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martedì 9 maggio 2023

Apolidi del Sudafrica, Tregua di 7 giorni nel Sudan 8 maggio 2023

 

AFRICA/SUDAN - Nuova intesa per una tregua di 7 giorni: popolazione allo stremo e la capitale continua ad essere assediata
 
Gedda (Agenzia Fides) – Non c’è tregua per la popolazione sudanese da quando il 15 aprile passato sono iniziati scontri armati tra l’esercito regolare del generale Abdel Fattah al-Burhan e i paramilitari delle Forze di intervento rapido (RSF) del generale Mohamed Hamdan Dagalo (vedi Agenzia Fides 19/4/2023). Secondo le stime, dall'inizio del conflitto sono state uccise almeno 700 persone. E’ recente la notizia che, dopo svariati accordi di cessate il fuoco (vedi Agenzia Fides 21/4/2023), il ministero degli Esteri del Sud Sudan ha dichiarato che è stato raggiunto un accordo in linea di principio su una tregua di sette giorni. L’incontro tra rappresentanti delle parti militari in lotta si è tenuto a Gedda, in Arabia Saudita, mentre i ministri degli esteri arabi erano riuniti Al Cairo in una riunione d'emergenza dell'organizzazione inter-araba dedicata alla crisi in Sudan. Tuttavia, nonostante il nuovo cessate il fuoco, previsto dal 4 all’11 maggio, continuano gli attacchi militari e Khartoum continua ad essere assediata.
Le trattative di Gedda proseguono e, secondo i due generali golpisti, servirebbero soltanto a garantire i corridoi umanitari per l’evacuazione degli stranieri e dei civili sudanesi bloccati nei campi di battaglia e per far arrivare gli aiuti internazionali. La situazione è drammatica, la stampa locale riporta assalti quotidiani contro abitazioni e negozi e irruzioni di uomini armati nelle banche.
Secondo il comitato dei medici, tutti gli ospedali della capitale sono fuori servizio per mancanza di materiali e di medicine. I medici sono costretti ad operare senza anestesia usando acqua e sale come disinfettante delle ferite. Si teme che il proseguimento della crisi rischierebbe di portare il paese allo smembramento in tanti piccoli stati, in perenne lotta, così come avvenne per il Sud Sudan.
(AP) (Agenzia Fides 8/5/2023)
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AFRICA/SUDAFRICA - I casi di bambini apolidi: una ferita aperta ma nascosta in Africa australe
 
Johannesburg (Agenzia Fides) – Sono più di 642.000 i bambini migranti o sfollati che vivono in Sudafrica Secondo gli ultimi dati dell'UNICEF, in questa arida cifra sono compresi rifugiati, richiedenti asilo, vittime di tratta o contrabbando e minori migranti non accompagnati e separati.
Tra questi vi sono diversi minori apolidi che non godono quindi di alcuna protezione da parte di uno Stato. Il problema è stato di recente affrontato dal Gruppo di lavoro su migrazione e tratta di esseri umani della Commissione Giustizia, pace e sviluppo del Simposio delle Conferenze episcopali d'Africa e Madagascar (SECAM). Rivolgendosi al Convegno Mons. Buti Joseph Tlhagale, Arcivescovo di Johannesburg ha sottolineato come “i conflitti prolungati nei Paesi africani sono la causa della presenza di tanti bambini apolidi”.
L’Arcivescovo di Johannesburg ha indicato nella tratta di esseri umani e nelle migrazioni forzate a causa del cambiamento climatico come altri fattori che contribuiscono all'aumento dei bambini apolidi in Africa. “Il cambiamento climatico spesso costringe le famiglie a trasferirsi, alla ricerca di migliori opportunità, si viene così a creare un numero enorme di apolidi”.
Mons. Tlhagale ha sottolineato che “in alcuni casi, i bambini vittime di tratta rimangono apolidi e diventano adulti senza avere documenti adeguati”; una condizione che viene poi trasmessa ai loro figli, incrementando il numero di apolidi nel proprio Paese di nascita. Questo è dovuto al fatto che spesso i governi africani non provvedono “a registrare i bambini alla nascita; lo Stato non ha ritenuto suo dovere garantire che i bambini siano registrati una volta venuti al mondo. La nascita dei bambini non è sempre registrata perché le persone non conoscono le procedure per la registrazione dei bambini, soprattutto nelle zone rurali. E soprattutto perché il governo non ha messo in atto tutele che assicurino che i bambini siano registrati alla venuta al mondo” ha sottolineato.
Vi sono lacune sulle leggi sudafricane sulla cittadinanza che non danno protezione ai bambini trovati abbandonati nel territorio di uno Stato. La maggior parte della legislazione della regione, compresa quella del Sudafrica, non garantisce a questi bambini il diritto alla nazionalità, esponendoli così a una vita di dolore ed esclusione.
Mons. Tlhagale è un sostenitore della campagna #IBelong. Lanciata nel novembre 2014 dall’ UNHCR la campagna #IBelong mira a porre fine all'apolidia entro dieci anni, identificando e proteggendo gli apolidi, risolvendo le situazioni esistenti di apolidia e prevenendo l'insorgenza di nuovi casi.
Mons. Tlhagale ha infine ricordato l’essenziale opera di assistenza a rifugiati e migranti condotta in Sudafrica dai alcuni ordini religiosi. In particolare “le Suore Missionarie Scalabriniane e le Suore Missionarie della Carità di Madre Teresa accolgono un buon numero di bambini e ragazzi apolidi”. (L.M.) (Agenzia Fides 8/5/2023)

