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mercoledì 17 febbraio 2021

Agenzia Fides 17 febbraio 2021

 

AFRICA/CONGO RD - Covid-19: migranti burundesi bloccati nel Sud Kivu per la chiusura del confine
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – “A causa dell'isolamento per la lotta al Covid-19, attualmente nel villaggio di Katogota osserviamo la chiusura dei confini. Quindi è impossibile per gli immigrati burundesi che si trovano nel nostro villaggio tornare nel loro Paese” afferma una nota inviata all’Agenzia Fides dall’organizzazione umanitaria ACMEJ, che opera in questo villaggio del Sud Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), al confine col Burundi.
Gli espatriati burundesi sono arrivati nella RDC per visitare parenti e amici, altri per cercare un lavoro, altri ancora fuggono dall'insicurezza nel loro Paese. Al momento, alcuni sono ospitati dalle famiglie d’accoglienza, altri stanno in case prese in affitto. Si moltiplicano però i conflitti tra la popolazione di Katogota e gli immigrati che non possono più permettersi di pagare l’affitto della casa, mentre alcuni di loro sono diventati un pesante fardello per le famiglie che li ospitano.
Anche il centro medico locale che non ha i mezzi economici per garantire cure gratuite, si è lamentato di essere sopraffatto dalla situazione degli immigrati burundesi affetti da diverse malattie che non sono in grado di sostenere le spese mediche. I burundesi hanno bisogno urgente di aiuti umanitari soprattutto per i bambini che continuano ad ammalarsi. È quindi altamente auspicabile e urgente che le organizzazioni umanitarie inviino aiuti agli immigrati in difficoltà, in primis medicinali e assistenza medica.
"Auspichiamo che i governi del Burundi e della RDC guidino una discussione bilaterale per la riapertura delle frontiere, nel rispetto delle misure di barriera contro il Covid-19. Ciò consentirebbe a questi immigrati di tornare a casa e la situazione della comunità di Katogota potrebbe alleggerirsi” conclude l’ACMEJ. (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2021)
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AFRICA/SUD SUDAN - Aumentano i contagi da Coronavirus: la polizia emana sanzioni anche per le celebrazioni religiose
 
Bor (Agenzia Fides) - I continui assembramenti dovuti alle riunioni pubbliche in occasione di eventi, comprese le funzioni religiose domenicali, hanno causato l’intervento delle autorità della polizia di Bor, capitale dello stato di Jonglei, situato nell’est del paese. A causa della mancata adesione alle misure di prevenzione previste contro il Covid durante le funzioni religiose, le autorità hanno ammonito le chiese di severe sanzioni contro quanti verranno trovati in condizione di violazione.
Alla fine del mese scorso, in seguito ad una nuova ondata di contagi da Coronavirus, la National Taskforce sul Covid-19, ha emesso un ordine che vieta tutte le forme di incontri sociali fino al 3 marzo. In una dichiarazione ad una emittente locale, il portavoce della polizia di stato, John Mawut Ngangha, ha affermato di aver applicato misure preventive contro il Coronavirus nei luoghi di culto già dalla scorsa settimana. Mawut ha sottolineato che oltre a far rispettare il divieto del governo la Taskforce è impegnata a garantire educazione sanitaria sul Covid-19.
“Come forze di polizia, siamo impegnati a rafforzare l'ordine governativo che vieta ogni forma di raduno sociale. Domenica ho assistito alla funzione presso la Nigel Church, le persone osservavano il distanziamento sociale ed erano radunate in preghiera sotto gli alberi” ha detto Mawut.
La reazione degli abitanti di Bor non ha tardato ad arrivare. I cittadini si sono detti consapevoli della pandemia ma di non essere sempre in grado di attenersi ai protocolli di prevenzione a causa delle difficoltà logistiche e strutturali.
Il vescovo James Deng, della chiesa episcopale del Sud Sudan, diocesi di Makuac, ha detto che "le funzioni domenicali proseguono" , sottolineando che Dio è l'unico faro di speranza per il sud sudanese. “Non vedo motivo per cui le chiese dovrebbero essere chiuse visto che luoghi di assembramento come i mercati sono sempre congestionati. Come Chiesa, crediamo, che sconfiggeremo questo virus anche con la preghiera”, ha detto il vescovo Deng. “Non siamo contro il governo - ha sottolineato. La pandemia esiste ma non c'è bisogno di vietare l'apertura delle chiese. Oltre a predicare il Vangelo educhiamo le persone a detergere le mani e osservare le pratiche di igiene e il distanziamento sociale, sebbene vi sia carenza di disinfettanti”.
Il mese scorso il direttore sanitario del Bor State Hospital, attraverso le stazioni radio locali, ha avviato la formazione sull'educazione sanitaria sul virus, anche se le tradizioni e gli sfollamenti causati dalle inondazioni e dalle difficoltà economiche rendono difficile l'adesione alle misure COVID-19.
Dall’inizio di questa settimana il Paese ha registrato 148 nuovi casi, portando il numero totale di contagi registrati a 5.710.
(AP) (17/2/2021 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Due giovani cristiani incriminati con false accuse di blasfemia: gli avvocati contestano i reati
 
Lahore (Agenzia Fides) - Due giovani cristiani sono stati incriminati per blasfemia, accusati di aver predicato il cristianesimo a giovani musulmani e di aver disonorato pubblicamente l'islam, il Corano e il Profeta Maometto al Model Town Park di Lahore. I due sono Haroon Ayub Masih di 25 anni e Salamat Mansha Masih di 30 anni, membri di una comunità cristiana evangelica. L'arresto di uno degli imputati (l'altro è fuggito) è avvenuto subito dopo che Haroon Ahmad, un uomo musulmano, ha presentato denuncia alla stazione di polizia di Model Town contro i due giovani il 13 febbraio scorso, contestando la violazione delle "leggi sulla blasfemia", ovvero l'articolo 295 ai commi "a", "b" e "c" del Codice penale del Pakistan.
Secondo il denunciante, i due Haroon Ayub Masih e Salamat Mansha Masih si sono avvicinati a un gruppo di persone musulmane iniziando a predicare il cristianesimo e consegnando loro un libro in lingua urdu intitolato "Zindagi ka Paani" (Acqua della vita). Il musulmano Haroon Ahmad nel primo rapporto di indagine (First Information Report) dice: "I due uomini hanno iniziato a commettere blasfemia disonorando il Profeta Maometto, dicendo che era un vagabondo, che si è sposato per aumentare la sua generazione mentre Gesù non si è sposato e ha proclamato la verità". Aggiunge il rapporto, pervenuto a Fides : "Hanno detto che la Torah e i Vangeli sono libri veri e il Sacro Corano non dice la verità, hanno continuato a disonorare l'Islam, ferendo le nostre emozioni e sentimenti religiosi apertamente e pubblicamente ”. Il denunciante afferma inoltre: “Gli uomini cristiani hanno commesso blasfemia disonorando il Profeta Muhammad, il Sacro Corano e l'Islam. Vi chiedo di punire i due e la casa editrice secondo le leggi sulla blasfemia, per aver pubblicato e stampato questa letteratura ”.
La polizia ha avviato un procedimento ai sensi delle leggi sulla blasfemia 295 al comma "A" che incrimina "atti deliberati o dolosi volti a oltraggiare i sentimenti religiosi di qualsiasi persona, insultando la sua religione e credenze religiose", che prevede 10 anni di reclusione o multa; si cita poi il comma 295 B cioè "aver vilipeso il Sacro Corano" per il quale la pena è la reclusione a vita; e si formulano accuse secondo il 295 C per aver "usato osservazioni dispregiative, pronunciate, scritte direttamente o indirettamente che offendono il nome del Profeta Maometto o altri profeti" per cui è prevista la pena di morte obbligatoria.
Uno dei due cristiani, Salamat Mansha Masih, è stato arrestato dalla polizia mentre Haroon Ayub Masih è riuscito a fuggire e anche la sua famiglia si è nascosta.
L'avvocato cristiano Aneeqa Maria Anthony, responsabile della Ong "The Voice", che ha assunto la difesa legale di Haroon Ayub Masih, così chiarisce all'Agenzia Fides l'accaduto, rifendendo quanto ha raccontato Haroon Masih: "Stavamo studiando e discutendo per conto nostro del Nuovo Testamento, quando alcuni giovani di passaggio si sono fermati per ascoltare cosa stavamo dicendo. Dopo aver sentito che stavamo parlando della Bibbia, hanno chiesto informazioni e allora abbiamo dato loro un piccolo libro chiamato 'Acqua della vita' con alcuni estratti dal Nuovo Testamento. Non c'è niente di blasfemo in quel libro. Uno di loro ci ha chiesto di smettere di leggere e parlare della Bibbia in un luogo aperto, poiché non sarebbe consentito. Siamo rimasti scioccati nel sentire questo, perché non li abbiamo invitati ad ascoltarci. Abbiamo detto loro di non interferire poiché stavano , secondo i nostri diritti di cittadini, semplicemente parlando tra noi. A quel punto il confronto è diventato una discussione accesa e abbiamo preferito abbandonare il luogo".
Prosegue l'avvocato: "Alcuni dei giovani musulmani, però, hanno preso Salamat e lo hanno portato al responsabile della sicurezza del parco, accusandolo proditoriamente i due di aver predicato il cristianesimo e aver bestemmiato contro l'islam, ma questo è del tutto falso. Così lo hanno portato alla polizia ed è scattata la denuncia". Haroon Masih ha dichiarato: "Leggo la Bibbia con i miei fratelli, serviamo Dio in diversi luoghi del Pakistan. Non ho mai parlato contro nessuna religione. Rispetto il Profeta Maometto ”.
L'avvocato Anthony riferisce un altro aspetto delicato: la denuncia è registrata è firmata da Haroon Ahmad che non era presente sul luogo , non è un testimone oculare dei fatti, ma che è membro del movimento estremista "Tehrik-e Labaik", che ha voluto assumersi la responsabilità di accusare i due cristiani, affermando di "voler continuare a proteggere l'Islam da ogni male".
L'avvocato informa che la prima udienza sul caso è prevista il 24 febbraio e che, intanto ha ottenuto una cauzione provvisoria per Haroon Ayub Masih. E conclude: "Cerchiamo giustizia per due giovani cristiani innocenti. Il gruppo Tehrik e Labaik sembra aver preso il caso molto seriamente e violentemente e agisce in maniera minacciosa. Non ci lasceremo intimorire ma abbiamo bisogno del sostegno e della preghiera di tanti".
(PA-AG) (Agenzia Fides 17/2/2021)
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ASIA/IRAQ - Il Patriarca caldeo Sako: è sbagliato pretendere che la visita del Papa risolva tutti i nostri problemi
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Papa Francesco “non viene in Iraq per risolvere tutti i problemi” delle comunità cristiane locali. Non dipende certo da lui riportare in Iraq “i cristiani che sono emigrati all’estero”, o “recuperare le loro proprietà usurpate”. Spetta piuttosto al governo iracheno “creare le condizioni per il ritorno”. Così il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako ha voluto rispondere con un comunicato ufficiale a quelle da lui stesso indicate come “critiche messe in circolo attraverso i social media” alla imminente visita papale in Iraq, in programma dal 5 all’8 marzo. Nel breve comunicato, diffuso dai canali ufficiali del Patriarcato caldeo, il Patriarca ha preso atto che il Papa “non potrà visitare tutti i santuari”, ma nel contempo ha messo in evidenza la forte portata simbolica dei luoghi toccati dalla visita papale – compresi Ur, Najaf, Mosul e Quaraqosh – da dove il vescovo di Roma potrà diffondere “parole di amore, fratellanza, riconciliazione, tolleranza e rispetto per la vita, la diversità e il pluralismo”.
Intanto, in questi giorni, il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako, continua a incontrare rappresentanti di istituzioni, forze politiche e raggruppamenti sociali e religiosi, tutti desiderosi di esprimere interesse e compiacimento per la prossima visita papale. Tra gli altri, il Patriarca ha ricevuto anche una delegazione dell’Alleanza politica sciita al Hikma (”Corrente di Saggezza nazionale”, nonché il parlamentare Saib Khidir, rappresentante della minoranza yazida.(GV) (Agenzia Fides 17/2/2021)
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AMERICA/CILE - Una Quaresima di conversione, purificazione e speranza
 
