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AFRICA/CONGO RD - Nuovi massacri nell’est portano a 370 il numero dei morti da fine ottobre | |||
Kinshasa (Agenzia Fides) - Almeno una quarantina di civili sono stati uccisi in una serie di assalti a sei villaggi nel territorio di Mambasa, nella provincia dell’Ituri (Nord Kivu nell’est della Repubblica Democratica del Congo), nella notte tra Sabato 1° febbraio e domenica 2 febbraio. Secondo quanto riferito all’Agenzia Fides dall’ONG locale CEPADHO, i massacri sono stati perpetrati da terroristi dell’ADF / MTM (Madina a Tauheed Wau Mujahedeen)”, un gruppo che afferma di aver aderito allo Stato Islamico (ma sul punto le opinioni non sono unanimi), che si sono suddivisi in piccole unità per colpire simultaneamente i diversi villaggi sparsi sul territorio. Secondo il CEPADHO sono almeno 112 i civili uccisi dai jihadisti nell'arco di 5 giorni la scorsa settimana. I recenti massacri portano il numero di civili uccisi dall'ADF / MTM a 370, in ritorsione per le offensive su larga scala lanciate contro di loro dalle forze armate congolesi (FARDC) dal 30 ottobre 2019. Ciò rappresenta una media di 123 civili massacrati in un periodo di 3 mesi. A questo numero occorre aggiungere le sette persone uccise nell’assalto ripetuto tre volte contro il posto di polizia di Mamove la notte del 31 gennaio, da parte di una milizia di autodifesa May May. Sempre un gruppo di May May ha assalito l’ufficio di coordinamento di risposta all’epidemia Ebola di Biakato. Grazie all’intervento delle forze dell’ordine e dell’esercito i miliziani sono stati respinti, non prima però di aver distrutto due autoveicoli in dotazione alla struttura. (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2020) | |||
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - A Yopougon migliaia di bambini invitati a diventare missionari della non violenza | |||
Abidjan (Agenzia Fides) - “L'infanzia missionaria significa instillare nei bambini uno spirito missionario, insegnare ai bambini a essere missionari, ad attrarre amici a Cristo con piccoli gesti come la piccola Teresa di Lisieux", afferma p. Fabrice Coulibaly, cappellano diocesano della pastorale dell’infanzia di Yopougon, dove domenica 2 febbraio diecimila bambini provenienti da tutte le parrocchie della diocesi hanno celebrato la giornata mondiale dell'infanzia missionaria, riflettendo sul tema “Cantando la missione, bambino, ci impegniamo a non essere violenti”. L’appello alla non violenza è stato rilanciato da Sua Ecc. Mons. Jean Salomon Lézoutié, Vescovo di Yopougon su uno dei due siti dove si è celebrato l’evento, il collegio Sebaco. Presentando esempi biblici, Mons. Lézoutié ha esortato bambini e ragazzi al perdono, a dire di no alla violenza e a essere missionari della non violenza nella loro vita quotidiana con amici e parenti. Per la piccola N'Goua Marie Océane della parrocchia di Sainte Rita de Cascia a Niangon Nord, nella diocesi di Yopougon, il giorno dell'infanzia missionaria è stato un momento proficuo. “Mi è piaciuto molto quello che ha detto il Vescovo: non dobbiamo vendicarci, dobbiamo coltivare l'amore” ha detto a Fides. I bambini hanno infine chiesto di pregare per la pace in Costa d'Avorio, dove vi è preoccupazione che le elezioni presidenziali di ottobre possano degenerare nella violenza. (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 4/2/2020) | |||
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ASIA/FILIPPINE - Ingiustizia, impunità, abusi: i frutti della "guerra alla droga" | |||
Manila (Agenzia Fides) – La “guerra alla droga”, la campagna lanciata nel 2016 dal presidente Rodrigo Duterte allo scopo di liberare la società dallo spaccio e dalla tossicodipendenza, ma condotta con metodi violenti criticati in patria e a livello internazionale, sta mettendo a dura prova la società filippina. Ne sono convinti sacerdoti e religiosi filippini oggi impegnati nell’accompagnamento delle vittime o nella sensibilizzazione per la difesa della dignità umana, della giustizia e dello stato di diritto. Il francescano padre Baltasar Obico, Ofm, superiore del Santuario di Sant’Antonio a Makati, una delle città che compongono la grande "MetroManila", dice all’Agenzia Fides: “L'approccio violento della campagna anti-droga, promosso dalle istituzioni, sta erodendo il sistema democratico. Il governo, poi, cerca di imporre imponendo silenzio ai dissidenti e a ogni vice critica. Mi sembra che l’atteggiamento sprezzante del Presidente Duterte stia inoltre inducendo un crollo dei valori morali nella società, in quanto è catalizzatore di un ‘cattivo esempio’ in un figura, quella del Presidente, che è comunque un riferimento per tutti. Mi chiedo: come si può tollerare a cuor leggero tanta violenza e ingiustizia? Se i leader politici usano lessico violento e aggressivo, con un populismo che cerca solo consenso, sdoganando molti atteggiamenti ostili e sprezzanti, cosa ci si può aspettare dai giovani e dalla società? In tal quadro, a farne le spese sono avvocati, difensori dei diritti umani, attivisti, membri di Ong e anche preti e religiosi che sono dalla parte dei poveri e degli oppressi”. Tra i religiosi filippini “in prima linea” vi è padre Angel Cortez Ofm, che per ben due volte nei mesi scorsi si è recato a Ginevra, in rappresentanza della Ong “Franciscans International”, per relazionare e appellarsi al Consiglio Onu per i Diritti umani. Così il religioso di chiara a a Fides: “Vediamo oggi sotto i nostri occhi, nelle Filippine, tante uccisioni extragiudiziali, omicidi impuniti, violenze inaudite in strada, senza alcuna remora. E’ una vera tragedia. Accompagniamo tante famiglie che soffrono e che hanno perso i loro cari, uccisi da bande di uomini mascherati. Non c'è alcuna giustizia nè pace, lo stato di diritto viene calpestato impunemente e la polizia, secondo molte Ong, copre o non indaga su queste uccisioni, che restano opera di ignoti e per le quali nessuno pagherà. Questa ‘guerra alla droga' va avanti da troppo tempo e ha già causato troppe vittime e troppa sofferenza. Non si può continuare su questa strada di morte e di lutto. E' urgente che le coscienze si risveglino e che la politica cambi rotta. E’ urgente una conversione dei cuori, delle mente, delle azioni”. La “mancata giustizia per migliaia di vittime” della violenta campagna anti-droga è confermata da un nuovo rapporto della Ong “Amnesty International”, diffuso il 30 gennaio scorso. “Le famiglie delle vittime – nota Amnesty – non hanno ottenuto giustizia per i loro cari, a causa degli enormi ostacoli esistenti nel presentare denunce contro i perpetratori, inclusa la paura di ritorsioni. Né è stata individuata alcuna responsabilità significativa per le uccisioni, a livello nazionale”. Secondo dati ufficiali, nella “guerra alla droga” di Duterte, oltre 6.000 persone sono state uccise in operazioni di polizia, mentre i gruppi per i diritti umani stimano l’esistenza di altre 25.000 vittime di omicidi compiuti da “squadroni di vigilantes”, del tutto impuniti. Una recente inchiesta del sito di informazione online filippino “Rappler”, rileva che il governo ha tenuto finora un atteggiamento compiacente, lasciando che i casi di tali uccisioni fossero irrisolti, per lacune sistematiche del sistema giudiziario e per il mancato impegno o la complicità delle forze di polizia. (PA) (Agenzia Fides 4/2/2020) | |||
