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lunedì 8 gennaio 2024

Vatican News 8 gennaio 2024

 


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Vatican News

Le notizie del giorno

08/01/2024

Il Papa durante il discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede
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Francesco riceve il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ed elenca tutti i drammi che lacerano oggi il mondo: dalla guerra “incancrenita” in Ucraina alle violenze in Terra Santa, dalla crisi in Nicaragua alle tensioni nel Caucaso e in Africa. Il Pontefice stigmatizza maternità ... 

SANTA SEDE

Un momento dell'udienza del Papa per gli auguri al Corpo diplomatico
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Nel giorno del discorso del Papa al Corpo diplomatico accreditato in Vaticano, la nota che ricorda i 184 Stati con i quali intercorrono relazioni piene, oltre ... 

Il Papa saluta  Georgios Poulides, decano del Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede
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Di fronte alle crisi umanitarie, climatiche, economiche e belliche, servono riflessioni comuni, ha detto il decano del Corpo diplomatico accreditato presso la ... 

Monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno
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Lettera del Pontefice a monsignor Sorrentino e ai membri del Comitato: “Vi prego di farvi interpreti di quanto i giovani stanno sognando e portando avanti” 

Il presepe di Giotto
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Un volume della Piemme in coedizione con la Libreria Editrice Vaticana raccoglie una serie di testi, riflessioni, discorsi e omelie che il Papa ha dedicato alla ... 

CHIESA NEL MONDO

Una veduta del Qatar
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A Nostra Signora del Rosario a Doha, prima chiesa cattolica autorizzata nel Paese, è stata presieduta una Messa solenne il 1° gennaio dal vescovo Aldo Berardi, ... 

PRIMO PIANO

Attacchi notturni dell'esercito israeliano su Khan Yunis
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Si continua a combattere nella Striscia di Gaza. Nella notte attacchi dell’esercito israeliano: perdono la vita due giornalisti e una bimba palestinese di 3 ... 

Bambini in Ucraina
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L'organismo Onu denuncia che nel Paese est-europeo migliaia di minori sono uccisi, feriti o mutilati e si registrano attacchi sulle scuole: "I bambini ucraini ... 

Alcuni murales sul tema della misericordia realizzati dagli studenti del Pio IX con Maupal
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Entra nel vivo il progetto delle superiori della scuola pontificia Pio IX di Roma che vedrà nel mese di gennaio alcuni studenti dell’ultimo anno accanto ai ... 

martedì 9 maggio 2023

Apolidi del Sudafrica, Tregua di 7 giorni nel Sudan 8 maggio 2023

 

AFRICA/SUDAN - Nuova intesa per una tregua di 7 giorni: popolazione allo stremo e la capitale continua ad essere assediata
 
Gedda (Agenzia Fides) – Non c’è tregua per la popolazione sudanese da quando il 15 aprile passato sono iniziati scontri armati tra l’esercito regolare del generale Abdel Fattah al-Burhan e i paramilitari delle Forze di intervento rapido (RSF) del generale Mohamed Hamdan Dagalo (vedi Agenzia Fides 19/4/2023). Secondo le stime, dall'inizio del conflitto sono state uccise almeno 700 persone. E’ recente la notizia che, dopo svariati accordi di cessate il fuoco (vedi Agenzia Fides 21/4/2023), il ministero degli Esteri del Sud Sudan ha dichiarato che è stato raggiunto un accordo in linea di principio su una tregua di sette giorni. L’incontro tra rappresentanti delle parti militari in lotta si è tenuto a Gedda, in Arabia Saudita, mentre i ministri degli esteri arabi erano riuniti Al Cairo in una riunione d'emergenza dell'organizzazione inter-araba dedicata alla crisi in Sudan. Tuttavia, nonostante il nuovo cessate il fuoco, previsto dal 4 all’11 maggio, continuano gli attacchi militari e Khartoum continua ad essere assediata.
Le trattative di Gedda proseguono e, secondo i due generali golpisti, servirebbero soltanto a garantire i corridoi umanitari per l’evacuazione degli stranieri e dei civili sudanesi bloccati nei campi di battaglia e per far arrivare gli aiuti internazionali. La situazione è drammatica, la stampa locale riporta assalti quotidiani contro abitazioni e negozi e irruzioni di uomini armati nelle banche.
Secondo il comitato dei medici, tutti gli ospedali della capitale sono fuori servizio per mancanza di materiali e di medicine. I medici sono costretti ad operare senza anestesia usando acqua e sale come disinfettante delle ferite. Si teme che il proseguimento della crisi rischierebbe di portare il paese allo smembramento in tanti piccoli stati, in perenne lotta, così come avvenne per il Sud Sudan.
(AP) (Agenzia Fides 8/5/2023)
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AFRICA/SUDAFRICA - I casi di bambini apolidi: una ferita aperta ma nascosta in Africa australe
 
