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martedì 22 agosto 2023

Agenzia Fides 22 agosto 2023

 

AFRICA/NIGER - Ancora stallo diplomatico ma si moltiplicano i “no” dei Vescovi africani all’intervento militare
 
Niamey (Agenzia Fides) - La Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO/ECOWAS), ha respinto la proposta della giunta militare del Niger di tenere elezioni entro tre anni. Prosegue dunque il braccio di ferro tra i golpisti nigerini che hanno preso il potere il 26 luglio e alcuni degli Stati aderenti alla CEDEAO/ECOWAS che potrebbero decidere per un intervento militare per riportare al potere il Presidente Mohamed Bazoum. Mali, Burkina Faso e Guinea, Stati aderenti alla Comunità ma sospesi perché governati da giunte golpiste, hanno dichiarato solidarietà ai putschisti nigerini, mentre all’interno degli stessi Paesi che hanno minacciato un intervento militare si levano le voci di chi chiede di risolvere la crisi con il dialogo e non con la forza.
In Nigeria i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan al termine della loro Assemblea hanno rivolto un appello al Presidente nigeriano Bola Tinubu (uno dei maggiori sostenitori dell’operazione militare) ricordando che “ l’intervento militare proposto dai leader della ECOWAS per ripristinare la democrazia in Niger è molto impopolare in Nigeria”. “I nigeriani sono favorevoli alla negoziazione e ad altri mezzi non militari, e il presidente Bola Tinubu, che è innanzitutto presidente della Nigeria, deve ascoltare i nigeriani prima di chiunque altro” affermano i Vescovi. “Chiediamo quindi al Presidente e all’Assemblea nazionale di evitare di coinvolgere la Nigeria nel conflitto armato in Niger poiché abbiamo già tante sfide da affrontare come nazione”.
In Benin la locale Conferenza Episcopale ha chiesto che siano tolte le sanzioni economiche decretate contro il Niger dopo il golpe dalla CEDEAO/ECOWAS, definite “di una durezza inedita” che colpiscono “una popolazione già in forte sofferenza a causa del dramma della povertà e della miseria”. I Vescovi del Benin chiedono di togliere le sanzioni o quantomeno una loro revisione “in nome dell’etica, della solidarietà africana e della nostra comune umanità”, e auspicano di risolvere la crisi per via diplomatica. A tal fine il 15 agosto in occasione della celebrazione della Solennità dell'Assunzione della Vergine Maria, Regina della Pace, i Vescovi hanno esortato i sacerdoti a celebrare in tutte le parrocchie la Messa per la pace in Niger e nella sub-regione,. Inoltre, il 18 agosto 2023, tutti i fedeli cattolici e le persone di buona volontà sono stati chiamati a osservare una giornata di digiuno e preghiera per la stessa intenzione.
Anche in Togo la Conferenza Episcopale si è espressa per la revoca delle sanzioni al Niger e la prosecuzione del dialogo.
In precedenza si erano espresse a favore del dialogo e a scapito dell’intervento militare le Conferenze Episcopali della Nigeria e di Niger e Burkina Faso (vedi Fides 7/8/2023) e la Conferenza episcopale regionale dell'Africa occidentale (RECOWA/CERAO, vedi Fides 10/8/2023). (L.M.) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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AFRICA/SUDAFRICA - “Giustizia e Pace” avvia un'azione collettiva a favore dei minatori colpiti da malattie legate all’estrazione del carbone
 
Johannesburg (Agenzia Fides) – “Molto spesso i lavoratori non hanno i mezzi per fare ricorso legale nei confronti delle grandi aziende che hanno enormi risorse a loro disposizione” afferma il Cardinale eletto Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo, nel spiegare perché la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale cattolica dell'Africa meridionale (SACBC), ha intentato un'azione legale contro alcune società minerarie.
Il ricorso presentato presso l'Alta Corte del Sud Africa, Divisione locale di Gauteng, mira a risarcire i minatori che hanno contratto la malattia polmonare dovuta alla polvere di carbone sotto forma di pneumoconiosi e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Oltre ai lavoratori ancora in servizio la causa è portata avanti a beneficio di quelli in pensione o che si sono dimessi e dei familiari dei minatori morti per le malattia causate dalla polvere di carbone.
“Molto spesso gli ex lavoratori delle miniere non sono più membri dei sindacati e, quindi, non hanno i mezzi e la capacità di ricorrere legalmente contro le grandi aziende responsabili delle loro malattie polmonari” sottolinea l’Arcivescovo di Città del Capo. “Spetta quindi alla Chiesa prestare assistenza, dove possibile, affinché i diritti dei più vulnerabili siano rispettati e affinché possano accedere al risarcimento loro dovuto per legge. Molte aziende sono disponibili a risolvere tali casi, ma in alcuni casi è necessaria un’azione legale”.
“La polvere delle miniere di carbone può causare ai minatori lo sviluppo di malattie polmonari tra cui pneumoconiosi e BPCO… Nonostante conoscessero i rischi per i minatori, gli associati dell’industria mineraria del carbone non sono riusciti a fornire ai propri lavoratori formazione, attrezzature, e un ambiente di lavoro sicuro” afferma il ricorso collettivo che se accolto potrebbe aprire la strada ad altre azioni legali da parte di minatori colpiti da malattie legate al carbone.
Il carbone è un pilastro dell’economia del Sudafrica, dà lavoro a quasi 100.000 persone e rappresenta l’80% della produzione di elettricità. (L.M.) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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ASIA/PAKISTAN - L'Arcivescovo di Lahore, capi musulmani e il Primo Ministro del Pakistan visitano le famiglie cristiane colpite dalla violenza
 
Faisalabad (Agenzia Fides) - In momenti di sofferenza il contatto umano, un abbraccio, un sorriso e parole di consolazione hanno un valore altissimo. Con questa convinzione l’Arcivescovo di Lahore, Sebastian Shaw si è recato a Jaranwala, città del Punjab pakistano dove il 16 agosto è avvenuta l'ondata di violenza sui cristiani, a causa di una presunta accusa blasfemia. L’Arcivescovo ha visitato le famiglie, ha pregato con loro, ha ascoltato e consolato. Dopo che ne giorni scorsi sono stati sui luoghi il Vescovo di Faisalabad, mons. Indrias Rehmat - che ha celebrato la messa nel quartiere devastato (vedi Fides 2178/2023) - e la delegazione della Commissione episcopale “Giustizia e pace”, guidata da Mons. Joseph Arshad, anche l’Arcivescovo Shaw ha voluto recarsi in loco per prendere visione personalmente della situazione, ha voluto portare la sua solidarietà, incontrare le famiglie di sfollati, fermarsi con loro e ascoltare le loro esigenze, leggere Vangelo insieme con loro, per trarre dalla Parola di Dio conforto e speranza. La visita ha avuto un tratto particolare e un segno speciale: l'Arcivescovo è giunto in compagnia di alcuni leader musulmani che, fin dall'inizio, hanno condannato la violenza e hanno voluto esserci per offrire la loro solidarietà e la loro comune preghiera.
"Quello che abbiamo visto è devastazione terribile, ci ha suscitato emozione e commozione. Le persone sono scioccate e disperate, senza più nulla. Sta a noi portare un briciolo di consolazione, facendoci testimoni dell'amore di Gesù. C'è bisogno di vicinanza umana, di assistenza psicologica e materiale, e stiamo organizzando tutti gli aiuti possibili tramite la Caritas e anche grazie a volontari e a diverse congregazioni religiose. Ho detto ai cristiani che non sono soli in questa sofferenza, Gesù è accanto a loro e noi siamo con loro, ci interessiamo e ci prenderemo cura di loro", ha rimarcato mons. Shaw.
La comunità di Jaranwala, in una assemblea di fedeli di diverse confessioni e di cittadini musulmani, ha accolto anche la visita di Anwar ul Haq, Primo Ministro ad interim del Pakistan. Come segno di attenzione delle istituzioni, il Primo Ministro ha voluto portare di persona, a nome del governo federale, solidarietà alle vittime. In un discorso cui i mass-media pakistani hanno dato ampia diffusione, Anwar ul Haq ha ricordato che “la comunità cristiana ha avuto un ruolo importante nella creazione de Pakistan" ed è parte integrante della nazione, aggiungendo che “è responsabilità di ogni musulmano proteggere le comunità minoritarie”.
Il Primo Ministro ha aggiunto: “Non stiamo perseguendo i nemici delle minoranze solo per obbligo, ma per convinzione. Come seguaci del fondatore della patria Ali Jinnah e come seguaci del Profeta Maometto, agiamo secondo la legge e la Costituzione del Pakistan, che ci incoraggia e ci obbliga a rispondere a questa atrocità. Non daremo un facile condono ai persecutori. Se qualcuno perseguita una qualsiasi comunità, la giustizia lo raggiungerà”. “Fratelli e sorelle – ha detto il Primo Ministro rivolgendosi ai cristiani – siamo con voi, saremo la voce dei senza voce. Faremo rispettare la legge e troverete lo stato e la società accanto a voi non solo verbalmente, ma con gesti tangibili e significativi”. Anwar ul Haq ha quindi distribuito assegni per 2 milioni di rupie ciascuno ai cristiani cristiana le cui case sono state distrutte durante le violenze.
Sul piano del dialogo interreligioso, considerato una via importante per rafforzare le relazioni e costruire una cultura della pace e della convivenza, l'associazione internazionale "Religions for Peace" ha rivolto un appello a “partner ecumenici e interreligiosi in tutto il mondo per dire ‘no’ a ogni forma di violenza e oppressione, e continuare la pregare e a costruire la giustizia e la pace in Pakistan”.
Anche tra i pakistani in diaspora, è forte la solidarietà verso le comunità cristiane colpite: "Questo incidente scioccante ha scosso i cuori delle persone in tutto il mondo, evidenziando l’urgente necessità di unità, comprensione e tolleranza religiosa", rimarca l'associazione “Voice of The Voiceless international” (VOV) , formata da pakistani all’estero. "In questo momento di dolore e angoscia, esprimiamo la nostra più profonda vicinanza alla comunità cristiana pakistana. Ci appelliamo a tutti gli individui, le comunità internazionali e i leader perchè ci si schieri uniti contro l’odio, la violenza e l’intolleranza e perchè si possa promuovere e vivere in Pakistan in un ambiente in cui tutte le fedi siano rispettate e valorizzate".
(PA) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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lunedì 17 febbraio 2020

