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martedì 30 aprile 2024

Preghiera del I maggio di Massimiliano Kolbe

 Vergine Immacolata,

scelta tra tutte le donne

per donare al mondo il Salvatore,

serva fedele del mistero della redenzione,

fa' che sappiamo rispondere alla chiamata di Gesù

e seguirlo sul cammino della vita

che conduce al Padre.

regina degli apostoli,

rendici apostoli.


(Massimiliano Kolbe)


Cenni biografici

Massimiliano Kolbe - al battesimo Raimondo - nasce l'8 gennaio del 1894 a Zdunska Wola non molto lontano da Lodz (Polonia), figlio di Giulio e Maria Dabrowska.
Nella sua adolescenza, si sente affascinato dall'ideale di San Francesco d' Assisi ed entra nel seminario minore dei Francescani conventuali di Leopoli.
Dopo il noviziato è inviato a Roma, al Collegio Internazionale dell'Ordine, per gli studi ecclesiastici. Nell'anno 1915 consegue il diploma in filosofia e nel 1919 in teologia.
Mentre l'Europa è sconvolta dalla Prima Guerra Mondiale, Massimiliano sogna una grande opera al servizio dell'Immacolata per l'avvento del Regno di Cristo.
La sera del 16 ottobre 1917, fonda con alcuni compagni la "Milizia dell'Immacolata". Il suo fine è la conversione e la santificazione di tutti gli uomini attraverso l'offerta incondizionata alla Vergine Maria. Nel 1918 è ordinato sacerdote e nel 1919, completati gli studi ecclesiastici, ritorna in Polonia per iniziare a Cracovia un lavoro di organizzazione e animazione del movimento della Milizia dell'Immacolata. Come strumento di collegamento tra gli aderenti al movimento fonda la rivista "Il Cavaliere dell'Immacolata". Nell'anno 1927 stimolato dal notevole incremento di collaboratori consacrati e dal crescente numero di appartenenti alla M.I., trasferisce il centro editoriale a Niepokalanow, o "Città dell'Immacolata", vicino Varsavia, dove saranno accolti più di 700 religiosi, che si dedicano all'utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale per evangelizzare il mondo.
 Nell'anno 1930 con altri quattro frati, parte per il Giappone, dove fonda "Mugenzai no Sono"(Clicca) o "Giardino dell'Immacolata", nella periferia di Nagasaki, e stampa una rivista mariana. Questa "città" rimase intatta quando nel 1945 esplose, a Nagasaki, la bomba atomica.
Nel 1936, rientra in Polonia, sollecitato dalla crescita della comunità religiosa e dall'espansione dell'attività editoriale: undici pubblicazioni di cui un quotidiano di grande ripercussione nella classe popolare con una tiratura 228.560 copie e il Cavaliere con un milione di copie.
Il primo settembre del 1939, scoppia la Seconda Guerra Mondiale. Anche Niepokalanow è bombardata e saccheggiata. I religiosi devono abbandonarla. Gli edifici sono utilizzati come luogo di prima accoglienza per profughi e militari.
Il 17 febbraio 1941 padre Kolbe è arrestato dalla Gestapo e incarcerato nel carcere Pawiak di Varsavia. Il 28 maggio dello stesso anno è deportato nel campo di sterminio di Auschwitz, nel quale gli viene assegnato il numero 16670.
Alla fine di luglio avviene l'evasione di un prigioniero. Come rappresaglia il comandante Fritsch decide di scegliere dieci compagni dello stesso blocco, condannandoli ingiustamente a morire di fame e di sete nel sotterraneo della morte.
Con lo stupore di tutti i prigionieri e degli stessi nazisti, padre Massimiliano esce dalle file e si offre in sostituzione di uno dei condannati, il giovane sergente polacco Francesco Gajowniezek.
In questa maniera inaspettata ed eroica padre Massimiliano scende con i nove nel sotterraneo della morte, dove, uno dopo l'altro, i prigionieri muoiono, consolati, assistiti e benedetti da un santo.
Il 14 agosto 1941, padre Kolbe termina la sua vita con un'iniezione di acido fenico. Il giorno seguente il suo corpo è bruciato nel forno crematorio e le sue ceneri sparse al vento.
Il 10 ottobre 1982, in piazza San Pietro, Giovanni Paolo II dichiara "Santo" padre Kolbe, proclamando che "san Massimiliano non morì, ma diede la vita...". 