Santiago (Agenzia Fides) – Nel suo messaggio per la Quaresima, il Comitato Permanente della Conferenza Episcopale del Cile sottolinea l’imposizione delle ceneri con cui inizia questo tempo liturgico, invitando a partecipare di persona o da remoto, secondo le disposizioni relative alla pandemia, "per vivere questo profondo segno di umiltà senza minacciare la nostra salute o quella degli altri". Questo tempo di conversione ci invita a rinnovare la nostra fede e la nostra speranza, è anche un tempo di purificazione e penitenza per il dolore causato con i nostri peccati. "I Pastori della Chiesa chiedono ancora una volta perdono a Dio e ai nostri fratelli e sorelle che sono stati abusati, maltrattati, esclusi o ignorati da alcuni dei loro ministri”.
“L'ultimo anno è stato difficile per tutti – scrivono i Vescovi -. La pandemia di Covid-19 ha evidenziato la nostra fragilità; dobbiamo piangere i gravi danni alla salute di molte persone, tra cui molte che hanno perso la vita; abbiamo anche subito le sue gravi conseguenze sociali che diventano più drammatiche tra i più vulnerabili”. Invitano tuttavia a ringraziare Dio “per le innumerevoli espressioni di solidarietà fraterna, carità e vicinanza, nonché per l'impegno professionale di coloro che lavorano al servizio dei malati negli ospedali e nei centri sanitari. Ringraziamo anche sacerdoti, diaconi, religiose, religiosi e laici che hanno cercato di accompagnare con i sacramenti, la preghiera e il conforto in questo momento di incertezza.”
I Vescovi lamentano anche gli atti di violenza che continuano a verificarsi nella società cilena, con la perdita di vite umane, aggressioni a persone, case, luoghi pubblici e persino luoghi di culto di diverse confessioni religiose. Aumenta significativamente la migrazione nel nord del paese, di persone provenienti da nazioni con un'enorme crisi sociale e politica. Alcune manifestazioni climatiche di insolita intensità, hanno causato gravi danni alle famiglie che hanno perso le loro case, le attività agricole ed economiche, portando incertezza e insicurezza.
“In questo insieme di situazioni, molte persone si chiedono cosa ci sta dicendo il Signore? Cosa possiamo fare per vivere il nostro status di cristiani in questo momento?” I Vescovi rispondono: “Meditare con cuore sincero la Parola di Dio, fonte permanente di salvezza e luce, per il discernimento quotidiano, riveste una particolare importanza in questo tempo liturgico della Quaresima”. Ricordano quindi la preghiera personale e comunitaria, che è sempre un modo sicuro per scoprire la volontà di Dio. "Non smettiamo mai di pregare incessantemente per il dono della vita e della salute, della giustizia e della pace" aggiungono, e citano il Messaggio di Quaresima 2021 di Papa Francesco: "la via della povertà e della privazione (digiuno), lo sguardo e i gesti dell'amore verso l'uomo ferito (elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (preghiera) ci permettono di incarnare fede sincera, speranza viva e carità attiva".
Questo tempo complesso che stiamo vivendo ha portato vari tipi di privazione a molti, gli sprechi non hanno posto in una società che cerca di superare le sue disuguaglianze, e “la Quaresima ci dà la possibilità di tornare all'essenziale della nostra vita di credenti, mettendo Cristo al centro". Quindi esortano: "Dobbiamo rinnovarci in atteggiamenti di speranza! La possibilità di accedere a uno dei vaccini contro il Covid-19 ci apre una finestra di speranza per avviare il processo di superamento di questa grave pandemia”. Tutti sono invitati a vaccinarsi, perché “non c’è alcun motivo ragionevole per sospettare che i vaccini siano dannosi o che il loro uso possa essere soggetto a divieti morali.”
Infine i Vescovi cileni ricordano che inizia un anno di importanti decisioni per la vita del Paese "in cui ogni connazionale deve essere protagonista", chiamando a partecipare attivamente e ad essere informati su ciò che riguarda le elezioni, i progetti e i programmi dei candidati. "Come la Quaresima è un cammino per credere e testimoniare un tempo nuovo – concludono -, aiutiamoci con i nostri atteggiamenti personali, familiari e civili perché le giovani generazioni continuino a credere nel Cile e nei valori umani e cristiani che nel corso della storia hanno ispirato la nostra società". (SL) (Agenzia Fides 17/02/2021)
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AMERICA/PERU' - Emergenza sociale e sanitaria: centinaia di migranti provenienti dal Brasile bloccati alla frontiera
 
