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lunedì 27 febbraio 2023

Due artcoli sull'Africa...Congo RD ...Etiopia

 

AFRICA/CONGO RD - “Aspettiamo chiarimenti sull’invasione dell’Arcivescovado da parte della Guardia Repubblicana”
 

Kinshasa (Agenzia Fides) – "Esigiamo chiarimenti dalla gerarchia dei militari che hanno fatto irruzione nell’arcivescovato e nella cattedrale” afferma un comunicato dell’Arcidiocesi di Lubumbashi dove nella mattina di venerdì 24 febbraio una squadra di militari della Guardia Repubblicana, è entrato in forze nell’incinto dell’arcivescovato e della cattedrale.
"Questo venerdì, un convoglio di veicoli militari pesantemente armati, che dichiaravano essere parte della Guardia Repubblicana, ha parcheggiato di fronte all'arcidiocesi di Lubumbashi. Nove uomini agguerriti hanno cercato di entrare nell'arcidiocesi. Dopo aver incontrato la ferma resistenza della squadra di sicurezza all'ingresso della residenza episcopale, si sono rapidamente portati alla portineria e, hanno chiesto con insistenza l'accesso all'ufficio di monsignor l'arcivescovo che era tranquillamente al lavoro” si legge nel comunicato dell'arcidiocesi di Lubumbashi (nel sud-est della Repubblica Democratica del Congo).
La squadra di militari era comandata da un colonello che si esprimeva in lingua Swahili, scortato da sei uomini in uniforme, due uomini di razza bianca che parlavano unicamente in inglese e un interprete congolese assegnato alla Presidenza della Repubblica.
“Questi visitatori indesiderati – prosegue la nota- affermavano di far parte della squadra avanzata del Presidente della Repubblica. Hanno precisato che avevano il compito per prendere accordi di sicurezza in vista di una manifestazione religiosa che si svolgerà presso la cattedrale dei Santi Pietro e Paolo a Lubumbashi durante una prevista visita del Capo dello Stato nell'Alto Katanga. Di questa curiosa manifestazione, né l'Arcivescovo, né il parroco della cattedrale, né i servizi competenti della Provincia o della città hanno la minima idea” precisa l’Arcidiocesi che si avanza l’ipotesi o di un tentativo di sequestro dell'Arcivescovo Fulgence Muteba Mugalu o per lo meno di “un'intimidazione non giustificata”.
Il comandante della Guardia Repubblicana nell’Alto Katanga ha dichiarato che l’azione condotta dai sui uomini “non è stata un’attività ostile nei confronti dell’Arcivescovo ma un atto di sollecitazione benevola presso le autorità ecclesiastiche per adottare misure di protezione nel caso di visite di alte personalità nella cattedrale”.
La Guardia Repubblicana (GR) è l’unità deputata alla tutela delle istituzioni - in genere - e del Presidente della Repubblica in particolare, ed è distinta dal resto delle forze armate congolesi (FARDC). È formata da circa 12.000 uomini, addestrati da istruttori egiziani e israeliani. In caso di emergenza, a GR può essere impiegata in combattimenti contro guerriglieri o eserciti invasori oppure in operazioni di mantenimento o ripristino dell'ordine pubblico. (L.M.) (Agenzia Fides 27/2/2023)
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AFRICA/ETIOPIA - Assistenza psicologica, scuole, generi alimentari per 7 milioni di persone: i missionari Salesiani sempre in prima linea
 

