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venerdì 20 ottobre 2023

Vatican news 19 ottobre 2023

 

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Vatican News

Le notizie del giorno

19/10/2023

La Preghiera per i Migranti e Rifugiati
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Momento di preghiera in piazza San Pietro, presieduto dal Papa, alla presenza di partecipanti al Sinodo, dedicato a coloro che hanno perso la vita lungo le diverse rotte migratorie, per i loro familiari per quanti sono sopravvissuti e per tutti i profughi e i migranti che sono ancora in cammino. “È ... 


Il Papa e Michael D. Higgins, presidente di Irlanda
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Michael Higgins a colloquio con il Pontefice per 25 minuti. In Segreteria di Stato incontro con il cardinale Parolin e monsignor Gallagher sui temi di sicurezza ... 

SANTA SEDE

Preti in processione in Nicaragua
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Il direttore della Sala Stampa vaticana conferma che è stato chiesto alla Santa Sede di ricevere i preti di recente liberati. Saranno alloggiati presso alcune ... 

I lavori in Aula Paolo VI per il Sinodo
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La questione migratoria al centro del briefing nella Sala stampa vaticana. Questa sera, dopo la XIII Congregazione generale, i partecipanti insieme al Papa si ... 

I lavori del Sinodo in Aula Paolo VI
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Il 23 ottobre, in Congregazione generale, sarà presentata e discussa nei Circoli Minori e in un momento comune il documento che sarà indirizzato a tutti i ... 

Nel mondo i diritti umani non sono ancora garantiti
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Monsignor Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenuto ieri al Terzo Comitato dell'Assemblea Generale dell’Onu ... 

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Presentata la seconda edizione dell’iniziativa promossa dal Cortile dei Gentili e dalla Fondazione Fratelli Tutti per riflettere su messaggio di san Pietro a ... 

Il processo per la gestione dei fondi della Santa Sede (foto d'achivio)
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Al processo sui fatti di Londra, proseguono gli interventi conclusivi degli avvocati delle difese. Oggi ha parlato Cataldo Intrieri, uno dei legali di Fabrizio ... 

lunedì 12 dicembre 2022

Fides News 12 dicembre 2022

AFRICA/NIGERIA - Assalti ai cantieri stradali nello Stato di Imo. Il Vescovo di Okigwe si chiede chi abbia interesse a bloccare lo sviluppo dell’area
 
Abuja (Agenzia Fides) –Il Vescovo di Okigwe, Mons. Solomon Amanchukwu Amatu si è rammaricato per gli assalti all'impresa edile che lavora al potenziamento delle strade Owerri-Umuahia e Owerri-Okigwe, nello Stato di Imo, nel sud-est della Nigeria. Nel corso dell’omelia della messa di domenica 11 dicembre, l’Ordinario di Okigwe si è chiesto chi abbia l’interesse a bloccare i lavori di un progetto che mira a contribuire allo sviluppo dello Stato di Imo.
Tra il 9 e l’11 dicembre bande armate hanno ucciso due poliziotti e un ufficiale dell'esercito che assicuravano sicurezza ai lavoratori edili lungo la strada Owerri-Okiigwe e la strada Owerri Umuahia. Nel corso dell’assalto alla strada Owerri-Okiigwe, gli assalitori, giunti a bordo di tre veicoli, hanno aperto il fuoco e ucciso due persone incaricate della sicurezza per poi rapire due operai, che operavano per conto dell’azienda incaricata del potenziamento della via di comunicazione.
I due uomini sono stati liberati oggi, 12 dicembre. In una dichiarazione le autorità dello Stato di Imo affermano che le vittime del rapimento hanno riconquistato la libertà grazie a uno sforzo congiunto delle forze di sicurezza.
Il potenziamento della rete stradale dello Stato di Imo è al centro della politica di sviluppo avviata dal governatore Hope Uzodinma. Oltre al miglioramento delle strade esistenti, ad aprile il governatore ha annunciato la costruzione di 10 nuove strade per collegare diverse aree, rurali e non, nello Stato di Imo.
Mons. Amatu ha elogiato il miglioramento delle infrastrutture stradali che, a suo dire, hanno reso "facilitato e reso più rapidi i movimenti nello Stato". Il Vescovo ha espresso l'apprezzamento della comunità della diocesi di Okigwe per la ricostruzione della strada Owerri-Okigwe, in particolare per il completamento della prima fase della superstrada di 56 chilometri, già commissionata dal Presidente Muhammadu Buhari, affermando che ha reso la vita più agevole per gli abitanti delle zone rurali.
Gli assalti ai cantieri stradali in uno Stato come quello di Imo inquadrati nelle tensioni crescenti in vista delle elezioni presidenziali e politiche del prossimo anno.
Dalla fine del 2020 nello Stato si susseguono attacchi da parte di "uomini armati sconosciuti" inizialmente concentrati prevalentemente contro agenti delle forze di sicurezza tra cui polizia, esercito, dogana, protezione civile e DSS (il servizio di sicurezza). Gli attacchi si sono poi estesi a funzionari governativi e della Commissione elettorale nazionale indipendente (INEC) e a leader religiosi, politici e comuni cittadini.
(L.M.) (Agenzia Fides 12/12/2022)
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ASIA/PAKISTAN - "Conversione senza consenso": una piaga per la società pakistana
 
