AFRICA/COSTA D’AVORIO - Elezioni presidenziali di ottobre; il Cardinale Kutwa chiede il rispetto della legge e del dialogo | |
Abidjan (Agenzia Fides) - “La vita socio-politica del nostro Paese è entrata in un tornante pericoloso. Con l'avvicinarsi delle elezioni presidenziali, siamo costretti a constatare la radicalizzazione delle posizioni di entrambe le parti, che si sono accentuate dopo che il Presidente della Repubblica il 6 agosto ha annunciato la propria ricandidatura” ha dichiarato Sua Eminenza il Cardinale Jean Pierre Kutwa, Arcivescovo metropolita di Abidjan in un messaggio consegnato ieri, 31 agosto, in un incontro con la stampa. Ricordando le recenti manifestazioni di protesta che hanno causato diversi danni materiali, innumerevoli feriti e persino dei morti, il Cardinale Kutwa si è detto che, dopo un lungo momento di silenzio, in meditazione e preghiera, non può più tacere “davanti a uno spettacolo così triste e disonorevole per il nostro Paese e per l'Africa”. “Possiamo tacere e lasciare il presente e il futuro del nostro Paese divorato dalla spada e dal fuoco?” ha detto rimarcando che “in determinate circostanze, il silenzio non può essere sinonimo di codardia e di complicità con l’ingiustizia”. Tuttavia, aggiunge, la sua responsabilità di pastore gli richiede di pronunciare parole di consolazione e di invitare alla non violenza, al dialogo, al rispetto delle leggi, “tutte cose senza le quali non si può costruire uno Stato moderno e pacifico”. "La Costa d'Avorio, il nostro Paese è un Paese di dialogo per tradizione. Esorto tutti gli ivoriani a riprendere il dialogo in modo che la parola, rispettosa delle differenze, abbia la precedenza sui tentativi di incendiare il Paese” ha invitato. Il Cardinale sottolinea che uno dei mezzi per promuovere la riconciliazione sia il rispetto delle leggi molto più delle elezioni. "Sarete d'accordo con me sul fatto che un ambiente negativo non promette nulla di buono per l'organizzazione delle elezioni e che la riconciliazione è più importante delle elezioni. Ecco perché è del tutto sbagliato pensare che basti organizzare un'elezione e dichiarare un vincitore. Ancora una volta vi supplico: riconciliamoci gli uni con gli altri! Tutto il resto andrà da sé” ha esortato. "Dura lex, sed lex: la legge è dura ma è la legge" dice, sollecitando il rispetto della legge anche quando ci irrita e va contro i nostri interessi in quel momento. "Che ciascuno, nell'esercizio delle proprie responsabilità, abbia la saggezza di compiere tutto nel rigoroso rispetto delle leggi e della Costituzione, in particolare per quanto riguarda il rispetto del diritto alla vita”, Il Cardinale ha invitato tutti ad impegnarsi nel dialogo e nella concertazione, alla ricerca di soluzioni a questa crisi che non fa ben sperare per un domani migliore per quanto riguarda l'organizzazione pacifica delle elezioni: "Insisto ancora una volta per ricordarvi che il rispetto della legge è più importante delle elezioni. ". (S.S.) (L.M.) (Agenzia Fides 1/9/2020)
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AFRICA/TOGO - “Siamo di nuovo confinati, ma è impossibile rispettare le misure sanitarie”: un missionario dalla diocesi di Sokodé |
