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mercoledì 30 agosto 2023

“Libreville “città morta” ma calma dopo il golpe” dicono a Fides fonti locali

 


AFRICA/GABON - “Libreville “città morta” ma calma dopo il golpe” dicono a Fides fonti locali


 
Libreville (Agenzia Fides) – “Libreville è una città morta. Non vi sono persone o autoveicoli per le strade ma la situazione è comunque calma” dicono all’Agenzia Fides fonti locali dalla capitale del Gabon, dove questa notte i militari hanno annunciato di aver preso il potere con un golpe.
Le nostre fonti, che hanno chiesto l’anonimato per motivi di sicurezza, ricostruiscono così gli eventi. “Alle due di questa notte la Commissione elettorale annuncia ufficialmente la vittoria del Presidente uscente Ali Bongo Ondimba nelle elezioni presidenziali del 26 agosto con il 64,27%. Subito dopo i militari appaiono alla televisione annunciando di aver deposto Bongo e di avere preso il potere”. “Nella notte si sono sentiti spari, ma da quello che sappiamo si è trattato di colpi esplosi in aria. Non si registrano al momento morti o feriti” affermano le fonti. “È tutto l’esercito, compresa la Guardia Repubblicana, i pretoriani del Presidente, ad avere effettuato il colpo di Stato. Anche gendarmeria e polizia appaiono compatte e unite con i militari” precisano le fonti.
Subito dopo il voto il governo di Bongo aveva imposto il coprifuoco e interrotte le connessioni Internet (vedi Fides 28/8/2023) anche perché il suo principale avversario, Albert Ondo Ossa, aveva denunciato "frodi orchestrate" da parte del campo presidenziale e aveva chiesto di essere dichiarato vincitore al termine dello scrutinio.
“La prima cosa avvenuta subito dopo la presa di potere dei golpisti è stata la ripresa delle comunicazioni Internet” sottolineano le nostre fonti. “La popolazione comunque ha paura, memore delle violenze del 2009 e del 2016 e teme quello che potrà accadere”. Nel loro comunicato i golpisti hanno dichiarato di aver preso il potere con queste parole: “Noi, forze di difesa e sicurezza, riunite nel Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni (CTRI), a nome del popolo gabonese e garante della protezione delle istituzioni, abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine al regime al potere”.
Le elezioni erano un appuntamento atteso con apprensione. Alla vigilia del voto i Vescovi in un messaggio reso pubblico il 23 agosto avevano ribadito che “Le elezioni sono un luogo di espressione della scelta politica di un popolo e sono un segno di legittimità per l'esercizio del potere. Il mancato rispetto della Costituzione nazionale, della legge o del verdetto delle elezioni libere, giuste e trasparenti manifesterebbe un grave fallimento nella governance e significherebbe una mancanza di competenza nella gestione della cosa pubblica". I Vescovi chiedevano di “prevenire litigi e violenze in ogni forma dopo le elezioni”. (L.M.) (Agenzia Fides 30/8/2023)

giovedì 7 novembre 2019

Agenzia Fides 6 novembre 2019

AFRICA/KENYA - “No alla corruzione”: i Vescovi lanciano una campagna anticorruzione di sei mesi
 
Nairobi (Agenzia Fides) - “La corruzione è una putrefazione del cuore”. Non usano mezzi termini i Vescovi del Kenya nel lanciare la loro compagna anticorruzione che avrà una durata di sei mesi. Nell’ambito della lotta alla corruzione, tra l’altro, la Conferenza Episcopale keniana (Kenya Conference of Catholic Bishops) ha deciso di proibire donazioni in denaro contante e di accettare solo quelle effettuate elettronicamente per potere tracciare i donatori ed evitare compromissioni con denaro di dubbia provenienza.
Presentata ad inizio ottobre presso il Santuario Nazionale di Subukia, la campagna dal titolo “Spezziamo le catene della corruzione”, è incentrata su un’attività educativa e di preghiera. Per l’occasione è stata scritta una preghiera che recita:
“Padre che sei nei cieli, provvedi sempre a tutte le tue creature, affinché possano vivere come hai sempre voluto. Hai benedetto il nostro paese, il Kenya, con enormi risorse umane e naturali da utilizzare in tuo onore e gloria e per il benessere di ogni keniano.
Siamo profondamente addolorati per l'uso scorretto di questi tuoi doni e benedizioni attraverso la corruzione, a seguito della quale molti appartenenti al nostro popolo sono affamati, malati, senzatetto e sfollati, ignoranti e indifesi. Padre, solo tu puoi guarirci da questa malattia che porta alla morte.
Umilmente ti preghiamo, tocca le nostre vite e quelle dei nostri leader affinché possiamo comprendere che la corruzione è un male e impegnarci a lavorare duramente per eliminarla. Ad ogni cittadino che ha acquisito qualcosa con mezzi corrotti, Signore, dai a lui o a lei lo spirito di coraggio per restituire il maltolto e tornare da te.
Fai sì che leader timorati di Dio si prendono cura di noi e ci guidino sul cammino della pace, della giustizia, della prosperità, del progresso e soprattutto dell'amore”. (L.M.) (Agenzia Fides 6/11/2019)
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AFRICA/TOGO - Fede e preghiera a conclusione del Mese del Rosario e del Mese Missionario nella piccola comunità di Kolowaré
 
Kolowaré (Agenzia Fides) – “Bisognava essere presenti per essere immersi nell’atmosfera orante, permeata di fede, di quel momento. Il Mese Missionario e il Mese del Rosario dell’Ottobre 2019 hanno rappresentato un tempo di intensa preghiera, un tempo di grazia” ha detto all’Agenzia Fides padre Silvano Galli, sacerdote della Società per le Missioni Africane (SMA) in Togo.
“Il 1° ottobre, nella nostra missione di Kolowarè, abbiamo iniziato il Mese Missionario e il Mese del Rosario davanti alla grotta fiorita di Maria. Per il primo giorno le cinque comunità di base si sono date tutte appuntamento davanti alla grotta e nei giorni successivi ogni comunità ha pregato nel rispettivo quartiere”, racconta il missionario.”
“La conclusione delle celebrazioni è stata ancora più solenne e maestosa dell’apertura. C’è stata una grande assemblea di fedeli davanti alla grotta. Ogni fedele portava due ceri: uno veniva deposto acceso negli anfratti della grotta, e un altro lo tenevano in mano . La preghiera è stata animata dall’Armata Azzurra, un gruppo di preghiera legato a Fatima. Al termine tutti hanno acceso il secondo cero che avevano in mano, e hanno iniziato una serie di canti a Maria. L’intera folla seguiva osannante, con danze, alzando e porgendo, quasi offrendo la candela ad ogni Ave Maria cantata, al vicino e a tutta l’assemblea. Nella notte che ci avvolgeva, la preghiera aveva un gusto speciale. Davanti a noi la grotta illuminata con i ceri, la folla in piedi con le candele accese: eravamo tutti immersi nel mistero di Dio, in compagnia dei nostri defunti che riposano nel cimitero accanto.”
“Quella preghiera - conclude p. Silvano – ha avuto il suo completamento e culmine nel giorno dei Santi. Ogni anno celebriamo una cerimonia per ricordare i defunti. Dopo la comunione, davanti all’altare viene posto un bacile pieno di sabbia. Il catechista proclama il nome dei defunti deceduti dall’inizio dell’anno e un familiare viene ad accendere una candela al Cero pasquale, per poi deporla davanti all’altare. Al termine della preghiera, i fedeli si sono poi recati processione nei due cimiteri del villaggio per benedire le tombe e pregare per tutti coloro che ivi riposano”. (SG/AP) (6/11/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/SINGAPORE - La compassione di Cristo nel braccio della morte
 
Singapore (Agenzia Fides) - Portare le misericordia e la compassione e l'amore di Cristo tra i detenuti nel braccio della morte: è la missione di suor Gerarda Fernandez, 81 anni, delle Suore del Buon Pastore, che da 40 anni vive e lavora a Singapore e, nei suoi lunghi anni di ministero pastorale in carcere, ha accompagnato e sostenuto 18 tra donne e uomini che erano reclusi nel braccio della morte, fino a quando sono stati giustiziati. Con somma sorpresa della Chiesa locale, la religiosa cattolica, nativa di Singapore, è stata inserita nella lista annuale stilata dalla BBC tra le 100 donne più influenti del mondo.
Suor Gerarda, nata nel 1938, racconta a Fides: “Vengo da una famiglia in cui i genitori mi hanno educato alla fede e hanno fatto conoscere i meravigliosi talenti che tutti noi avevamo per la musica. Abbiamo cantato e suonato diversi strumenti musicali; le nostre adunanze e liturgie domenicali erano all'insegna della preghiera in musica. Nella mia famiglia, tre di noi fratelli oggi sono consacrati".
La compassione di Gesù Buon Pastore ha avvolto il suo cuore e ha segnato il suo ministero. In 40 anni trascorsi a visitare i detenuti in prigione, il momento che definisce "speciale" è stato quello della vicinanza ai detenuti nel braccio della morte, nella prigione di Changi a Singapore. "L'amore di Dio per noi va oltre ogni comprensione: questo è il messaggio che lasciamo loro", dice.
Parlando della sua opera, rileva: "Tutte le persone nel braccio della morte hanno contrastato i piani di Dio e hanno distrutto le loro giovani vite. Ma, grazie alla misericordia di Gesù, Dio si fa presente e cambia quest'ultima fase della loro vita. Molti di loro hanno vissuto il miracolo della conversione e della trasformazione del loro cuore. Il Buon Pastore ha ritrovato le sue pecorelle. Ho avuto il privilegio di stare con loro negli ultimi istanti della loro vita terrena".
"La chiamata di Dio a camminare a fianco delle persone vulnerabili mi ricorda ogni giorno che Dio ci ha amati per primo", e dona loro "guarigione e perdono attraverso il suo amore". Un omicida, prima dell'esecuzione capitale, le ha detto: "Non preoccuparti sorella. So che Dio mi ama. Domani mattina lo vedrò faccia a faccia".
L'ispirazione per il ministero pastorale nel braccio della morte è nata dalla sua consorella suor Susan Chia che, nel 2005, aveva seguito il trafficante di droga Van Tuong Nguyen Caleb che si diresse verso il patibolo cantando l'inno "Amazing Grace". Suor Gerarda dice: “Ho chiesto al Signore come fosse possibile che, in un luogo dove si stava consumando un'esecuzione capitale, ci fosse tanta pace, persino gioia. Un amico sacerdote mi ha dato la risposta: perché il Bene ha trionfato sul male".
La suora dice di "detestare la pena di morte che è crudele, disumana e viola il diritto alla vita". “Ogni vita è sempre preziosa, anche quando è richiesta una punizione. La punizione e la giustizia devono sempre includere la rieducazione e la misericordia. Uniamo molte voci in tutto il mondo facendo appello ai nostri leader per cercare alternative alla pena di morte" afferma. Oggi, racconta con soddisfazione, "la nostra preghiera è stata ascoltata: c'è una revisione della pena di morte a Singapore e diversi detenuti nel braccio della morte hanno ricevuto una sospensione dalle loro sentenza capitale".
E conclude con una frase della fondatrice del suo istituto religioso, le Suore della Carità del Buon Pastore, suor Maria Eufrasia : "Una persona è più preziosa del mondo intero". (SD) (Agenzia Fides 6/11/2019)
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ASIA/BANGLADESH - Evangelizzare con il teatro e la musica
 