Agenzia Fides 17 febbraio 2020

VATICANO - Il Papa chiede un anno di impegno missionario ai sacerdoti candidati al servizio diplomatico della Santa Sede
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco ha chiesto di integrare nei curriculum di formazione dei sacerdoti candidati al servizio diplomatico della Santa Sede, un anno di impegno missionario presso una diocesi delle Chiese particolari, al fine di formarli allo zelo apostolico per andare nei territori di confine, al di fuori della propria diocesi di origine. La lettera del Santo Padre a S.E. Mons. Joseph Marino, Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica, con questa richiesta è stata resa nota oggi dalla Sala stampa vaticana.
Al fine di affrontare positivamente le crescenti sfide per la Chiesa e per il mondo, “occorre che i futuri diplomatici della Santa Sede acquisiscano, oltre alla solida formazione sacerdotale e pastorale, e a quella specifica offerta da codesta Accademia, anche una personale esperienza di missione al di fuori della propria Diocesi d'origine, condividendo con le Chiese missionarie un periodo di cammino insieme alla loro comunità, partecipando alla loro quotidiana attività evangelizzatrice”.
Il Papa chiede quindi a Mons. Marino “di arricchire il curriculum della formazione accademica con un anno dedicato interamente al servizio missionario presso le Chiese particolari sparse nel mondo”, in stretta collaborazione con la Segreteria di Stato e con i Rappresentanti Pontifici. “L'esperienza missionaria che si vuole promuovere – spiega ancora il Santo Padre - tornerà utile non soltanto ai giovani accademici, ma anche alle singole Chiese con cui questi collaboreranno e, me lo auguro, susciterà in altri sacerdoti della Chiesa universale il desiderio di rendersi disponibili a svolgere un periodo di servizio missionario fuori della propria Diocesi”. (SL) (Agenzia Fides 17/02/2020)
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AFRICA/CAMERUN - “Urne quasi del tutto disertate dagli elettori” riferiscono gli osservatori di “Giustizia e Pace”
 
Yaoundé (Agenzia Fides) - Elezioni pacifiche ma quasi del tutto disertate dagli elettori. È quanto ha riferito Sua Ecc. Mons.Abraham Kome, Vescovo di Bafang, Amministratore Apostolico di Bafia e Presidente della Conferenza Episcopale Nazionale del Camerun (CENC) in un incontro con la stampa nel quale ha presentato le valutazioni degli osservatori elettorali inviati dalla Commissione Episcopale per la Giustizia e la Pace nei seggi per le elezioni municipali e legislative del 9 febbraio.
La “propensione all’astensione è stata quasi generale”, ha affermato Mons. Kome, che ha portato alcuni esempi: “nella gendarmeria Bissono di Sangmelima, c'erano 85 elettori su 310 iscritti; a Ngwui par Dschang, 50 elettori su 200 iscritti; a Batouri il tasso di astensione è stato dell'80,57%; a Bertoua, del 70%”. “La scarsa affluenza significa senza dubbio che la legge di base del codice elettorale che governa le elezioni in Camerun, deve essere rivista al fine di suscitare l'entusiasmo della gente nell'adempimento del proprio dovere civile” sottolineano i Vescovi nel comunicato presentato da Mons. Kome e pervenuto a Fides.
La CENC ha schierato 262 osservatori che sono stati distribuiti in 46 dipartimenti su 58 nel Paese. Mons. Kome ha aggiunto che, a causa dell'insicurezza nelle regioni del Nord Ovest e del Sud Ovest, i 17 osservatori della CENC in queste due regioni non sono stati in grado di svolgere il proprio lavoro. Un'insicurezza che “ha impedito a molti cittadini di esercitare i loro diritti civili”, sottolineano i Vescovi.
Proprio in una delle due regioni anglofone, quella del Nord Ovest, è stato commesso un massacro di civili, in gran parte donne e bambini. Il crimine è stato perpetrato nella notte tra il 14 e il 15 febbraio a Ngarbuh-Ntumbaw nel dipartimento do Donga-Mantung. Secondo l’ONU le vittime sono 22, tra le quali vi sono 14 bambini, di cui 11 bambine di meno di 5 anni, una donna incinta e due donne. I ribelli secessionisti hanno accusato come responsabile dell’eccidio l’esercito camerunese che però respinge al mittente le accuse. (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2020)
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AFRICA/BURKINA FASO - Almeno 24 morti nell'attacco a una chiesa evangelica
 
Ouagadougou (Agenzia Fides) - Individui armati non identificati hanno attaccato ieri, domenica 16 febbraio, la chiesa evangelica nel villaggio di Pansi, situato non lontano da Sebba, nella provincia di Yahgha, nel nord del Burkina Faso, uccidendo almeno 24 persone e ferendone una decina. L'attacco è avvenuto di mattina, quando i fedeli erano radunati nella chiesa per il culto domenicale. Gli assalitori sono arrivati in moto e hanno aperto il fuoco sui fedeli, per poi andarsene portando con loro il pastore ed altri ostaggi.
Il 10 febbraio, un gruppo jihadista aveva assalito la città di Sebba e rapito sette persone, facendo irruzione nella casa di un pastore protestante. Tre giorni dopo, cinque di loro, tra cui il pastore, sono state trovate morte mentre le altre due donne, sono state trovate incolumi.
Oltre a preti cattolici e pastori protestanti, anche diversi imam sono stati assassinati dai jihadisti nel nord del Burkina Faso da quando gli attacchi sono iniziati quattro anni fa. A ottobre il Presidente del Burkina Faso, Roch Kaboré, ha rivolto un appello a non cadere nella trappola della guerra confessionale (vedi Fides 15/10/2019). (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2020)
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ASIA/INDIA - Il Nunzio Apostolico: "Annunziare il Vangelo della misericordia nella vita quotidiana"
 