Puerto Maldonado (Agenzia Fides) – Il Vicario Apostolico di Puerto Maldonado ha rivolto un appello alle autorità governative per quanto accade alla frontiera con il Brasile: dopo l'arrivo di più di 300 migranti, nella maggioranza provenienti da Haiti, il ponte che segna il passaggio di frontiera fra Acre (Brasile) e Madre de Dios (Perù) è diventato luogo di una vera emergenza sociale e sanitaria, dovuta alla chiusura per legge stabilita dalle misure sanitarie.
"Riteniamo che si debba fornire una soluzione immediata a questa situazione per evitare che si scateni un grave conflitto sociale" ha sottolineato il Vicariato nel suo comunicato pubblicato sui social network e sui media locali, e inviato anche a Fides. "I nostri operatori pastorali al confine tra Brasile e Perù riferiscono che attualmente ci sono circa 380 migranti, per lo più haitiani, ma provenienti anche da Senegal, Burkina Faso, Pakistan, Bangladesh e India, che devono entrare in Perù per andare nella regione di Tumbes, al confine con l'Ecuador, e da lì raggiungere le rispettive destinazioni” si legge nel comunicato.
“Tra i migranti ci sono donne incinte, minori e donne che allattano con i loro figli – prosegue il testo -. Infatti, domenica 14 febbraio, il comune brasiliano di Assis, ha inviato un'equipe medica per verificare lo stato di salute dei più vulnerabili alla frontiera e curare i casi che ne avevano bisogno".
"A Iñapari (Perù) - informa il comunicato -, il governo regionale di Madre de Dios dispone delle infrastrutture necessarie per sottoporre tutti i migranti al test PCR molecolare e, in questo modo, garantire che questa azione umanitaria venga svolta con successo senza mettere a rischio la salute pubblica nazionale”.
“Esortiamo le autorità governative regionali e nazionali, e soprattutto la Cancelleria della Repubblica, a trovare la formula che consenta di rispondere immediatamente a questa emergenza, evitando un grave conflitto sociale che si aggiunge ai gravi problemi che già abbiamo" conclude il messaggio del Vicario Apostolico, che teme anche il rischio di un conflitto sociale con i residenti del luogo, dovuto al numero elevato di migranti perché vanno crescendo di giorno in giorno.
(CE) (Agenzia Fides 17/02/2021)
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domenica 16 febbraio 2020

Agenzia Fides 15 febbraio 2020

VATICANO - “Incontro cordiale” tra l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi
 
Monaco di Baviera (Agenzia Fides) - L’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, e il Vicepremier e Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, si sono incontrati a Monaco di Baviera e hanno avuto un colloquio nel pomeriggio di ieri, venerdì 14 febbraio, nella cornice della Munich Security Conference 2020, la conferenza annuale sulle politiche di sicurezza globale che dal 1963 si svolge ogni anno a Monaco di Baviera. Si è trattato del primo incontro ufficiale di tale livello tra un rappresentante della Sata Sede e un membro del governo della Repubblica Popolare Cinese.
«Nel corso del colloquio, svoltosi in un clima cordiale» riferisce il comunicato diffuso in dalla Sala Stampa vaticana nella tarda serata di venerdì 14 febbraio, «sono stati evocati i contatti fra le due Parti, sviluppatisi positivamente nel tempo». In particolare «si è evidenziata l’importanza dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, firmato il 22 settembre 2018, rinnovando altresì la volontà di proseguire il dialogo istituzionale a livello bilaterale per favorire la vita della Chiesa cattolica e il bene del Popolo cinese».
Nel colloquio è stato espresso anche comune apprezzamento «per gli sforzi che si stanno compiendo per debellare l’epidemia di coronavirus» e solidarietà «nei confronti della popolazione colpita». Inoltre, si è auspicata «maggiore cooperazione internazionale al fine di promuovere la convivenza civile e la pace nel mondo e si sono scambiate considerazioni sul dialogo interculturale e i diritti umani». (GV) Agenzia Fides 15/2/2020).
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VATICANO - La preghiera dei bambini è quella che piace al Signore: il Cardinale Tagle in visita all’ospedale Bambino Gesù
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il primo impegno ufficiale del Cardinale Luis Antonio Tagle a Roma, dopo la nomina a Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è stato la visita ai bambini ricoverati all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, venerdì 14 febbraio. L’occasione è nata dalla presentazione del libro "I bambini sono speranza" (Salani editore), una raccolta di disegni che i bambini di tutto il mondo hanno regalato a Papa Francesco, da cui padre Antonio Spadaro, Direttore de La Civiltà Cattolica, ha tratto questo libro curandone l'edizione.
“E’ un libro che mi riporta alle radici della mia famiglia, quando la sera sfogliavamo sempre le stesse immagini in semplicità e con tanta serenità” ha raccontato il Cardinale ai bambini che ha più volte invitato ad essere felici e fiduciosi verso il futuro. “La Chiesa ha un futuro perché ci sono i bambini” ha sottolineato il Cardinale Prefetto durante la presentazione del libro. “A Manila le ragazze della casa per bambini di strada ‘Ponte di vita verso la speranza’, che Papa Francesco durante la sua visita ha voluto visitare a sorpresa, quando hanno saputo della mia partenza per Roma hanno organizzato una semplice festa per salutarmi con canti, balli, preghiere e anche molte lacrime. Mi hanno chiesto di dire a Papa Francesco di non dimenticare questa casa, di dirgli che lui rimane in questa casa nella memoria dei bambini. Le ragazze hanno promesso che pregheranno ogni giorno per me e io credo che la preghiera dei bambini senza speculazioni, senza troppe parole, con sorrisi e lacrime, è la preghiera che piace al Signore”.
Il Cardinale Tagle, che prima dell'incontro con i giornalisti ha visitato i piccoli pazienti ricoverati nel nosocomio pediatrico accompagnato dalla presidente Mariella Enoc, intrattenendosi con loro e con i familiari, ha infine salutato i bambini invitandoli a sorridere e a mantenere sui loro visi un ‘sorriso permanente’.
(AP) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/NIGER - Padre Pier Luigi Maccali: le spine e i fiori di un rapimento
 
Niamey (Agenzia Fides) - “Nessuna informazione, nessun segno che ci aiuti a dare un vero nome a quello che è successo e a intravedere la strada da percorrere” scrive padre Ceferino Cainelli, Superiore provinciale della Società per le Missioni Africane (SMA) dell'Italia, in prossimità di un altro mese dal rapimento di p. Pier Luigi Maccalli dalla missione di Bomoanga (vedi Agenzia Fides 18/9/2018).
“Il dolore provocato dall’assenza di p. Pier Luigi, dopo un anno e cinque mesi del suo rapimento, si fa sentire. La spina continua ad essere presente e fa molto male" scrive p. Cainelli, il quale aggiunge che “nel frattempo, nell’attesa, sono germogliati dei bei fiori di solidarietà e di speranza, di condivisione e di crescita nella fede.”
“Uno di questi ce lo offre la Diocesi di Crema che, dopo il rapimento di padre Pier Luigi si riunisce ogni mese per manifestare nella fede la sua ‘paziente e insistente speranza’, fiore di luce e di fede, di perseveranza nella preghiera, di comunione profetica, di Chiesa in cammino.
“Noi missionari della SMA – conclude la p. Cainelli - ci sentiamo in profonda comunione con questa diocesi di cui è originario il nostro confratello. Ringraziamo di cuore il suo Vescovo, Mons. Daniele Gianotti, l’Ufficio Missionario e tutta la comunità Diocesana, per averci coinvolti ogni volta in questi momenti di preghiera, che ci incoraggiano e ci consolano nella sofferenza, che ci fanno crescere come Chiesa, e che ci fanno condividere la stessa missione e la stessa speranza”.
(CC/AP) (15/2/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/NIGERIA - Nuovo rapimento di un sacerdote in Nigeria
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Siamo sicuri che sia vivo e abbiamo subito intrapreso i passi necessari per assicurare che p. Nicholas Oboh sia rilasciato incolume” ha affermato p. Osi Odenore, Cancelliere della diocesi di Uromi, in una conferenza stampa nella quale ha denunciato il rapimento di p. Nicholas Oboh, che opera nella diocesi di Uromi, nello Stato di Edo, nel sud-est della Nigeria. P. Odenore ha affermato che il sacerdote è stato rapito ieri, 14 febbraio, ma non ha specificato in quale zona sia avvenuto il sequestro. P. Odenore ha concluso il suo intervento chiedendo preghiere per la rapida liberazione di p. Oboh.
I sequestri a scopo di estorsione sono una piaga che colpisce da tempo diverse aree della Nigeria. In concomitanza con il rapimento di p. Oboh, quattro bambini sono stati sequestrati a Umelu, nello Stato di Edo, quando alcuni banditi hanno assalito il villaggio. Dopo aver derubato i residenti, i malviventi sono fuggiti portando con loro i quattro bambini. Nonostante il pagamento di un riscatto, solo uno di loro è stato finora rilasciato.
Tra le persone rapite ci sono sacerdoti e religiosi/e. Gli ultimi in ordine di tempo sono i quattro seminaristi rapiti dal seminario maggiore del Buon Pastore di Kakau, nello Stato di Kaduna, nel nord-ovest della Nigeria, da uomini armati nella notte dell'8 gennaio (vedi Fides 13/1/2020). Il più giovane di questi, Michael Nnadi (18 anni), è stato ucciso mentre gli altri tre sono stati liberati (vedi Fides 3/2/2020).
Al suo funerale (vedi Fides 13/2/2020), Sua Ecc. Mons. Matthew Hassan Kukah, Vescovo di Sokoto, ha rivolto un duro atto d’accusa nei confronti del Presidente Muhammadu Buhari, che era stato eletto sulla promessa di ristabilire la sicurezza nel Paese. Mons. Kukah ha contestato non solo l’insicurezza che regna in Nigeria, ma anche le politiche che hanno approfondito le divisioni etniche e religiose tra Nord e Sud. (L.M.) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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ASIA/SINGAPORE - Coronavirus: Messe e incontri sospesi a tempo indeterminato nell’arcidiocesi di Singapore
 