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Kolowaré (Agenzia Fides) - “Coprifuoco dalle 18,30 alle 5 e di nuovo chiusura dei luoghi di culto. E’ di nuovo confino nelle città di Adjengré, Sokodé, Tchamba” scrive all’Agenzia Fides padre Silvano Galli, sacerdote della Società per le Missioni Africane, da Kolowaré. “Sono stati trovati nuovi focolai nella zona e si cerca di circoscriverli, combatterli, con i mezzi che si hanno. Anche a Kolowaré, qualche giorno fa, è stato registrato un caso al Dispensario" – scrive il missionario. "Per portare il paziente all’ospedale di Sokodé sono riusciti a rimediare un motociclo e si sono messi in viaggio, accompagnati dal dottore. Dopo una decina di km, arrivati all’incrocio di Yelivo, l’ammalato è saltato dal veicolo e si è dileguato nella boscaglia. Non voleva fare la quarantena, che è a spese dell’ammalato”, racconta Padre Silvano riferisce a che a Kolowaré è difficile, quasi impossibile, rispettare le misure sanitarie in vigore. “Ogni sabato vado al mercato: quasi nessuno ha la mascherina e, come tenere le distanze o igienizzare le mani in un luogo stipato di gente e mercanzie? Passo tra la gente, saluto, scherzo con loro, faccio qualche foto. Donne che vendono, un bambino che dorme, altri sdraiati in mezzo alla merce. E poi i funerali e i matrimoni in ambiente tradizionale. Ci sono misure precise precauzionali ma, come fare le cerimonie distanziati, senza essere vicini, senza toccarsi, senza danzare? E’ quello che pare sia successo a Sokodé, la cittadina vicina. Ecco allora nuovi contagi con le conseguenze: confino, chiusura dei luoghi di culto, coprifuoco.” “Tutta l’équipe della Caritas diocesana, composta da 8 persone, è venuta sabato 22 agosto. Con due veicoli, a suon di musica e di canti, i volontari hanno percorso villaggio e mercato invitando tutti a prendere sul serio le misure proposte, fornendo indicazioni pratiche, in lingua kotokoli e francese. Alla fine sono poi passati alla missione. Oltre all’animazione e alla sensibilizzazione di carattere sanitario, sono venuti anche per portare materiale per il gruppo delle donne che lavorano la manioca e vedere i lavori eseguiti. Malgrado il Covid, la vita continua”, conclude p. Galli. (SG/AP) (Agenzia Fides 1/9/2020)
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ASIA/PAKISTAN - Forti inondazioni nella provincia del Sindh: i volontari cattolici in aiuto di bisognosi e sfollati |
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Karachi (Agenzia Fides) - “Mentre viviamo l'emergenza per il Covid-19, forti piogge di questa stagione monsonica hanno colpito duramente la provincia del Sindh, soprattutto la grande metropoli di Karachi, capitale della provincia. È ora che tutto il Pakistan si faccia avanti per aiutare le persone colpite dalle alluvioni che hanno sommerso la città”: è quanto afferma in un messaggio inviato all'Agenzia Fides p. Qaisar Feroz OFM Cap, Segretario esecutivo della Commissione per le comunicazioni sociali dei Vescovi cattolici del Pakistan, parlando delle inondazioni che hanno messo a dura prova il Pakistan del Sud, devastando la città di Karachi. P. Qaisar Feroz, che segue diversi gruppi di volontari come quello dei Cappuccini a Karachi, auspica: “I poveri non dovrebbero essere ignorati e il governo deve svolgere un ruolo vitale per aiutare le persone in questo momento di bisogno" P. Qaisar, che ha prestato servizio a Karachi per sei anni, osserva: “Entro una settimana le persone in città soffriranno anche a causa di malattie della pelle, malattie addominali e diverse altre infezioni a causa delle piogge e delle inondazioni che hanno fatto tracimare anche l'acqua delle fogne”. P. Nazir John OFM Cap, incaricato dei Cappuccini a Karachi e coordinatore del gruppo di volontari denominati "Ambasciatori di Cristo", riferisce a Fides: “Negli ultimi tre giorni, abbiamo distribuito cibo a 600 persone, giornalmente serviamo 200 persone sfollate. Abbiamo iniziato a distribuire la colazione alle 100 famiglie della nostra zona". P. Nazir informa: "Senza alcuna discriminazione di credo, stiamo raggiungendo le persone negli slum, dove le persone sono in seria difficoltà e sono realmente indigenti". Mansha Noor, Segretario Esecutivo della Caritas di