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AFRICA - Popolazioni di Zambia e Zimbabwe messe in ginocchio dalla carestia | |||
Lusaka (Agenzia Fides) - Lo spettro della carestia si affaccia su Zambia e Zimbabwe. Nei mesi scorsi, una lunga stagione di siccità, con temperature costantemente sopra i 40 gradi, ha distrutto gran parte dei raccolti e in nelle ultime settimane i due Paesi stanno vivendo una grave carenza alimentare. Secondo il Programma alimentare mondiale (World Food Programme, Wfp), in Zimbabwe più di otto milioni di persone (su una popolazione di 12 milioni di abitanti) e in Zambia 2,3 milioni di persone (su 11 milioni) vivono attualmente in condizioni di grave insicurezza alimentare. Le conseguenze possono essere realmente tragiche. "In Zambia, la siccità ha colpito duro e la gente soffre. Gli stessi capi tradizionali confermano che si sta vivendo un momento particolarmente difficile" spiegano in una nota inviata all'Agenzia Fides Albert Mulanda di Caritas Mongu e Manuel Castelletti dell’Ong Celim. "Nel 2019, la regione ha conosciuto una prolungata assenza di piogge che ha causato una forte siccità. La Western Province, la regione in cui operiamo ha sofferto in modo particolare". Quanto sia drammatica la situazione lo si può ben comprendere dall’annullamento di un evento simbolico: il "Kuomboka", il tradizionale viaggio del re dell’etnia Lozi che, su speciali imbarcazioni, si sposta nella savana inondata per trasferirsi dalla residenza della stagione secca a quella della stagione delle piogge. "In passato era già avvenuto che la cerimonia, molto sentita, fosse annullata - si osserva - quest’anno però era desolante vedere la savana secca, le piante gialle, l’aridità che avvolgeva tutto". La popolazione Lozi ha subito pesantemente il calo di produzione di riso e mais. «La mancanza di acqua - continuano - ha penalizzato le colture di riso. Solo chi ha piantato varietà che crescono anche senz’acqua ha avuto un raccolto decente. Chi ha piantato la varietà tradizionale ha avuto rendimenti molto bassi". Ciò ha inciso sulle entrate delle persone perché il riso tradizionalmente viene venduto per ottenere un surplus di entrate che quest’anno non ci sarà. Ancor peggio è andata per il mais. "La carenza di piogge, soprattutto nel momento della crescita del mais – ricordano i due leader - ha fatto crollare la produzione. I prezzi di un sacco di farina di mais è raddoppiato. Il dramma è che questa farina è la base dell’alimentazione locale e la carenza mette in crisi tutto il sistema nutrizionale. Molti contadini si recavano in città a vendere la carbonella (ottenuta tagliando, spesso illegalmente, le piante) per poter acquistare farina". Il governo ha iniziato a vendere sacchi di farina a prezzi calmierati e la gente si è ammassata nei luoghi di distribuzione. Ancora più delicata la situazione in Zimbabwe. "La stagione delle piogge - spiega a Fides il Gesuita p. Bian MacGarry - sarebbe dovuta iniziare a ottobre, ma quasi ovunque le prime precipitazioni sono arrivate i primi giorni di gennaio. In molte province la pioggia è stata comunque insufficiente. Il dramma è che i meteorologi prevedono che febbraio, solitamente il mese più piovoso, sarà asciutto". In questa situazione si è insinuata la corruzione e il malaffare. "La distribuzione di semi e fertilizzanti è stata portata avanti dalle forze armate in modo corrotto per anni - conclude padre Brian - con un risultato è tragico: molte popolazioni rurali non hanno abbastanza cibo per arrivare fino al prossimo raccolto in aprile e hanno bisogno di donazioni di cibo. Se il raccolto sarà scarso avremo ulteriori problemi. Nei prossimi mesi, il regime militare potrebbe dover affrontare la rivolta più violenta degli ultimi 40 anni e, se questo avverrà, è a rischio l’intero apparato statale, con serie conseguenze di instabilità sociale e politica". (EC) (Agenzia Fides 4/2/2020) | |||
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ASIA/INDONESIA - Il paese ricorda Wahid, leader musulmano, promotore del dialogo e amico dei cristiani | |||
Giacarta (Agenzia Fides) - "Gli sforzi di Wahid per stabilire relazioni interreligiose e per promuovere la pace nelle regioni indonesiane agitate da conflitti, saranno ricordati nella storia della nazione", afferma in una nota inviata a Fides Mathews George Chunakara, segretario generale della Conferenza cristiana dell'Asia (CCA) ), organizzazione ecumenica presente in Indonesia. Con questo spirito i cristiani indonesiani ricordano con affetto Salahuddin Wahid, importante religioso musulmano, promotore del dialogo e della democrazia in Indonesia, scomparso il 2 febbraio a Giacarta, all'età di 72 anni. Conosciuto per il suo impegno nel promuovere la tolleranza, l'armonia e la cooperazione interreligiosa, Wahid era a capo della più grande organizzazione musulmana dell'Indonesia, la "Nahdlatul Ulama" (NU) che conta oltre 80 milioni di membri. Salahuddin "Gus Sholah" Wahid, luminare del movimento islamico per la pace e la riconciliazione, era anche capo della "Associazione indonesiana per gli intellettuali musulmani" e il vicepresidente della Commissione nazionale per i diritti umani in Indonesia. Mathews George Chunakara aggiunge che l'impegno di Wahid nel riconoscere la pluralità religiosa e l'armonia comunitaria è servito da modello per altri leader religiosi asiatici, al fine di rafforzare l'armonia religiosa in tutta l'Asia. L'Arcivescovo protestante indonesiano Willem T.P. Simarmata, moderatore della CCA, rileva: "Il nostro Paese ha perso un grande studioso islamico e un rispettato leader religioso. Il suo impegno e contributo nella difesa della tolleranza religiosa saranno ricordati dalle generazioni