Barisal (Agenzia Fides) - “Nel distretto di Barisal, nel centro-sud del Bangladesh, per tradizione culturale la gente ama il canto e la musica. In questa zona circolano diverse opere teatrali di carattere e tema religioso. L'opera teatrale di contenuto biblico oggi è per noi uno strumento importante per annunciare il messaggio cristiano ed è un valido aiuto per l'opera di evangelizzazione”. Lo afferma all'Agenzia Fides padre Anol Terence D'Costa, Segretario della Commissione per la Comunicazioni sociali nella diocesi di Barishal, raccontando di un recente seminario organizzato in loco per sacerdoti, religiosi e soprattutto laici, in cui si è fatto il punto sulle attività di evangelizzazione attraverso le performance teatrali e la musica.
"Abbiamo notato che le persone assistono alle opere teatrali in numero maggiore che alla messa. Pertanto, abbiamo preso l'iniziativa di organizzare meglio questo servizio come forma di opera missionaria", ha spiegato padre Anol. Oggi nella diocesi opere teatrali e musical sulla vita di Gesù , Maria e sulle vite dei Santi sono molto popolari e attraggono molti giovani. Attori e musicisti sono soprattutto volontari laici e questo impegno è stato anche molto apprezzato dai Vescovi bengalesi.
Padre Anol dice: “Abbiamo lanciato un appello per reclutare registi, cantati e attori e ora esiste un comitato che si occupa di creare nuove sceneggiature e opere teatrali".
Ruben Dewri, 32enne cattolico e giovane cantante dice a Fides: “Il canto è nel nostro sangue. Adoriamo cantare e così predichiamo la Parola di Dio con le canzoni. Con il canto il Vangelo può attrarre e raggiungere il cuore delle persone. Fedeli cristiani e non cristiani vengono a godersi il nostro spettacolo".
Come spiega padre Anol, la Commissione per le comunicazioni sociali, in tal modo, "cerca di rispondere alla missione di promuovere la Buona Novella di Cristo attraverso i mezzi di comunicazione sociale; di stimolare, sviluppare e risvegliare la coscienze; di ispirare e formare il personale della Chiesa all'uso dei mezzi di comunicazione". (FC) (Agenzia Fides, 6/11/2019)
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AMERICA/BRASILE - Il CIMI: gli indigeni non possono più muoversi in sicurezza nei loro territori
 Articolo e foto del 3 novembre clicca
Brasilia (Agenzia Fides) – "Il Consiglio Indigenista Missionario (CIMI), con indignazione e tristezza, accusa e incolpa lo Stato e il governo brasiliano per l'assassinio codardo di Paulo Paulino Guajajara, avvenuto la sera di venerdì 1 novembre all'interno del territorio indigeno Arariboia a Maranhão. L'indigeno aveva 26 anni e lascia moglie e figlio": questo il comunicato del CIMI inviato a Fides. Paulino Guajajara e Laércio Souza Silva avevano lasciato il villaggio di Lagoa Comprida, a nord della Terra indigena, a 100 km dal comune di Amarante, per andare a caccia. Nei boschi sono stati sorpresi da cinque taglialegna armati, riferisce la nota.
Gli uomini, con le armi in mano, hanno chiesto a Paulino e Laercio di consegnare archi e frecce, strumenti tradizionali usati per la caccia. I Guajajara non avevano molte possibilità di difesa.
Membri della polizia civile di Amarante sono andati sul posto con un elicottero, per prelevare il corpo di Paulino e portarlo nella sua comunità per i funerali. Un primo rapporto della polizia parla di un agguato.
La regione del villaggio di Lagoa Comprida viene regolarmente invasa dai taglialegna già da molti anni. Nel 2007 l'indigeno Tomé Guajajara venne assassinato proprio in quella zona. L'anno seguente, nel 2008, i taglialegna invasero il villaggio di Cabeceira, sparando agli indigeni.
Il territorio indigeno Arariboia è riconosciuto ufficialmente e registrato dal 1990 con 413 mila ettari. Qui vivono circa 6 mila indigeni Guajajara, o Tenetehar, e Awá-Guajá.
Il CIMI ha denunciato l'aumento delle invasioni dei territori indigeni, in seguito all'incoraggiamento di quanti si oppongono alla regolarizzazione dei territori censiti dalla Costituzione federale. Oggi non è esagerato affermare che gli indigeni non possono più muoversi in sicurezza nei loro territori.
Il CIMI oltre a chiedere un'investigazione sul tragico fatto, denuncia chi ha incoraggiato e permesso le invasioni delle terre indigene, associate ad attacchi, omicidi, minacce, rivolte, incendi dolosi.
I discorsi ricorrenti del Presidente della Repubblica contro la delimitazione e la regolarizzazione dei territori, sommati ad un ambiente regionale prevenuto contro le popolazioni indigene, sono stati il principale invito alle invasioni e alla violenza contro le popolazioni indigene in Brasile, sostiene la nota.
Inoltre il CIMI ricorda che il sangue di Paulino e di tanti altri indigeni è stato e sarà versato “perché coloro che possono prevenire la barbarie tacciono, non fanno nulla”, e ribadisce la necessaria indagine sui fatti e la punizione esemplare dei colpevoli come il minimo che si possa fare in questa situazione. In sintonia con le famiglie degli indigeni assassinati, il CIMI ritiene l'attuale governo colpevole di non aver rispettato la Costituzione federale in difesa dei territori indigeni.
Il documento è firmato dal Segretariato generale del CIMI, con la data 2 novembre 2019. Da gennaio a settembre 2019, la Commissione contro la violenza sui popoli indigeni del Brasile, ha contato 160 casi di invasioni in 153 territori indigeni in 19 stati del Brasile.
(CE) (Agenzia Fides, 06/11/2019)
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AMERICA/PANAMA - Per i Vescovi servono “ascolto, rispetto e dialogo per costruire la patria”
 
Città di Panama (Agenzia Fides) – Un appello a cittadini e autorità perché prevalgano “rispetto reciproco, ascolto attento, dialogo, saggezza e tolleranza come modi per trovare il consenso nazionale su una questione così delicata e importante come le riforme costituzionali” è stato lanciato dal Comitato permanente della Conferenza Episcopale di Panama all’inizio del mese della Patria.
Nel comunicato, pervenuto a Fides, i Vescovi rilevano che il clima di tensione e di violenza degli ultimi giorni, che ha causato feriti e danni, desta “grande preoccupazione per gli abitanti di questo paese”, e sebbene “il diritto fondamentale di protestare e manifestare su questioni nazionali e vitali per il paese non è negoziabile”, non meno importante è che tutto avvenga senza violenza e nel rispetto, “in modo che la voce della gente non sia distorta”.
“Le riforme costituzionali richiedono la piena partecipazione di tutti i settori del paese, senza l'esclusione di nessuno – ribadiscono i Vescovi -, quindi dobbiamo garantire che ciò sia possibile attraverso un meccanismo serio, agile e trasparente, in cui tutti i contributi possano essere registrati, per raggiungere un consenso nazionale. Panama merita una Costituzione che risponde alle sfide del mondo di oggi, fatti salvi i valori e i principi etici e morali che l'hanno sostenuta nel corso della sua storia”.
Le riforme che il governo di Panama vuole attuare, modificano 40 articoli della Costituzione, e toccano temi fondamentali come la salute, l’educazione e l’ambiente. Secondo la popolazione, i cambiamenti potrebbero causare un aumento delle discriminazioni, oltre a favorire l’impunità e la corruzione. Da qui nascono le proteste popolari e gli scontri, che erano iniziate da diverse settimane e che si sono inasprite negli ultimi giorni. A Panama infatti si registra un grande malcontento per una distibuzione della ricchezza che privilegia solo una classe ristretta di persone cui si contrappongono folle di poveri e di emarginati.
Il comunicato dei Vescovi si conclude sottolineando l’urgenza di “restituire la speranza persa a causa dell'ingiustizia, della corruzione e dell'esclusione” e per raggiungere questo scopo ognuno deve “seminare segni visibili e tangibili che fanno germogliare credibilità e fiducia nel Panama”. (S.L.) (Agenzia Fides 06/11/2019)
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AFRICA/GABON - Nomina del Rettore del Seminario maggiore “Saint Augustin” a Libreville
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il 30 luglio 2019 ha nominato Rettore del Seminario maggiore interdiocesano “Saint Augustin” nell’arcidiocesi di Libreville, in Gabon, il rev. Yves-Edgard Pambou, del clero diocesano di Mouila.
Il nuovo Rettore è nato il 18 settembre 1971 a Tchibanga ed è stato ordinato sacerdote l’8 giugno 2008. Nel 1994 è entrato al Seminario maggiore Saint Augustin a Libreville per il ciclo propedeutico, quindi ha studiato filosofia al Seminario maggiore internazionale spiritano Daniel Brottier. Dopo un anno di stage pastorale, dal 1998 al 2001 ha studiato teologia all’UCAC di Yaoundé, in Camerun, conseguendo la licenza. Dal 2004 al 2009 ha studiato a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha conseguito il dottorato in Storia della Chiesa. E’ stato viceparroco e parroco, vicario generale della diocesi di Mouila, professore alla facoltà di teologia dell’UCAC, oltre che segretario particolare e delegato del rettore, membro del GRFCAC (Gruppo di ricerca Fede e Cultura in Africa centrale). (SL) (Agenzia Fides 6/11/2019)

venerdì 27 settembre 2019

Agenzia Fides 27 settembre 2019

EUROPA/ITALIA - Per la 150° volta si rinnova l’invio missionario di Salesiani e Salesiane
 