 

lunedì 18 settembre 2023

Agenzia Fides 18 settembre 2023

 

AFRICA/MAROCCO - Mentre si continua a scavare tra le macerie del sisma inizia l’anno scolastico
 
Marrakech (Agenzia Fides) - A dieci giorni dal sisma che ha devastato la provincia di Al Haouz, a sud ovest di Marrakech, nelle zone montagnose ci sono villaggi che sono stati rasi completamente al suolo e i sopravvissuti che hanno perso tutto vivono all’aperto in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
In una testimonianza condivisa con l’Agenzia Fides, il francescano fra Manuel Corullon parroco della parrocchia dei Santi Martiri di Marrakech, ha raccontato che insieme alla piccola comunità cristiana, continua a prestare soccorso nelle zone colpite, portando generi di prima necessità, allestendo tende da campo e intervenendo come possibile dove serve tutto. Fortunatamente la casa parrocchiale e la Chiesa dei Santi Martiri non hanno subito danni. “Dopo una settimana d’intenso lavoro siamo arrivati a fare una raccolta dei fondi e di beni materiali da portare nei villaggi di montagna” ha dichiarato fra Manuel. “In questo momento cominciamo una seconda fase d’azione: sanitaria, scolarizzazione dei bambini, alloggio d’urgenza, progetti di ricupero dei villaggi.”
Tuttavia, nella devastazione e nella tragedia, la popolazione cerca di andare avanti. Per oggi, 18 settembre, è previsto l’inizio dell’anno scolastico in tutte le zone interessate dal sisma.
Continuano le operazioni di soccorso e ricerca, secondo le statistiche ufficiali i morti sono tremila e i feriti 6125. Gli ultimi salvati risalgono a sabato, 16 settembre, individuati grazie all’uso di droni con videocamere in una zona di montagna interessata da una frana.
Fonti locali riferiscono che, negli ultimi giorni da sotto le macerie, vengono riportati fuori soltanto cadaveri. In alcuni villaggi di montagna, i soccorsi sono arrivati soltanto due giorni fa, dopo la riapertura delle strade devastate. Secondo i medici dell’ospedale di Taroudant, a sud di Marrakesh, arrivano ogni giorno 130 feriti dalle zone montagnose terremotate. Il ministero dell’interno ha riferito di 50 mila case completamente crollate e altrettante danneggiate.
(AP) (Agenzia Fides 18/9/2023)

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AFRICA/CONGO - “Sono notizie false quelle del presunto golpe” confermano fonti di Fides
 
Brazzaville (Agenzia Fides) – “Sono notizie prive di fondamento”. Così fonti locali sentite dall’Agenzia Fides a Brazzaville, capitale della Repubblica del Congo, smentiscono le voci di un presunto golpe militare che avrebbe destituito il Presidente Denis Sassou-Nguesso
Questi si trova a New York per partecipare all’Assemblea Generale dell’ONU che come ogni anno si tiene a metà settembre.
La notizia del presunto golpe è stata diffusa da alcuni canali Telegram (forse filo russi) secondo i quali reparti dell’esercito e della Guardia Presidenziale avrebbero approfittato dell’assenza del Presidente per prendere il potere.
"Informazioni di fantasia suggeriscono che a Brazaville si stanno verificando fatti gravi", ha detto il ministro delle Comunicazioni e dei Media e portavoce del governo, Thierry Moungalla, sul suo account su X (ex Twitter). "Il Governo smentisce questa notizia come falsa. Rassicuriamo l'opinione pubblica sulla tranquillità che regna e invitiamo le persone a svolgere le proprie attività con calma".
Sassou-Nguesso, 79 anni, ha guidato il Congo dal 1979 al 1992, poi ininterrottamente dal 1997 ad oggi. Ha ottenuto un quarto mandato nelle elezioni del 2021, dopo aver introdotte riforme costituzionali con un contestato referendum nel 2015. La sua famiglia è imparentata con quella del deposto Presidente del Gabon, Ali Bongo Ondimba, dato che nel 1990 la figlia Edith aveva sposato il padre di questi, l’ex Presidente Omar Bongo.
Dopo il golpe di fine agosto in Gabon (vedi Fides 30/8/2023), seguito a quello in Niger (vedi Fides 27/7/2023) si sono moltiplicate le preoccupazioni in alcune delle capitali africane dove governano da più tempo Presidenti che appaiono irremovibili. In alcuni casi sono stati rimpiazzati i vertici militari come misura prudenziale per far saltare le catene di comando di eventuali golpe in preparazione. (L.M.) (Agenzia Fides 18/9/2023)
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ASIA/CINA - Quattro Vescovi cinesi in Europa per riprendere la cooperazione fraterna tra le Chiese dopo il Covid
 
