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giovedì 10 aprile 2025

Il Papa mi ha chiamato per sostenere la missione in Ucraina - Vatican news 9 aprile 2025

 


Krajewski: “Il Papa mi ha chiamato per sostenere la missione in Ucraina"

Nello stile di Francesco, ieri il cardinale elemosiniere, che si trova nel Paese dell’est per consegnare le quattro ambulanze donate dal Pontefice, ha ricevuto a sorpresa la sua telefonata. “Ha salutato e benedetto tutti, era di buonumore”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Una battuta del Papa che mostra ancora una volta come in un periodo di convalescenza lui non perda il buonumore. È quanto racconta, in un messaggio  ai media vaticani, il cardinale Konrad Krajewski da giorni in Ucraina dove si è       recato per la decima volta dall’inizio della guerra. L’elemosiniere ha ricevuto        una telefonata di Francesco al termine di una mattinata impegnativa a   Zaporizhzhia, nella quale ha distribuito aiuti alimentari, consegnato i farmaci          e le ambulanze donate dal Papa.

Una telefonata che rincuora

È stata una chiamata arrivata a sorpresa da parte del Santo Padre – racconta il cardinale – voleva sapere come stava andando la missione in Ucraina. Mi ha detto di salutare tutti e ha dato la sua benedizione. Gli ho risposto che fa molto freddo

 e lui, che è di buonumore, ha aggiunto: ‘Tu sai come riscaldarti’”. Krajewski sorride mentre racconta l’aneddoto e aggiunge che la telefonata ha fatto subito effetto, scaldando i cuori di tutti.

Il calore degli ucraini

Il porporato si sofferma poi sugli impegni avuti, ricordando la fila di poveri che dalle 5 di mattina ha atteso la distribuzione di viveri iniziata ben 4 ore dopo, a dimostrazione delle grandi difficoltà che vive la popolazione locale. “È stato un incontro molto significativo – aggiunge – negli occhi di quelle persone ho visto speranza, amore e nonostante il freddo ringraziavano con calore, sperano che 

tutto questo disastro finisca presto”. A seguire l’incontro con i responsabili della sanità locale di Zaporizhzhia che hanno preso in consegna le ambulanze. 

“Abbiamo tolto le targhe vaticane, si sono stupiti di quanto fossero attrezzate

 e sono partite per i luoghi dove c’è più necessità”.

Il dono dei farmaci

Il cardinale Krajewski ci tiene poi a sottolineare il grande apporto ricevuto da varie strutture nella raccolta dei farmaci destinati all’Ucraina. “Le medicine – spiega -   sono state prese principalmente a Napoli dove oltre alla tradizione del caffè  sospeso c’è anche quella del farmaco sospeso in un centinaio di farmacie. Una raccolta per un valore di circa duecentomila euro. Ci hanno detto qui che le  medicine sono un grande aiuto”. I farmaci sono stati anche offerti gratuitamente dalla Farmacia Vaticana e dal Policlinico Gemelli che ha donato medicine per il    primo soccorso”. Da un piccolo gesto è nata una grande ondata di generosità e solidarietà per il martoriato popolo ucraino che da tre anni vive in forte sofferenza    a causa della guerra.  


sabato 24 febbraio 2024

La preghiera di Krajewski per la pace in ucraina

 




“Signore ti chiedo umilmente il miracolo della pace. Tu che sei Onnipotente sai che abbiamo bisogno di pace, quella che solo tu puoi donare. Concedi a coloro che la promuovono di perseverare nel bene e a coloro che la ostacolano di trovare la guarigione, di riconciliarsi con Te e con i fratelli, allontanandosi dal male, perché ogni guerra è sempre una sconfitta.”

venerdì 23 febbraio 2024

“Signore, ti chiedo umilmente il miracolo della pace in Ucraina" (da Vatican News 23 febbraio 2024)

 


Krajewski: “Signore, ti chiedo umilmente il miracolo della pace in Ucraina"