future", Molto attivo sul pino della risoluzione dei conflitti, Wahid ha svolto un ruolo cruciale nel promuovere la pace nella provincia indonesiana della Papua occidentale in collaborazione con il Consiglio dei Vescovi della Papua. Si è inoltre adoperato Ha contribuito a risolvere i conflitti religiosi nelle regioni delle Molucche e di e Central Sulawesi e ha anche indagato sulle violazioni dei diritti umani a Timor Est. Wahid ha dato priorità alla riconciliazione e all'unità rispetto a tutto il resto, ricordano i leder cristiani. Lo statista - affermano - era noto per l'atteggiamento di compassione e solidarietà verso le minoranze religiose indonesiane, in particolare verso i cristiani. Wahid è stato sepolto il 3 febbraio all'interno del collegio islamico Tebuireng a East Java, Indonesia. L'Indonesia, paese musulmano più popoloso al mondo, con 270 milioni di abitanti, all'87% musulmani, il 9% cristiani (tra i quali 7 milioni cattolici), 1,7% indù e altre minoranze religiose buddiste e animiste. (SD-PA) (Agenzia Fides 4/2/2020). | |||
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ASIA/TURCHIA- Il Patriarca armeno Sahak II: attendo che anche in Turchia siano riconosciute le sofferenze del nostro popolo | |||
Istanbul (Agenzia Fides) – Sahak II Masalyan, nuovo Patriarca armeno apostolico di Costantinopoli, attende e desidera vedere presto anche in Turchia “il riconoscimento delle sofferenze del nostro popolo” superando le incomprensioni e gli equivoci di chi oggi come in passato rappresenta le comunità minoritarie presenti in Turchia come delle “élite felici e ricche, mentre questo non è affatto vero, e non è mai stato vero”. Il Patriarca, senza mai usare l’espressione ‘Genocidio armeno’, il Patriarca ha ammesso in un’ampia intervista pubblicata dal giornale turco Hurriyet che la data del 24 aprile, scelta per commemorare ogni anno i massacri di armeni perpetrati tra 1915 e 1916 nella penisola anatolica, in Turchia è stata a lungo considerato “un tabù, un evento divisivo”, fino a quando, nel 2015, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan “ci ha inviato una lettera di condoglianze, e per la prima volta siamo stati in grado di celebrare le messe nelle nostre chiese per i nostri morti”. Nella stessa intervista, pubblicata lunedì 3 febbraio, il Patriarca armeno di Costantinopoli ha sottolineato che occorre uscire dalla logica antagonistica del “noi contro loro”, riconoscendo la comune appartenenza alla famiglia umana, riscontrabile anche dal punto di vista scientifico, visto che “la nostra costituzione genetica è la stessa” e “siamo tutti degli 'Homo sapiens' ". Il Patriarca ha anche paragonato la recente, tragica esperienza della Siria alle lacerazioni sperimentate da tutta l’umanità durante i conflitti mondiali, quando il virus del nazionalismo “entrò nelle nostre case, e tutti volevano costruire il proprio “stato-nazione” alle spese degli altri. Tra le diverse considerazioni, il Patriarca armeno ha ribadito di considerare l’Akp – il Partito di Erdogan al potere in Turchia dal 2002 – come una formazione politica dotata di una maggiore “sensibilità verso i cristiani”, soprattutto in confronto a stagioni passate, quando “non potevamo nemmeno attaccare un chiodo nelle nostre chiese”, (GV) (Agenzia Fides 4/2/2020). | |||
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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martedì 4 febbraio 2020
Agenzia Fides 4 febbraio 2020
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lunedì 12 febbraio 2018
giovedì 3 dicembre 2015
Bollettino del 2 dicembre 2015
VATICANO - Plenaria Cep: cosa si attendono le Chiese giovani dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e dalle POM?
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - La relazione della terza giornata dell’Assemblea Plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli (Cep), dal titolo “I servizi della CEP + POM attesi dalle Chiese giovani” è stata tenuta da S.E. Mons. Giampiero Gloder, Presidente della Pontificia Accademia Ecclesiastica (vedi Fides 27;30/11/2015 e 1/12/2015).
Mons. Gloder ha ricordato che la Cep ha il compito di aiutare il Vescovo di Roma nel dirigere e coordinare in tutto il mondo l’opera stessa di evangelizzazione dei popoli, salvo le competenze del Dicastero per le Chiese Orientali, come pure nel promuovere la cooperazione missionaria, perché sia sempre più evidente ed effettivo che tutta la Chiesa per sua stessa natura è missionaria e l’intero popolo di Dio prenda coscienza dell’impegno missionario, collaborandovi con la preghiera, con la testimonianza di vita e con il sostegno economico.
“La responsabilità della Cep riguarda il 35% di tutte le circoscrizioni ecclesiastiche del mondo distribuite nei vari continenti, sono 1.111 circoscrizioni. E queste crescono in modo rapido, poiché nel giro di pochi anni si è avuta la gioia di far nascere più di 100 Chiese particolari, un segno positivo di vitalità dell’evangelizzazione” ha sottolineato l’Arcivescovo.
Dalla relazione sono emerse alcune attese delle Chiese locali nei confronti della Cep sulla base delle risposte ad un questionario inviato alle diocesi che ricadono sotto la sua responsabilità. Le 8 tematiche: nomina dei Vescovi; erezione di nuove circoscrizioni ecclesiastiche; Seminari inter-diocesani; nomina e ruolo del Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie; gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; la formazione permanente del clero e dei laici; Visite ad limina Apostolorum; rapporto finanziario che deve essere inviato alle Istituzioni competenti. (L.M.) (Agenzia Fides 2/12/2015)
Mons. Gloder ha ricordato che la Cep ha il compito di aiutare il Vescovo di Roma nel dirigere e coordinare in tutto il mondo l’opera stessa di evangelizzazione dei popoli, salvo le competenze del Dicastero per le Chiese Orientali, come pure nel promuovere la cooperazione missionaria, perché sia sempre più evidente ed effettivo che tutta la Chiesa per sua stessa natura è missionaria e l’intero popolo di Dio prenda coscienza dell’impegno missionario, collaborandovi con la preghiera, con la testimonianza di vita e con il sostegno economico.
“La responsabilità della Cep riguarda il 35% di tutte le circoscrizioni ecclesiastiche del mondo distribuite nei vari continenti, sono 1.111 circoscrizioni. E queste crescono in modo rapido, poiché nel giro di pochi anni si è avuta la gioia di far nascere più di 100 Chiese particolari, un segno positivo di vitalità dell’evangelizzazione” ha sottolineato l’Arcivescovo.
