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lunedì 22 novembre 2021

Agenzia Fides 22 novembre 2021

 


EUROPA/ITALIA - I martiri vietnamiti, fonte di incoraggiamento per le comunità cattoliche
 
Roma (Agenzia Fides) – Celebrare con fede e devozione la Festa dei Santi Martiri Vietnamiti, canonizzati nel 1988 dal Papa San Giovanni Paolo II: con questo spirito, alla vigilia della festa di Cristo Re, sabato 20 novembre, oltre duecento membri della “Associazione dei religiosi e dei laici vietnamiti”, che studiano, vivono e svolgono le loro diverse missioni a Roma, si sono riuniti, insieme a vari gruppi di pellegrini provenienti dagli Stati Uniti e Europa, nel Santuario di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci, vicino alla Basilica di San Pietro.
“Sanguis Martyrum, semen Christianorum” - “Il sangue dei martiri, seme dei cristiani”. Le parole dell'apologeta Tertulliano sono state ribadite alla assemblea liturgica come un richiamo e una sfida dalla condivisione da parte di don Tran Manh Duyet, Vice-postulatore della causa di canonizzazione dei Santi martiri vietnamiti, rivolgendosi all'assemblea nella solenne messa di commemorazione, celebrata in vista della festa liturgica di quei martiri che è fissata nel calendario liturgico il 24 novembre.
Il 19 giugno 1988, in Piazza San Pietro, il Papa San Giovanni Paolo II ha canonizzato 117 vietnamiti che hanno versato il loro sangue per testimoniare il Vangelo di Dio tra il 1745 e il 1862, tra loro 21 missionari della Spagna e della Francia, insieme a 96 vietnamiti. Questo numero, tuttavia, è solo rappresentativo degli oltre 100.000 martiri del Vietnam durante il periodo che va dal XVII al XIX secolo.
“La canonizzazione di un gruppo così numeroso è un evento senza precedenti – ha detto p. Tran –. Il processo di preparazione è stato una vera sfida, poiché una delle condizioni essenziali per la canonizzazione di un santo è che ci sia almeno un miracolo. Ma un miracolo per ogni membro del gruppo era quasi impossibile. Grazie a Dio, per sua benigna volontà, il Santo Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto un miracolo innegabile, cioè il miracoloso sviluppo della Chiesa in Vietnam attraverso una lunghissima storia di persecuzione. Partendo da zero, il numero dei cattolici in quel tempo è cresciuto fino ormai a quasi 6 milioni. Questo sviluppo non può essere spiegato al di fuori della volontà di Dio”.
Celebrare e far rivivere gli esempi eroici della vita e della fede dei Santi antenati – hanno notato i fedeli presenti – è una significativa fonte di incoraggiamento per le comunità cattoliche vietnamite, in particolare nella difficile situazione della pandemia. Appartenendo a un piccolo popolo che è sopravvissuto a tante sofferenze della guerra e dell'odio, i cattolici vietnamiti traggono dalle loro origini una forza inesauribile per continuare ad andare avanti verso un futuro più luminoso.
(CGA-PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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AFRICA/KENYA - Mancano risorse adeguate per far fronte in egual modo alla pandemia oltre che alla grave siccità
 
Wajir (Agenzia Fides) – Programmi di recupero e di resilienza, sicurezza alimentare (agricoltura sostenibile), fornitura di acqua, sanità e servizi igienici, sono tra le priorità che il Camillian Disaster Service (CADIS) Kenya, Fondazione Internazionale dei Camilliani (vedi Agenzia Fides 8/8/2016), sta per promuovere in risposta all’emergenza che incombe nel Wajir West, parte nord-orientale del Kenya, dove una grave siccità ha lasciato pesanti conseguenze al bestiame e all’agricoltura.
Secondo quanto pervenuto all’Agenzia Fides, dopo una rapida valutazione dei bisogni, sono state identificate carenze come cibo, mezzi di sussistenza (agro-pastorali), acqua e salute. La siccità ha colpito le popolazioni vulnerabili causando insicurezza alimentare e malnutrizione. Per fare fronte a questa criticità, il programma di CADIS Kenya mira a ridurre l’incidenza della malnutrizione del 50% attraverso la distribuzione di cibo a 4.000 famiglie, migliorare il sostentamento dei beneficiari del 50% attraverso la distribuzione di cibo per il bestiame e la clinica mobile.
La situazione nel paese è precipitata, ha dichiarato p. Francis Maina, MI, Coordinatore CADIS Kenya, “negli ultimi due anni, a Wajir, una delle regioni aride e semi-aride (ASALS), non ha piovuto, con un conseguente grave impatto sui mezzi di sostentamento della popolazione, sull’agricoltura, sul bestiame e sulla salute. Combinando tutto questo con gli effetti attuali di Covid-19 nel paese, la vita diventa miserabile, specialmente in questa regione.”
La scarsità di cibo ha portato a un’alta domanda sul mercato e ad una escalation dei prezzi oltre la capacità media di potere d’acquisto della gente. La situazione della sicurezza alimentare nella contea si sta deteriorando ogni giorno a causa della mancanza di acqua per il consumo umano e del bestiame. Questo ha contribuito alla massiccia mortalità del bestiame, all’aumento dei tassi di malnutrizione e alle complicazioni sanitarie. È necessario un intervento urgente per arrestare la situazione.
(AP/FM) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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AFRICA/MAROCCO - Addio al monaco “sopravvissuto” Jean-Pierre Schumacher, ultimo compagno dei martiri di Tibhirine
 
