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martedì 5 gennaio 2021

Anno Santo Giacobeo, Barrio:"Alla Casa del Señor Santiago porte aperte a tutti gli uomini"

 



Monsignor Julián Barrio Barrio, arcivescovo di Santiago de Compostela, il 31 dicembre, ha aperto la Porta Santa della Cattedrale di Santiago e ha invocato dal Santo apostolo Giacomo "la speranza che aiuta a superare l'angosciosa preoccupazione per il presente e lo scetticismo che ostacola l'esercizio della carità”

Tiziana Campisi - Città del Vaticano 

"La Casa del Señor Santiago apre le sue porte a tutti gli uomini". Così si è espresso monsignor Julián Barrio Barrio, arcivescovo di Santiago de Compostela, il 31 dicembre, all’apertura della Porta Santa della Cattedrale di Santiago, durante una cerimonia liturgica ricca di simbolismi, presenziata – si legge sulla pagina web dell’arcidiocesi - dal Nunzio, monsignor Bernardito Auza, dal cardinale emerito della capitale spagnola, monsignor Antonio María Rouco Varela, nonché dai vescovi della Provincia ecclesiastica di Santiago, e da altri presuli, tra cui l'ex ausiliare di Santiago e attuale titolare della diocesi di Astorga, monsignor Jesús Fernández González. Dopo la processione cerimoniale, monsignor Barrio ha colpito la Porta Santa con un martello per entrare nella Basilica Compostelana e presiedere l'Eucaristia all'Altare Maggiore. “Ho bussato alla porta della misericordia, convinto che a chi bussa venga aperto", ha osservato l'arcivescovo. “L'Anno Santo è già iniziato - ha detto - in circostanze particolari che dobbiamo affrontare con ‘la speranza cristiana che è audace, sa guardare oltre la comodità personale, le piccole sicurezze e compensazioni che restringono l'orizzonte, per aprirsi a grandi ideali che rendono la vita più bella e dignitosa’".






La preghiera all'Apostolo e il dono dell'Anno Santo

"Santo Apostolo - ha esclamato - fai in modo che da qui si rafforzi la speranza che aiuta a superare l'angosciosa preoccupazione per il presente e lo scetticismo che ostacola l'esercizio della carità”, perché questo ora “è il momento di pregare, di amare, di andare incontro agli altri con opere di misericordia, rivitalizzando la fraternità”.
Il presule, nella sua omelia, ha spiegato come il dono dell’Anno Santo, nell’esperienza di fede, venga accolto “per risvegliare in noi la capacità di distinguere l'essenziale da ciò che non lo è e di scoprire la grandezza dell'amore e della misericordia di Dio che cerca e accoglie ciascuno di noi, ci chiama alla conversione e a superare la paura che non è propria di chi si sente amato”. L'Anno Santo non è una fuga spiritualista – ha precisato - ma “un impegno a discernere la realtà in modo cristiano, in mezzo alla crisi antropologica, spirituale, culturale e sanitaria che ha visto radicalmente scosse le fondamentali certezze della vita degli esseri umani”. “Rendere Dio presente – ha aggiunto - è un bene per la società”.



Più coesione nel mondo

La Casa di Santiago, dunque, apre le sue porte a tutti i popoli, “per testimoniare al mondo d'oggi la fede, la speranza e l'amore per il Signore e per coloro che egli ama con un affetto speciale", per rafforzare la coesione della società e dare un significato più profondo all'attività quotidiana dell'uomo, contribuendo ad evitare “l'indebolimento dei valori spirituali e il deterioramento della morale e del senso di responsabilità". Ringraziando Papa Francesco per il suo messaggio e tutte le autorità che hanno contribuito alla celebrazione dell’Anno Giacobeo 2021, monsignor Barrio ha concluso, auspicando che Santiago de Compostela possa diventare "una città di infiniti riferimenti per innumerevoli persone"



giovedì 31 luglio 2008

Interpretazione laica?