Torino (Agenzia Fides) - Dal 27 al 29 settembre si svolgerà a Torino (Valdocco) il tradizionale appuntamento missionario con l’Harambée, che quest’anno si arricchisce di un anniversario importante: la 150° spedizione missionaria. Infatti 36 Salesiani e 13 Figlie di Maria Ausiliatrice riceveranno la croce missionaria durante la celebrazione di domenica 29 settembre nella Basilica di Maria Ausiliatrice, come informa l’agenzia Ans. Il sogno missionario di Don Bosco prosegue ancora, dopo 150 anni. Sono stati 9.523 i missionari inviati nelle 150 spedizioni. “Dobbiamo rispondere con generosità al Signore: se oggi il carisma salesiano vive in 134 nazioni, si deve a confratelli come questi che hanno portato nel mondo il Vangelo educando i giovani” ha detto il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime.
L’evento ha inizio il 27 settembre, con l’accoglienza dei partecipanti. Sabato 28 settembre si terrà l’inaugurazione del Museo Etnografico Missioni Don Bosco, voluto per rendere più accessibile la conoscenza del mondo missionario ai pellegrini che giungono a Valdocco. Il nuovo spazio conterrà molti oggetti della vita quotidiana delle minoranze etniche che i salesiani hanno incontrato lungo il tempo nelle terre di missione. Durante le giornate dell’Harambée è prevista la rilettura delle testimonianze di Santi missionari salesiani, insieme con la presentazione dei partenti. Domenica 29 settembre, alle ore 11, don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore, affiancato dalla Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Yvonne Reungoat, consegnerà la croce missionaria a Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice che si apprestano a iniziare questo nuovo cammino, alla vigilia del Mese Missionario Straordinario. (SL) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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AFRICA/GABON - Il 29 settembre la solenne chiusura del Giubileo per i 175 anni della Chiesa in Gabon
 
Libreville (Agenzia Fides) - “Celebrare i 175 anni dell’arrivo in questa terra dei missionari Spiritani è importante non solo per la Chiesa del Gabon ma in fondo anche per le Chiese sorelle. Infatti dal Gabon i Padri della Congregazione dello Spirito Santo (popolarmente noti come Spiritani) sono partiti per diffondere il Vangelo nelle terre vicine come per esempio l’attuale Congo Brazzaville, dove sono giunti 30 anni dopo” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons Francisco Escalante Molina, Nunzio Apostolico in Gabon e in Congo Brazzaville. Domenica 29 settembre si terrà la solenne cerimonia che chiude il Giubileo per i 175 anni dell’evangelizzazione del Gabon, avviato nel settembre 2018.
Mons. Escalante Molina sottolinea che “la Conferenza Episcopale ha organizzato un programma nazionale che si è poi tradotto a livello diocesano. In tutte le diocesi abbiamo partecipato alle celebrazioni nelle quali si sono avute diverse ordinazioni sacerdotali e diaconali. Sono stati organizzati diversi incontri pastorali con la partecipazione di sacerdoti, religiosi, religiose e laici, oltre ad attività culturali”.
“Insomma- rimarca il Nunzio - ogni Vescovo ha colto l’occasione del Giubileo per risvegliare la vita pastorale della propria diocesi”. “È importante sottolineare che tutti i Vescovi del Paese hanno partecipato ai Giubilei delle singole diocesi. Possiamo dire che si è avuto un pellegrinaggio nazionale perché delegazioni di ogni diocesi con il proprio Vescovo si sono recate nella diocesi che in quel momento celebrava il proprio Giubileo” dice Mons. Escalante Molina. “A livello nazionale si sono organizzati dei momenti giubilari per i politici, per l’educazione e per altre categorie, con una forte partecipazione di fedeli” aggiunge il Nunzio.
Domenica 29 settembre ci sarà la chiusura del Giubileo con la partecipazione dei Vescovi del Gabon, e una rappresentanza dei Vescovi dell’ACERAC (Associazione delle Conferenze Episcopali della Regione dell’Africa Centrale che comprende Camerun, Congo Brazzaville, Gabon, Repubblica Centrafricana, Ciad, Guinea Equatoriale). Sarà presente Mons. Giampietro Dal Toso, Segretario Aggiunto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli con incarico di Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, a ricordare il ruolo fondamentale dei missionari nel diffondere il Vangelo nel mondo.
A questo proposito Mons. Escalante Molina conclude sottolineando che “la presenza missionaria in Gabon è ancora importante. I missionari Spiritani sono presenti in tutta la regione dell’ACERAC. Ci sono diversi Vescovi che sono Spiritani. La Congregazione rimane un punto di riferimento per la Chiesa in Gabon e sono importanti le vocazioni spiritane in questo Paese”. (L.M.) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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ASIA/MACAO - I Clarettiani: annuncio e distribuzione del Vangelo per il "Mese Missionario Straordinario"
 
Macao (Agenzia Fides) - I sacerdoti Clarettiani nella diocesi di Macao hanno iniziato a diffondere copie dei Vangeli tra i non cristiani, incoraggiando la lettura, la riflessione e il confronto, in occasione del Mese Missionario Straordinario dell'Ottobre 2019. I membri della "Congregazione dei Figli Missionari del Cuore Immacolato di Maria", fondata da Sant'Antonio Maria Claret, detti "Clarettiani", "sono impegnati a promuovere la conoscenza, la lettura e la condivisione della Sacra Scrittura e intendono potenziare il movimento della diffusione del Vangelo, da condividere con gli altri" afferma a Fides p. Jojo Peter Ancheril, missionario Clarettiano di Macao.
“In che modo l'intera Chiesa viene invitata a promuovere l'evangelizzazione, in occasione del Mese Missionario Straordinario? Abbiamo scelto una soluzione molto semplice, un punto iniziale: donare una copia dei quattro Vangeli ai non cristiani, incoraggiandone la lettura" dice.
Il Clarettiano nota: "La lettura del Vangelo e della Bibbia consente di guidare la coscienza e l'esperienza di tutta l'umanità. I segni di Dio, come la Scrittura, aiutano le persone nella vita quotidiana a essere consapevoli della salvezza donata da Gesù Cristo. Allo stesso tempo la Parola di Dio essa ha il potere di toccare il più profondo dell'uomo, ovvero il cuore, la coscienza" spiega padre Ancheril.
Nel Mese Missionario Straordinario, continua, "la Chiesa lancia un 'movimento evangelico' che mira a rivelare ai non cristiani la vita di Gesù e farli entrare in contatto con la Parola di Cristo leggendo il Vangelo, in modo che possano conoscere l'amore di Dio".
Il Mese Missionario Straordinario nell'Ottobre 2019 segna il centenario della Lettera Apostolica Maximum Illud emessa nel 1919 da Papa Benedetto XV e ha come tema: "Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo". L'obiettivo è aumentare la consapevolezza della "missio ad gentes" e dare nuovo impulso alla trasformazione missionaria nella vita della Chiesa. (SD) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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AMERICA/COLOMBIA - Una buona politica, basata sui principi etici, contribuisce alla riconciliazione e alla pace
 
Yopal (Agenzia Fides) – "Buona politica al servizio della riconciliazione e della pace" è stato il tema dell'incontro di dialogo e discussione politica organizzato dalla diocesi di Yopal e dalla Commissione della Conciliazione Nazionale (CCN) che si è svolto il 25 settembre nella città di Yopal, capitale del dipartimento di Casanare. All'incontro tra rappresentanti delle comunità e candidati al governo di questo dipartimento hanno partecipato sei candidati, che hanno presentato il loro programma di governo ai leader sociali di diversi settori e ai rappresentanti del clero cattolico. Nel dibattito sono emerse le preoccupazioni sulla necessità di risolvere i problemi che ostacolano lo sviluppo del dipartimento nei settori chiave, quali istruzione, gioventù, famiglia ed economia.
Mons. Édgar Aristizábal Quintero, Vescovo della diocesi di Yopal, ha rilevato che questo incontro ha cercato di promuovere il buon governo tra i candidati e di coinvolgere i cittadini nell'accompagnamento di una buona politica, che deve essere basata sui principi etici e morali a cui chiama Papa Francesco.
L'iniziativa fa parte della linea di lavoro sulla formazione politica a favore della riconciliazione e della pace che il CCN sviluppa con il sostegno dell'ambasciata norvegese in Colombia. La popolazione partecipa a questi incontri in quanto sono considerati una occasione di informazione e di preparazione alle elezioni regionali del prossimo ottobre. La stessa iniziativa si svolgerà anche a Buga, Puerto Carreño y Leticia.
Pochi giorni fa, nel secondo anniversario della visita apostolica di Papa Francesco in Colombia (vedi Fides 10/09/2019), i Vescovi hanno rinnovato l’appello a tutti i cittadini colombiani ad "assumere e accelerare il cammino verso la pace definitiva, la riconciliazione personale e sociale, il rifiuto della violenza come metodo per superare le diseguaglianze, il consolidamento dell’unità e dell’istituzionalità".
(CE) (Agenzia Fides, 27/09/2019)
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AMERICA/URUGUAY - Mese Missionario Straordinario: “dobbiamo assumerci tutti la responsabilità che tutti incontrino Cristo”
 