Singapore (Agenzia Fides) - Nella lotta contro la diffusione del coronavirus (Covid-19), l'arcidiocesi di Singapore ha deciso di sospendere la celebrazione di tutte le messe della domenica e dei giorni feriali a partire dal 15 febbraio fino a nuovo avviso. L'arcidiocesi - che comprende 32 chiese - ha avvisato i parroci e le comunità laicali che anche tutti gli altri eventi pubblici che prevedono un gran numero di persone, come incontri di formazione della fede, ritiri e seminari, dovrebbero essere sospesi. Alla fine del mese scorso, l’arcidiocesi aveva già esentato quanti non fossero in piena salute o manifestassero sintomi simil-influenzali dalla partecipazione alla Messa.
In una sua lettera pervenuta a Fides, l'Arcivescovo di Singapore William Goh ricorda che nelle ultime settimane la Chiesa locale si era adoperata per ridurre al minimo il rischio di diffusione dei focolai di Covid-19 nelle sue istituzioni e tra i sacerdoti, invitando a misurare la temperatura delle persone. Tuttavia questo provvedimento non è uno strumento di screening infallibile, in quanto anche le persone asintomatiche possono essere portatrici dell'infezione.
L'Arcivescovo sottolinea che la sospensione delle Messe non significa che i cattolici possono sentirsi esentati dall'adempimento del loro principale obbligo religioso, e aggiunge che possono seguire la trasmissione della Messa su YouTube o sull'applicazione mobile CatholicSG Radio. Invita quindi a pregare perché questo virus sia contenuto e sradicato, e anche per quelli in prima linea - i dottori e le infermiere - che stanno mettendo la propria salute a servizio dei malati.
Ai matrimoni e ai funerali potranno partecipare solo le persone strettamente coinvolte, e
in precedenza dovranno essere presi accordi con il parroco, seguendo tutte le misure precauzionali in base alla Catholic Medical Guild.
Al 14 febbraio a Singapore erano stati registrati 67 casi confermati di Covid-19. Di questi 17 sono stati dimessi dall'ospedale mentre altri 6 rimangono nel reparto di terapia intensiva e sono malati gravi. (SD) (Agenzia Fides 15/02/2020)
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AMERICA/MESSICO - Nuovi strumenti di discernimento per l'animazione, la formazione e la cooperazione missionaria nel continente
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – Si sta svolgendo a Città del Messico, presso la sede delle Pontificie Opere Missionarie (POM), il primo Incontro Continentale di Formazione per docenti di Missionologia ed Ecclesiologia (vedi Fides 14/2/2020), che dal 14 al 16 febbraio vede riuniti i docenti nella materia, i direttori, i coordinatori e altri membri delle POM di Brasile, Porto Rico, Messico, Argentina, tra altri paesi latinoamericani.
Secondo le informazioni inviate a Fides dalle POM del Messico, che fanno notare come il numero di laici impegnati nella Missio Ad Gentes in ogni paese sia considerevole, la dinamica di questo seminario sono i workshop e le tavole rotonde per il dialogo a temi, come preparazione ad un incontro plenario e a un contributo generale finale, al fine di indicare nuove prospettive per spingere il lavoro missionario in tutta l’America Latina.
In precedenza, sempre presso la sede delle POM a Città del Messico, mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio, si è riunita una Commissione che, accompagnata dal Coordinatore continentale delle POM, ha presentato le conclusioni del lavoro di ricerca svolto: uno studio dei Congressi Missionari Continentali (COMLA e CAM) che si sono tenuti dal 1977 nel continente. Lo scopo è quello di compilare un rapporto basato su due linee guida: la metodologia utilizzata nei vari Congressi Missionari e la priorità della Missio Ad Gente, oltre naturalmente ad approfondisce temi, contenuti, contesto di ogni Congresso e altri aspetti peculiari.
L'obiettivo di questo lavoro è quello di offrire strumenti di discernimento al servizio dell'animazione, della formazione e dell'attuale cooperazione missionaria in tutto il continente, evidenziando errori, successi, sfide e opportunità sollevate. I partecipanti a questo incontro sono stati: P. Ender Zapata, Direttore nazionale delle POM del Venezuela; P. Alexis Gil, Direttore nazionale delle POM della Colombia, P. Luís A. Nahuelanca, Direttore nazionale delle POM del Cile, una équipe di Porto Rico (sede scelta per il CAM 6 nel 2023) e P. Leonardo Rodriguez, Direttore nazionale delle POM dell’Uruguay e Coordinatore continentale delle POM dell’America.
(CE) (Agenzia Fides, 15/02/2020)
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AMERICA/CILE - Trecento giovani di Concepción in missione per condividere la loro fede e la loro speranza
 
Concepción (Agenzia Fides) - Circa 300 giovani dell'Arcidiocesi cilena di Concepción, nei mesi di gennaio e febbraio hanno svolto le missioni estive in diverse comunità, a sostegno dell'azione pastorale che si svolge durante tutto l'anno. In questo modo hanno voluto rispondere a ciò che Papa Francesco chiede loro nella sua Esortazione apostolica "Christus vivit", dove incoraggia i giovani ad essere missionari coraggiosi: “I giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque, con la propria vita… Siate capaci di andare controcorrente e sappiate condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato” (nn.175-176).
Come informa la nota della Conferenza episcopale giunta a Fides, molte zone rurali e urbane, come la prigione di Arauco o l’Isla de Chiloé e l'Isla de Santa María, sono state toccate dall'entusiasmo e dalla gioia dei giovani missionari, che hanno fatto tutto il possibile per portare la loro testimonianza. Nei giorni della missione i giovani hanno visitato ogni casa del settore affidato, hanno organizzato diversi incontri con la comunità locale, in un clima di grande fraternità e fervore spirituale, con la celebrazione dell'Eucaristia come momento principale di ogni giornata.
Il vicario della Pastorale della gioventù dell'Arcidiocesi di Concepción, padre Víctor Álvarez, ha commentato: "assumendosi la responsabilità della loro missione, nella Chiesa e nel contesto sociale in cui viviamo come nazione, i giovani sono andati a condividere la loro fede e la loro speranza in ogni zona missionaria". Ogni area di missione poteva contare sul sostegno di alcuni sacerdoti e religiose, impegnati nei diversi settori della pastorale e in diversi luoghi, rafforzando così la dimensione spirituale e l'incontro con Gesù Cristo come fondamento di tutto ciò che è stato realizzato in quei giorni. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/BURUNDI - Dimissioni del Vescovo di Bururi e nomina del successore
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Bururi (Burundi), presentata da S.E. Mons. Venant Bacinoni. Il Santo Padre, contemporaneamente, ha nominato Vescovo della medesima Diocesi il Rev.do Salvator Niciteretse, del clero di Bururi, finora Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici.
Il Rev.do Salvator Niciteretse è nato il 2 agosto 1958 a Rutwenzi, Diocesi di Bururi ed è entrato nel Seminario Minore di Kanyosha (1975-1979). Ha ottenuto un Diploma con indirizzo umanistico nel Seminario medio di Bujumbura (1979-1982), completando poi il Baccalaureato in Filosofia nel Seminario Maggiore di Bujumbura (1982-1985) e quello in Teologia nel Seminario Maggiore di Burasira (1985-1989). È stato ordinato sacerdote il 9 luglio 1989 per la Diocesi di Bururi.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: 1989-1993: Vicario parrocchiale di Murago e poi Parroco della stessa parrocchia e Cappellano Nazionale del Movimento di Azione Cattolica Xavéri (M.A.C. Xavéri); 1993-1998: Parroco della Cattedrale di Bururi e Direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie; 1998-2002: Studi Superiori presso la Pontificia Università Lateranense dove ha conseguito una Licenza in Teologia Pastorale e un Dottorato in Dottrina Sociale della Chiesa; dal 2003: Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici; Professore nel Seminario Maggiore di Gitega e di Kiryama; Incaricato per l’Africa al Forum Internazionale dell’Azione Cattolica. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)

giovedì 23 gennaio 2020

Agenzia Fides 23 gennaio 2020

EUROPA/CIPRO - Consiglio delle Chiese del Medio Oriente: Gerusalemme Est sia “la Capitale dello Stato palestinese indipendente”
 
