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giovedì 10 dicembre 2020

Agenzia Fides 10 diember 2020

 

EUROPA/SVIZZERA - "La vita continua e i Cantori della Stella l'accompagnano con amore": videomessaggio di Mons. Alain de Raemy
 
Friburgo (Agenzia Fides) - Il Vescovo ausiliare di Friburgo, Mons. Alain de Raemy, incaricato della pastorale giovanile nella Conferenza episcopale svizzera, ha inviato un videomessaggio ai Cantori della Stella, per incoraggiare i bambini e i loro animatori a intraprendere la loro consueta azione missionaria di questo periodo di Natale nonostante la pandemia. Nel videomessaggio in tedesco, francese e italiano, il Vescovo esorta a seguire le misure di distanziamento sociale e sottolinea l'importanza dell'azione dei Cantori della Stella per i progetti sostenuti.
"La vita continua e voi Cantori della Stella accompagnate questa vita con amore” esorta Mons. Alain de Raemy invitando a trovare nuovi modi per svolgere la loro missione quest’anno e per benedire le persone colpite dalla pandemia. “La stella di Betlemme è l'espressione di questo amore e voi continuate a cantare sotto questa stella” afferma il Vescovo, che rileva anche il difficile contesto in cui si trovano i bambini che beneficiano dei progetti sostenuti dai Cantori della Stella e l'importanza di "continuare la loro missione".
La preoccupazione di adattare l'azione dei Cantori al contesto pandemico è stata portata avanti da diversi mesi dalla responsabile dell’Infanzia Missionaria, Nadia Brügger: "Gli animatori dei gruppi hanno avuto scambi via Zoom per fare proposte compatibili con la situazione. Abbiamo pubblicato una guida per promuovere l'azione dei Cantori durante il coronavirus, nonché un piano B se il porta a porta non si possa svolgere. Infine un tour virtuale dei Cantori della Stella permette di visitare le persone via internet".
"L'azione dei Cantori della Stella porta gioia e speranza, è particolarmente importante quest'anno - sottolinea Nadia Brügger nella nota inviata a Fides -. I bambini dei progetti sostenuti hanno bisogno dei Cantori della Stella più che mai". Infatti i Cantori non solo portano la benedizione di Dio nelle case della loro località nel tempo di Natale, ma raccolgono anche donazioni a favore dei progetti di aiuto ai bambini sostenuti dall’Infanzia Missionaria. (SL) (Agenzia Fides 10/12/2020)
LINK
Il videomessaggio di Mons. Alain de Raemy ai Cantori della Stella -> https://youtu.be/E_FEeTfUKtQ
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AFRICA/ETIOPIA - Almeno 25 missionari Salesiani intrappolati nella guerra nel Tigrai
 
Addis Abeba (Agenzia Fides) - Venticinque missionari salesiani sono bloccati senza comunicazioni nella regione del Tigrai - nel nord dell'Etiopia, al centro dello scontro tra i militari regolari e le milizie del Fronte di liberazione popolare del Tigrai (TPLF). "La situazione è molto tesa, da un momento all'altro può succedere di tutto e non abbiamo informazioni perché tutto è tagliato, sia internet che il telefono", afferma all'Agenzia Fides un Salesiano da Addis Abeba. Il missionario aggiunge che i Salesiani hanno quattro comunità nel Tigrai e che "l'ultimo collegamento con una di queste è stato dieci giorni fa - con le altre non è stato possibile - e ci hanno detto che i beni essenziali cominciavano a scarseggiare, come elettricità, benzina e cibo".
Uno dei missionari di cui non si hanno notizie è lo spagnolo Alfredo Roca, di Barcellona, che ha 87 anni. “È qui da tanti anni, è arrivato negli anni '80. Era già stato durante la guerra contro il governo comunista di Mengistu e nel conflitto contro l'Eritrea, e purtroppo ha molta esperienza in queste situazioni” racconta il missionario con cui ha parlato COPE.
I 25 Salesiani svolgono attività di evangelizzazione ed educazione in quattro comunità a Adrigrat, Adwa, Mekelle e Shire - nella regione del Tigrai -, con scuole, istituti tecnici e centri giovanili dove offrono attività per gli adolescenti più indigenti. Offrono servizio a più di 5.000 bambini e giovani e a migliaia di famiglie. (L.M.) (Agenzia Fides 10/12/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Un fondo di riserva per la Caritas per sostenere le persone vulnerabili
 
Abidjan (Agenzia Fides) - Come da tradizione in Costa d'Avorio, ogni anno, la terza domenica di Avvento, la Chiesa locale dedica un'attenzione particolare al suo ramo sociale, la Caritas, attraverso la Giornata Nazionale della Caritas, il cui tema quest'anno è "Spinti dalla carità di Cristo, apriamo il nostro cuore alla miseria dei nostri fratelli e le nostre mani alla condivisione". Quest'anno è la diocesi di San Pedro, nel sud-est del Paese, che è stata scelta per ospitare le celebrazioni ufficiali, domenica 13 dicembre.
In preparazione alla giornata, la Direzione nazionale della Caritas ha deciso di precederla con una settimana di attività, la cui apertura è avvenuta domenica 6 dicembre presso la parrocchia di Saint Pierre d'Anoumabo comune di Marcory nell'arcidiocesi. da Abidjan. L'obiettivo è consentire all'intera comunità dei donatori di prepararsi al meglio.
In apertura della Settimana nazionale della Caritas, P. Jean Pierre Tiémélé, Segretario Esecutivo Nazionale della Caritas Costa d'Avorio ha fornito importanti informazioni contenute nel messaggio consegnato in questa occasione da Sua Ecc. Mons. Bruno Yedo Essoh Vescovo di Bondoukou e Presidente della Commissione episcopale per lo sviluppo umano integrale. Si tratta di istituire un Fondo di riserva della Caritas, per venire incontro alla volontà dei Vescovi ivoriani che desiderano rispondere in modo efficace alle esigenze dei più svantaggiati in ogni circostanza, in particolare durante le grandi crisi.
Ma, “una delle loro strutture, specializzata nella pastorale sociale, la Caritas, non ha risorse stabili e solide”, si legge nel messaggio di Mons. Bruno, da cui l'appello dei Vescovi a sostenere questo progetto di comunione della Chiesa cattolica” Il Fondo di Riserva della Caritas dovrebbe consentire di avviare attività generatrici di reddito per sostenere le persone vulnerabili sia a livello diocesano che a livello nazionale. La Settimana Nazionale della Caritas, il cui epicentro è domenica 13 dicembre, Giornata Nazionale della Caritas, è ricca di numerose attività tra cui incontri e visite ai malati attraverso la Caritas diocesana e parrocchiale. (S.S.) (Agenzia Fides 10/12/2020)
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AFRICA/ZIMBABWE - L'Esortazione apostolica Christus Vivit per i giovani dell’Africa australe
 