giovedì 21 aprile 2022

Tregua nella prossima domenica di Pasqua Ortodossa


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Vatican News

Le notizie del giorno

21/04/2022

Azioni di guerra in Ucraina
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Un "cessate il fuoco" in occasione della celebrazione della Pasqua secondo il calendario giuliano, il 24 aprile prossimo: la richiesta dell’Onu viene accolta con favore da Francesco e dalla Santa Sede 

mercoledì 18 luglio 2018

Vatican News 18 luglio 2018

Vatican News
Le notizie del giorno
18/07/2018
Funerale di un giovane studente ucciso negli scontri in Nicaragua
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Non cessa la repressione governativa in Nicaragua. Occupato il centro di Masaya, città simbolo della resistenza contro il presidente Ortega. Il nunzio chiede di tornare al dialogo mentre aumentano gli attacchi contro la Chiesa cattolica 
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Padre Victor Rivas, segretario della Conferenza episcopale del Nicaragua: anche se il governo è sordo, non si deve perdere la speranza. "Dio ci salverà" 
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Il Pontefice dedica un tweet all’odierna Giornata internazionale “Nelson Mandela”, esortando tutti a essere costruttori di pace in ogni ambito della vita
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Ricorre oggi la Giornata internazionale “Nelson Mandela”, indetta dall’Onu nel 2010 per rendere omaggio al prezioso contributo dato dall’ex Presidente ... 
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L'11 e 12 agosto, dopo i pellegrinaggi nelle diocesi italiane, migliaia di giovani incontreranno il Papa nell'ambito dell'iniziativa Conferenza episcopale italiana "Per mille strade verso Roma"
SANTA SEDE E CHIESA NEL MONDO
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Tre giorni di digiuno per invocare la misericordia di Dio su quanti commettono il male. E’ l’iniziativa in corso nelle Filippine promossa dai vescovi locali. La ... 
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La scomparsa di un bambino “venduto” non ha “nulla a che fare con la congregazione delle Missionarie della Carità”. Sulle suore si accumulano “miti diffusi, informazioni distorte e notizie false…, insieme a allusioni infondate”. Il resoconto e la difesa di suor Prema, succeduta a Madre ...
Chiara Corbella in udienza da Papa Benedetto
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A sei anni dalla morte della serva di Dio Chiara Corbello Petrillo, la diocesi di Roma ha fatto il primo passo verso la sua beatificazione. La giovane donna è ... 
Migranti a Pozzallo
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A Radio Vaticana Italia le parole dell'arcivescovo di Palermo e il suo timore che nel dibattito sui migranti i cristiani dimentichino la carità evangelica 
PRIMO PIANO
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Il 19 luglio 1992 a Palermo la strage in cui Paolo Borsellino perse la vita insieme agli agenti di scorta Agostino Catalano, Walter Eddie Cosina, Emanuela Loi, ... 

lunedì 25 aprile 2016

Bollettino Agenzia Fides del 25 aprile 2016

EUROPA/ITALIA - Le gravidanze adolescenziali e le ripercussioni sulla vita delle giovani donne dell’Africa
 
