Signore, vorrei amare, ho bisogno d'amare.
Tutto il mio essere non è che desiderio:
il mio cuore, il mio corpo, si protendono nella notte verso uno sconosciuto da amare.
Le mie braccia brancicano nell'aria verso uno sconosciuto da amare.
Sono solo mentre vorrei essere due.
Parlo e nessuno è presente ad ascoltarmi.
Vivo e nessuno coglie la mia vita.
Perchè essere così ricco e non aver nessuno da arricchire?
Donde viene questo amore? Dove va?
Vorrei amare, Signore, ho bisogno d'amare.
Ecco stasera, Signore, tutto il mio amore inutilizzato.
Ascolta, Mio caro,
Fermati,
Fai, in silenzio, un lungo pellegrinaggio fino in fondo al tuo cuore.
Cammina lungo il tuo amore nuovo,
Così come si risale un ruscello per scoprirne la sorgente.
E al termine, laggiù in fondo, nell’infinito mistero della tua
anima turbata, Mi incontrerai,
perché io mi chiamo Amore piccolo,
ed Io non sono altro che Amore, da sempre,
E l'amore è in te.
Io ti ho fatto per amare, per amare eternamente.
Ed il tuo amore sarà un altro te stesso.
Lei sta cercando;
Rassicurati, è già sulla tua strada,
In cammino da sempre,
Sulla strada del Mio Amore.
Bisogna aspettare il suo passaggio,
Lei si avvicina,
Tu ti avvicini,
Vi riconoscerete,
Perché Io ho fatto il suo corpo per te,
Ho creato il tuo per lei,
Ho fatto il tuo cuore per lei, ho creato il suo per te,
E voi vi state ricercando nella notte,
Nella mia notte che diventerà luce
Se voi avrete fiducia in Me.
Conservati per lei, piccolo mio,
Come lei si conserva per te.
Io vi custodirò l'uno per l'altra,
E, giacché hai fame d'amore,
ho posto sul tuo cammino tutti i tuoi fratelli da amare.
Credimi, è un lungo tirocinio l’amore,
E non vi sono diverse specie di amore:
Amare, vuol sempre solo dire abbandonare se stessi
Per darsi agli altri.
Signore, aiutami a dimenticarmi per gli uomini miei fratelli,
Perché dando me stesso impari ad amare.
Michel Quoist
Biografia dell'autore
Di padre ateo e madre fervente cattolica, Michel Quoist fu costretto a cominciare a lavorare come fattorino a dodici anni a causa della morte precoce di suo padre. Durante gli scioperi del 1936 appoggiò le rivendicazioni della classe operaia. Nel 1938, partecipando come barelliere al pellegrinaggio diocesano a Lourdes, conobbe un sacerdote e gli nacque la vocazione sacerdotale; e così a diciott'anni entrò nel seminario vicino a Meaux, per poi passare a Rouen.
A pochi mesi dal suddiaconato, improvvisamente divenne quasi cieco; e quando, dopo inutili controlli in vari ospedali, si riteneva rovinato, ad un certo punto di nuovo improvvisamente ricominciò a vedere. Ordinato sacerdote nel 1947, continuò gli studi in scienze sociali e politiche nell'Istituto Cattolico di Parigi, dove conseguì il dottorato con una tesi su un quartiere popolare di Rouen dal titolo La città e l'uomo, poi pubblicata. Quindi divenne vicario d'una numerosa parrocchia di Le Havre e coordinatore dei movimenti giovanili della sua regione[3][4].
Nell'ambito delle missioni all'estero fece istituire un comitato vescovile per l'America Latina, mettendosi egli stesso a viaggiare per conferenze e ritiri spirituali oltre che a scrivere libri [5].
Dal 1970 al 1976 fu curato di Sainte Marie e Saint Léon; nel 1971 aprì a Saint Cyrice nell'Aveyron un centro di accoglienza per giovani e adulti e nel 1976 divenne responsabile delle vocazioni diocesane, svolgendo vari incarichi pastorali. Nel 1988 divenne direttore della radio diocesana di Le Havre, denominata «Arc en Ciel». Malato di cancro del pancreas dal 1996, morì l'anno successivo.