Harare (Agenzia Fides) – Come far conoscere e fare propria l'Esortazione Apostolica Christus Vivit ai giovani dell’Africa australe? È quello che si sono chiesti cappellani e leader giovanili della Regione IMBISA (Inter-Regional Meeting of the Bishops of Southern Africa) che hanno tenuto una riunione virtuale per discutere l'accoglienza e l'attuazione dell'Esortazione Christus Vivit nei loro paesi.
I partecipanti hanno condiviso le varie iniziative in corso nei rispettivi paesi per promuovere il documento papale. Rispondendo alla chiamata di Papa Francesco a "discernere i percorsi in cui gli altri vedono muri, a riconoscere il potenziale dove gli altri vedono solo pericoli", i partecipanti hanno condiviso le varie piattaforme che sono state utilizzate per "mantenere viva" la pastorale giovanile durante la pandemia Covid-19 attraverso l'uso di piattaforme di social media come YouTube, Facebook, Whatsapp e Twitter.
I partecipanti alle celebrazioni della Giornata Mondiale della Gioventù di Panama 2019 si sono lamentati della mancanza di condivisione nel pellegrinaggio, a causa della barriera linguistica: l'evento era principalmente in spagnolo e non includeva altre lingue, mentre la maggior parte dei volontari non parlava inglese, per cui alcuni iscritti hanno svolto attività diverse rispetto a quelle previste per il pellegrinaggio. Altri problemi segnalati sono stati i costi troppo alti rispetto all'Europa, la scarsità dei collegamenti aerei che hanno costretto i pellegrini a prendere diversi voli di collegamento che hanno comportato ritardi e altri disagi.
Nonostante queste sfide, ai giovani “piace fare viaggi, scoprire nuovi luoghi e persone, fare nuove esperienze” (Papa Francesco). Per questo motivo i giovani della regione IMBISA sono incoraggiati a partecipare al prossimo pellegrinaggio intercontinentale in Portogallo 2023, ponendo l'accento sulla corretta pianificazione, valutazione e preparazione spirituale per i potenziali partecipanti.
Sottolineando che la solidarietà e la cooperazione regionale sono vitali, i partecipanti hanno discusso e concordato sulla necessità di creare piattaforme di condivisione delle informazioni per i giovani della regione; intensificare i rapporti di lavoro a livello diocesano, congressuale e regionale; creare un gruppo di lavoro IMBISA per i giovani.
È stato deciso di creare un cammino per i giovani IMBISA basato sulla Christus Vivit per giugno 2021, organizzato e facilitato dal Segretariato IMBISA. Tra i partecipanti erano presenti cappellani della gioventù e dirigenti giovanili di Eswatini, Lesotho, Sao Tomé, Sudafrica e Zimbabwe. Aderiscono all’IMBISA le Conferenze Episcopali di Angola, Botswana, Eswatini, Lesotho, Mozambico, Namibia, São Tomé e Príncipe, Sudafrica e Zimbabwe. (L.M.) (Agenzia Fides 10/12/2020)
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ASIA/INDONESIA - Nella Giornata dei diritti umani, il presidente Widodo solleva il nodo della libertà di culto
 
Jakarta (Agenzia Fies) - Ci sono ancora molti problemi legati ai diritti umani in Indonesia, uno di questi è la questione della libertà di culto. Tutte le forze sociali della nazione hanno il compito di affrontare in modo congiunto la questione: è quanto ha affermato il Presidente indonesiano Joko Widodo in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, che si celebra oggi, 10 dicembre. Come appreso dall'Agenzia Fides, Widodo nel discorso commemorativo della Giornata, ha detto: "Ci sono ancora problemi di libertà di culto in diversi luoghi della nazione. Per questo, chiedo che i funzionari del governo centrale e regionale siano attivi e reattivi per affrontarli pacificamente e saggiamente".
Widodo ha confermato che il governo assume lo stesso impegno in quanto "la protezione e il rispetto dei diritti umani sono pilastri importanti affinché l'Indonesia diventi una nazione più civile, resiliente e progredita". Per questo motivo, ha rimarcato, il governo promuove sforzi per sostenere i diritti umani: ad esempio, costruisce infrastrutture, promuove attività educative e iniziative di carattere socio-economico, soprattutto nelle aree remote e nelle isole periferiche, senza trascurare le persone più deboli o vulnerabili. "Prestiamo anche particolare attenzione ai nostri fratelli e sorelle con disabilità. Abbiamo formato una Commissione nazionale sulle disabilità e siamo orientati a un approccio che tuteli i diritti umani a tutti i livelli" ha detto il Presidente.
"Il governo - ha aggiunto - non ha mai smesso di affrontare le sfide legate al rispetto dei diritti umani con saggezza e dignità. Dobbiamo lavorare insieme, dedicando le nostre energie al progresso della nazione", ha affermato, illustrando lo speciale Piano d'azione nazionale per i diritti umani 2020-2025. Adottato dall'esecutivo, il Piano punta, tra l'altro, a promuovere la libertà di culto e a combattere l'intolleranza e l'estremismo religioso.
Il Presidente, come ha fatto già diverse volte in passato, ha rimarcato il valore della libertà di religione e di culto per ogni cittadino indonesiano, secondo la filosofia della "Pancasila", la Carta dei cinque principi che è alla base della nazione.
A conclusione del suo intervento per la Giornata dei diritti umani, Widodo ha esortato tutti i cittadini indonesiani a "giocare un ruolo attivo nel rispetto dei diritti delle altre persone, aumentando il rispetto, la protezione e l'adempimento dei diritti umani in Indonesia". L'Indonesia è un paese con 270 milioni di abitanti, 230 milioni dei quali sono musulmani. Ci sono 24 milioni di cristiani nel Paese, e tra loro 7 milioni sono cattolici.
(ES-PA) (Agenzia Fides 10/12/2020)
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ASIA/INDIA - "Un anno negativo per i diritti umani in India": l'analisi di un Gesuita
 
