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AFRICA/MALAWI - I Vescovi promuovono la leadership delle donne cattoliche, in vista delle elezioni | |||
Lilongwe (Agenzia Fides) – “Leadership for Salvation” questo il tema del corso al quale hanno preso parte 69 donne delle otto diocesi cattoliche del Malawi nei giorni scorsi. Il corso è stato organizzato dalla Conferenza episcopale del Malawi (ECM) che ha voluto puntare l’attenzione sulla leadership e la gestione delle Commissioni per i comitati nazionali e diocesani delle organizzazioni femminili cattoliche (CWO). “Resta indiscusso il ruolo imprescindibile della figura femminile nella Chiesa e nelle nostre rispettive comunità”, afferma in una nota inviata a Fides mons. Peter Martin Musikuwa, Presidente della Commissione pastorale, rivolgendosi ai partecipanti. Mons. Musikuwa, Vescovo di Chikwawa, ha messo ulteriormente in luce l'importante ruolo che le donne svolgono nella Chiesa e nella società, e ha spiegato la necessità di sostenerle per lo sviluppo delle loro capacità di leadership. In occasione delle prossime elezioni, che si terranno nel Paese il 21 maggio (vedi Fides 25/3/2019), il Vescovo ha invitato le donne cattoliche a “sostenere le compagne impegnate a trasformare il paese, assicurando loro il supporto della Chiesa cattolica". Padre Vincent Mwakhwawa, cappellano nazionale per i laici, ha ringraziato le donne per aver patrocinato questo evento e ha aggiunto che l'ECM seguirà da vicino le commissioni di tutte le diocesi del paese per verificare se la formazione darà frutti. “Questo corso non segna la fine del cammino, cercate di mettere in atto al meglio le conoscenze che avrete acquisito” ha detto. Lucy Vokhiwa, presidente della CWO, ha apprezzato l’impegno della ECM e ha promesso che le commissioni metteranno in pratica gli insegnamenti. "Il piano strategico previsto dal CWO per il 2019-2023 mira ai seguenti obiettivi: garantire che le donne cattoliche del Malawi approfondiscano la loro fede e la loro conoscenza spirituale, così da essere missionarie di Gesù Cristo e rappresentanti della creazione di Dio; rafforzare l'impegno pastorale; assicurare che le donne cattoliche del Malawi siano dotate di poteri politici, economici e sociali; e che il CWO sia efficace, efficiente e sostenibile”. (AP) (7/5/2019 Agenzia Fides) | |||
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ASIA/SRI LANKA - Appello del Cardinale Ranjith: "Non lasciamo che vinca l'odio e la società si polarizzi" | |||
Colombo (Agenzia Fides) - Non bisogna lasciare che" l'odio trionfi e che la violenza di Pasqua diventi occasione per polarizzare la società e spaccare la nazione": è il nuovo appello lanciato dal Cardinale Malcolm Ranjith, Arcivescovo di Colombo che, in una nota inviata all'Agenzia Fides, esorta tutti i cittadini alla calma e a mantenere il bene supremo della pace. La Chiesa in Sri Lanka è preoccupata dopo i recenti episodi di violenza registratisi a Negombo: centinaia di agenti di sicurezza sono entrati in città per far rispettare il coprifuoco dopo che decine di negozi, case e veicoli di proprietà musulmana sono stati attaccati. La chiesa di San Sebastiano nella città di Negombo, a 40 chilometri a nord della capitale Colombo, è stata una delle tre chiese e tre alberghi colpiti da attentatori suicidi il 21 aprile. "Faccio appello a tutti i fratelli e sorelle cristiani, e di altre religioni, affinché non feriscano nemmeno un singolo musulmano perché sono nostri fratelli, perché fanno parte della nostra società" afferma il Cardinale Ranjith, che invita a "creare uno spirito di comprensione e buone relazioni tra tutte le comunità dello Sri Lanka", come ha ribadito anche in un videomessaggio diffuso in tutte le tv della nazione, esortando cristiani, buddisti e musulmani a mostrare moderazione e tolleranza. Il Cardinale ha visitato Negombo, ha incontrato i leader musulmani in una moschea e "ha chiesto al governo di tutelare la sicurezza" nella città dove "esiste una forte comunità cattolica, tanto che la città è conosciuta come Piccola Roma", rileva il portavoce della diocesi di Colombo, p. Edmund Tilakaratne. Negombo ha sofferto il più alto numero di vittime negli attacchi della domenica di Pasqua che sono stati rivendicati dallo "Stato Islamico". La bomba a San Sebastiano ha ucciso più di 100 fedeli cattolici. Intanto lo stato di emergenza continua nel paese e le misure di sicurezza restano alte in tutta la nazione, mentre le scuole statali hanno ripreso le lezioni lunedì 6 maggio. Anche le scuole cattoliche a Colombo e nella provincia sono rimaste chiuse per una settimana. Un forum di sacerdoti, religiosi, gruppi della società civile e membri di altre comunità religiose ha scritto una lettera aperta al Presidente, al Primo Ministro, ai membri del Consiglio dei Ministri e ai membri del Parlamento riguardo alla situazione nello Sri Lanka. Nel testo della missiva, pervenuto a Fides, si afferma: "Il nostro obiettivo