Bangalore (Agenzia Fides) - La prima missione dei Vescovi e dei fedeli in India è "annunciare e vivere il Vangelo nelle situazioni della vita quotidiana": lo ha ribadito l'Arcivescovo Giambattista Diquattro, Nunzio Apostolico in India e Nepal, intervenendo alla 32a Assemblea plenaria della Conferenza Episcopale dell'India (CCBI), che riunisce i Vescovi di rito latino, in corso a Bangalore. “I seguaci di Cristo hanno la responsabilità di promuovere i valori evangelici di misericordia e compassione. I Vescovi nel nostro Paese dovrebbero incoraggiare i fedeli ad approfondire i valori del Vangelo nella loro vita”, ha affermato il Nunzio. L'Arcivescovo Diquattro ha presieduto la santa messa di apertura dell'Assemblea Plenaria della CCBI. Durante la messa, preghiere speciali sono state presentate per le persone colpite da coronavirus in Cina e in varie parti del mondo: a tutti è stato chiesto di pregare continuamente per la pronta guarigione delle persone colpite dal virus e per la protezione di Dio sul lavoro di medici e infermieri.
I lavori assembleari sono stati presieduti dall'Arcivescovo Filipe Neri Ferrão, Arcivescovo di Goa e Daman e Presidente della Conferenza. Nel suo discorso l'Arcivescovo ha sottolineato la necessità di "continuare a contribuire al bene della nazione anche tra le difficoltà che stiamo affrontando e per promuovere la fratellanza e la pace". L'Arcivescovo ha auspicato "una società senza alcuna discriminazione di casta, credo, lingua o etnia".
Tra gli altri interventi, il Cardinale Oswald Gracias, Arcivescovo di Bombay, ha chiesto ai Vescovi di "promuovere la cultura della vita e della fratellanza in India". Il Cardinale ha espresso seria preoccupazione per la nuova legge sull'interruzione della gravidanza, che consente l'aborto in qualsiasi momento fino a 24 settimane della gestazione. “La vita umana va rispettata e protetta dal momento del concepimento. La Chiesa promuove fermamente la protezione della sacralità della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale. I Vescovi hanno la responsabilità di diffondere il messaggio di Cristo sulla dignità di tutta la vita umana", ha detto.
A presentare i temi fondamentali dell'incontro è stato Mons. Anil Couto, Arcivescovo di Delhi e Segretario generale del CCBI, che ha esposto il Rapporto annuale della Conferenza, che ha toccato le sfide e le questioni pastorali riguardanti la Chiesa cattolica di rito latino in India, che comprende 132 diocesi e 190 Vescovi.
La Conferenza ha eletto 26 Vescovi come delegati a partecipare al "Giubileo d'oro" della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (FABC) che si terrà a novembre 2020 a Bangkok, in Thailandia.
(SD-PA) (Agenzia Fides 17/2/2020)
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AMERICA/MESSICO - Dal santuario di Guadalupe l’Arcivescovo Dal Toso avvia la preparazione all’evento missionario continentale, il CAM 6
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – Con la Messa solenne presieduta ieri nel Santuario di Santa Maria di Guadalupe, così importante per l’evangelizzazione di tutto il continente americano, l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie (POM), ha dato ufficialmente inizio al cammino di preparazione al sesto Congresso Missionario Americano, CAM 6, che si celebrerà a Porto Rico nel 2023. Cammino che impegnerà tutte le diocesi del continente, come ha sottolineato nell’omelia, “in modo che il Congresso missionario sia veramente un evento ecclesiale, cioè condiviso da tutte le Chiese, da tutti i cattolici del continente”, auspicando che “lo zelo missionario possa rinnovare tutte le Chiese, unite nella comunione universale”.
Alla celebrazione che ha segnato l’avvio del cammino verso il CAM 6 hanno partecipato Vescovi, numerosi sacerdoti, religiosi, religiose e laici, oltre ai Direttori nazionali delle POM del continente, che in questi giorni prenderanno parte alla loro assemblea continentale (vedi Fides 15/2/2020) e ad un’ampia delegazione della Chiesa di Porto Rico, che ospiterà il CAM 6.
Nella sua omelia, il Presidente delle POM si è soffermato sul tema della sapienza, prendendo spunto dalla Liturgia della Parola del giorno. “Abbiamo bisogno di una sapienza che illumini, ispiri, accompagni, perfezioni l'impulso missionario, vero obiettivo del CAM” ha detto richiamando il libro del Siracide, Secondo le parole di San Paolo, la sapienza predicata da Cristo "non è di questo mondo", anzi è in contrasto con la sapienza di questo mondo: “questo si manifesta chiaramente in Cristo crocifisso e risorto ‘scandalo per gli ebrei, follia per i gentili’, come Paolo scrive alcuni versetti prima. Questo primo annuncio della Chiesa, il cuore del suo messaggio, è la sapienza divina, perché è umanamente inspiegabile che la vita nasca dalla morte. Come missionari, anche oggi siamo chiamati a presentare il mistero di Cristo morto e risorto, sapienza divina”.
Il Vangelo del giorno racconta il discorso della Montagna, “apparentemente pieno di paradossi, perché attinge a una sapienza che non è umana, ma divina” ha proseguito l’Arcivescovo, ammonendo che “se la nostra misura delle cose, delle persone, dei fatti della vita e della storia è basata esclusivamente sulla giustizia umana, significa che non abbiamo ancora fatto nostra la sapienza divina”.
“Per essere missionari dobbiamo prima di tutto immergerci in questa sapienza e renderla nostra, senza paura di perdere la nostra sapienza ‘troppo umana’, altrimenti tutto rimane nell'oscurità” ha esortato il Presidente delle Pontificie Opere Missionarie, che poi ha sottolineato: “Preparare il CAM significa essere illuminati da una sapienza che viene dall'alto e non è nostra; lasciamoci interrogare senza paura e senza pregiudizi da questa sapienza divina, senza la quale tutta la realtà ecologica, umana, sociale, ecclesiale, rimane nell'oscurità”.
Nella parte conclusiva dell’omelia, Mons. Dal Toso ha ribadito che “Cristo, sapienza eterna del Padre, ci manda tutti, ad gentes, fino ai confini della terra”; “la Chiesa è portatrice di questa sapienza e una Chiesa missionaria, come desidera Papa Francesco, non può non rispondere a questa chiamata universale”; “nessuno può essere escluso dalla conoscenza e dalla comunione di vita con Dio Padre, con suo Figlio Gesù Cristo, con lo Spirito Santo”.
Il continente americano ha ricevuto il Vangelo “per farlo proprio, per interiorizzarlo e per donarlo” e “il discepolo missionario è un discepolo perché riceve la fede ed è un missionario perché la offre” ha concluso l’Arcivescovo, esortando: “Apriamoci al mondo intero affinché il mondo intero trovi la chiave per l'interpretazione della vita, della storia, dell'intero essere, nella sapienza di Cristo, in cui tutto è stato creato”. (SL) (Agenzia Fides 17/2/2020)
LINK
Il testo integrale dell’omelia dell’Arcivescovo, in spagnolo -> http://www.fides.org/it/attachments/view/file/Omelia_Presidente_Messico_200201.docx
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AMERICA/NICARAGUA - Il Vescovo di Matagalpa presenta un “decalogo etico” per i politici; si attende ancora la liberazione di tutti i prigionieri
 
Matagalpa (Agenzia Fides) – Il brano del Vangelo proclamato nelle messe di domenica scorsa, il “discorso della montagna” (Mt 5.17-37) che affronta l'argomento dell'adempimento della legge, ha dato lo spunto a Mons. Rolando José Alvarez Lagos, Vescovo di Matagalpa, per presentare ai politici del paese un decalogo etico da seguire.
Durante l'omelia della Messa celebrata nella Cattedrale, Mons. Alvarez, con lo stile chiaro e diretto che lo caratterizza, ha detto: "Primo: non squalificare l'altro; secondo: non criticarlo in modo distruttivo; terzo: non giudicarlo in modo errato; quarto: rispetta la sua dignità; quinto: rispetta la sua privacy, la sua integrità e la sua vita familiare; sesto: rispetta le opinioni dell'altro; settimo: riconosci che tutti abbiamo bisogno l'uno dell'altro; ottavo: cerca sempre i punti di consenso; nono: considera il Nicaragua come il bene comune più grande e principale; decimo: supera il male con il bene".
Il Nicaragua vive ancora in una situazione di forte tensione per la mancanza di libertà in tutti i sensi. Neanche la notizia delle prossime elezioni ha portato serenità nelle famiglie che hanno un familiare in prigione senza una reale accusa. Nessuno conosce il numero esatto dei prigionieri politici, ma si sa bene che sono tanti. Come informa la nota inviata da una fonte locale di Fides, la notizia del rilascio, giovedi 13 febbraio, di otto prigionieri politici da parte del regime Orteguista, ha certo provocato soddisfazione tra i gruppi che chiedono la liberazione dei prigionieri di coscienza, ma i familiari dei carcerati continuano a chiedere la liberazione incondizionata di tutti i cittadini che sono detenuti nei diversi penitenziari del paese.
Brenda Gutiérrez, presidente del Comitato per la Liberazione dei prigionieri politici, ha dichiarato alla stampa locale che, sebbene non dovrebbe essere ringraziato nessuno in quanto la libertà è un diritto, bisogna riconoscere l’intervento del Nunzio apostolico, l'Arcivescovo Waldemar Sommertag, che, nelle parole della Gutierrez, è stato l'unico in grado di farsi ascoltare dalla coppia che governa il Nicaragua, il Presidente Daniel Ortega e la Vicepresidente Rosario Murillo, sua moglie. Brenda Gutiérrez ha aggiunto: "E' una situazione terribile. Non c'è libertà, sembra che siamo sequestrati nel nostro stesso paese".
Secondo Alianza Civica sono ancora 61 i prigionieri politici. Brenda Gutiérrez ha sottolineato che "sebbene la Grande Coalizione dell'opposizione sia preoccupata per definire la riforma elettorale in vista delle prossime elezioni, non possiamo dimenticare quanti soffrono ingiustamente in carcere".
(CE) (Agenzia Fides, 17/02/2020)

domenica 30 agosto 2015

L’osservanza esteriore della legge - Angelus di domenica 30 agosto 2015



vaticanit - italiano has uploaded Papa: non basta osservanza legge per essere cristiani
Papa: non basta osservanza legge per essere cristiani
vaticanit - italiano
“L’osservanza esteriore della legge” non è “sufficiente per essere dei buoni cristiani”, bisogna avere “un cuore puro, libero da ogni ipocrisia”. Lo ha ricordato con forza Papa Francesco prima della recita mariana dell’angelus. Come per i farisei, anche oggi il cristiano corre il rischio di credersi “migliore degli altri per il solo fatto di osservare delle regole”, senza poi essere capace di amare il prossimo. I cuori duri e orgogliosi non si aprono al vero incontro con Dio e con la sua Parola, ha chiarito il Pontefice ai fedeli radunati in piazza San Pietro, solo attraverso atteggiamenti concreti è possibile vivere una vera conversione: ricercando la giustizia e la pace, soccorrendo i poveri, i debo ...