New Delhi (Agenzia Fides) - "Il 2020, segnato dalla pandemia di Covid-19, è stato un anno particolarmente negativo per i diritti umani in India: in modo sistematico e brutale, i diritti legittimi delle persone sono stati repressi e negati. Le vittime principali sono i poveri e gli emarginati; gli adivasi e i dalit; donne e bambini; i lavoratori vulnerabili. In aggiunta, i difensori dei diritti umani che hanno criticato il governo, invocando la difesa della Costituzione e della democrazia, sono stati destinatari di provvedimenti che hanno il sapore della vendetta": lo dice all'Agenzia Fides il Gesuita p. Cedrik Prakash, impegnato per la promozione dei diritti umani e l'integrazione sociale in India. Padre Parakas sollecita un pieno e assoluto impegno del governo, di tute le forze sociali e religiose per la tutela dei diritti umani in India.
Il religioso ricorda, tra le recenti iniziative che confermano la situazione piuttosto critica, che il 26 novembre scorso oltre 250 milioni di persone in India hanno scioperato per protestare contro le politiche del governo nocive ai diritti degli agricoltori e dei lavoratori. "I contadini - nota il Gesuita - sono sul piede di guerra perché vedono negati i loro diritti. Non vogliono essere trattati con disprezzo o come 'una banca dei voti' , e chiedono la revoca di tre provvedimenti approvati dal governo".
Un'altra categoria debole è calpestata quella dei migranti e degli sfollati interni: "Abbiamo visto, nel marzo scorso, quando è stato annunciato il primo lockdown per la pandemia, milioni di migranti che sono rimasti bloccati senza cibo, denaro e alloggio”. “Ai lavoratori - prosegue padre Prakash - vengono negati i loro diritti: la classe operaia ha sofferto tremendamente durante la pandemia e molti lavoratori, alla mercé del loro datore di lavoro, hanno dovuto sopportare carichi superiori di lavoro ma con salari ridotti”.
Il Gesuita cita poi gli "adivasi", ovvero le popolazioni tribali, “delegittimati e abusati in quanto le aree in cui hanno abitato per secoli sono destinate all'industrializzazione, all'estrazione mineraria, alle cosiddette opere di "sviluppo" e ad altri mega-progetti. Oltre due milioni di loro, e altri abitanti delle foreste, rimangono a rischio di sfollamento forzato” nota.
Nell’intervento del religioso si parla poi della sofferente condizione delle minoranze religiose: "Musulmani e cristiani sono destinatari di velenosi discorsi di odio, denigrazione costante e persino aggressioni fisiche”, afferma, toccando un altro dei diritti umani fondamentali, la libertà religiosa.
Un altro punto è poi quello dedicato ai diritti ambientali che, come spiega l'enciclica “Laudato si’”, sono strettamente collegati ai diritti delle persone: “L'ambiente viene distrutto con la crescita delle industrie inquinanti senza le necessarie salvaguardie ambientali a causa dell'insensibilità e della corruzione” rimarca.
Il quadro risulta particolarmente allarmante perché, osserva p. Prakash, "questo governo non ammette dissenso e viola sistematicamente le prerogative dei difensori dei diritti umani e delle ONG, danneggiando una dimensione essenziale della democrazia”, come ha rilevato anche l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Emblematico risulta il caso del Gesuita padre Stan Swamy (vedi Fides 9/10 e 20/20/2020) e di altri quindici attivisti, ora in prigione ai sensi del draconiano "Unlawful Activities Prevention Act" , in base al quale sono accusati di complicità con gruppi terroristi o sovversivi.
(PA) (Agenzia Fides 10/12/2020)
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ASIA/IRAQ - Patriarca caldeo Sako ai cristiani iracheni: la visita del Papa sia per noi un “ritorno alle sorgenti” della nostra vocazione missionaria
 
Baghdad (Agenzia Fides) – L’annunciata visita apostolica di Papa Francesco in Iraq sarà per i cristiani iracheni e di tutto il Medio Oriente una occasione provvidenziale per compiere un “pellegrinaggio” di conversione e un “ritorno alle nostre prime sorgenti”, per annunciare con più entusiasmo la salvezza promessa nel Vangelo, a vantaggio di tutti. Per questo tutti devono vigilare affinché questa circostanza propizia non passi “senza lasciare un segno in noi, nella nostra Chiesa e nel nostro Paese”. Lo scrive il Cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca di Babilonia dei Caldei, in un messaggio rivolto “ai cristiani e a tutti gli iracheni” in vista della visita che Papa Francesco ha intenzione di compiere in Iraq dal 5 all’8 marzo 2021 (vedi Fides 7/12/2020).
Il messaggio del Patriarca caldeo, pervenuto anche all’Agenzia Fides, contiene suggerimenti preziosi per vivere la visita del Papa in modo che “la Chiesa torni con più entusiasmo alla radicalità spirituale evangelica, e più vicina al popolo, servendolo con generosità e gioia con ogni mezzo, sull’esempio dei nostri Padri, dei nostri santi, e dei nostri martiri”. Il Cardinale Sako riconosce che “la nostra Chiesa caldea e le altre Chiese sorelle in Iraq e nel Medio Oriente vivono pressioni e sfide diverse, politiche, economiche e sociali, a motivo dei conflitti, dell’estremismo, dell’emigrazione, delle conseguenze della pandemia del coronavirus”.
Le tribolazioni e i problemi affrontati – prende atto il Patriarca caldeo – hanno rattristato il cuore e annebbiato lo sguardo di tanti. Ma anche in tale situazione – rimarca il Cardinale Sako – invece di ripiegarsi nel vittimismo e nella lamentela, conviene approfittare di tutto ciò che favorisce il “ritorno alle sorgenti” della propria fede. Solo “attingendo alle fonti, e non ai rivoli” confessa il Patriarca – si può riscoprire che “la nostra esistenza come cristiani in Iraq e nell’Oriente non è un caso”, e non ha come destino fatale l’esodo dell’emigrazione, ma si realizza nella storia “secondo un piano divino; noi abbiamo una vocazione e una missione. Non possiamo rinunciarvi, nonostante le difficoltà. Come pastori, dobbiamo continuamente capire la situazione presente, con mentalità aperta”.
Annunciare il Vangelo, dare ragione della propria speranza nelle circostanze del tempo presente e “rimanendo ancorati nella nostra autenticità orientale”, è la missione propria a cui sono chiamati i cristiani in Medio Oriente. Il Patriarca Sako riconosce che chi abbraccia questa vocazione può anche essere condotto a cambiare i modi e le strade utilizzati per condividere l’annuncio della salvezza: “Vivendo nel XXI secolo” si legge nel messaggio del Cardinale Sako, "dobbiamo capire l’importanza di rivedere e cambiare il modo della nostra riflessione teologica e spirituale, liturgica e pastorale, ecumenica e pedagogica, e anche il nostro comportamento come credenti, come servi consacrati chiamati dal Signore per pascere il suo gregge in modo armonico, lontano dai concetti errati e della ricerca del predominio e del prestigio”.
Questo orizzonte missionario, secondo il Patriarca Sako, è l’unica cornice adeguata in cui vanno collocate le domande sul presente e sul futuro delle comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, compresa la tentazione all’esodo e la ricerca delle ragioni e della forza per rimanere: “Questa” si legge nel messaggio patriarcale “è la nostra terra, non possiamo rinunciarvi, né immaginarla senza i suoi cristiani”. E i cristiani del Medio Oriente possono “rimanere” nelle terre dei loro padri solo riscoprendo anche la propria comunanza di destino con i loro connazionali, senza separare la propria strada dal comune cammino per la riconciliazione e la cura di ferite condivise.
Quella che sta a cuore al Patriarca Sako è la Chiesa “del dialogo ecumenico con le Chiese sorelle”, la “Chiesa della convivenza e del dialogo con le religioni, specialmente con l’islam”. La Chiesa “che si prende cura degli affari pubblici, per appoggiare con fermezza le attese legittime del popolo per eliminare l’ingiustizia”. Anche nel Medio Oriente martoriato dei nostri tempi – conclude il Patriarca caldeo Sako nel suo messaggio – i cristiani possono restare “come segno della presenza dell’amore di Cristo, della fratellanza universale e della convivenza”. (GV) (Agenzia Fides 10/12/2020)
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AMERICA/HONDURAS - Gli Stati Uniti prolungano fino ad ottobre il TPS: un aiuto alla ricostruzione dopo pandemia e uragani
 