Padova (Agenzia Fides) – Per la prima volta quest’anno è stata celebrata, in Italia, la Giornata della salute della donna con l’obiettivo di valorizzare la prevenzione e difendere il ruolo fondamentale che le donne rivestono nella famiglia e nella comunità, in Italia come in ogni Paese del mondo. Nei suoi sette Paesi di intervento, Medici con l’Africa Cuamm ogni giorno aiuta le donne a diventare madri. Sempre più spesso però si trova ad assistere ragazze molto giovani alle prese con gravidanze prima dei 18 anni, che devono sopportare gravi ripercussioni sociali, piscologiche e fisiche. Stando ai dati, si legge nel comunicato inviato dal Cuamm all’Agenzia Fides, le gravidanze in età adolescenziale sono in aumento a livello mondiale. Più di 16 milioni di ragazze in tutto il mondo diventano madri in un’età compresa dai 15 ai 19 anni e altrettante quelle che hanno la loro prima gravidanza sotto i 15 anni. Un fenomeno legato anche a matrimoni obbligati. Infatti, nei Paesi dell’Africa a sud del Sahara sono quasi 120 milioni le ragazze costrette a sposarsi prima dei 18 anni. Inoltre, le situazioni di emergenza e crisi, come avvenuto in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola, possono portare conseguenze sulle ragazze più giovani. Da uno studio recente del Cuamm è emerso che il 31% delle complicanze ostetriche registrate nel distretto di Pujehun, dove l’organizzazione lavora dal 2012, riguarda ragazze tra i 13 e i 19 anni. Nel caso del Mozambico, si registra il 48,2% dei matrimoni prima dei 18 anni. Proprio per far fronte alla scarsa o nulla educazione sessuale, il Cuamm in collaborazione con le autorità locali e nazionali, sostiene 6 ambulatori specifici per giovani adolescenti. Si chiamano SAAJ - Servicios Amigos dos Adolescentes e si rivolgono alla popolazione compresa tra i 10 e i 14 anni, al fine di migliorare l'educazione alla salute, offrire consulenze sulla salute riproduttiva e sessuale degli adolescenti, fornire visite in gravidanza pre e post natale, educare circa la cura dell’HIV.
(AP) (25/4/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Ragazza cristiana rapita e costretta nozze islamiche: il fenomeno non si ferma
 
