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martedì 25 novembre 2025

𝗗𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝗿𝗰𝗶𝘃𝗲𝘀𝗰𝗼𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗨𝗱𝗶𝗻𝗲 𝗺𝗼𝗻𝘀. 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗟𝗮𝗺𝗯𝗮

 𝗗𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹'𝗔𝗿𝗰𝗶𝘃𝗲𝘀𝗰𝗼𝘃𝗼 𝗱𝗶 𝗨𝗱𝗶𝗻𝗲 𝗺𝗼𝗻𝘀. 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗟𝗮𝗺𝗯𝗮

La notizia del rinvenimento delle salme di due uomini in un casolare abbandonato nella periferia di Udine riempie di tristezza e interroga la comunità civile ed ecclesiale sulla capacità di ascoltare il grido degli ultimi. Affido l’anima dei due defunti alla misericordia di Dio.
L’attenzione verso chi è nel bisogno non può essere delegata soltanto a chi si occupa di accoglienza in condizioni di emergenza, ma deve innervare le comunità cristiane e civili, il tessuto associativo, le realtà ecclesiali, i singoli cittadini e cittadine. Come ha ricordato il compianto Papa Francesco, «siamo tutti fratelli e sorelle» (cfr. Francesco, Fratelli tutti, n. 128): alla luce del triste episodio odierno, questa affermazione «prende carne e diventa concreta, ci pone una serie di sfide che ci smuovono, ci obbligano ad assumere nuove prospettive e a sviluppare nuove risposte» (ivi).
Il cammino di Avvento che ci apprestiamo a iniziare, in vista del Santo Natale, apra gli occhi di tutti alle necessità di questi fratelli e sorelle più bisognosi che, nell’invisibilità, abitano la nostra stessa città.
+ 𝘙𝘪𝘤𝘤𝘢𝘳𝘥𝘰 𝘓𝘢𝘮𝘣𝘢
Arcivescovo di Udine

Due corpi senza vita trovati in un casolare abbandonato a Udine: ipotesi monossido


Il ritrovamento in uno stabile in via Bariglaria, la segnalazione sarebbe arrivata da un passante. Vicino ai corpi c’erano giacigli di fortuna e sacchi a pelo. Si farà l’autopsia

Anna RossoDue uomini, due cittadini pakistani di 35 e 38 anni, trovati senza vita in un edificio abbandonato: questa la tragica scoperta avvenuta lunedì in via Bariglaria. Ancora da capire le cause della morte. Saranno l’autopsia e gli esami tossicologici a fare chiarezza.

L’edificio dimenticato da anni

Il caseggiato, abbandonato da almeno quindici anni, è noto alle forze dell’ordine: in passato quella zona era stata usata per occultare sostanze stupefacenti e si erano verificati anche piccoli incendi. La struttura presenta buche, detriti, una scala interna senza passamano e un ingresso sigillato da reti che qualcuno ha divelto per ritagliarsi un passaggio. Un varco troppo stretto persino per i soccorritori che, con l’aiuto dei vigili del fuoco, hanno dovuto tagliare la recinzione per passare.

Al piano ammezzato, dove i due uomini si erano sistemati per la notte, gli investigatori hanno trovato un quadro che parla di precarietà e tentativi di sopravvivenza: un sacco a pelo, una brandina, coperte, indumenti, diverse bottiglie di vino e alcolici, piccoli oggetti quotidiani. E soprattutto un braciere improvvisato, realizzato con una teglia metallica, collocato appena fuori dalla stanza. L’ambiente era stato parzialmente sigillato con una coperta appesa davanti alla finestra per bloccare gli spifferi, un gesto comprensibile nelle notti gelide, ma potenzialmente fatale.

L’ipotesi del monossido di carbonio


Il braciere acceso, la stanza parzialmente sigillata e le temperature vicine allo zero compongono un quadro che purtroppo non è raro nei contesti di marginalità: un gas inodore e invisibile che si sprigiona senza dare il tempo di reagire. Le correnti d’aria che attraversano l’edificio aperto potrebbero aver convogliato il fumo all’interno della stanza, intrappolando il monossido. Gli investigatori per ora non possono escludere nemmeno altre possibilità, come per esempio l’assunzione di un pericoloso mix di alcolici (considerate le numerose bottiglie di vino trovate) e qualche sostanza o farmaco. Alcuni elementi – come le lesioni compatibili con morsi di animali su uno dei corpi — indicano che i decessi sarebbero avvenuti poche ore prima del ritrovamento.

Identità e accertamenti in corso

Al momento, l’identità dei due uomini non è stata ancora confermata. Le prime indicazioni parlano, come detto, di cittadini di origine pakistana, che frequentavano la zona in cerca di ripari temporanei. Gli investigatori stanno completando le procedure per il riconoscimento formale e attendono gli esiti definitivi dell’esame medico-legale per confermare la causa della morte. Il sito resta sotto osservazione per ulteriori controlli, mentre la polizia sta ricostruendo i movimenti delle vittime nelle ore precedenti e raccogliendo testimonianze utili. 


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