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giovedì 22 febbraio 2024

Venerdì 23 febbraio alle 12

Venerdì 23 febbraio alle 12 l’arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato renderà note alcune comunicazioni importanti e ufficiali che riguardano l’Arcidiocesi di Udine.

Allo stesso orario sarà predisposta una diretta radiofonica su Radio Spazio e in streaming sul canale YouTube dell’Arcidiocesi di Udine.

martedì 22 agosto 2023

Agenzia Fides 22 agosto 2023

 

AFRICA/NIGER - Ancora stallo diplomatico ma si moltiplicano i “no” dei Vescovi africani all’intervento militare
 
Niamey (Agenzia Fides) - La Comunità Economica degli Stati dell’Africa occidentale (CEDEAO/ECOWAS), ha respinto la proposta della giunta militare del Niger di tenere elezioni entro tre anni. Prosegue dunque il braccio di ferro tra i golpisti nigerini che hanno preso il potere il 26 luglio e alcuni degli Stati aderenti alla CEDEAO/ECOWAS che potrebbero decidere per un intervento militare per riportare al potere il Presidente Mohamed Bazoum. Mali, Burkina Faso e Guinea, Stati aderenti alla Comunità ma sospesi perché governati da giunte golpiste, hanno dichiarato solidarietà ai putschisti nigerini, mentre all’interno degli stessi Paesi che hanno minacciato un intervento militare si levano le voci di chi chiede di risolvere la crisi con il dialogo e non con la forza.
In Nigeria i Vescovi della Provincia Ecclesiastica di Ibadan al termine della loro Assemblea hanno rivolto un appello al Presidente nigeriano Bola Tinubu (uno dei maggiori sostenitori dell’operazione militare) ricordando che “ l’intervento militare proposto dai leader della ECOWAS per ripristinare la democrazia in Niger è molto impopolare in Nigeria”. “I nigeriani sono favorevoli alla negoziazione e ad altri mezzi non militari, e il presidente Bola Tinubu, che è innanzitutto presidente della Nigeria, deve ascoltare i nigeriani prima di chiunque altro” affermano i Vescovi. “Chiediamo quindi al Presidente e all’Assemblea nazionale di evitare di coinvolgere la Nigeria nel conflitto armato in Niger poiché abbiamo già tante sfide da affrontare come nazione”.
In Benin la locale Conferenza Episcopale ha chiesto che siano tolte le sanzioni economiche decretate contro il Niger dopo il golpe dalla CEDEAO/ECOWAS, definite “di una durezza inedita” che colpiscono “una popolazione già in forte sofferenza a causa del dramma della povertà e della miseria”. I Vescovi del Benin chiedono di togliere le sanzioni o quantomeno una loro revisione “in nome dell’etica, della solidarietà africana e della nostra comune umanità”, e auspicano di risolvere la crisi per via diplomatica. A tal fine il 15 agosto in occasione della celebrazione della Solennità dell'Assunzione della Vergine Maria, Regina della Pace, i Vescovi hanno esortato i sacerdoti a celebrare in tutte le parrocchie la Messa per la pace in Niger e nella sub-regione,. Inoltre, il 18 agosto 2023, tutti i fedeli cattolici e le persone di buona volontà sono stati chiamati a osservare una giornata di digiuno e preghiera per la stessa intenzione.
Anche in Togo la Conferenza Episcopale si è espressa per la revoca delle sanzioni al Niger e la prosecuzione del dialogo.
In precedenza si erano espresse a favore del dialogo e a scapito dell’intervento militare le Conferenze Episcopali della Nigeria e di Niger e Burkina Faso (vedi Fides 7/8/2023) e la Conferenza episcopale regionale dell'Africa occidentale (RECOWA/CERAO, vedi Fides 10/8/2023). (L.M.) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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AFRICA/SUDAFRICA - “Giustizia e Pace” avvia un'azione collettiva a favore dei minatori colpiti da malattie legate all’estrazione del carbone
 
Johannesburg (Agenzia Fides) – “Molto spesso i lavoratori non hanno i mezzi per fare ricorso legale nei confronti delle grandi aziende che hanno enormi risorse a loro disposizione” afferma il Cardinale eletto Stephen Brislin, Arcivescovo di Città del Capo, nel spiegare perché la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale cattolica dell'Africa meridionale (SACBC), ha intentato un'azione legale contro alcune società minerarie.
Il ricorso presentato presso l'Alta Corte del Sud Africa, Divisione locale di Gauteng, mira a risarcire i minatori che hanno contratto la malattia polmonare dovuta alla polvere di carbone sotto forma di pneumoconiosi e broncopneumopatia cronica ostruttiva. Oltre ai lavoratori ancora in servizio la causa è portata avanti a beneficio di quelli in pensione o che si sono dimessi e dei familiari dei minatori morti per le malattia causate dalla polvere di carbone.
“Molto spesso gli ex lavoratori delle miniere non sono più membri dei sindacati e, quindi, non hanno i mezzi e la capacità di ricorrere legalmente contro le grandi aziende responsabili delle loro malattie polmonari” sottolinea l’Arcivescovo di Città del Capo. “Spetta quindi alla Chiesa prestare assistenza, dove possibile, affinché i diritti dei più vulnerabili siano rispettati e affinché possano accedere al risarcimento loro dovuto per legge. Molte aziende sono disponibili a risolvere tali casi, ma in alcuni casi è necessaria un’azione legale”.
“La polvere delle miniere di carbone può causare ai minatori lo sviluppo di malattie polmonari tra cui pneumoconiosi e BPCO… Nonostante conoscessero i rischi per i minatori, gli associati dell’industria mineraria del carbone non sono riusciti a fornire ai propri lavoratori formazione, attrezzature, e un ambiente di lavoro sicuro” afferma il ricorso collettivo che se accolto potrebbe aprire la strada ad altre azioni legali da parte di minatori colpiti da malattie legate al carbone.
Il carbone è un pilastro dell’economia del Sudafrica, dà lavoro a quasi 100.000 persone e rappresenta l’80% della produzione di elettricità. (L.M.) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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ASIA/PAKISTAN - L'Arcivescovo di Lahore, capi musulmani e il Primo Ministro del Pakistan visitano le famiglie cristiane colpite dalla violenza
 
Faisalabad (Agenzia Fides) - In momenti di sofferenza il contatto umano, un abbraccio, un sorriso e parole di consolazione hanno un valore altissimo. Con questa convinzione l’Arcivescovo di Lahore, Sebastian Shaw si è recato a Jaranwala, città del Punjab pakistano dove il 16 agosto è avvenuta l'ondata di violenza sui cristiani, a causa di una presunta accusa blasfemia. L’Arcivescovo ha visitato le famiglie, ha pregato con loro, ha ascoltato e consolato. Dopo che ne giorni scorsi sono stati sui luoghi il Vescovo di Faisalabad, mons. Indrias Rehmat - che ha celebrato la messa nel quartiere devastato (vedi Fides 2178/2023) - e la delegazione della Commissione episcopale “Giustizia e pace”, guidata da Mons. Joseph Arshad, anche l’Arcivescovo Shaw ha voluto recarsi in loco per prendere visione personalmente della situazione, ha voluto portare la sua solidarietà, incontrare le famiglie di sfollati, fermarsi con loro e ascoltare le loro esigenze, leggere Vangelo insieme con loro, per trarre dalla Parola di Dio conforto e speranza. La visita ha avuto un tratto particolare e un segno speciale: l'Arcivescovo è giunto in compagnia di alcuni leader musulmani che, fin dall'inizio, hanno condannato la violenza e hanno voluto esserci per offrire la loro solidarietà e la loro comune preghiera.
"Quello che abbiamo visto è devastazione terribile, ci ha suscitato emozione e commozione. Le persone sono scioccate e disperate, senza più nulla. Sta a noi portare un briciolo di consolazione, facendoci testimoni dell'amore di Gesù. C'è bisogno di vicinanza umana, di assistenza psicologica e materiale, e stiamo organizzando tutti gli aiuti possibili tramite la Caritas e anche grazie a volontari e a diverse congregazioni religiose. Ho detto ai cristiani che non sono soli in questa sofferenza, Gesù è accanto a loro e noi siamo con loro, ci interessiamo e ci prenderemo cura di loro", ha rimarcato mons. Shaw.
La comunità di Jaranwala, in una assemblea di fedeli di diverse confessioni e di cittadini musulmani, ha accolto anche la visita di Anwar ul Haq, Primo Ministro ad interim del Pakistan. Come segno di attenzione delle istituzioni, il Primo Ministro ha voluto portare di persona, a nome del governo federale, solidarietà alle vittime. In un discorso cui i mass-media pakistani hanno dato ampia diffusione, Anwar ul Haq ha ricordato che “la comunità cristiana ha avuto un ruolo importante nella creazione de Pakistan" ed è parte integrante della nazione, aggiungendo che “è responsabilità di ogni musulmano proteggere le comunità minoritarie”.
Il Primo Ministro ha aggiunto: “Non stiamo perseguendo i nemici delle minoranze solo per obbligo, ma per convinzione. Come seguaci del fondatore della patria Ali Jinnah e come seguaci del Profeta Maometto, agiamo secondo la legge e la Costituzione del Pakistan, che ci incoraggia e ci obbliga a rispondere a questa atrocità. Non daremo un facile condono ai persecutori. Se qualcuno perseguita una qualsiasi comunità, la giustizia lo raggiungerà”. “Fratelli e sorelle – ha detto il Primo Ministro rivolgendosi ai cristiani – siamo con voi, saremo la voce dei senza voce. Faremo rispettare la legge e troverete lo stato e la società accanto a voi non solo verbalmente, ma con gesti tangibili e significativi”. Anwar ul Haq ha quindi distribuito assegni per 2 milioni di rupie ciascuno ai cristiani cristiana le cui case sono state distrutte durante le violenze.
Sul piano del dialogo interreligioso, considerato una via importante per rafforzare le relazioni e costruire una cultura della pace e della convivenza, l'associazione internazionale "Religions for Peace" ha rivolto un appello a “partner ecumenici e interreligiosi in tutto il mondo per dire ‘no’ a ogni forma di violenza e oppressione, e continuare la pregare e a costruire la giustizia e la pace in Pakistan”.
Anche tra i pakistani in diaspora, è forte la solidarietà verso le comunità cristiane colpite: "Questo incidente scioccante ha scosso i cuori delle persone in tutto il mondo, evidenziando l’urgente necessità di unità, comprensione e tolleranza religiosa", rimarca l'associazione “Voice of The Voiceless international” (VOV) , formata da pakistani all’estero. "In questo momento di dolore e angoscia, esprimiamo la nostra più profonda vicinanza alla comunità cristiana pakistana. Ci appelliamo a tutti gli individui, le comunità internazionali e i leader perchè ci si schieri uniti contro l’odio, la violenza e l’intolleranza e perchè si possa promuovere e vivere in Pakistan in un ambiente in cui tutte le fedi siano rispettate e valorizzate".
(PA) (Agenzia Fides 22/8/2023)
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domenica 16 febbraio 2020