Kasur (Agenzia Fides) – Aiutare sua figlia, vittima di sequestro , matrimonio e conversione forzata all’islam: è la richiesta di Sarwar Masih, cristiano pakistano che si è rivolto all’avvocato Sardar Mushtaq Gill, a capo dalla Ong “Lead” (Legal Evangelical Association Development), impegnata a offrire assistenza gratuita ai cristiani vittime di abusi. La ragazza, Laveeza Bibi, di 23 anni, è stata rapita il 14 aprile da due musulmani che hanno fatto irruzione, armati di pistole, in casa della famiglia di Sarwar Masih, nel distretto di Kasur, in Punjab, prendendo la ragazza e minacciando i genitori. Uno dei rapitori Muhammad Talib ha costretto la ragazza sposarlo.
Masih si è recato immediatamente alla stazione di polizia locale, ma la polizia si è mostrata riluttante a registrare una denuncia ufficiale (First Information Report). Del caso si è interessato anche il Pastore Saleem Masih, insieme con l’avvocato Gill. Solo dopo l’intervento dei due, la polizia ha registrato la denuncia contro Talib.
“Nel mese di aprile abbiamo avuto esperienza, solo nell’area di Kasur, di cinque casi di ragazze cristiane rapite e convertite all'Islam, e costrette a sposare i loro aguzzini. A queste ragazze è negata del tutto la tutela legale dei diritti individuali”, spiega l’avvocato Gill a Fides. E il fenomeno continua ad avere proporzioni inaccettabili, con circa mille casi l'anno registrati e molti che non denunciati. L’Ong “Lead” continuerà a ad agire e a sensibilizzare sulla discriminazione e violenza subita in Pakistan in particolare dalle donne delle minoranze religiose cristiane e indù, le più vulnerabili e indifese, soggette a soprusi spesso impuniti. (PA) (Agenzia Fides 25/4/2016)
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ASIA/TURCHIA - Il Patriarca ecumenico vuole incontrare Erdogan per discutere dell'Istituto teologico di Halki
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I si prepara a chiedere un appuntamento al Presidente Tayyip Erdogan per discutere dell status del Patriarcato, e soprattutto per avere chiarimenti su recenti episodi che sembrano contraddire e vanificare le precedenti disposizioni legislative riguardanti la restituzione alle comunità religiose minoritarie di beni di cui erano state illegittimamente espropriate in passato dalle autorità turche. Nel corso di una recente conferenza stampa, convocata presso la sede del Patriarcato Ecumenico affacciata sul Corno d'Oro, il Patriarca Bartolomeo ha rilevato che le relazioni tra le autorità turche e le minoranze religiose stanno di nuovo vivendo un momento critico, e è tornato a sollevare la questione dell'Istituto teologico patriarcale di Halki, a cui da 45 anni viene impedita ogni attività di formazione teologica. I tanti annunci fatti circolare negli ultimi anni anche da rappresentanti turchi sulla possibile, imminente riapertura dell'istituzione accademica patriarcale non hanno avuto finora alcuno sviluppo concreto. Secondo fonti locali, consultate dall'Agenzia Fides, il Patriarca Bartolomeo ha annunciato l'invio di una lettera a Erdogan per chiedere un appuntamento, da tenersi possibilmente entro maggio, in modo da potersi confrontare direttamente con il Presidente turco sulla questione della Scuola di Halki e più in generale sui problemi delle minoranze religiose in Turchia.
Negli ultimi tempi – ha sottolineato in occasione della conferenza stampa Laki Vingas, già membro del Consiglio per le fondazioni religiose - “sono stati aperti processi per la cancellazione dei titoli di proprietà, e questa situazione ci preoccupa". A inquietare è soprattutto l'operazione messa in atto dalle istituzioni statali turche che negli ultimi tempi hanno aperto una causa contro il Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, per annullare gli atti giuridici con cui dei terreni erano tornati a disposizione della Sede patriarcale ortodossa, nel rispetto delle leggi che dispongono la restituzione alle comunità religiose minoritarie di beni ad esse sequestrati in passato dalle autorità turche (Vedi Fides 21/4/2016). Il processo intentato da istituzioni di Ankara mira in particolare a ri-espropriare il Patriarcato ecumenico di un terreno di 98 acri (pari a circa 40 ettari) a Goksu, e un'alra area a Umit Tepesi, che negli ultimi 4 anni era stata asse gnata proprio all'Istituto di teologia ortodossa di Halki. L'Amministrazione statale delle Foreste ha aperto il processo per chiedere che quei beni immobiliari ritornino a disposizione del Tesoro. L'iniziativa processuale si configura come l'ennesimo caso di vessazione per via giuridico-amministrativa messo in atto dalle istituzioni turche nei confronti del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. (GV) (Agenzia Fides 25/4/2016).
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ASIA/INDIA - La Messa spiegata ai giovani, per i 400 anni della Chiesa di Sant’Andrea
 
Mumbai (Agenzia Fides) – Il Giubileo dei 400 anni dalla fondazione della Chiesa di Sant’Andrea a Bandra, nell’area di Mumbai, è l’occasione per una speciale celebrazione dedicata a ai giovani: è stata una santa Messa animata con drammatizzazioni teatrali e musica, come spiega a Fides p. Cesare D'Mello, il parroco della Chiesa di Sant'Andrea. Inoltre “i diversi momenti della messa sono stati spiegati nel loro significato più profondo, coinvolgendo così i presenti”.
“E’ stata nostra intenzione, nel programmare il Giubileo della Chesa locale – racconta il parroco – organizzare una messa speciale i giovani per tutta la gioventù di Mumbai. Da qui l'idea di celebrarla con un coro da diverse parrocchie, e facendola seguire da un programma di intrattenimento, in cui si sono esibiti artisti provenienti da tutta la città. La sensazione generale è che i nostri giovani meritino più attenzioni pastorali: dobbiamo fare di più per loro, perché, dopo tutto, il futuro appartiene ai giovani”.
La gioiosa celebrazione, cui hanno preso parte anche molti adulti, è stata segnata anche dalla originale “preghiera contro la schiavitù alla tecnologia”.
Nell'omelia il gesuita p. Errol Fernandes ha spiegato che "la Messa non è un rituale ma un evento che rende Dio presente in mezzo a noi" e che dunque "Cristo resta e continua a esserci anche dopo la benedizione finale".
La Chiesa di Sant'Andrea a Bandra è è una delle più antiche chiese dell’area di Mumbai. Ha festeggiato il 400° anniversario di elevazione a parrocchia, datato 1616. La chiesa fu costruita vent’anni prima, nel 1595, dai gesuiti portoghesi, in un’area marittima. (PA) (Agenzia Fides 25/4/2016)
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ASIA/SIRIA - Città a maggioranza cristiana bombardata da ribelli islamisti. Tregua armata a Qamishli tra milizie curde e esercito pro-Assad
 