Fez (Agenzia Fides) - «Era così bello!», ripeteva commuovendosi il monaco trappista Jean-Pierre Schumacher, quando ricordava i lunghi anni di vita fraterna trascorsi insieme ai suoi confratelli nel monastero algerino di Thibirine, trucidati nel 1996 in una delle più luminose vicende di martirio cristiano degli ultimi decenni. Ora anche lui, l’ultimo “sopravvissuto” di Thibirine, ha lasciato questo mondo. Il suo cuore si è fermato la mattina di domenica 21 novembre, festa di Cristo Re dell’Universo, nella quiete del monastero di Notre-Dame de l'Atlas, situato a Midelt, alle pendici dell’Atlante marocchino, ultimo presidio trappista in Nord- Africa.
Frère Jean-Pierre avrebbe compiuto 98 anni il prossimo febbraio. Si era trasferito come monaco in Algeria nel 1967. La commozione che gli inumidiva gli occhi quando ricordava la quotidianità monastica toccata dalla grazia e condivisa con i suoi confratelli martiri, caparra del Paradiso («Era così bello!») era il segno luminoso che non l’eroismo o la dedizione, solo la gratitudine per una felicità assaporata può far confessare la fede in Cristo e alimentare ogni autentica testimonianza cristiana, fino al martirio.
Il superiore Christian de Chergé e gli altri sei confratelli monaci di frére Jean-Pierre (beatificati l’8 dicembre 2018 insieme a altri 12 martiri d’Algeria) erano stati rapiti nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996, nel Paese stravolto dalla guerra civile. Lui, insieme all’altro Amèdèe (scomparso nel 2008), era scampato al sequestro perché quella notte era di servizio in portineria, in un edificio adiacente al monastero. Due mesi dopo il rapimento, le teste mozzate dei 7 monaci vennero fatte ritrovare lungo una strada. Gli autori della strage non furono mai identificati con certezza. La tesi ufficiale attribuiva l’eccidio alle bande clandestine del Gruppo Islamico Armato (l’organizzazione terroristica islamista nata nel 1991 dopo che il governo aveva rifiutato di riconoscere i risultati elettorali favorevoli alle forze islamiste), mentre inchieste condotte da ricercatori indipendenti hanno indicato la pista di una possibile implicazione in quella vicenda dei servizi segreti militari algerini.
Quattro anni dopo il martirio dei suoi confratelli, Jean- Pierre si era trasferito in Marocco, divenendo priore della comunità trappista di Notre-Dame de l’Atlas. Più volte ha confessato il peso di una domanda che lo accompagnava sempre: «perché il Signore mi aveva concesso di restare in vita?». Nel trascorrere del tempo, aveva percepito che il suo destino di “sopravvissuto” alla strage coincideva con la missione di «testimoniare gli avvenimenti di Tibhirine e far conoscere l’esperienza di comunione con i nostri fratelli musulmani, che continuiamo ora qui nel monastero di Midelt, in Marocco».
Nella loro nuova dimora, frére Jean-Pierre e frère Amédée si definivano il “piccolo resto” di Tibhirine: «La nostra presenza al monastero – ha raccontato – era un segno di fedeltà al Vangelo, alla Chiesa e alla popolazione algerina». I trappisti di Tibhirine non “volevano” diventare martiri.. Ma nella fedeltà alla propria vocazione monastica vollero condividere con tutti gli algerini il rischio di essere bersaglio di una violenza cieca, che in quegli anni insanguinava il Paese e moltiplicava le stragi di innocenti. Come francesi potevano partire, ma non l’hanno fatto. «A Tibhirine - ha raccontato frère Jean-Pierre al giornalista francese François Vayne - le campane del monastero suonavano e i musulmani non ci hanno mai chiesto di farle tacere. Noi ci rispettiamo nel cuore stesso della nostra vocazione comune: adorare Dio». Negli ultimi anni, il monaco di Tibhirine ha compiuto la sua missione anche con il suo sorriso benedetto di bambino con cui disarmava gli assalti – a volte carichi di brutale ignoranza – con cui certi operatori della comunicazione assediavano la sua pace della vita del monastero, a caccia di qualche frasetta a effetto da rilanciare sulle agenzie. Con quel sorriso frère Jean-Pierre ha reso testimonianza impareggiabile al tesoro di una esperienza monastica che ha trovato nelle sorgenti della preghiera e della liturgia le vie sorprendenti per confessare in parole e opere il nome di Cristo anche tra i figli dell’Umma di Muhammad: «In Marocco» - raccontava il monaco scampato all’eccidio di Tibhirine - «noi viviamo questa comunione nella preghiera, quando ci alziamo di notte per pregare, alla stessa ora in cui i nostri vicini musulmani sono svegliati dal muezzin». «La fedeltà all’appuntamento della preghiera – aggiungeva frère Jean-Pierre – è il segreto della nostra amicizia con i musulmani». (GV) Agenzia Fides 22/11/2021)
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ASIA/SRI LANKA - Prete cattolico fermato dalla polizia: ha chiesto verità e giustizia sugli attacchi di Pasqua
 
