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mercoledì 6 maggio 2020

Agenzia Fides 6 maggio 2020

VATICANO - Covid-19: Caritas Internationalis si unisce alla richiesta di Papa Francesco per una "solidarietà creativa globale"
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - “Siamo consapevoli di essere davanti a un'emergenza atipica in cui i Paesi che normalmente sono tra i maggiori donatori sono i più colpiti dal virus” ha dichiarato il Segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, mentre aumentano i contesti dove si fanno sempre più drammatici gli effetti della crisi economica causata dal Covid-19, che richiedono risposte immediate. Nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Aloysius John sottolinea che bisogna “essere coscienti che l’utilizzo degli aiuti internazionali per rispondere ai bisogni nazionali non rappresenta la giusta soluzione. Se non agiamo immediatamente, le conseguenze del coronavirus uccideranno più persone della pandemia stessa”.
Caritas Internationalis si dice fortemente preoccupata per la grave crisi umanitaria che sta facendo seguito alla diffusione della pandemia ed esorta la comunità internazionale ad intraprendere azioni coraggiose e immediate. Il lockdown deciso in Europa, negli Stati Uniti, in Cina e in Giappone ha paralizzato l'economia globale che è ora fortemente compromessa. Secondo le proiezioni del World Food Programme, in tutto il mondo il numero di persone sull’orlo della fame è destinato a raddoppiare a causa delle conseguenze economiche legate alla pandemia e potrebbe raggiungere quota 230 milioni di persone. L'Africa è il continente maggiormente colpito, a causa della mancanza di cibo, come conseguenza diretta del lockdown attivato in diversi Paesi, nonché a causa di una varietà di disastri naturali quali inondazioni, siccità, invasione di locuste, raccolti scarsi. Molti Paesi del Medio Oriente, dell'America Latina e dell'Asia sono già sull'orlo di una grave crisi alimentare che sta comportando un importante aumento della malnutrizione infantile e del numero di adulti che soffrono la fame.
D'altro canto i migranti, gli sfollati interni, i rifugiati e i rimpatriati, in diversi continenti, sono tra i gruppi maggiormente a rischio, essendo gravemente colpiti dalla crisi alimentare e dalla mancanza di condizioni di vita sicure. Molti rimpatriati in Venezuela soffrono la fame. I migranti irregolari sono un'altra comunità particolarmente esposta, perché non rientra in nessuna delle categorie che possono ottenere aiuti. Le autorità locali dovrebbero garantire loro accesso a servizi essenziali e in particolare all'assistenza sanitaria.
In questo contesto di assoluta precarietà, Caritas Internationalis si unisce alla richiesta di Papa Francesco di promuovere una "solidarietà creativa globale" e andare oltre la semplice risposta alla propagazione del coronavirus, al fine di evitare un'altra grave tragedia umanitaria”.
L’organizzazione esorta la comunità internazionale a sospendere le sanzioni economiche contro la Libia, l'Iran, il Venezuela e la Siria al fine di consentire l'importazione di medicinali, di attrezzature mediche e di beni di prima necessità per la popolazione. Inoltre, si afferma, occorre fornire alle organizzazioni di ispirazione religiosa i mezzi necessari per rispondere ai bisogni urgenti causati dalla pandemia, attuando programmi di micro sviluppo in grado di garantire la sicurezza alimentare per le comunità più povere, nonché assistenza umanitaria, sanitaria e in denaro. Caritas chiede di stanziare fondi aggiuntivi per sostenere le comunità più vulnerabili affinché sopravvivano durante questo periodo di lockdown, e segnala l'urgenza di garantire l'accesso a servizi essenziali per gli sfollati interni e i rifugiati, compreso l'accesso ai campi profughi e per sfollati interni.
Il Segretario Generale conclude il suo appello sottolineando che “non si potrà fermare questa nuova grave crisi umanitaria se non verranno intraprese azioni coraggiose per sostenere le comunità più vulnerabili”.
(AP) (6/5/2020 Agenzia Fides)
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AFRICA/SENEGAL - Covid-19: Fondo di solidarietà della Chiesa senegalese per le famiglie più povere
 
Dakar (Agenzia Fides) - Il 7 marzo 2020, i Vescovi del Senegal hanno lanciato una campagna nazionale di mobilitazione a favore del Fondo di emergenza del Senegal. L'idea era di fornire alla Caritas Senegal i mezzi per agire rapidamente in situazioni di emergenza e fornire assistenza alle persone più vulnerabili.