Agenzia Fides 15 febbraio 2020

VATICANO - “Incontro cordiale” tra l’Arcivescovo Paul Richard Gallagher e il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi
 
Monaco di Baviera (Agenzia Fides) - L’Arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, e il Vicepremier e Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, si sono incontrati a Monaco di Baviera e hanno avuto un colloquio nel pomeriggio di ieri, venerdì 14 febbraio, nella cornice della Munich Security Conference 2020, la conferenza annuale sulle politiche di sicurezza globale che dal 1963 si svolge ogni anno a Monaco di Baviera. Si è trattato del primo incontro ufficiale di tale livello tra un rappresentante della Sata Sede e un membro del governo della Repubblica Popolare Cinese.
«Nel corso del colloquio, svoltosi in un clima cordiale» riferisce il comunicato diffuso in dalla Sala Stampa vaticana nella tarda serata di venerdì 14 febbraio, «sono stati evocati i contatti fra le due Parti, sviluppatisi positivamente nel tempo». In particolare «si è evidenziata l’importanza dell’Accordo Provvisorio sulla nomina dei Vescovi, firmato il 22 settembre 2018, rinnovando altresì la volontà di proseguire il dialogo istituzionale a livello bilaterale per favorire la vita della Chiesa cattolica e il bene del Popolo cinese».
Nel colloquio è stato espresso anche comune apprezzamento «per gli sforzi che si stanno compiendo per debellare l’epidemia di coronavirus» e solidarietà «nei confronti della popolazione colpita». Inoltre, si è auspicata «maggiore cooperazione internazionale al fine di promuovere la convivenza civile e la pace nel mondo e si sono scambiate considerazioni sul dialogo interculturale e i diritti umani». (GV) Agenzia Fides 15/2/2020).
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VATICANO - La preghiera dei bambini è quella che piace al Signore: il Cardinale Tagle in visita all’ospedale Bambino Gesù
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il primo impegno ufficiale del Cardinale Luis Antonio Tagle a Roma, dopo la nomina a Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, è stato la visita ai bambini ricoverati all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, venerdì 14 febbraio. L’occasione è nata dalla presentazione del libro "I bambini sono speranza" (Salani editore), una raccolta di disegni che i bambini di tutto il mondo hanno regalato a Papa Francesco, da cui padre Antonio Spadaro, Direttore de La Civiltà Cattolica, ha tratto questo libro curandone l'edizione.
“E’ un libro che mi riporta alle radici della mia famiglia, quando la sera sfogliavamo sempre le stesse immagini in semplicità e con tanta serenità” ha raccontato il Cardinale ai bambini che ha più volte invitato ad essere felici e fiduciosi verso il futuro. “La Chiesa ha un futuro perché ci sono i bambini” ha sottolineato il Cardinale Prefetto durante la presentazione del libro. “A Manila le ragazze della casa per bambini di strada ‘Ponte di vita verso la speranza’, che Papa Francesco durante la sua visita ha voluto visitare a sorpresa, quando hanno saputo della mia partenza per Roma hanno organizzato una semplice festa per salutarmi con canti, balli, preghiere e anche molte lacrime. Mi hanno chiesto di dire a Papa Francesco di non dimenticare questa casa, di dirgli che lui rimane in questa casa nella memoria dei bambini. Le ragazze hanno promesso che pregheranno ogni giorno per me e io credo che la preghiera dei bambini senza speculazioni, senza troppe parole, con sorrisi e lacrime, è la preghiera che piace al Signore”.
Il Cardinale Tagle, che prima dell'incontro con i giornalisti ha visitato i piccoli pazienti ricoverati nel nosocomio pediatrico accompagnato dalla presidente Mariella Enoc, intrattenendosi con loro e con i familiari, ha infine salutato i bambini invitandoli a sorridere e a mantenere sui loro visi un ‘sorriso permanente’.
(AP) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/NIGER - Padre Pier Luigi Maccali: le spine e i fiori di un rapimento
 
Niamey (Agenzia Fides) - “Nessuna informazione, nessun segno che ci aiuti a dare un vero nome a quello che è successo e a intravedere la strada da percorrere” scrive padre Ceferino Cainelli, Superiore provinciale della Società per le Missioni Africane (SMA) dell'Italia, in prossimità di un altro mese dal rapimento di p. Pier Luigi Maccalli dalla missione di Bomoanga (vedi Agenzia Fides 18/9/2018).
“Il dolore provocato dall’assenza di p. Pier Luigi, dopo un anno e cinque mesi del suo rapimento, si fa sentire. La spina continua ad essere presente e fa molto male" scrive p. Cainelli, il quale aggiunge che “nel frattempo, nell’attesa, sono germogliati dei bei fiori di solidarietà e di speranza, di condivisione e di crescita nella fede.”
“Uno di questi ce lo offre la Diocesi di Crema che, dopo il rapimento di padre Pier Luigi si riunisce ogni mese per manifestare nella fede la sua ‘paziente e insistente speranza’, fiore di luce e di fede, di perseveranza nella preghiera, di comunione profetica, di Chiesa in cammino.
“Noi missionari della SMA – conclude la p. Cainelli - ci sentiamo in profonda comunione con questa diocesi di cui è originario il nostro confratello. Ringraziamo di cuore il suo Vescovo, Mons. Daniele Gianotti, l’Ufficio Missionario e tutta la comunità Diocesana, per averci coinvolti ogni volta in questi momenti di preghiera, che ci incoraggiano e ci consolano nella sofferenza, che ci fanno crescere come Chiesa, e che ci fanno condividere la stessa missione e la stessa speranza”.
(CC/AP) (15/2/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/NIGERIA - Nuovo rapimento di un sacerdote in Nigeria
 