Montevideo (Agenzia Fides) - In vista del Mese Missionario Straordinario, le Pontificie Opere Missionarie (POM) dell'Uruguay hanno preparato diversi sussidi pastorali per le comunità parrocchiali, educative o i movimenti ecclesiali: una proposta catechistica per le diverse età; una meditazione quotidiana per ogni giorno del mese di ottobre proposta da James H. Kroeger, MM; una Novena missionaria.
La Novena missionaria sviluppa il tema del Mese Missionario Straordinario, “Battezzati e Inviati”, e può essere utilizzata in diverse circostanze dalle comunità, soprattutto in occasione delle Feste patronali o per la Giornata missionaria del 20 ottobre. I brani biblici proposti sono tratti dal libro degli Atti degli Apostoli: “Con i primi discepoli facciamo l’esperienza di audacia e creatività nella missione – è scritto nell’introduzione -, collaborando con lo Spirito Santo in comunione con la Chiesa di Cristo. E questa audacia significa camminare con il coraggio e con il fervore dei primi che hanno annunciato il Vangelo”. Per ogni giorno si presenta un simbolo (l’acqua, gli anelli della catena, il profumo, il vetro, la serratura e la chiave…), un testo biblico, suggerimenti per la meditazione, l'approfondimento e la preghiera.
Il Direttore nazionale delle POM dell’Uruguay, P. Leonardo Rodríguez, presentando il materiale, ha sottolineato che "il Mese Missionario Straordinario ci pone soprattutto nella ‘dimensione universale’ dove la missione del battezzato acquisisce nuovi orizzonti che superano qualsiasi limite: geografico, culturale, sociale, idiomatico o di altro genere, per riascoltare il mandato missionario di Cristo che ci manda a tutti. Oggi ci sono ancora moltitudini che non conoscono Cristo, e sebbene, sicuramente, non andremo tutti in un altro paese, in un altro continente, dobbiamo assumerci tutti la responsabilità che tutti incontrino Cristo: la preghiera, l'offerta dei nostri dolori e delle sofferenze, la testimonianza e la cooperazione materiale sono la vera espressione della nostra appartenenza alla Chiesa cattolica”. (SL) (Agenzia Fides 27/9/2019)
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OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - Servizi sanitari e obiezione di coscienza: Memorandum d’intesa tra l’arcidiocesi di Rabaul e la Provincia
 
Rabaul (Agenzia Fides) – Collaborare nel campo dell'assistenza sanitaria, in una feconda cooperazione tra strutture pubbliche e strutture private, gestite da enti e congregazioni cattoliche, regolamentando anche il servizio di medici e infermieri cattolici negli ospedali statali: come riferisce una nota inviata all’Agenzia Fides, con questo obiettivo l'Autorità sanitaria provinciale della Nuova Britannia Orientale e l'Arcidiocesi di Rabaul hanno firmato un “Memorandum d'intesa” in cui si definiscono i criteri per coordinare i servizi di assistenza sanitaria di base oltre che le attività di promozione e di educazione sanitaria per l’intera popolazione.
Come rileva la nota pervenuta a Fides, l’Arcivescovo di Rabaul, mons. Francesco Panfilo, SDB ha voluto chiarire il ruolo dei medici, infermieri ed operatori sanitari cattolici impegnati nel St. Mary's Hospital e nelle nove strutture sanitarie pubbliche presenti nella Provincia della Nuova Britannia Orientale.
L’Arcivescovo ha preso spunto da alcuni episodi di violazione delle politiche e dell’identità delle scuole cattoliche dell’isola: “Proprio come accade con gli insegnanti, quando un'infermiera fa domanda di lavoro in un centro sanitario appartenente ad un’organizzazione confessionale, accetta di rispettare la filosofia e l’identità dell’organizzazione”, ha detto l’Arcivescovo. “Contrastare questo requisito comporterebbe l’annientamento dell’identità della stessa struttura e costringerebbe medici e infermieri ad agire contro la loro coscienza cristiana”, afferma.
“Per evitare ogni possibile fraintendimento – si legge nella nota - l'Arcidiocesi ha incluso, nel protocollo d'intesa, la ‘clausola di coscienza’ che prevede che le Strutture Sanitarie Cattoliche offrano assistenza sanitaria senza scopo di lucro, basata sulla fede, in linea con gli insegnamenti della Chiesa cattolica. In particolare la clausola riguarda l'aborto, determinati metodi di pianificazione familiare, come la sterilizzazione chirurgica, farmaci anticoncezionali”, tutte pratiche mediche che le strutture cattoliche non potranno fornire.
“Pertanto - continua la nota firmata dall’Arcivescovo - il personale e le strutture cattoliche non promuoveranno né distribuiranno mezzi contraccettivi artificiali e chirurgici di alcun tipo, né consentiranno alle agenzie governative e alle ONG di usufruire del personale e delle strutture cattoliche sanitarie. La Chiesa cattolica on condivide inoltre l’eutanasia e il suicidio assistito, pratiche che stanno guadagnando terreno in alcune parti del mondo.
Aggiunge mons. Panfilo: “Il compito che vi attende non è semplice. Continuate a lavorare seriamente per migliorare l'assistenza sanitaria che fornite e, per favore, non scoraggiatevi quando incontrate difficoltà e prove di qualsiasi tipo. Abbiate fiducia nello Spirito del Signore e nell'intercessione della Madonna.”
(AP) (27/9/2019 Agenzia Fides)

venerdì 14 luglio 2017

Agenzia Fides 14 luglio 2017

EUROPA/SPAGNA - Missionari madrileni: 602 all’opera in 84 nazioni di tutti i continenti
 
Madrid (Agenzia Fides) – I missionari dell’arcidiocesi di Madrid che operano in 84 nazioni dei cinque continenti, sono attualmente 602 e appartengono a 122 istituti e congregazioni religiose, oltre che al clero dell’arcidiocesi di Madrid. Secondo le cifre rese note di recente dal “Consejo Diocesano de Misiones”, pervenute a Fides, le religiose missionarie madrilene sono 180 ed appartengono a 73 congregazioni, le religiose di clausura sono 6 di 5 congregazioni, i religiosi sono 124 di 29 istituti, i membri del clero diocesano sono 76 e del clero religioso 216, di 15 congregazioni o istituti.
Riguardo alla distribuzione geografica, il numero più alto di missionari madrileni, 338, svolge la propria opera in America, dove sono presenti in 25 paesi: al primo posto in Perù, dove operano 52 missionari, seguito da Messico, Venezuela, Stati Uniti. Segue per ripartizione continentale l’Africa, dove 68 missionari lavorano in 21 paesi: Repubblica democratica del Congo, Angola, Benin, Camerun, Etiopia tra i primi per numero di missionari presenti. In Europa i missionari madrileni sono 123, distribuiti in 21 paesi: al primo posto in Francia, quindi in Italia, Portogallo, Germania. In Asia 61 missionari operano in 15 paesi: in Giappone sono 16, seguono Filippine r Cina. Infine in Oceania sono presenti 12 missionari dell’arcidiocesi di Madrid: 10 in Australia e 2 a Guam (Micronesia). (SL) (Agenzia Fides 14/07/2017)
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AFRICA/CAMERUN - Rimpatri forzati e violenze spingono i profughi nigeriani a tornare in patria
 
Yaoundé (Agenzia Fides) - Sono 91 mila le persone che hanno lasciato la Nigeria per rifugiarsi in Camerun, tuttavia le ostilità incontrate stanno spingendo molti a tornare al loro paese di origine, a costo di esporsi alle violenze del gruppo armato Boko Haram. “Anche se le autorità camerunensi smentiscono ogni accusa di rimpatrio forzato, molti testimoni parlano di villaggi completamente militarizzati. Arresti, assassini, rinvii verso la Nigeria” informa Radio France International. Diverse testimonianze hanno parlato all’emittente di rimpatri forzati, ma numerosi sono anche i rifugiati che decidono di tornare a casa autonomamente, pagando 2.500 franchi Cfa (circa 4 euro) per tornare verso la frontiera nigeriana. Il fenomeno dei rimpatri volontari è alimentato anche dalla mancanza di informazioni sullo stato del conflitto in Nigeria. Dei 91 mila profughi presenti in Camerun, un terzo si trova nei villaggi vicini alla frontiera, mentre gli altri sono ospitati dal cam po di Minawao, nato per contenerne al massimo 30 mila.
(AP) (14/7/2017 Agenzia Fides)
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AFRICA/EGITTO - Il figlio di un copto ucciso dai jihadisti dona a una moschea e a una chiesa la somma riservata alle famiglie delle vittime
 
Minya (Agenzia Fides) – Il giovane copto Michael Atef Munir, figlio di una delle vittime della strage dei pellegrini copti uccisi lo scorso 26 maggio in un agguato jihadista, ha annunciato di voler devolvere in beneficenza a una moschea e a una chiesa della provincia di Minya la cifra in denaro che il governo egiziano riserva ai parenti delle vittime del terrorismo. La somma, pari a 100mila sterline egiziane (equivalenti a circa 5mila euro) verrà donata per metà alla chiesa di San Michele, nel villaggio di al Fikriya, e per l'altra metà alla moschea del villaggio di Saft al-Labban. Il figlio di Atef Munir, trucidato dai jihadisti insieme ad altri 27 copti, ha dato l'annuncio ai primi di luglio, nel corso di una messa di suffragio per le vittime celebrata nel monastero di San Samuele dal Vescovo copto ortodosso Basilios, Abate del monastero. Alla fine della messa – riferisce Watani.net – il governatore di Minya, Essam al Bedeiwi, ha consegnato alle famiglie delle vittime presenti alla liturgia, le somme messe a loro disposizione dal ministero della solidarietà sociale. In quella cornice, Michel ha annunciato l'intenzione della famiglia di voler donare la somma alla chiesa e alla moschea. Tale gesto – ha spiegato Michel – mira a rendere evidente che il tentativo jihadista di scatenare lotte e divisioni tra copti e musulmani egiziani ha sortito un effetto contrario rispetto a quello cercato dai terroristi.
La comitiva di copti massacrati lo scorso 26 maggio era diretta in pullman verso il monastero di San Samuele, quando ha subito nell'ultimo tratto di strada sterrata l'assalto di uomini mascherati sopraggiunti su degli autoveicoli. I terroristi hanno ucciso almeno 28 persone, compresi dieci bambini.
Intanto, da giovedì 12 luglio, le Chiese e le comunità cristiane presenti in Egitto hanno sospeso pellegrinaggi, conferenze e vacanze collettive per motivi di sicurezza, su indicazione delle autorità militari e politiche del Paese. La sospensione si protrarrà almeno fino alla fine di agosto. Secondo i media egiziani, la decisione è stata presa sulla base dei suggerimenti venuti dalle forze di polizia, che hanno alzato l'allerta intorno a possibili ulteriori attacchi jihadisti e hanno anche garantito un aumento delle misure di sicurezza per consentire lo svolgimento di alcuni importanti tradizionali raduni estivi ospitati da monasteri e santuari egiziani. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2017).
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AFRICA/GABON - Festival delle Culture, ripreso l’evento culturale più popolare del Paese
 