domenica 19 luglio 2015

Bollettino Fides News del 18 luglio 2015

AFRICA/ETIOPIA - I Vescovi africani invocano “provvedimenti coraggiosi per uscire dalla povertà”
Addis Abeba (Agenzia Fides) - “Occorrono provvedimenti coraggiosi per far uscire dall’abbietta povertà intere comunità”. Lo ha affermato Sua Ecc. Mons. Abraham Desta, Vicario Apostolico di Meki (Etiopia), che parlava a nome di Mons. Gabriel Anokye, Arcivescovo di Kumasi (Ghana) e secondo Vice Presidente del Simposio delle Conferenze Episcopale di Africa e Madagascar (SECAM), nel suo intervento alla Conferenza sul finanziamento dello sviluppo che si è tenuta ad Addis Abeba dal 13 al 16 luglio (vedi Fides 11/7/2015).
“La promozione del bene comune, e specialmente l’affrancamento delle comunità povere dalla povertà assoluta, richiede misure e posizioni coraggiose da parte dei rispettivi governi guidati dai valori e dal principio del rispetto della dignità umana, della trasparenza, della responsabilità reciproca, dell’integrità della creazione, della partecipazione democratica e del principio di sussidiarietà, che fanno parte dell’insegnamento sociale della Chiesa” ha affermato Mons. Desta.
Il SECAM ha raccomandato di creare un forum nel quale tutte le parti interessate nel processo di sviluppo possano giocare un ruolo attivo nell’attuazione dei nuovi obiettivi di sviluppo che saranno adottati a settembre nel corso dell’Assemblea Generale dell’ONU a New York. Il SECAM ha inoltre chiesto misure concrete per lottare contro l’evasione fiscale con la creazione di un organismo dell’ONU che regolamenti la materia della tassazione a livello globale.
Quest’ultima previsione è stata però rigettata per l’opposizione dei Paesi più ricchi, che favoriscono così le multinazionali che possono pagare le tasse in Stati con regimi fiscali a loro convenienti. La conferenza si è conclusa con l’impegno preso dalle nazioni ricche e da quelle in via di sviluppo di trovare 2.500 miliardi di dollari per finanziare gli obiettivi di sviluppo 2015-2040 che saranno stabiliti a settembre. (L.M.) (Agenzia Fides 18/7/2015)
AFRICA/ANGOLA - Trasparenza, degrado ambientale e Anno della Misericordia al centro delle attività di “Giustizia e Pace”
Luanda (Agenzia Fides) - La Commissione Episcopale “Giustizia e Pace” dell’Angola chiede al governo maggiore trasparenza sugli introiti dei commerci con la Cina, “al fine di evitare le speculazioni”. È quanto afferma il comunicato finale dell’incontro nazionale della Commissione, pervenuto all’Agenzia Fides.
Tra le raccomandazioni emerse dall’incontro, la “necessità di uno studio e di una conoscenza migliore della legislazione ambientale da parte di tutti gli operatori pastorali, a tutti i livelli, e la diffusione capillare di questa conoscenza, in modo che tutti possano conoscere i pericoli dell'inquinamento e del degrado dell'ambiente (degrado dei mari, uso improprio dei terreni e dei corsi d'acqua nelle aree minerarie, ecc..) e le sue implicazioni per la salute e la qualità della vita”.
Visto l’alto tasso di violenza domestica in tutto il Paese, la Commissione Giustizia e Pace promuove nelle diocesi una campagna contro la violenza domestica, facendo conoscere la legge contro la violenza domestica in gruppi e movimenti apostolici e scuole, e promuove organismi di difesa legale per le vittime.
In vista dell'Anno della Misericordia, a partire dal mese di dicembre, verrà rinnovata la campagna per la riconciliazione nazionale, prestando maggiore attenzione ai prigionieri, agli emarginati, agli immigrati e ad altri gruppi vulnerabili.
“Giustizia e Pace” invita infine gli avvocati cattolici e altri volontari ad offrire assistenza legale alle persone svantaggiate e / o in conflitto con la legge. (L.M.) (Agenzia Fides 18/7/2015)
AFRICA/SUDAN - Allarme nel Paese per prevenire la diffusione del colera dal Sud Sudan
Karthoum (Agenzia Fides) – Il Ministero della Sanità Sudanese ha lanciato una serie di iniziative preventive per il monitoraggio di eventuali epidemie di colera che potrebbero diffondersi dal Sud Sudan dove, il 23 giugno, sono stati registrati quasi 200 casi sospetti e 18 morti a causa della pandemia. Intanto il flusso di rifugiati sud sudanesi in Sudan continua ad aumentare. Secondo i dati dell’OCHA al 5 luglio erano 187.747. Altri 38 mila negli Stati di White Nile, South Kordofan, West Kordofan, e Khartoum erano arrivati nel mese di giugno. Presso il Teaching Hospital di Juba è operativo un centro per il trattamento del colera e ultimamente anche l’ong Medici Senza Frontiere ne ha aperto un altro a Munuki, un sobborgo della capitale sud sudanese, dopo aver registrato altri 733 casi e 33 morti.
Secondo il Ministero della Sanità del Sud Sudan, nello Stato di Jonglei sono stati registrati oltre 60 casi. Subito dopo l’annuncio dell’epidemia, la Croce Rossa locale e i partner della Red Crescent hanno attivato il Movimento Cholera Task Force per far fronte all’epidemia di Juba e pianificare interventi in altri Stati inclini ad una possibile epidemia, come Torit e Greater Upper Nile. E’ stata inoltre avviata una campagna di sensibilizzazione per educare la popolazione sulla prevenzione della malattia attraverso visite porta a porta, e la promozione di norme igieniche nelle comunità colpite della contea di Juba. (AP) (18/7/2015 Agenzia Fides)
ASIA/SIRIA - Aleppo muore di sete, le parrocchie continuano a essere “fari di speranza”
Aleppo (Agenzia Fides) – Nella città-martire di Aleppo, sfiancata da oltre quattro anni di guerra civile, uomini, donne e bambini si aggirano tutto il giorno per le strade con latte di plastica e bottiglie, alla continua ricerca di un po' d'acqua da bere. E' questo lo scenario angoscioso descritto all'Agenzia Fides dal siro-cattolico damasceno Samaan Daoud, ex guida turistica, da tempo coinvolto nei programmi sociali e assistenziali curati dalle comunità cristiane siriane, a partire da quelli avviati dalla Società salesiana di San Giovanni Bosco.
“L'emergenza acqua - riferisce Samaan - è resa insopportabile dal caldo soffocante di questi giorni. Le chiese distribuiscono senza interruzione l'acqua potabile estratta dai propri pozzi, ma la richiesta è altissima e non si riesce a soddisfarla”. Anche la sete della popolazione viene usata come arma di pressione nella guerra civile che sconvolge il Paese: “Aleppo è una città ricca di risorse idriche - spiega Samaan - ma i gruppi armati che controllano le pompe idriche chiudono i rubinetti per fare pressione sulla città. Non si sa quali trattative stanno tentando di imporre al governo di Damasco, e usano l'approvvigionamento idrico come strumento di ricatto. Quelli che pagano il prezzo più alto sono i civili, che non c'entrano niente”.
Sul terreno delle operazioni militari, gli sviluppi più recenti confermano che per Aleppo la soluzione può essere trovata solo a livello internazionale. “La città è molto vicina al confine con la Turchia - ricorda Samaan - e i ribelli non hanno problemi a ricevere appoggi logistici, armi e ogni tipo di aiuto da quella parte. A livello locale, si possono trovare solo soluzioni provvisorie fondate su equilibri precari”.
Intanto, nella metropoli assetata e sfigurata dalla guerra – racconta a Fides Samaan Daoud – le chiese cristiane non ancora distrutte dalle bombe continuano a tener viva la speranza 'contro ogni speranza'. “Alla parrocchia dei Francescani si incontrano ogni giorno più di 150 giovani - riferisce Saaman - e anche l'oratorio dei Salesiani organizza attività estive per 500 ragazzi e ragazze. Lì si prova a custodire nei ragazzi anche la memoria di Aleppo com'era prima: una città vitale, allegra, con tante possibilità di incontro. Se vai in queste parrocchie, ancora trovi una luce di speranza. Sono come i fari quando illuminano le notti di tempesta, e riaccendono la speranza per i naviganti che si erano perduti in un mare buio e ostile”. (GV) (Agenzia Fides 18/7/2015).
ASIA/LIBANO - Il Catholicosato della Grande Casa di Cilicia commemora i 100 anni del Genocidio Armeno
Antelias (Agenzia Fides) – Nei giorni di sabato 18 e domenica 19 luglio, il Catholicosato armeno della Grande Casa di Cilicia – con sede a Antelias, in Libano, attualmente retto dal Catholicos Aram I – ha organizzato una serie di solenni eventi liturgici e culturali per commemorare il centesimo anniversario del Genocidio armeno. Alla serie di eventi partecipano capi e delegazioni di altre Chiese, compreso il Patriarca copto ortodosso Tawadros II. La Santa Sede è rappresentata da una delegazione guidata dal Card. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'Unità tra i cristiani. Nel programma figura anche l’inaugurazione del Museo “Aram Bezikian”, dedicato agli orfani del Genocidio. (GV) (Agenzia Fides 18/7/2015).
ASIA/YEMEN - Situazione umanitaria catastrofica: non rispettata la tregua proposta dalle Nazioni Unite
Saná (Agenzia Fides) - La situazione umanitaria nello Yemen è drammatica. L’11 luglio le Nazioni Unite avevano annunciato una tregua umanitaria di una settimana, tuttavia dopo poche ore dalla sua entrata in vigore, sono ripresi bombardamenti e conflitti che continuano e in alcune zone si sono addirittura intensificati. Questa settimana è stata una delle più tragiche dall’inizio del conflitto, nel corso del quale hanno perso la vita 3.500 persone e sono stati registrati 16 mila feriti. La “presunta” tregua si è appena conclusa e il Paese si ritrova con milioni di donne, uomini e bambini privi di assistenza medica, generi alimentari e vittime di atrocità. Secondo le organizzazioni internazionali, che hanno denunciato il fatto che nessuna delle parti in conflitto abbia rispettato la tregua, i feriti continuano ad arrivare negli ospedali, dove mancano combustibile, farmaci e attrezzature sanitarie; le strutture di campagna sono sopraffatte dal gran numero di feriti. Attual mente l’80% della popolazione necessita di assistenza umanitaria e oltre un milione di persone sono state costrette ad abbandonare le rispettive abitazioni. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), ha offerto assistenza a 20 mila sfollati nelle città di Saná, Adén e Taiz, le più gravemente colpite dalla violenza, durante i 7 giorni di mancata tregua. (AP) (18/7/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/COLOMBIA - “Una società civile emarginata e impoverita chiede giustizia” denunciano i Vescovi
Cali (Agenzia Fides) – “La regione colombiana del Pacifico continua ad attraversare un conflitto sociale profondo” scrivono preoccupati i Vescovi di Istmina-Tadó, Quibdó, Guapi, Tumaco, Buenaventura, Apartado e Cali in un loro messaggio intitolato “La pace è possibile, urgente, necessaria”.
Nel testo, pervenuto all’Agenzia Fides, descrivono la dura realtà di questa regione: “le necessità di base insoddisfatte, l'alto tasso di povertà economica, la crisi dei diritti umani”. “La mancanza di accesso alla salute, all'istruzione, ad un alloggio degno, ai servizi igienici di base, al lavoro e agli incentivi per lo sviluppo dei contadini e dei settori popolari, hanno configurato una società civile emarginata e impoverita, che chiede giustizia e di essere liberata da flagelli come lo spostamento forzato, il confinamento, la persecuzione nel proprio territorio, il narcotraffico, l’estrazione mineraria illegale e l'estorsione. Questo panorama di sofferenza è aggravato dalla presenza costante di gruppi armati che fanno del Pacifico uno scenario di guerra, nel quale gli abitanti sono vittime degli scontri armati e di costanti minacce".
Di fronte a questa situazione, i Vescovi richiamano: “la volontà di pace di tutti i settori deve essere ferma, autentica e perseverante”, quindi propongono alcuni impegni precisi. Al Governo nazionale raccomandano: “il dialogo deve continuare e non si deve cedere alle pressioni che suggeriscono la via militare come unica soluzione al conflitto armato. E’ assolutamente importante superare il conflitto armato risolvendo il conflitto sociale”. Quindi “la società civile colombiana deve fare una decisa opzione per la pace. Nessun argomento deve giustificare la guerra come cammino normale per un popolo”. Si rivolgono quindi alle FARC e all’ELN: “Come Pastori della Chiesa, invitiamo le FARC a fermare realmente la strategia di incremento delle azioni violente… l’ELN inizi quanto prima il processo di negoziati con il Governo nazionale allo scopo di rendere concreta la volontà di pace che hanno manifestato”.
Il messaggio si conclude ribadendo che la Chiesa di questa regione “si impegna a continuare ad annunciare il Dio della vita”, “a continuare ad accompagnare le nostre comunità, lavorando a difesa delle vittime, per la promozione e la difesa dei diritti umani, per il rispetto dell’ambiente”. (SL) (Agenzia Fides 18/07/2015)
AMERICA/BRASILE - Settimana missionaria per i giovani, tra carcerati, senzatetto e malati di Aids
Porto Alegre (Agenzia Fides) – Giovani di tutte le arcidiocesi e diocesi della regione Sul 3 della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), che comprende lo stato brasiliano di Rio Grande do Sul, vivranno dal 20 al 26 luglio una Settimana Missionaria che li porterà a contatto con diverse realtà sociali, in collegamento con altri settori di impegno pastorale. Secondo le notizie pervenute all’Agenzia Fides, l’obiettivo è di far vivere ai giovani delle esperienze di riflessione missionaria in contesti diversi: con persone che convivono con l'Hiv, carcerati, senzatetto, raccoglitori di carta.
Secondo la Coordinatrice del Servizio di Evangelizzazione dei Giovani della regione Sul 3, suor Zenilde, si tratta di una opportunità per i giovani di venire a contatto con un detenuto, con una persona malata di Hiv… “liberandosi da ogni pregiudizio e facendo l'esperienza di un incontro", in quanto dobbiamo vedere la persona, indipendentemente dallo stato sociale in cui essa vive, "è un incontro tra persone e in questo incontro lasciamo che Dio si manifesti". L’obiettivo finale è che da questa esperienza missionaria i giovani possano trovare, nell’ambito dei vari ministeri della Chiesa, il loro posto in cui mettersi a servizio degli altri. "Vorrei che i giovani di tutto lo Stato potessero fare una esperienza così importante che li porti ad azioni concrete verso tutte le persone, specialmente le più vulnerabili, perché Dio si manifesta nella cura di coloro che soffrono” conclude suor Zenilde. (SL) (Agenzia Fides 18/07/2015)