Abuja (Agenzia Fides) - “Siamo sicuri che sia vivo e abbiamo subito intrapreso i passi necessari per assicurare che p. Nicholas Oboh sia rilasciato incolume” ha affermato p. Osi Odenore, Cancelliere della diocesi di Uromi, in una conferenza stampa nella quale ha denunciato il rapimento di p. Nicholas Oboh, che opera nella diocesi di Uromi, nello Stato di Edo, nel sud-est della Nigeria. P. Odenore ha affermato che il sacerdote è stato rapito ieri, 14 febbraio, ma non ha specificato in quale zona sia avvenuto il sequestro. P. Odenore ha concluso il suo intervento chiedendo preghiere per la rapida liberazione di p. Oboh.
I sequestri a scopo di estorsione sono una piaga che colpisce da tempo diverse aree della Nigeria. In concomitanza con il rapimento di p. Oboh, quattro bambini sono stati sequestrati a Umelu, nello Stato di Edo, quando alcuni banditi hanno assalito il villaggio. Dopo aver derubato i residenti, i malviventi sono fuggiti portando con loro i quattro bambini. Nonostante il pagamento di un riscatto, solo uno di loro è stato finora rilasciato.
Tra le persone rapite ci sono sacerdoti e religiosi/e. Gli ultimi in ordine di tempo sono i quattro seminaristi rapiti dal seminario maggiore del Buon Pastore di Kakau, nello Stato di Kaduna, nel nord-ovest della Nigeria, da uomini armati nella notte dell'8 gennaio (vedi Fides 13/1/2020). Il più giovane di questi, Michael Nnadi (18 anni), è stato ucciso mentre gli altri tre sono stati liberati (vedi Fides 3/2/2020).
Al suo funerale (vedi Fides 13/2/2020), Sua Ecc. Mons. Matthew Hassan Kukah, Vescovo di Sokoto, ha rivolto un duro atto d’accusa nei confronti del Presidente Muhammadu Buhari, che era stato eletto sulla promessa di ristabilire la sicurezza nel Paese. Mons. Kukah ha contestato non solo l’insicurezza che regna in Nigeria, ma anche le politiche che hanno approfondito le divisioni etniche e religiose tra Nord e Sud. (L.M.) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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ASIA/SINGAPORE - Coronavirus: Messe e incontri sospesi a tempo indeterminato nell’arcidiocesi di Singapore
 
Singapore (Agenzia Fides) - Nella lotta contro la diffusione del coronavirus (Covid-19), l'arcidiocesi di Singapore ha deciso di sospendere la celebrazione di tutte le messe della domenica e dei giorni feriali a partire dal 15 febbraio fino a nuovo avviso. L'arcidiocesi - che comprende 32 chiese - ha avvisato i parroci e le comunità laicali che anche tutti gli altri eventi pubblici che prevedono un gran numero di persone, come incontri di formazione della fede, ritiri e seminari, dovrebbero essere sospesi. Alla fine del mese scorso, l’arcidiocesi aveva già esentato quanti non fossero in piena salute o manifestassero sintomi simil-influenzali dalla partecipazione alla Messa.
In una sua lettera pervenuta a Fides, l'Arcivescovo di Singapore William Goh ricorda che nelle ultime settimane la Chiesa locale si era adoperata per ridurre al minimo il rischio di diffusione dei focolai di Covid-19 nelle sue istituzioni e tra i sacerdoti, invitando a misurare la temperatura delle persone. Tuttavia questo provvedimento non è uno strumento di screening infallibile, in quanto anche le persone asintomatiche possono essere portatrici dell'infezione.
L'Arcivescovo sottolinea che la sospensione delle Messe non significa che i cattolici possono sentirsi esentati dall'adempimento del loro principale obbligo religioso, e aggiunge che possono seguire la trasmissione della Messa su YouTube o sull'applicazione mobile CatholicSG Radio. Invita quindi a pregare perché questo virus sia contenuto e sradicato, e anche per quelli in prima linea - i dottori e le infermiere - che stanno mettendo la propria salute a servizio dei malati.
Ai matrimoni e ai funerali potranno partecipare solo le persone strettamente coinvolte, e
in precedenza dovranno essere presi accordi con il parroco, seguendo tutte le misure precauzionali in base alla Catholic Medical Guild.
Al 14 febbraio a Singapore erano stati registrati 67 casi confermati di Covid-19. Di questi 17 sono stati dimessi dall'ospedale mentre altri 6 rimangono nel reparto di terapia intensiva e sono malati gravi. (SD) (Agenzia Fides 15/02/2020)
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AMERICA/MESSICO - Nuovi strumenti di discernimento per l'animazione, la formazione e la cooperazione missionaria nel continente
 
Città del Messico (Agenzia Fides) – Si sta svolgendo a Città del Messico, presso la sede delle Pontificie Opere Missionarie (POM), il primo Incontro Continentale di Formazione per docenti di Missionologia ed Ecclesiologia (vedi Fides 14/2/2020), che dal 14 al 16 febbraio vede riuniti i docenti nella materia, i direttori, i coordinatori e altri membri delle POM di Brasile, Porto Rico, Messico, Argentina, tra altri paesi latinoamericani.
Secondo le informazioni inviate a Fides dalle POM del Messico, che fanno notare come il numero di laici impegnati nella Missio Ad Gentes in ogni paese sia considerevole, la dinamica di questo seminario sono i workshop e le tavole rotonde per il dialogo a temi, come preparazione ad un incontro plenario e a un contributo generale finale, al fine di indicare nuove prospettive per spingere il lavoro missionario in tutta l’America Latina.
In precedenza, sempre presso la sede delle POM a Città del Messico, mercoledì 12 e giovedì 13 febbraio, si è riunita una Commissione che, accompagnata dal Coordinatore continentale delle POM, ha presentato le conclusioni del lavoro di ricerca svolto: uno studio dei Congressi Missionari Continentali (COMLA e CAM) che si sono tenuti dal 1977 nel continente. Lo scopo è quello di compilare un rapporto basato su due linee guida: la metodologia utilizzata nei vari Congressi Missionari e la priorità della Missio Ad Gente, oltre naturalmente ad approfondisce temi, contenuti, contesto di ogni Congresso e altri aspetti peculiari.
L'obiettivo di questo lavoro è quello di offrire strumenti di discernimento al servizio dell'animazione, della formazione e dell'attuale cooperazione missionaria in tutto il continente, evidenziando errori, successi, sfide e opportunità sollevate. I partecipanti a questo incontro sono stati: P. Ender Zapata, Direttore nazionale delle POM del Venezuela; P. Alexis Gil, Direttore nazionale delle POM della Colombia, P. Luís A. Nahuelanca, Direttore nazionale delle POM del Cile, una équipe di Porto Rico (sede scelta per il CAM 6 nel 2023) e P. Leonardo Rodriguez, Direttore nazionale delle POM dell’Uruguay e Coordinatore continentale delle POM dell’America.
(CE) (Agenzia Fides, 15/02/2020)
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AMERICA/CILE - Trecento giovani di Concepción in missione per condividere la loro fede e la loro speranza
 
Concepción (Agenzia Fides) - Circa 300 giovani dell'Arcidiocesi cilena di Concepción, nei mesi di gennaio e febbraio hanno svolto le missioni estive in diverse comunità, a sostegno dell'azione pastorale che si svolge durante tutto l'anno. In questo modo hanno voluto rispondere a ciò che Papa Francesco chiede loro nella sua Esortazione apostolica "Christus vivit", dove incoraggia i giovani ad essere missionari coraggiosi: “I giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo ovunque, con la propria vita… Siate capaci di andare controcorrente e sappiate condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato” (nn.175-176).
Come informa la nota della Conferenza episcopale giunta a Fides, molte zone rurali e urbane, come la prigione di Arauco o l’Isla de Chiloé e l'Isla de Santa María, sono state toccate dall'entusiasmo e dalla gioia dei giovani missionari, che hanno fatto tutto il possibile per portare la loro testimonianza. Nei giorni della missione i giovani hanno visitato ogni casa del settore affidato, hanno organizzato diversi incontri con la comunità locale, in un clima di grande fraternità e fervore spirituale, con la celebrazione dell'Eucaristia come momento principale di ogni giornata.
Il vicario della Pastorale della gioventù dell'Arcidiocesi di Concepción, padre Víctor Álvarez, ha commentato: "assumendosi la responsabilità della loro missione, nella Chiesa e nel contesto sociale in cui viviamo come nazione, i giovani sono andati a condividere la loro fede e la loro speranza in ogni zona missionaria". Ogni area di missione poteva contare sul sostegno di alcuni sacerdoti e religiose, impegnati nei diversi settori della pastorale e in diversi luoghi, rafforzando così la dimensione spirituale e l'incontro con Gesù Cristo come fondamento di tutto ciò che è stato realizzato in quei giorni. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)
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AFRICA/BURUNDI - Dimissioni del Vescovo di Bururi e nomina del successore
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Bururi (Burundi), presentata da S.E. Mons. Venant Bacinoni. Il Santo Padre, contemporaneamente, ha nominato Vescovo della medesima Diocesi il Rev.do Salvator Niciteretse, del clero di Bururi, finora Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici.
Il Rev.do Salvator Niciteretse è nato il 2 agosto 1958 a Rutwenzi, Diocesi di Bururi ed è entrato nel Seminario Minore di Kanyosha (1975-1979). Ha ottenuto un Diploma con indirizzo umanistico nel Seminario medio di Bujumbura (1979-1982), completando poi il Baccalaureato in Filosofia nel Seminario Maggiore di Bujumbura (1982-1985) e quello in Teologia nel Seminario Maggiore di Burasira (1985-1989). È stato ordinato sacerdote il 9 luglio 1989 per la Diocesi di Bururi.
Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: 1989-1993: Vicario parrocchiale di Murago e poi Parroco della stessa parrocchia e Cappellano Nazionale del Movimento di Azione Cattolica Xavéri (M.A.C. Xavéri); 1993-1998: Parroco della Cattedrale di Bururi e Direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie; 1998-2002: Studi Superiori presso la Pontificia Università Lateranense dove ha conseguito una Licenza in Teologia Pastorale e un Dottorato in Dottrina Sociale della Chiesa; dal 2003: Segretario della Commissione Episcopale per l’Apostolato dei Laici; Professore nel Seminario Maggiore di Gitega e di Kiryama; Incaricato per l’Africa al Forum Internazionale dell’Azione Cattolica. (SL) (Agenzia Fides 15/2/2020)

mercoledì 8 gennaio 2020

Agenzia Fides 7 gennaio 2020

AFRICA/RDC - Il Cardinale Fridolin Ambongo denuncia un piano di balcanizzazione della Repubblica Democratica del Congo
 