Libreville (Agenzia Fides) – Si è appena conclusa l’edizione 2017 del Festival delle Culture in Gabon nei comuni di Libreville, Akanda e Owendo. Il tema di quest’anno è stato ‘Diversità Culturale e Coesione Nazionale’. Sospeso per qualche anno a causa di motivi organizzativi, il Festival è l’evento culturale più popolare del Paese che quest’anno, nella sua nuova versione, ha aperto le sue porte alle comunità straniere. Il Gabon vuole coinvolgere ulteriormente i gabonesi, gli africani e gli europei per un’espressione culturale ricca e diversificata e rendere Libreville un centro culturale.
Ospite speciale di questa 13a edizione, una delegazione di decine di artisti venuti direttamente dal Marocco. Fanno parte della competizione diversi giochi come il SONGO, un gioco tradizionale basato su calcoli matematici e strategie. Giochi e gare spesso accompagnati dalle melodie di strumenti tradizionali come la “mvet”, una specie di chitarra che racconta attraverso le sue corde: poesia, filosofia e talvolta la conoscenza scientifica del mondo.
Il Festival della Cultura è stato lanciato nel 1997 da padre Mba Abessolo, allora sindaco di Libreville prima di essere istituito come celebrazione nazionale da parte dell’ultimo Omar Bongo Ondimba.
(AP) (14/7/2017 Agenzia Fides)
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ASIA/FILIPPINE - A Marawi si combatte ancora, ma “non è guerra di religione”
 
Marawi (Agenzia Fides) - “Siamo in attesa trepidante per la sorte dei nostri 15 parrocchiani cristiani, ostaggi nelle mani del gruppo terrorista Maute a Marawi. La crisi continua e l’esercito profonde il massimo sforzo. Ma non si tratta di guerra di religione: lo abbiamo rimarcato con chiarezza come vescovi delle Filippine nei giorni scorsi”: lo dice all’Agenzia Fides il Vescovo Edwin de la Pena, alla guida della Prelatura di Marawi, che segue le vicende dell’assedio della città, dove i jihadisti del gruppo “Maute”, che ha giurato fedeltà allo Stato Islamico, continuano a restare asserragliati in un’area del territorio cittadino. Dal giorno dell’attacco terroristico, lanciato il 23 maggio, il numero di morti negli scontri di Marawi ha superato quota 500: 392 morti sono militanti jihadisti, 93 sono soldati e almeno 45 vittime civili.
I vertici militari hanno informato che la crisi di Marawi non finirà, come auspicato, entro il 24 luglio, e giorno in cui il presidente Duterte pronuncerà il suo secondo discorso sullo stato della nazione. Il 22 luglio, inoltre, è il giorno in cui scade il periodo di due mesi di “legge marziale” che, prevedibilmente, potrà essere prolungato dal presidente, se i combattimenti saranno ancora in corso.
Le forze armate delle Filippine hanno infatti annunciato di avere bisogno di altri 10-15 giorni per riconquistare gli edifici occupati dai terroristi a Marawi. Come reso noto, circa 600 edifici devono ancora essere liberati dai cecchini e l’esercito riesce, in media, a riconquistare circa 40-50 edifici al giorno. (PA) (Agenzia Fides 14/7/2017)
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ASIA/SIRIA - Offensiva “autonomista” dei curdi a Hassaké. L'Arcivescovo Hindo: si sentono protetti dagli americani
 
Hassaké (Agenzia Fides) - I militanti e i miliziani che fanno capo al Partito Democratico Curdo (PYD), braccio siriano del Partiya Karkeren Kurdistan (PKK), hanno iniziato a realizzare nei fatti il loro intento – coltivato da anni - di creare una regione autonoma curda nella regione siriana di Jazira, che nei media curdi già viene indicata col nome curdo di Rojava. Nella provincia siriana nord-orientale di Hassaké, l'auto-proclamata amministrazione autonoma di Rojava ha iniziato a implementare un sistema di tassazione locale per sovvenzionare i pubblici servizi della regione. Secondo quanto affermano i responsabili del progetto, le tasse saranno utilizzate per sostenere i servizi sanitari e educativi locali, per migliorare il sistema di sicurezza e anche per affermare con più forza nelle istituzioni e nella vita sociale i diritti delle donne. Il programma di tassazione prevede imposte per tutti i cittadini che hanno entrate mensili pari o superiori a 100mila lire siriane (circa 200 dollari), e quindi dovrebbe coinvolgere circa il 75 per cento della popolazione locale. “Oltre a cercare di imporre questo nuovo sistema di tasse” riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo siro cattolico Jacques Behnan Hindo "quelli del PYD hanno anche requisito e chiuso le scuole. Metà le hanno trasformate in caserme, e nelle altre hanno detto di voler introdurre nuovi programmi scolastici, che verranno realizzati in lingua curda. Tempo fa hanno provato anche a espropriare un terreno appartenente alla nostra Chiesa, ma lo hanno subito restituito, dopo che io avevo inviato lettere di denuncia sia alla Nunziatura che ad alcuni dei loro responsabili”. Secondo l'Arcivescovo Hindo, che guida l'Arcieparchia siro cattolica di Hassaké-Nisibi, anche la regione di Jazira è coinvolta nella delicata e complicata partita geopolitica che si sta giocando in tutta la regione, e che ruota anche intorno alla 'questione curda': “ I militanti curdi del PYD” riferisce a Fides l'Arcivescovo Hindo “si sentono forti perché credono di avere l'appoggio degli USA. Io li ho messi in guardia: guardate, gli americani prima o poi se ne andranno, e voi vi troverete peggio di prima. Questi militanti sono collegati al PKK, che opera in Turchia, e dicono di aspirare soltanto a una maggiore autonomia locale, senza perseguire mire indipendentiste. Inoltre, sono nemici dei curdi di Masud Barzani, che in Iraq stanno invece marciando verso il referendum per proclamare la piena indipendenza del Kurdistan iracheno. Qui da noi, il progetto di una amministrazione autonoma sostenuto del PYD sembra andare avanti perché loro hanno le armi, ma in realtà non riscuote consensi neanche da parte degli altri curdi. Tanto meno da parte delle tribù musulmane e di noi cristiani. E non credo che sarà mai accettato dal governo di Damasco”. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2017).
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AMERICA/REPUBBLICA DOMINICANA - Mons. de la Rosa y Carpio: combattere i gruppi mafiosi dell'immigrazione illegale
 
Santiago (Agenzia Fides) – L'Arcivescovo emerito di Santiago de los Caballeros, Mons. Ramón Benito de la Rosa y Carpio, ha dichiarato in un breve colloquio con la stampa locale che fino a quando non si combatteranno i gruppi mafiosi composti da dominicani e stranieri che fanno affari con le necessità degli haitiani, il problema dell'immigrazione clandestina nella Repubblica Dominicana continuerà.
Per l'Arcivescovo i gruppi mafiosi esistono e gestiscono operazioni di traffico illegale di persone da Haiti alla Repubblica Dominicana. Il loro giro d'affari illegale muove ogni anno milioni di pesos e riescono ad agire in diverse parti del confine tra Repubblica Dominicana e Haiti. A tale proposito, nel testo pervenuto a Fides, l’Arcivescovo si è rammaricato del fatto che le grandi nazioni hanno completamente abbandonato Haiti e hanno lasciato il pesante fardello alla Repubblica Dominicana, che sta ricevendo una pacifica invasione di immigrati clandestini che arrivano in cerca di migliori condizioni di vita.
La Chiesa cattolica dominicana si è sempre mostrata solidale con Haiti, e tale sostegno è stato ribadito durante l'ultima riunione dei Vescovi dominicani, dove si è deciso di continuare il sostegno pastorale ad Haiti.
“Tra la Chiesa cattolica dominicana e la pastorale haitiana c'è un grande rapporto, nel cui ambito vengono trattati temi come il rispetto e la sovranità dei popoli” ha sottolineato Mons. de la Rosa e Carpio. "Dobbiamo anche ricordare - ha concluso l'Arcivescovo -, che la Repubblica Dominicana non è come le grandi potenze che hanno promesso e poi sono sparite, comunque noi non possiamo assumere l'intero peso degli haitiani, perché il nostro paese è piccolo e il governo ha le sue esigenze e anche gli impegni con la popolazione dominicana".
Solo pochi giorni fa, il governo della Repubblica Dominicana si è visto costretto a ribadire sulla stampa nazionale che le forze dell’ordine vigilano alle frontiere e a smentire ingressi in massa degli haitiani, come appare in alcuni video diffusi dalle reti sociali. Comunque la presenza di haitiani per le strade di alcuni città dominicane è in aumento, come la mano d’opera clandestina.
(CE) (Agenzia Fides, 14/07/2017)
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AMERICA/PERU’ - La salute della popolazione in pericolo per l’attività mineraria, denuncia dell’Arcivescovo
 
La Oroya (Agenzia Fides) – Dopo che il governo ha ridotto gli standard di qualità ambientale (ECA) per facilitare la vendita del complesso metallurgico di La Oroya, l’Arcivescovo di Huancayo, Mons. Pedro Barreto Jimeno, SJ, ha parlato con la stampa per denunciare che questa misura è dannosa per la salute della popolazione.
Mons. Barreto Jimeno ha osservato che dal 1928 lo Stato si è arricchito a spese della popolazione di questa zona, mineraria per tradizione, e non permetterà che si ripeta questa situazione: "Lo Stato dal 1928 ha riscosso le tasse e si è arricchito a spese della vita e della salute della popolazione, e ancora una volta lo Stato vuole tornare ai suoi vecchi metodi di corruzione, ma in questa occasione va contro la vita della popolazione" ha detto.
Dalla nota inviata a Fides da una fonte locale, si apprende che il governo ha permesso le emissioni di biossido di zolfo fino a 250 microgrammi, mentre in precedenza il massimo era di 20. Il decano del Collegio degli Ingegneri, Fredy Matos, ha espresso il suo disaccordo con questa flessibilità perché le conseguenze principali saranno a carico della salute della popolazione. La vicenda dell'attività mineraria nella zona si trascina da molto tempo. La Chiesa si era espressa positivamente circa la riattivazione del complesso metallurgico La Oroya ma solo dopo aver garantito la vita, la salute e un lavoro degno per gli operai (vedi Fides 1/03/2012).