comune è stato quello di far progredire i diritti politici, sociali, economici e culturali della popolazione promuovendo la pace, l'armonia e la giustizia sociale per tutti. In passato ci siamo impegnati in modo costruttivo con tutti i governi e continueremo a farlo anche oggi. Siamo sconvolti dalla carneficina in Sri Lanka. La nostra solidarietà va alle vittime e alle loro famiglie e al nostro amato paese. Esortiamo il governo a individuare rapidamente la verità e a trovare i perpetratori e i loro alleati, nel rispetto dei diritti umani". La società civile in Sri Lnala offre assistenza attraverso le sue ampie reti di organizzazioni comunitarie che sono impegnate a promuovere la pace e l'unità nazionale. Queste reti possono condividere informazioni e, data la loro presenza capillare nel territorio, aiutare a prevenire problemi comunitari che potrebbero insorgere. (SD) (Agenzia Fides 7/5/2019) | |||
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ASIA/GIORDANIA - Nuova donazione di Re Abdallah II per i lavori di restauro del Santo Sepolcro | |||
Amman (Agenzia Fides) – Re Abdallah II di Giordania ha devoluto una nuova, consistente donazione per continuare a sostenere i lavori di restauro della Basilica del Santo Sepolcro, a Gerusalemme. Lo ha reso noto Teophilos III, Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, diffondendo lunedì 6 maggio un comunicato in cui esprime a nome della sua Chiesa gratitudine al monarca hascemita per la sua sollecitudine nel contribuire al restauro e alla tutela dei Luoghi Santi cristiani. La nuova donazione - il cui importo non è stato finora reso noto – rappresenta una parte della somma in cui consiste il Premio Templeton, assegnato a Re Abdallah II nel novembre 2018. Istituito nel 1972 dal cristiano presbiteriano John Templeton come Premio per il Progresso nella Religione (Prize for Progress in Religion), il premio Templeton è assegnato annualmente a personalità che hanno dato particolari contributi nell'ambito della religione o della spiritualità, nella convinzione che «le rivelazioni scientifiche saranno una miniera d'oro per rivitalizzare la religione nel XXI secolo». Il premio è pari a 1,1 milioni di sterline britanniche (corrispondenti a più di un milione e 283mila euro) e rappresenta uno dei premi individuali annuali più consistenti del mondo. In passato, hanno ricevuto il Premio Templeton anche Madre Teresa (nel 1973), il Dalai Lama (nel 2012), l’Arcivescovo anglicano Desmond Tutu (nel 2013) e il Rabbino Jonathan Sacks (nel 2016). Nell'assegnare il Premio al Re Abdallah, la Fondazione Templeton aveva ricordato anche il suo impegno costante a favore della protezione dei Luoghi santi cristiani e islamici a Gerusalemme. Nell’aprile 2016, Re Abdallah II aveva fatto pervenire sotto forma di “beneficenza reale” (Makruma) una consistente donazione personale a favore dei lavori di restauro dell’Edicola del Santo Sepolcro, terminati nel marzo 2017. Altre offerte del Monarca erano state devolute a favore della sistemazione del sito del Battesimo di Gesù, lungo il fiume Giordano. La Monarchia Hascemita di Giordania legittima il proprio potere sulla base della propria discendenza in linea diretta dal Profeta Muhammad, e rivendica come propria responsabilità prioritaria anche la protezione dei Luoghi Santi musulmani e cristiani di Gerusalemme. (GV) (Agenzia Fides 7/5/2019) | |||
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AMERICA/ECUADOR - Di fronte alla crisi economica i Vescovi chiedono “un nuovo modo di fare politica” | |||
Quito (Agenzia Fides) – “Abbiamo bisogno di un nuovo modo di fare politica che, al di là di interessi particolari, cerchi il bene comune e promuova un grande patto nazionale al servizio dei cittadini”: lo rilevano i Vescovi dell’Ecuador nel comunicato emesso al termine della loro Assemblea plenaria, celebrata dal 29 aprile al 2 maggio, allo scopo di portare un contributo al dialogo nazionale. “La crisi economica – scrivono nel messaggio pervenuto a Fides - richiede una politica più chiara e decisa a favore degli investimenti produttivi e della creazione di occupazione. La disuguaglianza sta diventando ogni giorno sempre più evidente, molte persone hanno serie difficoltà per arrivare alla fine del mese. Siamo particolarmente preoccupati per il tasso di disoccupazione giovanile e la mancanza di una remunerazione sufficiente per poter vivere con dignità”. Tra le principali preoccupazioni, i Vescovi citano al primo posto la corruzione, “fonte di scandalo e di vergogna”, e ricordano i “funzionari di alto livello accusati, processati, condannati o fuggiti all'estero”, che rendono evidente “la gravità dei reati e il furto che è stato sistematicamente fatto al paese”. La proliferazione delle tangenti “contamina la coscienza nazionale e la dimensione etica della nostra convivenza”. Quindi ammoniscono: “rubare denaro ai poveri è molto grave, ma ugualmente grave è la creazione di una sottocultura che giustifica