Karachi (Agenzia Fides) - "Conversion senza consenso" (“Conversion without Consent”): così si intitola il rapporto presentato ieri, 11 dicembre, dalla Ong pakistana "Voice for Justice" in collaborazione con la Ong internazionale "Jubilee Campaign". Nel rapporto, inviato all'Agenzia Fides, si prendono in considerazione 100 casi di rapimenti, conversioni religiose forzate, matrimoni forzati e precoci di ragazze e donne appartenenti alla comunità cristiana in tutto il Pakistan, avvenuti nel periodo di tempo tra gennaio 2019 e ottobre 2022. Secondo i dati, l'anno 2021 ha registrato 42 casi e ha mostrato un aumento del numero di casi formalmente segnalati nel 2019 (erano 27 casi) e nel 2020 (12 casi). I dati mostrano che il numero più alto di casi totali, l'86%, è segnalato nella sola provincia del Punjab.
Il presidente di "Voice for Justice", Joseph Jansen, affermato che "è comune sfruttare una posizione di potere per invogliare le persone emarginate a convertirsi, il che equivale a coercizione". Il diritto alla libertà religiosa non protegge dal "proselitismo improprio", ovvero l'offerta di vantaggi materiali o sociali o l'applicazione di pressioni improprie al fine di ottenere nuovi aderenti, un fenomeno che tocca i cittadini e le ragazze più vulnerabili.
"Il fenomeno delle conversioni forzate rivela l'incapacità dello stato di attuare e far rispettare le leggi esistenti che mirano a ostacolare i rapimenti, i matrimoni precoci e il matrimonio forzato, specialmente quando le vittime provengono da comunità di minoranze religiose", ha aggiunto. A tal fine non si devono lasciar cadere le denunce di conversioni religiose forzate, ma introdurre una legge per punirle e prevenirle, in conformità con gli standard dei diritti umani
Il rapporto “Conversione senza consenso” include in particolare i casi di alcune minorenni cristiane come Zarvia Parvaiz, Saba Nadeem, Chashman Kanwal e Sunaina James, vittime di conversioni di fede forzate. Zarvia Parvaiz ha rivelato di essere ststa “pesantemente drogata, violentata, picchiata con un bastone, bruciata con le sigarette". Allo stesso modo, Saba Nadeem ha testimoniato che “è stata rapita e violentata, e l'autore ha preso l'impronta del suo pollice sul certificato di matrimonio e conversione contro il suo libero arbitrio". Tali storie testimoniano il trattamento disumano a cui sono sottoposte le ragazze e le donne rapite, nell'impunità generale. Il rapporto mostra che il 61% delle ragazze è stato preso di mira prima di raggiungere i 16 anni di età, ma spesso la loro età viene falsificata per evitare la condanna penale ai rapitori.
In Pakistan "sono necessarie misure legali e amministrative per rafforzare lo stato di diritto, affrontare le violazioni dei diritti umani, contrastare l'impunità e garantire le libertà fondamentali per tutti senza discriminazioni", osserva Mons. Indrias Rehmat, Vescovo cattolico di Faisalabad. Di fronte a recenti casi di cronaca che vedono tuttora la violazione della dignità umana e l'abuso di diritti fondamentali, il Vescovo,ricordato che "l'intolleranza verso qualsiasi gruppo sociale o comunità danneggia tutta la società e mina i valori universali di uguaglianza e dignità umana". La recente Giornata Internazionale dei Diritti Umani, vissuta il 10 dicembre per la commemorazione della 74a Dichiarazione Universale Onu dei Diritti dell'Uomo - sottolinea mons. Rehmat in una nota inviata a Fides - deve far riflettere sull'impegno comune in Pakistan a promuovere coesione sociale: "Gli opinionisti, compresi i leader religiosi e gli insegnanti, devono adottare narrazioni positive per contrastare l'intolleranza, l'incitamento all'odio e la violenza, promuovendo tra i bambini e i giovnai il rispetto per la diversità all'interno e tra i loro rispettive comunità", afferma.
In occasione della Giornata, "Voice for Justice" ha organizzato a Karachi una conferenza dal titolo “Dignità, libertà e giustizia per tutti”. Prendendo parte all'incontro, Shazia George, ex membro della Commissione del Punjab sullo status delle donne, ha ricordato alcuni dati tratti dal Rapporto globale sul divario di genere 2022, pubblicato dal "World Economic Forum": su 146 paesi presi in considerazione, il Pakistan è classificato al 145° posto nella partecipazione economica delle donne, al 135° nel livello di istruzione, al 143° per la salute e sopravvivenza delle donne e al 95° nella loro emancipazione politica. La donna ha affermato che in Pakistan persistono matrimoni precoci e forzati che hanno effetti dannosi sull'istruzione, la salute e lo sviluppo delle ragazze: "Il governo - ha auspicato - dovrebbe approvare un disegno di legge per garantire che l'età minima per il matrimonio sia fissata a 18 anni sia per i ragazzi che per le ragazze, come nella provincia del Sindh, e il matrimonio di figli minorenni sia dichiarato legalmente inammissibile". La George chiede maggiore impegno per eliminare gravi forme di discriminazione nella vita sociale, economica e pubblica e promuovere lo sviluppo socioeconomico e la partecipazione politica dei gruppi emarginati.
Secondo dati della Commissione del Punjab sullo status delle donne, si registra, a livello generale, un aumento della violenza contro le donne: sono 9.734 casi segnalati nel 2021 nella provincia del Punjab, tra i quali 4.598 casi di stupro, 1.415 casi di violenza domestica, 34 ustioni con acido e 197 omicidi per "delitto d'onore". La violenza sulle donne, con il pretesto di conversioni di fede e matrimoni, non viene controllata e rappresenta una seria minaccia per il diritto alla libertà religiosa, nota la Commissione.
(PA) (Agenzia Fides 12/12/2022)
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ASIA/IRAQ - L’ex seminario accoglierà i rifugiati cristiani “sfrattati” dal “campo profughi della Vergine Maria”
 