Colombo (Agenzia Fides) - "Siamo qui da tre giorni per accompagnare il nostro fratello p. Cyril Gamini Fernando, chiamato dai servizi di Intelligence per interrogatori. Gli chiedono conto di affermazioni che egli ha fatto sulla responsabilità dell'Intelligence relativa alle esplosioni di Pasqua del 2019. Siamo qui in rappresentanza dei sacerdoti della Arcidiocesi di Colombo. Siamo qui in preghiera, con il Rosario in mano, esprimendo solidarietà a padre Cyril, e per chiedere a Dio che la verità venga alla luce e vi sia autentica giustizia. Chiediamo a tutti i fedeli di pregare con noi": lo dice all'Agenzia Fides p Robinson Wijesinghe, parte del gruppo di preti cattolici dell'Arcidiocesi di Colombo che sta tenendo un sit-in di protesta pacifica e di preghiera silenziosa davanti al Crime Investigation Department della capitale Colombo, dove p. Cyril Gamini Fernando, sacerdote della stessa Arcidiocesi, è trattenuto per indagini e interrogatori.
Mentre tutta la Chiesa in Sri Lanka ha chiesto alla politica e alle forze dell'ordine di fare chiarezza e verità sui mandanti degli attentati del 2019 (vedi Fides 8/9/2021), padre Cyril è stato denunciato e convocato per le sue dichiarazioni che hanno chiamato in causa il ruolo e le falle dei Servizi di Intelligence.
Aggiunge a Fides padre Cecil Joy anch'egli presente al presidio: "Siamo radunati da tutta la diocesi di Colombo per chiedere giustizia e verità. Ricordiamo che nel 2019 sono morte più di 200 persone e più di 500 feriti per attacchi terribili. Dopo oltre due anni siamo ancora qui a chiedere la verità. Uno dei nostri sacerdoti. padre Cyril, è stato convocato perchè ha chiesto pubblicamente che la verità venga alla luce: la verità è un diritto delle vittime, è un dovere dello stato. La comunità internazionale deve sapere. Chiediamo a tutti i fedeli di pregare per noi e con noi. Siamo riuniti nel nome di Dio come credenti, in cerca della verità".
P. Cyril Gamini Fernando è membro del "Comitato cattolico nazionale per la giustizia alle vittime" degli attacchi di Pasqua del 2019. Un mese fa il direttore generale del servizio di Intelligence statale, il generale Suresh Salley, ha presentato una denuncia contro il sacerdote per le dichiarazioni da lui rilasciate.
In Sri Lanka il 21 aprile 2019 tre hotel di lusso a Colombo (Cinnamon Grand, Kingsbury e Shangri-La), e tre chiese (St. Anthony's, Colombo, San Sebastiano, Negombo e Chiesa di Sion, Batticaloa) furono colpiti da attentataori kamikaze. Altre due bombe esplosero, una in una casa a Dematagoda e un'altra al Tropical Inn a Dehiwala. Negli attacchi sono rimaste uccis,e oltre agli otto attentatori suicidi, 269 persone, tra i quali 45 cittadini stranieri, mentre almeno 500 sono rimasti gravemente feriti.
Gli attentatori suicidi sono stati identificati come associati all'organizzazione National Thowheeth Jama'ath (NTJ). Sul movente, i mandanti, la realizzazione degli attacchi, il mancato intervento delle forze dell'ordine e dell'Intelligence, nonostante gli allarmi ricevuti, vi sono molte incognite e, dopo due anni, l'opinione pubblica attende ancora chiarezza e verità.
(PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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ASIA/FILIPPINE - Il Vescovo David: "Occorre eleggere candidati affidabili"
 