Johannesburg (Agenzia Fides) – Sono più di 642.000 i bambini migranti o sfollati che vivono in Sudafrica Secondo gli ultimi dati dell'UNICEF, in questa arida cifra sono compresi rifugiati, richiedenti asilo, vittime di tratta o contrabbando e minori migranti non accompagnati e separati.
Tra questi vi sono diversi minori apolidi che non godono quindi di alcuna protezione da parte di uno Stato. Il problema è stato di recente affrontato dal Gruppo di lavoro su migrazione e tratta di esseri umani della Commissione Giustizia, pace e sviluppo del Simposio delle Conferenze episcopali d'Africa e Madagascar (SECAM). Rivolgendosi al Convegno Mons. Buti Joseph Tlhagale, Arcivescovo di Johannesburg ha sottolineato come “i conflitti prolungati nei Paesi africani sono la causa della presenza di tanti bambini apolidi”.
L’Arcivescovo di Johannesburg ha indicato nella tratta di esseri umani e nelle migrazioni forzate a causa del cambiamento climatico come altri fattori che contribuiscono all'aumento dei bambini apolidi in Africa. “Il cambiamento climatico spesso costringe le famiglie a trasferirsi, alla ricerca di migliori opportunità, si viene così a creare un numero enorme di apolidi”.
Mons. Tlhagale ha sottolineato che “in alcuni casi, i bambini vittime di tratta rimangono apolidi e diventano adulti senza avere documenti adeguati”; una condizione che viene poi trasmessa ai loro figli, incrementando il numero di apolidi nel proprio Paese di nascita. Questo è dovuto al fatto che spesso i governi africani non provvedono “a registrare i bambini alla nascita; lo Stato non ha ritenuto suo dovere garantire che i bambini siano registrati una volta venuti al mondo. La nascita dei bambini non è sempre registrata perché le persone non conoscono le procedure per la registrazione dei bambini, soprattutto nelle zone rurali. E soprattutto perché il governo non ha messo in atto tutele che assicurino che i bambini siano registrati alla venuta al mondo” ha sottolineato.
Vi sono lacune sulle leggi sudafricane sulla cittadinanza che non danno protezione ai bambini trovati abbandonati nel territorio di uno Stato. La maggior parte della legislazione della regione, compresa quella del Sudafrica, non garantisce a questi bambini il diritto alla nazionalità, esponendoli così a una vita di dolore ed esclusione.
Mons. Tlhagale è un sostenitore della campagna #IBelong. Lanciata nel novembre 2014 dall’ UNHCR la campagna #IBelong mira a porre fine all'apolidia entro dieci anni, identificando e proteggendo gli apolidi, risolvendo le situazioni esistenti di apolidia e prevenendo l'insorgenza di nuovi casi.
Mons. Tlhagale ha infine ricordato l’essenziale opera di assistenza a rifugiati e migranti condotta in Sudafrica dai alcuni ordini religiosi. In particolare “le Suore Missionarie Scalabriniane e le Suore Missionarie della Carità di Madre Teresa accolgono un buon numero di bambini e ragazzi apolidi”. (L.M.) (Agenzia Fides 8/5/2023)