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – Il Presidente dell'Honduras, Juan Orlando Hernández, ha annunciato lunedì 7 dicembre che lo stato di protezione temporanea, noto come TPS (Temporary Protected Status), sarà esteso ai cittadini honduregni presenti negli Stati Uniti. Il TPS è una forma di aiuto umanitario concesso dagli Stati Uniti. "Durante il nostro incontro con il segretario ad interim del Dipartimento per la sicurezza interna, Chad Wolf, ci è stato detto che il TPS, che doveva terminare a gennaio, sarà prolungato" ha riferito Hernández.
Il ministro degli Esteri dell'Honduras, Lisandro Rosales, ha presentato la richiesta di persona, all'attuale direttore del Dipartimento per la sicurezza interna, Chad Wolf, nell'ambito di una visita guidata dal presidente Juan Orlando Hernández, che dal 3 dicembre è a Washington.
La motivazione della richiesta è stata che questa decisione degli Stati Uniti "aiuterà ad affrontare l'enorme sfida della ricostruzione sociale ed economica sostenibile, della post-pandemia e della distruzione che Eta e Iota hanno lasciato in Honduras". L'Honduras sostiene che i suoi cittadini inviano una media di 5 miliardi di dollari all'anno ai loro parenti, il che rappresenta un forte movimento nell'economia del paese.
Domenica scorsa, 6 dicembre, il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez si era espresso riguardo alla ricostruzione del paese dopo gli uragani: "La ricostruzione dell'Honduras non sarà fatta da maghi o con il denaro che scorre da altri paesi, si tratterà di usare bene ciò che abbiamo e di non continuare a cedere alla tentazione di sfruttare chi ha meno, per alzare i prezzi". "È un momento difficile e desolato per il nostro povero Honduras" ha lamentato il Cardinale Arcivescovo di Tegucigalpa durante l'omelia domenicale, invitando a preparare la via del Signore che viene.
Un post sul sito web US Citizenship and Immigration Services (USCIS) ha confermato che il TPS per Honduras, El Salvador, Haiti, Nepal, Nicaragua e Sudan durerà fino all'ottobre 2021. Il TPS protegge le persone che andrebbero incontro a difficoltà estreme se costrette a tornare nei loro paesi di origine, devastati da conflitti armati o disastri naturali. La protezione riguarda le persone che sono già negli Stati Uniti. Il TPS per l'Honduras e per il Nicaragua è stato concesso per la prima volta dopo che l'uragano Mitch aveva colpito l'America centrale nel 1998. Alcuni beneficiari del programma vivono negli Stati Uniti da decenni.
(CE) (Agenzia Fides 10/12/2020)

venerdì 6 novembre 2020

Agenzia Fides 6 novembre 2020

 

EUROPA/SVIZZERA - “I bambini hanno bisogno del nostro aiuto”: i Cantori della Stella proseguono il loro impegno con creatività e flessibilità
 
Friburgo (Agenzia Fides) - “I bambini hanno bisogno del nostro aiuto. Non dimentichiamoli!” è l’esortazione con cui i Cantori della Stella dell’Infanzia Missionaria (POSI) si apprestano a iniziare la loro annuale attività solidale secondo i criteri della flessibilità e della creatività. Questa quindicesima edizione dell’attività missionaria nella Svizzera romanda, che si svolgerà come sempre durante il periodo dell'Avvento e dell'Epifania, dovrà infatti adattarsi alla situazione determinata dalla pandemia di Covid-19. Come riporta la nota inviata all’Agenzia Fides, la direzione nazionale di Missio ha fornito agli animatori un elenco di raccomandazioni per agire nel rispetto delle linee guida sulla salute emanate dalle autorità sanitarie federali, dalla diocesi e dal loro cantone.
"Noi di Missio siamo consapevoli che le misure raccomandate richiedono ulteriori sforzi da parte degli Animatori dei Cantori della Stella e dei gruppi di bambini. Ma, con la creatività, l'azione dei Cantori porterà, in un modo o nell'altro, gioia in questo periodo cupo” spiega Nadia Brügger, di Missio-Ragazzi, che coordina l'azione nella Svizzera romanda. E’ stata anche realizzata una guida per gli Animatori dei gruppi dei Cantori, con una serie di raccomandazioni tenendo conto dei diversi contesti possibili. "L'obiettivo è che i Cantori della Stella possano svolgere la loro attività in conformità con le linee guida sulla salute, e con flessibilità e creatività. Proponiamo, ad esempio, di recitare la benedizione sotto le finestre delle case, di raccogliere le offerte con una rete da pesca o attraverso carte bancarie piuttosto che in un salvadanaio” aggiunge Nadia Brügger.
Esiste anche un "piano B" nel caso in cui sia impossibile ai Cantori andare di porta in porta, sfruttando gli strumenti digitali: oltre alla raccolta delle donazioni tramite un codice QR TWINT, sarà disponibile anche un “Tour online” dei Cantori della Stella. Le donazioni raccolte andranno a favore di due progetti di aiuto ai bambini, sostenuti da Missio in Guinea, e finanzierà anche altri progetti in Africa, Asia, Oceania e America Latina. “La situazione dei bambini in alcuni paesi è peggiorata negli ultimi mesi a causa del lockdown e delle conseguenze economiche. Hanno bisogno del nostro supporto più che mai. Non dimentichiamoli" conclude Nadia Brügger. (SL) (Agenzia Fides 6/11/2020)
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AFRICA/ETIOPIA - Minaccia di guerra civile, l’appello dei Vescovi cattolici: “Si risolva il conflitto in modo pacifico”
 