Nella Cattedrale dell’Apostolo Giacomo a Santiago di Compostela in Spagna, esiste un’immenso turibolo (el botafumeiro) d’argento massiccio, alto quasi quanto un uomo e di peso assai rilevante, che nelle cerimonie liturgiche viene sollevato con un grosso cavo manovrato da parecchi addetti, spargendo intense nuvole d’incenso sui fedeli.
L’origine storica di una così massiccia "odorificazione" della Cattedrale pare derivi - più che da esigenze liturgiche - dal fatto che nel Medioevo moltissimi pellegrini non trovavano alloggio in città, pernottando all'interno della chiesa: al mattino, quindi, l’aria era impregnata dagli effluvi corporali dei fedeli e l’incenso mascherava tutti gli odori!

domenica 27 luglio 2008

Commenti alla parola domenicale: 27 luglio 2008


PELLEGRINI A SANTIAGO DE COMPOSTELA


Un po’ di storia

GIACOMO L'APOSTOLO

Giacomo, figlio di Zebedeo, pescatore, era uno dei 12 apostoli, come il fratello Giovanni l'Evangelista. Dopo la resurrezione di Cristo per molti anni girò la penisola iberica per compiere l'opera di evangelizzazione. Tornato in Palestina fu fatto decapitare dal re Erode Agrippa, che temeva che l'apostolo acquisisse un eccessivo potere; i suoi discepoli Attanasio e Teodoro ne raccolsero il corpo e lo trasportarono segretamente con una nave nei luoghi della predicazione. Sbarcati nei pressi di Finisterre si addentrarono in Galicia e gli diedero sepoltura.

Nei secoli successivi si perse traccia del sepolcro. Nell'anno 813 l'eremita Pelayo vide, per molti giorni successivi, una pioggia di stelle cadere sopra un colle. Una notte gli apparve in sogno San Giacomo che gli svelò che il luogo delle luci indicava la sua tomba. L'abate rimosse la terra che nei secoli si era depositata e scoprì il sepolcro. Ne diede notizia al Vescovo locale Teodomiro che confermò la veridicità dell'accaduto. La notizia giunse presto al papa ed ai principali sovrani cattolici dell'epoca. Di qui iniziò il culto di Santiago (il nome è la contrazione di San Giacomo). Fu costruita una piccola chiesa sul luogo del sepolcro; ben presto sorse intorno una città che fu denominata Santiago de Compostela (da campus stellae)

I PELLEGRINAGGI

Da alcuni secoli gli arabi si erano insediati e dominavano la Spagna del Sud e quella Centrale: San Giacomo divenne il simbolo ed il protettore della reconquista, il processo di riappropriazione da parte dei principi spagnoli della parte della penisola occupata dai Mori. San Giacomo fu quindi raffigurato come santo-guerriero (e denominato matamoro = uccisore dei mori). Si dice che numerose volte il santo sia intervenuto in modo decisivo per aiutare i cristiani a sconfiggere i mori nelle tante battaglie combattute nei secoli successivi (la reconquista si compì nel 1492 con la definitiva sconfitta degli arabi da parte del re Ferdinando e della Regina Isabella "la cattolica")

Subito dopo la scoperta del sepolcro iniziarono i pellegrinaggi. I pellegrini confluivano qui da ogni parte d'Europa: la via lattea indicava la direzione da seguire. Il flusso in alcune epoche divenne imponente.

Alla partenza veniva compiuto il rito della vestizione con la consegna della bisaccia e del bordone (il bastone). Il pellegrino alla partenza si spogliava degli averi e spesso doveva vendere o ipotecare i beni per potersi finanziare il viaggio. Faceva testamento e dava disposizioni per il governo del patrimonio in sua assenza.

La scelta di fare un pellegrinaggio era generalmente una libera decisione personale:

per chiedere una grazia, per adempiere ad un voto, per una ricerca religiosa personale.

Tuttavia in molti casi era imposto come pena dal giudice o come penitenza dal confessore per colpe o peccati di particolare gravità. Chi era ricco poteva mandare una persona a fare il pellegrinaggio per proprio conto.

I pellegrini viaggiavano solitamente in gruppo, per sostentarsi e proteggersi reciprocamente: i pericoli erano rappresentati dallo stato spesso precario delle strade, dalle catastrofi naturali e soprattutto dai banditi che infestavano le strade.