Dalla relazione sono emerse alcune attese delle Chiese locali nei confronti della Cep sulla base delle risposte ad un questionario inviato alle diocesi che ricadono sotto la sua responsabilità. Le 8 tematiche: nomina dei Vescovi; erezione di nuove circoscrizioni ecclesiastiche; Seminari inter-diocesani; nomina e ruolo del Direttore Nazionale delle Pontificie Opere Missionarie; gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; la formazione permanente del clero e dei laici; Visite ad limina Apostolorum; rapporto finanziario che deve essere inviato alle Istituzioni competenti. (L.M.) (Agenzia Fides 2/12/2015)
Links:
Il testo integrale della relazione di Mons. Gloder (in italiano)
http://www.fides.org/ita/ attachments/view/file/Ponenza_ Mons._Gloder_It_15.10.21.doc
Il testo integrale della relazione di Mons. Gloder (in francese)
http://www.fides.org/fra/ attachments/view/file/ponenza_ Mons._Gloder_Fr_15.10.21.docx
Il testo integrale della relazione di Mons. Gloder (in inglese)
http://www.fides.org/eng/ attachments/view/file/ponenza_ Mons._Gloder_Ingl_15.10.21. docx
Il testo integrale della relazione di Mons. Gloder (in italiano)
http://www.fides.org/ita/
Il testo integrale della relazione di Mons. Gloder (in francese)
http://www.fides.org/fra/
Il testo integrale della relazione di Mons. Gloder (in inglese)
http://www.fides.org/eng/
EUROPA/ITALIA - “Un albero indiano” per la Giornata Internazionale delle persone con disabilità
Milano (Agenzia Fides) – Attualmente circa il 15% della popolazione mondiale è affetta da disabilità. Secondo i dati dell’Oms del 2011, sono 1 miliardo. L’80% di esse vive nei Paesi in Via di Sviluppo dove i servizi sanitari minimi spesso non sono garantiti. Il 90% dei disabili non ha accesso a servizi, più dell’85% non ha un lavoro e meno del 5% dei bambini con disabilità può accedere ad una educazione formale. Questi ultimi, inoltre, hanno minori possibilità di iniziare la scuola; tra gli ostacoli vi sono lo stigma e la discriminazione, la mancanza di un'adeguata assistenza sanitaria e di servizi di riabilitazione, l'inaccessibilità ai trasporti, all'informazione e alla comunicazione. Tra le varie iniziative proposte in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità che si celebra il 3 dicembre, l’organizzazione CBM Italia presenterà il documentario “Un albero indiano” per promuovere una migliore comprensione dei temi legati alla disabilità e se nsibilizzare il pubblico sulla necessità di andare oltre stereotipi e pregiudizi. Si tratta del racconto di un progetto di educazione inclusiva di CBM in India, a Shillong, in una remota cittadina vicino al Bangladesh.
(AP) (2/12/2015 Agenzia Fides)
(AP) (2/12/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/SUDAN - L’impatto di El Niño sul bestiame può portare ad una maggiore insicurezza alimentare
Khartoum (Agenzia Fides) - Il Sudan si trova ad affrontare un aumento del rischio di insicurezza alimentare e malnutrizione a causa dell'impatto di El Niño sul bestiame. Le precipitazioni al di sotto della media in molte delle tradizionali zone pluviali del Paese durante la stagione delle piogge, che va da giugno a ottobre, hanno portato limitazioni nei pascoli e nella disponibilità di acqua, oltre ad un aumento del rischio di malattie tra gli animali. Settantadue località sudanesi sono quelle a maggior rischio di perdita di bestiame a causa del fenomeno metereologico e l’insicurezza alimentare colpisce prevalentemente le famiglie di piccoli agricoltori di queste zone. Sostenere le famiglie vulnerabili a perseguire i loro mezzi di sussistenza è un modo importante per mitigare gli impatti della carenza di precipitazioni e per evitare una maggiore insicurezza alimentare nel corso della stagione magra 2016. Animali sani producono fino al 60% in più di carne e latte per l e famiglie vulnerabili. La vendita di carne e latte in eccedenza costituisce una fonte importante di reddito che aiuta le famiglie rurali a soddisfare i loro bisogni fondamentali. (AP) (2/12/2015 Agenzia Fides)
ASIA/SRI LANKA - Il Card. Ranjith: “La riconciliazione è più vicina”
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “La riconciliazione è più vicina in Sri Lanka. Siamo fiduciosi, l'atmosfera sociale e politica fa ben sperare. Tutti vogliono voltare pagina e lavorare insieme per un tempo di pace e di prosperità”: lo dice all'Agenzia Fides il Cardinale Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo, che sta partecipando ai lavori della Assemblea Plenaria della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.
Accogliendo le raccomandazioni delle Nazioni Unite, il governo del nuovo presidente Maithripala Sirisena, eletto all’inizio del 2015, ha ufficialmente deciso di istituire un tribunale speciale per esaminare i crimini di guerra commessi sulla popolazione civile nella fase finale del conflitto che per 26 anni ha visto l'esercito combattere contro i ribelli tamil.
Il Tribunale speciale dovrebbe iniziare i lavori entro la fine dell’anno o agli inizi di gennaio, ha dichiarato Chandrika Kumaratunga, ex presidente dello Sri Lanka, che ora guida la speciale “Unità di riconciliazione” nell’esecutivo.
“Il criterio è riconciliazione nella verità e nella giustizia” ha spiegato a Fides il Card. Ranjith, riferendo che i leader religiosi saranno attivamene coinvolti nel processo di riconciliazione nazionale: “Sarà creata infatti una speciale Commissione, definita il ‘Consiglio della clemenza’, composta dai leader delle principali religioni. Davanti a questa Commissione compariranno gli imputati del processo civile avviato dal Tribunale speciale, ammettendo le loro responsabilità e presentando le loro richieste di perdono. Saranno i leader religiosi ad accogliere tali richieste e a definire una sorta di compensazione, tramite un servizio sociale o un simbolico atto di carità o di solidarietà verso le vittime”.
Sin dal principio il presidente Maithripala Sirisena ha dichiarato apertamente di aspettarsi il sostegno concreto dei leader religiosi per dar vita ad un periodo di pace, di convivenza e di progresso nella nazione. (PA) (Agenzia Fides 2/12/2015)
Accogliendo le raccomandazioni delle Nazioni Unite, il governo del nuovo presidente Maithripala Sirisena, eletto all’inizio del 2015, ha ufficialmente deciso di istituire un tribunale speciale per esaminare i crimini di guerra commessi sulla popolazione civile nella fase finale del conflitto che per 26 anni ha visto l'esercito combattere contro i ribelli tamil.