Kinshasa (Agenzia Fides) - "Il clima generale nella parte orientale del Paese è caratterizzato da insicurezza e miseria insopportabile. Il rapporto mostra chiaramente che l'obiettivo di tutto ciò è la balcanizzazione del nostro Paese" ha affermato il Cardinale Fridolin Ambongo, Arcivescovo di Kinshasa, durante una conferenza stampa tenutasi a Kinshasa venerdì 3 gennaio 2020, nella quale ha illustrato la sua visita pastorale nella diocesi di Butembo-Beni nel Nord Kivu dal 27 al 31 dicembre 2019 (vedi Fides 3/1/2020).
Il Cardinale Ambongo si è recato nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo su invito di Sua Ecc. Mons. Melchizedek Paluku Sikuli, Vescovo della diocesi di Butembo-Beni. Nel corso della visita, il Cardinale ha trasmesso il messaggio di sostegno alle popolazioni locali di Papa Francesco, e di tutti i Vescovi della Repubblica Democratica del Congo. Questa preoccupazione pastorale va di pari passo con il messaggio inviato al Cardinale dai deputati di questa parte del Paese e dai membri della comunità Nande che vivono a Kinshasa, che gli hanno fatto visita in precedenza.
Massacri quotidiani, stupri, rapimenti, sfollamenti di popolazioni e altri dettagli raccapriccianti caratterizzano il clima di insicurezza, secondo l'osservazione del Cardinale. Sono almeno 5 i sacerdoti rapiti e dei quali non si hanno notizie. Il Cardinale ha deplorato il silenzio e l’indifferenza del resto del Paese su quanto avviene nell’est, ed ha stigmatizzato l'ambiguità della comunità internazionale di fronte a questa situazione che dura da decenni.
Il Cardinale Ambongo ha infine invitato la Missione ONU nella RDC (MONUSCO) a rivedere la gestione delle sue operazioni, dato che alcuni massacri hanno avuto luogo a pochi metri dalle installazioni dei Caschi Blu.
"Il paese è in guerra! E per questo, deve esserci consapevolezza a livello nazionale. Tuttavia, nonostante questa immagine desolata, restiamo fiduciosi. Esorto i miei fratelli e sorelle nell’est a farsi coraggio, li affido all'intercessione della Vergine Maria, Patrona del nostro paese ".
La tesi di balcanizzazione è confermata dal fatto che le popolazioni sfollate vengono sistematicamente sostituite da gruppi ruandofoni e ugandesi, ha affermato il Cardinale Fridolin Ambongo. Il Cardinale ha espresso la sua gratitudine a Papa Francesco che segue da vicino la situazione nella Repubblica Democratica del Congo e che spesso prega per questo Paese e si è detto fiducioso del sostegno della Chiesa cattolica in tutto il mondo e della collaborazione delle Conferenze Episcopali dei Paesi vicini, affinché si possa raggiungere la pace nella parte orientale della RDC. (M.B.P.) (L.M.) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Esplosione al confine con il Camerun provoca 30 morti
 
Abuja (Agenzia Fides) - Almeno 30 persone sono morte nell’esplosione di un ponte che collega la Nigeria al Camerun. Nell'attacco al ponte El Beid a Gamboru, nello stato del Borno, avvenuto nel pomeriggio del 6 gennaio, oltre alle vittime sono rimaste ferite decine di persone. Il ponte che collega Ngala-Gamboru in Nigeria e Fotokol in Camerun, era particolarmente affollato perché centinaia di persone stavano tornando in Nigeria dal mercato sul lato camerunese.
Secondo le autorità camerunesi l’esplosione non è dovuta ad un attentato terrorista ma all’imprudenza di alcuni giovani che avrebbero cercato di vendere una granata inesplosa trovata fortuitamente. Nella zona operano i terroristi di una fazione di Boko Haram che ha aderito allo Stato Islamico. A dicembre questo gruppo ha ucciso una cinquantina di persone nella zona.
Tra gli omicidi attribuiti a Boko Haram, avvenuti di recente nello Stato di Borno, c’è quello di una coppia di promessi sposi, Martha Bulus e il suo compagno. Secondo p. Francis Arinse, Direttore delle Comunicazioni Sociali della diocesi di Maiduguri, il 26 dicembre la coppia insieme ad altre persone si stava recando da Maiduguri al luogo del matrimonio, previsto il 31 dicembre, quando sono stati intercettati da un gruppo di terroristi nei pressi di Gwoza. La futura sposa, il suo promesso sposo e i loro parenti e amici sono stati decapitati sul posto dagli uomini di Boko Haram.
P. Arinse ha ricordato che ci sono stati una serie di rapimenti nell'area. Fonti di stampa avevano riferito che il 26 dicembre il gruppo dello Stato Islamico aveva pubblicato un video che mostrava la decapitazione di 10 cristiani. Lo Stato Islamico ha affermato che le decapitazioni sono la risposta all'uccisione, a fine ottobre, del suo leader, Abu Bakr al-Baghadi, in Siria.
Le autorità nigeriane hanno elevato lo stato d’allerta dopo l’uccisione in Iraq, il 3 gennaio, di Qassem Soleimani, il comandante delle brigate al Qods del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica. (L.M.) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AFRICA/EGITTO - Al Sisi alla veglia del Natale copto:“Se amiamo Dio, dobbiamo amarci l’un l’altro”
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – “Andiamo avanti in modo onorevole, in un tempo senza onore, e crediamo che Dio renderà vittoriose le persone onorevoli”. Così il Presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi si è espresso nell’intervento svolto davanti al Patriarca Tawadros e a vescovi, sacerdoti, religiosi e alla moltitudine dei fedeli radunati nella Cattedrale dedicata alla Natività, nella nuova capitale amministrativa dell’Egitto, in occasione della sua partecipazione alla veglia di Natale, celebrata dalla Chiesa copta la sera di lunedì 6 gennaio.
Sono già sei anni che il Presidente egiziano presenzia alla liturgia della veglia di Natale celebrata dal Patriarca copto ortodosso. La circostanza, anche quest’anno, ha fornito ad al Sisi l’occasione per esprimere considerazioni rivolte non solo alla comunità copta, ma a tutta la nazione, con parole d’ispirazione patriottica e richiami a tutti gli egiziani a superare le divisioni e a fare fronte comune contro le insidie provenienti dall’esterno. “Finché siamo uniti” ha detto tra l’altro il Presidente egiziano, “non dovremmo preoccuparci, e dovremmo solo prenderci cura di quelli che sono intorno a noi". Avventurandosi sul terreno del linguaggio religioso, il leader politico ha anche sottolineato che “se amiamo Dio, dobbiamo amarci l’un l’altro, e non dobbiamo permettere a nessuno di seminare discordia tra di noi”. Riferendosi alle tensioni e ai conflitti che agitano la regione mediorientale, al Sisi ha fatto notare che anche l’Egitto avrebbe potuto essere risucchiato da crisi devastanti, come è accaduto e sta accadendo ad altre nazioni dell’area. “Ma finché saremo uniti” ha aggiunto il Presidente egiziano, “nessuno potrà trascinarci in tali situazioni”.
Dopo il suo intervento, e prima di lasciare l’assemblea liturgica, il Presidente egiziano ha offerto a Papa Tawadros II un bouquet di fiori a nome di tutti gli egiziani, salutandolo prima di lasciare la messa.
La nuova Cattedrale copta dedicata alla Natività di Gesù sorge nell'area urbana a 45 km dal Cairo, destinata a diventare la nuova capitale amministrativa dell'Egitto. Alla liturgia hanno preso parte anche i rappresentanti dell'Università sunnita di al Azhar e numerosi esponenti del governo egiziano. compreso il Premier Mostafa Madbouly.
La stessa Cattedrale, inaugurata ufficialmente lo scorso anno (vedi Fides 4/1/2019), vuole rappresentare anche un simbolo della strategia politica con cui al Sisi intende assicurare a sé e al suo progetto politico la solidarietà della Chiesa copta. L'attuale Presidenza egiziana ha contribuito direttamente con 100mila sterline egiziane al primo finanziamento dell'imponente opera urbanistica. Secondo il leader egiziano, il nuovo luogo di culto rappresenta «un messaggio per l’Egitto e per il mondo intero». I media egiziani presentano la nuova cattedrale copta come «la chiesa più grande del Medio Oriente». Il disegno architettonico della Cattedrale, fedele alla tradizione copta, vuole richiamare il profilo dell'Arca di Noè, e così riproporre l'immagine della Chiesa come “barca” di salvezza che naviga tra le traversie della storia, verso la meta celeste del Paradiso.
Nel piano urbanistico della nuova capitale amministrativa, al Sisi ha voluto far inserire anche la costruzione della più grande moschea del Paese, con l’intento di presentare cattedrale e moschea come simboli di convivenza e unità nazionale. (GV) (Agenzia Fides 7/1/2020).
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ASIA/BANGLADESH - La Bibbia al centro della missione della Chiesa
 