Mekelle (Agenzia Fides) – “L'invio di aiuti umanitari in Tigray è diventato più facile e continuiamo ad assistere le persone che sono state coinvolte nei due anni di conflitti”, ha scritto padre Abba Hailemariam Medhin, Superiore dell'Ispettoria Salesiana dell'Africa-Etiopia (AET) in merito ai recenti interventi della Congregazione nella regione settentrionale dell’Etiopia. “Le persone hanno ancora bisogno di generi alimentari e non. Stiamo lentamente riprendendo il servizio di assistenza psicologica e stiamo riaprendo i centri educativi, ma le persone hanno soprattutto bisogno di cibo e servizi sanitari”.
Sono ancora quasi 7 milioni i tigrini ad avere bisogno di aiuti. Come riferito da Salesian Missions, sebbene sia stato firmato l’accordo di pace (vedi Agenzia Fides 3/11/2022) e molti servizi siano stati ripristinati, sono ancora tante le necessità. Le banche sono aperte ma le persone non hanno ancora accesso ai propri conti.
Il supporto dei missionari e delle missionarie salesiani nella regione è stato costante, compatibilmente con le disposizioni governative. In Tigray sono in 25 impegnati nel servizio a più di 5.000 minori e giovani in centri educativi di ogni ordine e grado, istituti tecnici, centri giovanili e parrocchie.
Grazie al sostegno dal Programma Alimentare Mondiale un carico di merci è stato inviato all'opera salesiana di Mekele. Da lì sono state distribuite, con il contributo di altre parrocchie e del clero locale offerti volontari, tra molte altre aree bisognose.
La presenza dei missionari Salesiani di don Bosco in Etiopia risale al 1975. Il loro primo centro è stato a Mekelle, capitale del Tigray. Attualmente registrano in tutto 14 case, tra queste, quattro si trovano in Tigray e tre in Eritrea. Le suore salesiane di don Bosco hanno registrato la loro prima presenza nel paese nel 1986 a Dilla, a sud del Paese. Ora sono dislocate in cinque centri, lavorano per i più poveri, fornendo istruzione, assistenza sanitaria e pastorale, cibo, acqua e medicinali. Insieme ai salesiani danno particolare attenzione e risorse ai bambini di strada, alle vittime della tratta di esseri umani e ai carcerati.


mercoledì 9 novembre 2022

Celso Costantini, a 100 anni dal suo arrivo a Pechino

ASIA/CINA - La “profezia” di Celso Costantini, a 100 anni dal suo arrivo a Pechino

LINK
Intervista a Mons. Bruno Fabio Pighin -> https://youtu.be/Z4WLC1uGat0

Biografia approfondita dell'attività del cardinale prima della sua nomina in Cina 

 https://www.dizionariobiograficodeifriulani.it/costantini-celso-benigno-luigi/

Altre note biografiche dal punto di vista dell'enciclopedia Treccani

https://www.treccani.it/enciclopedia/celso-costantini_%28Dizionario-Biografico%29/




 

Pordenone (Agenzia Fides) - L’8 novembre 1922, esattamente cento anni fa, il Vescovo friulano Celso Costantini arrivò dopo un lungo viaggio a Hong Kong, diretto a Pechino, inviato da Papa Pio XI come primo Delegato apostolico in Cina. Una missione tenuta segreta fino a quel momento, per sottrarla ai sabotaggi delle potenze europee. «Di fronte specialmente ai Cinesi – scriverà poi Costantini nei suoi memoriali, ricordando il suo arrivo a Pechino - ho creduto opportuno di non dover accreditare in alcun modo il sospetto che la religione cattolica apparisca come messa sotto tutela e, peggio ancora, come strumento politico al servizio delle nazioni europee. Volli, fin dai miei primi atti, rivendicare la mia libertà d’azione nell’ambito degli interessi religiosi, rifiutando di essere accompagnato presso le Autorità civili locali dai Rappresentanti di Nazioni estere. Avrei fatto la figura di essere in Cina in subordine a quei Rappresentanti».
A cento anni dall’arrivo di Celso Costantini in Cina, nel video allegato, prodotto per l’Agenzia Fides da Teresa Tseng Kuang yi, l’importanza di quella giornata e il ruolo profetico assunto dalla figura di Celso Costantini nelle vicende del cattolicesimo cinese vengono ricostruiti grazie al contributo di don Bruno Fabio Pighin, professore ordinario nella Facoltà di Diritto Canonico S. Pio X di Venezia e Delegato episcopale per la causa di canonizzazione dello stesso Costantini.
Il Cardinale Celso Costantini (1876-1958), apripista del dialogo vaticano con Pechino, fu il primo Delegato apostolico in Cina dal 1922 al 1933. In quegli anni, Costantini riuscì a far celebrare il primo Concilio nazionale della Chiesa cattolica in Cina (Shanghai 1924) e a avviare il processo di “decolonizzazione” ecclesiale, combattendo le pervicaci rimanenze del Protettorato e tutte le forme che continuavano a imporre fattezze europee alla presenza cattolica in Estremo Oriente, finendo per presentarla come un correlato religioso dell’espansione occidentale in quelle terre. Grazie anche all’impegno di Costantini, il 28 ottobre 1926 vennero consacrati da Papa Pio XI nella Basilica di San Pietro in Vaticano, i primi 6 Vescovi cinesi ordinati in epoca moderna. Nel 1927, Costantini promosse anche la fondazione della Congregatio Discipulorum Domini (CDD), Primo Istituto religioso clericale cinese. Con il suo sostegno nacque anche a Prima Università cattolica cinese, Fu Ren, oggi a Taiwan.
La Delegazione apostolica di Pechino fu elevata al rango di nunziatura solo dopo la guerra, nel 1946. Nello stesso anno, Pio XII instaurò la gerarchia episcopale cinese, riconoscendone la responsabilità e l’autonomia di governo rispetto a istituzioni occidentali. Risultati raggiunti anche grazie al lavoro paziente e tenace di Celso Costantini, che aveva continuato a sostenere la fioritura della Chiesa cattolica autoctona in Cina anche da Roma, dove nel 1935 era divenuto Segretario della Congregazione di Propaganda Fide.
Costantini mantenne l’incarico di Segretario del Dicastero missionario fino al 1953. Papa Pio XII lo creò Cardinale nel Concistoro del 12 gennaio 1953. Morì a Roma il 17 ottobre 1958 Nel settembre 2016 (vedi Fides 6/10/2016) la Conferenza episcopale del Triveneto ha reso noto di aver espresso parere favorevole “all'avvio della causa di beatificazione del cardinale Celso Costantini (1876-1958), figura di notevole slancio missionario e carità pastorale nonché evangelizzatore della Cina, originario della diocesi di Concordia – Pordenone” (GV) (Agenzia Fides 8/11/2022)