Karachi, parlando a Fides afferma: “Dal primo giorno di emergenza il Comitato per la gestione dei disastri della Caritas Karachi ha organizzato la distribuzione di cibo e bottiglie di acqua minerale, raggiungendo più di 1000 famiglie. Abbiamo anche distribuito teloni in particolare alle famiglie che hanno visto il tetto della loro casa danneggiato a causa delle forti piogge". Mansha Noor inoltre riferisce: "Nei primi due giorni (28 e 29 agosto) è stato molto difficile raggiungere le persone, anche data la carenza di elettricità e l'assenza di rete dei telefoni cellulari. Molti si sono offerti volontari con noi per distribuire cibo porta a porta, camminando nell'acqua, nelle strade". Rileva il Segretario: "L'acqua piovana insieme all'acqua di fognatura è entrata anche nel nostro ufficio di Caritas, rovinando materiale e arredi, o distruggendo documenti. Ma, nonostante queste difficoltà, continuiamo la nostra missione di stare accanto ai bisognosi”. Le piogge, tipiche della stagione dei monsoni, sono iniziate il 22 agosto, e un secondo periodo è durato dal 25 al 27 agosto causando danni ingenti. Molte infrastrutture di Karachi sono distrutte. La città è ancora sommersa e tutti e 7 i sottopassi per il traffico sono riempiti d'acqua. Le forze dei Ranger e della Marina pakistana hanno avviato le operazioni di soccorso. Come ha informato il Commissario governativo responsabile per i soccorsi della provincia del Sindh, in venti distretti della provincia del Sindh, inclusi tutti e sei i distretti della città di Karachi, è stato dichiarato lo "stato di calamità". Il Primo Ministro Imran Khan ha assicurato pieno sostegno del governo alla città di Karachi, attivando un pronto intervento. (AG-PA) (Agenzia Fides 1/9/2020) |
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ASIA/MYANMAR - Appello del Card. Bo per le elezioni: "La partecipazione attiva è essenziale. Votate per un vero federalismo" |
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Yangon (Agenzia Fides) - "Questi sono tempi difficili. La mia preghiera accompagna ognuno di voi mentre affronta la sfida della pandemia. Dio proteggerà la nostra nazione. Ora ci avviciniamo a un'altra tornata elettorale a novembre. Questo ci chiama a compiere il nostro dovere di cittadini, eleggendo i nostri rappresentanti. In questo momento storico, mi rivolgo a ciascuno di voi, non come politico ma come persona religiosa, come vostro fratello che desidera solo il bene comune e il benessere dell'intera comunità del Myanmar": con queste parole inizia l'appello diffuso dal Cardinale Charles Maung Bo, Arcivescovo di Yangon, che si rivolge ai cittadini birmani in vista delle elezioni generali previste l'8 novembre 2020. Nel messaggio articolato in 10 punti, inviato dal Cardinale all'Agenzia Fides, si afferma, in primis, "il sacro dovere del voto": "Il voto non è solo un diritto, ma un sacro dovere. Questo fa parte del nostro lungo pellegrinaggio verso la democrazia. Invito tutti ad assicurare che il suo nome figuri nella lista degli elettori e ad essere presenti in cabina elettorale in giorno delle elezioni. La partecipazione attiva dei cittadini è essenziale in democrazia". In seconda battuta, il Presule osserva che "votare è l'unico modo per avere una pace durevole": "Il fiorire di una democrazia robusta è l'unica speranza per curare questa nazione, sanguinante per i conflitti intestini. Come figli e figlie di questa grande nazione d'oro, meritiamo la pace. La risposta armata ha dolorosamente ucciso migliaia di persone, creando migliaia di rifugiati e sfollati interni. Questa era oscura deve finire. Nessuno ha vinto una guerra in questo paese. La pace è possibile, la pace è l'unica via. Le nostre grandi religioni