Dacca (Agenzia Fides) - "Come battezzati, abbiamo la responsabilità di predicare il messaggio di Dio, tenendo la Parola di Dio nel nostro cuore e portandola nella nostra vita”: lo afferma all'Agenzia Fides Mons. James Romen Boiragi, Vescovo della diocesi di Khulna e Presidente della Commissione per la catechesi e l'apostolato biblico, in seno alla Conferenza episcopale cattolica del Bangladesh.
Sottolineando la centralità della Bibbia nella missione della Chiesa, il Vescovo James Romen Boiragi ha spiegato: "Il messaggio di Dio presente nella Bibbia va predicato con la nostra vita, dando testimonianza di fede con la vita e il comportamento. Se lo stile di vita di ciascuno di noi si illumina e si lascia guidare sempre riferendosi alla Bibbia, ogni fedele diventerebbe una Bibbia vivente, con grande beneficio per l'evangelizzazione”.
Il Vescovo ha ricordato il tema della recente giornata della Bibbia, celebrata nel dicembre scorso, "La tua Parola è lampada per i miei passi, luce sul mio cammino" e lo ha riproposto come leit-motiv del cammino di evangelizzazione della Chiesa in Bangladesh per il 2020.
E ha detto: "In questo nuovo anno chiediamo ai cattolici del Bangladesh di conoscere e approfondire le loro responsabilità di battezzati, che sono inviati ad annunciare la Buona Novella, secondo la Bibbia. Possa la Bibbia diventare la nostra luce, rendere la nostra vita divina: questa è la mia preghiera”.
Padre Ripon Anthony D’Rozario, viceparroco di Tejgaon a Dhaka, anch'egli impegnato nell'apostolato biblico nel paese, ha affermato che i cattolici dovrebbero prendersi cura della Sacra Bibbia: "Ho notato che in molte case c'è la Bibbia, ma non la si legge spesso e non la si cura in modo appropriato. Invito tutti a leggere la Bibbia ogni giorno perché è Parola di Dio e cibo spirituale per noi”. Proshanto Gomes, laico cattolico, ha detto a Fides che "con la lettura della Bibbia, Dio rimane con me. Trascorro i miei giorni con le benedizioni di Dio".
La Commissione episcopale per la catechesi e l'apostolato biblico si sta impegnando a promuovere, in tutte le diocesi del Bangladesh, l'apostolato biblico, assistendo e collaborando per la preparazione e diffusione di materiali catechistici e biblici nelle lingue locali, provvedendo alla formazione di catechisti e insegnanti di religione cattolica. (FC) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AMERICA/NICARAGUA - Il Card. Brenes chiede di continuare a impegnarsi per la liberazione di tutti i prigionieri politici e per la pace
 
Managua (Agenzia Fides) – Un invito a "coloro che hanno influenza a livello sociale e politico" a continuare ad adoperarsi affinché nel 2020 siano liberate tutte "le persone private della libertà", è stato rivolto dal Cardinale Leopoldo Brenes, Arcivescovo di Managua, nella festa dell'Epifania, il 6 gennaio. Ha anche chiesto alle autorità e ai gruppi di potere di iniziare a lavorare per la pace e di smettere di "squalificare gli altri". "Spero che continuino a fare i loro sforzi affinché quest'anno 2020 le nostre carceri possano essere liberate da quelle persone che sono private della loro libertà" ha detto il Cardinale Brenes subito dopo l'Eucaristia celebrata nella parrocchia Jesus Sacramenteto, a Managua. "Credo che ciò che ci manca è il senso d'unità come nazione; non c'è un progetto di paese. Il problema esiste perché non abbiamo amore per la patria, per il nostro paese" ha concluso.
L'Epifania, come festa cattolica, è molto sentita fra la popolazione nicaraguense, Mons. Rolando Álvarez, Vescovo della diocesi di Matagalpa, nella celebrazione nella sua diocesi, ha sottolineato che il senso di unità del Nicaragua si trova nel popolo: "L'unità del Nicaragua è già iniziata nel popolo, perché è il popolo nicaraguense a fare la sua storia, non dobbiamo aspettare che l'unità venga dall'esterno, è il popolo che deve continuare a rafforzare i legami di unità".
La situazione dei prigionieri politici in Nicaragua continua ad essere tesa. Dopo il rilascio da parte del governo di un gruppo di 91 prigionieri politici poco prima di concludere il 2019, le minace contro i leader contadini, sindacalisti e universitari, non solo sono continuate ma anzi aumentate.
Molti dei prigionieri politici "liberati" hanno denunciato una costante persecuzione e l’aggressione dei gruppi militari nei loro confronti: scritte dipinte sulle pareti delle loro case, spari durante la notte davanti a casa, con la presenza di auto militari e di gruppi a piedi.
Secondo la nota inviata a Fides, la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) ha chiesto misure speciali di protezione per più di 15 persone che sono state arrestate nel tentativo di portare aiuti umanitari ai parenti dei prigionieri politici in sciopero della fame (vedi Fides 18 e 20/11/2019).
Sebbene non si conosca il numero preciso dei prigionieri politici ancora in carcere, la testimonianza di quelli liberati la sera del 30 dicembre sottolinea l’impegno, con perseveranza, discrezione ed insistenza, del Nunzio apostolico, per la liberazione dei detenuti politici come stabilito all'inizio dei dialoghi con il governo. "Il Nunzio non ha mai rinunciato, non ha mai smesso di insistere su quanto si era accordato e accettato, liberare tutti i prigionieri politici" ha detto José Adán Aguerri, membro dell'Alleanza Civica parlando ad una radio locale. Commento che poi ha scritto anche su Twitter il 30 dicembre 2019: "Oggi siamo pieni di speranza. Grazie a Dio stanno liberando i prigionieri politici, inclusi coloro che portavano acqua alla chiesa di padre Roman. Un riconoscimento speciale al Nunzio Apostolico per il suo lavoro umanitario e la sua partecipazione a questo sforzo".
(CE) (Agenzia Fides, 07/01/2020)
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AMERICA/CILE - “Dobbiamo essere i costruttori della civiltà dell'amore”: giovani in missione nel paese durante le vacanze
 