Il Tribunale speciale dovrebbe iniziare i lavori entro la fine dell’anno o agli inizi di gennaio, ha dichiarato Chandrika Kumaratunga, ex presidente dello Sri Lanka, che ora guida la speciale “Unità di riconciliazione” nell’esecutivo.
“Il criterio è riconciliazione nella verità e nella giustizia” ha spiegato a Fides il Card. Ranjith, riferendo che i leader religiosi saranno attivamene coinvolti nel processo di riconciliazione nazionale: “Sarà creata infatti una speciale Commissione, definita il ‘Consiglio della clemenza’, composta dai leader delle principali religioni. Davanti a questa Commissione compariranno gli imputati del processo civile avviato dal Tribunale speciale, ammettendo le loro responsabilità e presentando le loro richieste di perdono. Saranno i leader religiosi ad accogliere tali richieste e a definire una sorta di compensazione, tramite un servizio sociale o un simbolico atto di carità o di solidarietà verso le vittime”.
Sin dal principio il presidente Maithripala Sirisena ha dichiarato apertamente di aspettarsi il sostegno concreto dei leader religiosi per dar vita ad un periodo di pace, di convivenza e di progresso nella nazione. (PA) (Agenzia Fides 2/12/2015)
ASIA/IRAQ - Si inaugura l'8 dicembre l'Università cattolica di Erbil
Erbil (Agenzia Fides) – E' fissata nel pomeriggio di martedì 8 dicembre la cerimonia inaugurale dell'Università cattolica di Erbil (Catholic University in Erbil Campus, CUE). L'invito a partecipare all'inaugurazione di questo importante polo d'istruzione è stato diffuso dall'Arcidiocesi caldea di Erbil, che invita tutti, come si legge nel comunicato pervenuto all'Agenzia Fides, ad unirsi a un “percorso educativo che condurrà molti verso un futuro di prosperità e di pace”.
La prima pietra dell'istituto universitario era stata posta ad Ankawa, sobborgo di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, il 20 ottobre 2012, all'interno di un'area di 30mila mq messa a disposizione dalla Chiesa caldea (vedi Fides 19/10/2012). Dopo il Sinodo sul Medio Oriente, svoltosi a Roma nel 2010 – aveva spiegato allora all'Agenzia Fides l' Arcivescovo caldeo di Erbil, Bashar Warda, grande patrocinatore dell'iniziativa – erano stati presi i primi contatti con l'Universitè Saint-Esprit di Kaslik, il rinomato Ateneo fondato in Libano dall'Ordine Libanese Maronita, per chiedere aiuto e orientamento nella realizzazione del progetto.
L'obiettivo era quello di creare un polo d'insegnamento universitario privato aperto a tutti, conforme alle esigenze del mercato e strettamente associato alla ricerca scientifica. Già allora, l'Arcivescovo Warda contava di concludere i lavori entro il 2015, anche con l'intento di offrire ai giovani cristiani iracheni la possibilità di “continuare a testimoniare il dono della fede nella loro terra”. Le convulsioni drammatiche che hanno sconvolto l'Iraq settentrionale, trasformando proprio Ankawa in luogo di rifugio per migliaia di cristiani fuggiti dalla Piana di Ninive davanti all'avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico, non ha fermato il progetto. Segno eloquente che i cristiani iracheni ancora continuano, nonostante tutto, ad avere fiducia in un futuro di pace, dove poter confessare la fede in Cristo convivendo in armonia con i propri connazionali musulmani e di altre comunità religiose. (GV) (Agenzia Fides 2/12/2015).
La prima pietra dell'istituto universitario era stata posta ad Ankawa, sobborgo di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, il 20 ottobre 2012, all'interno di un'area di 30mila mq messa a disposizione dalla Chiesa caldea (vedi Fides 19/10/2012). Dopo il Sinodo sul Medio Oriente, svoltosi a Roma nel 2010 – aveva spiegato allora all'Agenzia Fides l' Arcivescovo caldeo di Erbil, Bashar Warda, grande patrocinatore dell'iniziativa – erano stati presi i primi contatti con l'Universitè Saint-Esprit di Kaslik, il rinomato Ateneo fondato in Libano dall'Ordine Libanese Maronita, per chiedere aiuto e orientamento nella realizzazione del progetto.
L'obiettivo era quello di creare un polo d'insegnamento universitario privato aperto a tutti, conforme alle esigenze del mercato e strettamente associato alla ricerca scientifica. Già allora, l'Arcivescovo Warda contava di concludere i lavori entro il 2015, anche con l'intento di offrire ai giovani cristiani iracheni la possibilità di “continuare a testimoniare il dono della fede nella loro terra”. Le convulsioni drammatiche che hanno sconvolto l'Iraq settentrionale, trasformando proprio Ankawa in luogo di rifugio per migliaia di cristiani fuggiti dalla Piana di Ninive davanti all'avanzata dei jihadisti dello Stato Islamico, non ha fermato il progetto. Segno eloquente che i cristiani iracheni ancora continuano, nonostante tutto, ad avere fiducia in un futuro di pace, dove poter confessare la fede in Cristo convivendo in armonia con i propri connazionali musulmani e di altre comunità religiose. (GV) (Agenzia Fides 2/12/2015).
ASIA/TERRA SANTA - A Betlemme, rintocchi di campane per la pace e meno eventi in vista del Natale
Betlemme (Agenzia Fides) - Il prossimo sabato, 5 dicembre, alle 19,30, le chiese di Betlemme suoneranno le loro campane per la pace, invitando tutte le chiese del mondo a fare lo stesso. Lo riferiscono i media ufficiali del Patriarcato latino di Gerusalemme, aggiungendo che il Comune della città palestinese dove è nato Gesù ha deciso di modificare il calendario degli eventi programmati in vista del Natale, a causa del clima generale che attualmente segna la Terra Santa.
In particolare, è stata annullata la tradizionale cena che segue l'accensione dell’albero di Natale, sono stati annullati diversi concerti programmati in precedenza e diminuirà anche la quantità di decorazioni urbane natalizie. Decisioni prese dall'amministrazione municipale in segno di rispetto per i palestinesi di Betlemme morti nelle scorse settimane in occasione di scontri con le forze armate israeliane. “Betlemme resta la città della pace” ha affermato il sindaco Vera Baboun, “e nell’approssimarsi del Natale, dobbiamo pregare come non mai per questa pace”. (GV) (Agenzia Fides 2/12/2015).
In particolare, è stata annullata la tradizionale cena che segue l'accensione dell’albero di Natale, sono stati annullati diversi concerti programmati in precedenza e diminuirà anche la quantità di decorazioni urbane natalizie. Decisioni prese dall'amministrazione municipale in segno di rispetto per i palestinesi di Betlemme morti nelle scorse settimane in occasione di scontri con le forze armate israeliane. “Betlemme resta la città della pace” ha affermato il sindaco Vera Baboun, “e nell’approssimarsi del Natale, dobbiamo pregare come non mai per questa pace”. (GV) (Agenzia Fides 2/12/2015).