Baghdad (Agenzia Fides) – Le strutture dell’ex seminario caldeo situato a Dora, sobborgo di Baghdad, sono state restaurate in tempi brevi per ospitare gli sfollati cristiani provenienti da Mosul e dalla Piana di Ninive che finora avevano trovato rifugio nella Capitale irachena, occupando i campo profughi che la pèopolazione aveva cominciato a chiamare “Campo della Vergine Maria”. E’ questa la soluzione pratica escogitata dal Patriarcato caldeo per affrontare una emergenza che richiama in tanti suoi dettagli e implicazioni le fatiche e le sofferenze attraversate dalle comunità cristiane irachene negli ultimi due decenni.
Le famiglie che troveranno ospitalità nella struttura risistemata per volontà del Patriarcato caldeo (vedi Fides 15/10/2022) erano dovute fuggire nel 2014 dal Mosul e dalle città della Piana di Ninive, nel nord dell’Iraq. Avevano abbandonato le loro case e tutti i loro beni davanti all’avanzata delle milizie jihadiste del sedicente Stato Islamico (Daesh). Avevano trovato rifugio a Baghdad, dentro e intorno a un edificio nel quartiere di Zayouna, in quello che da quel momento era divenuto noto come il Campo profughi “della Vergine Maria”. A sfrattarli dalla loro precaria sistemazione residenziale sono stati gli appetiti commerciali d imprenditori e i piani di sviluppo urbano della Capitale irachena. Le 120 famiglie cristiane, nei mesi scorsi, avevano ricevuto l’ordine di evacuare il complesso che li ospitava, collocato su un tereno demaniale. L’ordine era arrivato dalla Direzione degli investimenti di Baghdad. La giustificazione della disposizione faceva riferimento al fatto che in quell’area dovrà sorgere un centro commerciale.
Nelle prima metà di ottobre, il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako aveva visitato il complesso della Vergine Maria per manifestare vicinanza alle famiglie di sfollati e farsi carico delle loro preoccupazioni.
La soluzione trovata è stata quella di risistemare a aprire ai profughi cristiani le strutture dell’ex seminario caldeo, ubicato nella zona conosciuta come “Makanik” a Dora, sobborgo meridionale di Baghdad. Quella struttura dismessa già un decennio fa aveva accolto sfollati provenienti da altre città. Attualmente, una parte delle famiglie lì ospitate sono emigrate o sono tornate alle loro case d’origine, e una parte delle strutture versava in stato di abbandono. Negli ultimi mesi, un’opera straordinaria di recupero e manutenzione realizzata anche grazie al contributo dell’ingegnere Jinan Khader ha consentito di predisporre il complesso all’accoglienza delle famiglie “sfrattate” dal Campo profughi della Vergine Maria. I lavori di recupero e restauro – riferiscono i mezzi di comunicazione del Patriarcato caldeo – hanno interessato anche la chiesa dell’ex seminario.
Nel sobborgo di Dora, prima dell’intervento militare USA in Iraq del 2003, vivevano almeno 150mila cristiani, perlopiù appartenenti alla Chiesa caldea e alla Chiesa assira d’Oriente.
Il seminario maggiore caldeo nel gennaio 2007 fu trasferito per ragioni di sicurezza da Baghdad ad Ankawa, sobborgo di Erbil, capoluogo del Kurdistan Iracheno. Negli ultimi quindici anni si è registrato un impressionante esodo della popolazione cristiana di Dora.
(GV) (Agenzia Fides 12/12/2022)
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AMERICA/COLOMBIA - Conclusa la prima fase dei colloqui di pace governo-Eln, la Chiesa colombiana “accompagnatore permanente”
 