mercoledì 7 settembre 2022

Fies News AFRICA/MOZAMBICO - Uccisa una suora comboniana italiana nell’assalto alla missione di Chipene 7 settembre 2022

AFRICA/MOZAMBICO - Uccisa una suora comboniana italiana nell’assalto alla missione di Chipene
 
Maputo (Agenzia Fides) – Una suora comboniana è stata uccisa nell’assalto alla missione di Chipene, nella provincia di Nampula, nel nord del Mozambico, avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 settembre. Si tratta dell’italiana suor Maria De Coppi, religiosa 84enne comboniana, originaria di Santa Lucia di Piave. La suora era in Mozambico dal 1963.
Secondo le notizie pervenute all’Agenzia Fides, gli assalitori hanno distrutto le strutture della missione, tra cui la chiesa, l’ospedale e la scuola primaria e secondaria. Suor Maria è stata colpita da un proiettile alla testa mentre cercava di raggiungere il dormitorio dove si trovavano le poche studentesse rimaste. Sono riusciti a mettersi in salvo due missionari della diocesi di Concordia-Pordenone. Si tratta di don Loris Vignandel, 45 anni, originario di Corva e già parroco di Chions (Pordenone) e don Lorenzo Barro, che è stato rettore del seminario diocesano della città della Destra Tagliamento.
“Le consorelle di suor Maria si sono messe in viaggio per raggiungere Chipene e prelevare il suo corpo per seppellirlo in un’altra missione” dice all’Agenzia Fides Sua Ecc. Mons. Inacio Saure, Arcivescovo di Nampula, di cui la diocesi cui fa riferimento la missione di Chipene, Nacala, è suffraganea. Sull’identità di chi ha perpetrato l’assalto, Mons. Suare afferma che “non siamo sicuri che siano terroristi islamici, anche se è molto probabile che siano stati loro ad assalire la missione”.
La provincia di Nampula, assieme a quella di Cabo Delgado, è vittima dell’instabilità causata dalla presenza di gruppi terroristici che si richiamano allo Stato Islamico. Mentre a Cabo Delgado si sono concentrate le operazioni dei militari del Rwanda e di altre nazioni, giunti a dare manforte ai soldati mozambicani, la provincia di Nampula ha visto negli ultimi mesi una recrudescenza degli attacchi jihadisti. “In realtà - dice Mons. Saure - i gruppi jihadisti continuano ad operare anche a Cabo Delgado, ma nella nostra provincia gli assalti hanno costretto la popolazione a fuggire. Non sappiamo quante persone hanno cercato rifugio nella foresta. È un dramma terribile e ancora difficile da quantificare.” (L.M.) (Agenzia Fides 7/9/2022)

lunedì 27 giugno 2022

Uccisa una missionaria italiana che da 20 anni si dedicava ai bambini di strada: la lunga scia di sangue della Chiesa

