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AFRICA/NIGERIA - “Occorrono ranch per fermare le violenze dei pastori nomadi” ribadisce l’Arcivescovo di Kaduna | |||
Abuja (Agenzia Fides) - “I continui scontri tra agricoltori e pastori sono una chiara indicazione che il vecchio metodo di allevamento attraverso le cosiddette ‘vie del bestiame’ e le riserve di pascolo è obsoleto e insostenibile, da qui la necessità urgente che i proprietari terrieri affittino le loro terre ai pastori per creare degli allevamenti” ha affermato Sua Ecc. Mons. Mathew Man'Oso Ndagoso, Arcivescovo di Kaduna, nella sua omelia per l'ordinazione e l'insediamento episcopale di Mons. Philip Davou Dung, il secondo Vescovo di Shendam. La regione di Kaduna è sconvolta da mesi dalle razzie perpetrate dai pastori Fulani che si muovono alla ricerca di nuovi pascoli, scontrandosi con le popolazioni sedentarie (vedi Fides 21/6/2016). Mons. Ndagoso ha individuato le radici degli incessanti scontri mortali tra agricoltori e pastori nel movimento continuo di pastori in cerca di pascoli per i loro animali. “Esortiamo tutti i soggetti interessati a fare il necessario per favorire la creazione di un ambiente favorevole per l'istituzione graduale di ranch da parte di governi, comunità e individui, per contribuire a contenere la violenza che minaccia l'esistenza sociale del nostro Paese” ha sottolineato. Mons. Ndagoso ha citato la dichiarazione congiunta dei Vescovi cattolici della provincia ecclesiastica di Kaduna (vedi Fides 9/9/2016): "Guardando avanti, dobbiamo notare che il dibattito su mandriani e pastori è un dibattito sul futuro della nostra sopravvivenza umana, sull'ambiente e sul nostro Paese. Dobbiamo abbandonare la vecchia pratica di pastori che si muovono in massa in tutto il Paese soprattutto in considerazione delle violenze che scatenano nel nostro popolo. Oggi intere comunità sono state distrutte e la rabbia nel Paese è palpabile. Siamo convinti che l'unica via da seguire da parte del governo è quella di arrestare il movimento dei pastori e dei loro animali, esplorando le opzioni per la creazione di ranch invece di riserve di pascolo. Noi crediamo che la creazione di ranch abbia senso sul piano economico ed umano”. (L.M.) (Agenzia Fides 17/1/2017) | |||
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ASIA/FILIPPINE - Congresso apostolico: misericordia e cultura della vita | |||
Manila (Agenzia Fides) - La misericordia è tutt'altro che un sentimento astratto, ma è l'attributo di Dio che guarda all'uomo, al valore della vita, ai diritti fondamentali della persona. Per questo il quarto Congresso Apostolico Mondiale della Misericordia (WA-COM4) che si tiene all'Università di Santo Tomas a Manila, nelle Filippine, presta grande attenzione a questi temi e alla realtà della nazione, che attraversa una crisi dei diritti umani, vista la "guerra alla droga", lanciata dal governo, che sta mietendo migliaia di vittime. Lo afferma il Vescovo Ruperto Santos di Balanga ricordando, in una nota inviata a Fides, che "la misericordia è collegata con la vita, ama la vita e difende la vita. E' sempre incentrata sulla vita". Mentre il Congresso registra una partecipazione massiccia di battezzati, vari gruppi ecclesiali laicali hanno annunciato che scenderanno in strada a Manila per stigmatizzare l'ondata di "esecuzioni extragiudiziali" in corso nel paese: la "Marcia per la vita" è in programma il 18 febbraio. I laici esprimeranno ferma opposizione verso la campagna che ha fatto finora oltre 6.200 omicidi di sospetti criminali e spacciatori di droga. "Noi, laici cattolici filippini, desideriamo protestare contro tutte le forme di minacce alla vita e alla dignità umana promosse da organizzazioni e autorità economiche, sociali e politiche" recita un comunicato inviato a Fides. "Vogliamo dire al nostro governo che siamo contro questa cultura della morte". (PA) (Agenzia Fides 17/1/2017) | |||
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ASIA/LIBANO - Il Presidente Aoun: per i cristiani in Medio Oriente la smania dei soldi è più pericolosa delle bombe | |||
Beirut (Agenzia Fides) – Il numero dei cristiani in Medio Oriente diminuisce non solo a causa di conflitti e violenze, ma anche per la scarsa attitudine delle comunità cristiane ad assumersi responsabilità di carattere politico e nella gestione delle istituzioni pubbliche. E il primo pericolo per i cristiani mediorientali non sono le bombe, ma il diffondersi, anche tra loro, di una certa bramosia di denaro e risorse. E' quanto ha rimarcato il Presidente libanese Michel Aoun, cristiano maronita, ricevendo lunedì 16 gennaio, presso il Palazzo presidenziale, i membri del Comitato esecutivo del Consiglio delle Chiese del Medio Oriente. Della delegazione facevano parte i rappresentanti di Chiese e comunità ecclesiali mediorientali, compreso il Patriarca Mar Ignatios Aphrem II, Primate della Chiesa siro ortodossa, e il Patriarca Yohanna X, a capo della Chiesa greco ortodossa di Antiochia. Nel suo intervento – riportano le fonti locali consultate dall'Agenzia Fides – il Presidente libanese ha fatto riferimento alla diminuzione drastica della presenza dei cristiani autoctoni in Palestina e in Iraq, dove dalla prima Guerra del Golfo a oggi si è passati da più di un milione a 300mila cristiani. “E dalla Siria” ha aggiunto il leader politico libanese “non sappiamo ancora il numero dei cristiani che sono emigrati”. Davanti a questi processi – ha rimarcato Aoun – occorre riconoscere che solo la partecipazione attiva dei cristiani alla vita politica della propria nazione può alla lunga preservare la continuità di presenze delle comunità cristiane autoctone. “Il cristianesimo” ha detto l'ex generale, “non è arrivato qui dall'esterno, e quando i cristiani in Medio Oriente perdono i loro diritti e guardano all'esterno, questo per loro diventa un ulteriore fattore di pericolo”. A mettere in forse la permanenza dei cristiani in Medio Oriente – ha suggerito Aoun, esprimendo un pensiero originale rispetto a tanti stereotipi dominanti – non sono tano le bombe, i cannoni o le incursioni aeree, ma il rischio di essere contagiati da una certa ‘sete di denaro’. Aoun ha fatto cenni non scontati anche all'esperienza dei martiri, sottolineando che nel cristianesimo il martirio è un'esperienza di resurrezione e non di morte e fallimento. “Alcuni politici” ha detto Aoun, forse con un riferimento all'uso della parola ‘martire’ per indicare qualsiasi combattente che muore in battaglia, o addirittura i responsabili di attentati suicidi, “hanno criticato il concetto del martirio, ma nella vit a cristiana il martirio è dare la vita per gli altri. Esprime la realtà della redenzione”. Gesù, con il suo martirio - ha sottolineato Aoun - “ha fatto così per noi”. Nel corso dell'incontro, il Presidente Aun ha anche donato al Patriarca ortodosso Yohanna X - il cui fratello Boulos Yazigi, Metropolita greco ortodosso di Aleppo, è stato rapito in Siria nell'aprile 2013 – un evangelirio in greco, confiscato dall'esercito libanese a un jihadista che lo aveva trafugato da uno dei santuari cristiani di Maalula, il villaggio cristiano dove ancora si parla l'aramaico, occupato per due volte dalle milizie jihadiste di al Nusra tra il 2013 e il 2014. (GV) (Agenzia Fides 17/1/2017). | |||
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ASIA/BANGLADESH - Essere donna e giornalista non è sempre facile: differenza di genere nel Paese | |||
Dacca (Agenzia Fides) - Il giornalismo in Bangladesh è una professione che attrae molte persone di entrambi i sessi, ma a causa di pregiudizi sociali e ambienti di lavoro ostili il numero delle donne impegnate nei media rimane esiguo. Da un rapporto recentemente divulgato risulta che nel Paese asiatico solo il 5% delle donne lavora per la carta stampata e il 25% per i media online. Essere donna e giornalista non è spesso così facile. “Bisogna essere pronte ad ogni genere di ostacolo e di sfida, a partire dalla diffidenza della famiglia che vuole le donne al sicuro” racconta la vicedirettrice di United News of Bangladesh (UNB). “Nella nostra società, spesso si è compromesse in quanto donne. Non puoi arrivare lontano perchè sei donna. Non puoi lavorare la sera perchè sei donna... e così via”, continua nella nota pervenuta a Fides. News Network, organizzazione no-profit che sostiene i media, è stata la prima, negli anni ’90, ad offrire una formazione giornalistica per le universitarie mediante programmi di borse di studio. L’organizzazione ha anche formato quasi 300 giovani e future giornaliste con il supporto tra gli altri di Diakonia, Free Press, Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale. Il programma ha avuto successo con il 60% delle partecipanti che attualmente lavorano per importanti mezzi di comunicazione del Paese. (AP) (Agenzia Fides 17/1/2017) | |||
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AMERICA/PANAMA - “Il paese non è solo un dono ma una responsabilità”: conclusioni dell’assemblea dei Vescovi | |||
Città di Panama (Agenzia Fides) – A conclusione dell'assemblea della Conferenza Episcopale di Panama (CEP), i Vescovi hanno inviato un comunicato al popolo di Dio. Il primo punto del documento inviato a Fides riguarda l'impegno della CEP per l'organizzazione delle "Giornate nelle Diocesi" che precedono la Giornata Mondiale della Gioventù 2019. I giovani che arrivano nelle diverse diocesi del paese saranno accolti presso le famiglie. Una prova generale sarà costituita, dal 2 al 5 febbraio, dalla celebrazione del XXXVIII Incontro Nazionale di Rinnovamento della Gioventù, che avrà sede a Chitré. Il messaggio lancia quindi un invito alla Non violenza: infatti la violenza a Panama sta diventando purtroppo uno stile di vita, e i Vescovi invitano al cambiamento in forma radicale. La seconda parte del documento passa in rassegna vari aspetti della situazione nazionale da tenere sotto controllo: la famiglia, l'istruzione pubblica, l'ideologia del gender, l'aiuto economico internazionale che arriva sotto condizioni diverse. In risposta a questa analisi, i Vescovi propongono di combattere la povertà con l'impegno a trasformare l'assistenzialismo in promozione umana e la corruzione con una etica sociale giusta. "Ognuno deve essere aperto alle esigenze della solidarietà e del bene comune. La povertà non è solo una questione economica, è anche una questione morale e culturale. E' questa povertà morale e culturale che ci ha fermato dall’intraprendere i cambiamenti necessari" si legge nel testo. "Dobbiamo avere in mente che il paese non è una fattoria, ma un'eredità che bisogna saper accettare, proteggere ed ingrandire; È un bene comune e, come tale, non solo un dono, ma anche una responsabilità", conclude il documento. (CE) (Agenzia Fides, 17/01/2017) | |||
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AMERICA/ECUADOR - Violazione dei diritti delle comunità indigene denunciata dalla REPAM | |||
Morona Santiago (Agenzia Fides) – "Esprimiamo la nostra profonda preoccupazione e denuncia sui recenti eventi riguardanti la popolazione Shuar dell'Ecuador, nella provincia di Morona Santiago, in particolare lo sgombero di coloni, indigeni e contadini della comunità Nankints per gli interessi della società mineraria cinese Ecuacorrientes SA": queste le parole della nota inviata a Fides dalla REPAM (Red Eclesial Panamazónica). "Contadini ed indigeni hanno condiviso questo spazio per un lungo periodo di tempo. L'innesco del conflitto attuale è chiaramente legato alla politica di sfruttamento delle risorse naturali che è stata imposta nella regione amazzonica con la concessione di diritti a gruppi privati, con la grave violazione dei diritti umani e contro la protezione degli ecosistemi" continua la nota. "Chiediamo il rispetto dei diritti (in particolare quello di consultare prima, in modo libero ed informato, i residenti), il rispetto del dialogo ragionevole, la cessazione urgente e il non ripetersi di uno stato di emergenza che favorisce un contesto di maggiore scontro e violenza, dare priorità agli interessi delle comunità che hanno vissuto in quei territori rispetto agli interessi estrattivi esterni". Il 12 gennaio, il governo del presidente Correa ha prorogato per 30 giorni lo “stato di emergenza” a causa del conflitto fra la comunità Nankints e la società mineraria cinese Exsa. Secondo la stampa ecuadoriana, lo stato di emergenza serve più che altro a militarizzare la zona, a invadere le case dei contadini o a vietare incontri di ogni genere. Nei primi giorni di gennaio ci sono stati scontri fra abitanti e forze dell'ordine con il risultato di un militare morto e molti residenti detenuti. La Confederazione Nazionale degli Indigeni dell’Ecuador (CONAIE) ha denunciato che non ci sono prove contro i contadini per gli atti di violenza accaduti nel dicembre 2016 e a gennaio 2017. "L'estensione dello stato d'emergenza per 30 giorni è un chiaro segno di provocazione e dell'incapacità del governo a risolvere i problemi in modo pacifico. Quello che ha fatto lo Stato è stato solo togliere i diritti alle comunità" si legge nel comunicato della CONAIE. (CE) (Agenzia Fides, 17/01/2017) | |||
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AMERICA/STATI UNITI - Conferma del Direttore nazionale delle POM, P. Andrew Small OMI | |||
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, in data 4 marzo 2016 ha confermato nell’incarico di Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie negli Stati Uniti d’America per un altro quinquennio (2016-2021), il p. Andrew Small, degli Oblati Missionari di Maria Immacolata (OMI). (SL) (Agenzia Fides 17/1/2017) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
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martedì 17 gennaio 2017
Bollettino Agenzia Fides 17 gennaio 2017
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