Bogotà (Agenzia Fides) – La Chiesa cattolica della Colombia ha accolto l’invito a partecipare come “accompagnatore permanente” nei colloqui di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri dell'Esercito di liberazione nazionale (ELN), che si stanno svolgendo a Caracas (vedi Fides 21/11/2022;28/11/2022). Ieri, 11 dicembre, è stata resa pubblica la lettera firmata dal Presidente della Conferenza episcopale colombiana, l’Arcivescovo di Bogotà Mons. Luis José Rueda, in data 2 dicembre, indirizzata ai rappresentanti del Governo colombiano e dell’ELN ai colloqui di pace, in cui afferma: “La Conferenza Episcopale accoglie con gratitudine e responsabilità l'invito a partecipare in qualità di accompagnatore permanente al Tavolo di Dialogo attraverso la rappresentanza dell'illustre Monsignor Héctor Fabio Henao, che con la sua esperienza e saggezza, accompagnato dalla nostra preghiera, collaborerà per quanto viene richiesto per consolidare questo processo così desiderato per il bene del nostro paese”.
Secondo i colloqui intercorsi, la Conferenza Episcopale ha designato anche due Arcivescovi, l’Arcivescovo di Popayán, Ómar Alberto Sánchez Cubillos, e l’Arcivescovo di Cali, Darío de Jesús Monsalve Mejía, perché siano “più immediatamente attenti a sostenere questi processi del Tavolo di dialogo”. La lettera del Presidente della Conferenza episcopale si conclude con questo auspicio: “La Chiesa esprime alle parti i migliori auguri affinché, cercando faticosamente le vie necessarie, le percorrano con impegno alla ricerca della pace, quindi lavorino per il perdono e per la riconciliazione, e per essere artigiani della pace”.
Monsignor Héctor Fabio Henao, in 25 anni trascorsi come Direttore del Segretariato nazionale di Pastorale Sociale/Caritas Colombia, si è occupato principalmente di diritti umani, democrazia, pace, giustizia sociale, crisi umanitarie. Ha partecipato a diversi processi di pace, promuovendo una pace negoziata e la necessità di riparazione per le vittime dei conflitti. Attualmente è il Delegato della Conferenza Episcopale Colombiana per i rapporti con lo Stato.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, i rappresentanti del governo colombiano e quelli dell’ELN hanno concluso una prima fase dei colloqui di pace che erano iniziati il 21 novembre, a Caracas. I negoziati si erano interrotti nel 2018, quando si svolgevano a Cuba, per decisione dell’allora presidente della Colombia, Ivan Duque. Il Venezuela è uno dei tre paesi, insieme a Cuba e alla Norvegia, garanti degli accordi, e riveste un ruolo di particolare importanza per la sua vicinanza con la Colombia e la forte presenza dell’ELN nelle zone di frontiera. In questa prima fase di colloqui, sono stati invitati a far parte del negoziato come “garanti” altri tre paesi (Cile, Brasile e Messico) che si aggiungono ai tre precedenti, e ad assumere il ruolo di “paesi accompagnatori” Stati Uniti, Spagna, Germania, Svizzera e Svezia, con l’invio da parte degli Stati Uniti di un “inviato speciale” che partecipi ai lavori.
L'Esercito di liberazione nazionale (Eln) è una formazione di guerriglia di ispirazione marxista-leninista, tra le principali responsabili del conflitto interno che insanguina la Colombia dal 1964. Dopo l’accordo di pace sottoscritto il 12 novembre 2016 tra le Farc (Fuerzas armadas revolucionarias de Colombia), anch’esse di ispirazione marxista-leninista, con il governo colombiano, e la deposizione delle armi, l’Eln è rimasta la rete militare armata più potente del paese, forte di circa 2.000 effettivi, secondo fonti del governo.
(SL) (Agenzia Fides 12/12/2022)

venerdì 9 aprile 2021

Agenzia Fides 9 aprile 2021

 

AFRICA/CONGO RD - “Basta uccidere”: appello dei Vescovi per fermare le violenze nell’est del Paese
 