domenica 4 settembre 2016

Bollettino Agenzia Fides del 3 settembre 2016

VATICANO - Il Card. Filoni: Madre Teresa, missionaria della gioia del Vangelo, missionaria della Carità
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Madre Teresa ha uno stile missionario, fatto di contemplazione e azione, evangelizzazione e promozione umana; la sua proclamazione del Vangelo viene fatta mediante il dono dei sé ai poveri e mediante la preghiera. La cifra di lettura del suo essere missionaria viene tutta racchiusa nella carità.” Così si è espresso il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, intervenendo ieri pomeriggio al Simposio organizzato da AsiaNews presso la Pontificia Università Urbaniana in occasione della canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta.
Madre Teresa è una Missionaria della Carità, “nome non casuale della sua Congregazione” ha sottolineato il Prefetto del Dicastero Missionario, e sentì l’attrattiva per la missione fin da giovanissima. “Entra nella Congregazione delle Suore di Nostra Signora di Loreto in Irlanda – ha ricordato -, e quando viene mandata in India trova negli ultimi i destinatari della propria missione e, rispondendo a una insopprimibile chiamata, fonda le Suore Missionarie della Carità nel 1950, i Fratelli Missionari della Carità nel 1963, e una intera famiglia missionaria che si allarga, include laici, cooperatori, persone in vari modi coinvolte dal carisma missionario di Madre Teresa”.
Il Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli si è quindi soffermato sul significato della “missione della Carità”, che “consiste nell’essere mandati a far sperimentare l’amore di Dio proprio a chi ne sembra più lontano”, “nell’essere strumento o canale dell’amore di Dio”, “significa essere umili portatori dell’acqua che disseta i poveri, un’acqua che scorre e non si ferma, sempre in cammino, nella capacità di vedere in ogni povero l’immagine di Gesù che ha sete”, “nel dissetare con l’acqua e con l’amore, in una sintesi delle opere di misericordia corporale e spirituale”. Quindi “il suo essere missionaria consiste nel lasciar passare l’amore di Dio, nell’essere come uno strumento nelle sue mani, senza alcun protagonismo. Il soggetto è Dio che dà l’acqua del suo amore e che scrive la nostra storia”.
A tale proposito il Cardinale ha sottolineato che “Madre Teresa teneva fisso lo sguardo su Gesù crocifisso” e “la forza della sua missione di carità veniva dal continuo contatto con il Signore”. Del resto nel programma di vita delle Missionarie della Carità “il tempo della preghiera contemplativa è lo stesso del lavoro attivo” e “il povero è l’immagine di Gesù che ha sete, che ha fame, che è nudo, che è solo, e il sorriso del povero che ringrazia è il sorriso di Gesù”.
Per Madre Teresa il concetto di povertà è molto profondo, ha ricordato ancora il Cardinale, “i poveri sono gli indesiderati, i non amati, e Madre Teresa sottolinea spesso come tale povertà possa essere sperimentata anche nei Paesi ricchi, anche da parte di chi non ha fame di cibo, perché la vera fame è fame di amore”.
Tra le caratteristiche richieste alle suore della Carità c’è l’indole allegra, gioiosa, perchè “l’amore è allegro, di quel gaudio evangelico che Papa Francesco pone come nome della stessa missione della Chiesa. La gioia del Vangelo non è mai anestetica nei confronti della sofferenza, significa invece viverla fino in fondo”.
Infine il Prefetto del Dicastero Missionario ha ricordato come “nel nome stesso che Madre Teresa scelse per se stessa troviamo la chiave della missione della carità; infatti, scelse il nome di Teresa pensando a santa Teresa di Lisieux, che nel 1927 fu dichiarata “patrona speciale dei missionari, uomini e donne, esistenti nel mondo” al pari di san Francesco Saverio, pur essendo sempre vissuta nel suo Carmelo, perché lo scopo della sua vita era “sentirsi nel cuore della Chiesa l’amore”, esattamente come madre Teresa, missionaria della gioia del Vangelo, missionaria della Carità”. (SL) (Agenzia Fides 03/09/2016)
LINK
Il testo integrale del discorso del Cardinale, in italiano -> http://www.fides.org/it/attachments/view/file/C.Fil._SIMPOSIO_M.Teresa_02092016.doc.docx
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AFRICA/GABON - Libreville è una città morta, mentre Jean Ping afferma di essere il Presidente del Paese
 
Libreville (Agenzia Fides) - “Libreville è una città morta. I negozi e gli uffici sono chiusi e le uniche presenze nelle strade sono i militari di pattuglia. La popolazione è chiusa in casa nella paura, e le comunicazioni internet sono bloccate” dicono all’Agenzia Fides fonti locali dalla capitale del Gabon, che per motivi di sicurezza chiedono l’anonimato. La tensione rimane alta dopo l’annuncio della vittoria del Presidente uscente, Ali Bongo Ondimba, alle elezioni presidenziali del 27 agosto (vedi Fides 1/9/2016).
Il 30 agosto, la Commissione elettorale aveva annunciato la vittoria di Bongo con il 49,80% dei voti davanti a Jean Ping, che aveva ottenuto il 48,23%. Quest’ultimo ha chiesto la riconta delle schede elettorali e ieri sera, 2 settembre, ha convocato una conferenza stampa nella quale ha dichiarato di essere lui il Presidente del Paese. “Il mondo intero sa chi è il Presidente della Repubblica: sono io, Jean Ping” ha dichiarato.
Nei giorni scorsi la Francia, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno chiesto la pubblicazione dei risultati di tutti i circa 2.500 seggi. “Il governo ha risposto che la legge gabonese non lo consente” dicono le fonti di Fides. “L’opposizione intende fare appello alla Corte Costituzionale ma finora non ha potuto farlo perché tutti gli uffici pubblici sono chiusi, compresi quelli giudiziari”. (L.M.) (Agenzia Fides 3/9/2016)
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AFRICA/CAMERUN - Primi arrivi di rifugiati dal Gabon
 
Yaoundé (Agenzia Fides) - Decine di gabonesi continuano ad arrivare a Kyo-Osi, città nel sud del Camerun, alla frontiera con il Gabon, per sfuggire alle violenze post-elettorali causate dalla contestata rielezione del Presidente Ali Bongo Ondimba. Le autorità di Yaoundé hanno inviato un forte contingente di polizia e gendarmeria per rafforzare i controlli di frontiera e inquadrare i rifugiati.
I gabonesi assicurano che intendono rientrare in Gabon appena ristabilito l’ordine e la calma, ma che per il momento sono stati costretti alla fuga, affermando che ci sono già stati diversi morti negli scontri tra le forze dell’ordine e i dimostranti favorevoli a Jean Ping, lo sfidante che ha dichiarato di essere lui il Presidente eletto dal popolo.
Gli scontri più gravi sono stati registrati nella capitale Libreville e nella seconda città più importante del Gabon, Port-Gentil, ma anche i villaggi alla frontiera con il Camerun sono stati coinvolti, perché sono roccaforti dell’opposizione.
Oltre ai cittadini dal Gabon, anche diversi stranieri che vivono lì hanno deciso di fuggire. Tra questi ci sono gli appartenenti alla numerosa comunità camerunese e di altri Paesi dell’Africa occidentale. (L.M.) (Agenzia Fides 3/9/2016)
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AMERICA/HAITI - Uccisa missionaria spagnola che assisteva i poveri haitiani
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – “Con grande tristezza e dolore, ancora sotto choc, condividiamo la notizia appena ricevuta dal Provinciale degli Stati Uniti. Oggi hanno ucciso suor Isa Solá, ad Haiti, durante una rapina, nei pressi della Cattedrale di Port au Prince. Per favore, pregate per Isa, per la sua famiglia, per le nostre sorelle di Haiti, Stati Uniti e Spagna. Dio vi benedica”. Così scrive suor Monica Joseph, Superiora generale delle Religiose di Gesù-Maria (RJM), annunciando la notizia della morte di suor Isa Solá Matas, 51 anni, originaria di Barcellona (Spagna), missionaria ad Haiti da molti anni.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, l’assassinio è avvenuto la mattina di ieri (ora locale), 2 settembre, mentre la religiosa era alla guida della sua automobile in una strada centrale della capitale. E’ stata raggiunta da due colpi di arma da fuoco durante un probabile tentativo di furto, per la polizia locale, in quanto sono stati rubati la sua borsa e altri oggetti personali. La religiosa era molto impegnata con le fasce più umili e povere di Haiti, con le quali praticamente conviveva dopo il terremoto del 2010: aveva aiutato a ricostruire case, si impegnava come infermiera e per alleviare le sofferenze di quanti avevano subito amputazione nel terremoto.
Haiti è il paese più povero dell'emisfero occidentale, contrassegnato da mancanza di istruzione, povertà e criminalità diffusa. E’ stato a lungo paralizzato da una crisi politica e istituzionale.
Il 24 aprile 2013 era stato ucciso a Port au Prince padre Richard E. Joyal, canadese, della Società di Maria, per rapinargli il denaro che aveva appena prelevato dalla banca (vedi Agenzia Fides 26/04/2013) e l’8 ottobre 2010 Julien Kénord, operatore della Caritas svizzera, è stato ucciso sempre a Port-au-Prince, in seguito ad un tentativo di rapina. (SL) (Agenzia Fides 3/9/2016)
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AMERICA/ARGENTINA - La violenza non si ferma: convocato un Incontro interreligioso a San Carlos de Bariloche
 