Santiago (Agenzia Fides) - Più di 1.500 giovani sono arrivati sabato 4 gennaio al campus San Joaquin della Pontificia Università Cattolica del Cile, pieni di entusiasmo per dedicare le loro vacanze estive, appena iniziate, non solo al riposo ma anche all’evangelizzazione e al servizio dei più bisognosi. Come sottolinea la nota della Conferenza episcopale cilena pervenuta a Fides, di fronte alla crisi che sta vivendo il Paese, molti giovani hanno ascoltato l’appello di Papa Francesco che in diverse occasioni li ha chiamati ad essere “viandanti della fede”, membri di una "Chiesa in uscita".
L'invio dei giovani missionari è avvenuto durante la Messa presieduta dal nuovo Arcivescovo di Santiago del Cile, Mons. Celestino Aós, che ha esortato gli studenti a dare testimonianza di Dio nelle comunità in cui si recheranno: “Gesù Cristo non è un'idea, il cristianesimo non è un'ideologia, né una morale, né una filosofia. Cristo vive e io l'ho incontrato. E la gioia di quell'incontro è ciò che vogliamo comunicare agli altri." L'Arcivescovo ha anche sottolineato l'importanza, nell'attuale contesto sociale del paese, di essere costruttori della civiltà dell'amore: “Dovete amare anche quelli che vi perseguitano e vi calunniano, oggi in Cile questa è la nostra sfida cristiana, non dobbiamo amarci solo tra noi, dobbiamo amare anche quelli che ci disprezzano, quelli che distruggono le nostre chiese, le nostre istituzioni… Dobbiamo essere i costruttori della civiltà dell'amore. E la civiltà dell'amore si costruisce con l'amore, la civiltà della verità si costruisce con la verità, la civiltà della vita si costruisce con la vita".
Sono tre i progetti a cui si dedicheranno i giovani in questo periodo, nell’ambito della Pastorale dell'Università Cattolica. Il primo è un progetto di evangelizzazione che vuole "lavorare per l'anima del Cile", inviando i giovani ad annunciare il messaggio di Cristo nelle zone più remote. Il secondo progetto prevede la costruzione di cappelle nelle periferie urbane, perché non siano solo luoghi di preghiera ma anche di incontro, dove le comunità possono stare insieme, dialogare e rafforzare i loro legami. Il terzo progetto interessa l’ambito scolastico, per preparare gli studenti universitari a formare gli studenti. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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AFRICA/NIGERIA - Nomina dell’Arcivescovo metropolita di Jos
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 6 gennaio 2020 ha nominato Arcivescovo metropolita dell’Arcidiocesi metropolitana di Jos (Nigeria) S.E. Mons. Matthew Ishaya Audu, finora Vescovo di Lafia.
S.E. Mons. Matthew Ishaya Audu, è nato il 7 giugno 1959 in Tudu Uku, nella Diocesi di Makurdi. Dopo aver frequentato il St. James Minor Seminary a Keffi, ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il St. Augustine Major Seminary a Jos. È stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1984, per il clero di Makurdi.
Dopo l’ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi: Viceparroco a Keffi (1984-86); Vice parroco a Lafia (1986-88); Parroco di Nasarawa (1988-89); studi in Teologia Morale a Roma presso l’Istituto di Teologia Morale della Pontificia Università Lateranense, Licenza (1989-91); Professore di Teologia Morale e Vice-Rettore del Seminario Maggiore di S. Thomas Aquinas, Makurdi (1992-97); a Roma, per la Laurea in Teologia Morale presso l’Alfonsianum (1997-99). Da giugno a dicembre 2000, con la partenza del Rettore del Seminario per un anno sabbatico, è stato Acting Rector del Seminario Maggiore di S. Thomas Aquinas, Makurdi. Eletto primo Vescovo di Lafia il 5 dicembre 2000, ha ricevuto l’Ordinazione episcopale il 31 marzo 2001. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020)
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OCEANIA/NUOVA ZELANDA - Nomina del Vescovo ausiliare di Auckland
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco il 6 gennaio 2020 ha nominato Vescovo ausiliare della diocesi di Auckland (Nuova Zelanda) il rev.do Michael Andrew Gielen, del clero di Hamilton, finora Direttore per la formazione nel Seminario Nazionale di Holy Cross, in Auckland, assegnandogli la sede titolare di Abbir Maggiore.
Il rev.do Michael Andrew Gielen è nato a Cambridge, nella Diocesi di Hamilton, il 2 giugno 1971. Dal 1992 al 1997 ha svolto gli studi di Filosofia e Teologia all’Università di Otago (Nuova Zelanda). Dal 2005 al 2007 ha svolto il Master in Teologia nella Franciscan University of Steubenville, negli Stati Uniti. Dal 2012 al 2014 ha conseguito la Licenza in Teologia Spirituale presso la Pontificia Università Gregoriana (Roma). È stato ordinato sacerdote il 29 novembre 1997.
Dopo l’ordinazione, ha ricoperto i seguenti incarichi: Prete assistente nella parrocchia St. Mary's Star of the Sea, Gisborne, Diocesi di Hamilton (1997-2002); Membro del Consiglio presbiterale, Diocesi di Hamilton (1999-2002); Presidente della Gisborne Ministers Association, Diocesi di Hamilton (2001-2002); Parroco di St. Columba, Frankton, e nella parrocchia Holy Name, Raglan, Diocesi di Hamilton (2002-2005); Studi di specializzazione negli Stati Uniti (2005-2007); Parroco di St. Thomas More, Mt. Maunganui, e di St. Patrick, Te Puke, diocesi di Hamilton (2007-2012); Direttore delle vocazioni della Diocesi di Hamilton (2009-2012); Membro del Consiglio presbiterale e del Collegio dei Consultori, Diocesi di Hamilton (2009-2012); Decano del Pacifìc Moana Deanery, Diocesi di Hamilton (2011-2012); Studi a Roma (2012-2014); dal 2014, Direttore per la formazione nel Seminario nazionale Holy Cross in Auckland. (SL) (Agenzia Fides 7/1/2020)

venerdì 13 dicembre 2019

Agenzia Fides 12 dicembre 2019



AFRICA/NIGERIA - Liberati due sacerdoti rapiti il 6 dicembre

Abuja (Agenzia Fides) - Liberati due sacerdoti nigeriani che erano stati rapiti il 6 dicembre, mentre si recavano ad un matrimonio. P. Joseph Nweke e P. Felix Efobi, della diocesi di Awka, si stavano recando dallo Stato di Anambra ad Akure, capitale dello Stato di Ondo, quando sono stati bloccati da alcuni sconosciuti armati sulla superstrada Benin-Owo. I sacerdoti facevano parte del corteo di auto degli invitati al matrimonio, quando i banditi all’altezza di Ajagbale, hanno bloccato solo le loro auto per poi trascinarli fuori dalle vetture per condurli in una destinazione sconosciuta.
Secondo i testimoni i banditi si sono disinteressati agli altri automobilisti, non hanno nemmeno preso i loro cellulari: “hanno solo rapito i preti e lasciato gli altri”. I rapitori hanno poi chiesto un riscatto di 100 milioni di Naira, ma nel giro di pochi giorni hanno rilasciato i sacerdoti. Secondo le notizia pervenute a Fides i due preti sono stati liberati lungo la strada nella serata del 10 dicembre. Un sacerdote di Owo è andato a prenderli. Non sarebbe stato pagato alcun riscatto per la loro liberazione. I rapimenti di sacerdoti e religiosi nel sud della Nigeria è da anni una piaga. Nel solo Stato di Enugu sono 9 i sacerdoti finora rapiti quest’anno (vedi Fides 28/11/2019). (L.M.) (Agenzia Fides 12/12/2019)

AFRICA/COSTA D’AVORIO - Concluse le celebrazioni per i 100 anni della Congregazione dei Figli della Carità

Abidjan (Agenzia Fides) - Si sono concluse domenica 8 dicembre 2019 con una messa nella parrocchia dell'Immacolata Concezione di Abobo Clouétcha, nell'arcidiocesi di Abidjan, i festeggiamenti del primo centenario della Congregazione dei Figli della Carità e i 57 anni della loro presenza in Costa d’Avorio. Le celebrazioni si erano aperte domenica 16 giugno 2018 nella parrocchia di Saint Antoine de Padoue del porto di Abidjan Treichville.
Nel corso dell’omelia dell’8 dicembre, Sua Ecc. Mons. Alexis Touably Youlo, Vescovo di Agboville, ha elogiato l’operato della Congregazione dei Figli della Carità, in tutto il mondo e in particolare in Costa d'Avorio, a favore dei lavoratori, degli operai, dei marittimi, dei poveri e di tutti coloro che non sono stati favoriti dal destino. "100 anni di servizio per la gloria di Dio e per la promozione dell'uomo, specialmente tra i più poveri, i Figli della Carità si sono fatti prossimi a tutti coloro che sono i privilegiati di Dio. Possa il Signore benedire il loro apostolato e dopo il percorso già effettuato, possano andare oltre le azioni già compiute” ha auspicato Mons. Alexis Touably.
La Congregazione dei Figli della Carità fu fondata a Parigi il 25 dicembre 1918 da padre Jean-Émile Anizan per l'evangelizzazione della classe operaia. In Costa d'Avorio, è presente dal 1962. (S.S.) (Agenzia Fides 12/12/2019)

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ASIA/FILIPPINE - Il Cardinale Tagle, dono della Chiesa nelle Filippine alla Chiesa universale

