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lunedì 23 aprile 2018

San Giorgio in Terra Santa tra leggenda e vita reale

Oggi si ricorda uno dei santi più amati e noti al mondo, il santo cavaliere e martire: sanGiorgio. In Europa è patrono di nazioni come l’Inghilterra, il Portogallo e la Lituania, o di moltissime città italiane come Genova, Campobasso, Ferrara e Reggio Calabria, per non parlare dei 21 comuni che portano il suo nome. È patrono anche dei soldati e degli scoute ci sono almeno due stati che ne prendono il nome: la Georgia negli Stati Uniti e l’omonima regione del Caucaso. Si tratta di un santo molto venerato, ma in pochi conoscono i particolari interessantissimi e i retroscena della sua storia.

Vediamo la leggenda che si era diffusa nel periodo crociato:
Vi era un grande stagno, tale da nascondere un drago, il quale si avvicinava alla città, e uccideva con il fiato quante persone incontrava. I poveri abitanti gli offrivano per placarlo, due pecore al giorno e quando queste cominciarono a scarseggiare, offrirono una pecora e un giovane tirato a sorte.
Un giorno fu estratta la giovane figlia del re, il quale terrorizzato offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma il popolo si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli, dopo otto giorni di tentativi, il re alla fine dovette cedere e la giovane fanciulla piangente si avviò verso il grande stagno.
Passò proprio allora il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessina, promettendole il suo intervento per salvarla e quando il drago uscì dalle acque, sprizzando fuoco e fumo pestifero dalle narici, Giorgio non si spaventò, salì a cavallo e affrontandolo lo trafisse con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra.
Poi disse alla fanciulla di non avere paura e di avvolgere la sua cintura al collo del drago; una volta fatto ciò, il drago prese a seguirla docilmente come un cagnolino, verso la città. Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi, ma Giorgio li rassicurò dicendo: ”Non abbiate timore, Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: Abbracciate la fede in Cristo, ricevete il battesimo e ucciderò il mostro”.
Allora il re e la popolazione si convertirono e il prode cavaliere uccise il drago facendolo portare fuori dalla città, trascinato da quattro paia di buoi.
Nonostante si conosca comunque poco della vita reale del santo, esiste un luogo in Terra Santa dove una tradizione del V secolo d.C. colloca la nascita e la morte di Giorgio. Si tratta di una città antichissima (5.000 a.C.), che oggi si trova a 17 km da Tel Aviv in Israele ed è chiamata Lod, già nome antico ebraico della stessa. Qui, ancora oggi è possibile visitare latomba del santo all’interno di una chiesa del periodo crociato che è di proprietà dei greci ortodossi.

Quindi la memoria di san Giorgio ha una collocazione storica e un luogo geografico preciso sin dall’epoca bizantina. Ma quali sono le origini della leggenda? La storia è carica di simbolismo e indica la vittoria dei buoni sostenuti da Dio contro il drago, il nemico del genere umano, così come il serpente nella Bibbia, che indica il demonio. Secondo alcuni studiosi invece, i particolari della leggenda deriverebbero da una trasposizione cristiana del mito antico di Andromeda. Infatti i filistei che abitavano nella regione collocavano gli eventi del mito a Giaffa, una città della costa distante alcuni chilometri dal luogo di sepoltura di san Giorgio. La leggenda di Andromeda, figlia del re etiopico Cefeo, incatenata ad una roccia nel mare per essere data in pasto ad un mostro marino e poi liberata eroicamente da Perseo, è in effetti molto simile.

Per i motivi che abbiamo visto, la venerazione del santo in queste zone è ancora più sentita che in Europa poiché visse proprio qui. San Giorgio è patrono di Betlemme e per tradizione, i cristiani di Terra Santa hanno la sua immagine sugli stipiti delle proprie case, come protezione dal maligno. Molti usano addirittura farsi tatuaggi stilizzati del santo.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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