Kinshasa (Agenzia Fides) – “Da più di due decenni, l'est del nostro Paese è sconvolto da conflitti armati e dall’insicurezza ricorrente che causano la morte, la desolazione e lo sfollamento delle popolazioni. Sfortunatamente, tutti i nostri appelli non hanno ancora trovato echi significativi nelle persone interessate” afferma un messaggio del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale della Repubblica Democratica del Congo (CENCO) pervenuto all’Agenzia Fides.
“Per dimostrare la nostra vicinanza emotiva ed efficace con i nostri fratelli e sorelle feriti e vittime di questa tragedia, una delegazione di Vescovi dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa Centrale (ACEAC) e della Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) ha svolto una missione pastorale nell'Est del Paese, in particolare nelle diocesi di Goma, Butembo-Beni e Bunia, dal 14 al 26 gennaio” (vedi Fides 30/1/2021). “Durante questa missione, i Vescovi hanno pregato con le popolazioni e conferito con i rappresentanti di diversi strati della società” ricorda il messaggio.
I Vescovi congolesi durante la sessione ordinaria del Comitato permanente tenutasi a Kinshasa dal 22 al 25 febbraio 2021, “vista l'importanza delle informazioni ricevute”, hanno preso in esame “la possibilità di rivolgere un appello al Capo dello Stato e di rendere pubblica una comunicazione speciale sui risultati e sulle nostre raccomandazioni nella speranza di ottenere una grande mobilitazione per lottare contro le cause profonde di questa insicurezza”.
Le violenze dei gruppi armati che agiscono per occupazione di terre, sfruttamento illegale delle risorse naturali, ingiusto arricchimento, islamizzazione della regione a dispetto della libertà religiosa, hanno lasciato famiglie in lutto, provocato massicci spostamenti di popolazioni e causato una significativa perdita di proprietà, danneggiando l'economia di una regione che funge da granaio del Paese. Le vittime sono migliaia: più di 6.000 morti a Beni dal 2013 e più di 2.000 a Bunia solo nel 2020. Ci sono anche almeno 3 milioni di sfollati e circa 7.500 persone rapite.
“A ciò si possono aggiungere l'incendio di diverse case e villaggi, la distruzione e la chiusura di scuole e centri sanitari, il saccheggio di edifici amministrativi, il saccheggio di animali, campi e raccolti, ecc. Gli autori sono spesso gruppi armati e miliziani, alcuni dei quali trasmettono un'ideologia vicina al "satanismo" denunciano i Vescovi.
La stessa situazione di precarietà e di insicurezza che caratterizza il Nord Kivu e l’Ituri si riscontra nel Sud Kivu, dove, per questo motivo, “verrà inviata un'altra missione di ascolto e rassicurazione nei prossimi mesi”.
“La CENCO resta impegnata a sostenere il processo di costruzione della pace e della coesione sociale. In virtù della nostra missione pastorale, lavoreremo, internamente ed esternamente, per consolidare la fraternità tra i popoli e le comunità in modo che gli avversari si impegnino a prendere parte al cammino insieme” conclude il messaggio. (L.M.) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AFRICA/GUINEA BISSAU - Morto per Covid il Vescovo di Bafatà: il primo Vescovo missionario brasiliano di un territorio di missione fuori del Brasile
 
Bissau (Agenzia Fides) – “Oggi è urgente ricostruire la persona, il cuore delle persone, perché la gente soffre psicologicamente e spiritualmente, oltre che per la povertà. Occorre promuovere la riconciliazione e la pace. Bafatà poi è una regione abitata da moltissimi musulmani, quindi è necessario il dialogo per lavorare insieme”. Così in un’intervista all’Agenzia Fides (vedi Fides 6/7/2001) Sua Ecc. Mons. José Pedro Carlos Zilli, Vescovo di Bafatà, nella Guinea Bissau, descriveva la situazione nella nuova diocesi al momento di assumere l'incarico di primo Vescovo. Mons. Zilli, 67 anni, è venuto a mancare lo scorso 31 marzo, stroncato dal Covid-19 nell'ospedale di Cumura, alla periferia di Bissau, dove era ricoverato da due settimane.
Mons. Zilli era missionario del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) e prima della nomina a Vescovo di Bafatà aveva già trascorso 14 anni in Guinea Bissau (1985-1999) ricoprendo diversi incarichi tra cui vicario parrocchiale a Bafatà e superiore regionale del suo istituto. Nato nel 1954 nello stato di San Paolo (Brasile), padre Zilli è stato il primo missionario brasiliano nominato Ordinario di un territorio di missione fuori del Brasile.
Nell’intervista a Fides, Mons. Zilli, aveva ricordato la sua precedente esperienza di missionario nel Paese africano, facendo particolare riferimento ai rapporti con i musulmani: “Durante la mia permanenza c’era un rapporto di amicizia molto bello: avevamo un cuoco musulmano che lavorava per noi ed era una persona squisita, attraverso di lui ho imparato a conoscere ed amare i musulmani. Comunque anche i musulmani vogliono bene ai missionari: soprattutto con la guerra hanno visto che la Chiesa ama le persone, senza fare alcuna distinzione. In generale il rapporto è buono: non ci sono estremismi come in altri posti. Abbiamo già lavorato insieme per alcuni progetti sociali, nelle scuole, sia pure allo stato iniziale. Qualcuno dei missionari ha avuto un rapporto più profondo, soprattutto nel campo medico”.
Mons. Zilli aveva poi preannunciato quali erano le sue priorità pastorali come primo Vescovo della nuova diocesi. “I cristiani sono pochi e devono essere educati a dare la loro testimonianza senza paura, ma con gioia… Al primo posto della mia agenda di lavoro metto l’evangelizzazione, quindi il lavoro per le vocazioni, la famiglia, l’impegno nel sociale, il dialogo, l’inculturazione, e molte altre cose che verranno…”. (L.M.) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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ASIA/INDONESIA - “Tutto è possibile per chi crede”: un missionario Camilliano dall’isola colpita dal ciclone Seroja
 