“La pandemia di Covid19, che sta attualmente imperversando nel mondo e che ha fortemente scosso tutti i settori della nostra società, purtroppo ci obbliga a interrompere, dal 4 maggio, questa campagna di raccolta fondi inizialmente destinata principalmente a comunità e strutture della Chiesa” afferma un comunicato di Caritas Senegal inviato all’Agenzia Fides
“Tuttavia, Caritas Senegal rimane determinata a fornire assistenza ai più vulnerabili per aiutare coloro che non possono permettersi di soddisfare i loro bisogni di base nel contesto di questa crisi sanitaria il cui impatto socio-economico mette a repentaglio la vita di molte persone e intere famiglie” afferma il comunicato.
“Pertanto, l'importo raccolto nell'ambito della prima mobilitazione nazionale per il Fondo di emergenza del Senegal, che ammonta a 10.327.500 FCFA sarà interamente dedicato all'acquisto di cibo per le famiglie povere. Le strutture sanitarie cattoliche impegnate nella cura dei malati saranno supportate anche da altre risorse mobilitate con i nostri partner”.
“La Caritas Senegal, a nome dei Vescovi, esprime la sua soddisfazione e ringrazia tutte le persone, strutture e associazioni che hanno risposto alla loro chiamata apportando la loro generosità” conclude la nota. (L.M.) (Agenzia Fides 6/5/2020)

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AFRICA/KENYA - La Chiesa a Kisumu dona aiuti alle vittime delle alluvioni e lancia un appello per far fronte alle conseguenze del Covid-19
 
Nairobi (Agenzia Fides) – "Raggiungeremo molte altre persone perché la generosità della nostra gente ci ha convinto che la farina della giara non si esaurirà e l'orcio dell'olio non si svuoterà (1 Re 17:14)", ha detto l’Arcivescovo di Kisumu, Sua Ecc. Mons. Philip Anyolo, lodando la consegna di generi alimentari e di prima necessità alle vittime delle inondazioni che hanno colpito la sua arcidiocesi.
Gli aiuti includevano farina di mais, un pacchetto di zucchero, fagioli e biancheria da letto, che sono stati donati dalle suore Francescane di Sant'Anna e da altri patrocinatori, e distribuiti dal personale della Caritas Kisumu a oltre 400 famiglie colpite dalle alluvioni nelle contee di Nyando e Nyakach.
Mons. Anyolo ha dichiarato che l'Arcidiocesi identificherà e sosterrà altre famiglie bisognose colpite dalla pandemia di Covid-19 nelle contee di Kisumu e Siaya, ed ha lanciato “un appello a tutti per sostenere l'arcidiocesi di Kisumu attraverso il dipartimento della Caritas, donando cibo e articoli non alimentari, nonché offerte di denaro", ha detto.
Mons. Anyolo ha affermato che la pandemia di coronavirus ha portato alla chiusura delle attività e alla perdita di posti di lavoro, creando seri problemi di sostentamento alimentare per molte famiglie keniane.
Mons. Anyolo, che è anche Presidente della Conferenza Episcopale cattolica del Kenya (KCCB), ha affermato che la Chiesa è impegnata a dare speranza ai disperati donando cibo in questa fase nella quale il governo sta lottando per contenere la diffusione del Coronavirus.