Addis Abeba (Agenzia Fides) – “Esortiamo le parti a risolvere le loro divergenze amichevolmente, in uno spirito di rispetto, comprensione e fiducia” chiedono i Vescovi cattolici dell’Etiopia in una dichiarazione sulle tensioni che attraversano il Paese. Il 4 novembre il governo etiope ha dichiarato lo stato di emergenza nello Stato del Tigrai, ordinando un'offensiva militare, dopo che una base militare è stata catturata da forze fedeli al governo regionale del Tigrai. I Vescovi auspicano e pregano “perché le persone vivano nel rispetto, nella concertazione e nel dialogo e lavorino insieme per la prosperità del loro Paese".
"Nonostante gli sforzi dei leader religiosi, degli anziani e di altre parti interessate per disinnescare il conflitto in corso tra la Repubblica federale democratica dell'Etiopia e lo stato regionale del Tigrai, si è avuta un'escalation delle tensioni” nota la dichiarazione. I Vescovi avvertono che “se i fratelli si uccidono, l'Etiopia non guadagnerà nulla. Invece ciò porterà il Paese al fallimento e non gioverà a nessuno” e invitano “gli etiopi a non prendere alla leggera il conflitto", aggiungendo che "tutti dovrebbero prenderlo sul serio e contribuire alla causa della riconciliazione, rafforzare l'unità nazionale e garantire pace e sicurezza”.
Il 26 settembre, aggressori armati hanno ucciso almeno 15 persone in un assalto prima dell'alba nella zona di Metekel, nella regione di Benishangul-Gumuz, nell'Etiopia occidentale. All'inizio di settembre nella stessa regione al confine con il Sudan, in altri due assalti, hanno provocato l'uccisione di civili e costretto almeno 300 persone a lasciare le loro case.
La Chiesa cattolica etiope condanna fermamente lo sfollamento in corso e l'uccisione di persone innocenti in varie parti del Paese: "L'orribile massacro dei nostri fratelli e sorelle innocenti ha lasciato la nostra Chiesa profondamente rattristata”. I Vescovi concludono esortando “tutti i cattolici in Etiopia e nel mondo a guardare più da vicino la situazione nel nostro Paese e a pregare per la pace e la riconciliazione” (L.M.) (Agenzia Fides 6/11/2020)


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AFRICA/EGITTO - “Diffide” copte contro le strumentalizzazioni politiche: alle elezioni la Chiesa non sponsorizza nessun candidato
 
Sohag (Agenzia Fides) – Nella arcidiocesi copta ortodossa di al Balayna ci sono persone che fanno propaganda politica affermando di aver avuto dalle autorità ecclesiastiche l’incarico si suggerire agli elettori quale candidato votare alle elezioni politiche in corso. “Ma questo non ha alcun fondamento, e l’arcidiocesi non mai affidato a nessuno un simile mandato. Noi ci atteniamo alle istruzioni di Papa Tawadros, e incoraggiamo semplicemente gli elettori a esercitare il proprio diritto di voto, senza esprimere alcuna indicazione di voto a favore di singoli candidati”. E’ una chiara diffida contro le strumentalizzazioni politiche quella diffusa dall’arcidiocesi copta ortodossa di Al Balayna, nel governatorato egiziano di Sohag, su indicazione del Vescovo Wissa, mentre per gli abitanti di quel territorio si avvicina il momento di prendere parte all’articolato processo di raccolta dei voti delle elezioni parlamentari egiziane del 2020. La Chiesa – si legge in un comunicato diffuso dall’arcidiocesi copta ortodossa – “non ha disposizioni da dare a favore di qualche soggetto politico specifico, e invita semplicemente tutti a esprimere il proprio voto a favore del candidato ritenuto migliore”.
La messa in allerta contro strumentalizzazioni politiche diffusa dall'arcidiocesi copta ortodossa di al Balanya non rappresenta un’eccezione: anche altri Vescovi e altre diocesi, in tutto l’Egitto, hanno rilanciato con interventi e comunicati ad hoc la scelta della equidistanza da candidati e Partiti in lizza per le elezioni politiche, linea che in questa tornata elettorale è stata indicata dal Patriarcato copto ortodosso con particolare vigore. Negli ultimi giorni anche Anba Angelos, Vescovo copto ortodosso di Shubra (distretto del Cairo), insieme all’assemblea diocesana dei sacerdoti, ha emesso un comunicato per diffidare tutti i militanti e i propagandisti dal diffondere “false dichiarazioni” sul sostegno elettorale offerto dalla Chiesa copta ortodossa a candidati o Partiti.
Le votazioni per scegliere i membri della Camera dei Rappresentanti nelle diverse aree del Paese, svoltesi in fasi diverse, dovrebbero concludesti domenica 8 novembre. Alle precedenti elezioni parlamentari del 2015 – riferisce CoptsToday – 36 seggi dei 568 a disposizione erano stati assegnati a candidati copti ortodossi. (GV) (Agenzia Fides 6/11/2020).
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ASIA/FILIPPINE - I cattolici si mobilitano per le vittime del tifone Goni
 
Manila (Agenzia Fides) - Si è messa in moto tempestivamente nelle Filippine la "macchina degli aiuti umanitari" della Chiesa cattolica per soccorrere le popolazioni colpite dalla tempesta tropicale Goni, che ha devastato la regione di Bicol e altre parti dell' isola di Luzon. Il super ciclone, iniziato il 1° novembre, ha causato piogge torrenziali, forti inondazioni e smottamenti dalle pendici del vulcano Mayon nella regione di Bicol .
Il Segretariato Nazionale per l'Azione Sociale (NASSA) delle Filippine - organismo che costituisce la Caritas locale - ha rilevato che "il tifone porterà sicuramente maggiore povertà alle nostre comunità gravemente colpite dal tifone, poiché stanno anche combattendo contro gli effetti della pandemia Covid-19", invitando i filippini, e i fedeli all'estero, ad agire "con generosità e compassione di tutti”, come ha detto il Vescovo Jose Colin Bagaforo, Direttore Nazionale di NASSA.
Rivolgendosi alle popolazioni colpite, padre Tony Labiao, ex Segretario esecutivo della Caritas, ha detto: “In questi tempi difficili, portate tutto al nostro Dio. Sappiamo che tanti nel mondo saranno in grado di ascoltare le nostre preghiere e inviare aiuti". Intanto i volontari cattolici e le squadre diocesane di risposta alle emergenze continuano ad assistere le persone, in particolare gli sfollati, che hanno trovato riparo nelle chiese, ha riferito a Fides padre Labiao. “Si prevede che questa calamità aggravi la condizione nelle comunità più povere. Ma con la nostra condivisione possiamo superarla".
Secondo ila National Disaster Risk Reduction and Management Council, il 2 novembre almeno più di due milioni di individui provenienti da 12 regioni sono stati colpiti dal super tifone. Alcune delle città e dei villaggi costieri sono stati sommersi dalle inondazioni e da esondazioni dei fiumi.
Goni, oltre a colpire la regione di Bicol, ha toccato le province di Quezon e Batangas prima di dirigersi verso il Mar Cinese Meridionale. Come misura precauzionale, più di 390.000 persone erano fuggite in luoghi più sicuri, e circa 345.000 si sono rifugiate in vari centri di evacuazione che includono chiese, scuole governative e altri luoghi. (SD-PA) (Agenzia Fides 6/11/2020)
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AMERICA/HONDURAS - Appello dei Vescovi per le disastrose conseguenze dell’uragano
 