promuovono il principio della pace: vi esorto a votare per la pace". Il terzo punto rimarca l'urgenza di "dare potere ai senza voce attraverso la democrazia": "La democrazia dà potere ai deboli e ai vulnerabili. Per la reale partecipazione dei poveri al governo, le elezioni sono fondamentali. Non lasciamo che la povertà ci dissuada dalla partecipazione alle elezioni. Bisogna scegliere partiti che operano per il benessere dei poveri". Il messaggio chiede poi, come quarto nodo da affrontare, di "garantire la giustizia economica e ambientale": "Tutte le religioni hanno affermato che non c'è pace senza giustizia. La pace in questa nazione sanguinante non arriverà finché le risorse di questo paese non saranno messe al servizio di tutti, specialmente per le comunità povere ed marginate. Giudicate i candidati, evitate i saccheggiatori che hanno devastato tutte le nostre risorse e ci hanno resi poveri. I ladri non possono rappresentarci". Al quinto punto si segnala l'urgenza di "identificare i mercanti di odio": "La comunità e la cura del bene comune sono i cardini sui quali marcia una democrazia. L'odio comune e il capro espiatorio stanno diventando potenti strumenti per la banca per il voto. La comunità mondiale ha espresso il suo orrore per le manipolazioni dei mercanti di odio in Myanmar, mascherati da protettori della religione e dell'etnia, incoraggiati da social media come Facebook. Queste persone sono in collusione con i saccheggiatori della nostra nazione, non ne sono i guardiani. Bisogna identificarli e consegnarli alla spazzatura della storia". Il Cardinale chiede ai cittadini - sesto punto - di rigettare "i sostenitori delle mafie straniere": "Il Myanmar accoglie favorevolmente investimenti stranieri di buone intenzioni che costruiscono un futuro sostenibile per il nostro popolo. Sfortunatamente, orde di elementi stranieri in collusione con amici locali, hanno dichiarato il Myanmar come l'ultima frontiera per un bottino facile. Molte di queste persone non patriottiche partecipano a queste elezioni. Identificateli: non devono far parte di alcuna democrazia". La settima richiesta è "investire nello sviluppo umano": "Per una nazione benedetta con risorse umane giovani ed energiche, un futuro ricco ci attende. I nostri governanti devono affermare lo sviluppo umano come un diritto fondamentale. I regimi precedenti negavano lo sviluppo del nostro popolo, riducendo questo paese, un tempo ricco, in un paese a basso sviluppo. Scegliamo candidati che abbiano un piano chiaro per lo sviluppo umano". "Cercate integrità non solo intelligenza", esorta l'ottavo paragrafo. "Il Myanmar - si nota - ha bisogno di leader con intelligenza ma animati da un senso di leadership al servizio, che racchiude grandi valori di onestà, integrità, responsabilità e trasparenza. Il potere viene dal servizio. Il Myanmar ha già avuto leader forti. Ora è il tempo per leader servitori". Al nono punto si lancia un appello per "leader che sappiano combattere le molteplici pandemie": "La risposta alla pandemia di Covid-19 ha mostrato come un governo determinato potrebbe ridurre le devastazioni. Il popolo del Myanmar ha subito altre pandemie: la pandemia della fame, la pandemia dei conflitti e degli sfollamenti, la pandemia della migrazione non sicura, la pandemia dell'istruzione di bassa qualità. Lasciate che queste elezioni ci portino guerrieri capaci di combattere contro tutte queste pandemie". Infine, alla decima e ultima istanza del documento, il Card. Bo auspica: "Votate per un vero federalismo politico ed economico: il generale Aung San visse e morì per il sogno di un autentico federalismo politico ed economico. Votate per quanti sostengono il sogno del generale Aung San. Che sorga una nuova alba di pace e prosperità". (PA) (Agenzia Fides 1/9/2020)