Leuven (Agenzia Fides) – In Europa (Belgio, Olanda e Francia) per riprendere il cammino di cooperazione fraterna tra le Chiese dopo la parentesi difficile segnata dalla pandemia. E’ questa la ragione del viaggio di una settimana compiuto in tre Paesi europei da 4 Successori degli Apostoli provenienti dalla Repubblica popolare cinese: Giuseppe Guo Jincai, Vescovo della diocesi di Chengde e neo-rettore del Seminario Nazionale di Pechino; Paolo Pei Junmin, Vescovo della diocesi di Shenyang; Giuseppe Liu Xinhong, Vescovo della provincia di Anhui e Giuseppe Cui Qingqi Vescovo di Wuhan, e Don Ding Yang sacerdote della diocesi di Chongqing.
Su invito della Fondazione Ferdinand Verbiest di Lovanio in Belgio, fondazione sponsorizzata dalla Provincia cinese dei Missionari della Congregazione del Cuore Immacolata di Maria CICM (Scheut), la delegazione cinese è arrivata a Lovanio il 7 settembre, accolta da padre Jeroom Heyndrickx (CICM), missionario grande amico della Chiesa cattolica in Cina, insieme a altri membri della fondazione e della Università cattolica di Lovanio convolti in studi cinesi. I quattro vescovi si sono recati subito in pellegrinaggio presso la chiesa di San Damiano dove hanno concelebrato l’eucaristia. Durante la loro permanenza, hanno tenuto un corso di formazione in cinese per sacerdoti, religiosi e laici cattolici provenienti dalla Cina. I Vescovi hanno anche partecipato a incontri presso la Fondazione Verbiest e presso il Collegio cinese per esplorare i nuovi modi per far ripartire scambi e corsi di formazione in collaborazione con le diocesi cinesi. Inoltre i Vescovi cinesi sono stati ricevuti dal cardinale Jozef De Kesel, Presidente della Conferenza Episcopale belga e Arcivescovo emerito dell'arcidiocesi di Malines-Bruxelles nonchè Presidente della stessa Fondazione, al quale hanno presentato le proposte di collaborazione concordate con la Fondazione Verbiest. L’incontro si è concluso con una concelebrazione eucaristica nella cappella dell'arcidiocesi, alla presenza del neo-Arcivescovo di Malines-Bruxelles, Luc Terlinden.
I quattro Vescovi hanno vissuto un momento di raccoglimento orante davanti alla bara cinese di padre Theophile Verbiest, fondatore della Congregazione. Accolti calorosamente da padre Luc Colla, vice provinciale dei missionari di Scheut, i Vescovi hanno ha concelebrato la messa presieduta da Paolo Pei, vescovo di Shenyang dove operavano i missione di Scheut.
Dopo la visita dell’Abbazia di Parc dei Padri Norbertini a Heverlee, una delle più antiche abbazie del Belgio, e Tournai, una delle più antiche diocesi del Belgio, i vescovi cinesi hanno fatto una breve sosta in Olanda, presso la casa madre dei missionari verbiti SVD a Steyl. A Broekhuizenvorst hanno reso omaggio ai nove martiri: il vescovo vincenziano Schraven e i suoi compagni. Inoltre hanno incontrato Jan Hendriks, vescovo di Haarlem-Amsterdam, discutendo con lui anche della 15ª Conferenza internazionale di Verbiest che si terrà nel 2024 e alla quale saranno invitati anche studiosi cattolici cinesi.
Dal 12 al 15 settembre, i vescovi cinesi hanno proseguito la loro visita in Francia, incontrando i missionari della Società per le missioni estere di Parigi (MEP).
La Fondazione Ferdinand Verbiest (VF) è stata istituita nel 1982 dalla Provincia cinese dei Missionari CICM (Scheut). Ricerca accademica, scambio culturale, dialogo e cooperazione tra le Chiese sono i quattro pilastri della sua missione volta a promuovere il dialogo e lo scambio culturale con la Cina e con la Chiesa cattolica in Cina. La Fondazione è impegnata in ricerche accademiche congiunte con istituti in Cina e in Belgio. Collabora con la Chiesa in Cina in spirito di fraternità cristiana e di comunione tra le Chiese particolari. Inoltre, in collaborazione con la Chiesa in Cina, la fondazione offre formazione di ministri della Chiesa attraverso l'insegnamento nei seminari, l'offerta di borse di studio e l’impegno pastorale e sociale.
(NZ) (Agenzia Fides 18/09/2023)
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ASIA/GIAPPONE - Nomina di padre Andrea Lembo a Vescovo Ausiliare di Tōkyō
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Tōkyō (Giappone) il Rev. P. Andrea Lembo, P.I.M.E., attualmente Superiore Regionale del Pontificio Istituto Missioni Estere per l’Asia Orientale, assegnandogli la Sede titolare di Mulia.