Tegucigalpa (Agenzia Fides) – La Conferenza episcopale dell'Honduras ha lanciato un appello chiedendo solidarietà per le pesanti conseguenze che il fenomeno tropicale Eta sta lasciando nel Paese, dopo aver già provocato ingenti danni materiali e ucciso otto persone.
Con l’invocazione "Il nostro aiuto è nel nome del Signore, che ha fatto il cielo e la terra" (Salmo 124, 8) si apre l'ampio documento diffuso dai Vescovi dell'Honduras, pervenuto a Fides, in cui i Pastori della Chiesa cattolica esortano la popolazione a non correre rischi e a seguire le indicazioni delle autorità governative, al fine di evitare ogni tipo di disgrazia.
Inoltre, in mezzo a questa emergenza meteorologica, esortano a non dimenticare il Covid.19, che è ancora presente, con un rischio di contagio molto alto.
"Per quanto possibile, prestiamo l’attenzione necessaria per rispettare le disposizioni di base sulla biosicurezza" afferma il testo. I Vescovi ringraziano quindi i parroci per la cura pastorale che stanno prestando alle comunità e chiedono di aumentare il loro impegno in queste difficili circostanze, insieme alle équipe della pastorale sociale, per conoscere i disastri che l'uragano sta producendo nelle loro parrocchie.
Con il suo passaggio in Honduras, Eta lascia una distruzione impressionante: 6 fiumi esondati e 2 porti chiusi perché distrutti, La Ceiba e Tela, oltre ad una ingente numero di case distrutte completamente, strade di città trasformate in fiumi, valanghe precipitate sulle strade all'interno del paese.
(CE) (Agenzia Fides 06/11/2020)
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AMERICA/BRASILE - Cinque anni dopo il disastro della diga a Mariana la popolazione attende ancora giustizia
 
Mariana (Agenzia Fides) – Nel pomeriggio del 5 novembre 2015 cedette la diga della miniera di ferro Fundão a Mariana, causando 19 morti e 50 feriti, la distruzione di innumerevoli abitazioni. Il mare di fango tossico ha devastato il Rio Doce e ha raggiunto l'oceano a Espàrito Santo. Sono passati 5 anni e i responsabili della tragedia non sono stati processati. Nel 2019 il reato di omicidio è stato ritirato dal processo. I morti causati dalla rottura della diga sono stati considerati dalla Giustizia come conseguenza dell'inondazione causata dalla rottura. Durante questo periodo, le comunità distrutte non sono state ricostruite e non ci sono ancora risposte per il recupero dell'ambiente.
Nel quinto anniversario di questa tragedia, Mons. Vicente de Paula Ferreira, Vescovo ausiliare di Belo Horizonte e Segretario esecutivo della Commissione speciale per l'estrazione mineraria e l'ecologia integrale (CEEM) della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), ha ribadito: "In questa data, vogliamo esprimere la nostra solidarietà a tutte le persone colpite e il nostro impegno per la Casa Comune".
Secondo la nota della CNBB pervenuta a Fides, la Commissione approva gli importanti punti espressi della “Lettera denuncia delle persone di Mariana colpite dalla diga di Fundão”, con cui la Caritas sviluppa un lavoro di partenariato: "Chiediamo: a) la restituzione del diritto ad un alloggio dignitoso, compresa la conservazione dei modi di vita, delle comunità distrutte, come le comunità tradizionali; b) una compensazione economica, pur sapendo che alcuni diritti lesi sono irreparabili; c) riaffermiamo anche la riabilitazione medica, psichica, economica e sociale degli individui e delle comunità; d) sostegno all'indennizzo equo per le perdite e i danni materiali e immateriali".
La Commissione Mineraria della CNBB, secondo Mons. Vicente de Paula Ferreira, spera che non si ripetano disastri criminali della stessa natura, e oltre alle misure di conservazione, di ripristino dell'onore, della cultura e della memoria delle persone, venga anche “una richiesta pubblica di perdono, che non è ancora stata fatta, in modo che ci sia giustizia". "Vogliamo rinnovare il nostro impegno per una vera conversione ecologica – conclude - , sosteniamo tutti coloro che sono vittime di tali crimini atroci, come ha detto Papa Francesco nell'enciclica ‘Fratelli tutti’, affinché possiamo passare da una cultura che uccide a una cultura di fraternità e di amicizia sociale". (SL) (Agenzia Fides 6/11/2020)

sabato 21 dicembre 2019

Agenzia fides 20 dicembre 2019

EUROPA/GERMANIA - Al via la Campagna dei Cantori della Stella 2020: “Portare la benedizione, essere benedizione. Pace! In Libano e in tutto il mondo”
 