AMERICA/ARGENTINA - Droga, una tragedia nazionale: documento dei Vescovi sulla necessità di intervenire
Buenos Aires (Agenzia Fides) – La Conferenza Episcopale Argentina (CEA) ha pubblicato il documento "No al traffico di droga, Sì ad una vita piena", in cui si chiede di riconoscere la droga come "una tragedia nazionale" e avverte che "la globalizzazione dell'indifferenza, che genera una cultura individualistica basata sul consumo, è ciò che dà un quadro favorevole per l'espansione delle reti del narcotraffico".
Il comunicato della CEA pervenuto a Fides, afferma: "In molte parti del paese si vive in una grande impotenza istituzionale, reclamando la responsabilità di chi governa e di tutti i legislatori e membri della magistratura: sono necessarie politiche statali appropriate ed esplicite, in modo concreto e costante, per eliminare il grande traffico di droga e il piccolo spacciatore di droga".
Il documento dei Vescovi è un nuovo grido di allerta perché "il narcotraffico sta instaurando la propria legge che divora lo Stato di diritto poco a poco, così i conflitti si risolvono non nei tribunali ma con la legge del più forte e la violenza". Tutto questo accade in una realtà che vede crescere questo flagello: “È in aumento il numero di persone che producono a casa il ‘paco’ o altro ‘preparato’ dannoso e quindi, senza scrupoli, lo vendono, aggiungendo l'oltraggio di mandare i propri figli o nipoti a vendere la droga”.
I Vescovi incoraggiano i giudici che "rischiando la propria vita e quella delle loro famiglie” a compiere “fino in fondo la propria missione".
Il testo era già stato proposto e approvato nella 110.ma Assemblea Plenaria della CEA, svoltasi dall’8 al 13 novembre, ma per la pubblicazione si è atteso che si svolgessero prima le elezioni.
(CE) (Agenzia Fides, 02/12/2015)
Il comunicato della CEA pervenuto a Fides, afferma: "In molte parti del paese si vive in una grande impotenza istituzionale, reclamando la responsabilità di chi governa e di tutti i legislatori e membri della magistratura: sono necessarie politiche statali appropriate ed esplicite, in modo concreto e costante, per eliminare il grande traffico di droga e il piccolo spacciatore di droga".
Il documento dei Vescovi è un nuovo grido di allerta perché "il narcotraffico sta instaurando la propria legge che divora lo Stato di diritto poco a poco, così i conflitti si risolvono non nei tribunali ma con la legge del più forte e la violenza". Tutto questo accade in una realtà che vede crescere questo flagello: “È in aumento il numero di persone che producono a casa il ‘paco’ o altro ‘preparato’ dannoso e quindi, senza scrupoli, lo vendono, aggiungendo l'oltraggio di mandare i propri figli o nipoti a vendere la droga”.
I Vescovi incoraggiano i giudici che "rischiando la propria vita e quella delle loro famiglie” a compiere “fino in fondo la propria missione".
Il testo era già stato proposto e approvato nella 110.ma Assemblea Plenaria della CEA, svoltasi dall’8 al 13 novembre, ma per la pubblicazione si è atteso che si svolgessero prima le elezioni.
(CE) (Agenzia Fides, 02/12/2015)
AMERICA/PARAGUAY - Sempre più numerosi i fedeli alla novena alla Madonna di Caacupé
Caacupé (Agenzia Fides) – Il Vescovo castrense, Sua Ecc. Mons. Adalberto Martinez Flores, ha celebrato la Messa del mattino del primo dicembre, quarto giorno della novena in onore della Madonna dei Miracoli di Caacupé, davanti a centinaia di fedeli convenuti nella basilica. Durante la Messa, alla quale hanno partecipato le principali autorità militari e di polizia, il Vescovo ha pregato in particolare per la liberazione del sottufficiale di polizia Edelio Morínigo (rapito da 516 giorni) e di Abraham Fehr (117 giorni), che sono stati sequestrati dall’auto-nominato “Esercito del Popolo Paraguaiano” (EPP): "Esortiamo i loro rapitori a lasciarli andare liberi, per ricongiungersi alle loro famiglie in questi giorni di Natale. Preghiamo anche per la forza delle loro famiglie".
Mons. Martinez ha detto: "il Signore è misericordioso e giusto, la sua misericordia e la giustizia divina vanno di pari passo, quindi questo dovrebbe ispirarci a temere il Signore, lasciando perdere le armi della violenza distruttiva per prendere ed esercitare il lavoro costruttivo, la solidarietà e la convivenza pacifica del nostro popolo".
La nota inviata all’Agenzia Fides da una fonte locale riporta che migliaia di paraguaiani, come ogni anno, si recano al Santuario di Nostra Signora di Caacupé, a circa 55 chilometri da Asunción, per festeggiare la Patrona della nazione e partecipare alla novena che si concluderà con il pellegrinaggio e la Messa solenne dell’8 dicembre. La devozione alla Madonna di Caacupé ha origine nel 1600, quando un indigeno guaranì lavorò sul legno una immagine della Madonna. La devozione popolare con il passare degli anni ha fatto crescere la fama del Santuario dedicato alla Madonna di Caacupé, che è diventato il più frequentato della nazione.
(CE) (Agenzia Fides, 02/12/2015)
Mons. Martinez ha detto: "il Signore è misericordioso e giusto, la sua misericordia e la giustizia divina vanno di pari passo, quindi questo dovrebbe ispirarci a temere il Signore, lasciando perdere le armi della violenza distruttiva per prendere ed esercitare il lavoro costruttivo, la solidarietà e la convivenza pacifica del nostro popolo".
La nota inviata all’Agenzia Fides da una fonte locale riporta che migliaia di paraguaiani, come ogni anno, si recano al Santuario di Nostra Signora di Caacupé, a circa 55 chilometri da Asunción, per festeggiare la Patrona della nazione e partecipare alla novena che si concluderà con il pellegrinaggio e la Messa solenne dell’8 dicembre. La devozione alla Madonna di Caacupé ha origine nel 1600, quando un indigeno guaranì lavorò sul legno una immagine della Madonna. La devozione popolare con il passare degli anni ha fatto crescere la fama del Santuario dedicato alla Madonna di Caacupé, che è diventato il più frequentato della nazione.
