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martedì 8 novembre 2022

Germania, Monda: l’identità e lo schiaffo del Vangelo

Germania, Monda: l’identità e lo schiaffo del Vangelo

In un editoriale il direttore de L’Osservatore Romano si sofferma sulla risposta del Papa riguardante la situazione della Chiesa tedesca, offerta durante il volo di rientro dal Paese del Golfo: l'impatto del messaggio di Cristo nelle coscienze dei credenti è il punto di partenza che può portare a nuovi inizi se non si cede a esiti conflittuali

di Andrea Monda

Nel rispondere alla prima domanda dei giornalisti, quella di Fatima Alnajem, inviata della «Bahrain News Agency», il Papa ha riflettuto ad alta voce sull’esperienza del viaggio appena concluso e ne ha indicato la parola chiave: dialogo. Precisando però che la condizione affinché ci sia un dialogo vero e fecondo è la presenza di due identità a confronto, identità non vaghe e confuse ma chiare e forti. Su questo punto dell’identità Francesco è tornato, implicitamente ma con particolare enfasi, nel momento in cui ha concluso la risposta all’ultima domanda, quella del giornalista tedesco Ludwig Rin-Eifel, del Centrum informationis Catholicum, che paragonava la chiesa cattolica in Bahrein (piccoli numeri ma in crescita grazie ad una grande vivacità ricca di speranza) con la chiesa in Germania (ricca di soldi e di grande tradizione teologica ma in forte decrescita e nel mezzo di un periodo travagliato) ed ha parlato di radici affermando che «la radice della religione è lo schiaffo che ti dà il Vangelo, l’incontro con Gesù Cristo vivo: e da lì le conseguenze, tutte; da lì il coraggio apostolico, da lì andare alle periferie, anche alle periferie morali della gente per aiutare; ma dall’incontro con Gesù Cristo. Se non c’è l’incontro con Gesù Cristo ci sarà un eticismo travestito da cristianesimo».

Questo è un punto fondamentale di tutto il pontificato di Papa Francesco: il ritorno alla sorgente, alla fonte della fede, il richiamo all’essenzialità del Vangelo. Altrimenti la Chiesa non si distinguerebbe da una “Ong pietosa”, perché essa non è un’agenzia etica, un’istituzione dedicata alla diffusione dei valori morali, questi sono solo effetti, “conseguenze” come ha specificato ieri sempre nella risposta al giornalista tedesco: «Alle volte si perde il senso religioso del popolo, del Santo popolo fedele di Dio, e cadiamo nelle discussioni eticiste, nelle discussioni di congiuntura, nelle discussioni che sono conseguenze teologiche, ma non sono il nocciolo della teologia». E il nocciolo è proprio “lo schiaffo del Vangelo”. Questo piccolo libro di cui sant’Agostino diceva di aver paura, è un testo che fa entrare in crisi chi lo avvicina con cuore sincero, libero e umile cioè senza intenzioni strumentali o lenti ideologiche. E la crisi, il Papa spesso lo ha ripetuto, molte volte si rivela feconda di possibilità più grandi e sorprendenti e di nuovi inizi se non la si lascia degenerare in paure paralizzanti o esiti conflittuali. Ma è importante accogliere quello schiaffo.

Quando il Papa visitò il Dicastero della Comunicazione, il 24 maggio dello scorso anno, disse qualcosa di simile proprio ai redattori de «L’Osservatore Romano», di lasciarsi schiaffeggiare dalla realtà, cioè abbandonare l’illusione del controllo e l’ansia di “creare” le notizie, perché la realtà, che è sempre più grande delle nostre idee, già parla sufficientemente anzi a volte urla, grida. E nella realtà, nascosto tra le pieghe degli avvenimenti, si cela anche la voce di Dio e la sua Parola, Gesù stesso che continua a interpellare la nostra coscienza: sta a noi ascoltare; è questo il “nocciolo” di tutto, non solo della teologia ma anche di una vita cristianamente e quindi umanamente vissuta in pienezza e all’altezza della propria identità di figli di Dio.

martedì 28 dicembre 2021

lunedì 29 novembre 2021

Il 10 dicembre si consacra la Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia, “sogno missionario" dell’Arcivescovo Ballin

 



ASIA/BAHRAIN - Il 10 dicembre si consacra la Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia, “sogno missionario" dell’Arcivescovo Ballin
 