L’Arcivescovo ha creato un team guidato dal direttore della Caritas, P. Samuel Nyattaya, per consigliare l'arcidiocesi su come rispondere con prontezza alle emergenze che potrebbero emergere a seguito della pandemia di Covid-19. (L.M.) (Agenzia Fides 6/5/2020)
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ASIA/TIMOR EST - Al via una task force pastorale per l’emergenza Covid-19
 
Dili (Agenzia Fides) - Per portare assistenza materiale, psicologica e spirituale alle persone in difficoltà a causa del Covid-19, l'Arcidiocesi di Dili ha creato una “task force pastorale” composta da sacerdoti, religiosi e laici con competenze in psicologia e medicina che lavorano a stretto contatto con la Caritas locale per distribuire gli aiuti. L’iniziativa è stata annunciata alla fine di aprile dall'Arcivescovo di Dili, Mons. Virgílio do Carmo da Silva, dopo un incontro con il Primo ministro José Maria Vasconcelos. "L'iniziativa di una specifica task force è stata presa in risposta alle richieste del Centro di gestione integrata della crisi Covid-19 per la cooperazione e il sostegno a coloro che sono in quarantena o isolati", ha detto l'Arcivescovo Da Silva dopo l'incontro, rimarcando che il lockdown rappresenta anche un momento di prova di natura psicologica, oltre che sociale ed economica. Il Premier dal canto suo si è congratulato col Presule e ha invitato la Chiesa a continuare a fornire assistenza spirituale, psicologica e materiale ai colpiti dalla pandemia.
Il team organizzato dall’Arcidiocesi fa capo a padre Angelo Salsinha e godrà del sostegno di diverse religiose negli ospedali di Timor. Una di loro, la suora canossiana Guilhermina Marcal, ha già cucito un migliaio di mascherine da donare ai bisognosi. Come riferito dall’Arcivescovo di Dili, i Vescovi di Timor hanno anche deciso di convertire e di usare per l’acquisto di beni primari destinati agli indigenti i fondi che erano stati offerti dalla Chiesa coreana per la costruzione della nuova Nunziatura.
E’ stato inoltre ribadito il pieno sostegno della Chiesa timorese alle nuove misure decise dal governo dopo l'aumento dei casi registrati nel Paese, esortando i cittadini a essere disciplinati per "spezzare la catena del contagio”. Il governo ha, infatti, annunciato la proroga delle restrizioni alla vita sociale, che erano state imposte il 21 marzo per contenere il contagio, per tutto il mese di maggio.
L'Arcidiocesi di Dili a Timor Est ha sospeso le messe pubbliche e le altre attività pastorali dopo che il ministero della sanità aveva annunciato il primo caso di Covid-19 e lo stato di emergenza, il 28 marzo scorso. Da allora le celebrazioni liturgiche sono trasmesse via tv, radio e attraverso i social media. Durante la celebrazione della Pasqua, l’Arcivescovo do Carmo da Silva aveva detto che "celebrare la Pasqua in mezzo alla pandemia di Covid-19 invita tutti noi a mettere da parte i nostri interessi personali, di gruppo o di partito e a creare unità per combattere il virus”.
Il più piccolo e povero Paese dell’Asia orientale, Timor Est, si è rivelato un esempio di virtù nell’affrontare la pandemia di coronavirus. Il governo ha chiuso le tre frontiere terrestri con l'Indonesia già il 19 marzo ancor prima che si verificasse, il 21 dello stesso mese, il primo caso. Con una popolazione di circa 1,3 milioni di abitanti, al 95% è cattolici, Timor Est fa i conti oggi con solo 24 casi e nessuna vittima.
Quella di Timor Est è una storia segnata dalla decolonizzazione dal Portogallo nel 1975, cui è seguita, nel 1976, l’invasione militare indonesiana che si annetteva la metà portoghese dell’isola di Timor: una storia di violenza e morte durata fino al 1999 quando un referendum – mediato dall’Onu e accettato da Giacarta – ha segnato per l’isola la nuova era dell’indipendenza, iniziata ufficialmente nel 2002 dopo due anni di caos e incidenti. L’emergenza del Covid-19 rappresenta ora una sfida, ma il paese ha saputo reagire, anche grazie al contributo della Chiesa locale (EG-PA) (Agenzia Fides 6/5/2020).



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ASIA/PAKISTAN - L'Eucarestia distribuita "porta a porta" ai fedeli: la Chiesa cura i bisogni spirituali del popolo di Dio
 
Lahore (Agenzia Fides) - Il Santissimo Sacramento portato per le vie dei quartieri, a benedire le case; le messe in urdu seguite online dai fedeli anche in altre parti del mondo; l'Eucarestia distribuita "porta a porta" ai parrocchiani: con queste modalità la Chiesa in Pakistan cerca di curare la vita spirituale del popolo di Dio in tempi di lockdown, mentre ogni assemblea è vietata.
