi Fides 1/07/2017).
Papa Francesco, all’Angelus di domenica scorsa, 2 luglio, aveva ricordato che il 5 luglio ricorre la festa dell’indipendenza del Venezuela, assicuro la sua preghiera “per questa cara Nazione” mentre lanciava un appello “affinché si ponga fine alla violenza e si trovi una soluzione pacifica e democratica alla crisi”.
(CE) (Agenzia Fides, 06/07/2017)
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AMERICA/BRASILE - Delegazioni indigene al Ministero della giustizia: stiamo vivendo grandi difficoltà
 
Brasilia (Agenzia Fides) – Il 4 luglio le delegazioni dei popoli Pataxó, Tupinambá e Kaingang, ha presentato alcune richieste al Ministero della Giustizia, a Brasilia, alla Commissione dei Diritti Umani del Senato federale e alla Segreteria Speciale per la Sanità Indigena (SESAI). Il gruppo di 50 capi e dirigenti ha protestato per la demarcazione delle terre tradizionali, per le molestie morali e sessuali alle dipendenti presso le agenzie responsabili della sanità indigena a Rio Grande do Sul e Santa Catarina, e ha presentato una domanda di inchiesta sui servizi sanitari indigeni a Bahia.
"Ogni volta che mi sono seduto a parlare con il Segretario, dice sempre la stessa litania. Lui scrive carte, promette e non prende mai provvedimenti" afferma il capo Xaerru Pataxó del villaggio Caciana, di Porto Seguro, nella nota inviata a Fides dalle POM del Brasile. "Vogliamo sapere cosa decide di fare il Segretario. Stiamo vivendo grandi difficoltà. La nostra gente sta morendo per mancanza di cure, per la mancanza di responsabilità della SESAI".
Riguardo alle richieste, si è parlato dei tagli al bilancio che il Ministero della giustizia ha costantemente subito negli ultimi mesi. Lo stesso Ministro ha detto che ci sono problemi legali che coinvolgono la demarcazione delle terre indigene e ha proposto che le terre indigene diventino "economicamente produttive". "Abbiamo bisogno di pensare insieme come sfruttare economicamente le vostre terre, in modo tale da avere come ritorno la sanità, l'istruzione, la cultura. Questa è la mia proposta di lavoro" conclude la nota.
Il problema della terra in Brasile non è solo un problema dei popoli indigeni, ed è stato motivo di molta violenza: nel 2016 sono stati registrati 1.295 casi di conflitti per la terra e sono stati commessi anche 61 omicidi, con una crescita del 22% rispetto al numero di omicidi dell'anno precedente (vedi Fides 19/04/2017).
(CE) (Agenzia Fides, 06/07/2017) 
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AMERICA/MESSICO - I bambini dello Stato di Chihuahua iniziano a consumare droghe a 10 anni
 
Chihuahua (Agenzia Fides) - Il consumo di droghe, nello Stato di Chihuahua, inizia a partire dai 10 anni di età. La denuncia arriva dal Centro Statale di Tossicologia di PCE, dello Stato messicano che è il primo nel Paese dove si registrano casi allarmanti. I bambini di strada consumano inalanti e solventi, molti di loro per mitigare il senso di fame. Il fenomeno riguarda tutto il Paese dove i minori consumano alcune sostanze psicoattive como cocaina, eroina e benzodiazepine, sostanze che aiutano a dormire e a rilassare i muscoli oltre ad essere farmaci con indicazioni terapeutiche. Tuttavia, la droga di maggiore consumo rimane la mariuana, con l’ 81.8% nel 2012, al di sopra della media nazionale, che è del 79.5%. Un aumento del 500% è stato anche registrato nel consumo di sostanze di vetro negli ultimi 5 anni.
(AP) (6/7/2017 Agenzia Fides)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - “La Chiesa è chiamata dal Vangelo a operare per la giustizia”, dice mons. Panfilo
 
Rabaul (Agenzia Fides) – “Voglio informare tutti i candidati alle elezioni nazionali che l'Arcidiocesi di Rabaul e la Conferenza episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone daranno peso alla vicenda dell’espulsione del missionario laico cattolico neozelandese Douglas Tennent, dato che in tal caso le istituzioni sembrano voler dire che operare per la giustizia non rientra nella sfera e nel compito dei leader religiosi”: con queste parole, espresse in una nota pervenuta a Fides, Mons. Francesco Panfilo, Arcivescovo di Rabaul, è tornato sulla vicenda che agita la Chiesa in Papua Nuova Guinea, mentre il paese ha vissuto una caotica settimana in cui i cittadini sono andati alle urne e, dopo alcuni problemi registratisi a Port Moresby, hanno completato il voto.
L’Arcivescovo si riferisce al caso che ha visto l’avvocato e collaboratore della sua diocesi, Douglas Tennent, improvvisamente espulso dal paese (vedi Fides 14 e 20/6/2017). Il provvedimento spiccato dal Ministero degli interni è conseguenza dell’impegno dell’Arcivescovo e della Chiesa locale in difesa della popolazione locale nel distretto di West Pomio, rispetto alla controversia nata per la presenza di una multinazionale malese che sfrutta il legname di quei territori per produrre olio di palma.
Tennent ha lavorato per tre anni come amministratore nell'Arcidiocesi di Rabaul (2014-2017) e il motivo ufficiale della sua espulsione è stata una presunta “violazione del visto” dato il suo coinvolgimento nella vicenda dei proprietari terrieri nel distretto di West Pomio, ma “Tennent stava soltanto offrendo consulenza legale per conto dell'arcivescovo”, ha ribadito mons. Panfilo
“Per il bene della gente comune della Papua Nuova Guinea, chiediamo al governo di chiarire una volta per tutte”, ha detto l'Arcivescovo Panfilo. “Preghiamo perché le elezioni in corso possano dare al paese leader impegnati per costruire una società giusta e pacifica”, ha concluso, ribadendo che per la Chiesa “sostenere la gente vulnerabile e emarginata a West Pomio è un mandato evangelico, così come è quello di educare o curare i malati”. (PA) (Agenzia Fides 6/7/2017)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DELL'UNIVERSO – SOLENNITÀ - ANNO C 23/11/ 2025

  domenica 23 Novembre 2025 Messa del Giorno XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – NOSTRO SIGNORE GESÚ CRISTO RE DELL'UNIVERSO – SOLENNIT...