Lungo il percorso si sviluppò una rete di servizi per il sostentamento dei pellegrini: chiese, monasteri, alloggi, ospizi, ospedali, locande, molti dei quali ancora visibili ai nostri giorni. Lungo il cammino nacquero paesi e città, furono costruite strade, ponti. Della protezione dei pellegrini dagli assalti dei briganti si occuparono per un lungo periodo molti ordini ospitaleri: tra essi principalmente i Templari (fino al loro scioglimento – sec. XIII). Molti re e personaggi noti effettuarono il pellegrinaggio: San Francesco fu uno di questi.

Il pellegrinaggio a Santiago de Compostela ebbe una rapida diffusione nel mondo cristiano, nel quadro del rifiorire della spiritualità che caratterizzò l'inizio del secondo millennio. Dante Alighieri parla di tre grandi vie di pellegrinaggio:

- una diretta a Gerusalemme - i pellegrini erano detti "palmieri" (le palme d'oltremare); la palma era anche il simbolo del pellegrinaggio;

- una diretta a Roma - i pellegrini erano detti "romei" (da Roma); il simbolo era la croce;

- una diretta a Santiago - erano i "pellegrini" propriamente detti (il luogo più lontano, più peregrino); il simbolo era la conchiglia.

Il pellegrinaggio verso Santiago ebbe periodi di maggiore o minore partecipazione. Fu sostenuto e promosso soprattutto dalla componente più illuminata ed evangelica della Chiesa.

Nel secolo XVIII iniziò un progressivo declino. La maggior parte delle strutture di accoglienza cadde in abbandono; altre cambiarono destinazione d'uso. Una ripresa è iniziata negli anni '80. Un decisivo contributo è stato dato dalla visita del papa Giovanni Paolo II a Santiago nell'anno 1989, in concomitanza con l'incontro mondiale della gioventù: mezzo milione di giovani convennero a Santiago da ogni parte del mondo.

Il 25 luglio ricorre la festa di San Giacomo. Quando questa giornata ricorre di domenica l'anno relativo viene dichiarato Anno Santo Compostellano. L'ultimo è stato nel 2004. Il prossimo sarà nel 2010.

venerdì 25 luglio 2008

In ritardo pubblichiamo....

FAEDIS, CHIESA DI SAN GIACOMO
I pellegrini del cammino di Santiago si incontrano versione testuale
Appuntamento domani per centinaia di fedeli friulani

FAEDIS (24 luglio, ore 12) - Primo incontro tra i pellegrini friulani che hanno percorso il cammino di Santiago di Compostela. L’appuntamento è previsto per domani, nella chiesa di San Giacomo, presso il castello di Cugagna a Faedis. L’iniziativa è stata organizzata, dall’Istituto per la ricostruzione del castello di Cucagna e Zucco, in collaborazione con la parrocchia a un anno dalla riapertura al culto della chiesa. Sono tantissimi i friulani che hanno affrontato il cammino a piedi di 800 km verso Santiago. “Quest’anno abbiamo voluto festeggiare la solennità di San Giacomo - spiega il direttore dell’Istituto, Roberto Raccanello - invitando chi ha fatto tutto il cammino a piedi. oltre persone affrontano questo percorso non solo per devozione. C’è chi sente la necessità, in questi momenti di frenesia totale di ritrovare se stesso". Il programma dell’incontro prevede alle 17 la processione verso la chiesa, poi alle 18 l’Arcivescovo di Udine mons. Pietro Brollo celebrerà la Messa. La giornata si chiuderà con una conferenza di Alessio Persic, studioso di fama della tradizione jacopea.

Migliaia di fedeli e di pellegrini a Santiago de Compostela per celebrare la memoria liturgica di San Giacomo

E la cittá di Santiago di Compostela, capitale amministrativa della regione spagnola della Galizia, ha celebrato secondo un rituale di lunga tradizione la festivitá dell’apostolo San Giacomo . Migliaia di fedeli, provenienti dalla città e da tutta la regione, hanno partecipato alle numerose manifestazioni che hanno luogo in questa cittá, dal 1985 Patrimonio dell’UNESCO, mentre altri circa 1.300 pellegrini hanno voluto far coincidere il loro arrivo con il 25 luglio, dopo aver percorso il Cammino di Santiago. La cronaca di queste ore nel servizio di Ignacio Arregui:

Dopo la processione civico-religiosa nella Cattedrale-Santuario, eccezionale monumento di arte romanica che risale al XIII secolo, l’arcivescovo Julian Barrio Barrio, accompagnato da nove presuli e un gran numero di sacerdoti, ha presieduto l'Eucaristia. La personalità e la missione della Chiesa oggi, nella nostra società, è stato il tema centrale dell'omelia. Con un discorso di ampio respiro, mons. Barrio Barrio si è riferito alla responsabilità della Chiesa di oggi in Spagna nella trasmissione della fede autentica, centrata nella persona di Cristo, tanto ai singoli fedeli quanto alla societá civile. “L’azione della Chiesa è credibile ed efficace - ha affermato - solo nella misura in cui noi credenti siamo disposti ad essere fedeli a Cristo”. Riferendosi poi alla dimensione culturale della Chiesa, il presule ha affermato che “oggi abbiamo bisogno di parole autentiche per quanto riguarda il mondo, noi stessi e Dio”. E che “abbiamo bisogno di riscoprire Dio nella nostra vita e di purificare la fede”. Parlando poi del ruolo della Chesa nella societa civile e politica, ha affermato: “La fede non puó diventare un fattore politico. Quando si tenta di assicurare la fede attraverso i poteri di questo mondo, si rischia di perdere la sua identità”. Per aggiungere, poi, che “il cristianesimo e la Chiesa hanno avuto una presenza pubblica, sempre con la dovuta distinzione reciproca tra Chiesa e Stato”. Mons. Barrio ha anche ricordato “la richezza culturale che, con l’apostolo San Giacomo ha portato il cristianesimo”.

Prima della omelia, quest’anno é stato il sindaco di Santiago di Compostela a rappresentare il re nell’atto della ofrenda, equivalente a una sorta di affidamento di tutta la nazione spagnola alla protezione di S. Giacomo. Nel suo intervento, il sindaco ha offerto un lungo elenco di questioni che oggi interessano la societá spagnola: crisi economica, immigrati, terrorismo, disoccupazione, sviluppo, dialogo e tolleranza.

Intanto, continua a crescere il numero dei pellegrini che lungo tutto l’anno - ma in modo particolare i mesi di luglio e agosto - compiono tutto intero o in parte uno dei quattro Cammini di Santiago. Il "Camino" piu lungo e anche quello piú frequentato ha come punto di partenza la cittá di Saint-Jean-pied.de Port, in Francia: attraversa i Pirenei e continua per il nord della Spagna fino a Compostela. Questo itinerario è lungo 775 chilometri e si completa normalmente in 25 giorni di marcia a piedi. Lungo il 2007, sono stati registrati oltre 114 mila pellegrini che hanno ricevuto il certifiato di accredito, dopo aver fatto a piedi almeno una buona parte del Cammino. Il próssimo anno giubilare é previsto per il l 2010.

Fonte: oecumene.radiovaticana.org

domenica 20 luglio 2008

Il Papa saluta l’Australia, nel 2011 raduno dei giovani cattolici a Madrid

Il prossimo incontro con i giovani sarà a Madrid. Il Papa ha salutato l’Australia e annunciato la prossima Giornata mondiale della gioventù, tra tre anni.

Alla messa finale all’ippodromo di Sidney davanti a circa 350mila fedeli il Papa ha esortato i giovani a essere “profeti di speranza” e a costruire un mondo dove la vita “sia accolta e non respinta”, un’allusione all’opposizione della Chiesa all’aborto.

“Nelle nostre società troppo spesso accanto alla prosperità materiale si sta estendendo un deserto spirituale: un vuoto interiore, una paura senza nome e un silenzioso sentimento di disperazione”, ha detto Benedetto XVI.

Durante la sua visita in Australia il Papa si è scusato apertamente per gli abusi sessuali commessi dai sacerdoti cattolici e chiesto che i preti pedofili siano giudicati. Benedetto XVI ha detto di condividere il dolore delle vittime che hanno replicato di non accontentarsi di parole, ma di volere fatti e di voler essere ricevute dal Papa.