“Per salvarci dalla pandemia globale di Covid-19, abbiamo due compiti. Il primo è salvare le persone e tutelare la loro salute; il secondo è proteggere e rafforzare la fede. La persona può essere salvata osservando misure come il distanziamento sociale e il lockdown; la fede si fortifica continuando a partecipare a messe e preghiere on-line”: lo dice all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Sebastian Francis Shaw, alla guida della diocesi di Lahore, che quotidianamente celebra la messa trasmessa online per i fedeli del Pakistan su Facebook e sulla tv cattolica diocesana, mentre in Pakistan continua il confinamento per contenere la diffusione del coronavirus. L'Arcivescovo Sebastian ha inoltre affermato: "Cerchiamo di adempiere alla nostra responsabilità di osservare la distanza sociale ed evitare di visitare parenti e amici", ma "manteniamo la relazione spirituale e il vicendevole conforto".
Anche nell'Arcidiocesi di Karachi i sacerdoti cattolici periodicamente escono per mostrare la loro vicinanza ai fedeli per rafforzare la loro fede. P. Anthony Abraz, parroco della Parrocchia di San Tommaso a Karachi, si è recato nei quartieri dove vivono in maggioranza fedeli cristiani, portando l'ostensorio con il Santissimo Sacramento per benedire la gente e soddisfare il bisogno spirituale dei fedeli. Parlando con Fides p. Anthony afferma: “Mentre è in vigore il blocco per il Covid-19, le persone hanno bisogni materiali e spirituali. La Chiesa sta facendo molte iniziative di carità per distribuire alimenti. Ma, avvertendo anche la sete spirituale delle persone, abbiamo deciso in parrocchia di uscire per le strade portando il Santissimo Sacramento. La gente si fermava davanti alle porte o ai balconi principali per adorare e venerare il Signore presente nell'Eucarestia e per ricevere la benedizione eucaristica". P. Anthony informa: “Non possiamo radunarci, ma con questo speciale approccio pastorale andiamo nei vari quartieri per ricordare che Dio è con noi e non ci abbandona. Vediamo tanta gioia tra le persone che si sentono consolate in questo momento difficile".
P. Noman Noel, sacerdote della parrocchia St. James a Karachi, che celebra ogni giorno una messa trasmessa online, racconta a Fides : “Dopo aver discusso con il nostro gruppo pastorale parrocchiale, noi 4 sacerdoti della parrocchia abbiamo deciso di andare nelle aree della nostra comunità cristiana per distribuire la Santa Comunione. Prendendo le precauzioni necessarie, abbiamo visitato la gente porta a porta per distribuire l'Eucarestia: è stato un segno potente di Dio che viene a visitare il suo popolo". P. Noman osserva: “Questo gesto ha portato gioia e felicità. Ho visto persone che avevano le lacrime agli occhi. Mi ha stupito la risposta della gente e l'amore per l'Eucaristia. Speriamo e preghiamo che questo momento di prova passi presto. Seguendo le regole e il distanziamento vorremmo distribuire la Santa Comunione una volta al mese ai nostri parrocchiani “.
Padre Aamir Bhatti, sacerdote e amministratore delegato della "Good News Catholic Web TV", parlando con la Fides, informa: “Stiamo trasmettendo quotidianamente la Santa Messa in diretta e più di 1.000 persone si collegano alla messa in Urdu da altre parti del mondo. Prima della messa vengono lette le intenzioni di preghiera inviate dai fedeli e la messa è celebrata specialmente per le intenzioni di preghiera del popolo ”.
Anche l'Arcivescovo Joseph Arshad della diocesi di Islamabad-Rawalpindi ha organizzato l'Adorazione eucaristica per pregare per la guarigione del mondo dal coronavirus. Parlando a Fides, l'Arcivescovo dice: “In questo momento critico per l'umanità preghiamo senza sosta e uniamoci tutti insieme nella preghiera affinché la grazia della guarigione di Dio sia una potente forza per la nostra comunità e per tutta l'umanità".