(CE) (Agenzia Fides, 02/12/2015)
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domenica 21 giugno 2015
Bollettino Fides News del 20 giugno 2015
EUROPA/SPAGNA - Per il “diritto a giocare senza giocarsi la vita” di milioni di bambini rifugiati e sfollati
Madrid (Agenzia Fides) – Si celebra oggi, 20 giugno, la Giornata Mondiale del Rifugiato. Il fenomeno della migrazione diventa sempre più allarmante, aggravato dai conflitti sparsi in tutto il mondo. Le persone sfollate o richiedenti asilo continuano ad aumentare e i bambini costituiscono la fascia più vulnerabile (vedi Agenzia Fides 19/06/2015). Guerre come quelle in corso in Africa hanno provocato finora lo sfollamento forzato di oltre 14 milioni di persone. Solo in sud Sudan più di un milione di bambini sono nati in campi profughi e non hanno mai avuto alcuna possibilità di vivere la loro età.
Tra le varie iniziative in tuttl i continenti, la campagna “Diritto a giocare senza giocarsi la vita” promossa dalla ong spagnola Entreculturas dei gesuiti, è impegnata a favore dell’istruzione, di opportunità che possano offrire stabilità e speranza a bambini e giovani in situazioni di emergenza. Nei Paesi colpiti dai conflitti armati, l’istruzione infatti può giocare un ruolo molto importante per la promozione di una cultura di pace, educando ai valori, alla tolleranza a alla convivenza. Negli Stati Arabi, del totale di minori rifugiati e sfollati, più dell’ 87% non hanno accesso alla scuola. Dei quasi 5 milioni di bambini siriani in età scolare, circa 2 milioni non vanno a scuola nel Paese.
In questi contesti di violenza generalizzata, risulta impossibile frequentare sia per la distruzione delle infrastrutture e delle istituzioni scolastiche che per la mancanza di risorse umane. In molti Paesi, andare a scuola è diventata una attività ad altissimo rischio per la vita dei bambini. Infatti, nell’ultimo decennio, è aumentata anche la violenza contro scuole, studenti o insegnanti. L’obiettivo di Entreculturas è che questi minori possano godere del loro diritto a giocare e apprendere in libertà, senza giocarsi la vita, che possano recuperare la loro infanzia per aspirare al futuro che desiderano e che ogni essere umano ha diritto di avere. (AP) (20/6/2015 Agenzia Fides)
Tra le varie iniziative in tuttl i continenti, la campagna “Diritto a giocare senza giocarsi la vita” promossa dalla ong spagnola Entreculturas dei gesuiti, è impegnata a favore dell’istruzione, di opportunità che possano offrire stabilità e speranza a bambini e giovani in situazioni di emergenza. Nei Paesi colpiti dai conflitti armati, l’istruzione infatti può giocare un ruolo molto importante per la promozione di una cultura di pace, educando ai valori, alla tolleranza a alla convivenza. Negli Stati Arabi, del totale di minori rifugiati e sfollati, più dell’ 87% non hanno accesso alla scuola. Dei quasi 5 milioni di bambini siriani in età scolare, circa 2 milioni non vanno a scuola nel Paese.
In questi contesti di violenza generalizzata, risulta impossibile frequentare sia per la distruzione delle infrastrutture e delle istituzioni scolastiche che per la mancanza di risorse umane. In molti Paesi, andare a scuola è diventata una attività ad altissimo rischio per la vita dei bambini. Infatti, nell’ultimo decennio, è aumentata anche la violenza contro scuole, studenti o insegnanti. L’obiettivo di Entreculturas è che questi minori possano godere del loro diritto a giocare e apprendere in libertà, senza giocarsi la vita, che possano recuperare la loro infanzia per aspirare al futuro che desiderano e che ogni essere umano ha diritto di avere. (AP) (20/6/2015 Agenzia Fides)
AFRICA/ZIMBABWE - I giovani, l'oro dell'Africa
Harare (Agenzia Fides) – “Giovani, voi siete l'oro dell'Africa, per cui vi incoraggio ad essere i vincenti dei vostri sogni. Avete la responsabilità di essere i custodi dei vostri fratelli, migliorando il vostro futuro e quello degli altri. Coltivate in voi il desiderio di lavorare per gli Stati Uniti d'Africa”: con queste parole Lucy Chelimo, ambasciatrice del Kenya in Zimbabwe, si è rivolta ai numerosi giovani provenienti da diverse parrocchie e scuole cattoliche, che si sono ritrovati nei giorni scorsi all'Arrupe College, la scuola di lettere e filosofia dei gesuiti ad Harare, in Zimbabwe.
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides dalla curia dei gesuiti, l’occasione per la riunione è stata data dal concerto organizzato dal gruppo “Young People for Others”, guidato dal giovane gesuita dello Zimbabwe Batanai Padya. Il gruppo lavora per ispirare e stimolare altri giovani a fare di più per la società e in particolare per le opere di carità. L’incontro di Harare aveva lo scopo di riunire giovani africani di diverse nazionalità per condividere le loro culture e idee e riscoprire l'orgoglio per le proprie radici. Durante la giornata i giovani africani hanno infatti esibito il loro talento in diverse manifestazioni artistiche, testimoniando così la ricchezza e la multiformità della cultura africana. (SL) (Agenzia Fides 20/6/2015)
Secondo le informazioni inviate all’Agenzia Fides dalla curia dei gesuiti, l’occasione per la riunione è stata data dal concerto organizzato dal gruppo “Young People for Others”, guidato dal giovane gesuita dello Zimbabwe Batanai Padya. Il gruppo lavora per ispirare e stimolare altri giovani a fare di più per la società e in particolare per le opere di carità. L’incontro di Harare aveva lo scopo di riunire giovani africani di diverse nazionalità per condividere le loro culture e idee e riscoprire l'orgoglio per le proprie radici. Durante la giornata i giovani africani hanno infatti esibito il loro talento in diverse manifestazioni artistiche, testimoniando così la ricchezza e la multiformità della cultura africana. (SL) (Agenzia Fides 20/6/2015)
AFRICA/SUD SUDAN - Crimini e brutalità contro i minori vittime di una guerra fratricida
Juba (Agenzia Fides) - La violenza contro i bambini del Sud Sudan ha raggiunto un nuovo picco di brutalità. Le forze armate del Sud Sudan continuano a commettere crimini atroci contro i minori. Le piccole vittime subiscono violenze di ogni genere, vengono castrate, mutilate, decapitate. Da un comunicato diffuso dall’Unicef risulta che, nel corso del conflitto civile che sta distruggendo il Paese da un anno e mezzo, decina di migliaia di bambini sono stati assassinati negli ultimi 18 mesi di scontri. Almeno 129 sono morti a maggio nello Stato settentrionale di Unity, scenario dei peggiori combattimenti dall’inizio della guerra civile a dicembre del 2013. Il conflitto è degenerato in una guerra fratricida caratterizzata da massacri etnici, violenze di massa e lo sfruttamento di bambini soldato. Migliaia di minori sono stati sequestrati per costringerli a combattere, attualmente sono circa 13 mila. Circa 250 mila piccoli rischiano di morire di fame, mentre due terzi dei 12 milioni di abitanti del Paese hanno bisogno di aiuti urgenti. Tra questi, 4 milioni e mezzo rischiano di ritrovarsi senza generi alimentari. (AP) (20/6/2015 Agenzia Fides)
AMERICA/ARGENTINA - Dialogo e riconciliazione, lotta alla corruzione, alla povertà e alla droga per superare la crisi
Buenos Aires (Agenzia Fides) – La crisi economica e istituzionale del Paese si supera attraverso il dialogo, indignandosi per la corruzione, provando compassione ed essendo operatori di riconciliazione. E’ il parere di Sua Ecc. Mons. Jorge Casaretto, Vescovo emerito di San Isidro e membro della Commissione Episcopale per la Pastorale Sociale, che si è espresso durante un incontro di lavoro organizzato dall'Associazione Imprenditori Dirigenti (ADE).