Hama (Agenzia Fides) – Milizie islamiste legate al gruppo qaidista Jabhat al Nusra hanno sferrato nella giornata di domenica 24 aprile un attacco a colpi di mortaio sulla città siriana a maggioranza cristiana di Sqelbiya, nella provincia centrale di Hama, provocando la morte di almeno quattro civili. Lo riferiscono fonti curde, consultate dall'Agenzia Fides. Alle vittime vanno aggiunti almeno quindici feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni. L'attacco è avvenuto con il lancio fitto di colpi di mortaio, caduti a pioggia sui quartieri residenziali. La città, sotto il controllo dell'esercito governativo, già in passato aveva subito attacchi da parte dei miliziani jihadisti, che hanno provato più volte a prenderne il controllo, senza mai riuscirci.
Intanto, nella provincia siriana nord orientale di Hassakè regge la tregua tra esercito governativo e miliziani curdi delle Unità di protezione popolare (YPG), raggiunta sabato scorso dopo i sanguinosi scontri esplosi da mercoledì 20 aprile soprattutto nella città di Qamishli (vdi Fides 21/4/2016). Rappresentanti delle milizie curde, interpellati dall'agenzia ARA News, hanno riaffermato l'intenzione di mantenere il controllo delle aree conquistate durante gli scontri, e il rifiuto di fare qualsiasi cncessione al governo di Assad. Gli stessi esponenti curdi hanno accusato il regime di aver costretto le popolazioni civili locali a creare dei gruppi paramilitari “di autodifesa” sottoposti all'esercito governativo, usando soprattutto sui dipendenti pubblici forme di ricatto come la sospensione dello stipendio o l'allontanamento forzato dal posto di lavoro.
L'aprirsi di un nuovo fronte di conflitto tra milizie curde e esercito di Assad nella Siria nord-orientale conferma che dietro la tragedia siriana si muovono strategie e interessi complessi, che non possono essere ridotti allo scontro con i jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). Secondo fonti locali, nei tre giorni di scontri tra le milizie curde e l'esercito governativo sono morti 17 civili, 10 miliziani curdi e 31 tra soldati governativi e paramilitari pro regime. (GV) (Agenzia Fid
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AMERICA/ECUADOR - Il terremoto causa difficoltà estreme alle persone colpite da disabilità
 
Quito (Agenzia Fides) - Continua a salire il bilancio delle vittime del terremoto che poco più di una settimana fa ha colpito l’Ecuador: oltre 710 tra morti e dispersi, tra i 16.600 feriti alcuni sono ancora in gravi condizioni. Il bilancio è sempre più grave. Lo ha riferito il Segretariato Nazionale per la Gestione del Rischio. Il Governo ha dichiarato lo stato di emergenza in 6 province: Esmeraldas, Manabí, Santa Elena, Guayas, Santo Domingo e Los Ríos. Mancano acqua, cibo e beni di prima necessità. Nelle emergenze, il tasso di mortalità delle persone con disabilità è doppio rispetto al resto della popolazione. Le ragioni vanno ricercate nella difficoltà o impossibilità di accedere agli avvisi di emergenza, ai rifugi, nella perdita o il danneggiamento degli ausili che permettono loro di muoversi (come bastoni, carrozzine ecc...), nell’aumentata difficoltà di accedere agli aiuti umanitari di base. Tra le iniziative a favore dei più vulnerabili colpiti da que sta calamità, la onlus CBM Italia che si è attivata in collaborazione con i suoi partner locali. Dal giorno del terremoto gli operatori di CBM sono al lavoro per far sì che le persone con disabilità e le loro famiglie, ma anche le persone anziane e le altre categorie vulnerabili, ricevano acqua, cibo, medicine, riparo e ausili motori. “In particolare nella provincia di Esmeraldas il nostro partner OVCI Nostra Famiglia, che lavora a stretto contatto con il Governo, si occupa di produrre e importare dispositivi e ausili motori, come sedie a rotelle e stampelle. In queste ore gli operatori sono al lavoro per distribuire acqua, cibo e kit di prima necessità”, si legge nel comunicato inviato all’Agenzia Fides da CBM.
(AP) (25/4/2016 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...