Larnaca (Agenzia Fides) – Nelle convulsioni e nei conflitti che feriscono il Medio Oriente, i cristiani di quella regione possono sperimentare “il mistero dell’amore di Dio”, la sua compassione e il suo amore per ogni essere umano anche in mezzo a tante circostanze difficili. Lo sottolinea il comunicato diffuso dal Comitato esecutivo del Consiglio delle Chiese del medio oriente (MECC Middle East Council of Churches), riunitosi martedì 21 e mercoledì 22 gennaio a Larnaca (Cipro), per due giorni di convivenza e lavoro comune vissuti nel contesto della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. All’incontro, ospitato da Chrysostomos II, Arcivescovo greco ortodosso di Cipro, hanno preso parte tra gli altri anche Yohanna X, Patriarca greco ortodosso di Antiochia, Ignatios Aphrem II, Patriarca siro ortodosso di Antiochia”, e il Cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia sui Caldei.
Nel documento comune, diffuso a conclusione dei lavori, i partecipanti al Comitato esecutivo MECC chiedono che sia custodita la fede e la speranza di tanti cristiani del Medio Oriente, area ancora afflitta da “eventi sanguinosi”. Nel contempo, si sottolinea che le sofferenze non vengono patite solo dalle Chiese e dai cristiani, ma toccano interi popoli della regione, Il documento richiama tutte le realtà ecclesiali coinvolte nell’organismo ecumenico ad intensificare la propria presenza “a fianco di ogni persona sofferente, sfollata e migrante, che ha perso i propri cari o i propri beni a causa della violenza e delle guerre, in modo che le Chiese rimangano un'icona della tenerezza e della prossimità di Dio”.
Oltre a condividere riflessioni, preoccupazioni e suggerimenti sulla condizione in cui versano popoli e Chiese nei diversi Paesi, i membri del comitato hanno anche ascoltato la relazione della professoressa Souraya Bechealany, Segretario generale del MECC, riguardante il lavoro compiuto nell’anno trascorso e sulle prospettive e iniziative future dell’organismo ecumenico. I partecipanti all’incontro hanno anche chiesto, nella preghiera comune, che si possa conoscere presto la sorte di Boulos Yazigi e Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, i due Arcivescovi di Aleppo –il primo greco ortodosso, il secondo siro ortodosso – scomparsi il 22 aprile 2013 in Siria. Poi, soffermandosi su situazioni e eventi riguardanti i singoli Paesi, i partecipanti alla riunione hanno posto l’accento sulle istanze di giustizia sociale e di lotta alla corruzione che stanno connotando le manifestazioni di protesta in corso in Iraq. Riguardo alla Siria, il Comitato esecutivo del MECC ha sottolineato l’urgenza di coinvolgere tutte le componenti locali e internazionali nel processo volto a ristabilire la pace su tutto il territorio e favorire il ritorno alle proprie case di sfollati interni e profughi. Esplicito sostegno è stato espresso anche verso le mobilitazioni del popolo libanese che esprimono insofferenza verso la corruzione e le inadempienze della classe politica nazionale. Riguardo a Cipro, che ospitava il summit ecumenico, i membri del Comitato esecutivo del MECC hanno chiesto esplicitamente che si ponga fine all'occupazione che ha portato alla divisione dell'isola, mentre in merito alla situazione della Palestina hanno espresso sostegno a quanti soffrono “le conseguenze dell'occupazione, la politica di apartheid” e l’espansione indiscriminata di insediamenti illegali sul territorio palestinese, chiedendo nel contempo il rispetto della libertà di seguire i riti e le pratiche legate alla propria fede per tutti i palestinesi, cristiani e musulmani, anche a Gerusalemme Est, definita nel documento come “la Capitale di uno Stato palestinese indipendente”. Il comunicato finale diffuso del MECC esprime anche il sostegno al popolo egiziano impegnato a affrancarsi da violenze e estremismo e a consolidare il principio di cittadinanza come fattore essenziale della vita civile. “Invitare i popoli della regione a far prevalere il principio di cittadinanza, insieme ai diritti e ai doveri” si legge nel comunicato “richiede una revisione dei sistemi e delle leggi” che aiuti a coniugare unità nazionale e riconoscimento delle diversità, e affrancare la vita civile da ogni settarismo.
Il Consiglio delle Chiese del Medio Oriente, fondato nel 1974 a Nicosia e attualmente con sede a Beirut, ha lo scopo di facilitare la convergenza delle comunità cristiane mediorientali su temi di comune interesse e favorire il superamento di contrasti di matrice confessionale. La professoressa Souraya Bechealany, cristiana maronita, insegna teologia presso la Université Saint-Joseph de Beyrouth. Souraya è stata eletta Segretario generale del MECC nel gennaio 2018, e ha intrapreso insieme ai suoi collaboratori un processo di ristrutturazione dei dipartimenti dell’organismo ecumanico. (GV) (Agenzia Fides 23/1/2020)
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AFRICA/CONGO RD - “No a nuove guerre”: il grido d’allarme dei Vescovi di RDC, Rwanda e Burundi
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - "La situazione sociale rimane preoccupante, in primo luogo alla luce dell'insicurezza persistente in alcune aree, in particolare ai confini di tre Paesi” affermano i Vescovi del Comitato Permanente dell’Association des Conférences Episcopales de l’Afrique Centrale (ACEAC), nel comunicato finale della riunione ordinaria che si è tenuta a Bukavu (nell’est della Repubblica Democratica del Congo), dal 15 al 18 gennaio.
L’ACEAC che riunisce i Vescovi di Burundi, Rwanda e RDC, denuncia inoltre che nei loro tre Paesi, “il potere d'acquisto della popolazione è diminuito ulteriormente, costringendo molte famiglie a vivere al di sotto della soglia di povertà”.
“E poiché la sfortuna non arriva mai da sola, il virus Ebola e le piogge torrenziali degli ultimi mesi hanno causato diverse vittime e danni materiali significativi e lasciato diverse persone senza riparo” continua il comunicato inviato all’Agenzia Fides.
I Vescovi apprezzano il “dinamismo” delle Caritas e delle Commissioni Giustizia e Pace, che pur con le scarse risorse a loro disposizione hanno portato soccorso alle popolazioni colpite, e invitano le comunità cristiane di continuare a essere solidali con le vittime.
I Vescovi deplorano il deterioramento del clima di fiducia tra i leader politici nella regione, che rischia di accrescere la possibilità di scontri armati a danno delle popolazioni locali: “Facciamo appello alla coscienza dei governanti per tenere nel cuore e nella mente il dovere di proteggere le popolazioni e di lavorare per la prosperità delle persone che devono godere appieno dei loro diritti come creature create a immagine di Dio”.
I Vescovi rinnovano l’impegno preso nel 2013 di lavorare con altre confessioni religiose per stabilire una pace duratura nella regione “attraverso la testimonianza di vita, i gesti e le parole”. A tal fine, pubblicheranno nei prossimi mesi un programma pastorale per la conversione dei cuori e la promozione della coesione sociale, e invitano i fedeli a recitare ogni giorno la preghiera per la pace di San Francesco d'Assisi. (L.M.) (Agenzia Fides 23/1/2020)
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AFRICA/NIGER - “Potranno tagliare gli alberi ma non le radici della croce”: minacce ai cristiani nel paese
 
Niamey (Agenzia Fides) – “Le reiterate minacce alle comunità cristiane presenti nella zona frontaliera col Burkina Faso hanno raggiunto lo scopo che si prefiggevano: decapitare le comunità e farne poi preda della paura di professare la fede nella preghiera della domenica nelle cappelle” (vedi Agenzia Fides 20/12/2019), scrive all’Agenzia Fides padre Mauro Armanino, sacerdote della Società per le Missioni Africane in Niger.
“Martedì 14 gennaio scorso, in un villaggio non lontano da Bomoanga, che da oltre un anno ha assistito impotente al rapimento di Padre Pierluigi Maccalli, - continua il missionario – un gruppo di criminali andati per un regolamento di conti con l’infermiere capo che opera in un dispensario della zona, hanno preso, portato poco lontano dalla sua casa e decapitato il nipote, battezzato da bambino. A Bomoanga la gente non va più in chiesa la domenica. La ‘basilica’, come p. Maccalli soleva chiamarla, concepita, edificata e da lui inaugurata, è adesso deserta, così come la scuola colpita di recente”.
Nella nota pervenuta a Fides, p. Armanino evidenzia lo sconcerto, la sofferenza, il timore ma soprattutto la consapevolezza della situazione manifestati durante l’incontro di formazione con i catechisti e gli animatori delle zona Gourmanché, frontaliera col Burkina Faso, organizzato recentemente a Niamey. “Anche laddove esistono persecuzioni, prove e tensioni, è possibile tradurre la fede – sottolinea - con una maggiore valorizzazione dei laici e del loro apporto, una più grande flessibilità per quanto riguarda i luoghi e i tempi delle celebrazioni e della vita della comunità”.
Il missionario conclude dicendo: “A Makalondi, Kankani e Torodi, nella stessa zona, le celebrazioni, seppur con prudenza, continuano come sempre, malgrado i preti non siano residenti sul posto. Più complicata la realtà nelle zone rurali che, essendo di difficile accesso, permettono ai gruppi armati di agire indisturbati. Potranno tagliare gli alberi ma non le radici della croce. Il terzo giorno c’è una risurrezione”.
(MA/AP) (23/1/2020 Agenzia Fides)
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ASIA/KYRGYZSTAN - Preghiera e missione: esercizi spirituali ignaziani sulle rive del lago Issyk-kul
 
Bishkek (Agenzia Fides) - Vivere una settimana di spiritualità, secondo il carisma di sant'Ignazio di Loyola, e proporre questa esperienza di immersione e di vicinanza a Dio come forma di evangelizzazione, in una nazione dove il seme del Vangelo è diventato un piccolo germoglio: con questo spirito i padri Gesuiti presenti in Kirghizistan hanno organizzato una settimana di esercizi spirituali in completo silenzio, secondo il metodo di Sant’Ignazio di Loyola. Come riferito all'Agenzia Fides, l’iniziativa, aperta a tutti, si svolgerà dal 16 al 22 marzo 2020 presso l’“Issyk Center”, la casa per bambini kirghisi disabili e indigenti, situata sulle rive del lago Issyk-kul e gestita proprio dai religiosi della Compagnia di Gesù. L'invito è rivolto a giovani, adulti, persone curiose o interessate a conoscere la fede cristiana. Spiega una nota inviata all’Agenzia Fides dagli organizzatori: “Non è la prima volta che questi esercizi spirituali si svolgono in un luogo pittoresco sulle rive del lago Issyk-Kul, a soli 100 metri dalla spiaggia ed a pochi chilometri dalle montagne di Tien Shan”. Il contatto con la natura incontaminata rappresenta una via per raggiungere una dimensione di riflessione e di approfondimento, alla ricerca di Dio. Il tema di quest'anno sarà "Dio, guidami sulla via eterna. Libertà, Ringraziamento e Misericordia”. A guidare la settimana di spiritualità sarà il gesuita di Novosibirsk (Siberia), padre Janez Sever.
Il programma di esercizi spirituali include un'introduzione alla preghiera ignaziana e alla meditazione delle Sacre Scritture, momenti di preghiera individuale e assembleare, la celebrazione dell’Eucaristia, l’Adorazione e l'opportunità di parlare con un assistente spirituale.
“Certamente si tratterà di giorni di ristoro del corpo e dello spirito, in un paesaggio così bello. D’altra parte, il fatto che una modalità di preghiera sviluppata circa cinque secoli fa venga ancora richiesta, ne testimonia l’efficacia”, conclude la nota dei Gesuiti.
Il Kirghizistan è un piccolo paese con una popolazione di quasi 6 milioni di abitanti che gode di libertà religiosa. Circa il 90% della popolazione è musulmana. I cristiani ortodossi rappresentano quasi il 10% del totale, e le altre confessioni cristiane sono una esigua minoranza. I cattolici del posto possono contare sull’assistenza spirituale di sette sacerdoti, un religioso e cinque suore francescane. (LF) (Agenzia Fides 23/1/2020)
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ASIA/MALAYSIA - Promozione umana e solidarietà: nasce la Caritas Malaysia
 
Kuala Lumpur (Agenzia Fides) - Essere maggiormente presenti nella società malaysiana con iniziative di carità, promozione umana, sviluppo solidale, segno di prossimità verso ogni uomo e segno potente dell'amore di Dio: con questo spirito la Conferenza episcopale cattolica della Malayia, Singapore e Brunei ha deciso di istituire la Caritas Malaysia, riorganizzando e promuovendo l'attuale Ufficio per lo sviluppo umano esistente in seno alla Conferenza. Come appreso dall'Agenzia Fides, nei mesi scorsi i Vescovi della Malaysia hanno avuto un fitto scambio con i responsabili della Caritas Internationalis e, dopo aver chiarito gli aspetti organizzativi e istituzionali, hanno deciso all'unanimità di aprire un Ufficio nazionale della Caritas, che abbraccia tutte le diocesi nella Malaysia peninsulare e quelle nei territori del Borneo malaysiano, ovvero Sabah e Sarawak.
L'Ufficio avrà sede a Kuala Lumpur e il Vescovo Anthony Bernard Paul, alla guida della diocesi di Melaka-Johor, è stato nominato primo presidente della Caritas Malaysia. Il Vescovo inviterà a un primo incontro consultivo i rappresentanti delle nove diocesi entro il primo trimestre dell'anno, per avviare l'opera di coordinamento di tute le attività caritative già in essere e per stendere un programma di lavoro della Caritas per i prossimi anni.
Caritas Malaysia è parte della Caritas Internationalis, confederazione di oltre 160 membri, presente in quasi tutti i paesi del mondo. Espressione diretta della Chiesa cattolica, la Caritas rivolge aiuto concreto ai poveri, ai vulnerabili e agli esclusi, indipendentemente da etnia, cultura e religione, per costruire un mondo basato sulla giustizia e sull'amore fraterno. (SD) (Agenzia Fides 23/1/2020)
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AMERICA/BOLIVIA - Un processo elettorale che sia pacifico, democratico e trasparente, per guardare con fiducia al futuro
 
La Paz (Agenzia Fides) – "In questo momento storico, in questo periodo preelettorale, in cui ci prepariamo a nuove elezioni, abbiamo bisogno che i partiti politici riescano a presentare progetti promettenti per il Paese, dove la priorità sia cercare il bene comune, la crescita e il benessere del nostro popolo. Di fronte all'incertezza, cerchiamo di essere artigiani della pace, artigiani della riconciliazione e artigiani del bene comune": lo ha detto il segretario esecutivo della Commissione della Comunione Ecclesiale della Conferenza Episcopale Bolivia, padre Diego Plà, durante la celebrazione eucaristica della scorsa domenica, in vista delle elezioni del 3 maggio.
Mons. Eugenio Scarpellini, Vescovo della diocesi di El Alto e Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, intervistato da una televisione locale, ha detto: "Ancora una volta, come Chiesa cattolica, vogliamo esortare affinché il processo elettorale sia il più pacifico e democratico possibile... Il popolo ha bisogno di ricreare la fiducia nelle autorità, ha bisogno di un processo trasparente, di guardare al futuro con nuovi governanti eletti dal popolo e che pensino al bene comune e allo sviluppo realmente positivo".
La Bolivia ha celebrato ieri, 22 gennaio, il Giorno dello Stato Plurinazionale, e per l'occasione la Presidente ad interim, Jeanine Añez, ha chiesto di elaborare un piano per garantire la sicurezza del voto nelle prossime elezioni del 3 maggio 2020. "Ho chiesto ai ministri della Difesa e del governo nazionale di organizzare un piano comune, prima, durante e dopo il 3 maggio, in modo che il voto dei boliviani sia protetto" ha detto in un messaggio al paese per questa circostanza. La celebrazione del Dia del Estado Plurinacional si svolge ogni anno dal 2009, quando, secondo la nuova Costituzione, la Bolivia ha cessato di definirsi una repubblica.
Jeanine Áñez, che ha assunto la presidenza dopo le anomalie scoperte nelle ultime elezioni e dopo che Morales aveva rinunciato ed era fuggito all’estero, ha sottolineato che, proprio per questi motivi, "le elezioni del 3 maggio diventeranno il processo elettorale boliviano meglio accompagnato e più osservato nella nostra storia". L'OAS, le Nazioni Unite, l'Unione Europea e la Chiesa cattolica hanno espresso il desiderio di sostenere e accompagnare il processo elettorale.
(CE) (Agenzia Fides, 23/01/2020)
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AMERICA/VENEZUELA - Comunicato del Vescovo di San Cristobal sul sacerdote ucciso
 
San Cristobal (Agenzia Fides) – Il Vescovo di San Cristobal, Mons. Mario Moronta, ha pubblicato un secondo comunicato relativo alla morte del sacerdote Jesus Manuel Rondon Molina, che era scomparso il 16 gennaio ed è stato ritrovato ucciso il 21 gennaio (vedi Fides 22/1/2020).
Nel testo del 22 gennaio, pervenuto all’Agenzia Fides, il Vescovo afferma: “Secondo le informazioni fornite dalle autorità, il suddetto sacerdote sarebbe stato ucciso da un minore, che era stato vittima di abusi sessuali da parte del chierico, un'azione che ripudiamo. Lamentiamo la tragica morte del sacerdote e chiediamo che la giustizia divina si manifesti con misericordia. Preghiamo per lui, per sua madre e per la sua famiglia che stanno attraversando un momento di dolore e tristezza”.
Il Vescovo sottolinea che anche nella diocesi di San Cristóbal sono state adottate le norme della Chiesa universale per trattare i casi di abusi sui minori da parte del clero. Nel caso di p. Jesus Manuel Rondon Molina, “sono state ricevute diverse denunce contro di lui, sono state condotte le relative indagini e sono state prese le misure precauzionali... Nonostante le molteplici richieste di attenzione, ha disobbedito agli ordini e alle misure precauzionali stabilite nella legge della Chiesa”.
Mons. Moronta scrive che questo fatto “ci riempie di tristezza e preoccupazione”, chiede alle autorità “di chiarire cosa è successo senza usare questo triste evento per scopi politici o di altro tipo”, ricorda che la stragrande maggioranza dei sacerdoti si dedica generosamente al servizio della popolazione, “nonostante le difficoltà e le mancanze i fallimenti che alcuni possono avere”. “Sentiamo il dolore del popolo di Dio che soffre per molte cause e ancora di più per la cattiva testimonianza di alcuni – conclude -, condividiamo il dolore delle vittime di abusi… Sapendo che questo dolore si identifica con quello di Cristo sulla Croce, fissiamo lo sguardo sulla forza potentemente liberatrice della sua Risurrezione”. (SL) (Agenzia Fides 23/1/2020)

mercoledì 18 dicembre 2019

Agenzia Fides 18 dicembre 2019

AFRICA/GUINEA BISSAU - Una preghiera ecumenica e inter-religiosa per la pace unisce cristiani e musulmani
 