Manila (Agenzia Fides) - E' importante eleggere “candidati affidabili” alle elezioni generali previste per il prossimo maggio del 2022. E' l'invito reso pubblico in un messaggio del Presidente eletto della Conferenza episcopale delle Filippine (CBCP), Mons. Pablo Virgilio David, Vescovo di Caloocan, che si prepara ad assumere la carica alla guida della CBCP il 1° dicembre prossimo.
Citando uno scienziato gesuita filippino, p. Jett Villarin, ex presidente dell'Università Ateneo di Manila, il Vescovo David ha detto che ai candidati basterebbe questo: “Seguire i comandamenti. Non uccidere. Non rubare. Non mentire. Osservando questi principi, già si è a buon punto". “Dovremmo vergognarci di definirci cristiani - ha aggiunto - se non partecipiamo attivamente a far votare alla carica i candidati affidabili. Cioè, occorre avere a cuore il futuro del nostro Paese”.
L'autorità politica, ha spiegato il Vescovo David, non consiste nell'essere "padroni delle persone" ma nel compiere un servizio. “Gesù non è un elettore nelle prossime elezioni", ha detto in modo provocatorio. "Ma noi lo siamo. Ci ha affidato il compito di compiere questa scelta importante” ha proseguito il Presule. "Risponderemo o non risponderemo alla sua chiamata ad essere amministratori responsabili della nostra nazione che il Signore ama così tanto e che ha già salvato molte volte dalla distruzione?" ha concluso.
Un leader laico cattolico, Mon Santiago, facendo eco all'invito del Vescovo, asserisce: “Continuiamo a pregare affinché gli elettori scelgano con saggezza nelle elezioni del maggio 2022 ed eleggano persone pronte a servire il popolo e il nostro Paese per il bene di questa e delle generazioni future. Dio benedica le Filippine”.
Mentre il dibattito pubblico ferve, anche all'interno delle comunità cattoliche, il Gesuita padre Manoling V. Francisco SJ, presidente della "Tanging Yaman Foundation", osserva: “Usiamo il nostro sacro dovere di votare eleggendo uomini e donne timorati di Dio, che non agiscano per l'onore e la gloria personale o nazionale, ma soprattutto per la gloria di Dio."
In vista delle elezioni politiche, previste per il 9 maggio 2022, la Commissione Elettorale dovrebbe pubblicare entro gennaio 2022 l'elenco definitivo dei candidati ufficiali, compresi quelli in corsa per la carica di presidente, vicepresidente, per i seggi di 12 senatori e 308 membri della Camera dei Deputati.
Ci sono poi i candidati per i seggi di 81 governatori e vice governatori, 780 seggi nei consigli provinciali, 1.634 sindaci e vicesindaci di comuni, 13.546 seggi nei consigli comunali. Secondo la Costituzione filippina del 1987, le elezioni generali si tengono ogni sei anni, il secondo lunedì di maggio.
(SD-PA) (Agenzia Fides 22/11/2021)
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ASIA/CINA - La scomparsa di Mons. Stefano Yang Xiangtai
 
Roma (Agenzia Fides) - Nella notte del 13 ottobre 2021 è deceduto, all’età di 99 anni, S.E Mons. Stefano Yang Xiangtai, Vescovo di Handan/Yongnian (Hebei), “ufficiale”. Nato il 3 gennaio 1923 da una devota famiglia cattolica di Gaocun, nella contea di Wu’an (attuale Hebei), fu battezzato da piccolo. Nel 1935 entrò nel Seminario minore di Weihui e nel 1940 passò al Seminario maggiore di Kaifeng. Il 27 agosto 1949 fu ordinato sacerdote.
A causa della fede e per la fedeltà al Papa, nel 1966 venne arrestato e, dopo un periodo di incarcerazione, fu costretto ai lavori forzati per 15 anni. In seguito alle aperture di Deng Xiaoping, nel 1980 fu riabilitato e, una volta dichiarata la sua innocenza, venne liberato. Svolse, poi, il ministero pastorale nelle contee di Handan, Cixian, Shexian e Wu’an. Nel 1988 fu direttore spirituale del Seminario diocesano e della Congregazione dello Spirito Santo Consolatore e, infine, Vicario Generale.
Il 30 novembre 1996 fu consacrato Vescovo Coadiutore di Handan. Nel 1998 divenne Rettore del Seminario diocesano. Il 17 settembre 1999, succedette a S.E. Mons. Chen Bolu, dimissionario, come Vescovo diocesano.
S.E. Mons. Stephen Yang Xiangtai è stato un Vescovo molto amato dai fedeli, che lo ricordano per la forte fedeltà al Signore, la gentilezza verso tutti, la semplicità di vita e la dedizione costante per il suo gregge.
I funerali sono stati celebrati a Caozhuang il 19 ottobre 2021, presieduti dal successore, S.E. Mons. Sun Jigen, nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes, dove la salma è stata esposta alla venerazione e alla preghiera dei fedeli che gli hanno voluto rendere l’ultimo saluto. (Agenzia Fides 22/11/2021)
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AMERICA/NICARAGUA - Giustizia e Pace: “ogni persona ha il diritto di agire in coscienza e libertà”
 