AMERICA/HAITI - Uccisa una missionaria italiana che da 20 anni si dedicava ai bambini di strada: la lunga scia di sangue della Chiesa
 
Roma (Agenzia Fides) – “Desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e alle consorelle di Suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, uccisa ieri a Port-au-Prince, capitale di Haiti. Da vent’anni suor Luisa viveva là, dedita soprattutto al servizio dei bambini di strada. Affido a Dio la sua anima e prego per il popolo haitiano, specialmente per i piccoli, perché possano avere un futuro più sereno, senza miseria e senza violenza. Suor Luisa ha fatto della sua vita un dono per gli altri fino al martirio”. Così il Santo Padre Francesco ha ricordato all’Angelus di domenica 26 giugno, l’assassinio della religiosa, rimasta vittima molto probabilmente di un tentativo di rapina.
L’Arcidiocesi di Milano, di cui era originaria, ha sottolineato che suor Luisa era la colonna portante di Kay Chal, “Casa Carlo”, che si trova in un sobborgo poverissimo di Port-au-Prince. Ha dedicato 20 anni di vita e di missione per offrire un luogo sicuro e accogliente a centinaia di bambini. La mattina di sabato 25 giugno quando è stata vittima di un’aggressione armata. Gravemente ferita, è stata portata d’urgenza all’ospedale dove si è spenta poco dopo, due giorni prima di compiere 65 anni. La notizia ha prodotto un fortissimo impatto a Port-au-Prince dove “seur Luisa”, come la chiamavano, era un’istituzione.
Suor Luisa era nata a Lomagna (Lecco) il 27 giugno 1957. Dopo aver frequentato il Liceo Scientifico di Lecco, nel 1984 si laureò in Storia e Filosofia. Nello stesso anno entra nella Congregazione delle Piccole sorelle del Vangelo di Lione. Nel 1987 parte per il Camerun: vive a Salapombe, in una foresta, tra i Pigmei Baka, fino al 1990. Nel frattempo a Lomagna sorge il Gruppo Missionario a sostegno di questa popolazione. Nel 1994 consegue la laurea in Teologia in Svizzera. Dal 1997 al 2001 è missionaria in Madagascar, dove si dedica alle varie attività pastorali, insegna Etica Generale e Speciale. Dal 2002 era missionaria ad Haiti. Ha anche insegnato Storia della Filosofia e Dottrina sociale della Chiesa e ha fatto parte del Comitato di Redazione di una rivista locale.
Nel suo messaggio di condoglianze, l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, sottolinea tra l’altro: “La morte di suor Luisa Dell’Orto ci lascia straziati e sconcertati, diventa rivelazione del bene che ha compiuto e della vita santa che ha vissuto, diventa dolore e preghiera. Esprimo a nome della Chiesa ambrosiana la partecipazione al lutto dei familiari, al ricordo grato e sofferto di quanti l’hanno conosciuta, la certezza che la sua morte, così simile alla morte di Charles de Foucauld, unita alla morte di Gesù possa essere seme di vita nuova per la terra di Haiti e per lei ingresso nella gloria”.
Da lungo tempo i Vescovi di Haiti stanno lanciando appelli e richiami sulla difficile crisi a tutti i livelli che il paese sta attraversando. Violenza e corruzione sono dilagate ovunque, la popolazione precipita sempre di più nella povertà e ormai è sfinita. I disastri naturali che hanno colpito di frequente l’isola e la pandemia di Covid-19 contribuiscono a questa situazione, come l’instabilità politica, che ha visto un anno fa l’assassinio del Presidente della Repubblica Jovenel Moïse (vedi Fides 8/7/2021).
Nel loro messaggio per lo scorso Natale 2021, i Vescovi avevano scritto: “Non possiamo restare indifferenti ai tragici eventi degli ultimi mesi”, lanciando un nuovo appello alla comunità internazionale e ai politici locali, per trovare soluzioni al caos istituzionale, economico e sociale che investe il Paese ormai da anni. I Vescovi condividevano il dolore di quanti sono vittime di rapimento, stupro e violenze di tutti i generi, affidando alla misericordia di Dio le anime degli innocenti caduti sotto i colpi dei gruppi armati (vedi Fides 21/12/2021).
L’industria dei sequestri è fiorente nell’isola e le bande armate spadroneggiano ovunque nell’impunità totale, alla ricerca di facili guadagni, non risparmiando sacerdoti e suore, che pur provati anch’essi dalla situazione, non abbandonano il popolo haitiano. Domenica 11 aprile 2021 nella città di Croix-des-Bouquets, sono stati rapiti 5 sacerdoti, 2 suore e 3 parenti di uno dei sacerdoti (vedi Fides 12/4/2021). Il 6 settembre 2021, a Cap Haitien, padre André Sylvestre, sacerdote di 70 anni, è stato aggredito mentre usciva da una banca. Ferito da un gruppo di criminali, è morto in sala operatoria. Oltre alla sua parrocchia, gestiva un orfanotrofio e assisteva i senza dimora (vedi Fides 08/09/2021). Suor Isa Solá Matas, delle Religiose di Gesù-Maria (RJM), originaria di Barcellona (Spagna), è stata uccisa la mattina del 2 settembre 2016, mentre era alla guida della sua automobile durante un probabile tentativo di furto, in quanto sono stati rubati la sua borsa e altri oggetti personali. La religiosa era molto impegnata con le fasce più umili e povere di Haiti, con le quali praticamente conviveva dopo il terremoto del 2010.
Il 24 aprile 2013 era stato ucciso a Port au Prince padre Richard E. Joyal, canadese, della Società di Maria, per rapinargli il denaro che aveva appena prelevato dalla banca (vedi Fides 26/04/2013) e l’8 ottobre 2010 Julien Kénord, operatore della Caritas svizzera, è stato ucciso sempre a Port-au-Prince, in seguito ad un tentativo di rapina (vedi Fides 3/9/2016).
(SL) (Agenzia Fides 26/6/2022)