San Carlos (Agenzia Fides) – Di fronte al perdurare del clima di violenza, con omicidi e attentati contro la vita, il Vescovado della diocesi di San Carlos de Bariloche ha promosso per domani, domenica 4 settembre alle ore 17, un incontro di preghiera cui sono invitati "uomini e donne di tutte le fedi e religioni, e le persone di buona volontà che aspirano a cambiare e migliorare la vita in città" secondo l'annuncio pervenuto a Fides.
La Pastorale Sociale della diocesi, attraverso un comunicato, chiede chiarimenti su tutti i casi di recenti uccisioni avvenuti in città. “Ancora un omicidio a Bariloche. Ora è Lucas Muñoz – afferma il testo -. Dopo diversi giorni senza progressi significativi nelle indagini di questo caso e altri che si sono verificati tempo addietro nella nostra città, aggiungiamo la nostra voce al popolo per chiedere chiarimenti su tutti questi casi che rimangono oscuri”. La Pastorale Sociale chiede che “le autorità competenti rispondano a questo grido, perché si tratta di una situazione che punisce la nostra gente, che ha l'impressione di camminare nell’insicurezza e di essere orfana di coloro che hanno l'obbligo di proteggerla”.
Infine l’invito a pregare perché le ultime morti non siano vane, ma generino “rispetto per la vita, solidarietà tra i cittadini, per costruire una comunità libera da trame oscure e senza timore di poter vivere nella libertà, degnamente e in pace”. (SL) (Agenzia Fides 3/9/2016)