Maumere (Agenzia Fides) - “Qui nella nostra città e diocesi di Maumere non siamo stati toccati dal terribile ciclone tropicale Seroja (vedi Agenzia Fides 8/4/2021) che invece ha colpito in modo disastroso la diocesi di Larantuka e alcune sue isole, in particolare quelle di Adonara e Lembata distanti circa 150 Km da noi”, scrive all’Agenzia Fides padre Luigi Galvani missionario Camilliano sull’isola di Flores. “Le due isole, che ho visitato alcune volte per la promozione vocazionale - continua il missionario - sono molto povere, ma hanno una loro ricchezza particolare: sono in maggioranza cattoliche e ciò favorisce sicuramente il nascere di molte vocazioni religiose e sacerdotali.”
“Dalle notizie che abbiamo ricevuto, il potente ciclone ha colpito non solo Flores ma anche alcune zone dell'isola di Timor a Malacca, diocesi di Atambua e a Kupang. A tutt'oggi lì, per esempio, la popolazione è ancora carente di elettricità. In mezzo a tanti disagi e sofferenze per migliaia di persone, stiamo vedendo una gara di solidarietà specialmente da parte di organizzazioni religiose cattoliche della Caritas Indonesiana. Le isole di Flores e Timor sono le due a maggioranza cattolica di tutta l'Indonesia e notare che la Chiesa Cattolica si sta mobilitando con molta generosità per venire incontro ai bisogni di quelle popolazioni è commovente.”
Come racconta padre Galvani “anche noi Camilliani, nel nostro piccolo, abbiamo inviato due giovani studenti a visitare le isole di Adonara e Lembata per valutare la situazione e classificare le necessità più urgenti. I bisogni sono molti, ma ci hanno riferito che cibo, acqua e sostegno psicologico sarebbero le priorità. In concreto, con l'aiuto di alcuni benefattori locali, abbiamo già inviato 3 tonnellate di riso, 300 pacchi di noodles e migliaia di vitamine. Tutto ciò coordinato con la Caritas della diocesi di Larantuka. Sicuramente non ci fermeremo nell'impegno di promuovere ulteriori iniziative di sostegno magari con l'arrivo di altri aiuti provvidenziali esterni per essere vicini a quella gente che, già provata dalla povertà ordinaria, ora ne ha un'altra maggiore da superare. Sicuramente non sarà facile, ma tutto è possibile a chi crede”, sottolinea il missionario.
“Circa la situazione del Covid 19, - conclude p. Luigi - qui nella nostra isola, fortunatamente, i contagi sono limitati. Però le difficoltà non mancano per tanta gente che ha perso il lavoro. Ogni mese provvediamo alla distribuzione di pacchi alimentari a un paio di centinaia di famiglie particolarmente bisognose”.
Stando alle statistiche ufficiali, il ciclone ha fatto registrare almeno 165 morti in Indonesia e 37 a Timor Est, mentre più di 55 sono i dispersi. L'Agenzia indonesiana per la gestione dei disastri si è attivata per cercare tra le montagne di detriti i corpi e i possibili sopravvissuti.
(LG/AP) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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ASIA/MYANMAR - Raid militari in chiese e templi: l'esercito viola la libertà religiosa
 