Nel 2011 la giornata mondiale della gioventù tornerà in Spagna, 22 anni dopo quella celebrata a Santiago de Compostela dall’inventore del raduno dei giovani cattolici, Giovanni Paolo II.

sabato 19 luglio 2008

La GMG di Sydney vissuta dai giovani nel mondo

Gli echi della GMG di Sydney si riverberano e si riflettono nel mondo anche attraverso molteplici iniziative promosse al di fuori dell'Australia: nel sud della Repubblica Ceca, a Velehrad, migliaia di giovani che non hanno potuto raggiungere Sydney, celebrano una GMG simultanea a quella australiana. Tra i partecipanti, ci sono ragazzi provenienti anche da Polonia e Ungheria. L’incontro prevede la Via Crucis, la Veglia e la Messa finale. A Varsavia, i vescovi polacchi hanno organizzato una serie di eventi per far vivere ai giovani rimasti in patria l’atmosfera della GMG: tra questi, dibattiti, spettacoli teatrali e concerti. Grande fermento anche in Spagna, dove in questi giorni i giovani della diocesi di Madrid si incontrano nella cattedrale di Santa María la Real de la Almudena. Per i giovani di Santiago di Compostela l’incontro è nel Seminario Minor de Belvís; quelli di Huelva si ritrovano nella Aldea del Rocio. Per i giovani spagnoli che non sono potuti andare a Sydney, sono in programma veglie di preghiera, celebrazioni eucaristiche, confessioni e momenti musicali. In Svizzera, poi, molti giovani si sono riuniti a S. Maurice, nel canton Vallese: “Ogni giorno – scrivono sul blog della GMG - riceviamo notizie dai nostri 'rappresentanti' alla Giornata mondiale della gioventù di Sydney e guardiamo ciò che viene vissuto dall’altra parte del mondo, per cui siamo molto felici di poter dire: Anche noi abbiamo visto il Papa!”. I giovani svizzeri stanno costruendo in questi giorni “La via della pace” con pietre sulle quali incidono i loro nomi, segno dell’impegno a favore della pace nel mondo. “Questa Via – spiegano gli organizzatori dell’incontro – vuole essere una risposta all’appello di Giovanni Paolo II ai giovani svizzeri (“È il tempo di agire”), perché il desiderio di pace non rimanga una semplice parola”. L’arcidiocesi di Maracaibo ha esortato i giovani a prendere parte alla ‘Festa della Gioventù 2008’, previsto domani. In Colombia, la cattedrale di Bogotà sarà sede di un incontro con spazi di preghiera, momenti di catechesi e condivisione. L’arcidiocesi di San Paolo del Brasile ha organizzato per oggi una veglia e una celebrazione eucaristica. In Iraq, si è chiusa inoltre, con una processione eucaristica la GMG della diocesi di Erbil e Amadiyah. All’incontro hanno partecipato migliaia di giovani provenienti anche dal Libano, dall’Australia e dalla Francia. Sul tema “Testimoni nella forza dello Spirito” e con la partecipazione di migliaia di giovani provenienti da Francia, Spagna, Germania, Inghilterra e Italia, è in corso infine la “GMG di Lourdes”. I pellegrini possono seguire alcuni eventi di Sydney e unirsi anche alle celebrazioni per il 150.mo delle apparizioni di Lourdes attraverso il “Cammino del Giubileo”. (A.L.)

Fonte: oecumene.radiovaticana.org

giovedì 17 luglio 2008

UMBRIA: 24 LUGLIO RATIFICA GEMELLAGGIO ASSISI-SANTIAGO DE COMPOSTELA


(ASCA) - Assisi, 17 lug - L'Amministrazione Comunale sta preparando la trasferta dal 23 al 25 luglio a Santiago De Compostela per la ''ratifica conclusiva in Spagna'' del gemellaggio con Assisi gia' firmato (per la parte italiana) nel maggio scorso durante l'ultima edizione del Calendimaggio. La Delegazione Ufficiale sara' composta dal Sindaco di Assisi Claudio Ricci, dal Presidente del Consiglio Comunale Lucio Cannelli, dagli Assessori Daniele Martellini (Delega ai Gemellaggi), Leonardo Paoletti (Delega alla Cultura che percorrera' a piedi, con un gruppo di assisani, l'ultimo tratto del ''Cammino di Santiago''), Moreno Massucci, i Consiglieri Comunali Sandro Elisei e Claudia Travicelli. La Delegazione sara' accompagnata dal cerimoniere Gianfranco Chiappini e dal Prof. Paolo Caucci che ha seguito il gemellaggio e che e' considerato il ''massimo esperto di cultura spagnola legata al Cammino di Santiago''.