venerdì 24 agosto 2018

Vatican News 23 agosto 2018

Vatican News
Le notizie del giorno
23/08/2018
papa francesco e famiglia
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Lettera del Papa a Stephen Walford teologo e padre di famiglia come ringraziamento per la sua pubblicazione dedicata all’Amoris Laetitia. “L'Esortazione Apostolica – scrive Francesco - nasce dal forte desiderio di cercare la volontà di Dio per servire la Chiesa e va letta per intero” 
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Nella città che ospita in questi giorni l’Incontro Mondiale delle Famiglie cresce l’attesa per l’arrivo di Papa Francesco. Tweet del Pontefice sulla famiglia, ... 
SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO
Manifesto Rimini Meeting 2018
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Presentata oggi al Meeting di Rimini, l’autobiografia del cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano. La nostra intervista con il porporato 
Il card. Anders Arborelius
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Al meeting di Cl in corso a Rimini parla il vescovo di Stoccolma: preoccupazione per l’emergere di movimenti nazional-populisti 
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Il vescovo di Parintins all’incontro di Manaus in preparazione del Sinodo panamazzonico dell’ottobre 2019, che si chiude oggi. “La preoccupazione del Papa nella ... 
San Padre Pio da Pietrelcina
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Il 23 settembre a San Giovanni Rotondo si celebreranno il centenario della stigmatizzazione permanente e il cinquantenario della morte del Santo. Invitati ... 
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Un viaggio alla scoperta non solo dei luoghi sacri della Terra Santa ma anche delle realtà assistenziali e sociali che aiutano le persone che ci vivono 
PRIMO PIANO
Dall'incontro di Papa Francesco con i migranti a Cesena lo scorso anno
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Istituita dall’Onu in ricordo della rivoluzione haitiana, si celebra per ricordare quanti ancora oggi sono privati della libertà 
Profughi royingya nel campo di Cox's Bazar
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Sono oltre 900.000 i rifugiati rohingya che vivono nel sud del Bangladesh, la maggior parte dei quali – circa 700.000 – sono arrivati da agosto 2017, quando è ... 
Lo sbarco dei 27 minori a Catania
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Il pm Patronaggio, salito sulla nave per una visita, parla di situazione “devastante”: molti i malati di scabbia. Msf: visibilmente denutriti, hanno pesanti ... 
 