sabato 4 dicembre 2021

I fedeli indiani onorano Francesco Saverio, Patrono delle missioni

 


ASIA/INDIA - I fedeli indiani onorano Francesco Saverio, Patrono delle missioni
 
Goa (Agenzia Fides) - La celebrazione della festa di San Francesco Saverio nella antica Goa, dove sono conservate le sue reliquie, si è tenuta ieri, 3 dicembre, dopo una solenne novena iniziata il 25 novembre. La festa si celebra normalmente nella Basilica del Bom Jesus, una delle chiese più antiche di Goa, completata nel 1605, dove sono custoditi i resti mortali del Santo.

Quest'anno, per rispetto dei protocolli legati alla pandemia, tutte le celebrazioni sono state previste all'aperto. La festa di San Francesco Saverio richiama migliaia di persone da tutto il Paese, in particolare pellegrini dagli stati di Maharashtra, Karnataka, Tamil Nadu e Kerala. "Molti di loro percorrono in preghiera la distanza dalle loro case alla Chiesa. Gruppi di pellegrini da Karwar, Belgaum, Sawantwadi, Azra e Malvan di solito arrivano a piedi", ha riferito padre Patricio Fernandes SJ, rettore della Basilica del Bom Jesus. Tra quanti partecipano alla festa vi sono devoti provenienti dall'Europa, da altri paesi asiatici, e anche non cristiani.
Le sante messe, tutte tenutesi nel terreno intorno alla Basilica, sono iniziate alle 4 del mattino dato che un gran numero di persone si è accampata la notte precedente vicino alla Basilica. Circa 15.000-20.000 persone hanno partecipato alla messa principale della festa, celebrata dal Vescovo di Udupi, mons. Gerald Lobo.
"In questi tempi di paura, sofferenza, morte, il messaggio di san Francesco è che le sofferenze non sono causate da Dio ma da quello che facciamo e da come viviamo. Il santo ci esorta ad affrontare le difficoltà con coraggio e a trovare risposte confidando nell'amore di Dio per noi. I doni e i talenti che Dio ci ha dato vanno usati per affrontare le sfide che incontriamo. Come ha fatto Francesco Saverio, rispondiamo alla chiamata d'amore di Dio per amarlo nei nostri fratelli e sorelle, specialmente nei poveri, negli indifesi e nei sofferenti", rileva in un messaggio inviato a Fides il gesuita p. Dominic Savio SJ, preside del St Xavier's College di Calcutta.
La festa liturgica del 3 dicembre segna il giorno in cui il Santo morì durante il suo viaggio verso la Cina.