Managua (Agenzia Fides) - “La Chiesa, come Madre e Maestra, non smette di chiamare tutti a costruire la pace… Chiediamo ai fedeli di continuare a pregare perchè Gesù Cristo, Principe della Pace, e l’Immacolata Vergine Maria, continuino ad accompagnare il popolo che non perde la sua fede incrollabile in Dio e non abbandona la sua speranza in un future migliore per la Patria”. E’ l’appello rivolto “al popolo di Dio e alle persone di buona volonta” dalla Commissione “Giustizia e Pace” dell’Arcidiocesi di Managua, che ha per titolo una delle beatitudini: “Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia perchè saranno saziati” (Mt 5-6).
Il messaggio ricorda che secondo la Dottrina sociale della Chiesa, “per costruire una società formata da persone con la dignità di essere immagini viventi di Dio, è necessaria la ricerca del bene comune come fondamento di base, accompagnato da principi fondamentali come la libertà, la giustizia, la verità, la carità e la ricerca della pace”.
Il bene comune, sottolinea il testo pervenuto a Fides, implica che “tutti i cittadini possano vivere nella tranquillità che i loro diritti siano rispettati”. Ogni persona ha il diritto di agire in piena libertà e secondo coscienza, assumendo personalmente le decisioni morali e politiche; “nessuno deve essere obbligato ad agire contro la propria coscienza, né gli si deve impedire di agire secondo coscienza” come insegna il Catechismo della Chiesa cattolica. “Quanti detengono il potere pubblico, per legge o di fatto – ribadisce la Commissione -, hanno la responsabilità di procurare il bene comune della nazione, senza alcuna distinzione, rispettando i diritti fondamentali e inalienabili dei cittadini. Solo così si può costruire una società dove prevalga la dignità della persona umana”. (SL) (Agenzia Fides 22/11/2021)

martedì 25 agosto 2020

Vatican News 25 agosto 2020

 


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Vatican News

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25/08/2020

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Aggiornamenti, interviste e approfondimenti sulle attività pastorali promosse nel mondo al tempo del Coronavirus 

giovedì 12 marzo 2020

Agenzia Fides 12 marzo 2020

 
EUROPA/ITALIA - Don Ángel Fernández Artime confermato Rettor Maggiore dei Salesiani
 
Roma (Agenzia Fides) – Il 28° Capitolo generale della Congregazione Salesiana, ha rinnovato a Don Ángel Fernández Artime il mandato di Rettor Maggiore, per il sessennio 2020-2026. L’elezione è avvenuta al primo scrutinio, come informa la nota di Ans inviata all’Agenzia Fides. Don Ángel Fernández Artime, 59 anni, è nato il 21 agosto 1960 a Gozón-Luanco, nelle Asturie, Spagna; ha emesso la sua prima professione il 3 settembre 1978, i voti perpetui il 17 giugno 1984 a Santiago de Compostela ed è stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1987 a León. Ha conseguito la Laurea in Teologia Pastorale e la Licenza in Filosofia e Pedagogia. È stato Delegato di Pastorale giovanile, Direttore della scuola di Ourense, membro del Consiglio e Vicario ispettoriale e, dal 2000 al 2006, Ispettore. È stato membro della commissione tecnica che ha preparato il Capitolo Generale 26. Nel 2009 è stato nominato Ispettore dell’Argentina Sud, e grazie a tale incarico ha anche avuto modo di conoscere e collaborare personalmente con l’allora arcivescovo di Buenos Aires, card. Jorge Mario Bergoglio, oggi Papa Francesco. Nel dicembre 2013 venne nominato Superiore dell’Ispettoria “Spagna-Maria Ausiliatrice” – incarico che tuttavia non ha mai svolto perché prima di essere insediato come Ispettore è stato eletto dal 27° Capitolo Generale come Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana. Era il 25 marzo 2014. (SL) (Agenzia Fides 12/03/2020)
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AFRICA/CONGO RD - Gravemente ferito un sacerdote nell’est del Paese
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – Gravemente ferito p, Guy-Robert Mandro, parroco di Fataki, nel territorio di Djugu, nell’Ituri, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. L’aggressione è avvenuta il 10 marzo lunga la strada che conduce a Kondoni, un villaggio non lontano dalla sua parrocchia, dove il sacerdote si stava recando in moto per verificare la situazione della sicurezza nella zona, dopo che il giorno prima erano giunte segnalazioni sulla presenza di uomini armati. Secondo i testimoni, almeno due persone, incluso il parroco, sono state gravemente ferite a colpi di machete da un gruppo di uomini identificati come appartenenti al CODECO (Coalizione dei democratici congolesi), uno dei diversi movimenti armati che agiscono nell’area.
P. Mandro è comunque riuscito a fuggire con diverse ferite da machete nella parte posteriore del corpo, sulla testa e con tre dita amputate. A causa delle gravi condizioni, il sacerdote è stato trasferito da un elicottero della MONUSCO (Missione ONU nella Repubblica Democratica del Congo) da Fataki a Bunia per ricevere un trattamento sanitario adeguato. In una dichiarazione ufficiale, la diocesi di Bunia ha condannato l’attacco e chiede alle autorità competenti di indagare sulla questione in modo che gli autori di questi atti vengano trovati e consegnati alla giustizia. (L.M.) (Agenzia Fides 12/3/2020)
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ASIA/SRI LANKA - La Chiesa chiede un'indagine trasparente sugli attacchi di Pasqua
 
Colombo (Agenzi Fides) - Una indagine seria e trasparente su mandanti ed esecutori della "strage di Pasqua", l'attacco terroristico che nel 2019 ha ucciso oltre 250 persone in Sri Lanka: lo chiede la Chiesa cattolica che, tramite il suo rappresentante più autorevole, il cardinale Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo, ha ricordato alle istituzioni l'impegno urgente  e approfondito per capire "come siano avvenuti gli attentati il ​​21 aprile 2019 e chi abbia aiutato gli aggressori".
"Non esiteremo a scendere in strada per salvaguardare i diritti della nostra gente", ha detto il cardinale parlando a Ragama, nel nord di Colombo. Nonostante l'indagine avviata da Maithripala Sirisena, predecessore del presidente Gotabaya Rajapaksa, "il procedimento appare ora privo di trasparenza", ha detto. “Alcuni elementi che devono emergere vengono nascosti: chi era responsabile? chi ha aiutati i terroristi e che ha mantenuto i contatti con loro?” ha notato.
A febbraio, il governo dello Sri Lanka ha nominato uno speciale team di sei membri per aiutare la polizia a raccogliere informazioni e ad accelerare un'indagine presidenziale sul devastante attacco. Il presidente Rajapaksa ha annunciato di "accelerare le indagini in corso sull'attacco" che si sono rivelate cruciali nella sua vittoria elettorale del novembre scorso. Rajapaksa, infatti, ha più volte citato l'attacco terroristico della domenica di Pasqua, durante la campagna elettorale, per presentarsi o come "leader capace di fermare il terrorismo".
Rajapaksa ha vinto le elezioni, trionfando il suo rivale Sajith Premadasa con un margine di oltre 1,3 milioni di voti (il 52,25% dei voti contro il 41,99% del rivale più vicino).
Il precedente governo guidato da Maithripala Sirisena e Ranil Wickremesinghe è stato incolpato della sua incapacità di prevenire gli attacchi, nonostante informazioni di intelligence avevano messo in guardia su potenziali imminenti attentati.
Nove attentatori suicidi appartenenti al gruppo estremista islamista locale "National Thawheed Jamaat" (NTJ) legato all'ISIS hanno effettuato una serie di esplosioni devastanti che hanno colpito tre chiese e altrettanti hotel di lusso nella domenica di Pasqua, uccidendo 258 persone tra cui alcuni cittadini stranieri. (SD-PA) (Agenzia Fides 12/3/220)
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ASIA/TURCHIA - Patriarcato ecumenico: preghiera, scienza e rispetto delle regole sanitarie per superare la pandemia
 
Istanbul (Agenzia Fides) – «La nostra Chiesa ha avuto ed ha rispetto per la scienza medica», e in merito all’emergenza rappresentata dalla pandemia del Coronavirus «esorta tutti i fedeli a rispettare sia le direttive dell'Organizzazione mondiale della sanità sia le raccomandazioni e le disposizioni legali dei singoli Stati». Sono queste alcune delle indicazioni contenute nel comunicato pubblicato dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, a conclusione della sessione del Santo Sinodo riunitosi mercoledì 11 marzo presso la sede patriarcale del Fanar, sotto la presidenza del Patriarca ecumenico Bartolomeo, anche allo scopo di fornire indicazioni pratiche e pastorali in merito all’emergenza sanitaria globale rappresentata dalla diffusione dei contagi del virus Covid-19. «La Grande Chiesa di Cristo» si legge nel comunicato diffuso dai canali ufficiali del Patriarcato «sa per esperienza che la divina Comunione è un " farmaco per l'immortalità", e questo permane tutt’ora nella dottrina ortodossa sulla Santa Eucaristia». Inoltre, «va da sé che la fede in Dio, come trascendimento e non come abolizione della logica umana, così come la preghiera, potenziano il combattimento spirituale del cristianesimo. Di conseguenza, la Chiesa Madre di Costantinopoli esorta i suoi figli spirituali in tutto il mondo a intensificare le loro preghiere, affinché questa prova del tempo presente possa essere superata, grazie all’aiuto e alla luce donati da Dio». (GV) (Agenzia Fides 12/3/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - I Vescovi della regione bolivariana: il servizio ai migranti sia impegno comunitario di incontro con Gesù
 
Bogotà (Agenzia Fides) – L’Arcivescovo di Maracaibo e Presidente della Conferenza Episcopale del Venezuela, Mons. José Luis Azuaje, ha presieduto la concelebrazione eucaristica di apertura dell'incontro delle Conferenze episcopali della regione bolivariana, che si è svolto ieri, 11 marzo, a Bogotà, convocato dal CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano). All'incontro hanno partecipato i rappresentanti degli Episcopati di Bolivia, Ecuador, Venezuela, Colombia, oltre che la Presidenza del CELAM e altri ospiti, per riflettere sulla crisi migratoria nella regione (vedi Fides 10/3/2020).
Secondo le informazioni diffuse dal CELAM, pervenute all’Agenzia Fides, nella sua omelia l’Arcivescovo ha evidenziato, alla luce della Sacra Scrittura e del tempo di Quaresima, che la vita ci presenta sempre diverse strade che diventano per noi opzioni. Ogni essere umano ha la libertà di scegliere un sentiero o un altro da seguire, con le conseguenze che ciò comporta. Riguardo al servizio della Chiesa a favore dei migranti, in cui si servono persone che non conosciamo e di cui ignoriamo completamente le opinioni, ha sottolineato l’importanza di servire in modo disinteressato, del tutto estraneo alla ricerca del potere o al riconoscimento degli altri. Ha quindi invocato la protezione di Dio perché continui ad aiutare i suoi discepoli perché l’amore nel servizio di accoglienza e di aiuto ai migranti, sia vissuto come impegno comunitario di incontro quotidiano con Gesù attraverso il contatto con coloro che soffrono.
Il dottore in Teologia ed esperto del CELAM, Rafael Luciani, ha quindi presentato la sua analisi sulla crisi sociopolitica in Venezuela e la conseguente crisi migratoria che ha assunto dimensioni regionali. Tra le trasformazioni sociopolitiche del paese ha messo in evidenza una concezione egemonica del potere, che vuole imporre un progetto personalista, e vuole mantenersi al potere con rielezioni indefinite. Ha poi citato l’imposizione di un pensiero unico attraverso l’educazione della gente e la discriminazione dei dissidenti. La riforma presidenziale del sistema politico venezuelano verso il cosiddetto Socialismo del XXI secolo è l’espressione di questa nuova forma totalitaria di esercitare pseudo-legalmente la politica.
Durante la giornata è stato anche eletto il nuovo Segretario esecutivo della Red Clamor, la Rete ecclesiale latinoamericana che si occupa di migranti, sfollati, rifugiati e tratta di persone, nella persona di lvy Monzant. Attualmente la Red Clamor è organizzata in una assemblea generale, una segreteria esecutiva e tre commissioni di lavoro, al fine di coordinare e articolare il lavoro pastorale svolto dalle diverse organizzazioni della Chiesa cattolica in America latina e nei Caraibi. Vuole essere il volto di una Chiesa Samaritana che, mossa dalla misericordia di Dio, esce per andare incontro ai fratelli migranti, riconoscendo in loro il volto di Cristo. (SL) (Agenzia Fides 12/03/2020)
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AMERICA/VENEZUELA - Preparando l'Assemblea Pastorale nazionale: una Chiesa impegnata anche nel sociale
 
San Fernando (Agenzia Fides) – La diocesi di San Fernando de Apure ha tenuto sabato 7 marzo 2020 l'Assemblea pastorale diocesana, in preparazione alla II Assemblea Pastorale Nazionale (ANP) che si terrà dal 3 al 5 luglio 2020. Con la partecipazione dei vari gruppi pastorali che danno vita alla diocesi, sono stati raccolti i contributi delle parrocchie e delle aree pastorali, "non per rimanere alle belle parole, ma per proiettarci nel lavoro vero", ha detto Mons. Alfredo. Torres, Vescovo di San Fernando de Apure, nel suo intervento all'apertura all'assemblea. "Incoraggiati dalla II ANP, celebriamo questa Assemblea pastorale diocesana per promuovere il lavoro che, nel corso della storia, si è sviluppato e manifestato a poco a poco in ogni comunità" ha affermato il Vicario diocesano di Pastoral, Pbro. Eliomar Valera.
Dopo la preghiera con cui è iniziata la giornata, p. Juan Bautista Ricaurte ha presentato la sintesi delle conclusioni delle assemblee pastorali zonali. Quindi è stato affrontato l'argomento "Sinodalità nella Chiesa" presentato da Carmen Hernández, e "Il significato della Chiesa missionaria con le porte aperte, una Chiesa in uscita", esposto da p. Eduard Rueda, direttore del dipartimento delle missioni.
Successivamente, sono stati organizzati gruppi di lavoro per condividere i contributi e le riflessioni che saranno presentate all'Assemblea pastorale nazionale e, alla fine, sono state annunciate le persone che parteciperanno all'Assemblea provinciale, passo successivo verso la II ANP. Sono stati presentate anche le attività pastorali intorno alla Causa di Beatificazione del Venerabile Servo di Dio Dr. José Gregorio Hernández.
San Fernado de Apure è una città del Venezuela capitale dello stato di Apure. La città, al centro della regione dei "Llanos", ha una popolazione di 175.000 abitanti. La popolazione di questa zona condivide la difficile situazione socio politica che da tempo vive il paese, tuttavia la Chiesa in questa regione si impegna sempre di più nella solidarietà con i più deboli. Solo pochi giorni fa, nella capitale, la popolazione è scesa per strada per manifestare ancora una volta chiedendo di rispettare i diritti del popolo e di riprendere la strada verso un cambiamento della politica democratica del paese; così ha detto il Presidente della Conferenza Episcopale in un comunicato del 10 marzo.
"Dobbiamo cercare di creare spazi per il dialogo senza violenza, la violenza ci porta alla distruzione del tessuto sociale" ha detto Mons. Azuaje, il quale ha sottolineato che "il deterioramento della qualità della vita, che ci ha portato a vivere senza elettricità, senza acqua, senza equo compenso, senza benzina, senza pace, senza famiglia; sono, tra l'altro, aree di instabilità sociale e la maggiore povertà".
(CE) (Agenzia Fides, 12/03/2020)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Più consapevolezza per la tutela della terra: un documento dei Vescovi
 
Port Moresby (Agenzia Fides) – “La terra appartiene a te e tu appartieni alla terra”: così mons. Francesco Panfilo, sdb, Arcivescovo di Rabaul, ha presentato il documento "Just Land Agreement", realizzato dalla Conferenza Episcopale di Papauna Nuova Guinea e ISole Salomone. Il documento focalizza diverse questioni pertinenti alla giustizia e al trattamento delle persone negli accordi commerciali che coinvolgono terreni della Papua, spesso dai in concessione a aziende straniere per sfruttarne le risorse.
“Ci siamo resi conto che bisogna accompagnare e guidare i proprietari terrieri a una sana e giusta gestione delle loro terre e così abbiamo avuto l’idea di scrivere queste linee guida”, ha detto l'Arcivescovo presentando il testo.
Mons. Panfilo ha anche parlato del suo coinvolgimento nel progetto "Sigite Mukuts", che riguarda l'estrazione dell’olio di palma nell'area di West Pomio, gestito dalla "Gilford Limited", filiale della multinazionale malese Rimbunan Hijau (RH). Il progetto ha avuto un forte impatto sull'ambiente e sulle popolazioni indigene locali, che hanno lanciato una richiesta di aiuto. L’arcivescovo ha ricordato che quelle stesse persone nel 2015 gli chiesero di intervenire per difendere i loro diritti, per essere "voce dei senza voce".
“Sono stati affittati 5,5 milioni di ettari di terra da entità nazionali ed estere nell'ambito del contratto speciale di locazione aziendale agricola (SABL) e la maggior parte di questa terra è ora nelle mani di stranieri”, ha aggiunto.
“Nel distretto di Pomio la questione sta minando la serenità e l’unione delle famiglie”, ha spiegato l’Arcivescovo di Rabaul. “Gli uomini lavorano per le compagnie straniere mentre le donne sono contrariate a causa dei danni apportati alle acque dei fiumi che iniziavano ad inquinarsi”.
Il nuovo documento è stato illustrato a un'assemblea di attivisti e operatori pastorali che includeva tra gli altri, mons. Francis Meli, vescovo di Vanimo, insegnanti di diverse scuole e altri professionisti laici. Nel concludere il discorso, l'Arcivescovo Panfilo ha esortato tutti a "prendersi cura della nostra casa comune" affermando che "non è troppo tardi perché le persone stipulino accordi basati sulla giustizia, garantendo la tutela dell’ambiente oltre ad una distribuzione equa dei benefici".
(AP) (12/3/2020 Agenzia Fides)
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EUROPA/LETTONIA - Nomina del primo Direttore nazionale delle POM, d. Richard Rasnacis
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il 10 gennaio 2020 ha nominato primo Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (POM) in Lettonia, per il quinquennio 2020/2025, il rev. Richard Rasnacis, del clero dell’arcidiocesi di Riga.
Il nuovo Direttore nazionale ha 46 anni ed è sacerdote da 20. E’ stato parroco in sei parrocchie, cappellano dell’orfanotrofio, della “Fratellanza delle famiglie di Cana” ed ha promosso l’Adorazione perpetua. Ha promosso l’unità della Chiesa, coltivando rapporti con rappresentanti di diverse denominazioni cristiane. Ha partecipato all’organizzazione della Giornata nazionale della Gioventù e della Giornata mondiale della Gioventù. Nel 2014 ha seguito in Vaticano il progetto per l’attuazione della Evangelii Gaudium. E’ impegnato nell’evangelizzazione usando le nuove tecnologie (fotografia, video…). (SL) (Agenzia Fides 12/03/2020)
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AFRICA/GABON - Dimissioni dell’Arcivescovo Metropolita di Libreville e nomina del nuovo Arcivescovo
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi Metropolitana di Libreville (Gabon), presentata da S.E. Mons. Basile Mvé Engone, S.D.B. Contemporaneamente ha nominato nuovo Arcivescovo Metropolita di Libreville S.E. Mons. Jean-Patrick Iba-Ba, finora Vescovo di Franceville. (SL) (Agenzia Fides 12/03/2020)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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