S.E. Mons. Andrea Lembo, P.I.M.E., è nato il 12 maggio 1974 a Treviglio, Italia. Dopo aver frequentato il Seminario Teologico Internazionale P.I.M.E. a Monza, ha trascorso un anno presso la Casa regionale del P.I.M.E. a Detroit (USA). Successivamente, ha conseguito il Baccalaureato in Teologia presso la Divine Word School of Theology a Tagaytay (Filippine) e ha frequentato la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Ha emesso la Promessa definitiva di aggregazione al P.I.M.E. nel 2003 ed è stato ordinato sacerdote il 12 giugno 2004 a Milano. Ha ricoperto i seguenti incarichi e svolto ulteriori studi: Incaricato dell’animazione missionaria e vocazionale per il P.I.M.E. presso la comunità di Villa Grugana (2004-2008); studio della lingua giapponese (2009-2011); Coadiutore presso la Parrocchia di Itabashi, Tōkyō (2011-2012); Coadiutore presso la Parrocchia di Narashino, Tōkyō (2012-2017); attualmente Superiore regionale del P.I.M.E. in Giappone (2017-2023); dal 2017, Parroco di Fuchū, Tōkyō ; dal 2021, Direttore del Centro di formazione della fede Shinsei-Kaikan; dal 2022, Membro del Consiglio presbiterale dell’Arcidiocesi di Tōkyō; dal 2023, Superiore regionale del P.I.M.E. per l’Asia Orientale.
(EG) (Agenzia Fides 18/9/2023)
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ASIA/INDIA - Un Direttorio sull'identità, formazione e ruolo dei catechisti laici, che portano il primo annuncio della fede
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Il loro mezzo di trasporto preferito è spesso la bicicletta. A volte, quando è possibile, e quando le distanze sono troppo ampie, si spostano in motocicletta, se la parrocchia ne ha una a disposizione. Si tratta dei catechisti che, in tutte le diocesi della Chiesa indiana, svolgono un ruolo importante: sono loro a visitare con regolarità i fedeli nei villaggi e mostrare l'attenzione e la cura pastorale della Chiesa a gruppi di famiglie cattoliche, a volte anche un numero molto esiguo, sparsi in zone remote, laddove i sacerdoti riescono solo raramente ad arrivare. Accade, ad esempio, nella diocesi di Rayagada, nello stato di Odisha (un tempo noto anche come Orissa), dove vi sono 50.000 cattolici su una popolazione totale di circa 5,5 milioni di persone. I fedeli cattolici provengono dagli strati più poveri e socialmente esclusi della società, e molti vivono grazie all' agricoltura di sussistenza, non hanno istruzione. I circa 30 catechisti della diocesi seguono e accompagnano nel cammino di fede queste famiglie tribali, anche compiendo viaggi con distanze considerevoli. Questo scenario è comune a numerose altre realtà locali, dove il ministero del catechista risulta prezioso per le parrocchie.
In quest'ottica la Conferenza dei Vescovi di rito latino dell'India (CCBI) ha pubblicato il "Direttorio dei catechisti laici", sussidio che contiene indicazioni sull'identità, la formazione e il ruolo dei catechisti laici: quelli impegnati nella percorso di formazione domenicale per bambini e ragazzi, presente tradizionalmente nella parrocchie indiane; quanti portano avanti catechesi nelle scuole o nelle parrocchie, con altri gruppi di giovani o adulti; quanti sono catechisti a tempo pieno, impegnati nelle aree di missione.
Mons. George Palliparambil, Vescovo salesiano della diocesi di Miao, presidente della Commissione per la Catechesi nella Conferenza dei Vescovi di rito latino dell'India ha rimarcato che "il Direttorio dei catechisti laici è un insieme di orientamenti sulla vocazione e missione dei catechisti laici, in applicazione a quanto disposto da Papa Francesco che ha reso questo 'antico ministero' attuale nel nostro tempo con la sua Lettera apostolica Antiquum Ministerium”, pubblicata il 10 maggio 2021.
"E' importante che Vescovi, clero e fedeli possano conoscerne e comprenderne pienamente l'identità e la missione del catechista oggi", ha rilevato padre Stephen Alathara, vice Segretario Generale della CCBI, affermando che è necessario "aiutare i parroci a scegliere i catechisti laici, a curarne la formazione e dare loro un ruolo specifico nell'opera pastorale e missionaria, in quanto essi contribuiscono a rafforzare la fede dei cristiani, così come ad avvicinare nuove persone alla fede, partecipando – come uomini e donne di fede – alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. "Il Papa dà loro il mandato di 'uscire' e proclamare il Vangelo. Spesso nella nostre realtà sono i catechisti laici coloro che effettivamente portano il primo annuncio della fede alla gente comune, a persone che non conoscono Cristo", ha rimarcato. Soprattutto in quelle comunità dove manca un sacerdote residente nè vi sono religiosi e religiose, "i catechisti sono punti di riferimento essenziale per le comunità, guidando e animando i fedeli nella preghiera e nelle opere di carità”. A volte, poi, questo servizio porta con sè anche pericoli, perchè i catechisti possono essere minacciati, scacciati o subire violenze da persone che possono considerarli come “estranei” al loro territorio.
Il Direttorio della Chiesa indiana, ricevendo e applicando alla realtà locale indiana la Lettera apostolica Antiquum Ministerium, intende riorganizzare l'istituto e il servizio pastorale del catechista anche nella sua posizione giuridica e amministrativa all'interno delle Chiese locali, senza clericalizzarne il ruolo e i compiti, ma riconoscendolo come figura indispensabile all'interno della comunità.