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AMERICA/HAITI - "Un attacco alla vita, alla giustizia e alla pace": i Vescovi denunciano la violenza incontrollabile |
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Port au Prince (Agenzia Fides) - "Noi, Vescovi cattolici di Haiti, condanniamo fermamente l'assassinio del maestro Monferrier Dorval, Presidente dell'Ordine degli avvocati di Port-au-Prince, nonché tutti questi ultimi assassinii con armi da fuoco perpetrati nel Paese. Cogliamo l'occasione per porgere le nostre più sincere condoglianze alla famiglia della vittima e all'Ordine degli avvocati di Port-au-Prince. Purtroppo questa realtà è diventata la quotidianità della popolazione che ora vive sotto shock, con traumi, rabbia, indignazione, rivolta e preoccupazione. Non è solo un attacco, estremo e grave, alla vita, che viene così banalizzata, ma è anche un attacco alla giustizia, al diritto, alla pace, alla convivialità sociale, alla convivenza per la costruzione di una società giusta, fraterna, armoniosa e pacifica". Con queste parole inizia la dichiarazione della Conferenza Episcopale di Haiti, inviata all'Agenzia Fides,, in cui i Presuli stigmatizzano la "insicurezza endemica, la violenza delle bande armate che affligge il Paese, seminando morte, lutto, afflizione, desolazione e paura nelle famiglie". "Queste situazioni - ammoniscono - portano Haiti dritta nell'abisso". Il documento si rivolge poi alle autorità: "Perché le autorità e le forze dell'ordine rimangono indifferenti, a braccia conserte, senza fare nulla? Perché il paese è stato consegnato a banditi e assassini? Non si può più andare avanti. La pacifica popolazione civile è stanca. La gente ne ha abbastanza di retorica vuota, promesse false e inchieste infruttuose. Chiede immediatamente azioni concrete e forti per sradicare definitivamente l'insicurezza e l'impunità che aumentano la miseria e la disperazione. Diciamo insieme alla popolazione: Quando è troppo è troppo!" I Vescovi chiedono dunque "un intervento immediato", temendo che, se non si agirà tempestivamente, "sarà troppo tardi". "Il paese sta sprofondando nell'oscurità della stagnazione economica, della sofferenza e della disperazione. Ci deve essere assolutamente un'azione nazionale, di tutte le forze morali e spirituali del paese, altrimenti si sprofonderà per sempre nell'abisso. E saremo tutti perdenti, governanti e governati", conclude il testo pervenuto a Fides. Tra gennaio e giugno, circa 243 persone sono state vittime di violenza armata nella sola capitale di Haiti, secondo un rapporto della Commissione episcopale haitiana per la giustizia e la pace. Giovedì scorso un uomo d'affari è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua auto, nella capitale, a mezzogiorno, senza che gli autori fossero identificati o arrestati. Alla fine di giugno e all'inizio di luglio, due manifestazioni pacifiche organizzate Port au Prince per denunciare questo clima di insicurezza, sono state oggetto di repressione della polizia. Parte degli ultimi episodi di violenza sono dovuti agli scontri tra bande armate nella zona della capitale Bel Air, che hanno costretto i suoi residenti a fuggire dalle proprie case per rifugiarsi negli Champs de Mars, la piazza principale di Haiti. Nella giornata di ieri le bande hanno dato fuoco a diverse case e le vittime hanno perso la vita nel fuoco incrociato. Una marea umana ha inondato le vicinanze del Palazzo Nazionale e ha chiesto aiuto alla polizia. Secondo i mass-media, almeno 20 persone sono state uccise, in quello che sarebbe un nuovo massacro in un quartiere svantaggiato di Port-au-Prince (CE) (Agenzia Fides 1/09/2020) |