tutto a proprio beneficio. Dall'impunità, fenomeni come il crimine, il femminicidio, il furto o l’omicidio... diventano ordinari nella nostra vita quotidiana”. Un’altra preoccupazione dei Vescovi dell’Ecuador è per la famiglia, “soggetta a forti cambiamenti culturali e alla dittatura dell'ideologia di genere, non sufficientemente contrastata dalla scienza e dall'antropologia”. Per quanto riguarda l'ecologia, i Vescovi chiamano ancora una volta ad essere attenti alle miniere a cielo aperto, all'estrazione di petrolio, all'inquinamento dell'acqua, alla mancanza di rispetto per la gente che non viene contattata e per le comunità che non sono consultate. “Oggi il nostro paese è più fragile e più minacciato rispetto al passato - evidenziano -. Pertanto, sentiamo più fortemente la necessità di prenderci cura dell’opera del Creatore”. Nella conclusione i Vescovi ecuadoriani mettono in risalto che “non è in gioco solo il prestigio delle istituzioni o la transizione verso un'autentica democrazia, ma il benessere e il futuro della nostra gente”. Invocano quindi la benedizione di Dio su tutti, cittadini, famiglie e autorità, chiedendo “determinazione e volontà politica per costruire un paese democratico, inclusivo, pacifico, equo e unito. Un paese benedetto da Dio”. (SL) (Agenzia Fides 7/5/2019) | |||
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AMERICA/HAITI - Le bande uccidono e terrorizzano, ricattato anche chi realizza progetti umanitari | |||
Port au Prince (Agenzia Fides) – Organizzazioni per i diritti umani e istituzioni religiose continuano ad essere preoccupate per l'aumento dell'insicurezza su tutto il territorio nazionale ad Haiti, secondo quanto informa una nota pervenuta a Fides da fonti locali. Da novembre 2018 sono più di 100 i civili assassinati dalla violenza delle bande, mentre la polizia denuncia 15 suoi membri uccisi solo nel 2019. Forse per la prima volta nella storia della violenza, le bande cominciano a ricattare persino le Ong e le Ambasciate, chiedendo denaro in cambio della “protezione” per completare qualche progetto umanitario nel paese. Insieme alle organizzazioni per i diritti umani che hanno denunciato la carneficina perpetrata la sera del 24 aprile da banditi appartenenti ad una banda che usa il nome di Sony John, alias Tije, a Carrefour Feuilles (distretto sud-est della capitale Port-au-Prince) anche la Chiesa cattolica e la Federazione protestante hanno alzato la voce. Otto persone, tra cui una donna incinta, sono state uccise e una dozzina di altre sono rimaste ferite, secondo il rapporto della polizia. L'Arcivescovo metropolita di Port-au-Prince, Mons. Max Leroy Mésidor, ha detto in un incontro con la stampa locale che "il futuro incerto della società si dibatte tra povertà, insicurezza e impunità". "L'attuale violenza non è spontanea, è organizzata" ha sottolineato l'Arcivescovo nel suo messaggio di condoglianze alle famiglie delle vittime del massacro del 24 aprile. La Federazione protestante di Haiti (Fph) ha condannato vigorosamente "questo atto vile e barbaro" commesso contro cittadini pacifici da parte da banditi senza fede né legge. "Nessun alto funzionario statale dovrebbe sentirsi orgoglioso della posizione che ricopre, fino a quando giustizia non sia stata fatta" afferma la Fph, esprimendo sgomento per l'allarmante deterioramento delle condizioni di vita dei cittadini ad Haiti. L'Osservatorio haitiano per i diritti umani (Ohdh) denuncia la passività delle autorità politiche e di polizia, che sarebbero incapaci di mettere fuori combattimento i famigerati banditi che terrorizzano la popolazione da diversi mesi. Questi, secondo le critiche della stampa locale, avrebbero il sostegno di parlamentari, alti ufficiali della polizia nazionale di Haiti (Pnh) e membri del governo, come riferisce l'Ohdh. Ne è prova il fatto che il senatore Garcia Delva è stato espulso dal suo partito politico, Ayiti, in quanto sono stati scoperti i suoi accordi con il capo della banda, Arnel Joseph. Dai missionari che operano sul posto, Fides ha ricevuto testimonianze drammatiche: "quelli che soffrono sono i più poveri, perché sembra che lo stesso governo venda le armi ai banditi nei quartieri poveri per seminare la paura e rimanere al potere. Ogni politico ha il suo gruppo di banditi, è un vero caos! In questi giorni la polizia nazionale prova a fermare questi gruppi al fine di neutralizzare la violenza, ma non ci riesce". La situazione continua ad impedire non solo lo sviluppo del paese ma anche la distribuzione degli aiuti fondamentali per sfamare i più indifesi come i bambini. Solo alcuni settori della Chiesa cattolica e alcune Ong riescono a far arrivare alimenti ai più piccoli (vedi Fides 13/03/2019). (CE) (Agenzia Fides, 07/05/2019) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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mercoledì 8 maggio 2019
Agenzia Fides 7 maggio 2019
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