Aachen (Agenzia Fides) - “Portare la benedizione, essere benedizione. Pace! In Libano e in tutto il mondo” è il motto della prossima campagna dei Cantori della Stella 2020 che come paese simbolo quest’anno ha scelto il Libano. La campagna verrà inaugurato a livello nazionale sabato 28 dicembre a Osnabrück.
Indossando i vestiti dei Re Magi, con la stella cometa ed i loro canti, nei giorni precedenti all’Epifania i “Cantori della Stella” bussano alle porte delle case tedesche. Circa 300mila bambini delle parrocchie cattoliche della Germania porteranno la benedizione “C+M+B” (“Christus mansionem benedicat - Cristo benedica questa casa”) alle famiglie, raccogliendo offerte per i loro coetanei che soffrono in tutto il mondo.
Ogni anno, dal 1984, i Cantori della Stella portano la loro benedizione “C+M+B” anche alla Cancelleria federale, a Berlino: 108 Cantori della Stella verranno nella capitale tedesca con le loro stelle dorate e le loro corone lucenti. Martedì 7 gennaio la cancelliera Angela Merkel accoglierà i piccoli e grandi membri dell’Infanzia Missionaria tedesca per la 15esima volta. I Cantori vengono da tutte le 27 diocesi tedesche in rappresentanza di circa 300.000 ragazze e ragazzi di circa 10.000 parrocchie che partecipano alla 62a campagna dei Cantori della Stella (Aktion Dreikönigssingen). Il giorno dell'Epifania, lunedì 6 gennaio, saranno accolti anche dal Presidente federale, Frank-Walter Steinmeier, nella sua residenza.
Rappresentanti degli Sternsinger di Germania, Austria, Svizzera, Slovacchia, Romania, Ungheria e Italia (Alto Adige) parteciperanno il 1° gennaio alla celebrazione della solennità di Maria Madre di Dio, Giornata Mondiale per la Pace, con Papa Francesco nella Basilica di San Pietro.
“Sono grato per questo nuovo compito e non vedo l'ora di conoscere e affrontare le nuove sfide. Insieme allo staff di Missio Aachen e dell’Infanzia Missionaria (Kindermissionswerk/'Die Sternsinger') continueremo a mettere in pratica la solidarietà universale della Chiesa per darle un volto credibile e vicino alle persone" aveva affermato il nuovo Direttore nazionale dell'Infanzia missionaria tedesca e di Missio Aachen, il rev. Dirk Bingener, dopo la sua nomina.
(MS) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AFRICA/NIGER - “Nella zona di Bomoanga minacce contro i cristiani e uccisioni mirate per gli altri”, riferisce un missionario
 
Niamey (Agenzia Fides) - Come va a Bomoanga? “Male. Le cose peggiorano”. “All’approssimarsi del Natale la domanda era scontata ma la risposta dell’animatore di comunità no” riferisce all’Agenzia Fides P. Mauro Armanino, delle Società delle Missioni Africane (SMA) da Niamey. Bomoanga è il villaggio dove il 17 settembre dell’anno scorso è stato rapito P. Pierluigi Maccalli, sempre della SMA (vedi Fides 18/11/2018), del quale non si hanno da allora notizie.
“L’animatore conferma con una serie di esempi concreti la sua affermazione. E cita, a titolo di esempio, la recente uccisione del capo villaggio e ‘consigliere’ nominato dal governo, del villaggio di Kouadjieni, ad appena una decina di chilometri da Bomoanga” afferma p. Armanino.
“Invece nel villaggio di Koutougou, a una quarantina di Km da Bomoanga, è stato ucciso lo ‘stregone’ locale, sul luogo stesso dove soleva fare i sacrifici rituali prescritti dalla religione tradizionale. La chiesa della comunità cristiana non è lontana dal luogo dell’assassinio. Poco dopo la sua uccisione, è stata la volta del nipote, cristiano, ad essere minacciato e ‘invitato’ dal capo del gruppo ad informare la comunità cristiana del villaggio che, se andranno a pregare in chiesa, le uniche persone a sopravvivere saranno le donne e i bambini”.
“Ciò che lascia perplessi in queste vicende - dice il missionario - è l’assoluta libertà di manovra e di azione di questi gruppi armati che, seppur localizzati, non sono minimamente disturbati dalle forze dell’ordine. Queste ultime sono stazionate nella scuola di Ngoula, ad appena una ventina di chilometri dal villaggio dove i cristiani sono stati minacciati. Testimonianze credibili dei contadini della parrocchia di Bomoanga attestano avvistamenti, in moto e armati, di elementi di questi gruppi terroristi”.
“Il prossimo Natale per la parrocchia di Bomoanga sarà molto vicino all’originale di Betlemme, con gli Erode del momento” conclude p. Armanino. (L.M.) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AFRICA/EGITTO - Sale a 1322 il numero di chiese e edifici ecclesiastici “condonati” dalle autorità egiziane
 
Il Cairo (Agenzia Fides) - Il governo egiziano ha emesso nei giorni scorsi un nuovo decreto in cui riconosce la piena conformità di altre 37 chiese con gli annessi 50 edifici ecclesiastici alle disposizioni che regolano la costruzione dei luoghi di culto cristiani. Con la nuova risoluzione governativa, pubblicata sulla gazzetta ufficiale, sale a 1322 il numero di chiese e edifici di servizio ausiliari che sono stati condonati da quando è iniziato il processo di “legalizzazione” dei luoghi di culto cristiani costruiti in passato senza i permessi richiesti.
La cadenza alquanto ravvicinata degli incontri in cui vengono verificati e approvati i procedimenti che attestano la piena rispondenza dei luoghi di culto cristiani alle norme sulla costruzione di tali edifici (vedi Fides 29/9/2019) conferma la determinazione con cui le autorità egiziane portano avanti il progetto di regolarizzazione delle chiese costruite in passato senza i permessi richiesti.
Il processo di verifica e regolarizzazione è iniziato a partire dall’approvazione della nuova legge sulla costruzione e la gestione dei luoghi di culto, ratificata dal Parlamento egiziano quasi tre anni fa, il 30 agosto 2016.
Le chiese sottoposte al vaglio del Comitato governativo costituito ad hoc sono soprattutto quelle costruite prima che entrasse in vigore la nuova legge sulla costruzione degli edifici di culto cristiani. Il Comitato è incaricato di verificare se migliaia di chiese e luoghi di preghiera cristiani costruiti in passato senza le autorizzazioni richieste, rispondano agli standard stabiliti dalla nuova legge. La verifica si risolve ordinariamente nella regolarizzazione dei luoghi di culto.
Nei decenni scorsi, molte chiese e cappelle erano state costruite in maniera spontanea, senza tutte le dovute autorizzazioni. Ancora oggi proprio tali edifici, tirati su dalle comunità cristiane locali senza permessi legali, continuano di tanto in tanto ad essere utilizzati come pretesto dai gruppi islamisti per fomentare violenze settarie contro i cristiani.
La legge sui luoghi di culto dell’agosto 2016 ha rappresentato per le comunità cristiane egiziane un oggettivo passo avanti rispetto alle cosiddette “10 regole” aggiunte nel 1934 alla legislazione ottomana dal Ministero dell'interno, che vietavano tra l'altro di costruire nuove chiese vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. In molti casi, l'applicazione rigida di quelle regole aveva impedito di costruire chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell'Alto Egitto. (GV) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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ASIA - La missione nelle società "post-umane": l'Asia ha sete di Cristo
 