Manila (Agenzia Fides) - Il Cardinale Luis Antonio G. Tagle è "un grande dono della Chiesa delle Filippine alla Chiesa universale", ha detto l'Arcivescovo Gabriele Caccia, Nunzio Apostolico nelle Filippine, commentando all'Agenzia Fides la nomina dell'Arcivescovo di Manila come nuovo Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli. Il Nunzio, che ha concelebrato con il Cardinale Tagle la messa per la solennità dell'Immacolata Concezione nella Cattedrale di Manila, ha notato: “Quello che apprezzo del popolo filippino è che sorride sempre anche se soffre nel suo cuore. Il Cardinale ora sorride, ma sappiamo che il suo cuore è spezzato, perchè dovrà lasciare l'Arcidiocesi”. Caccia ha aggiunto: “Maria ha detto il suo sì a Dio. Il Cardinale ha detto il suo sì alla chiamata di Dio, giunta attraverso il Papa. Ognuno di noi deve dire il suo sì, perché Dio conosce ciò che è buono per ciascuno di noi. Vorrei che il nostro sì fosse come il sì di Maria, che ha riconosciuto la volontà di Dio per la sua vita, fonte di vera felicità".
"Oggi - ha proseguito il Nunzio - la Chiesa nelle Filippine affida e consegna il Cardinaletagle alla Chiesa universale: a lui il compito di prendersi cura non solo della comunità di una diocesi, ma dei fedeli in tanti paesi del mondo, per l'opera di evangelizzazione. Offriamo il più bel dono che abbiamo avuto. Lo consegniamo a cuore aperto, anche se il nostro cuore soffre un po', ma lo diamo con gioia”, ha rimarcato mons. Caccia.
"Il Cardinale conosce l'entità della responsabilità affidatagli. E, come Maria Immacolata, si fida del Signore dicendo: Eccomi, sono solo un servo del Signore, sia fatto secondo la Tua parola", ha concluso.
Dopo l'annuncio ufficiale della nomina, molti fedeli nell'Arcidiocesi di Manila hanno manifestato la loro tristezza per il congedo imminente del Cardinale e hanno promesso di accompagnarlo, nel suo nuovo servizio, con la preghiera. I fedeli considerano la nomina di Tagle come una "missione che va oltre i confini, per servire il Signore". "Preghiamo perchè il Signore continui a illuminare e proteggere il nostro amato Cardinale Tagle nel suo viaggio verso una missione mondiale, per portare la Buona Novella come Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli", dice a Fides Christine Regnim , laica cattolica dell'Arcidiocesi di Manila. (SD-PA) (Agenzia Fides 12/12/2019)
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ASIA/INDONESIA - Crescono le vocazioni: nuovo sacerdote Camilliano a Flores

Maumere (Agenzia Fides) – L’isola di Flores ha di recente festeggiato l’ordinazione del primo sacerdote Camilliano. Dopo dieci anni di presenza in Indonesia, i Ministri degli Infermi (MI), hanno anche loro il primo sacerdote. Si tratta di padre Mensianus Aman, ordinato prete insieme a sei giovani Carmelitani dal Vescovo Mons. Edwaldus Martinus Sedu, nella parrocchia di Maulo, parte della diocesi di Maumere, sull’isola di Flores. A darne notizia all’Agenzia Fides è padre Luigi Galvani, pioniere della missione Camilliana di Flores.
“Padre Aman - racconta p. Galvani - proviene da una famiglia di contadini della zona montuosa dell’isola di Flores e ha un fratello sacerdote nell’istituto dei Verbiti, missionario da diversi anni in Cile. Dopo aver completato i suoi studi di filosofia e teologia nel paese, in preparazione al suo sacerdozio ha seguito corsi di pastorale a Manila. Con la sua ordinazione inizierà per i Camilliani dell’Indonesia il sogno di poter contare, ogni anno, su altri candidati al sacerdozio.”
Nelle due case di formazione di Maumere e Ruteng attualmente ci sono 7 sacerdoti, 5 dei quali sono originari del luogo, 15 giovani religiosi di voti temporanei, 6 novizi, 42 studenti di filosofia e 24 nuovi candidati, tra cui due giovani del Pakistan e uno da Timor Est.
Spiega p. Luigi: “L’Indonesia, che rimane il più popoloso paese musulmano nel mondo, sta divenendo una promettente oasi di vocazioni religiose e sacerdotali. Infatti, la continua apertura di nuove comunità religiose e seminari è la chiara testimonianza di questo favorevole momento. Nell’isola di Giava, per esempio, la Facoltà Teologica di Jakarta ospita circa 300 studenti, a Jogjakarta ce ne sono 330 e a Malang altri 320. Nell’isola di Timor, a Kupang, lo Studio Teologico conta circa 300 seminaristi. Ma soprattutto a Maumere, nell’isola di Flores, si resta impressionati nel vedere il più grande Seminario filosofico e teologico della Chiesa cattolica nel mondo, diretto dai missionari Verbiti, con più di mille seminaristi.”
“Se nei decenni passati l’Indonesia era stato paese luogo destinatario dell’ evangelizzazione, ora sta restituendo tale dono alle nazioni con l’invio dei suoi missionari – precisa ancora il Camilliano. Infatti, diverse decine di missionari Indonesiani di vari istituti religiosi, con i Verbiti in prima fila, ogni anno raggiungono altri paesi del mondo per svolgere il servizio pastorale e missionario. Questo sembra poter essere anche l’obiettivo futuro dei Camilliani Indonesiani che, oltre all’impegno di preparare ‘nuovi operai per la vigna del Signore’, si propongono di diffondere il messaggio evangelico e il carisma di carità di San Camillo dentro e fuori il paese”.
(LG/AP) (12/12/2019 Agenzia Fides)

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ASIA/TURCHIA - “Pregate per me”. Eletto il nuovo Patriarca armeno di Costantinopoli

Istanbul (Agenzia Fides) – “Oggi non avete eletto un Patriarca, avete eletto il primo servo di Dio e del popolo". E’ questo il messaggio chiave che l’Arcivescovo Sahak Masalyan, appena eletto Patriarca armeno di Costantinopoli, ha voluto rivolgere ai membri della comunità armena apostolica incontrati nella chiesa di Istanbul adiacente alla Sede del Patriarcato, dopo la sua elezione, avvenuta mercoledì 11 dicembre. Nel suo breve intervento di saluto, l’85esimo Patriarca armeno di Costantinopoli (che prenderà il nome di Sahak II) ha subito sottolineato che il Patriarcato ha bisogno di “qualcosa di nuovo”, che le sue istituzioni “vanno rinnovate”, e la sua elezione può rappresentare “il primo passo” di questo percorso di riforma. “Abbiamo davanti a noi un esempio di guida: Gesù Cristo, che ha lavato i piedi ai suoi discepoli, ha mostrato come essere un buon pastore. Oggi - ha aggiunto Masalyan - non avete eletto un Patriarca, avete eletto il primo servo di Dio e del popolo”, E poi ha chiesto ai presenti di pregare per lui, aggiungendo che l’elezione è avvenuta in pace, superando problemi e divisioni, “grazie alle preghiere di migliaia di persone".
l’Arcivescovo Sahak Masalyan, già Presidente del Consiglio religioso del Patriarcato di Costantinopoli, era stato indicato da tempo come un candidato forte, in grado di prevalere nell’elezione patriarcale. Era stato lui a gestire l’incarico di coordinatore dell’intero processo elettorale, con il titolo di “Degabah” (fiduciario). Nelle ultime battute del processo elettorale, l’elezione si era di fatto ridotta alla contesa tra il candidato eletto Patriarca e l’Arcivescovo Aram Ateşyan, che per lungo tempo aveva di fatto guidato il Patriarcato in qualità di “locum tenens”, durante gli anni di malattia invalidante del precedente Patriarca Mesrob II Mutafyan.
Il processo elettorale per la scelta del nuovo Patriarca è stato sofferto e segnato da controversie destinate a avere strascichi anche in futuro, provocate almeno in parte dall’intreccio tra personalismi ecclesiastici e interferenze degli apparati secolari locali. Già nel febbraio 2018 (vedi Fides 4/4/2018) l’ufficio del governatore di Istanbul aveva azzerato il processo elettorale già avviato per cercare il successore del Patriarca Mesrob, colpito già dieci anni prima da malattia neurodegenerativa invalidante. A quel tempo, le autorità turche avevano bloccato l’iter elettorale facendo appello alla circostanza che il Patriarca Mesrob era ancora vivo, seppur ridotto in stato vegetativo, e le disposizioni giuridiche turche prevedono che si possa eleggere e insediare un nuovo Patriarca armeno solo quando la carica rimane vacante con la morte del predecessore.
Più di recente (vedi Fides 30/9/2019), a provocare sconcerto e polemiche è stato il decreto del Ministero dell’interno turco che ha ristretto la rosa dei candidati ai soli arcivescovi residenti in Turchia, escludendo l’eventuale candidatura di arcivescovi del Patriarcato residenti all'estero. L’organo di Stampa Agos, pubblicato a Istanbul in armeno e in turco, dedica all’elezione del Patriarca un editoriale non privo di passaggi polemici, poche ore prima dell’elezione del nuovo Patriarca aveva rilevato che i due Arcivescovi Maaalyan e Ateşyan avevano proseguito “le loro rispettive campagne” senza tener conto di preoccupazioni e malesseri espressi dalla comunità locale per l’esclusione dei candidati residenti fuori dalla Turchia. Un modus operandi che a giudizio di Agos potrà avere nel tempo riflessi negativi sulla condizione e sul cammino del Patriarcato armeno apostolico di Costantinopoli. (GV) (Agenzia Fides 12/12/2019)

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AMERICA/ARGENTINA - Primo discorso del neo Presidente Fernández: “Dobbiamo uscire da questa situazione con la solidarietà”