mercoledì 16 febbraio 2022

Vatican News 16 febbraio 2022

 

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sabato 4 dicembre 2021

I fedeli indiani onorano Francesco Saverio, Patrono delle missioni

 


ASIA/INDIA - I fedeli indiani onorano Francesco Saverio, Patrono delle missioni
 
Goa (Agenzia Fides) - La celebrazione della festa di San Francesco Saverio nella antica Goa, dove sono conservate le sue reliquie, si è tenuta ieri, 3 dicembre, dopo una solenne novena iniziata il 25 novembre. La festa si celebra normalmente nella Basilica del Bom Jesus, una delle chiese più antiche di Goa, completata nel 1605, dove sono custoditi i resti mortali del Santo.

Quest'anno, per rispetto dei protocolli legati alla pandemia, tutte le celebrazioni sono state previste all'aperto. La festa di San Francesco Saverio richiama migliaia di persone da tutto il Paese, in particolare pellegrini dagli stati di Maharashtra, Karnataka, Tamil Nadu e Kerala. "Molti di loro percorrono in preghiera la distanza dalle loro case alla Chiesa. Gruppi di pellegrini da Karwar, Belgaum, Sawantwadi, Azra e Malvan di solito arrivano a piedi", ha riferito padre Patricio Fernandes SJ, rettore della Basilica del Bom Jesus. Tra quanti partecipano alla festa vi sono devoti provenienti dall'Europa, da altri paesi asiatici, e anche non cristiani.
Le sante messe, tutte tenutesi nel terreno intorno alla Basilica, sono iniziate alle 4 del mattino dato che un gran numero di persone si è accampata la notte precedente vicino alla Basilica. Circa 15.000-20.000 persone hanno partecipato alla messa principale della festa, celebrata dal Vescovo di Udupi, mons. Gerald Lobo.
"In questi tempi di paura, sofferenza, morte, il messaggio di san Francesco è che le sofferenze non sono causate da Dio ma da quello che facciamo e da come viviamo. Il santo ci esorta ad affrontare le difficoltà con coraggio e a trovare risposte confidando nell'amore di Dio per noi. I doni e i talenti che Dio ci ha dato vanno usati per affrontare le sfide che incontriamo. Come ha fatto Francesco Saverio, rispondiamo alla chiamata d'amore di Dio per amarlo nei nostri fratelli e sorelle, specialmente nei poveri, negli indifesi e nei sofferenti", rileva in un messaggio inviato a Fides il gesuita p. Dominic Savio SJ, preside del St Xavier's College di Calcutta.
La festa liturgica del 3 dicembre segna il giorno in cui il Santo morì durante il suo viaggio verso la Cina.

Le sue spoglie vengono offerte all'ostensione dei fedeli ogni 10 anni. L'ultima ostensione è stata nel 2014 e la prossima è prevista nel 2024.
Francesco Saverio è, insieme con Santa Teresa di Lisieux, Patrono delle missioni. Il gesuita, nato in Navarra (Spagna) nel 1506, è conosciuto soprattutto come missionario ed evangelizzatore in Asia. Divenuto sacerdote, partì per la missione in India. Si spinse fino a Taiwan e, forse, fino alle Filippine. Si spostò dunque in Malaysia e arrivò in Giappone. Intraprese un viaggio verso la Cina, ma si ammalò di polmonite e morì nel 1522 a Goa. Fu canonizzato un secolo dopo, nel 1622.
(PA) (Agenzia Fides 34/12/2021)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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