(AG-PA) (Agenzia Fides 6/5/2020)
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ASIA/TURCHIA - Muore per coronavirus il medico cristiano Murat Dilmener, il “dottore dei poveri”
 
Istanbul (Agenzia Fides) – Nonostante le misure di distanziamento sociale per contrastare il contagio da Covid-19, centinaia di medici, studenti e lavoratori della Facoltà di medicina dell’Università di Istanbul hanno voluto essere presenti di persona alla commemorazione - organizzata presso il complesso universitario - del noto medico cristiano Murat Dilmener, morto domenica 3 maggio a causa del coronavirus. Per Dilmener, 78 anni, colpito dal virus a inizio aprile, non sono servite alcune settimane di cure in terapia intensiva.
Il medico turco, cristiano siro ortodosso, era nato a Mardin e aveva animato iniziative di volontariato presso le chiese della sua comunità sia a Mardin che a Istanbul. Specialista di medicina interna, Dilmener era stato il primo cristiano siriaco assunto come professore in una Facoltà di medicina in Turchia. Nel 2004, le autorità turche avevano avviato un'indagine contro Dilmener e altri 135 medici che avevano curato senza permesso e gratuitamente malati poveri presso un ospedale pubblico di Istanbul. Le accuse rivolte al professore di aver sottratto fondi pubblici per sostenere quella iniziativa si erano rivelate senza fondamento. Dopo quella vicenda, anche i media turchi definivano Dilmener come «il dottore dei poveri».
I monasteri siriaci dell’area di Mardin – come il famoso monastero di Mor Gabriel - rappresentano un patrimonio fondamentale per la Chiesa sira ortodossa. Adesso il Patriarca di quella Chiesa orientale risieda a Damasco, ma dal XIII secolo fino al 1933 la sede del patriarcato si trovava nel monastero di Mor Hananyo, presso Mardin. Negli ultimi anni, a causa del conflitto siriano, la comunità cristiana sira ortodossa in Turchia ha visto accrescere sensibilmente il numero dei suoi fedeli, con l’arrivo dei profughi in fuga dalla Siria devastata dalla guerra. (GV) (Agenzia Fides 6/5/2020).
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AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi: una nuova data per le elezioni per non mettere in pericolo la salute e la vita dei boliviani
 
La Paz (Agenzia Fides) - La Conferenza Episcopale boliviana suggerisce che l'Assemblea Plurinazionale insieme al Supremo Tribunale elettorale, lavorino in modo coordinato e tengano conto della difficoltà che esiste attualmente a causa della pandemia di coronavirus e del rapido aumento delle infezioni registrate nel paese, per assegnare una nuova data alle elezioni generali nel paese. La Bolivia, dopo aver annullato i comizi elettorali del 20 ottobre 2019 (vedi Fides 22/10/2019), aveva fissato le nuove elezioni per il 3 maggio 2020. Il 20 marzo, i partiti convocati dal Tribunale elettorale, avevano deciso di rimandare le elezioni e di entrare in quarantena per 2 settimane.
Ieri, martedì 5 maggio, la Conferenza Episcopale boliviana, attraverso una dichiarazione, ha chiesto alle autorità nazionali di decidere in modo "imparziale" il momento più opportuno per le prossime elezioni generali, per non mettere in pericolo la salute e la vita di tutti i cittadini.
"L'Assemblea Plurinazionale deve agire in coordinamento e fiducia con la Suprema Corte elettorale, per decidere, in modo imparziale, ciò che è nell'interesse generale, tenendo conto delle difficoltà delle condizioni attuali, perché, se la data di celebrazione delle elezioni è necessaria, molto di più è necessario non mettere in pericolo la salute e la vita dei cittadini e garantire elezioni pulite e trasparenti" afferma la dichiarazione inviata a Fides.
I vescovi boliviani ricordano anche alle autorità che il 2 maggio Papa Francesco ha esortato i leader politici a porre fine alle loro differenze e ad essere uniti per superare la pandemia di Covid-19, sottolineando che il loro lavoro principale è "prendersi cura dei loro popoli".
I Vescovi sono preoccupati per gli episodi di violenza verificatisi in alcune aree del Paese, che hanno alla loro base gli interessi di alcuni gruppi o partiti, e anche lo sfruttamento della malattia e della sofferenza del popolo "per la propria propaganda politica", afferma la dichiarazione. Infine ricordano che in questo momento la priorità non è quella di mettere in pericolo la salute e la vita dei boliviani e che è tempo di agire con responsabilità e unità.