Buenos Aires (Agenzia Fides) – Il nuovo Presidente dell’Argentina, Alberto Fernández, ha richiamato diverse espressioni di Papa Francesco nel suo primo discorso davanti all'Assemblea legislativa dopo aver prestato giuramento e ricevuto l'incarico dal Presidente uscente Mauricio Macri. Il leader del Frente de Todos, che ha vinto le elezioni, accompagnato da Cristina Fernández come vice presidente, ha usato la formula "per Dio, la Patria e i santi Vangeli" quando ha giurato come presidente.
Nel suo primo messaggio da Presidente, secondo quanto ha sottolineato l’agenzia Aica, Fernández si è riferito al Pontefice come "caro Papa Francesco" e ha usato alcune delle sue espressioni abituali: "cultura dello scarto", "emarginato ed escluso", "dis-incontro", "ultimo", "inclusione ed equità", "casa comune", tra le altre. Allo stesso modo, ha anticipato che il ministero dell'area ambientale sarà ispirato dall'enciclica Laudato si' di Papa Francesco, che ha definito "magna carta etica ed ecologica a livello universale".
“Gli emarginati ed esclusi dalla nostra Patria, quelli colpiti dalla cultura dello scarto, non hanno solo bisogno di un pezzo di pane in fondo alla nostra tavola. Devono essere parte ed essere commensali della stessa mensa, della grande mensa di una nazione che deve essere la nostra casa comune" ha sottolineato il neo Presidente.
Riferendosi alla situazione del paese, Alberto Fernández ha affermato che “in un contesto di estrema gravità, di emergenza, dobbiamo capire che non c'è possibilità di chiedere sacrifici a chi ha fame, non puoi chiedere sacrifici a coloro che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Dobbiamo uscire da questa situazione con la solidarietà". Quindi ha proseguito: “Proponiamo un'Argentina dove l'abbraccio si allunga, si moltiplica, perché dobbiamo unirci. Se riusciamo a fermare l'odio, possiamo fermare la caduta dell'Argentina. La prima e principale liberazione come paese è garantire che l'odio non abbia potere sui nostri spiriti. Che l'odio non ci colonizzi".
(CE) (Agenzia Fides 12/12/2019)

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AMERICA/CILE - “Per un Cile giusto e degno”: incontro sulle sfide all’evangelizzazione nell’attuale situazione

Valparaiso (Agenzia Fides) – La Vicaría Pastorale di Valparaiso e Caritas Valparaíso, hanno promosso un "Incontro di dialogo diocesano per un Cile giusto e degno", che si terrà sabato 14 dicembre, presso il San Pedro Nolasco College, a Valparaíso. “Da quasi 50 giorni il Cile vive quella che è stata definita come una grande crisi o epidemia sociale, caratterizzata dal sollevamento di una serie di richieste che riguardano una maggiore giustizia sociale, equità, dignità e partecipazione effettiva” sottolinea la lettera di invito, pervenuta a Fides. Quindi si ricorda che nel messaggio finale della 119a Assemblea Plenaria della Conferenza episcopale del Cile, i Vescovi hanno invitato ad una "partecipazione attiva nei dialoghi, nei consigli e in tutte le istanze della società civile, che aiuti a esprimere opinioni e proposte per il processo di una nuova Costituzione e per un nuovo patto sociale, in un clima di rispetto e amicizia civile. La nostra fede può illuminare notevolmente il momento in cui viviamo" (vedi Fides 18/11/2019).
In questo incontro del 14 dicembre, spiega il comunicato, “saranno analizzati i segni dei tempi, con enfasi particolare sull'attuale crisi che il Paese sta vivendo, e si cercherà, attraverso un dialogo fiducioso e nella prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa, di riconoscere le sfide per l'azione evangelizzatrice della Chiesa diocesana e le risposte pastorali da promuovere riguardo al nostro servizio sociale e di solidarietà”.
L'invito a partecipare è rivolto a coloro che lavorano nell’ambito del ministero sociale, ma è aperto a tutte le persone di buona volontà, impegnate per il bene del paese, che appartengono a parrocchie, al mondo dell'educazione, a movimenti laicali e organizzazioni sociali.
“Molti operatori pastorali, religiosi, consacrati e sacerdoti, hanno espresso l'importanza di un ampio dialogo socio-pastorale sull'attuale momento che vive il nostro Paese e la nostra diocesi, e hanno anche riconosciuto che insieme alla preghiera per la pace - che è frutto della giustizia - è necessario uno spazio di incontro significativo e quindi alzare una voce chiara e forte come Chiesa, secondo la nostra identità e i nostri principi”.
In questa occasione verrà presentata la proposta degli "Incontri di dialogo comunitario per un Cile equo e degno”, un'iniziativa diocesana che sarà promossa da Caritas Valparaíso affinché le parrocchie, le scuole cattoliche e altri gruppi pastorali “assumano la sfida profetica di far sentire la propria voce per la costruzione di un nuovo Cile. La partecipazione alla vita sociale e politica è una delle più alte forme di carità e rafforzamento della democrazia”. (SL) (Agenzia Fides 12/12/2019)

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AFRICA/SUD SUDAN - Dimissioni dell’Arcivescovo Metropolita di Juba e nomina del nuovo Arcivescovo

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Juba (Sud Sudan), presentata da S.E. Mons. Paulino Lukudu Loro, M.C.C.J., contemporaneamente ha nominato Arcivescovo della medesima sede Metropolitana S.E. Mons. Stephen Ameyu Martin Mulla, finora Vescovo di Torit. (SL) (Agenzia Fides 12/12/2019)
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AFRICA/CONGO - Dimissioni del Vescovo di Impfondo e nomina del successore

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Impfondo (Repubblica del Congo), presentata da S.E. Mons. Jean Gardin, C.S.Sp. Contemporaneamente ha nominato Vescovo della medesima Diocesi il Rev. Daniel Nzika, del clero di Ouesso, finora Vicario Generale.
Il rev.do Daniel Nzika è nato a Ouesso il 16 febbraio 1971. Ha frequentato il Seminario Minore di Makoua (1992-1995), ospite della Comunità delle Beatitudini di Blagnac. Ha studiato filosofia e teologia all’Università Cattolica di Toulouse (1995-2000). È stato ordinato sacerdote il 9 dicembre 2000. Dopo l’ordinazione ha svolto le seguenti mansioni: Vicario parrocchiale nella parrocchia Saint Michel di Pokola (2000-2002); Parroco e Direttore Spirituale del Seminario Propedeutico (2003-2010); Parroco della Cattedrale Saint Pierre Claver di Ouesso (2010-2012); Vicario Generale della Diocesi (2010-2012); Licenza in Teologia Dogmatica all’Institut catholique d’Angers (Fr) (2012-2015); nuovamente Vicario Generale dal 2016. (SL) (Agenzia Fides 12/12/2019)

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AFRICA/NIGERIA - Nomina del Vescovo di Kafanchan

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo della Diocesi di Kafanchan (Nigeria), il rev. Julius Yakubu Kundi, del clero di Zaria, già parroco di San Giovanni a Muchia.
Il rev.do Julius Yakubu Kundi è nato il 15 febbraio 1968 a Danladi, nell’attuale Diocesi di Zaria. Dopo le scuole primarie e secondarie, ha studiato presso il Kafanchan Teacher’s College (1985-1987). Diventato seminarista, ha completato gli studi filosofici nel St. Thomas Aquinas Major Seminary a Makurdi (1988-1991) e quelli teologici nel St. Augustine’s Major Seminary a Jos (1992-1996). In seguito ha compiuto studi nel Catholic Institute of West Africa (2003-2006), ottenendo la Licenza in Teologia Morale. È stato ordinato sacerdote il 14 giugno 1997 per il clero di Kaduna.
Con l’erezione della Diocesi di Zaria, avvenuta il 5 dicembre 2000, ha optato per la nuova Diocesi. Dopo l’ordinazione ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario parrocchiale di Sant’Andrea a Kakuri, Arcidiocesi di Kaduna (1997-1998); Parroco di San Paolo nella Diocesi di Jalingo, come sacerdote Fidei Donum (1998-2003); Studi superiori a Port Harcourt (2003-2006); Parroco di Sant’Enda a Bassawa Zaria (2006-2007); Vice-Rettore del St. Joseph’s Minor Seminary a Bassawa Zaria (2006-2007); Amministratore della Cattedrale di Cristo Re a Zaria (2007-2010); Economo della Diocesi di Zaria (2007-2010); Vicario Generale della Diocesi di Zaria (2009-2010); Vice-Rettore e Formatore nel Good Shepherd Major Seminarya a Kaduna (2010-2014); Acting Rector del Good Shepherd Major Seminary a Kaduna (2014-2016); Acting Chaplain del Corpo di Polizia di Zaria (2016-2017); Parroco di San Giovanni a Muchia (2017-2018); dal 2018: Vicario parrocchiale di Our Lady of the Lake Parish a Lake Havasu City, Diocesi di Phoenix, Stati Uniti d’America. (SL) (Agenzia Fides 12/12/2019)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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