Yangon (Agenzia Fides) - Chiese cristiane e templi buddisti subiscono continui raid militari e violente perquisizioni dell'esercito birmano, in cerca di attivisti nascosti o presunte attività illegali. Come confermano fonti di Fides, nei giorni scorsi l'esercito ha fatto irruzione in numerose chiese cristiane di tutte le confessioni nello Stato di Kachin, sostenendo che era in corso un'attività sovversiva. I militari hanno perquisito le chiese cristiane battiste, cattoliche a anglicane nella città di Mohnyin. I raid riguardano anche monasteri e templi buddisti in tutta la nazione.
“Queste incursioni sono deplorevoli e sono patenti violazioni della libertà religiosa. I siti religiosi sono sacri. Tutta la popolazione stigmatizza ed è scandalizzata dal fatto che si penetri con le armi in pugno in un luogo sacri, Chiese e monasteri buddisti vengono regolarmente perquisiti con violenza. Sono gravi atti intimidatori dell'esercito che stanno generando sempre maggiore marezza e ostilità nella popolazione birmana di tutte le etnie e religioni", nota la fonte di Fides. "I militari individuano i giovani e i leader della protesta sui social media e poi lanciano ogni giorno operazioni notturne per arrestarli", racconta.
“I soldati hanno hanno scavalcato le recinzioni e sono entrati in ogni edificio del complesso, senza alcuna giustificazione e hanno perquisito tutti gli spazi”, ha riferito il Reverendo Awng Seng della Kachin Baptist Convention (KBC), raccontando, ancora scosso, quanto avvenuto nello stato Kachin. I soldati sospettavano che un leader della protesta fosse nascosto all'interno del complesso e che i leader religiosi stessero partecipando alle proteste e alle iniziative contro il regime. Le forze di sicurezza non hanno trovato nulla di illegale in tutte le chiese perquisite.
“È inaccettabile compiere questi raid in un sito religioso cristiano con personale armato che agisce come se stesse conducendo un'operazione militare. Lo condanniamo fermamente. Se l'esercito agisce in questo modo nel luoghi sacri, non possiamo immaginare come si comporti nelle case private delle persone", ha rimarcato il Rev. Awng Seng, riferendo che sono stati perquisiti anche il Kachin Theological Collegee l'annesso Seminario cristiano battista nella capitale dello Stato di Kachin, Myitkyina.
La Kachin Baptist Convention che, con oltre 400.000 membri e 429 chiese, svolge un ruolo di primo piano nello stato Kachin, ha ricordato che "le comunità religiose cristiane, buddiste, indù, musulmane predicano la verità e la giustizia" affermando che "tali raid violenti e intimidatori sono spaventosi". La KBC ha dichiarato di opporsi al regime militare e ha tenuto quotidianamente liturgie di preghiera per la pace e la giustizia, chiedendo una democrazia federale, l'uguaglianza, il rispetto della libertà e dei diritti umani..
Nei giorni scorsi le forze di sicurezza hanno fatto irruzione anche una chiesa Battista a Lashio, nello Stato settentrionale di Shan, arrestando per due giorni 10 leader religiosi e il personale residente (poi tutti rilasciati), esplodendo colpi di arma da fuoco all'interno della chiesa mentre cercavano manifestanti anti-regime.
(PA-JZ) (Agenzia FIdes 9/4/2021)
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ASIA/SIRIA - Il Patriarca siro cattolico: affama il popolo siriano chi usa le sanzioni come strumento di pressione politica
 
Damasco (Agenzia Fides) – Nella crisi siriana, “non è né giusto né logico vincolare la revoca delle sanzioni a una cosiddetta ‘soluzione politica’, mentre la gente comune è impoverita e soffre di fame, malattie e umiliazione”. Il lucido e penetrante giudizio sull’uso delle sanzioni imposte da lungo tempo dalla comunità internazionale alla Siria di Bashar al Assad arriva da Ignace Youssef III Younan, Patriarca di Antiochia dei siro cattolici. Il Primate della Chiesa siro cattolica, che abitualmente risiede presso la sede patriarcale in Libano, lo ha inserito all’interno del messaggio diffuso in occasione della Pasqua.
Nel testo pasquale, il Patriarca richiama “i decisori internazionali e tutti coloro che hanno buona volontà a compiere sforzi per revocare le ingiuste sanzioni imposte al popolo siriano, la cui sofferenza si intensifica di giorno in giorno”. L’attuale catastrofe siriana – rimarca il Patriarca - ha superato le brutalità degli imperatori e degli invasori del passato e degli occupanti: “Dieci anni di guerra, uccisioni, distruzioni e conflitti internazionali combattuti sul suolo siriano, hanno portato solo all’annientamento del popolo e alla distruzione delle sue strutture economiche e sociali e del suo patrimonio di civiltà”. (GV) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - I Vescovi sollecitano le vaccinazioni: "Non si può aspettare ancora, l'essere umano è al di sopra delle diatribe politiche"
 