venerdì 17 luglio 2015

Bollettino Fides News del 17 luglio 2015

EUROPA/SPAGNA - Sacerdote ucciso a coltellate sulla porta di casa
Siviglia (Agenzia Fides) – Il sacerdote p. Carlos Martinez Perez, 75 anni, è morto ieri pomeriggio, 16 luglio, vittima di una brutale aggressione sulla porta della sua casa, dopo aver celebrato l'Eucaristia nella chiesa del convento di San Leandro, di cui era cappellano. Come informa un comunicato dell’Arcidiocesi di Siviglia pervenuto all’Agenzia Fides, l’Arcivescovo, Sua Ecc. Mons. Juan Jose Asenjo, il Vescovo Ausiliare, Mons. Santiago Gomez, unitamente al Consiglio Episcopale ed al Presbiterio di Siviglia, “esprimono la loro profonda costernazione a questa notizia, manifestano il loro dolore e quello di tutta l'Arcidiocesi per questa tragica perdita, e chiedono una preghiera per il riposo eterno del sacerdote e il conforto dei suoi familiari”.
D. Carlos Martinez era nato a Siviglia il 28 novembre 1939 ed era stato ordinato sacerdote nel maggio 1972. Dottore in storia, con una laurea in economia e geografia e scienze storiche, era vicario parrocchiale a San Isidoro, San Ildefonso y Santiago, oltre che cappellano di San Leandro.
Secondo le notizie raccolte da Fides, il sacerdote è morto per le ferite causate da un grosso coltello con cui è stato aggredito. Il presunto omicida, arrestato nella stessa serata di ieri, sarebbe l’ex marito della nipote del sacerdote, che attribuiva a p. Carlos il fallimento del suo matrimonio. L’uomo sarebbe stato in cura presso un ospedale psichiatrico, e dopo aver ucciso il sacerdote sembra fosse diretto a casa della ex moglie e dei tre figli. (SL) (Agenzia Fides 17/07/2015)
AFRICA/LESOTHO - “Scontro all’interno delle forze armate con arresti arbitrari e torture” denuncia “Giustizia e Pace”
Maseru (Agenzia Fides) - Protesta di massa in Lesotho contro gli abusi dei diritti umani da parte del governo del Premier Pakalitha Mosisili. All’inizio della settimana, la capitale Maseru era una “città morta” con uffici ed esercizi commerciali chiusi e senza taxi in circolazione. All’inizio di luglio la dirigenza sudafricana aveva definito “esplosiva” la situazione in Lesotho, dopo l’uccisione dell’ex Capo di Stato Maggiore, il generale Maaparankoe Mahao, che secondo i familiari è stato assassinato da uomini che indossavano uniformi militari e guidavano veicoli dell’esercito (vedi Fides 7/7/2015).
Le gravi violazioni dei diritti umani sono state denunciate da una dichiarazione congiunta della Commissione Episcopale del Lesotho e del “Lesotho Law Society and Transformation Resource Centre” (TRC).
Nel documento, pubblicato il 24 giugno, ma solo ora pervenuto all’Agenzia Fides, si denunciano torture, arresti arbitrari e intimidazioni nei confronti dei familiari dei militari arrestati in relazione al fallito golpe di fine agosto 2014 (vedi Fides 8/9/2014).
Per uscire dalla crisi, la dichiarazione propone la creazione di una Commissione d’inchiesta, composta da personalità interne ed esterne al Lesotho, che dovrà accertare le responsabilità della situazione del Paese. “Quello che è certo - si afferma nel documento - è che le cause della crisi sono interne alle forze armate, alle quali appartengono le vittime delle detenzioni e delle torture, così come gli autori di questi crimini”. La Commissione dovrà inoltre indagare le cause profonde dell’instabilità del Paese e raccomandare le riforme costituzionali e istituzionali da intraprendere per assicurarne la stabilità a lungo termine e la democratizzazione. (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2015)
AFRICA/CONGO RD - Nuovi assalti dell’ADF/MDI nel territorio di Beni: incendi, saccheggi, razzie
Kinshasa (Agenzia Fides) - Undici persone sono state uccise il 15 luglio nell’assalto a tre villaggi nel territorio di Beni, nel Nord Kivu, nell’est della Repubblica Democratica del Congo, da parte dell’ADF-NALU, gruppo di origine ugandese che ormai si fa chiamare Muslim Defense International (MDI).
Secondo un comunicato inviato all’Agenzia Fides dal “Centro Studi per la pace, la democrazia e i diritti umani” (CEPADHO), la maggior parte delle vittime sono morte nell’incendio delle loro abitazioni, date alle fiamme dai guerriglieri, o colpite dai tiri d’arma da fuoco. Gli uomini dell’MDI hanno incendiato 69 abitazioni e razziato bestiame e suppellettili.
Secondo la CEPADHO si tratta del quarto più grave attacco commesso nel giro di un mese dagli uomini dell’MDI (vedi Fides 13/7/2015). L’organizzazione della società civile locale chiede al governo di Kinshasa e all’Onu l’invio di nuove truppe (congolesi e internazionali), dotate di mezzi adeguati per fermare le azioni dei terroristi dell’ADF/MDI “che costituiscono una minaccia per la pace e la sicurezza nella regione”, come hanno denunciato a maggio i Vescovi locali (vedi Fides 26/5/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 17/7/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - “Bisogna ripartire da zero” dice il Vescovo emerito di Juba
Juba (Agenzia Fides) – Lo scorso 9 luglio il sud Sudan ha celebrato il quarto anno di indipendenza. Purtroppo l’anniversario è funestato dal conflitto etnico che dal dicembre 2013 vede scontrarsi le forze governative del presidente Kiir, di etnia dinka, e quelle fedeli all’ex vicepresidente Machar, di etnia nuer. Gli scontri hanno causato finora oltre 500 mila vittime. Secondo una dichiarazione del Vescovo emerito di Torit, Mons. Paride Taban, nel Paese non si erano mai viste tante migliaia di bambini di strada che, nella capitale Juba, frugano tra la spazzatura per cercare qualcosa da mangiare. “Siamo tutti colpevoli di questa incresciosa situazione - commenta il Vescovo -, e dobbiamo ricominciare da capo per la ricostruzione del Paese più giovane del mondo, e far si che la popolazione muoia di vecchiaia e non per la guerra”. Secondo un recente rapporto diffuso da Aiuto alla Chiesa che Soffre, molta gente è costretta a nutrirsi di erba e frutti selvatici per non morir e di fame. Attualmente nel Paese ci sono oltre un milione di bambini denutriti, due milioni di sfollati e 500 mila persone sono fuggite all’estero. (AP) (17/7/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/ALGERIA - Ancora violenze nella valle di M'Zab. Il Vescovo Rault: la repressione, da sola, aumenta l'incendio
Ghardaia (Agenzia Fides) - La Valle di M’Zab, nel sud dell’Algeria, continua a essere teatro di violenze settarie su base etnico-religiosa, che gli apparati di sicurezza algerini non riescono a fermare. Gli scontri contrappongono da più di un anno e mezzo la popolazione berbera ibadita a gruppi di islamisti sunniti, e il quadro appare complicato dalle manovre di bande di delinquenti che fomentano lo scontro identitario per approfittare del caos e compiere saccheggi e altre azioni criminali. Negli ultimi tempi, la spirale di violenza senza misura ha visto i contendenti passare dagli scontri con bastoni e coltelli all'uso di armi da fuoco, con il conseguente aumento esponenziale del numero delle vittime. Nelle ultime fiammate di violenza si sono registrati 25 morti e decine di feriti.
A fornire un quadro desolante della situazione della Valle di M'Zab - trasformatasi da luogo di convivenza pacifica in vera e propria “Valle di Lacrime” - è Sua Ecc. Mons. Claude Rault, M. Afr., Vescovo della diocesi di Laghouat. Nel suo ultimo resoconto - diffuso dall'associazione Amis du Diocèse du Sahara e pervenuto all'Agenzia Fides - il titolare di una delle diocesi territorialmente più vaste del mondo (più di 2 milioni di km quadrati) fa riferimento alle testimonianze dirette da lui raccolte intorno ai “tristi avvenimenti” che hanno coinvolto i centri di Ghardaia e soprattutto di Berriane e Guerrara. “Molte delle famiglie - riferisce il Vescovo - piangono i loro morti, vivono nella paura e nell'inquietudine davanti alla ripresa di una barbarie che appare cieca. E di sicuro la sola repressione non potrà far altro che estendere l'incendio, anche se essa riesce a placare per un po' questa follia mortale”.
In questo scenario drammatico, i cristiani locali continuano a offrire le proprie preghiere e il proprio contributo fattivo per aiutare a superare le lacerazioni che stanno distruggendo la secolare convivenza tra i diversi gruppi radicati nella regione. “Come piccola comunità cristiana che vive da tanto tempo nella Valle - scrive nel suo messaggio il Vescovo Rault - noi abbiamo tessuto legami forti di fraternità, convivialità e collaborazione, e vogliamo continuare su questa strada. Abbiamo ricevuto molto da questa popolazione, che ci è cara, e che ci ha sempre rispettato malgrado le differenze che avrebbero potuto provocare l'esclusione”. “Per questo – aggiunge il Vescovo – noi piangiamo con le famiglie che hanno perduto i propri cari. Soffriamo delle loro ferite. Siamo inquieti insieme a quelli che vedono l'uno o l'altro dei loro seminare la violenza e l'odio. Abbiamo paura di questo futuro incerto. Ma crediamo nelle risorse d'umanità e di saggezza che Dio ha seminato in qu esta popolazione che ci accoglie.... La nostra preghiera, in questi tempi di Ramadan - conclude mons. Rault - è che la Valle di M'Zab torni a essere una valle felice”. (GV) (Agenzia Fides 17/7/2015).
ASIA/SIRIA - L'Arcivescovo Antiba conferma il rapimento di padre Antoine Boutros e del suo collaboratore
Khabab (Agenzia Fides) – “Posso confermare che padre Antoine Boutros e il suo collaboratore Said Al-Abdun, scomparsi da domenica scorsa, sono stati effettivamente fermati e sequestrati da uno dei tanti gruppi armati ribelli che si muovono nella zona. Dal momento della scomparsa non abbiamo notizie di loro, né ci sono arrivate richieste da parte dei rapitori”. Così Mons. Nicolas Antiba, Arcivescovo greco-melkita di Bosra e Hauran, conferma all'Agenzia Fides l'ipotesi del rapimento, circolata fin dalle prime ore successive alla sparizione di padre Antoine e di Said (vedi Fides 16/7/2015). I due, a bordo di un'autovettura, erano in viaggio dalla città di Shahba a quella di Sama Hinadat, dove padre Antoine avrebbe dovuto celebrare la messa domenicale.
Il sacerdote greco-melkita Antoine Boutros, 50 anni, sposato e padre di una figlia, parroco della chiesa di San Filippo Apostolo nella città di Shahba (50 miglia a sud-est di Damasco), è conosciuto anche per le iniziative caritative e umanitarie da lui coordinate nella provincia siriana di Suwayda, e per aver contribuito a mantenere in quell'area una relativa pace civile, coinvolgendosi in operazioni di mediazione tra le diverse fazioni in lotta. “Tutti i venti sacerdoti dell'arcidiocesi sono operatori di pace, e cercano sempre di lavorare per la riconciliazione e a vantaggio di tutti, nella situazione di sofferenza e dolore vissuta dal popolo siriano” sottolinea a Fides l'Arcivescovo Antiba. (GV) (Agenzia Fides 17/7/2015).
AMERICA/HONDURAS - Gli abusi sessuali sui minori si ripercuotono in età adulta
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Il fenomeno degli abusi sessuali e delle violenze sui minori continua ad essere una tra le principali problematiche del Paese. Nel 2014 la ong Medici senza Frontiere ha registrato un totale di 1.715 casi di abusi di minori soccorsi nelle cliniche dove prestano il loro servizio. Di questo totale, il 57% corrisponde a bambini tra 0 e 18 anni. Ogni giorno quindi una media di 2.7 piccoli cade nelle grinfie di qualche carnefice. La situazione è aggravata dal fatto che in Honduras solo il 10% delle vittime denunciano il fatto. Oltre a conseguenze fisiche molto gravi, i minori rischiano di contrarre malattie come sifilide, gonorrea, epatite o Hiv. I danni psicologici sono altrettanto drammatici. Uno studio dell’Organizzazione Panamericana della Sanità rivela che i problemi di queste vittime si trascinano per tutta la vita. Gli adulti abusati sessualmente da bambini rischiano infatti problemi comportamentali, fisici e mentali che possono sfociare in atti di violenza, depressione, consumo di sostante nocive alla salute. (AP) (17/7/2015 Agenzia Fides)