Bissau (Agenzia Fides) - “Siamo tutti guineani e siamo un solo popolo; che ha un unico Dio Creatore di tutti”. È stata questa la preghiera ecumenica e interreligiosa per la pace e per il buon andamento del processo elettorale del secondo turno delle elezioni presidenziali, che si terrà domenica 29 dicembre. Il momento di preghiera ecumenica e interreligiosa alla quale hanno partecipato oltre ai capi religiosi, studenti, insegnanti e persone di fede impegnate per il bene della Guinea-Bissau, si è tenuto il 12 dicembre a Empada, nel sud della Guinea-Bissau, nella diocesi di Bafatá, presso il Liceo “Dom Settimio A. Ferrazzetta.
La comunità cattolica dell'Empada, insieme alle comunità evangelica e musulmana, ha ritenuto opportuno anticipare il momento di preghiera per la pace perché la situazione socio politica e religiosa del Paese vede accentuato il clima di profonda tensione. Una tensione alimentata dalle enormi difficoltà nelle quali vive la maggior parte della popolazione, con livelli di povertà estrema, e dalle notizie diffuse dai mass media tradizionali e dai social network che accrescono i timori di fratture sociali violente.
Dopo aver cantato l'inno nazionale, p. Augusto Mutna Tamba, parroco della chiesa di Nostra Signora della Consolata, ha dato il benvenuto ai presenti e ha ringraziato tutti coloro che hanno facilitato questa importante e storica giornata.
Nei loro interventi, i leader religiosi della Guinea-Bissau hanno fatto appello a tutti i guineani affinché preghino per la pace e l'unità nazionale, condizioni essenziali per lo sviluppo socio-economico del Paese. Nel suo discorso, Ustas Aladje Abubacar, Imam della Moschea centrale di Mansoa e Presidente dell'Associazione Imam della Guinea Bissau, ha elogiato l'evento svoltosi presso la scuola Mons. Settimio A. Ferrazzetta, primo Vescovo della Guinea-Bissau, figura di riferimento per la pace e l'unità del Paese. L’Iman ha invitato i guineani a seguire l'eredità del grande Vescovo e ha esortato la classe politica ad astenersi da un linguaggio violento, lamentando il fatto di aver ascoltato troppi discorsi che pongono l’accento sulle divisioni presenti nel Paese.
Sua Ecc. Mons. Pedro Carlos Zilli, Vescovo di Bafatá, ha ricordato il messaggio lanciato il 31 ottobre dei leader religiosi della Guinea-Bissau in occasione del primo turno elettorale del 24 novembre, sottolineando le parole finali del messaggio: “Dio ci benedica, benedica la nostra giovane democrazia e ci conservi la pace interiore e sociale". (C.J.C/A.B.) (L.M.) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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ASIA - "Essere con" è la via per portare Cristo in Asia
 
Roma (Agenzia Fides) - "Essere con. Da qui inizia l'annuncio cristiano in Asia. 'Essere con' è la via per evangelizzare. E' importante in primis 'essere', la nostra presenza in un contesto, una comunità, una società. Poi viene il fare. La vita silenziosa, ricca, felice di ogni cristiano attrae perché comunica Gesù. L'annuncio cristiano è la testimonianza di una vita felice, traboccante di gioia: questa è la missione dei cristiani in Asia": lo dice all'Agenzia Fides il domenicano vietnamita p. Joseph Nguyen Tat Thang OP, a margine del convegno organizzato il 18 e 19 dicembre a Roma dalla Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura" - Seraphicum, in collaborazione con la Pontificia Università Urbaniana.
Il Domenicano Tot Tahng, intervenuto sul tema "Tendenze della Vita consacrata nella Chiese del Sudest asiatico", nota a Fides che "tra le sfide più grandi per la vita consacrata nel continente asiatico, attraversato da rapidi cambiamenti sociali, antropologici, culturali, vi è la formazione, per comprendere, entrare in empatia con la cultura, facilitare l'incontro di ogni persona con Cristo. Siamo tutti asiatici, siamo messaggeri della Buona Novella, e la collaborazione tra i diversi carismi e le diverse famiglie religiose è importante, dato che ogni congregazione presenta e vive un aspetto del volto di Cristo, e tutti formiamo un mosaico che restituisce e dona il volto di Cristo alla società, in ogni nazione asiatica".
Inoltre, prosegue il Domenicano, "la via per l'annuncio è la testimonianza del Vangelo: le comunità cristiane nei diversi paesi asiatici, spesso piccole minoranze, sono un segno della presenza e della vita di Cristo. Come dice il n. 41 dell'Esortazione apostolica post-sinodale Ecclesia in Asia, la loro presenza testimonia la ricerca di Dio, mostra la comunione fraterna, esprime l'essere accanto ai fratelli, ovvero il servizio di carità al prossimo. Questa è la via per costruire il Regno di Dio in Asia oggi".
Infine il sacerdote vietnamita rileva che "in Asia molta dell'attività pastorale e missionaria della Chiesa è affidata ai catechisti. In Vietnam ne abbiamo 50mila. Nel primo millennio la Chiesa è andata avanti grazie alla responsabilità degli apostoli e dei sacerdoti; nel secondo millennio sono stati i religiosi e i consacrati i protagonisti della missione; il terzo è il millennio dei laici, in Asia e in tutto il mondo". (PA) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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ASIA/INDIA - Impegno della Chiesa verso le persone colpite dalla lebbra
 
Chhattisgarh (Agenzia Fides) – La Chiesa ha una lunga tradizione missionaria di assistenza verso i malati di lebbra: questo è il caso del Jeevodaya Social and Leprosy Rehabilitation Center, che da cinquant’anni assiste le persone colpite da questa pandemia. L’istituto venne fondato dal sacerdote e medico polacco padre Adam Wisniewski, della congregazione dei Missionari della Sacra Famiglia, nel 1969, con l’obiettivo di creare una casa per i lebbrosi dove poter offrire non solo cure mediche ma anche riabilitazione in due fasi, fisica e sociale, fino al raggiungimento della totale accettazione e dignità umana all’interno della società che finora li aveva respinti.
Nella nota giunta all’Agenzia Fides emerge che Jeevodaya è anche una casa che accoglie i bambini delle famiglie colpite dalla pandemia. Qui i piccoli vengono istruiti e non corrono il rischio di tornare nei bassifondi delle colonie dove ancora vengono emarginate le persone colpite dalla lebbra. In questo modo, con una buona istruzione, i ragazzi possono essere in grado di iniziare una nuova vita e aiutare i loro genitori.
Alla cerimonia per il 50° della fondazione, celebrata il 9 dicembre a Jeevodaya Nagar, Abhanpur, distretto di Raipur. Chhattisgarh, hanno preso parte Mons. Victor Henry Thakur, Arcivescovo di Raipur, e Adam Burakowski, Ambasciatore della Repubblica polacca in India.
Purtroppo la lebbra esiste ancora e, negli ultimi anni, sta riprendendo piede in alcuni Paesi a causa della miseria, della povertà, oltre che dell’emarginazione. Secondo le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle aree più povere del mondo si trova infatti il 94% dei nuovi ammalati. Il Paese più colpito dal morbo di Hansen si conferma l'India con 135.485 casi. Secondo l'ultimo Annuario Statistico della Chiesa, in India la Chiesa gestisce 248 lebbrosari su un totale mondiale di 646.
(AP) (18/12/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/IRAQ - Patriarca caldeo: ìl Natale doni speranza per l’Iraq che soffre. No a“soluzioni militari”della crisi
 