martedì 14 aprile 2015

Bollettino Fides News 13 aprile 2015

NewsAgenzia Fides
VATICANO - Giubileo della Misericordia: “il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata ad offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio… E’ il tempo per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre”. Con queste parole il Santo Padre Francesco ha spiegato il senso del Giubileo straordinario, che si aprirà l’8 dicembre, in occasione della consegna e della lettura della Bolla “Misericordiae vultus” di indizione del Giubileo, seguita dai Primi Vespri della seconda Domenica di Pasqua, o della Divina Misericordia, che ha presieduto sabato 11 aprile, nella Basilica Vaticana.
Oltre che ai Cardinali Arcipreti delle Basiliche papali in Roma, che il giorno seguente hanno presieduto l’analoga celebrazione nelle rispettive Basiliche, il Papa ha consegnato copia della Bolla anche al Prefetto della Congregazione per i Vescovi (Card. Marc Ouellet), al Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Card. Fernando Filoni), al Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali (Card. Leonardo Sandri). Quindi hanno ricevuto una copia della Bolla l’Arcivescovo Savio Hon Tai-Fai, nato in Hong Kong e ora Segretario della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in rappresentanza dell’Oriente; l’Arcivescovo Barthélemy Adoukonou, originario del Benin e attualmente Segretario del Pontificio Consiglio della Cultura per l’Africa; Mons. Khaled Ayad Bishay, della Chiesa Patriarcale di Alessandria dei Copti, per le Chiese orientali.
“L’Anno Santo dovrà mantenere vivo il desiderio di saper cogliere i tanti segni della tenerezza che Dio offre al mondo intero e soprattutto a quanti sono nella sofferenza, sono soli e abbandonati, e anche senza speranza di essere perdonati e di sentirsi amati dal Padre – ha detto Papa Francesco nell’omelia dei Vespri -. Un Anno Santo per sentire forte in noi la gioia di essere stati ritrovati da Gesù, che come Buon Pastore è venuto a cercarci perché eravamo smarriti… Un Anno in cui essere toccati dal Signore Gesù e trasformati dalla sua misericordia, per diventare noi pure testimoni di misericordia. Ecco perché il Giubileo: perché questo è il tempo della misericordia”. (SL) (Agenzia Fides 13/04/2015)
Links:
L’omelia del Santo Padre, in diverse lingue
http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2015/04/11/0260/00564.html 
Il testo integrale della Bolla di indizione del Giubileo, in italiano
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/papa-francesco_bolla_20150411_misericordiae-vultus.html
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EUROPA/ITALIA - 150 anni dalla consegna dell’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso ai Redentoristi
Roma (Agenzia Fides) – Il 27 giugno 2015 i Redentoristi di tutto il mondo inizieranno le celebrazioni del 150.mo anniversario (1866) della consegna dell’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso alla Congregazione del Santissimo Redentore (Redentoristi) da parte di Papa Pio IX, con l'incarico di "farla conoscere in tutto il mondo". Le celebrazioni, che avranno per tema "Madre del Perpetuo Soccorso, Icona d'amore", si chiuderanno il 27 giugno 2016. Nell’ambito delle diverse iniziative, è stato anche indetto un concorso per la realizzazione di un video promozionale.
L'icona della Madonna del Perpetuo Soccorso arrivò a Roma, da Creta, verso l'anno 1500. Per circa 300 anni è stata esposta nella chiesa di San Matteo a Roma, e considerata dalla popolazione come miracolosa. Con l'arrivo delle truppe napoleoniche, nel 1798, la chiesa di San Matteo venne distrutta, l'icona fu portata in una cappella privata dei Padri Agostiniani, e venne dimenticata. Nel 1855 i Redentoristi comprarono il terreno su cui un tempo sorgeva la vecchia chiesa di San Matteo, per costruirvi la loro casa generalizia. Molti ricordarono allora che in quel luogo un tempo era esposta un'immagine miracolosa della Madonna. Ritrovata l'immagine nel 1865, i Redentoristi chiesero al Papa di riportarla mella sua vecchia sede, Cosa che avvenne nel 1866. Da allora la devozione alla Madonna del Perpetuo Soccorso si è diffusa in tutto il mondo. (CE) (Agenzia Fides, 13/04/2015)
Links:
Sito del 150.mo anniversario:
http://www.iconoflove.org/
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AFRICA/SUDAN - Al via le elezioni contestate dall’opposizione, mentre cresce la tensione con il Sud Sudan
Khartoum (Agenzia Fides) - Si sono aperte oggi, 13 aprile, le urne in 7.100 seggi per le elezioni presidenziali e parlamentari in Sudan. La votazione, che si protrarrà per tre giorni, è boicottata dai principali partiti dell’opposizione, che accusano il regime del Presidente uscente Omar al-Bashir, di aver rifiutato di partecipare agli incontri preparatori del Dialogo Nazionale, che si sono tenuti a marzo ad Addis Abeba, in Etiopia.
Ed è proprio Bashir il candidato dato come probabile vincente nelle elezioni presidenziali, dove dovrà confrontarsi con altri 15 contendenti. Dal 2009 Bashir è ricercato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra, contro l'umanità e il genocidio in Darfur .
Alla vigilia del voto, le autorità hanno rilasciato i leader dell’opposizione e della società civile, che erano stati arrestati a dicembre, al loro ritorno dall’Etiopia, dove avevano firmato il “Sudan Appeal”, un manifesto politico che invoca un cambio di regime per il Sudan.
Si tratta di Abu Eisa, capo della coalizione dei partiti d’opposizione, National Consensus Forces (NCF), e di Amin Mekki Madani, Presidente della Civil Society Initiative (CSI), che raggruppa le associazioni della società civile. In un comunicato la CSI afferma che il rilascio dei leader arrestati è “un trucco per ingannare la comunità internazionale” ed ha invocato una rivolta nazionale per rovesciare il regime.
Nel frattempo il governo del Sud Sudan ha accusato l’aviazione di Khartoum di aver colpito diverse località sud-sudanesi ed ha minacciato di chiedere l’aiuto straniero per difendersi dai bombardamenti sudanesi. (L.M.) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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AFRICA/GABON - Pesanti scontri a Libreville dopo la morte di una figura di spicco dell’opposizione
Libreville (Agenzia Fides) - Disordini a Libreville, capitale del Gabon, all’annuncio della morte di André Mba Obame, uno dei principali oppositori del Paese. Il decesso è avvenuto a Yaoundé, in Camerun, da dove si apprestava a raggiungere il Sudafrica per sottoporsi a cure mediche. André Mba Obame era malato da 3 anni e non appariva più in pubblico da tempo.
Dopo che la notizia della morte si è diffusa domenica 12 aprile, ci sono stati incidenti nelle strade di Libreville, tra le forze dell’ordine e i sostenitori di André Mba Obame, che accusavano il potere gabonese di avergli “lanciato un incantesimo”. I dimostranti hanno incendiato autoveicoli ed edifici ed hanno assalito la locale ambasciata del Benin, dandola alle fiamme. L’opposizione gabonese contesta infatti il Direttore del Gabinetto della Presidenza, Maixent Accrombessi, originario del Benin e naturalizzato gabonese. Le autorità del Benin hanno presentato una protesta formale per l’assalto alla propria ambasciata. (L.M.) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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ASIA/LIBANO - Il Patriarca armeno cattolico Nerses Bedros XIX: le parole del Papa sul Genocidio esprimono la coscienza dell'umanità, non sono “contro” nessuno
Roma (Agenzia Fides) - “La strategia del governo turco per impedire che si parli del Genocidio armeno sta fallendo. Per questo c'è nervosismo e le reazioni diplomatiche della Turchia sono così dure. Ma il Papa ha parlato seguendo la sua coscienza, ha ripetuto quello che già ci aveva detto due anni fa, e nessuno può pretendere di far tacere la coscienza del Papa”. Così il Patriarca di Cilicia degli Armeni cattolici, Nerses Bedros XIX, commenta in una dichiarazine rilasciata all'Agenzia Fides, le dure prese di posizione espresse dal ministero degli esteri turco per le parole sul Genocidio armeno pronunciate ieri da Papa Francesco, nel contesto della liturgia celebrata nella Basilica di San Pietro con i fedeli di rito armeno, a cento anni dal “Grande Male”.
Ho saputo - aggiunge Sua Beatitudine all’Agenzia Fides - che alcuni giornalisti turchi presenti alla liturgia hanno lasciato la Basilica quando il Papa ha citato il Genocidio armeno, per andare subito a comunicare la notizia. In un brevissimo spazio di tempo, c'erano già le prima reazioni ufficiali”.
Il Primate della Chiesa armena cattolica respinge con sdegno le letture manipolatorie che cercano di attribuire alle parole del Papa una connotazione ostile alla Turchia o addirittura al mondo musulmano: “E' del tutto evidente - nota il Patriarca Nerses Bedros - la natura strumentale di tali elucubrazioni. Il Papa non è schierato 'con' gli armeni 'contro' i turchi. Lui non è contro nessuno. Nel suo viaggio, lo scorso novembre, aveva esaltato con parole piene di riconoscenza la missione di dialogo e riconciliazione che la Turchia è chiamata a svolgere per il fatto stesso di essere una cerniera tra l’Europa e il Medio Oriente. Basta guardare le espressioni usate dal Papa per vedere che ha citato anche gli stermini provocati in Europa dal nazismo e dallo stalinismo, e quelli più recenti consumatisi ancora in Europa, in Africa e in Asia. Il suo sguardo abbraccia il mondo, lui esprime il senso di umanità che tutti dovremmo condividere. La memoria e la condanna degli orrori del pa ssato può servire a impedire che quelle cose riaccadano, come purtroppo sta succedendo anche adesso in tante parti del mondo, a partire dal Medio Oriente”.
Proprio le parole sempre usate da Papa Francesco davanti alle sofferenze attuali delle popolazioni mediorientali rendono, secondo Sua Beatitudine Nerses Bedros, del tutto infondato ogni tentativo di attribuire alle parole del Papa valenze polemiche nei confronti dell'islam: “Papa Francesco - dichiara a Fides il Capo della Chiesa armena cattolica - pensa a tutto il mondo ed esprime la retta coscienza dell'umanità davanti alle tragedie dei conflitti e delle violenze. Lui pensa a tutti gli oppressi, ai poveri e ai malati di qualsiasi nazione e religione. Lui non ha mai separato le sofferenze dei cristiani dalle sofferenze degli altri, come dimostrano tutti i suoi pronunciamenti sui conflitti che stanno insanguinando il Medio Oriente”. (GV) (Agenzia Fides 13/4/2015).
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ASIA/PAKISTAN - Un ragazzo, bruciato vivo perché cristiano, è in gravi condizioni
Lahore (Agenzia Fides) – Un adolescente cristiano, Nauman Masih, 14 anni è stato bruciato vivo da alcuni giovani musulmani che Nauman non conosceva. Il giovane ora è ricoverato in ospedale a Lahore, dove lotta tra la vita a la morte, con gravi ustioni su tutto il corpo. Come appreso da Fides, l’episodio è avvenuto venerdì 10 aprile, quando i giovani musulmani che stavano recandosi in moschea hanno incontrato Nauman lungo la strada. Fermatolo, avendo saputo che era di religione cristiana, lo hanno picchiato, hanno gettato benzina su di lui e poi gli hanno dato fuoco, fuggendo.
La polizia è stata avvertita e ha registrato una denuncia contro ignoti. Nauman ha dichiarato al sovrintendente di polizia: “I giovani che mi hanno aggredito erano dei perfetti sconosciuti. Hanno iniziato a percuotermi dopo che io ho detto di essere cristiano. Ho provato a scappare ma mi hanno inseguito e cosparso di benzina”. Nauman si è buttato su un mucchio di sabbia, mentre alcuni passanti lo hanno aiutato a spegnere il fuoco sul suo corpo e hanno chiamato un’ambulanza.
“Condanniamo con forza il grave episodio di odio religioso. Abbiamo subito inviato un rapporto al Primo ministro del Punjab, Shahbaz Sharif” ha detto a Fides Sardar Mushtaq Gill, avvocato cristiano e difensore dei diritti umani.
In una nota inviata a Fides, Nasir Saeed, direttore dell’Ong CLAAS (“Center for legal aid assistance and settlement”) afferma: “Siamo in una situazione deplorevole. L'odio contro i cristiani ha raggiunto un livello davvero pericoloso se un innocente cristiano può essere bruciato vivo da estremisti islamici senza alcun motivo. I cristiani in Pakistan vivono sotto costante paura per la propria vita, nonostante le rassicurazioni del Primo ministro Nawaz Sharif”. (PA) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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ASIA/IRAQ - Nasce Radio al Salam, la radio della pace al servizio dei rifugiati iracheni
Erbil (Agenzia Fides) - Una emittente radiofonica al servizio dei rifugiati del nord Iraq, appartenenti a diversi gruppi etnici e religiosi - cristiani e musulmani, curdi, sciiti eyazidi - costretti ad abbandonare le proprie case davanti all'offensiva dei jihadisti dello Stato Islamico. E con questo spirito che ha iniziato le sue trasmissioni Radio al Salam, la radio della pace, inaugurata a Erbil il 5 aprile. “Questa emittente radio è per tutti quelli che sono stati cacciati dalle proprie case, per tutti i rifugiati” ha detto durante la trasmissione inaugurale padre Pascal Gollnisch dell'Ouvre d'Orient, l'organismo di aiuto ai cristiani d'Oriente che sostiene l'iniziativa, insieme alla Fondation Raoul Follereau. “Come suggerisce il nome - ha aggiunto il sacerdote francese - si tratta di un'emittente radio per la pace, per dare aiuto concreto alla vita quotidiana degli sfollati”.
Radio al Salam trasmette da Ankawa, il sobborgo della capitale del Kurdistan iracheno abitato in maggioranza da cristiani e anch'esso riempitosi nel 2014 di insediamenti di rifugiati fuggiti dalla Piana di Ninive. Tra le iniziative già messe in cantiere dalla radio, un servizio di registrazione delle nuove nascite che si verificano in seno alla moltitudine di sfollati raccolti anche nei campi profughi.
Si calcola che i rifugiati in Iraq dall'inizio del nuovo conflitto siano più di due milioni. (GV) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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ASIA/INDIA - Leader estremista indù: “Sterilizzare cristiani e musulmani in India”
New Delhi (Agenzia Fides) – “La popolazione di musulmani e cristiani cresce di giorno in giorno. Per intervenire contro questa emergenza, il governo dovrebbe imporre a musulmani e cristiani la sterilizzazione, in modo che non possano aumentare di numero”. È quanto ha dichiarato la leader indù Deva Sadhvi Thakur, vice presidente del gruppo estremista “All India Hindu Mahasabha”. La leader ha auspicato che “gli indù facciano più figli per aumentare la loro popolazione”. Inoltre, ha proseguito, “nelle chiese e nelle moschee dovrebbero essere installate statue delle divinità indù”.
Tali dichiarazioni hanno sollevato forti polemiche in India, specialmente tra le minoranze religiose. In una nota inviata a Fides il “Consiglio globale dei cristiani indiani” (Gcic) ha condannato “le farneticanti parole, figlie dell’ideologia Hindutva, contro le comunità di minoranza in India”. “La leader indù Deva Sadhvi Thakur dovrebbe essere arrestata per sedizione e xenofobia” afferma la nota firmata dal Presidente Sajan George.
“Le dichiarazioni sono un insulto all’India laica e anche alla libertà religiosa della nazione”, prosegue la nota. “Questi attacchi alle minoranze sono anti-costituzionali. Chiediamo al Primo ministro dell'India, Narendra Modi, di intervenire e di garantire la sicurezza a tutti i cittadini e a tutte le comunità che compongono la società indiana”, conclude il testo. (PA) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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AMERICA/BRASILE - Prima esperienza missionaria di cinquanta giovani religiosi e religiose in Amazzonia
Itaituba (Agenzia Fides) – La Commissione Episcopale per l'Amazzonia, unitamente a quelle per la Gioventù e per l'Azione Missionaria della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), in collaborazione con la Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB), hanno svolto con grande successo, dal 28 marzo al 6 aprile, la Prima Missione della vita religiosa giovane, presso la diocesi di Obidos e la Prelatura di Itaituba, in Brasile.
Secondo la nota inviata a Fides da fonti locali, una cinquantina di giovani religiose e religiosi di dieci stati brasiliani, dopo una giornata di formazione a Santarem, sono stati inviati in missione nelle due Chiese particolari. L'obiettivo è stato quello di dare la possibilità ai giovani religiosi di vivere una esperienza missionaria nelle terre amazzoniche.
"La nostra aspettativa è che, attraverso questa esperienza, i giovani riescano poi a vivere con passione la causa dell’Amazzonia e, di conseguenza, le rispettive congregazioni religiose possano inviare missionari nella realtà amazzonica, che ha così bisogno della presenza della Chiesa" ha detto suor Maria Irene Lopes dos Santos, membro della Commissione per l'Amazzonia della CNBB.
La Presidente della Conferenza dei Religiosi del Brasile (CRB), suor Maria Inês Ribeiro, ha confermato che la motivazione primaria per la "Prima Missione giovani della vita religiosa" in Amazzonia è venuta dallo stesso Papa Francesco durante la Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro, nel 2013: "Ci ha chiesto di impegnarci per l'Amazzonia. Nel 2014 il Progetto Missione Giovani per l'Amazzonia raccolse circa tremila adesioni di giovani, tra cui molti religiosi/e. La CRB ha deciso poi di seguire i giovani religiosi che hanno accettato la missione in Amazzonia. E in questo Anno della Vita Consacrata, la missione è stata il momento adatto per ringraziare del grande dono, per vivere il presente nel calore della missione, nella consegna, anche sotto lo stimolo del Papa di ‘uscire’.” (CE) (Agenzia Fides, 13/04/2015)
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AMERICA/PERU’ - Tanti bambini crescono nelle carceri con le loro mamme recluse
Lima (Agenzia Fides) - Quasi 200 bambini dell’età di 3 anni vivono con le rispettive madri detenute nei 31 istituti penitenziari del Perú. La nota, diffusa dall’Istituto Nazionale Penitenziario (Inpe) e pervenuta all’Agenzia Fides, assicura che i piccoli, maschi e femmine, vivono in un contesto di reclusione, anche se ben attrezzato perché possano crescere serenamente senza subire maltrattamenti o aggressioni. Le carceri con il maggior numero di bambini sono quelle femminili di Chorrillos (43) e Anexo de Chorrillos (17), entrambe a Lima; e nelle regioni di Arequipa (15), Ica (14), Ayacucho (13), Cuzco (11) e Puno (10).
Sempre secondo l’Inpe un gruppo di professionisti mantiene un dialogo costante con le mamme detenute e incinte, per dare loro orientamenti e indicazioni sull’importanza del legame madre-figlio. Molte di loro provengono da famiglie problematiche e ripetono quei modelli negativi subiti e vissuti nella loro infanzia. Negli istituti penitenziari sono a disposizione dei piccoli servizi sanitari e alimentari particolari. Anche rappresentanti di istituti religiosi e civili contribuiscono alla loro assistenza, mentre le autorità penitenziarie donano pannolini, giocattoli, vestiti e medicine. (AP) (13/4/2015 Agenzia Fides)
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ASIA/MYANMAR - Dimissioni dell’Arcivescovo di Taunggyi
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 12 aprile 2015, ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Taunggyi, in Myanmar, presentata da Sua Ecc. Mons. Matthias U Shwe, in conformità al canone 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico, ed ha nominato Amministratore Apostolico sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis di Taunggyi, Sua Ecc. Mons. Basilio Athai, Vescovo Ausiliare della medesima Arcidiocesi. (SL) (Agenzia Fides 13/4/2015)
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...