Manama (Agenzia Fides) – Sarà intitolata a Nostra Signora d’Arabia, e diventerà una delle principali chiese cattoliche della Penisola arabica, sede del Vicariato apostolico dell’Arabia settentrionale. La Cattedrale del Regno del Bahrain sorge nella municipalità di Awali e si prepara finalmente a essere consacrata e inaugurata nelle prossime settimane, subito dopo la Solennità liturgica dell’Immacolata Concezione della Vergine Maria. A consacrare il luogo di culto – riferisce il sito web ad esso dedicato – sarà venerdì 10 dicembre il Cardinale Luis Antonio Tagle, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Alla cerimonia di consacrazione potrà partecipare solo una rappresentanza numericamente ridotta della locale comunità cattolica, in ottemperanza alle regole disposte dalle autorità locali per contrastare la pandemia. Il giorno prima, all’inaugurazione civile del luogo di culto è prevista la partecipazione di Sua Maestà Hamad bin Isa al Kalifa, Re del Bahrain.
La nuova Cattedrale del Bahrain potrà ospitare 2.300 persone. La sua inaugurazione e consacrazione è il punto d’arrivo di un lungo percorso, che nei suoi vari passaggi rappresenta in maniera emblematica le dinamiche e le condizioni in cui fiorisce la vita ecclesiale di tante comunità cristiane presenti nella Penisola arabica.
Nel febbraio del 2013 fu l’Arcivescovo comboniano Camillo Ballin, Vicario apostolico di Arabia del nord, a dare, attraverso l’Agenzia Fides, la notizia che il Re del Bahrain aveva donato al Vicariato apostolico un terreno di 9mila metri quadrati “dove costruiremo la nuova chiesa” (vedi Fides 13/2/2013). Con la delicata sensibilità spirituale che lo connotava, l’Arcivescovo notò subito che il documento della donazione regale portava la data dell’11 febbraio, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra la festa della Beata Vergine Maria di Lourdes. “Le nostre preghiere sono state esaudite. Nostra Signora di Arabia è proprio capace di fare miracoli” scrisse allora l’Arcivescovo Ballin. Il 19 maggio 2014, durante la visita resa in Vaticano a Papa Francesco, fu lo stesso Re Hamad bin Isa a presentare al Pontefice un modello plastico della Cattedrale in costruzione (vedi foto).

In Bahrain vivono circa 80 mila cattolici, in gran parte lavoratori provenienti dall’Asia, principalmente filippini (connazionali del Cardinale Tagle, inviato a presiedere la cerimonia di consacrazione della Cattedrale) e indiani. Il territorio del Regno del Bahrain è costituito da un arcipelago di 33 isole vicino alle coste occidentali del Golfo Persico. La nazione, retta dalla famiglia reale al Khalifa, in precedenza era un Emirato, divenuto monarchia costituzionale nel 2002. La municipalità di Awali, dove sorge la nuova chiesa, si trova su una piccola isola al centro del Regno, è stata fondata negli anni Trenta del secolo scorso dalla Bahrain Petroleum Company. La località è abitata prevalentemente da lavoratori immigrati di varie nazionalità, impiegati perlopiù negli impianti di raffinazione del petrolio.

La consacrazione della Cattedrale di Nostra Signora d’Arabia acquista rilievo anche alla luce del recente messaggio con cui Re Ahmed bin Isa ha ufficialmente invitato Papa Francesco a visitare il Bahrein. L’invito ufficiale del monarca – come riferito anche dall’Agenzia Fides (vedi Fides 26/11/2021) - è stato consegnato al Pontefice dallo Sheikh Khalid bin Ahmed bin Mohammed Al Khalifa, Consigliere di sua Maestà per gli Affari Diplomatici, ricevuto giovedì 25 novembre in Vaticano sia dal Vescovo di Roma che dal Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. Durante la visita in Vaticano, l’inviato del monarca bahrainita ha trasmesso al Papa anche saluti e auguri di buona salute inviati da Re Ahmad, insieme al suo apprezzamento “per il ruolo fondamentale e di primo piano svolto da Papa Francesco nello stabilire e promuovere il dialogo interreligioso e la comprensione tra le varie culture e civiltà, nonché nel diffondere i valori della fratellanza umana e della convivenza tra tutti”.
All’inaugurazione della Cattedrale non sarà presente l’Arcivescovo Camillo Ballin, che ha lasciato questo mondo il 12 aprile 2020, all'età di 75 anni. Il dono di una nuova chiesa in Bahrain, dedicata a Nostra Signora d’Arabia, sarà comunque una gioia anche per lui, che con perseveranza, pazienza e passione apostolica spese la sua vita di missionario e poi di Vescovo, al servizio delle comunità cristiane presenti nei Paesi arabi a maggioranza musulmana. (GV) (Agenzia Fides 29/11/2021)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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