sabato 23 maggio 2015

Bollettino Fides News del 23 maggio 2015

AFRICA/CONGO RD - Le guerriglie continuano a finanziarsi con le risorse dell’est congolese: nuova denuncia Onu e Ong
Kinshasa (Agenzia Fides) - “È paradossale come l’abbondanza di risorse naturali sia diventata in qualche modo, una disgrazia” ha affermato Ibrahim Thiaw, Vice Direttore esecutivo del PNUE (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente con sede a Nairobi) nel presentare il rapporto sul saccheggio delle risorse naturali dell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Secondo il rapporto “alcuni gruppi criminali internazionali militarizzati sono implicati in un vasto traffico di minerali, oro, legname, carbone e avorio”, con un giro di 1,3 miliardi di dollari all’anno.
Il PNUE afferma che questi fondi finanziano - secondo le varie stime - tra 25 e 49 gruppi armati, congolesi e stranieri, “alimentando continui conflitti” in una regione in cui, da vent’anni, le successive ribellioni seminano terrore e caos tra la popolazione locale. Il commercio dell’oro costituisce una delle maggiori entrate illegali, pari a 120 milioni di dollari all’anno.
Il controllo delle zone più ricche di minerali (oro, stagno, coltan ...) è uno degli elementi che alimentano l’instabilità cronica provocata dalle varie milizie attive nell’est della RDC, soprattutto nella Provincia Orientale, nel Nord e Sud Kivu e nel Katanga, province che sfuggono in gran parte al controllo dell’autorità dello Stato.
“Questi fondi captati dalle bande criminali (...) avrebbero potuto essere utilizzati per costruire scuole, strade, ospedali e per pagare insegnanti e medici” ha dichiarato Martin Kobler, il capo della missione delle Nazioni Unite nella RDC (MONUSCO). Secondo il PNUE, solo il 2% (cioè 13 milioni di euro) degli utili netti dei traffici vanno ai gruppi armati, sufficienti tuttavia per garantire “il mantenimento di base di circa 8.000 combattenti” e per “permettere a dei gruppi sconfitti o disarmati di riemergere e di destabilizzare la regione”.
Il resto del denaro finisce nelle tasche di "reti criminali transnazionali che operano dentro e fuori della RDC", soprattutto nei Paesi limitrofi (Uganda, Rwanda, Burundi e Tanzania), permettendo loro di mantenere la strategia del "dividere per regnare" e di fare in modo che nessun gruppo armato possa dominare sugli altri e controllare il traffico.
A loro volta, in un rapporto intitolato "Una miniera di trasparenza?", Amnesty International e Global Witness, rivelano che quasi l’80% delle società quotate in borsa negli Stati Uniti non verificano correttamente se i loro prodotti contengono minerali provenienti da zone di conflitto dell’Africa centrale e non forniscono sufficienti informazioni a questo proposito, violando la Sezione 1502 della legge Dodd-Frank (vedi Fides 15/2/2011) che ha come obiettivo quello di ridurre il rischio che gli acquisti di minerali nell’Africa centrale contribuisca ad alimentare conflitti o violazioni dei diritti umani. (L.M.) (Agenzia Fides 23/5/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - Situazione umanitaria allarmante: aumenta la violenza
Juba (Agenzia Fides) – L’intensificarsi dei combattimenti in Sud Sudan sta creando una situazione umanitaria allarmante che espone i civili a un’escalation di violenza e limita l’arrivo e l’accesso agli aiuti. L’allarme viene dalla ong medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF). Il forte aumento di violenza negli stati di Unity, Jonglei e dell’Upper Nile ha portato la sospensione dei servizi medici, la distruzione delle strutture sanitarie e l’evacuazione del personale medico. Nel comunicato inviato all’Agenzia Fides, l’ong riferisce che nello stato di Upper Nile, MSF fornisce assistenza medica salvavita alle persone ferite nei violenti combattimenti a Melut, nonostante non sia più possibile far arrivare per via aerea forniture mediche e personale. L’insicurezza permanente impedisce l’atterraggio degli aerei e ha costretto negli ultimi giorni centinaia di persone a cercare rifugio nei campi della ‘Protezione dei Civili’ (PoC) gestito dalle Nazioni Unite. La capacit à di MSF di fornire assistenza a chi ha disperato bisogno è ora a rischio se non viene garantito un passaggio sicuro da cui far transitare personale e materiale medico.
