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sabato 1 giugno 2024

10 "A" da ricordare nella vita - card. François Xavier Nguyen van Thuan -rittratto nell'immagine con una croce fatta di pezzi di legno e fili elettrici di rame mentre era in prigione

 

10 "A" da ricordare nella vita - card. François Xavier Nguyen van Thuan -

Carissimi fratelli nel sacerdozio. Con questa omelia, concludiamo i nostri esercizi spirituali: giorni di preghiera, di silenzio, di intimità con il Signore che ci ha chiamati.

Prima di uscire e tornare alle nostre occupazioni, vorrei lasciarvi le dieci "A" da ricordare nella vita, perché è adesso che veramente cominciano gli esercizi: dopo i giorni di pace vissuti insieme, seguono tempi duri, pieni di impegni ed attività.
Molte volte pensiamo di dover agire e lavorare, ed è vero. Non è meno vero che dobbiamo prima pregare ed ascoltare.

Per questa ragione, le dieci "A" da ricordare nella vita sono divise in due parti: le prime cinque riguardano il fuoco interiore; le altre cinque l'impegno esteriore.

Cominciamo con il fuoco interiore, perché è la causa del fuoco esteriore:

Il fuoco interiore

1. Adorare: dopo questi esercizi, tutti noi possiamo dire: "Ho incontrato Gesù!" Abbiamo contemplato il volto di Cristo, che è Amore. L'abbiamo visto nei suoi quattordici difetti. Sappiamo che la gente cerca il volto di Dio. Siamo noi a farglielo vedere.

2. Amare: la seconda "A" da ricordare, è quella di "Amare": dopo che abbiamo incontrato Gesù, diciamo pieni di gioia: "Vidimus Iesum!". L'amore di Cristo ci scuote, così come è stato per san Paolo: "Caritas Christi urget nos!". È il fuoco dell'amore di Cristo che brucia i cuori degli apostoli. Lasciamoci bruciare! È fuoco d'amore!

3. Ascoltare: noi, sacerdoti, dobbiamo prima di tutto ascoltare Dio. Non possiamo parlarne se prima non lo ascoltiamo attentamente, come fece Maria a Betania. Gli uomini vogliono vedere Gesù tramite noi. In secondo luogo, ricordiamoci di poter ascoltare Dio nella nostra coscienza. Noi formatori di coscienze, quanto bisogno abbiamo di essere fedeli alla nostra propria coscienza. Finalmente, questa "A" vuole ricordarci il bisogno di ascoltare gli altri, come fa un padre con suo figlio, come fa un dottore con un ammalato, come faceva Cristo con tutti.

4. Abbandonarsi: parlando ancora del fuoco interiore, è importante "abbandonarsi", cioè, lasciarci amare da Dio. Egli ci ama non per i nostri meriti, né per le nostre azioni o qualità. Ci ama perché ci ha voluto adottare come figli suoi. Lasciamoci dunque amare da Dio!

5. Accettare: quest'ultima "A" del fuoco interiore ci insegna ad accettare sempre il momento presente, cioè, il pane quotidiano che Dio nella sua provvidenza ci dà ogni giorno: le nostre occupazioni, le nostre difficoltà, i nostri successi e fallimenti, noi stessi con la nostra propria croce. Accettiamola con amore e gioia. Viene da Dio.

L'impegno esteriore

L'uomo dal cuore ricolmo di Dio è l'apostolo che mostra a tutti il volto del Padre. Queste cinque "A" si riferiscono all'impegno esteriore e non possono esistere se non c'è prima il fuoco interiore.

6. Agire: questa sesta "A" ci ricorda che Gesù, non soltanto chiamò i suoi perché fossero con lui, ma pure perché andassero a predicare il suo vangelo: ite, baptizate, docete, sanate. È lui che ci invia. Come san Paolo, sopportiamo tutto a causa del Vangelo: omnia propter Evangelium.

7. Animare: mossi dallo Spirito Santo, portiamo Gesù a tutti gli uomini. Ogni nostro atto, dal più piccolo al più importante, è un'opportunità di portare Gesù. Nelle processioni del Corpus Christi, gli ostensori hanno dentro l'ostia, che è Gesù. Anche noi siamo un ostensorio. C'è o non c'è dentro di noi l'ostia? A cosa servirebbe una processione il cui ostensorio non abbia dentro Gesù?

8. Appassionarsi: l'ottava "A" ci ricorda che noi sacerdoti non siamo gente vuota, ma veramente appassionata. La nostra passione è contenuta nel Padre nostro, la gloria di Dio e la salvezza delle anime: Dio e gli uomini. Ecco la nostra passione. Innanzitutto Dio, e per questo preghiamo ogni giorno: sia santificato il tuo nome! Venga il tuo Regno! Sia fatta la tua volontà!
E poi, gli uomini, nostri fratelli: dacci oggi il nostro pane quotidiano! Rimetti i nostri debiti! non ci indurre in tentazione!...

9. Avventurarsi: il messaggio del vangelo esige radicalità. Cristo è un avventuriero e noi, suoi seguaci, dobbiamo pure avventurarci assolutamente, subito, senza condizioni. Toto corde, tota anima, usque ad effusionem sanguinis! Un chiaro esempio ne è Padre Kolbe, avventuriero di Cristo.