Roma (Agenzia Fides) - "In Asia le grandi trasformazioni sociali, antropologiche, culturali, tecnologiche generano in alcuni casi, società post-umane. Accanto a questo fenomeno, vi è quello di persone che vivono in condizioni sub-umane. Intanto fenomeni come il nazionalismo religioso o l'intolleranza religiosa , già menzionati nel documento post-sinodale 'Ecclesia in Asia' vent'anni fa, continuano a crescere. In questa cornice la Chiesa cattolica annuncia il Vangelo all'uomo di oggi ed esercita la sua missione profetica": lo ha detto il Carmelitano indiano p. Benedict Kanakappally OCD, vice rettore della Pontificia Università Urbaniana, a margine del congresso "Transforming Asia", tenutosi il 18 e 19 dicembre a Roma, organizzato congiuntamente dalla Pontificia Facoltà teologica S. Bonaventura-Seraphicum, dalla Pontificia Università Urbaniana e dalla Pontificia Unione Missionaria. "Ci siamo interrogati su come, e se è possibile, contribuire a trasformare, e come rinnovare l'opera missionaria nel contesto del continente asiatico, così vasto e plurale. L'Asia ha sete di Cristo, diceva Ecclesia in Asia. A vent'anni da quel documento, le comunità cristiane in Asia possono riflettere e fare il punto sull'opera di evangelizzazione e su come è necessario trasformare anche la missione della Chiesa", ha spiegato il vice Rettore.
Ribadisce all'Agenzia Fides il prof. Dinh Anh Nhue Nguyen OFMConv, Preside della Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura e Direttore dell'Istituto Francescano di studi teologici asiatici: "Il continente asiatico è una realtà diversificata e complessa, in tutti i suoi aspetti e le sue dinamiche, nei diversi contesti regionali e nazionali. La Chiesa con il Sinodo e con l'Ecclesia in Asia ha compiuto un 'opera di riflessione sulla presenza della fede in quel continente. Oggi ci chiediamo se l'Ecclesia in Asia sia rilevante e quali sono le nuove sfide che oggi si pongono alla missione della Chiesa in Asia. Crediamo si debba ripartire dalla Bibbia, dalla centralità della Parola di Dio, vissuta, celebrata e annunciata".
"La sfida irrinunciabile - prosegue p. Anh Nhue - è l'annuncio del Vangelo, cui seguono altre sfide come l'inculturazione, la teologia missionaria, l'adattamento della pastorale ordinaria, a seconda dei contesti. Questo annuncio si fa carne nella testimonianza di vita, nelle opere sociali, nella prossimità verso ogni uomo. Queste attività non sono appannaggio solo della Chiesa, ma i cristiani le portano avanti per amore di Gesù Cristo, e questo fa la differenza. E' importante dirlo sempre con chiarezza, dando ragione della speranza che è in noi, senza paura di offendere le cultura o le altre religioni, riscoprendo la ragione profonda del nostro essere e operare".
Conclude il Preside: "L'annuncio del Vangelo in Asia passa anche attraverso il dialogo, ed è una missione molto delicata. Non bisogna avere paura del dialogo, ma rifuggire i due estremi: il primo è evitare il dialogo per non compromettersi; il secondo è compiere una sorta di autocensura della propria identità cristiana, per dialogare. In Asia i cristiani sono comunque ben riconoscibili nelle società: oggi sentiamo il bisogno di un rinnovamento e un ripensamento della missione, di fronte alle nuove sfide". (PA) (Agenzia Fides 20/12/2019)
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AMERICA/HAITI - Avviata la discussione tra governo, opposizione e società civile, ma una soluzione alla crisi è ancora lontana
 
Port au Prince (Agenzia Fides) – E’ purtroppo fallito il secondo incontro fra rappresentanti del governo e membri dell'opposizione per risolvere la drammatica crisi che vive il paese. Mercoledì 18 dicembre, su iniziativa di Helen La Lime, rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite ad Haiti, si è tenuto il secondo giorno di discussione nella sede della Nunziatura apostolica, cui hanno preso parte leader di partiti e gruppi di opposizione politica, rappresentanti della società civile, autorità locali, della presidenza, la stessa Helen La Lime e rappresentanti dell'Organizzazione degli Stati americani (OAS), lontani da microfoni e telecamere, nel tentativo di trovare una soluzione consensuale alla crisi.
A questo incontro non era presente Rosemond Pradel, rappresentante del gruppo "Maché kontre", affermando che le discussioni non stavano andando nella giusta direzione e ricordando la posizione assunta da coloro che avevano stipulato l'accordo di Marriott, che richiede le dimissioni del Capo dello Stato come prerequisito.
Alla fine di questo secondo giorno di incontro, i partecipanti hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, pervenuta a Fides e pubblicata dai media locali: “Noi, partiti, gruppi politici dell'opposizione, rappresentanti della presidenza, delle organizzazioni della società civile e delle autorità locali riuniti alla nunziatura il 17 e 18 dicembre 2019, abbiamo completato due giorni di riflessioni e scambi intorno della crisi politica, sociale ed economica che ha scosso il paese da diversi mesi. Questo è un passo positivo e un approccio costruttivo che deve continuare per riunire tutti i rappresentanti della società al fine di risolvere la crisi. Cogliamo l'occasione per ringraziare la Nunziatura Apostolica per la sua ospitalità e gli attori internazionali che hanno accompagnato questo sforzo, in particolare le Nazioni Unite e l'OAS. Petion Ville, 18 dicembre 2019".
Il documento è firmato dal senatore Joseph Lambert, coordinatore di Konbit Masyonal (KONA); dall’ex senatore Paul Denis, coordinatore di Inifos; da Éric Jean-Baptiste, segretario generale di RNPD, come testimoni di questo dialogo.
La nota inviata a Fides da un missionario, commenta che, sebbene l'incontro sia già un passo avanti perché il governo ha partecipato alla riunione, si vede che ancora non c'è una via di uscita chiara.
La situazione continua ad essere bloccata nonostante gli aiuti dall’estero per programmi sociali. L’ Unione Europea, attraverso il suo ambasciatore nella vicina Repubblica Dominicana, Gianluca Grippa, ha dichiarato una settimana fa che attende una soluzione veloce per riattivare i programmi di aiuti umanitari offerti ad Haiti da un decennio. Ieri la UE ha destinato più di 15 milioni di euro come aiuti per l'America Latina e i Caraibi, tra cui Haiti.
Due giorni fa la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR), ha iniziato la sua visita ad Haiti, rispondendo all’invito delle autorità, per verificare la segnalazione dell'ONU secondo cui si sono registrati più di 42 morti in due mesi per gli interventi della polizia alle manifestazioni che chiedono le dimissioni del Presidente Jovenel Moïse.
La Chiesa cattolica, presente anche con i missionari in tutto il territorio dell’isola, non riesce ad organizzare il proprio lavoro pastorale e sociale a causa della crisi, come testimoniano a Fides alcuni missionari presenti da tempo ad Haiti.
(CE) (Agenzia Fides, 20/12/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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