A Malakal, dove hanno avuto luogo la maggior parte dei combattimenti, l’ong sta curando le persone ferite nei recenti combattimenti, anche se la scorsa settimana gli scontri hanno impedito la fornitura di assistenza medica a circa 30 mila persone che vivono nell’area dei campi della PoC. Nello stato di Jonglei, la città di Phom El-Zeraf (New Fangak) è stata la linea del fronte negli ultimi mesi. La città è andata completamente distrutta. L’ospedale, una delle principali strutture sanitarie nella parte settentrionale dello stato, è demolito. Nello stato di Unity, MSF è stata costretta ad evacuare il suo ospedale nella città di Leer, il 9 maggio scorso, lasciando circa 200 mila persone nella zona senza assistenza medica. A Bentiu, i combattimenti e l’insicurezza delle ultime settimane hanno costretto le equipe a sospendere diverse cliniche mobili nelle zone circostanti. L’ong continua a gestire un ospedale all’interno dei campi della PoC a Bentiu che ha visto più di 11 mila nuo vi arrivi, di cui la maggior parte donne e bambini. Molte persone hanno raccontato a MSF la violenza da cui stavano fuggendo: interi villaggi rasi al suolo, famiglie separate, attentati e omicidi, l’abbandono dei feriti, e la violenza sessuale contro donne e bambini. La stagione delle piogge in arrivo e le condizioni di sovraffollamento aggravato dal recente afflusso di nuove persone in diversi campi sono ulteriori cause di preoccupazione. (AP) (23/5/2015 Agenzia Fides)
ASIA/INDIA - La Chiesa in Orissa riflette su sfruttamento minerario e migrazione
New Delhi (Agenzia Fides) – “E 'estremamente importante per noi conoscere la situazione attuale, al fine di portare la pace, la giustizia e la dignità nella società. Industrie e grandi compagnie minerarie si insediano nelle zone tribali. Questa è la principale causa di maggiore preoccupazione per lo sviluppo delle popolazioni indigene”: è quanto ha detto S. Ecc. Mons Niranjan Sual Singh, Vescovo di Sambalpur, in Orissa, inaugurando un seminario organizzato in Orissa dalla Commissione per la Giustizia, la Pace e lo Sviluppo della Conferenza episcopale dell'India. Come riferito a Fides, il seminario, promosso da p. Charles Irudayam, Segretario della Commissione episcopale, si è tenuto il 19 e 20 maggio incentrato sul tema “Sfruttamento minerario e migrazione”. Vi hanno preso parte circa 60 delegati provenienti da diverse diocesi dell'Orissa.
“Una società può avere buone strade, ferrovie, abitazioni, ma i poveri e gli oppressi devono ricevere una maggiore attenzione per il loro sviluppo integrale” ha ricordato il Presule, focalizzando il discorso su due fenomeni: lo sfruttamento minerario e la migrazione.
Il primo “ha un impatto rovinoso sulle popolazioni tribali, in quanto porta degrado ambientale e l'inquinamento. Le popolazioni tribali sono completamente dipendenti dalla loro terra per il sostentamento”,ha notato. Il fenomeno interessa l’intera nazione. Dayamani Barla, attivista per i diritti dei dalit e tribali, ha ricordato che “ i popoli indigeni sono i coloni e gli abitanti originari della terra. La loro vita, i comportamenti, il linguaggio e l’etica hanno un collegamento diretto con l'acqua, la terra e la giungla. La cultura adivasi (tribali indiani ndr) muore dal momento in cui essi sono costretti a lasciare il loro ambiente: i popoli indigeni sono sfollati in nome dello sviluppo”.
P. Charles Irudayam, nel suo discorso, ha spiegato ai partecipanti perché la Chiesa è preoccupata per i diritti umani e perché i cattolici si coinvolgono in questioni sociali: “Dio ha dato a ogni essere umano una dignità intrinseca e inalienabile, che comporta diritti fondamentali. La Chiesa ha il compito di proteggere i diritti umani e di educare i suoi membri sulla dignità, libertà e uguaglianza di tutti gli esseri umani. Il rispetto dei diritti umani è il requisito per la pace”.
P. John Kerketta, direttore dei servizi sociali della diocesi di Sambalpur, ha concluso affermando che “la Chiesa ha svolto un ruolo significativo in Orissa nel campo dell'istruzione, della sanità e del lavoro sociale”, ribadendo che continuerà ad impegnarsi per la difesa della dignità di ogni uomo. (PA) (Agenzia Fides 23/5/2015)
ASIA/INDONESIA - Un francescano: “La ricchezza della storia della Chiesa in Indonesia è luce per il presente”
Giacarta (Agenzia Fides) – Conoscere e apprezzare la storia del cattolicesimo in Indonesia contribuisce a far luce sul presente: è quanto afferma il francescano indonesiano p. Eddy Kristiyanto OFM, che ha di recente pubblicato un nuovo libro sulla storia della Chiesa in Indonesia.
In un messaggio giunto a Fides, il francescano nota: “Non molte persone, religiosi e laici, la conoscono e ne apprezzano la ricchezza. La memoria della nostra storia è essenziale per comprendere l’oggi. La Chiesa cattolica in Indonesia, sia quella istituzionale, sia i semplici fedeli, hanno avuto e ricoprono tutt’oggi una notevole influenza e, d’altra parte, la fede cristiana è stata influenzata dalla cultura locale, nei rapporto con lo stato, così come nella sua vocazione e missione”.
Il francescano, nativo di Yogyacarta, ha compiuto 15 anni di studio sulla storia del cattolicesimo in Indonesia, curando con accuratezza la ricerca delle fonti. Il sacerdote, sostenuto nel suo progetto dalla Conferenza episcopale dell'Indonesia, ribadisce l’importanza della storia: “Preti e laici, presi da questioni concrete e dal lavoro pastorale, avrebbero benefici se rivolgessero maggiore attenzione alla storia”.
La Chiesa indonesiana oggi costituisce circa il 2,7% della popolazione: nell’immenso arcipelago di 17 mila isole, oggi comprende quasi cinque milioni di cattolici, divisi in 34 diocesi.