“E’ necessario pensare a un nuovo progetto di paese che comprenda 4 o 5 punti di base, e lavorare per combattere la povertà, che secondo l’Osservatorio sociale della UCA raggiunge il 25% della popolazione” ha sottolineato Mons. Casaretto, evidenziando la necessità di dialogare e di giungere ad un accordo per combattere la corruzione e sradicare il traffico di droga. Su questo tema ha aggiunto, secondo le informazioni di Aica: “Dobbiamo perseguire e arrestare i leader, non c’è altro modo… la povertà è aumentata in Argentina per la debolezza della giustizia".
Il Vescovo ritiene necessaria una nuova leadership, che lavori per la riconciliazione e metta fine alla classificazione “amico o nemico” dell’altro, considerandolo come fratello anche se lui la pensa diversamente. Riguardo poi al sistema di istruzione, ha evidenziato che "la scuola di qualità è necessaria, tuttavia sono richiesti anche dei centri di sostegno perché possano accedere ad una preparazione migliore i ragazzi che non possono andare avanti per il loro stato di malnutrizione e dipendenza”. Il sistema scolastico inoltre “dovrebbe essere collegato alle politiche del lavoro”. (SL) (Agenzia Fides 20/6/2015)
“E’ necessario pensare a un nuovo progetto di paese che comprenda 4 o 5 punti di base, e lavorare per combattere la povertà, che secondo l’Osservatorio sociale della UCA raggiunge il 25% della popolazione” ha sottolineato Mons. Casaretto, evidenziando la necessità di dialogare e di giungere ad un accordo per combattere la corruzione e sradicare il traffico di droga. Su questo tema ha aggiunto, secondo le informazioni di Aica: “Dobbiamo perseguire e arrestare i leader, non c’è altro modo… la povertà è aumentata in Argentina per la debolezza della giustizia".
Il Vescovo ritiene necessaria una nuova leadership, che lavori per la riconciliazione e metta fine alla classificazione “amico o nemico” dell’altro, considerandolo come fratello anche se lui la pensa diversamente. Riguardo poi al sistema di istruzione, ha evidenziato che "la scuola di qualità è necessaria, tuttavia sono richiesti anche dei centri di sostegno perché possano accedere ad una preparazione migliore i ragazzi che non possono andare avanti per il loro stato di malnutrizione e dipendenza”. Il sistema scolastico inoltre “dovrebbe essere collegato alle politiche del lavoro”. (SL) (Agenzia Fides 20/6/2015)
AMERICA/BOLIVIA - Come realizzare la “trasformazione missionaria” della Chiesa ?
Cochabamba (Agenzia Fides) – Sacerdoti, religiosi e religiose impegnati nell’animazione pastorale delle comunità della Bolivia, avranno l’occasione di apprendere le nozioni ed i principi cui ispirarsi per attuare la trasformazione missionaria della Chiesa. La Conferenza Episcopale Boliviana, il Centro Missionario Maryknoll in America Latina e l'Istituto Latino-americano di Missionologia, hanno quindi promosso un corso semiresidenziale che vuole aprire uno spazio di formazione in cui riflettere e progettare processi di trasformazione missionaria della Chiesa, in linea con l'invito di Papa Francesco, la V Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano tenutasi ad Aparecida e la Conferenza Episcopale Boliviana.
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, il corso è articolato in quattro moduli: Visione storica e riflessione sulla missione in America Latina; Discepolato missionario: teologia, spiritualità e conversione pastorale; Proposte progettuali per la programmazione pastorale; Esperienze di trasformazione missionaria della Chiesa. Quattro saranno gli incontri nazionali residenziali di due giorni ciascuno: il primo a Cochabamba il 28 e 29 luglio, mentre la conclusione sarà il 16 dicembre. Inoltre è prevista la partecipazione continua attraverso i social network, con l’aiuto di una équipe.
Partendo dalla Esortazione apostolica “Evangelii gaudium” e dal documento di Aparecida, che ha invitato a lavorare perché l’opzione missionaria “impregni tutte le strutture ecclesiali e tutti i piani pastorali”, la Chiesa boliviana avverte che tutto questo presuppone “un rinnovamento e una conversione pastorale ed ecclesiale, una Chiesa in stato di missione che superi ogni tentazione di chiusura, il pessimismo sterile, la mondanità spirituale, le divisioni interne, che abbandoni il clericarismo e rivaluti i laici e in particolare le donne”. (SL) (Agenzia Fides 20/6/2015)
Secondo le informazioni pervenute all’Agenzia Fides, il corso è articolato in quattro moduli: Visione storica e riflessione sulla missione in America Latina; Discepolato missionario: teologia, spiritualità e conversione pastorale; Proposte progettuali per la programmazione pastorale; Esperienze di trasformazione missionaria della Chiesa. Quattro saranno gli incontri nazionali residenziali di due giorni ciascuno: il primo a Cochabamba il 28 e 29 luglio, mentre la conclusione sarà il 16 dicembre. Inoltre è prevista la partecipazione continua attraverso i social network, con l’aiuto di una équipe.
Partendo dalla Esortazione apostolica “Evangelii gaudium” e dal documento di Aparecida, che ha invitato a lavorare perché l’opzione missionaria “impregni tutte le strutture ecclesiali e tutti i piani pastorali”, la Chiesa boliviana avverte che tutto questo presuppone “un rinnovamento e una conversione pastorale ed ecclesiale, una Chiesa in stato di missione che superi ogni tentazione di chiusura, il pessimismo sterile, la mondanità spirituale, le divisioni interne, che abbandoni il clericarismo e rivaluti i laici e in particolare le donne”. (SL) (Agenzia Fides 20/6/2015)
venerdì 27 giugno 2014
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Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro
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