Le sue spoglie vengono offerte all'ostensione dei fedeli ogni 10 anni. L'ultima ostensione è stata nel 2014 e la prossima è prevista nel 2024.
Francesco Saverio è, insieme con Santa Teresa di Lisieux, Patrono delle missioni. Il gesuita, nato in Navarra (Spagna) nel 1506, è conosciuto soprattutto come missionario ed evangelizzatore in Asia. Divenuto sacerdote, partì per la missione in India. Si spinse fino a Taiwan e, forse, fino alle Filippine. Si spostò dunque in Malaysia e arrivò in Giappone. Intraprese un viaggio verso la Cina, ma si ammalò di polmonite e morì nel 1522 a Goa. Fu canonizzato un secolo dopo, nel 1622.
(PA) (Agenzia Fides 34/12/2021)

giovedì 30 settembre 2021

Agenzia Fides 30 settembre 2021

 


VATICANO - Si apre il Mese missionario: "Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato"
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Con la memoria liturgica di Santa Teresa di Lisieux, proclamata da Papa Pio XI Patrona delle missioni al pari di San Francesco Saverio, si apre il mese di Ottobre, Mese Missionario, che vedrà domenica 24 la celebrazione della 95ma Giornata Missionaria Mondiale. Il tema scelto da Papa Francesco nel messaggio diramato nella solennità dell’Epifania è tratto dagli Atti degli Apostoli: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato” (At 4,20). Scrive il Santo Padre: “Come gli Apostoli e i primi cristiani, anche noi diciamo con tutte le nostre forze: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Tutto ciò che abbiamo ricevuto, tutto ciò che il Signore ci ha via via elargito, ce lo ha donato perché lo mettiamo in gioco e lo doniamo gratuitamente agli altri. Come gli Apostoli che hanno visto, ascoltato e toccato la salvezza di Gesù (cfr 1 Gv 1,1-4), così noi oggi possiamo toccare la carne sofferente e gloriosa di Cristo nella storia di ogni giorno e trovare il coraggio di condividere con tutti un destino di speranza, quella nota indubitabile che nasce dal saperci accompagnati dal Signore”.
Afferma una nota diffusa dai Segretariati internazionali delle Pontificie Opere Missionarie (POM) , anche tramite la Sala Stampa della Santa Sede: "È la testimonianza il filo conduttore del messaggio il cui tema è tratto da quello che Papa Francesco definisce “libro che i discepoli missionari tengono sempre a portata di mano”. “Celebrare ogni anno il Mese missionario e la Giornata Missionaria Mondiale significa fare memoria del fatto che la nostra fede è sempre missionaria. Non possiamo tacere quello che abbiamo udito, visto e vissuto nell’incontro con il Signore”, rimarca l’Arcivescovo Giampietro Dal Toso, Presidente delle Pontificie Opere Missionarie.
La testimonianza si accompagna alla memoria perché nella Giornata Missionaria Mondiale che si celebra ogni anno, nella penultima domenica di ottobre, sottolinea il Papa: “Ricordiamo con gratitudine tutte le persone che, con la loro testimonianza di vita, ci aiutano a rinnovare il nostro impegno battesimale di essere apostoli generosi e gioiosi del Vangelo. Ricordiamo specialmente quanti sono stati capaci di mettersi in cammino, lasciare terra e famiglia affinché il Vangelo possa raggiungere senza indugi e senza paure gli angoli di popoli e città dove tante vite si trovano assetate di benedizione”.
Nessuno è escluso dalla misericordia di Dio e i missionari, che condividono la loro vita con i fedeli a loro affidati, lo ricordano anche nel messaggio video nato dalla collaborazione tra alcune direzioni nazionali delle Pontificie Opere Missionarie nel mondo. Il video, in diverse lingue, dà voce a migliaia di donne e uomini in missione nel mondo: “Siamo ancora qui e non possiamo non parlare di quello che abbiamo visto e sentito”.
Intanto, nel mondo fervono le iniziative di formazione, preghiera, animazione per preparare e celebrare la Giornata Missionaria Mondiale, nonostante il perdurare della pandemia che in alcuni paesi colpisce ancora duramente.
Nelle Americhe il coordinamento continentale delle Pontificie Opere Missionarie ha prodotto materiale formativo, schemi di preghiera di animazione liturgica, temi di riflessione frutto del lavoro comune delle Direzioni Nazionali delle POM del continente.
In Africa, la Chiesa dell’Uganda fa ricorso sempre più attivamente ai nuovi media, che durante il lockdown hanno tenuta unita la comunità cristiana, sia in termini di animazione missionaria e di preghiera. In Tanzania sono state scelte alcune persone influenti e alcuni leader laici per trasmettere il messaggio della Giornata Missionaria in Radio e TV.
Passando all’Europa, in Svizzera il Mese missionario è occasione per avvicinarsi particolarmente alla Chiesa in Vietnam, mentre in Spagna la Giornata Missionaria Mondiale è conosciuta con l’acronimo Domund e ricorda ai fedeli che “siamo tutti missionari” [il link è
https://domund.es ]
In Asia, dove la situazione pandemica è ancora molto complessa, le POM in Vietnam sono impegnate ad aiutare concretamente la popolazione colpita dal virus si stanno preparando materiali di animazione, programmando diverse iniziative di preghiera on-line.
Nel continente oceanico, in Australia la Giornata verrà vissuta con una particolare attenzione e sensibilità verso l’opera pastorale e missionaria delle Suore del Buon Pastore in Thailandia, a sostegno dei bambini provenienti da ambienti vulnerabili e svantaggiati.
Accanto a tutte le attività dedicate al Mese missionario, sul sito web delle POM, [www.ppoomm.va], a partire dal 1° ottobre sarà pubblicato ogni giorno un approfondimento dedicato alla fondatrice della Pontificia Opera della Propagazione della Fede, la venerabile Pauline Jaricot, dal titolo: “Conoscere meglio Pauline Marie Jaricot e meditare sulla missione della Chiesa”.
(Agenzia Fides 30/9/2021)
LINK
Il video di animazione delle POM in diverse lingue -> https://youtube.com/playlist?list=PLvTQ_o7P68LP9HD12KDSiZmM1BhB9oHOg
Il sito web delle POM -> https://www.ppoomm.va/it.html
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AFRICA/KENYA - Sinodo 2021-2023: “Non rimanere fermi a guardare” dice il Vescovo Muhatia
 