La prima presenza cattolica in Indonesia è segnalata a Pancur, nel nord-ovest di Sumatra, nel VII secolo. Nel IX secolo la presenza cattolica è a Giava. Nel 1323 si registra la predicazione di Oderico da Pordenone a Giava, nel Borneo e a Sumatra. Nel 1534 i portoghesi portano il Vangelo nelle Molucche, che san Francesco Saverio visiterà nel 1546.
Nel 1562 i Domenicani portano il Vangelo sulle isole di Timor e di Flores ma dal 1596, con l’arrivo degli olandesi calvinisti, che prendono possesso dell’arcipelago, la religione cattolica viene proibita fino al 1807, anno che segna il ritorno dei missionari e la creazione della prima Prefettura Apostolica a Batavia (Giacarta).
Nel 1863 le missioni di Flores vengono affidate ai Gesuiti. Nel 1902 nascono nuove Prefetture Apostoliche. In seguito le regioni orientali vengono affidate al Missionari del Sacro Cuore, il Borneo e Sumatra ai Cappuccini, Nusa Taggara e Flores ai Missionari Verbiti. Nel 1926 c’è la consacrazione del primo sacerdote indigeno e nel 1940 quella del primo Vescovo.
Nel 1950 viene eretta la Nunziatura Apostolica a Giacarta, nel 1955 nasce la prima università cattolica a Bandung e nel 1961 c’è l’istituzione della Gerarchia cattolica.
Nel 1967 viene creato il primo Cardinale indonesiano. Nel 1970 l’Episcopato indonesiano emana le prime direttive che regolano il comportamento dei cattolici nella società indonesiana. (PA) (Agenzia Fides 23/5/2015)
ASIA/CINA - Affidare la vocazione alla Madonna: ordinazioni diaconali e presbiterali in diverse diocesi
Shi Jia Zhuang (Agenzia Fides) – Servire e condividere l’unica fede, sentirsi parte di un unico gregge e avere un unico Pastore: è questa l’esortazione ricorrente della comunità cattolica cinese rivolta ai diaconi ed ai nuovi sacerdoti ordinati in questo periodo. Diverse diocesi hanno infatti celebrato le ordinazioni durante il mese mariano, perché la Madonna custodisca la vocazione dei nuovi pastori.
Secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides, nel giorno della festa della Madonna di Fatima, 13 maggio, la diocesi di Nan Chong della provincia di Si Chuan, ha celebrato l’ordinazione di un diacono e di un sacerdote. Alcuni fedeli che hanno partecipato al rito hanno sottolineato che “i nuovi operai della vigna del Signore sono preziosi”, lanciando un invito “a tutti i giovani perchè rispondano alla chiamata del Signore, anche se non sono della nostra diocesi, perché tutti siamo dello stesso gregge”.
Oltre 3 mila fedeli hanno partecipato all’ordinazione sacerdotale di due diaconi nella diocesi di An Yang, nella provincia di He Nan. I nuovi sacerdoti, al termine della celebrazione, hanno ringraziato la Madonna che li ha accompagnati e guidati lungo il loro cammino vocazionale.
Anche la comunità cattolica della provincia di Guang Xi, nel sud del continente, ha accolto un gruppo di sei sacerdoti novelli. L’ordinazione è avvenuta il primo maggio, festa di S. Giuseppe lavoratore e primo giorno del mese mariano.
(NZ) (Agenzia Fides 2015/05/23)
AMERICA/NICARAGUA - La povertà nel Paese costringe i bambini a lasciare la scuola per lavorare
Blufields (Agenzia Fides) - Blufields è il comune più grande della provincia autonoma della costa atlantica del Nicaragua. E’ anche la regione più povera di un Paese povero, dove l’abbandono scolastico e il lavoro minorile continuano ad aumentare vertiginosamente. Il rapporto tra questi due fenomeni è molto stretto e ha come origine comune la povertà. Il Nicaragua è infatti un Paese di 6,1 milioni di persone, il secondo più povero dell’America dopo Haiti. Secondo l’Unesco nel Paese ci sono oltre 2 milioni di bambini in età scolare. La metà di tutti i bambini e adolescenti sono poveri. L’Unicef ha stimato che 500 mila piccoli nicaraguensi nella fascia di età tra 3 e 17 anni non rientra nel sistema educativo. La maggior parte vive nelle zone rurali, o sono poveri, indigeni o disabili. Lo studio più recente del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti ha dimostrato che l’applicazione da parte del governo del Nicaragua di alcune leggi sul lavoro non è sufficiente, e le st rategie per lottare contro il lavoro minorile e tutelare i bambini non sono totalmente applicate. Le leggi del Paese latinoamericano permettono che i piccoli inizino a lavorare all’età di 14 anni, anche se esclude ambienti pericolosi come le piantagioni di canna da zucchero, miniere o cave. In Nicaragua, i bambini hanno l’obbligo di frequenza delle scuole fino ai 12 anni. Solo il 65% dei piccoli appartenenti alle famiglie più povere hanno ultimato la scuola primaria rispetto al 90% di quelli più ricchi. Nelle regioni povere della costa atlantica, dove si trova Bluefields, solo il 58% ha completato i sei anni di scuola primaria. Nelle famiglie più povere, soltanto il 6% dei bambini ha portato a termine la scuola secondaria. (AP) (23/5/2015 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

  XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo Grado della Celebrazione: SOLENNITA' Color...