In occasione del secondo anniversario dello scoppio della guerra nel Paese, il cardinale elemosiniere offre una riflessione sul conflitto, sottolineando l’importanza della preghiera e ricordando la grande solidarietà nei confronti di questo popolo ferito. Sette i viaggi compiuti dal porporato e oltre 240 i tir di aiuti inviati in Ucraina in due anni

di Konrad Krajewski

Da due anni porto la spilla della bandiera Ucraina per non dimenticare che c’è la guerra, che ogni giorno in entrambe le nazioni in conflitto muore tanta gente. Ci sono tanti orfani, tante vedove e tanti feriti. Da due anni mi sento ucraino e soffro con loro. Da due anni prego per la pace e ogni giorno, quando celebro la Santa Messa, mi fermo in silenzio dopo la preghiera del Padre Nostro quando pronuncio le parole: “liberaci Signore da tutti i mali e concedi la pace ai nostri giorni”.

Da due anni ogni giorno prego per i due presidenti e i loro consiglieri perché si seggano attorno ad un tavolo: servirebbe per salvare vite umane. Finché non lo faranno continuerà la scia dei morti.

Sette volte sono stato in Ucraina a nome del Santo Padre e ho visto quello che non dovrebbe succedere mai: un uomo che uccide un altro uomo e un fratello il fratello. La guerra sembra essere scatenata dalla vendetta verso un popolo che ha diritto di vivere nella pace.

In questi due lunghi anni ho visto anche tanta solidarietà, che ha dell’incredibile.

Ho incontrato molta gente di buona volontà che dedica il proprio tempo, le proprie risorse, per aiutare il prossimo, cioè milioni dei profughi che sono stati costretti a fuggire dalle loro case a causa della guerra con una sola busta di plastica. Tanta gente di buona volontà ancora oggi ospita dei profughi ucraini nella propria casa. Ecco la seconda faccia della maledetta guerra, quella che dà speranza.

Ringrazio il Signore perché solo da Roma, grazie a tanta gente, siamo riusciti a mandare nei territori in guerra più di 240 tir di aiuti umanitari.

È vero ogni guerra è una sconfitta, dice Papa Francesco.

È vero che tutti gli Stati producono le armi, le vendono e guadagnano tanto. Ed è altrettanto vero che quasi nessuno parla di pace, eccetto il Santo Padre. Solamente ripetono questa frase: “chi vuole la pace deve prepararsi alla guerra”. Deve comprare le armi.

Allora mi chiedo: “Quando regna la pace nel mio cuore? Quando posso diventare l’uomo in grado di seminare la pace e concedere la pace?” Io personalmente sono pieno di pace quando sperimento la misericordia. Quando dopo la confessione vengono perdonate le mi colpe e quando incomincio a perdonare. In quel momento sono pieno di pace, pace che non viene dal mondo ma direttamente da Dio. In quel momento incomincio ad essere la sua immagine vivente.

Misericordia è il secondo nome di Dio, il primo è Amore. Il comandamento più importante ci invita ad amare Dio e il prossimo. Pace non vuol dire solo far cessare il fuoco, fare una tregua ma rivestirsi di misericordia, cioè perdonare e chiedere perdono.

Bisogna mettere Dio al primo posto, il prossimo al secondo e l’“io” al terzo posto, tutti prima di me, tutti sono più importati di me, la loro vita è più importante della mia. Chi mette Dio al primo posto, Dio che ama la vita, ogni vita umana, costruisce la pace.

Domani dalla Basilica di Santa Sofia in Roma partirà un altro tir da parte del Santo Padre con i viveri per il popolo ucraino. È un aiuto per la gente che è sfinita dalla guerra, ma non sfiduciata e convinta che la pace sia ancora possibile.

Dobbiamo sostenerli con la preghiera, che per i credenti può spostare le montagne, figuriamoci fermare questa stupida guerra.

“Signore ti chiedo umilmente il miracolo della pace. Tu che sei Onnipotente sai che abbiamo bisogno di pace, quella che solo tu puoi donare. Concedi a coloro che la promuovono di perseverare nel bene e a coloro che la ostacolano di trovare la guarigione, di riconciliarsi con Te e con i fratelli, allontanandosi dal male, perché ogni guerra è sempre una sconfitta.”


mercoledì 27 dicembre 2023

Vatican News 25 dicembre 2023

 

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