Nairobi (Agenzia Fides) – “Un cammino ecclesiale che ha un'anima, che è lo Spirito Santo”: definisce così il Sinodo sulla sinodalità, che il Papa inaugurerà il prossimo 9 e 10 ottobre 2021, il Vicepresidente della Conferenza episcopale del Kenya (KCCB), Mons. Maurice Muhatia Makumba, Vescovo della diocesi di Nakuru. Rivolto agli oltre cento partecipanti al recente webinar sul tema, il Vescovo Muhatia ha ribadito l'appello di Papa Francesco affinché tutti i fedeli siano coinvolti nella prossima XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che culminerà nel 2023.
Il Presule ha esortato ogni cristiano, indipendentemente dalla posizione nella Chiesa, a partecipare attivamente ai preparativi sinodali per un migliore esito dell’evento. “Incoraggio e invito ognuno di voi a non rimanere seduti a guardare, perché non c'è spazio per gli spettatori” si legge nella nota pervenuta all’Agenzia Fides.
“La Chiesa di Dio è per il popolo di Dio, siamo tutti chiamati a camminare insieme come popolo battezzato, e a partecipare pienamente alla missione profetica di Gesù Cristo”, ha spiegato il Vescovo di Nakuru, sottolineando l’importanza del ruolo dei fedeli laici per la crescita della Chiesa. L’auspicio del Presule è che l’evento sia un cammino comune per i laici, i pastori e il Vescovo di Roma, “una sorta di sinodo decentrato”.
All’inaugurazione ufficiale seguirà la fase diocesana, con l'avvio in tutte le Chiese locali. “I coordinatori diocesani sinodali nominati dai Vescovi saranno il punto di riferimento nella diocesi e il collegamento con la Conferenza episcopale”. Spiegando l’iter secondo il quale si svolgeranno le fasi sinodali, Mons. Muhatia ha spiegato che il materiale raccolto sarà inviato alle rispettive Conferenze Episcopali e sintetizzato “in ascolto di ciò che lo Spirito ha ispirato nelle Chiese loro affidate”, verrà poi trasmesso alla Segreteria Generale che redigerà il primo Instrumentum laboris, sulla base delle risposte delle Chiese locali. Una volta inviato alle Chiese particolari, seguirà un periodo di sei mesi, da settembre 2022 a marzo 2023, che porterà alla fase continentale. