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domenica 7 agosto 2016

Il Papa confessa alla Porziuncola(osservatore Romano)

Posted: 05 Aug 2016 06:30 AM PDT

dal nostro inviato Gaetano Vallini
Non era in programma, tuttavia il gesto del Pontefice resterà il cuore di questo breve  ma significativo viaggio ad Assisi, perché compiuto alla Porziuncola, che il santo poverello aveva immaginato come “porta del paradiso” su questa terra. Papa Francesco,  terminata la meditazione e dopo aver invitato i vescovi  umbri e i frati presenti all’interno della basilica di Santa Maria degli Angeli a fare altrettanto, ha indossato la stola e si è recato in confessionale. Vi è rimasto circa un’ora durante la quale ha confessato  diciannove persone, tra cui quattro ragazzi scout, due sacerdoti, un frate, un’anziana sulla sedia a rotelle, una giovane mamma accompagnata dal figlio con disabilità e alcuni volontari della Porziuncola. E così nel pomeriggio di giovedì 4, la basilica, con i confessionali tutti occupati, come alcune delle cappelle laterali, ha vissuto un lungo momento di perdono. «Ci farà bene riceverlo oggi qui insieme», aveva detto il Pontefice invitando i fedeli presenti, un migliaio, ad accostarsi al sacramento della riconciliazione. 
Ma anche un altro gesto ha assunto qui ad Assisi, città della pace, un significato particolare in un periodo di grande tensione: l’incontro del Papa con  Abdel Qader Mohd, imam di Perugia. Un colloquio brevissimo durante il quale il leader musulmano ha però espresso a Francesco gratitudine  per le sue recenti parole, ovvero per aver sottolineato che terrorismo e islam non sono identificabili, assicurandogli di essere accanto a lui e alla Chiesa in questo difficile momento.
 Perdono e pace, dunque. Nessun altro posto al mondo sembra più adatto per sperimentare la grandezza di tali doni. In particolare la gioia di ricevere la misericordia di Dio. Hic locus sanctus est, si legge varcando la soglia della Porziuncola. Questo luogo è davvero santo, e basta alzare lo sguardo sopra l’arco della porta per leggere un’altra scritta, più piccola,  che aggiunge senso alla prima: Haec est porta vitae aeternae, questa è la porta della vita eterna.  Varcarla significa sperimentare  la promessa di paradiso fatta da san Francesco alle migliaia di pellegrini che qui vengono a chiedere perdono, a lucrare l’indulgenza.
E il Papa, che di quel santo ha preso il  nome,  ha voluto essere qui come un semplice pellegrino. Ma il suo varcare la porta della Porziuncola ha assunto un valore tutto particolare in questo anno santo straordinario che egli ha voluto dedicare proprio alla misericordia, e ancora di più perché avvenuto in  una ricorrenza significativa: gli ottocento anni del Perdono di Assisi, concesso da Onorio iii  su insistenza del piccolo frate che voleva mandare tutti in paradiso, come ha ricordato il Papa all’inizio della meditazione.
Nella chiesetta, dopo aver deposto dei fiori sul piccolo altare,  Francesco è rimasto in preghiera silenziosa per circa un quarto d’ora, prima accompagnato dal canto della corale poi dal raccoglimento dell’intera assemblea.
Sono stati i primi, intensissimi momenti di questa seconda visita ad Assisi — la prima il 4 ottobre 2013 — iniziata poco dopo le 15.30, quando, con un po’ di anticipo sull’orario previsto, l’elicottero con il  Papa a bordo è atterrato al campo sportivo Migaghelli. Il Papa  si è trasferito in auto alla basilica. Ad attenderlo sul piazzale, sotto il sole davvero cocente del primo pomeriggio, c’erano alcune migliaia di persone, che sono rimaste  fino alla fine della visita, sfidando il gran caldo solo a sprazzi mitigato da leggere folate di vento. Francesco non ha deluso la loro attesa, salutandoli da vicino, accolto da canti e acclamazioni.
 Subito dopo ha raggiunto l’atrio della  basilica, attraversando l’infiorata realizzata da artisti di Spello, che hanno lavorato tutta la notte e l’intera mattina per realizzare la loro gigantesca opera. Quindi ha attraversato la navata centrale della chiesa, salutato con entusiasmo dai  fedeli  accalcati alle transenne.
Dopo la preghiera silenziosa all’interno della Porziuncola, Francesco ha preso posto su  una piccola pedana accanto all’ingresso, da dove ha ascoltato la lettura del brano di Matteo in cui si viene invitati a perdonare non sette, ma settanta volte sette. Subito dopo ha preso la parola per commentare il passo evangelico che in questo luogo è risuonato più esigente e significativo. E reso concreto da quei confessionali aperti dal Papa, che della misericordia e del perdono ha fatto i cardini del pontificato. Parole che non si stanca mai di ricordare soprattutto ai sacerdoti. Come ha fatto anche ieri quando, presentato a un giovane frate che il 2 agosto, nel giorno della festa del Perdono di Assisi, aveva confessato per la prima volta, gli ha detto: «In confessionale sii misericordioso».
Finite le confessioni il Pontefice è tornato davanti alla Porziuncola dove, prima di impartire la benedizione, ha invitato i presenti a recitare il Padre nostro. È seguito lo scambio dei doni: una scultura di legno  di una trentina di centimetri raffigurante san Francesco che abbraccia Gesù crocifisso quello al Papa, che ha ricambiato con un astuccio contenente i mattoni delle porte sante delle quattro basiliche papali di Roma. Due  mattoni della porta santa di San Pietro Francesco li ha successivamente donati anche al vescovo diocesano e al custode del sacro convento.
Lasciata la chiesa, in un cortile laterale  il Papa ha salutato i vescovi umbri guidati dall’arcivescovo di Perugia - Città della Pieve, cardinale Gualtiero Bassetti,  i superiori generali degli ordini francescani,  il segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, arcivescovo José Rodríguez Carballo, e l’imam di Perugia.
Successivamente si è svolto un momento che il Pontefice ha voluto fosse strettamente privato: l’incontro con tredici  religiosi ammalati, avvenuto nel refettorio dell’infermeria. Tra loro padre Angelo Catalogna, 81 anni, frate minore della provincia umbra, per 40 anni missionario in Argentina, durante i quali è anche stato cappellano della polizia di Buenos Aires. Il Papa lo ha riconosciuto, salutandolo con affetto e ricordandone il carattere particolarmente dinamico.  Ha quindi lasciato un pensiero scritto di suo pugno in spagnolo sul libro degli ospiti  del convento: «Benediciamo il Signore, perché è grande la sua  misericordia. Grazie per la vostra testimonianza e vi chiedo, per favore, di pregare per me. Fraternamente, Francesco».
 Al termine della visita il Pontefice  è uscito sul sagrato dove ha salutato  nuovamente i fedeli presenti sulla piazza, rinnovando l’invito  a perdonare, sempre, perché, «se perdoneremo, il Signore ci perdonerà». Dopo la benedizione, il Papa   in auto ha raggiunto il vicino campo sportivo dove lo attendeva l’elicottero che lo ha riportato in Vaticano al termine di una visita durata circa tre ore.


(©L'Osservatore Romano – 6 agosto  2016)

mercoledì 6 luglio 2016

Indulgenza della Porziuncola tutto l'anno

800 anni dopo, papa Francesco ridà a san Francesco ciò che la Curia gli aveva tolto

di Redazione online


Un altro gesto di Papa Francesco che rimarrà nella storia. Del mondo, e della Curia romana in particolare. Il 4 agosto si recherà a Assisi perché proprio il 2 agosto 2016, cioè nel pieno dell'Anno Santo della Misericordia, si compiranno 800 anni della Porziuncola, il luogo per il quale san Francesco chiese a Papa Onorio III, in quel momento a Perugia, di concedere l'indulgenza plenaria a tutti coloro che l'avrebbero frequentata confessandosi.


Per la prima volta si sarebbe potuta dare l'indulgenza al di fuori di Roma, Santiago, San Michele al Gargano e Gerusalemme. Ma, soprattutto, lo si sarebbe fatto del tutto gratuitamente. L'importanza della coincidenza - sottolineata da questo viaggio papale - potrebbe sembrare un fatto esclusivamente religioso e spirituale, se non fosse documentata dal Diploma di Teobaldo l'opposizione della Curia di allora alla richiesta di san Francesco. I cardinali, per motivi meramente economici, non vollero che cessasse il fiume di denaro che si convogliava laddove si potevano ottenere le indulgenze. Lo raccontano i testi.


Alla richiesta del santo, il Papa, dopo un'esitazione, aveva acconsentito ma subito i cardinali del seguito si erano opposti alla facilitazione: "Badate, Signore, che se concedete a costui una tale indulgenza, distruggete quella d'oltremare". E così Onorio ridusse a un solo giorno - non a tutto l'anno come era all'inizio - quanto aveva concesso: il giorno è, appunto, il 2 agosto. Si era nel 1216 e la Riforma di Lutero dovuta alle indulgenze era ancora di là da venire. Il 4 agosto 2016, insomma, si conclude un giro lungo 800 anni. Un Papa di nome Francesco viene da san Francesco a mantenere quello che la Curia del suo predecessore gli aveva tolto.


Si torna alla Porziuncola con il mondo che, questa volta, sta varcano la porta che San Francesco otto secoli fa voleva aprire a tutti. Una porta senza serrature né maniglie. Basta chiedere permesso. Anche senza parlare. Solo nel cuore. Nella coscienza. Basta desiderare di varcarla. E si apre. La misericordia di Dio che per secoli aveva lacci impossibili per chi non aveva soldi torna ad essere celebrata nella sua esatta misura: senza misura. (Mauro Leonardi - Huffington Post)

Redazione online

venerdì 1 agosto 2014

2 articoli: Perdono di Assisi/Gaza prigione disperata

ASIA/TERRASANTA - Il Perdono di Assisi dedicato alla pace in Medio Oriente
Assisi (Agenzia Fides) – Sarà dedicato alla pace in Medio Oriente, in specie modo in Terrasanta e Gaza, il “Perdono di Assisi”, la festa del 2 agosto che si celebra nella “Porziuncola”, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli, in Assisi. Durante la giornata i fedeli ottengono l’indulgenza plenaria, secondo una pratica che risale a San Francesco di Assisi e che va avanti da oltre sette secoli, alla presenza di migliaia di pellegrini. Come riferito all’Agenzia Fides, quest’anno la Giornata avrà un’intenzione di preghiera particolare: la fine della guerra e delle ostilità in Terrasanta, come ha comunicato il vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, Frati minori di Assisi.
Il Vescovo, che presiede la Celebrazione eucaristica del 2 agosto nella Basilica, sottolinea in una nota inviata a Fides: “La visita di Papa Francesco in Terra Santa e soprattutto il momento di preghiera che egli ha condiviso in Vaticano con Shimon Peres e Abu Mazen hanno suscitato tante speranze. Non poteva esserci più grande delusione, con l’esplosione del conflitto di Gaza, ancora una volta con l’esito di morti e macerie”. Il Vescovo si chiede: “Sconfitta anche la preghiera? Nel 1986 Giovanni Paolo II inaugurò lo ‘spirito di Assisi’ proprio come preghiera per la pace. Un incontro di preghiera nel quale si levava la voce, pur distinta, delle diverse religioni del mondo, a gridare che Dio fa rima con la pace, e non con la guerra. E il prossimo 27 ottobre raccoglieremo quella sfida in un incontro dal titolo ‘L’iniziativa di papa Francesco per la pace in Israele: quale futuro?’” annuncia. “In occasione della festa del Perdono – aggiunge mons. Sorrentino – vogliamo pregare per una pace giusta e duratura in Terrasanta. L’invito a pregare è anche invito alla conversione. Dove la ragione è accecata e i sentimenti inaspriti, solo lo Spirito di Dio può entrare. Lo “spirito di Assisi” resta più vivo che mai e noi – conclude mons. Sorrentino – lo vogliamo invocare per la Terra Santa in occasione del Perdono della Porziuncola”. (PA) (Agenzia Fides 1/8/2014)
ASIA/TERRASANTA - Il Patriarca di Gerusalemme Twal: la tregua non serve, se Gaza resta una prigione disperata
Gerusalemme (Agenzia Fides) - “La tregua iniziata in corso è una cosa buona, ma non servirà se le condizioni di Gaza rimarranno quelle di una terra disperata posta sotto assedio, dove possono crescere solo la paura e la frustrazione che alimentano l'odio. Sembra quasi che si punti a fare di Gaza una fabbrica di disperati, destinati a trasformarsi facilmente in estremisti pronti a tutto”. Così il Patriarca di Gerusalemme dei Latini Fouad Twal sottolinea in una conversazione con l'Agenzia Fides la fragilità invita a riflettere sulla scarsa incisività a lungo termine della sospensione temporanea delle azioni su cui hanno trovato l'accordo Israele e Hamas. Secondo il Patriarca occorre rimuovere le condizioni strutturale che alimentano l'odio cieco, a partire dall'embargo: “Anche i tunnel costruiti a Gaza” fa notare Sua Beatitudine Twal “sono a loro modo un prodotto dell'embargo: se si pone fine a questo assedio, se si aprono le strade e si permette la libertà di movimento delle persone e delle merci, se si consente la libera pesca nel mare davanti a Gaza, allora tutto potrà muoversi in superficie e nessuno avrà bisogno di scavare tunnel per passare sottoterra”.
A giudizio del Patriarca latino di Gerusalemme, la perversa e cieca volontà di annientare il nemico sta trasformando la popolazione civile di Gaza in vittima sacrificale: “Basta guardare i nomi delle vittime: il 70 per cento” fa notare Sua Beatitudine “sono donne e bambini: E fa pensare anche il fatto che, tra tanti tunnel, Hamas non abbia pensato a costruire rifugi sotterranei per la gente”.
Riguardo alle reazioni internazionali, il Patriarca invia un messaggio significativo anche a chi continua a esprimere attestazioni verbali di solidarietà con i cristiani e i popoli sofferenti del Medio Oriente: “Arrivano tante lettere da tanti amici che vivono in altri Paesi e continenti. Noi ringraziamo, ma forse c'è troppa compassione e poco aiuto concreto. Sono andato a visitare i feriti usciti da Gaza accolti nell'Ospedale francese, e sono rimasto impressionato. Anche le loro famiglie hanno bisogno di tutto. Noi facciamo quello che possiamo con la Caritas e le risorse del Patriarcato, ma dall'esterno vediamo arrivare poco sostegno concreto e efficace. Non bastano i messaggi e le dichiarazioni messe in rete per dire: siamo con voi”. (GV) (Agenzia Fides 1/8/2014)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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