Baghdad (Agenzia Fides) - Quest’anno, in Iraq, il Natale arriva in mezzo a “circostanze tanto dolorose”, visto che nel Paese “le ferite dello Stato islamico non sono ancora state guarite”, e nel frattempo violenza, povertà e disoccupazione “hanno spinto migliaia di persone, soprattutto giovani, a manifestare pacificamente, chiedendo il diritto di vivere con dignità e libertà in una patria stabile, sicura, forte e indipendente”. In questa situazione, “Gesù Cristo nasce tra noi quando l'amore e la misericordia riempiono il nostro cuore; quando scegliamo la fraternità e la compassione e rifiutiamo di assecondare il male, allora avremo la gioia della pace”. Lo ha scritto il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako, nel suo messaggio di Natale diffuso attraverso i canali ufficiali del Patriarcato.
Nel messaggio, il Cardinale Primate della Chiesa caldea esorta a calare l’annuncio del Natale nella vita quotidiana per trovare consolazione, visto che la nascita di Gesù rappresenta per tutti l’annuncio di una vita felice. Riferendosi all’ennesima fase travagliata che sta attraversando il Paese, il Patriarca Sako ripete che in Iraq le attese oggi espresse dalle manifestazioni di massa vengono tradite dal 2003, anno in cui la fine del regime di Saddam Hussein era stata presentata come una chance di nuovo inizio per la storia nazionale. Invece sono continuati gli attentati, i conflitti, le stragi, e sembra che “gli iracheni non siano in grado di trovare un modo efficace per mettere il paese sulla strada giusta, eliminare il settarismo, la corruzione, l'arricchimento illegale e l'ingiusto sequestro di proprietà pubbliche e private”.
In una condizione così desolata, e prendendo atto che “nessuno sa dove andrà l'Iraq, il Patriarca invita politici e funzionari della sicurezza a “ascoltare la voce del loro popolo in questa terra benedetta di Abramo. La voce di coloro che sono stati uccisi e di coloro che sono ancora sottoposti a ingiustizia, miseria e umiliazione”. Soprattutto, il Patriarca chiede di “evitare soluzioni militari” alla crisi, esorcizzando una scelta che provocherebbe un’ulteriore escalation di morti e feriti.
Il Messaggio del Patriarca chiede anche ai battezzati di mostrare prossimità verso tutti gli iracheni, “cristiani, musulmani e tutti gli altri”, sia dal punto di vista spirituale che nella forma del soccorso caritativo e umanitario, “rispondendo ai loro bisogni con particolare cura, sull'esempio di Gesù Cristo. In definitiva, ricorda il Patriarca caldeo, “Dio ci riterrà responsabili del nostro amore e del servizio che offriamo agli altri”. (GV) (Agenzia Fides 18/12/2019).
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AMERICA/MESSICO - Per molti la migrazione è diventata l'unica opzione per salvare la propria vita
 
Madrid (Agenzia Fides) - “Nuovi volti, molto dinamici. Processi migratori in Messico" è il titolo del rapporto presentato a Madrid in occasione della Giornata internazionale dei migranti, che si celebra oggi, da Entreculturas, ong gesuita spagnola per la cooperazione e lo sviluppo. I dati sono stati raccolti dalla Rete di Documentazione delle Organizzazioni di difesa dei Migranti (Red de Documentación de las Organizaciones Defensoras de Migrantes, REDODEM), che comprende 23 ostelli, case, camere, mense e organizzazioni distribuite in 13 stati del Messico.
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides, REDODEM ha censito oltre 36.000 persone, la maggior parte uomini, registrati nel sud del paese. La fascia di età maggioritaria è costituita da persone in età lavorativa, il che dimostra l'impossibilità di mantenere un'attività economica nei paesi di origine, condannando queste persone all'esilio. Le più vulnerabili sono le donne in gravidanza e i 3.881 bambini e adolescenti, che rappresentano il 10,7% dei dati totali. Il 57,7% dei bambini viaggiano da soli. Le ragazze e le adolescenti sono molto più esposte a rischi durante il viaggio rispetto ai ragazzi.
Elisabeth Figueroa Ruiz, segreteria tecnica di REDODEM, presentando il rapporto alla stampa, ha spiegato che, oltre all'accompagnamento, l'obiettivo della rete è registrare e documentare la situazione delle persone in mobilità, nonché i crimini e le violazioni dei diritti umani commessi contro di loro, al fine di basare le azioni di patrocinio, cambiare le politiche e avere un approccio ai diritti umani. La difficile situazione dei migranti è aggravata dalla politica migratoria attuata in Messico durante l'amministrazione di Peña Nieto, che ha dimostrato la mancanza di interesse istituzionale di rispondere ai bisogni delle persone in mobilità secondo un approccio basato sui diritti umani. Sebbene il Messico abbia firmato il Patto Mondiale sulle Migrazioni, a livello internazionale, la sua politica nazionale rimane dominata da un approccio basato sulla sicurezza e sulla criminalizzazione dei migranti.
Suor Magdalena Silva Rentería, coordinatrice di REDODEM, oltre che fondatrice e attuale direttrice della “Casa di accoglienza, formazione e responsabilizzazione delle donne migranti e rifugiate” (CAFEMIN), ha sottolineato il ruolo e l'impatto dei media nelle campagne xenofobe di criminalizzazione dei migranti, dei difensori dei diritti umani e dei centri di accoglienza. "Finora nel 2019 ci sono 9 casi documentati di interventi della Guardia nazionale in queste case, che hanno comportato una violazione sistematica dei diritti umani dei migranti". Suor Magdalena ha anche messo in luce la situazione al confine meridionale del Messico, caratterizzata dal "sovraffollamento di massa in situazioni disumane, con cui il governo cerca di fermare il flusso migratorio", e al confine settentrionale con gli Stati Uniti, dove "si verifica la stessa situazione di sovraffollamento e dove, dopo numerosi tentativi infruttuosi di richiedere lo status di rifugiato, le persone vengono deportate nei loro paesi di origine”.
La realtà del flusso migratorio in Messico è complessa, ed è molto difficile differenziare le ragioni della partenza, in quanto le cause sono molteplici: motivi economici, precarietà della vita, mancanze istituzionali, cambiamenti climatici e violenza diffusa. Così la migrazione è diventata l'unica opzione per preservare la propria vita. (SL) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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AMERICA/COSTA RICA - Comunicato dei Vescovi: “lo Stato non adempie al suo dovere di garantire il diritto alla vita”
 
San José (Agenzia Fides) – “Come Pastori della Chiesa e cittadini del Costa Rica, basandoci sulla Parola di Dio e sul Magistero della Chiesa, siamo profondamente addolorati e reiteriamo il nostro rifiuto e la nostra indignazione di fronte alla firma del Presidente della Repubblica, Carlos Alvarado Quesada, del decreto ‘Comunicado Firma Norma Tecnica para el Procedimento Medico vinculado con el articulo 121 del Codigo Penal’, il 12 dicembre, giorno in cui celebriamo Nostra Signora de Guadalupe”. Inizia così il testo della Conferenza Episcopale del Costa Rica, pervenuto all’Agenzia Fides, che era stato annunciato nel precedente comunicato (vedi Fides 17/12/2019) e pubblicato il 17 dicembre, sulla firma della “Norma tecnica” che rende possibile l’interruzione della gravidanza quando è in pericolo “la vita o la salute della madre”.
I Vescovi lamentano che la redazione di questa Norma non ha preso in considerazione l’opinione degli esperti in diritto e in medicina, e ancora meno l’opinione di un’alta percentuale del popolo costaricano. Con la firma di questo decreto quindi “lo Stato non adempie al suo dovere di garantire il diritto alla vita di ogni essere umano dal suo concepimento, come è riconosciuto dalla nostra Costituzione e dal nostro ordinamento giuridico”.
Nel comunicato i Vescovi presentano 8 punti di riflessione. Sottolineano in primo luogo che l’articolo 121 del Codice penale del 1970 “ha stabilito una norma al fine di preservare la vita della madre in un caso urgentissimo e specialissimo in cui si trovi in un pericolo imminente”. La Norma tecnica si basa sul concetto di “pericolo per la vita o la salute della madre”, senza definire il termine “salute” che è quindi soggetto a libere interpretazioni, aprendo di fatto la porta all’aborto libero. La Norma poi parla del non nato come “un prodotto”, non parla di aborto né fissa un periodo gestazionale in cui si possa praticare il procedimento.
I Vescovi ritengono che questa Norma “apra la porta all’aborto eugenetico” contraddicendo così la dignità della vita umana, e proseguono: “Come Pastori, in unione con i nostri fedeli, manifestiamo il nostro irremovibile sostegno a tutti i medici, infermieri e infermiere, e tutti gli operatori sanitari del Costa Rica che lottano sempre per salvare le ‘due vite’…E’ inammissibile che medici o infermieri siano obbligati a collaborare per effettuare aborti e debbano scegliere tra legge cristiana e situazione professionale”.
Nell’ultimo punto i Vescovi ritengono “urgente e necessario che la Norma Tecnica sia sottoposta all’approvazione legislativa, attraverso una Legge della Repubblica, in quanto si tratta della regolazione della vita umana che costituisce il diritto di base di tutte le libertà pubbliche”.
Infine, rivolgendosi al Popolo di Dio, ricordano che un cristiano non può mai conformarsi ad una legge immorale in sé stessa, né promuovere norme favorevoli all’aborto o all’eutanasia, e invitano “ad alzare la voce a nome di coloro che non possono farlo per se stessi, a difendere i derelitti che sono nel ventre della loro madre, per preservare la cultura della vita, che sempre ci ha distinto come un paese pacifico e solidale, specialmente con i più bisognosi della nostra società”. (SL) (Agenzia Fides 18/12/2019)
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AFRICA/BURUNDI - Nomina del Vescovo di Ngozi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 17 dicembre ha nominato Vescovo della Diocesi di Ngozi (Burundi), S.E. Mons. Georges Bizimana, finora Vescovo Coadiutore di Bubanza. (SL) (Agenzia Fides 18/12/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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