(CE) (Agenzia Fides 06/05/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - Mese della famiglia in tempo di pandemia: “Con Maria, sperimentiamo la Chiesa domestica”
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Abitualmente la Chiesa colombiana celebra la “Settimana della famiglia” a maggio, tuttavia, data la realtà attuale dovuta alla pandemia di coronavirus, quest’anno i Vescovi propongono l'esperienza del “Mese della Famiglia” dal 3 maggio al 14 giugno, con il tema "Con Maria, sperimentiamo la Chiesa domestica".
Secondo la nota pervenuta a Fides, il Dipartimento per il matrimonio e la famiglia della Conferenza episcopale della Colombia (CEC) e la Commissione nazionale del matrimonio e della famiglia, invitano a rimanere in preghiera, a rafforzare i legami di fraternità, dialogo, rispetto e serena convivenza nelle case. "I processi di evangelizzazione devono continuare, così come la vita pastorale delle nostre parrocchie - afferma padre Juan Carlos Liévano, direttore del dipartimento Matrimonio e Famiglia della CEC -. Tutto ciò è nuovo e ci sta costringendo a creare strategie per l'adempimento della nostra missione. La situazione attuale ci mette alla prova in due modi: sopravvivere e avere condizioni di vita minime e dignitose, ma dobbiamo anche continuare a fornire il nostro servizio nel mondo”.
Utilizzando le piattaforme virtuali di incontro e interazione, vengono proposti una serie di argomenti per la catechesi interattiva, uno per ogni settimana, che prendono in considerazione diversi aspetti della realtà familiare e dei membri che la compongono: Famiglia, fonte di riconciliazione e perdono. La madre, riflesso della tenerezza di Dio. I bambini come dono di Dio. Nella vecchiaia continueranno a dare frutti. Fratelli, zii, cugini, espressione della comunione e dell'amore che si espande. Una esperienza di amore fiducioso e condiviso. La paternità fonte di amore reciproco.
Tra le attività suggerite per vivere questo periodo, figurano la raccolta di storie e fotografie dei momenti più importanti per ogni famiglia; collocare in un angolo della casa gli oggetti relativi a circostanze significative; immaginare come sarà la propria famiglia tra 10 o 15 anni; scrivere su foglietti di carta i temi di cui si vorrebbe parlare in famiglia ed estrarne uno al giorno per discuterlo insieme; fare un elenco delle persone che si amano e che non vivono nella famiglia a cui inviare un messaggio o un video; prima di iniziare la Messa che ogni parrocchia trasmette, presentare i nomi dei membri della famiglia che saranno ricordati in particolare in quella celebrazione… (SL) (Agenzia Fides 6/5/2020)
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AFRICA/COSTA D’AVORIO - Nomina del Vescovo Ausiliare di Bouaké
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Il Santo Padre Francesco, il 5 maggio 2020, ha nominato Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Bouaké (Costa D’Avorio), il rev.do Jacques Assanvo Ahiwa, del clero di Grand Bassam, finora Maître de conférences presso l’Università di Strasburgo, assegnandogli la sede titolare di Elefantaria di Mauritania.
Il rev.do Jacques Assanvo Ahiwa è nato il 6 gennaio 1969 a Kuindjabo, nel Distretto di Aboisso, Diocesi di Grand-Bassam. Ha fatto il percorso formativo nel Seminario Minore di Bouaké e nel Seminario Maggiore Saint Coeur de Marie di Anyama, Arcidiocesi di Abidjan. È in possesso di un Dottorato in Teologia Biblica conseguito all’Università di Strasburgo nel 2011. È stato ordinato il 13 dicembre 1997, per la Diocesi di Grand Bassam.
Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha ricoperto i seguenti incarichi: 1997-1998: Vicario Parrocchiale nella parrocchia San François Xavier di Aboisso; 1998-2002: Segretario Generale della Diocesi di Grand-Bassam e Direttore diocesano delle Pontificie Opere Missionarie; 2002-2004: Master in Teologia Biblica presso l’Université Catholique de l’Afrique de l’Ouest (U.C.A.O. / U.U.A.); 2004-2011: Dottorato in Teologia Biblica a Strasburgo; 2011- 2018: Vicario Generale di Grand Bassam; dal 2018: Maître de conférences presso l’Università di Strasburgo. (SL) (Agenzia Fides 6/5/2020)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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