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venerdì 19 maggio 2023

Ascensione del Signore 21 maggio 2023


ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO A)

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'

Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
Alla Messa della vigilia:
Regni della terra, cantate a Dio, cantate inni al Signore,
che ascende nei cieli eterni.
Sopra le nubi splende la sua bellezza e la sua potenza. Alleluia.

Alla Messa della giorno:
Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?
Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore verrà. Alleluia. (Cf. At 1,11)

Si dice il Gloria.

Colletta
Padre santo,
che nell’ora della croce hai glorificato il tuo Figlio,
concedi alla tua Chiesa,
che attende il dono dello Spirito,
di gustare la beatitudine
promessa a coloro che partecipano
alle sofferenze di Cristo.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

PRIMA LETTURA (At 1,1-11)
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

SECONDA LETTURA (Ef 1,17-23)
Lo fece sedere alla sua destra nei cieli.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.
Egli la manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato
non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.
Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
essa è il corpo di lui,
la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 28,19.20)
Alleluia, alleluia.


Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.

Alleluia.

VANGELO (Mt 28,16-20)
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli

Il Signore Gesù, vincitore della morte, siede alla destra del Padre e intercede come avvocato e mediatore per tutti gli uomini. Animati da questa fede invochiamo la divina misericordia.
Preghiamo insieme e diciamo: Ascoltaci, o Padre.

1. Per la Chiesa: fortificata dalla continua presenza del Signore, non tema le potenze del male, ma annunci fiduciosa a tutti gli uomini il Vangelo di salvezza. Preghiamo.
2. Per il nostro papa N. e per tutti i ministri del Vangelo: corroborati dai doni dello Spirito, siano padri nella fede e costruttori di vere comunità. Preghiamo.
3. Per gli operatori della comunicazione sociale: illuminati dallo Spirito Santo, ricerchino e diffondano unicamente la verità. Preghiamo.
4. Per coloro che soffrono: sperimentino la potenza salvifica dell’amore divino per sostenere con fortezza le molteplici prove della vita. Preghiamo.
5. Per tutti noi: il mistero dell’Ascensione del Signore che stiamo celebrando ravvivi il desiderio di contemplare un giorno il volto di Cristo e ci doni la capacità di riconoscerlo in quello dei fratelli. Preghiamo.

O Padre, che hai risuscitato Gesù dai morti e lo hai costituito Signore dell’universo, riconosci la sua voce nella nostra preghiera e dona a ogni uomo di cooperare all’avvento del tuo regno. Per Cristo nostro Signore.

sabato 15 maggio 2021

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO B) 16 maggio 2021

 ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO B)




Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
“Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà”. Alleluia. (At 1,11)

Colletta
Esulti di santa gioia la tua Chiesa,
o Padre,
per il mistero che celebra
in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza
di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria.
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (At 1,1-11)
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.

Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.

Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

SECONDA LETTURA (Ef 4,1-13)
Raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace.
Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.
A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo. Per questo è detto: «Asceso in alto, ha portato con sé prigionieri, ha distribuito doni agli uomini». Ma cosa significa che ascese, se non che prima era disceso quaggiù sulla terra? Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per essere pienezza di tutte le cose.
Ed egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, per preparare i fratelli a compiere il ministero, allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all’uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 28,19.20)
Alleluia, alleluia.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.

VANGELO (Mc 16,15-20)
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Nel giorno in cui Gesù risorto è tornato al Padre, innalziamo con fiducia le nostre preghiere nell'attesa del suo ritorno glorioso.
Preghiamo insieme e diciamo: Guarda i tuo figli, Signore.

1. Per la Chiesa, perché svolga con rinnovato entusiasmo il suo impegno missionario di annunciare il Vangelo fino ai confini del mondo, preghiamo.
2. Per il Papa, i vescovi, i presbiteri e tutti i missionari del Vangelo, perché possano promuovere sempre gli autentici valori del Vangelo, testimoniando l'amore, la verità, la giustizia e la pace, preghiamo.
3. Per coloro che stanno per ricevere la Cresima, completando così il cammino iniziato con il Battesimo, perché trovino nelle comunità cristiane testimoni autentici e sincera accoglienza alle loro domande e speranze, preghiamo.
4. Per tutti noi, perché il Signore Gesù possa illuminare gli occhi della nostra mente, per scoprire la grandezza della speranza alla quale ci ha chiamati e dell'eredità che ci è stata promessa, preghiamo.

O Signore risorto, che per tutti i tuoi figli hai preparato un posto nella tua casa, fa' che il desiderio del cielo ci renda solleciti nel compiere la tua volontà e attenti ai desideri dei fratelli che vivono accanto a noi. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.


PREFAZIO DELL’ASCENSIONE DEL SIGNORE I
Il mistero dell’Ascensione


È veramente cosa buona e giusta,
che tutte le creature in cielo e sulla terra
si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno.
Il Signore Gesù, re della gloria,
vincitore del peccato e della morte,
oggi è salito al cielo tra il coro festoso degli angeli.
Mediatore tra Dio e gli uomini,
giudice del mondo e Signore dell’universo,
non si è separato dalla nostra condizione umana,
ma ci ha preceduti nella dimora eterna,
per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito,
saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria: Santo...




venerdì 19 marzo 2021

Quarto Quaresimale della CP di San Giorgio di Nogaro 17 marzo 2021 «Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni»

Commento alla parola
 «Avrete forza dallo Spirito Santo e mi sarete testimoni».


Una preghiera in ogni tempo

San Giorgio di Nogaro

17 marzo 2021


Dagli Atti degli Apostoli (1,6-14)

Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: "Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per

Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma

riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la

Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra".

Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il

cielo mentre egli se ne andava, quand'ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: "Uomini di

Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo

stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo".

Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino

permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi: vi

erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo figlio di Alfeo,

Simone lo Zelota e Giuda figlio di Giacomo. Tutti questi erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad

alcune donne e a Maria, la madre di Gesù, e ai fratelli di lui.


Spirito Santo, testimonianza e liturgia. Sono i tre termini che raccordano le suggestioni di

questa sera.

Non possiamo non partire dal testo della Parola di Dio che abbiamo ascoltato. È il racconto

dell’ascensione di Gesù secondo il libro degli Atti degli Apostoli. Il brano inizia con una

domanda da parte dei discepoli che riguarda il tempo, il tempo della piena realizzazione

del regno di Dio. Ma la risposta è subito spiazzante: tempi e momenti, a questo proposito,

non riguardano gli uomini perché spettano soltanto al Padre. Piuttosto, i discepoli

riceveranno la forza dello Spirito per essere testimoni a Gerusalemme e oltre

Gerusalemme, fino dove c’è mondo e umanità.

Poi il racconto sembra interessarsi dello spazio: Gesù viene elevato in alto mentre i

discepoli fissano lo sguardo su di lui, ma una nube lo sottrae ai loro occhi. Loro continuano

a guardare in alto, ma improvvisamente la scena cambia: non c’è più Gesù, ma due

messaggeri vestiti di bianco che pongono una domanda decisiva: «Perché state a guardare

il cielo?». Perché fissare il cielo se lui tornerà?

Il fatto che Gesù ritorni nella gloria crea la possibilità per i discepoli di giocare la loro

partita nella storia, di essergli testimoni in mezzo agli uomini, di continuare l’opera di Gesù

con azioni e parole nuove che hanno il sapore di Dio e della storia. Non saranno soli in

questo, ma avranno forza dallo Spirito che scenderà su di loro.

Sono evidenti i riferimenti spaziali e temporali in questo brano: i discepoli vogliono

conoscere tempi, ma a loro non è concesso; guardano in alto, ma questo sguardo è messo

in crisi dalla parola dei messaggeri celesti; dall’alto però verrà lo Spirito per la loro

testimonianza.

Nello spazio e nel tempo si dà la vita dell’uomo e proprio spazio e tempo sono le coordinate

di ogni liturgia e di un autentico celebrare. Si celebra nel tempo per creare una breccia nel

tempo e raggiungere così il tempo di Dio che è grazia, dono, e si abita uno spazio non per


rinchiudervi Dio, ma perché solo se varchiamo una soglia, se interrompiamo la vita

ordinaria, possiamo sperimentare una presenza che è sempre straordinaria rispetto a noi.

Celebrare è innanzitutto percepire diversamente il tempo (non più schiavi dell’orologio) e

abitare diversamente lo spazio (non ci basta un tetto) perché in questa diversità

sperimentiamo la presenza di colui che proprio perché è Altro ci dona la sua salvezza, ciò

che noi non possiamo produrre da soli.

Fino al ritorno glorioso del Signore la Chiesa è impegnata a testimoniare e celebrare; anzi,

a celebrare per poter davvero testimoniare. E quanto meglio celebra, tanto più la sua

testimonianza sarà relativa a Cristo e non a se stessa.

È interessante che il l’inizio della vita della Chiesa avvenga all’insegna di un’attiva

passività: gli apostoli tornano a Gerusalemme, dove si era compiuto il mistero pasquale, si

mettono in cammino quanto è permesso di sabato e si riuniscono, ma in questo “fare”

(convenire e pregare) essi si “lasciano fare” dall’azione dello Spirito che scende su di loro.

È il segreto di ogni liturgia: attività e passività, fare e lasciarsi fare, resistenza e resa. Anzi

nel fare del rito passa un’azione che ci sovrasta ed è quella di Dio, un’azione che non può

essere imbrigliata nelle nostre definizioni e che, appunto, ha bisogno, per essere percepit,

di un linguaggio particolare, che dice e non dice, vela e mostra nello stesso tempo: il

linguaggio simbolico.

Lo Spirito e la liturgia

Celebrare è in primo luogo aprirsi all’azione dello Spirito, il grande partner di una Chiesa

che vuole fare esperienza del mistero del Signore Gesù. Celebrare che significa agire in

modo particolare, attivare i linguaggi propri del rito, sospendere il quotidiano e lasciare

che irrompa la novità di Dio.

La liturgia apre un varco tutto speciale all’azione dello Spirito ogni volta che lo chiede

esplicitamente al Padre, soprattutto nella celebrazione eucaristica: «Ti preghiamo:

santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito/Ti preghiamo umilmente: per la

comunione al Corpo e al Sangue di Cristo, lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo» (PE

II). Una parola che dice apertura e anche un bisogno, accompagnata dal gesto della

imposizione delle mani. Le mani sono l’organo che opera, che plasma, che trasforma come

lo Spirito modella ogni vita.

In alcuni casi (si pensi ai riti ordinazione) l’invocazione dello Spirito è accompagnata dal

silenzio che, come affermava Romano Guardini, è «il primo presupposto di azione sacra».

Anche la Parola di Dio ci ricorda che Dio agisce e si esprime nel mormorio di un vento

leggero (cfr. 1 Re 19,12) e in gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8,26). Il silenzio, in quanto

tacitamento di ogni inutile e dannoso rumore, è presenza di un Altro, è parola di un Altro.

In ogni Eucaristia c’è una particolare effusione dello Spirito affinché coloro che si nutrono

dell’unico Pane e dell’unico Calice diventino un corpo solo e siano testimoni di Cristo nel

mondo come afferma, in modo esplicito nella nuova traduzione, la PE III: «Lo Spirito

Santo faccia di noi un’offerta perenne a te gradita». L’Eucaristia è la Pentecoste

permanente della Chiesa.

... nel tempo

Nel tempo dell’uomo si apre una breccia perché accada il dono di Dio. Questo il senso

dell’anno liturgico che non è una rassegna dei fatti della vita di Gesù, ma in un certo senso,

è “sacramento” della presenza di Cristo che salva: in esso si ri-presenta il mistero di Cristo.

Ecco perché la liturgia spesso ci fa dire: “oggi”, («Oggi Cristo è nato!»). Non perché mentre

celebriamo fingiamo che quei fatti accadano oggi, ma perché celebrando annulliamo la

distanza temporale tra noi e quegli avvenimenti. L’anno liturgico, nel suo scorrere di

giorni, tempi e feste, fa spazio a Dio e al suo mistero che si è rivelato in Cristo e che opera


in noi per mezzo dello Spirito Santo. Possiamo dire che la nostra vita ordinaria, con i suoi

problemi e le sue conquiste, la sua organizzazione e le sue agende, viene regolarmente

smentita e dis-organizzata, sovvertita, dal ritornare e dal ripetersi delle feste e dei tempi; il

tempo dell’uomo è smentito dal tempo di Dio, la logica dell’avere e del possedere, così

sentita nella nostra epoca, è messa in discussione dalla logica del dono, anzi da Colui che si

è fatto Dono per noi facendosi uomo, annunciando il Regno di Dio, morendo in croce e

risuscitando e inviando a noi il Paraclito. Solo perché viviamo l’anno liturgico come un

tempo “altro”, diverso, possiamo ritornare nel nostro tempo, nelle nostre ore, così

impegnate e qualche volta preoccupate, con un sapore nuovo, da testimoni: «Quello che

era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri

occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita - la

vita infatti si manifestò, noi l'abbiamo veduta e di ciò diamo testimonianza e vi

annunciamo la vita eterna, che era presso il Padre e che si manifestò a noi -, quello che

abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in

comunione con noi» (1 Gv 1,1-3).

Da qui la necessità di curare il nostro celebrare, i suoi linguaggi, le sue soglie in modo che

appaia la qualità “originale” del tempo liturgico, non perché estraniante o distraente, ma

perché capace di generare percorsi di vita nuova per l’uomo e la donna che vivono nel

tempo.

In modo particolare alcuni aspetti sembrano di particolare rilievo e urgenza.


• «Oggi si compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4, 20)

LA PAROLA E IL TEMPO

La cura per la Parola di Dio non deve venir meno. Il Lezionario è più che un libro che

raccoglie i testi scritturistici da leggere: è la forma che la Parola acquista per il cammino

della Chiesa, è il modo attraverso il quale ogni domenica e ogni giorno la Parola di Dio

viene riconsegnata alla Chiesa. Pertanto, cura della proclamazione, canto del salmo

responsoriale e dell’acclamazione al Vangelo, cura del luogo della proclamazione

(ambone), gestione sapiente dell’omelia per raccordare la Parola che risuona “oggi” con la

vita degli uomini, sono atteggiamenti indispensabili affinché la Parola non sia soltanto

“testo” (o uno dei tanti testi?), ma gesto di Dio che parla oggi (Sacrosanctum Concilium 7:

«è lui [Cristo] che parla quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura»).

Spesso si ha la sensazione che la liturgia della Parola sia una cosa che si deve fare, al

massimo un’introduzione catechistica al resto della Messa, e non invece l’azione dove Dio

continua “oggi” a rivelarsi. Azioni e parole, invece, cooperano per far riconoscere

esattamente questo “oggi” di Dio e dell’uomo ed è esattamente quanto si afferma

nell’acclamazione che conclude la proclamazione della letture bibliche «Parola di

Dio/Rendiamo grazie a Dio». Dopo che la Parola è stata proclamata non è il momento di

discutere o di fare ragionamenti raffinati. Semplicemente si acclama perché si riconosce un

dono sempre nuovo.

• «Gesù... si alzò a leggere» (Lc 4,16)

A SERVIZIO DEL MISTERO

Non si può abbassare la guardia sulla situazione ministeriale delle nostre comunità.

Occorre lavorare perché ci siano uomini e donne che si dedicano a far sì che tutta

l’assemblea possa partecipare al mistero. A questo servono i ministeri, i tanti servizi nella

liturgia. È necessario che uomini e donne mettano a disposizione il proprio carisma e che

questo carisma prenda la forma della liturgia con la competenza che è richiesta. È la


liturgia, infatti, con le sue strutture e i suoi linguaggi, a dirci quale ministero serva in quella

celebrazione e che cosa sia giusto fare.

La lettura biblica, il canto, il servizio all’altare, quello della cura dei luoghi, la preparazione

delle celebrazioni non possono essere lasciati all’improvvisazione, ma domandano

coordinamento e competenza, capacità di supervisione e di azione, senza protagonismi e

lungi da ogni esibizionismo. Abbiamo imparato da questi lunghi mesi la preziosità del

ministero dell’accoglienza che non può, però, riguardare soltanto chi indica il posto o

ricorda le norme sanitarie, ma anche chi offre un saluto e un sussidio e così introduce alla

celebrazione.

Accanto ai ministeri tradizionali sarà sempre più necessario riconoscere nuovi ministeri al

servizio della celebrazione secondo quanto le esigenze del nostro tempo richiedono (si

pensi ad esempio all’accompagnamento delle fasi oranti dei riti esequiali: si potrà ancora

continuare a chiedere al sacerdote tutto?; oppure la guida delle celebrazioni domenicali in

assenza di presbitero; la guida dei alcuni momenti della preghiera comunitaria: è avvilente,

a questo proposito, che se si ammala il parroco si sospenda la liturgia domenicale del

Vespro). Non sarà e non dovrà essere una soluzione di ripiego rispetto alla mancanza di

ministri ordinati, ma espressione autentica della crescita della Chiesa che sa porsi

docilmente in ascolto dello Spirito.

• «Egli vi mostrerà al piano superiore una sala, grande e arredata; lì preparate»

(Lc 22,12)

UNO SPAZIO PER CELEBRARE

Abbiamo bisogno di spazi per celebrare, di spazi accoglienti, funzionali, ma anche belli. E

soprattutto spazi dove l’occhio e il corpo si orientino volentieri verso quelli che sono i poli

decisivi della celebrazione: altare e ambone innanzitutto. Questi elementi devono essere

nobili, riconoscibili come luoghi dove Cristo si dona come Parola e come cibo e bevanda.

Spesso attorno e sopra all’altare si ammucchiano oggetti, sedie, piante. A volte l’altare

antico cattura lo sguardo e umilia l’unico altare, dove si celebra. A volte cartelloni e scritte

mortificano il luogo della Parola.

Curare lo spazio sempre e soprattutto nei tempi “forti” (penso in particolare alla

valorizzazione della croce in Quaresima e del cero nel tempo pasquale) significa favorire

quella percezione “diversa” del mistero: diversa rispetto al quotidiano e tipica di ogni

stagione dell’anno liturgico. Pensiamo alla sobrietà e allo “svuotamento” che deve

interessare anche lo spazio in questo tempo di Quaresima o alla festosità del tempo

pasquale e alla valorizzazione del fonte battesimale nei cinquanta giorni da Pasqua a

Pentecoste.

Si adegua lo spazio perché lo spazio plasma le nostre azioni e la nostra percezione.


• «Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli ulivi» (Mt 26,30)

CANTARE IL MISTERO

Una delle prime domande che ci si pone prima di una Messa è: «che cosa cantiamo oggi?».

È una domanda importante che rivela un atto di responsabilità. Infatti, si tratta di far

cantare quell’“oggi” che la liturgia pone al centro. Si tratta, in altri termini, di fare in modo,

che anche il registro canoro e musicale interpreti quell’“oggi”, lo faccia rivivere come unico,

affinché l’anno liturgico non sia semplice carrellata di contenuti, ma esperienza che forma

e trasforma. Allora nella progettazione dei tempi particolari dell’anno liturgico, ad

esempio, bisognerà evitare canti passe-partout e ricorrere a quei canti, che nel ritornare

ogni anno di quel giorno e di quel tempo, verranno percepiti come “nuovi”. Questo vale sia

per le parti mobili (i canti di ingresso, offertorio e comunione), sia per le parti fisse: perché


non riservare uno o più Alleluia per l’Avvento e il Natale e “quel” Santo per la Quaresima?

Perché non abituarci a cantare tutte le domeniche il Gloria che è inno festivo? Non è detto

che si debba cantare sempre tutto, ma è opportuno in determinati momenti dell’anno

privilegiare un elemento o l’altro.

In Avvento, Quaresima e nei tempi di Pasqua e Natale il canto iniziale non potrà essere

generico, ma un canto che davvero inizi, ovvero introduca nel mistero che si celebra. E

questo non per una o due domeniche, ma per tutta la durata del tempo. È triste non sentire

più canti pasquali in certe chiese dopo l’Ottava di Pasqua. Ed è triste sentire canti

cosiddetti “vocazionali” nella IV domenica di Pasqua, giornata mondiale di preghiera per le

vocazioni. Ma è innanzitutto domenica di Pasqua!

Non dimentichiamo quel materiale, apparentemente povero, ma che è l’ossatura della

liturgia, come i dialoghi, le litanie, le invocazioni, le acclamazioni, materiale che se ben

impiegato, scalda la celebrazione rendendo l’assemblea veramente partecipe e soggetto

della liturgia insieme con Cristo.

La nuova edizione del Messale ci esorta a cantare di più e a cantare il “gratuito”, il “non

necessario”, come le parti della PE. Può essere un valido invito a fare in modo che il

cantare la liturgia non sia semplice decorazione, ma atto di fede sincero, apertura

“cordiale” al mistero.

Papa Francesco così diceva nell’Udienza generale del 3 febbraio di quest’anno a proposito

della liturgia:

È un incontro con Cristo. Cristo si rende presente nello Spirito Santo attraverso i segni

sacramentali: da qui deriva per noi cristiani la necessità di partecipare ai divini misteri. Un

cristianesimo senza liturgia, io oserei dire che forse è un cristianesimo senza Cristo. Senza il

Cristo totale. Perfino nel rito più spoglio, come quello che alcuni cristiani hanno celebrato e

celebrano nei luoghi di prigionia, o nel nascondimento di una casa durante i tempi di

persecuzione, Cristo si rende realmente presente e si dona ai suoi fedeli.

Un cristianesimo senza liturgia è un cristianesimo senza Cristo perché non fa spazio

all’Oltre, all’ulteriore, al mistero di Dio. Un cristianesimo senza liturgia sarebbe un

argomentare continuo su se stessi.

Celebrare, allora, significa creare le premesse perché la nostra vita personale e comunitaria

si sporga sul dono di Dio affinché non ci costringa una religione dei diritti o dei doveri, ma

ci avvolga e ci trasformi di giorno in giorno l’esperienza viva dei doni di Dio.



domenica 24 maggio 2020

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Collegamento a foglietto domenicale valido dal 24 maggio al 7 giugno

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO A) 24 maggio 2020

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO A)
ASCENSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESU' CRISTO – Cattedrale di ...


Antifona d'ingresso
“Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà”. Alleluia. (At 1,11)

Colletta
Esulti di santa gioia la tua Chiesa,
o Padre,
per il mistero che celebra
in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza
di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria.
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (At 1,1-11)
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

SECONDA LETTURA (Ef 1,17-23)
Lo fece sedere alla sua destra nei cieli.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi, che crediamo, secondo l’efficacia della sua forza e del suo vigore.
Egli la manifestò in Cristo,
quando lo risuscitò dai morti
e lo fece sedere alla sua destra nei cieli,
al di sopra di ogni Principato e Potenza,
al di sopra di ogni Forza e Dominazione
e di ogni nome che viene nominato
non solo nel tempo presente ma anche in quello futuro.
Tutto infatti egli ha messo sotto i suoi piedi
e lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose:
essa è il corpo di lui,
la pienezza di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose.

Parola di Dio

Canto al Vangelo (Mt 28,19.20)
Alleluia, alleluia.


Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore.
Ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.

Alleluia.

VANGELO (Mt 28,16-20)
A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra.
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Gesù è asceso al cielo e siede alla destra di Dio, ma ha promesso che anche noi parteciperemo alla sua gloria. Chiediamo al Padre che tenga desta in noi la speranza della salvezza e della vita eterna.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché la Chiesa, corpo visibile di Cristo, annunci con franchezza il Vangelo e sia luogo di carità e di salvezza per gli uomini. Preghiamo.
2. Perché i missionari siano testimoni credibili e appassionati del Vangelo che annunciano, dando così ragione della fede che li anima e che propongono ad ogni uomo. Preghiamo.
3. Perché ogni uomo si senta corresponsabile del progresso e agisca come protagonista nella storia, perseguendo la promozione dei valori della solidarietà, della giustizia e della pace. Preghiamo.
4. Per chi è lontano dalla fede, perché il Signore gli doni la grazia della conversione e dell’incontro con fratelli che siano convinti compagni di viaggio nel cammino della fede. Preghiamo.
5. Per la nostra comunità, perché riconosca la sua appartenenza al corpo di Cristo che è la Chiesa e viva in unità e comunione l’impegno all’edificazione del Regno di Dio. Preghiamo.

Ascolta, o Padre, le nostre preghiere e donaci di essere fedeli ai tuoi comandamenti, perché possiamo giungere a godere la gioia della comunione con te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.

mercoledì 1 aprile 2020

Una preghiera e una foto al giorno per un ottavario virtuale...mercoledì 1 aprile 2020


Ottavario del 2013 nell'ultimo giorno: domenica delle palme

  I MISTERI DEL SANTO ROSARIO 
Misteri Gloriosi(Mercoledì e Domenica)

1) La risurrezione di Gesù

2) L'ascensione di Gesù al cielo
3) La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo
4) L'Assunzione di Maria al cielo
5) L'Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra
Come si recita il Rosario?
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. 

O Dio vieni a salvarmi.
Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. 
Come era nel principio e ora e sempre, 
nei secoli dei secoli. Amen.
Si enuncia ad ogni decina il "mistero", per esempio, nel primo mistero: "l'Annunciazione dell'Angelo a Maria".
Dopo una breve pausa di riflessione, si recitano: un Padre Nostro, dieci Ave Maria e un Gloria.
Ad ogni decina della Corona si può aggiungere un'invocazione.
Alla fine del Rosario vengono recitate le Litanie Lauretane, o altre preghiere mariane.

Padre Nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. Amen
Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen.
Salve, o Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve.

A te ricorriamo, esuli figli di Eva: a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime.
Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.  



domenica 2 giugno 2019

ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO C) 3 giugno 2019

 ASCENSIONE DEL SIGNORE (ANNO C)

Grado della Celebrazione: SOLENNITA'
Colore liturgico: Bianco

Antifona d'ingresso
“Uomini di Galilea,
perché fissate nel cielo lo sguardo?
Come l’avete visto salire al cielo,
così il Signore ritornerà”. Alleluia. (At 1,11)

Colletta
Esulti di santa gioia la tua Chiesa,
o Padre,
per il mistero che celebra
in questa liturgia di lode,
poiché nel tuo Figlio asceso al cielo
la nostra umanità è innalzata accanto a te,
e noi, membra del suo corpo,
viviamo nella speranza
di raggiungere Cristo,
nostro capo, nella gloria.
Egli è Dio, e vive e regna con te...

PRIMA LETTURA (At 1,1-11)
Fu elevato in alto sotto i loro occhi.
Dagli Atti degli Apostoli

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo.
Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre, «quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo».
Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: «Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?». Ma egli rispose: «Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samarìa e fino ai confini della terra».
Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo».

Parola di Dio

SALMO RESPONSORIALE (Sal 46)
Rit: Ascende il Signore tra canti di gioia.
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.

Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Cantate inni a Dio, cantate inni,
cantate inni al nostro re, cantate inni.

Perché Dio è re di tutta la terra,
cantate inni con arte.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.

SECONDA LETTURA (Eb 9,24-28;10,19-23)
Cristo è entrato nel cielo stesso. 
Dalla lettera agli Ebrei

Cristo non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte.
Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.
Fratelli, poiché abbiamo piena libertà di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesù, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, e poiché abbiamo un sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.

Parola di Dio 
Canto al Vangelo (Mt 28,19.20)
Alleluia, alleluia.

Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore,
ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia. 

VANGELO (Lc 24,46-53)
Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo. 
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Parola del Signore

Preghiera dei fedeli
Il Signore è salito al cielo per portarci un giorno con lui. Nel frattempo ci lascia una missione tutt’altro che banale e scontata: essere prova viva del suo amore.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore aiutaci a compiere la nostra ascensione.

1. Perché la chiesa, chiamata a vivere il periodo di mezzo tra la tua venuta e il regno dei cieli, sappia sempre mantenere salde le sue radici e libero il suo sguardo verso il futuro. Preghiamo.
2. Perché l’impossibilità di aver vissuto nei tempi della tua venuta sulla terra non ci impedisca di essere tuoi discepoli oggi. Preghiamo.
3. Perché sappiamo riconoscere la realtà di ogni giorno come un dono. Preghiamo.
4. Perché la tua benedizione ci ricordi sempre che siamo amati, protetti e accolti come figli di Dio. Preghiamo.

O Padre, Tu hai mandato il tuo unico Figlio sulla terra per salvarci dal peccato. Nei giorni in cui la sua presenza è lontana da noi, ricordaci sempre che è il tuo amore che ci ha salvati. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.


PREFAZIO DELL’ASCENSIONE DEL SIGNORE I
Il mistero dell’Ascensione

È veramente cosa buona e giusta,
che tutte le creature in cielo e sulla terra
si uniscano nella tua lode, Dio onnipotente ed eterno.
Il Signore Gesù, re della gloria,
vincitore del peccato e della morte,
oggi è salito al cielo tra il coro festoso degli angeli.
Mediatore tra Dio e gli uomini,
giudice del mondo e Signore dell’universo,
non si è separato dalla nostra condizione umana,
ma ci ha preceduti nella dimora eterna,
per darci la serena fiducia che dove è lui, capo e primogenito,
saremo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria.
Per questo mistero, nella pienezza della gioia pasquale,
l’umanità esulta su tutta la terra,
e con l’assemblea degli angeli e dei santi
canta l’inno della tua gloria: Santo...


Commento
La morte di Gesù ha costituito uno scandalo per i suoi discepoli, perché essi si erano plasmati un Cristo senza croce. Ma Gesù di Nazaret è il Messia; e non esiste altro Messia che il crocifisso e il glorificato. È attraverso la catechesi del Signore, risuscitato, che i discepoli capiscono che il Messia doveva soffrire e risuscitare dai morti. Era il disegno di Dio manifestato nelle Scritture. Il senso della croce e dell’accompagnamento dei discepoli sulla croce, si scontra con l’intelligenza, con il cuore e con i progetti dell’uomo.
Affinché i discepoli possano essere i testimoni autorizzati di Gesù Cristo, non solo devono comprendere la sua morte redentrice, ma anche ricevere lo Spirito Santo. Gesù si separa dai discepoli benedicendoli e affidandoli alla protezione di Dio Padre. Ascensione del Signore al cielo e invio dello Spirito Santo, per fare dei discepoli dei testimoni coraggiosi e per accompagnarli fino al ritorno di Gesù, sono strettamente collegati.
Lo Spirito Santo aumenterà la potenza della parola del predicatore e aprirà l’intelligenza degli ascoltatori. Della vita fragile del missionario egli farà una testimonianza eloquente di Gesù Cristo morto sulla croce e vivo per sempre. Nel mondo, al fianco dei discepoli, lo Spirito Santo sarà il grande Testimone di Gesù.

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...