La cerimonia di gemellaggio e' prevista nella mattinata del 24 Luglio vigilia della festa dell'Apostolo Giacomo in programma il 25 Luglio. Saranno presenti le massime autorita' di Spagna, essendo la Festa Nazionale, il Delegato del Re e il Ministro Generale dell'Ordine dei Frati Minori. Si tratta del terzo gemellaggio di Assisi (dopo Betlemme e San Francisco) il primo - si legge in una nota - che Santiago De Compostela attiva con una citta' italiana. San Francesco fu pellegrino, secondo i Fioretti, a Santiago dove sono presenti tanti segni, monumenti, monasteri e chiese che si ispirano al Santo di Assisi. Gia' nel 1216 Assisi (Porziuncola), Santiago, Roma e la Terra Santa erano i quattro luoghi ''mete principali'' dei pellegrinaggi europei legati all'indulgenza.

Sono molti i legami ''storici e spirituali'' fra le due citta' (''Patrimonio dell'Unesco'') i cui Santi sono ''Patroni dei rispettivi paesi''. Il gemellaggio si pone l'obiettivo della reciproca valorizzazione culturale, attraverso il ''ricongiungimento'' del ''Cammino di Santiago con il Cammino di San Francesco''. Sul piano economico-turistico gia' ad ottobre (da venerdi' 10 a domenica 12), in occasione dell'altra Festa Nazionale, nel giorno della scoperta dell'America, c'e' l'ipotesi di organizzare un ''pacchetto turistico'', utilizzando un ''aereo speciale'', Assisi - Santiago De Compostela, i cui particolari saranno diffusi nelle prossime settimane. Il volo e' previsto che parta dallo scalo di Sant'Egidio (l'aeroporto dell'Umbria) con pista sulla piana di Assisi.

mercoledì 16 luglio 2008

Santiago di Compostela: lungo il cammino Dai Pirenei a Santiago, per un percorso di oltre 800 chilometri, che sin dal IX secolo ha accolto pellegrini

  • Vetrina sul Cammino


Un viaggio spirituale, agli antipodi del turismo moderno, metafora di vita. Dove si attraversano diverse regioni, si scoprono paesaggi difformi, s'incontrano tante persone.
Dai Pirenei sino a Santiago, per un percorso di oltre 800 chilometri, che sin dal IX secolo ha ospitato le orme di ogni singolo pellegrino.

Tutto nacque da...
Si narra che l'apostolo Giacomo (Santiago) dopo aver dedicato i suoi ultimi anni di vita all'evangelizzazione della penisola iberica, fosse morto dopo esser tornato in Palestina. I suoi discepoli dalla terra santa riportarono e seppellirono il corpo in Spagna, nella regione della
Galizia. Passarono secoli. Quando intorno al IX secolo un pastore eremita vide, per alcune notti di seguito, una cascata di luci sul tumulo di un campo, sul monte Libradon (da qui il nome Compostela, da campus stellae, un campo di stelle). Finchè in sogno l'apostolo Giacomo rivela al pastore il segreto del suo sepolcro. Da qui inizia il terzo pellegrinaggio più sentito dai cristiani di tutto il mondo, dopo Gerusalemme e Roma.

Alcune tappe da non perdere
Dalla graziosa cittadina francese St. Jean Pied de Port si attraversano i Pirenei, dal passo di Ibaneta (circa 1.060 metri d'altezza) sino ad arrivare alla famosa Abbazia di Roncisvalle, luogo storico e mitico dove l'esercito guidato dall'imperatore Carlo Magno fu attaccato dalle popolazioni basche. La sconfitta franca divenne famosa grazie all'opera epica, la Chanson de Roland.

Da Roncisvalle verso Pamplona, dove si svolge ogni anno la festa tradizionale di San Fermin, nel cuore della regione di Navarra.

martedì 15 luglio 2008


Marcello Bedeschi, memoria storica delle Gmg

Quando le Giornate mondiali raccontano il cambiamento

Dalla prima all’ultima tutte in un fiato. Marcello Bedeschi, Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventu’ le Gmg le ha fatte tutte, dalla prima che si e’ svolta a Roma, all’ultima di questi giorni che si apre in Australia. Ma quella che non dimentichera’ mai e’ Roma 2000.