martedì 14 luglio 2015

Bollettino Fides News del 14 luglio 2015

AFRICA/SUDAFRICA - “Priorità alla vita della povera gente invece che agli interessi delle aziende farmaceutiche”: appello di Giustizia e Pace
Johannesburg (Agenzia Fides) - “Date accesso alle cure per il cancro e l’Aids agli strati più poveri della popolazione”. È l’appello lanciato dalla Commissione Episcopale “Giustizia e Pace” del Sudafrica in una dichiarazione firmata da Sua Ecc. Mons. Abel Gabuza, Vescovo di Kimberley e Presidente della Commissione “Giustizia e Pace”, pervenuta a Fides.
“Diversi farmaci contro il cancro sono brevettati e il loro prezzo li mette fuori della portata dei più poveri” ricorda il Vescovo. Secondo “Giustizia e Pace” il Paese ha bisogno di un approccio innovativo che contemperi la protezione dei poveri e la necessità delle industrie farmaceutiche di recuperare i costi ed ottenere profitti ragionevoli dai farmaci da loro prodotti.
Per i Vescovi la protezione della proprietà individuale, come è gestita in Sudafrica, ha fallito nel bilanciare queste due esigenze. “Il nostro sistema fa sì che le nuove medicine siano finanziariamente insostenibili per il ministero della sanità e quindi indisponibili per milioni di poveri del Sudafrica”.
I Vescovi infine invitano il Dipartimento del Commercio e dell'Industria a salvare la vita dei pazienti affetti da cancro facendo approvare con urgenza la nuova politica sulla proprietà intellettuale dal Consiglio dei Ministri. “È deplorevole che il processo di messa a punto delle riforme dei brevetti sembri essere sequestrato dagli interessi meschini delle multinazionali farmaceutiche. Facciamo fermo appello al ministro del Commercio e dell'Industria perché abbia l’audacia di dare la priorità alla vita della nostra gente invece che agli interessi di lucro di potenti aziende farmaceutiche” conclude la dichiarazione. (L.M.) (Agenzia Fides 14/7/2015)
AFRICA/MALAWI - “Continueremo ad essere poveri senza un rinnovamento morale” dice l’Arcivescovo di Blantyre
Lilongwe (Agenzia Fides) - “Perché siamo poveri?” si è chiesto Sua Ecc. Mons. Thomas Luke Msusa, Arcivescovo di Blantyre, nel suo messaggio per il 51esimo anniversario dell’indipendenza del Malawi, celebrato il 6 luglio. “La nostra povertà è molto più profonda della mancanza di industrie, miniere, valuta straniera nelle nostre banche mal gestite. Forse la popolazione del Malawi è povera perché abbiamo perso la trasformazione umana e morale ancora prima di quella economica” risponde Mons. Msusa. “La trasformazione economica non potrà mai essere raggiunta senza una morale economica dimostrata dai nostri leader in ogni settore della società”.
“Fintanto che la corruzione, il nepotismo e il regionalismo saranno le caratteristiche principali dei leader di governo, non ci sarà un Malawi diverso” commenta in un report inviato all’Agenzia Fides, P. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano. “I discorsi dei leader religiosi per l’anniversario hanno raccontato chiaramente di un Paese che con il trascorrere degli anni sprofonda nella povertà: per la cronica mancanza di medicine negli ospedali, il sistema sanitario vicino al collasso per il mancato pagamento dei salari, la mancanza di aule e insegnanti per le scuole, la scarsità di impiego per i giovani obbligati a cercare lavoro in Sudafrica nonostante la violenza causata dalla xenofobia, il tasso di interesse applicato dalle banche vicino al 40%”.
Il missionario ricorda che il Malawi, in queste condizioni, accoglie quasi mille persone scappate dal Mozambico, in fuga dalla violenza derivante dalla tregua mai del tutto raggiunta tra il partito della Frelimo al governo e l’opposizione della Renamo. Il Malawi inoltre non ha ancora completato il rimpatrio dei rwandesi, a causa della mancanza di aiuti per coprire le spese di trasporto, nonostante l’accordo che prevedeva il rimpatrio nel 2013.
Ad aggravare la situazione infine c’è la carenza di cibo per i mesi a venire, da ottobre a marzo 2016. Il raccolto è stato decimato dall’alluvione, lasciando due milioni e ottocento mila persone direttamente a rischio di sopravvivenza. (L.M.) (Agenzia Fides 14/7/2015)
ASIA/IRAQ - Trasformata in moschea la chiesa caldea di San Giuseppe a Mosul
Mosul (Agenzia Fides) - Dopo quella dedicata a Sant'Efrem, anche la chiesa caldea di Mosul intitolata a San Giuseppe è stata trasformata in moschea su disposizione dei leader dello Stato Islamico (Daesh), l'entità jihadista che dal giugno 2014 si è insediata nella seconda città irachena, trasformandola nella capitale dell'autoproclamato Califfato Islamico. A diffondere la notizia sono fonti di Mosul in contatto con il website ankawa.com. Alcune immagini del luogo di culto mostrano che la cupola è stata ridipinta di nero, e la chiesa – situata nel quartiere di Maidan, nel centro storico della città– è stata spogliata delle croci e di tutte le immagini e i simboli cristiani. La moschea sarebbe stata intitolata a Abu Abdulrahman al-Bilawi, un comandante iracheno del Daesh ucciso dalla polizia irachena.
Quella di San Giuseppe era una chiesa storica di Mosul, ma negli ultimi anni, per la diminuzione di sacerdoti e fedeli registrata dopo gli interventi militari a guida Usa, vi si celebrava la messa solo una volta al mese e vi si svolgevano pellegrinaggi nelle festività legate alla figura del padre putativo di Gesù, in particolare in occasione del primo maggio, festa di San Giuseppe lavoratore.
Dopo la conquista di Mosul da parte dei jihadisti, tutti i cristiani della città sono stati costretti a fuggire e molti di loro vivono da rifugiati a Ankawa, sobborgo di Erbil. Mons. Amel Shamon Nona, già Arcivescovo caldeo della metropoli irachena, è stato trasferito a guidare l'eparchia caldea in Australia, e per la nomina del suo successore a Mosul si attende di vedere se davvero avrà inizio la tante volte annunciata campagna militare per liberare la città dai jihadisti.
“La voce più insistente - riferisce all'Agenzia Fides Paolo Mekko, sacerdote caldeo di Mosul, attualmente rifugiato ad Ankawa - era quella secondo cui le operazioni militari su larga scala sarebbero iniziate dopo la fine del Ramadan. In effetti, in questi giorni sembra iniziata un'offensiva per recuperare terreno nella provincia di al-Anbar e liberare Ramadi. Vedremo se poi toccherà a Mosul”.
Nel frattempo, il Patriarcato caldeo, in accordo con i preti di Mosul, ha deciso di vendere alcuni veicoli di proprietà dell'arcidiocesi che giacevano inutilizzati nelle autorimesse, per evitare che con il passare del tempo perdano valore. Il ricavato dalla vendita – pari a quasi 60mila dollari - è stato versato nel conto bancario intestato all'arcidiocesi, nella speranza di poterlo usare quando arriveranno tempi migliori, e le parrocchie di Mosul potranno “ripartire”. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2015).
ASIA/TERRA SANTA - Gli Uffici locali dell'Unione Europea: “rammarico e preoccupazione” per il muro nella Valle di Cremisan
Gerusalemme (Agenzia Fides) – Gli uffici di rappresentanza dell'Unione Europea (UE) a Gerusalemme e Ramallah hanno diffuso un comunicato relativo alla recente decisione della Corte suprema israeliana di autorizzare il proseguimento della costruzione del Muro di separazione nella Valle di Cremisan (vedi Fides 8/7/2015). Nella dichiarazione, che porta la data del 10 luglio, si esprime “profondo rammarico e preoccupazione” per la decisione presa dal supremo organo giudiziario israeliano. “Se verrà costruita - si legge nel comunicato, pervenuto all'Agenzia Fides – questa barriera restringerà severamente l'accesso di 58 famiglie palestinesi alle proprie terre, e avrà conseguenze profonde sulle loro vite. Inoltre la decisione comporterà un'ulteriore usurpazione di terra palestinese nell'area adiacente a Betlemme, in una zona già pesantemente colpita dall'espansione degli insediamenti di coloni”. Le famiglie palestinesi direttamente penalizzate dalla decisione della Corte su prema israeliana sono tutte cristiane.
Nel comunicato delle rappresentanze dell'UE e Gerusalemme e Ramallah si ricorda anche che l'Unione Europea aveva appoggiato il parere consultivo con cui la Corte Internazionale di Giustizia, già nel luglio 2004, aveva definito “illegale” la costruzione del Muro di separazione su terreni arbitrariamente e unilateralmente confiscati. (GV) (Agenzia Fides 14/7/2015).