Caracas (Agenzia Fides) – “Motivati dal nostro ministero pastorale a favore del popolo di Dio, facciamo eco al suo grido sulla necessità di risolvere al più presto possibile il tema della vaccinazione contro il Covid 19. E’ una urgenza che deve essere inquadrata nell’appello a praticare il comandamento dell’amore fraterno, che ci ha lasciato il Signore Gesù”. Con queste parole la Presidenza della Conferenza Episcopale Venezuelana (CEV) ha pubblicato una dichiarazione sottolineando l'urgenza della vaccinazione contro il Covid-19 senza preclusioni di alcun tipo, e la convocazione delle diverse realtà coinvolte nel campo sanitario e sociale.
Nella dichiarazione, pervenuta a Fides, i Vescovi lamentano che purtroppo è aumentato il numero dei contagiati e dei morti, e questo ha creato ancora maggiore angoscia nella popolazione, soprattutto nei più vulnerabili, per questo ribadiscono che "le persone hanno il diritto di essere debitamente curate, sia nella fase della prevenzione che nelle cure mediche necessarie".
Quindi si rivolgono all’Esecutivo nazionale, alle autorità sanitarie, a tutte le istanze pubbliche e private, perché “pensando al bene della popolazione di cui sono a servizio”, cerchino un accordo che consenta di avere i migliori vaccini da somministrare a tutta la popolazione, senza esclusioni né discriminazioni. "Non si può aspettare ancora. L'essere umano è al di sopra delle diatribe politiche, perché la vita di ogni persona è degna e sacra".
Il comunicato della Presidenza della CEV chiede alle nazioni e agli organismi multilaterali impegnati nella distribuzione dei vaccini, di collaborare con il popolo venezuelano, e all’Esecutivo nazionale di convocare i rappresentanti di tutte le realtà che operano nel settore sanitario e sociale, senza fare scelte partitiche o ideologiche, al fine di fare fronte comune per assicurare la vaccinazione di tutta la popolazione senza condizioni di alcun tipo. Infine reitera l’invito a tutti a seguire le direttive per la biosicurezza. (SL) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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AMERICA/GUATEMALA - Centenario dell’arcidiocesi di Los Altos: “Evangelizzare, formare discepoli, testimoniare è stato, è e sarà il nostro impegno”
 
Los Altos (Agenzia Fides) – “Il 27 luglio 2021 celebreremo il primo centenario della creazione della diocesi di Los Altos. Questo avvenimento suscita due atteggiamenti. Da una parte il ringraziamento a Dio perché ci consente di essere membri della sua Chiesa in questa arcidiocesi, dall’altra la preghiera di supplica perchè la sua grazia ci guidi negli anni futuri”. Lo scrive l’Arcivescovo di Los Altos, Quelzaltenango-Totonicapan, Mons. Mario Alberto Molina Palma, OAR, nella sua Lettera pastorale al popolo di Dio, che porta la data del Giovedì Santo, 1 aprile 2021.
L’Arcivescovo fa memoria dei Vescovi che si sono succeduti in questa diocesi, dal 1996 arcidiocesi da cui si sono originate altre cinque diocesi, dei sacerdoti locali e stranieri, secolari e religiosi, in particolare di quanti durante gli anni difficili della riorganizzazione e della violenza del conflitto armato, “servirono e guidarono il popolo di Dio in questa terra”. Ringrazia poi le innumerevoli religiose, che nei diversi campi dell’educazione, della salute, della cura degli anziani, della formazione catechistica e della promozione sociale “hanno collaborato nell’impegno dell’evangelizzazione”. Un ringraziamento speciale poi ai laici, “che in tutte le epoche hanno offerto il loro tempo, il loro ingegno, i loro sacrifici personali per collaborare con i Pastori, sostituendoli e rappresentandoli nella guida e nel coordinamento delle comunità, nella catechesi e nell’evangelizzazione”.
Per il centenario sarà pubblicato uno studio accademico sulla storia della diocesi, dal momento che si hanno poche notizie al riguardo. E’ stato comunque preparato del materiale divulgativo, a carettere teologico e storico, per organizzare conferenze, video clips, programmi radiofonici e televisivi, al fine di preparare questo evento riflettendo sulla natura della Chiesa e della fede cristiana.
Nella sua Lettera pastorale l’Arcivescovo invita a rendere grazie a Dio, “Signore della Chiesa e del tempo… per la fede che abbiamo conosciuto e ricevuto… per il servizio e il ministero delle persone che sono state strumento nelle sue mani perchè attraverso di loro ci arrivasse la fede e si realizzassero tante opera di evangelizzazione, di catechesis e di carità”.
Mons. Molina invita quindi tutte le comunità sabato 24, domenica 25 e lunedì 26 luglio, ad offrire la Messa in ringraziamento per il cammino fatto durante questi cento anni. Martedì 27 luglio, giorno anniversario, la Messa sarà celebrata per la Chiesa locale, usando letture bibliche proprie. Purtroppo, lamenta l’Arcivescovo, la situazione sanitaria impedisce una celebrazione comunitaria di tutta l’Arcidiocesi, con la partecipazione di sacerdoti, religiosi e laici di tutte le comunità, ma spera che si possa realizzare in futuro.
Nella seconda parte della Lettera, Mons. Molina invita a guardare con speranza al futuro, tracciando un ampio quadro della situazione attuale e indicando alcune scelte pastorali da compiere. Infine l’Arcivescovo ricorda che “Evangelizzare, formare discepoli, vivere come Chiesa di Gesù Cristo, dare testimonianza al mondo della nostra speranza, è stato, è e sarà il nostro impegno. Senza dubbio Dio suscita pensieri, ispira decisioni, dinamizza le opere. Ognuno di noi apporta pensieri, decisioni e opera che in coscienza ritiene possano contribuire all’annuncio del Vangelo, all’edificazione della Chiesa e alla formazione dei fedeli fino al raggiungimento dell’obiettivo finale, che è la vita di santità in Dio”. (SL) (Agenzia Fides 9/4/2021)
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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