“Il Papa era veramente gioioso – ricorda -. Chi dimentichera’ le Giornate di Tor Vergata? E poi il gesto che Giovanni Paolo II fece a conclusione del Giubileo consegnando la croce ai giovani. I giovani compresero che la croce non era solo un simbolo, ma un segno significativo della presenza di Cristo nella società. Fu così che iniziò il viaggio di quella che dopo Buenos Aires venne da più parti definita come Croce pellegrina. Si andò avanti e si arrivò fino all’incontro di Santiago di Compostela – prosegue Bedeschi - e qui avvenne un’altra grande sorpresa. Pochissimi conoscevano la storia di Santiago, ma appena i giovani si avvicinarono alla figura di San Giacomo e compresero l’importanza della meta dei pellegrini a Santiago de Compostela in moltissimi si misero in cammino. Fui entusiasta nel vedere che i giovani arrivavano con tutti i mezzi: a cavallo, con le biciclette ma la maggior parte a piedi. Mi ricordo che una sera facemmo una perlustrazione in elicottero sulla via di Santiago ed era stupendo vedere migliaia e migliaia di lumi e di torce accese di giovani che camminavano verso il Santuario. Il Papa fu fortemente colpito della presenza dei giovani accorsi da tutto il mondo per incontrarlo. Poi venne Czestochowa – ricorda il Presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù - voluta proprio dal Santo Padre. Io mi trovavo a cena con il Santo Padre a Castelgandolfo e si pensava alla nuova Giornata mondiale della gioventù dopo il grande successo di Santiago. Nel Papa era forte il desiderio di fare questo incontro in Polonia. Lui non lo espresse, ma noi capimmo che anche il contesto storico e sociale richiedeva una presenza dei giovani riuniti attorno al Papa in Polonia”. Czestochowa era un deserto: veniva fuori dal periodo della dittatura comunista. “Non aveva neanche le segnalazioni sulle strade che indicavano dove si trovava Czestochowa – racconta Bedeschi - noi facemmo il primo sopralluogo e in tutta Czestochowa c’erano due telefoni con cui si poteva comunicare con il resto dell’Europa e cominciamo a lavorare. Riuscimmo con gli spagnoli e con aiuti italiani a mettere mille linee telefoniche cominciamo ad operare, il palco del Papa fu fatto in legname e anche qui abbiamo avuto un apporto enorme di giovani, vennero tanti giovani. Ma la cosa più entusiasmante che posso ricordare- quella che colpì profondamente molti ragazzi - è che tre mesi prima dell’incontro di Czestochowa si registrò l’iscrizione di 50 giovani russi. Per quanti come me organizzavano la Gmg fu un successo. Se poi si pensa che giorno dopo giorno i giovani russi raggiunsero quota 80mila giovani ci si rende conto di quali fatti straordinari stessero accadendo sotto i nostri occhi. Un fatto semplicemente eccezionale in particolare: giovani russi che partecipano alla Gmg che si teneva nella Polonia che aveva subito l’occupazione russa. L’esercito polacco mise a disposizione delle Tendopoli, dall’Italia vennero su circa 40 tir con i viveri e noi incontrammo questi giovani molti dei quali non battezzati che volevamo solamente incontrare Giovanni Paolo II”. Ancora una volta una Gmg aveva costruito un ponte di amicizia, di preghiera, di riflessione tra giovani di culture diverse. “Qualche anno dopo in Ucraina ho incontrato quei giovani, ormai adulti, che avevano partecipato all’incontro di Czestochowa. Quel momento ha segnato per sempre la loro vita. Il Santo Padre, il mattino successivo alla domenica dopo la chiusura della Giornata mondiale della gioventù sapendo di questo grande gruppo di giovani russi, prima di partire, al mattino presto decise di incontrare i giovani russi nell’area dove alloggiavano appositamente organizzata con tende. Fu lui stesso ad incontrare questi giovani e fu uno dei momenti commoventi, ricchi di intensità, ma soprattutto carichi di fede – prosegue Bedeschi -. Vedevamo dei ragazzi che si inginocchiavano per la prima volta. Molti non sapevano neanche cosa fosse il segno della croce e per la prima volta finalmente lo facevano. Tutto ciò colpì fortemente l’opinione pubblica attraverso i giornali”. Un esempio di come le Giornate mondiali hanno raccontato i cambiamenti della storia.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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