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martedì 16 aprile 2019

GIOVEDÌ SANTO – “IN COENA DOMINI” 18 Aprile 2019 «Capite quello che ho fatto per voi?»


GIOVEDÌ SANTO – “IN COENA DOMINI”
18 Aprile 2019

«Capite quello che ho fatto per voi?»

SALUTO
C – Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.   T – Amen.

C – Il Signore che guida i nostri cuori nell’amore e nella pazienza di Cristo, sia con tutti voi.  
T – E con il tuo spirito.

ATTO PENITENZIALE
C – Fratelli e sorelle, siamo chiamati a celebrare l’Eucaristia, memoria della Pasqua e testamento dell’amore del Signore. Vogliamo riconoscere e confessare i nostri peccati perché l’egoismo di cui sono il segno sia vinto dal perdono amoroso del Padre.
-          Signore, Sacerdote della nuova ed eterna alleanza, [abbi pietà di noi]  
T – Signore, pietà!
-          Cristo, Agnello immolato per la nostra redenzione, [abbi pietà di noi]   T – Cristo, pietà!
-          Signore, Maestro di carità e di amore, [abbi pietà di noi]   T – Signore, pietà!

C – Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.   T – Amen.

GRANDE DOSSOLOGIA

Al canto della Grande Dossologia si suonano le campane. Poi non si suoneranno più fino allo stesso canto nella Veglia pasquale.

COLLETTA
C - O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena nella quale il tuo unico Figlio, prima di consegnarsi alla morte, affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore, fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...   T – Amen.


LITURGIA DELLA PAROLA

PRESENTAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
G – Alla Sua Chiesa, chiamata ad essere serva come Lui, Gesù consegna il segno della sua presenza: il nutrimento che la incorpora a Lui, ci ricolma del suo Spirito di amore e ci dona la forza di offrire la nostra vita per il bene di tutti. Come Dio è passato in Egitto per servire il suo popolo liberandolo dalla schiavitù e rendendolo un popolo di servi, così Gesù questa sera passa in mezzo a noi: ci lava, ci nutre e ci manda nel mondo per servire; è la Pasqua del Signore!

PRIMA LETTURA: Es 12,1-8.11-14
Prescrizioni per la cena pasquale.


Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto:
«Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne.
Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!
In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”».

Parola di Dio



SALMO RESPONSORIALE: dal Salmo 115

Rit.  Il tuo calice, Signore, è dono di salvezza.

Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.

Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.

A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.

SECONDA LETTURA: 1 Cor 11,23-26
Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunciate la morte del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me».
Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me».
Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga.

Parola di Dio

CANTO AL VANGELO: cfr. Gv 13,34

Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Vi do un comandamento nuovo, dice il Signore:
come io ho amato voi,
così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Gloria e lode a te, Cristo Signore!


VANGELO: Gv 13,1-15
Li amò sino alla fine.


Dal Vangelo secondo Giovanni

Prima della festa di Pasqua, Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.
Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».

Parola del Signore



LAVANDA DEI PIEDI
G - Dopo aver consumato la Cena con i suoi, «Gesù depone le vesti della sua gloria, si cinge col “panno” dell’umanità e si fa schiavo. Lava i piedi sporchi dei discepoli e li rende così capaci di accedere al convito divino al quale Egli li invita» (Benedetto XVI, Omelia Giovedì Santo, 20 marzo 2008).
Vogliamo ripetere anche noi questo gesto che il Signore ci ha consegnato al fine di imitarlo nell’amore.

PREGHIERA DEI FEDELI
C – Fratelli e sorelle, in questa sera che apre i giorni della Pasqua, e nella quale il Signore Gesù ci consegna ancora una volta il coman­damento dell’amore, apriamo il cuore alle necessità di tutti gli uomini. Il Padre ascolti la voce dei suoi figli: dia concordia e unità alle sue Chiese, la pace al mondo, la risurrezione agli afflitti.
L - Preghiamo insieme cantando [dicendo]:
Ascolta, esaudisci, Signore!
  1. Dio di comunione, rinsalda l’unità delle tue Chiese, di tutti coloro che si dicono cristiani: togli lo scandalo delle divisioni. Noi ti preghiamo.
  2. Dio di fraternità, che ci chiami a servirti nella tua Chiesa, sostieni il Papa Francesco, i vescovi, i presbiteri, i diaconi e tutti coloro che svolgono un servizio alle loro Comunità: rendili instancabili e generosi. Noi ti preghiamo.
  3. Dio dell’amore, vuoi invitare alla tua mensa tutti i popoli sul monte della tua gloria: disarma i potenti, salvaci dalla follia della violenza, provvedi ai profughi, libera tutti dalla paura della guerra. Noi ti preghiamo.
  4. Dio, fonte di ogni dono perfetto, tu ci regali ancora uomini e donne che sanno amare: da’ saggezza a genitori ed educatori, affetto agli sposi, tenerezza ai giovani, forza agli anziani, pazienza a chi cura i malati, coraggio a chi dona la vita per gli altri, consolazione a chi soffre, speranza a chi è senza lavoro. Noi ti preghiamo.
  5. Dio hai mandato il tuo Figlio a servire e non ad essere servito: cambia il cuore di noi, che siamo qui stasera per condividere lo stesso pane e lo stesso vino: rendici fratelli capaci di portare i pesi gli uni degli altri. Noi ti preghiamo.
C – Radunati, o Signore, in comunione con tutto il tuo popolo per celebrare il solenne inizio della Pasqua, ascolta, benevolo, la nostra preghiera.
Con umiltà ti supplichiamo: purificandoli da ogni alimento di malvagità, trasforma in una stirpe nuova quanti siedono insieme alla tua cena, e per tua grazia fa’ che meritiamo in questo convito di salvezza sia il pane terreno sia il pane del cielo. Poiché tu sei la vita dei vivi, la salute dei malati, il riposo dei defunti per tutti i secoli dei secoli.  
T - Amen.



REPOSIZIONE DELLA SS. EUCARISTIA

Terminata la distribuzione, la Santissima Eucaristia rimane sull’altare.

DOPO LA COMUNIONE
C - Padre onnipotente, che nella vita terrena ci hai nutriti alla Cena del tuo Figlio, accoglici come tuoi commensali al banchetto glorioso del cielo. Per Cristo nostro Signore.   
T – Amen.

PROCESSIONE VERSO IL LUOGO DELLA REPOSIZIONE
G – L’Eucaristia viene ora portata nel luogo preparato per la reposizione dove siamo invitati a vivere un tempo di preghiera adorante e di contemplazione di fronte al dono di un Dio che per noi si dona e si fa cibo di vita eterna.
Il dono ricevuto è troppo grande: non possiamo fuggir via subito. Lasciamo che il cuore esprima la riconoscenza. La Parola proclamata, i gesti di questa Liturgia lascino un segno indelebile nella memoria di ognuno e trasformino le nostre scelte e i nostri atteggiamenti.
Adoriamo il Signore Gesù, risorto e vivo, presente in mezzo a noi!

Dopo l’orazione dopo la Comunione e la breve introduzione, il Celebrante incensa la Santissima Eucaristia; poi, indossato il velo omerale, copre la pisside, e la porta processionalmente nel luogo preparato per l’adorazione.
Intanto si canta l’inno eucaristico “Genti tutte, proclamate” (tutte le strofe!).
Nella processione si portino incenso (due turiboli), croce astile e ceri. Non si trascuri l’uso del tradizionale baldacchino [o almeno dell’ombrello], segni di adorazione verso Gesù-Eucaristia.
Deposta la Santissima Eucaristia nel tabernacolo (che non può essere nel presbiterio!!!), il Celebrante la incensa e rimane in adorazione silenziosa per un tempo adeguato. Poi, chiusa la porticina del tabernacolo, con i ministranti, rientra silenziosamente in sacrestia.




Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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