10. Allietarsi: l'ultima delle "A" non è meno importante delle altre. Dopo questi esercizi siamo tutti lieti e contenti. Allietiamoci nella grande gioia della speranza! Noi, che viviamo pienamente donati alle anime, ricordiamo la promessa di Cristo: "Chi darà un bicchiere d'acqua ad uno di questi, non rimarrà senza ricompensa".

Così, io posso ridere ogni giorno, malgrado le croci e le difficoltà. E se il tuo cuore ha ancora dei dubbi, non ti preoccupare! L'amore di Dio, è ancora più grande del tuo cuore.

Maria, stella dell'evangelizzazione.

(card. François Xavier Nguyen van Thuan)

Fonte: "Scoprite la gioia della speranza" card. François Xavier Nguyen van Thuan


Il card. Van Thuan dopo tredici oscuri e terribili anni trascorsi prigioniero dei comunisti in Vietnam fu invitato da Papa Giovanni Paolo II a predicare gli esercizi spirituali al Santo Padre e alla Curia Romana, nell'anno del Grande Giubileo del 2000
Proprio per far vedere al mondo che Dio l'aveva scelto soltanto per sé, gli ultimi anni del suo servizio alla Chiesa furono pieni di sofferenza, continua ma silenziosa, provocata da un tumore che lo condusse alla pace del Signore, il 16 settembre 2002.

lunedì 7 marzo 2022

Vatican News 6 marzo 2022

 

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Vatican News

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domenica 31 maggio 2020

Agenzia sir: Aricolo sulla messa del Crisma sabato maggio 2020

“Questa messa del Crisma, che celebriamo in condizioni straordinarie, è un segno forte che il Signore Gesù risorto è in mezzo a noi e ci sta donando una grazia speciale per vivere il difficile tempo di prova che stiamo attraversando”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, nell’omelia dell’odierna messa crismale. “È una grazia per tutti noi, riuniti in cattedrale, e per la nostra Chiesa diocesana. Lo è, in particolare, per il nostro presbiterio, vescovo e sacerdoti, a cui desidero rivolgermi più direttamente come in un momento di dialogo fraterno, dialogo nel quale inserisco anche i diaconi”. Mazzocato ha osservato: “la condizione un po’ ‘monastica’ dei mesi scorsi è stata descritta con espressioni, a mio parere molto significative, quali: ‘è stato come un corso di esercizi spirituali’, ‘c’è stato più tempo per la preghiera, per la meditazione e per la lettura di libri di qualità spirituale’, ‘la sospensione del ritmo frenetico delle tante cose da fare ha permesso di rientrare in contatto profondo con se stessi’… Queste espressioni rivelano che il digiuno di attività e di rapporti non ci ha disorientati e messi in crisi ma, al contrario, ci ha portato a un maggior contatto con la nostra interiorità grazie al quale sono venute a galla domande importanti: che senso ha il mio essere prete nell’attuale contesto sociale? Una volta spogliato delle attività per le quali le persone mi riconoscono utile, che cosa mi resta? A che scopo sono prete? Qual è la mia identità e il mio compito proprio?”.
“Posso dire che queste domande sono affiorate anche alla mia coscienza in questo tempo e le ho considerate una vera grazia dello Spirito Santo perché mi aiutano ad essere onesto fino in fondo con me stesso non accontentandomi della considerazione degli uomini ma mettendo la mia coscienza davanti a Gesù Cristo”. “Questo tempo di deserto e di spoliazione può essere occasione favorevole per ritrovare l’essenziale del nostro essere preti; un’essenziale che abbiamo ricevuto da Dio e non dal riconoscimento delle persone”.

lunedì 19 febbraio 2018

"Chi ha sete, venga"

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19/02/2018
 
Seconda giornata di Esercizi spirituali ad Ariccia per il Papa e la Curia romana: la "scienza della ...

lunedì 7 marzo 2016

Padre Ronchi: esercizi spirituali con Papa Francesco



vaticanit - italiano has uploaded Il Papa ha cominciato gli Esercizi Spirituali ad Ariccia
Il Papa ha cominciato gli Esercizi Spirituali ad Ariccia
vaticanit - italiano
Sono cominciati ad Ariccia gli Esercizi Spirituali per il Papa e la Curia Romana. Francesco e i suoi collaboratori hanno raggiunto nel pomeriggio la Casa del Divin Maestro, dove rimarranno fino a venerdì.

È partito nel pomeriggio in pullman e ha raggiunto con i suoi collaboratori la Casa Divin Maestro, ad Ariccia, vicino Roma, dove rimarrà fino a venerdì. Papa Francesco ha iniziato gli Esercizi Spirituali del tempo quaresimale, tenuti quest’anno dal sacerdote friulano Ermes Ronchi, dell’Ordine dei Servi di Maria. Il tema è dedicato a “Le nude domande del Vangelo”. Subito dopo la recita dell’Angelus, in Piazza San Pietro, Papa Francesco aveva chiesto ai fedeli di pregare per lui e per tutti i partec ...

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XXXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Nostro Signore Gesù Cristo Re dell'Universo 24 novembre 2024

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