AMERICA/NICARAGUA - Due bambini e una donna uccisi per errore dalla polizia; Mons. Baez chiede giustizia
Managua (Agenzia Fides) – Il Vescovo ausiliare dell'Arcidiocesi di Managua, Sua Ecc. Mons. Silvio Baez, chiede giustizia per i due bambini e la donna, loro parente, uccisi dalla polizia nell'ambito di un'operazione contro i narcotrafficanti, e per gli altri due bambini rimasti feriti in modo lieve. In una breve nota pervenuta a Fides, il Vescovo chiede di "ripristinare la giustizia, perché la violenza e l'impunità non prevalgano nella società. Le mie preghiere per questa famiglia e per i bambini feriti".
Secondo dati raccolti da Fides, l'incidente è avvenuto la sera di sabato scorso, 11 luglio, lungo una strada rurale a est di Managua. Secondo la versione della polizia, gli agenti hanno scambiato la famiglia di sette membri, quattro dei quali bambini, con un gruppo di narcotrafficanti,. Quattordici agenti di polizia coinvolti nell’operazione anti-droga sono stati arrestati e rimangono a disposizione per ulteriori indagini e verificare il loro grado di responsabilità.
Mons. Baez ritiene che la polizia dovrebbe fare un "esame di coscienza" dinanzi a quanto è accaduto: "La polizia dovrebbe rivedere il suo modo di operare, il protocollo nell'uso delle armi, i responsabili, il rispetto per i diritti umani, per i cittadini e per la legge. Il fatto più grave è che non si tratta di un caso isolato da parte della polizia. Sono molte le imprudenze nelle sparatorie, come gli abusi e la repressione" ha affermato il Vescovo.
(CE) (Agenzia Fides, 14/07/2015)
AMERICA/MESSICO - I Vescovi sulla fuga di El Chapo: “non siamo ingenui, bisogna eradicare la corruzione”
Irapuato (Agenzia Fides) – “La seconda fuga di Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, leader del ‘Cartel de Sinaloa’ attraverso un tunnel dal carcere di massima sicurezza, indebolisce ulteriormente la poca credibilità della popolazione nelle autorità federali” ha commentato il Vescovo della Diocesi di Irapuato, Sua Ecc. Mons. José de Jesus Martinez Zepeda. Ha poi osservato che "questo caso è una tragedia in più per il Messico, perché tutto ciò che si dice riguardo alla sicurezza e alla serenità del paese svanisce quando uno spacciatore fugge per la seconda volta da un carcere di massima sicurezza, e rappresenta una presa in giro dei cittadini. Dobbiamo lavorare tutti per superare questa crisi di credibilità, di giustizia, di legalità e quindi provare a ricostruire il paese su una solida base di verità, di giustizia e trasparenza". Per Mons. Martinez Zepeda le autorità dovrebbero avere senso etico e di responsabilità, quindi evitare categoricamente i casi di corruzione.
La nota pervenuta a Fides segnala anche le dichiarazioni di altri Pastori della Chiesa cattolica in Messico riguardo a questo caso eclatante di cui sta parlando tutto il mondo. Sua Ecc. Mons. Francisco Moreno Barrón, Vescovo di Tlaxcala, segnala la "fragilità" di questi centri di "massima sicurezza" e richiamo a non cadere nella trappola mediatica che questo caso comporta, in quanto ci sono altri gravi problemi in Messico e non solo la fuga di un narcotrafficante.
Sua Ecc. Mons. Eduardo Porfirio Patiño Leal, Vescovo di Córdoba, Veracruz, chiede alle autorità di non trattare da "ingenua" la popolazione affermando che nessuno si era accorto di un tunnel di un km e mezzo da dove, si dice, è fuggito El Chapo. Piuttosto occorre prendere in esame il limite fin dove arriva la complicità di molti elementi dentro e fuori il carcere, e rivedere la velocità dei processi, che a volte durano anni.
(CE) (Agenzia Fides, 14/07/2015)
AFRICA/GHANA - Dimissioni del Vescovo di Ho e nomina del successore
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 14 luglio 2015, ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Ho (Ghana), presentata da Sua Ecc. Mons. Francis Anani Kofi Lodonu, in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Il Papa ha nominato Vescovo di Ho (Ghana) il Rev.do P. Emmanuel Fianu, S.V.D., Segretario del Consiglio Generale dei Padri Verbiti.
Il Rev.do P. Emmanuel Fianu, S.V.D., è nato il 14 giugno 1957 a Tegbi, vicino a Keta (ora la località si trova nella diocesi di Keta-Akatsi). Dal 1963 ha frequentato le scuole elementari e secondarie a Tegbi, Ada-Foah e ad Accra. Per tre anni (dal 1976 al 1979) è stato alunno del Seminario maggiore di Tamale. Entrato nella Congregazione dei Missionari del Verbo Divino (SVD), ha svolto il Noviziato a Nkwatia-Kwahu, ha emesso la prima Professione nel 1980 ed ha pronunciato i voti perpetui nel 1984. È stato ordinato sacerdote il 14 luglio 1985 ad Accra.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto i seguenti uffici e ulteriori studi: 1986-1990: collaboratore in parrocchia nel Togo, Cappellano dei giovani e incaricato dell’apostolato dei laici; insegnante nel College d’Enseignement General di Kante; 1990-1994: studente di Teologia Biblica presso il Pontificio Istituto Biblico a Roma; 1994-1996: Admonitor del Distretto SVD di Lome, docente di Scienze Bibliche al St Jean Paul II Seminaire e all’Institut St. Paul di Lome, Segretario della Commissione per le pubblicazioni liturgiche Ghana-Togo; 1996–1998: Consigliere del Collegio del Verbo Divino a Roma; 1998-2000: Admonitor del Collegio del Verbo Divino a Roma; 2000-2004: Rettore del Collegio del Verbo Divino a Roma, docente e formatore al St. Victor’s Major Seminary a Tamale; 2001-2003: Segretario per la formazione delle Province SVD Africa-Madagascar; 2004-2006: Coordinatore per la zona AFRAM con sede ad Accra; dal 2006: Segretario del Consiglio Generale della sua Congregazione, confermato nello stesso incarico nel 2012.
La Diocesi di Ho, eretta nel 1994, suffraganea dell’Arcidiocesi di Accra, ha una superficie di 5.893 kmq e una popolazione di 658.845 abitanti, di cui 200.670 sono cattolici. Ci sono 28 Parrocchie, 82 sacerdoti (78 diocesani e 4 religiosi), 11 Fratelli Religiosi, 81 Suore e 19 seminaristi. (SL) (Agenzia Fides 14/07/2015)
ASIA/COREA - Nomina del Vescovo Ausiliare di Seoul
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 14 luglio 2015, ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Seoul (Corea), il Rev.do Benedictus Son Hee-Song, Direttore del Dipartimento per la Pastorale arcidiocesana, assegnandogli la sede titolare vescovile di Campli.
Il Rev.do Benedictus Son Hee-Song è nato il 28 gennaio 1957 a Kyenki Yeonchenun Chadari, allora territorio dell’Arcidiocesi di Seoul ed ora della Diocesi di Uijeongbu. Ha svolto gli studi nel Seminario Maggiore di Seoul (1975-1979) e ad Innsbruck (Austria), dove ha conseguito la Licenza in Teologia (1986) e, poi, il Dottorato (1992).
È stato ordinato sacerdote il 4 luglio 1986, e incardinato nell’Arcidiocesi di Seoul.
Dopo l’ordinazione ha svolto i seguenti incarichi: dal 1986 al 1992: Studi per il Dottorato in Austria; dal 1992 al 1994: Parroco a Yongsan; dal 1994 al 2012: Docente al Seminario Maggiore di Seoul (Università Cattolica di Seoul), Direttore della Biblioteca del Seminario, Capo del Dipartimento per l’Informatica; dal 1999 al 2007: Membro della Commissione per la recensione delle pubblicazioni; dal 2007 al 2013: Vice-Direttore della Commissione per la recensione delle pubblicazioni; dal 2012: Direttore della Pastorale arcidiocesana, Membro del Consiglio Presbiterale, Membro del Consiglio Pastorale, Membro della Commissione per la Formazione Permanente del Clero, Membro della Commissione per le Missioni Estere, Membro e Vice-direttore della Commissione per la Tutela dei Luoghi Sacri di Martirio in Seoul, Membro della Commissione per la gestione del Centro di Assistenza giornaliera per anziani di Seoul; dal 2013: Responsabile dell’Associazione delle Donne Cattoliche, Membro della Commissione per la verifica della Pubblicità nei Media Cattolici; dal 2014: Responsabile per il Comitato Pianificazione e Coordinazione per la Visita del Papa in Corea (14-18 Agosto 2014). Ha svolto anche incarichi all’interno della Conferenza Episcopale: dal 2004 al 2005: Membro della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede; dal 2005 al 2012: Segretario Generale della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede; dal 2005: Rappresentante di Seoul e Membro della Commissione Episcopale per le Cause di Beatificazione e Canonizzazione; dal 2012: Segretario Generale della Commissione Episcopale per l’Apostolato Laico. (SL) (Agenzia Fides 14/07/2015)

lunedì 16 marzo 2015

3 articoli sul Pakistan, le reazioni agli attentati, l'angelus del Papa

ASIA/PAKISTAN - Dopo gli attentati alle chiese, una “Giornata di preghiera per i nostri martiri”
Lahore (Agenzia Fides) – Tempo di lutto e di preghiera per la Chiesa in Pakistan: oggi, lunedì 16 marzo, i fedeli cattolici celebrano una “speciale Giornata di preghiera per le vite innocenti dei martiri”. Lo annuncia, in una nota inviata all’Agenzia Fides, Sua Ecc. Mons. Sebastian Shaw OFM, Arcivescovo di Lahore, dopo il duplice attentato suicida che ieri, 15 marzo, ha colpito la chiesa cattolica di San Giovanni e quella protestante, la “Chiesa di Cristo”, a Youhanabad, sobborgo interamente cristiano alla periferia di Lahore, facendo 15 morti e oltre 80 feriti.
L’Arcivescovo annuncia che le scuole e gli istituti cattolici oggi restano chiusi per commemorare le vittime innocenti, e definisce “martiri” quanti “hanno dato la loro vita nell'incidente per salvare migliaia di persone”. “Il loro sangue non sarà stato versato invano e porterà la pace a tutti i cittadini del Pakistan”. Condannando i barbari atti e chiedendo maggiore impegno del governo a protezione dei cristiani pakistani, Mons. Shaw prega “perché la pace e l'armonia prevalgano nel paese”, invitando tutti i cittadini a “rigettare apertamente violenza e terrorismo”.
Anche Sua Ecc. Mons. Joseph Coutts, Arcivescovo di Karachi e Presidente della Conferenza episcopale del Pakistan ha diffuso una nota, inviata all’Agenzia Fides ,in cui dice: “La Chiesa cattolica condanna fermamente i brutali attacchi suicidi alle chiese di Lahore. Supplichiamo il governo del Punjab e il governo federale del Pakistan affinchè prendano adeguate misure per la protezione delle chiese e delle minoranze religiose in Pakistan. Chiediamo ai fedeli di non reagire con la violenza e di collaborare con forze di polizia nelle indagini. Preghiamo il Signore nostro Gesù Cristo per la guarigione dei feriti e per le famiglie delle vittime”.
“Il governo, i partiti politici, i leader religiosi e ogni cittadino del Pakistan – ha ricordato Mons. Coutts – sono chiamati a prendere posizione contro le forze estremiste, a fianco dei loro fratelli e sorelle cristiani. Atroci episodi come questo, esigono che tutta la nazione si unisca contro il terrorismo. I credenti di tutte le religioni devono promuovere la pace e l'armonia sociale e proteggersi a vicenda dal terrorismo. La Chiesa cattolica e le minoranze religiose in Pakistan chiedono al governo di adottare misure efficaci per garantire la libertà di religione nel paese”. (PA) (Agenzia Fides 16/3/2015)
ASIA/PAKISTAN - La Commissione “Giustizia e Pace” sulla strage di cristiani: “Polizia negligente”
Lahore (Agenzia Fides) – La protezione fornita dalle autorità è stata “minima”, nonostante gli allarmi già lanciati nei giorni scorsi, date le minacce ricevute dalla chiese; e “gli agenti presenti al momento dell'attacco erano occupati a guardare in tv la partita di cricket, invece di svolgere il loro compito di proteggere le chiese. In conseguenza a questa negligenza molti cristiani hanno perso la loro vita”: è quanto afferma un comunicato ufficiale della Commissione “Giustizia e Pace” (NCJP) della Conferenza episcopale del Pakistan, dopo il duplice attacco suicida alle chiese di Lahore.
Nel comunicato inviato a Fides, l’organismo invita “il governo ad adottare forti misure per proteggere le chiese e le minoranze religiose in Pakistan”, ricordando che “la comunità cristiana del Pakistan è stata presa di mira dagli estremisti già in passato”. Secondo la nota, “le chiese avevano già subito minacce e avevano già chiesto alla polizia misure di sicurezza maggiori”. Tuttavia la loro voce è rimasta inascoltata e la “la protezione garantita è stata minima”.
Nella nota giunta a Fides, il Direttore Nazionale della Commissione, p. Emmanuel Yousaf Mani, e il Direttore esecutivo, Cecil Chaudhry Shane, dichiarano in modo congiunto: “Urge fermare l’uso della religione come pretesto per uccidere le minoranze religiose. Chiediamo che il governo provinciale e federale prenda provvedimenti seri per proteggere le minoranze”. Secondo la Commissione urge la “ volontà politica” che applichi “le raccomandazioni espresse dal giudice capo della Corte Suprema sulla tutela delle minoranze religiose e sull’eliminazione del terrorismo dalla società”. (PA) (Agenzia Fides 16/3/2015)

VATICANO - Il Papa all’Angelus: “i nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Dopo aver recitato la preghiera mariana dell’Angelus con i fedeli riuniti in piazza San Pietro, domenica 15 marzo, il Santo Padre Francesco ha espresso il suo profondo dolore per i tragici avvenimenti del Pakistan, invocando il dono della pace. Queste le sue parole: “Con dolore, con molto dolore, ho appreso degli attentati terroristici di oggi contro due chiese nella città di Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Sono chiese cristiane. I cristiani sono perseguitati. I nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e per le loro famiglie, chiedo al Signore, imploro dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace e della concordia per quel Paese. Che questa persecuzione contro i cristiani, che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia la pace”. (SL) (Agenzia Fides 16/3/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...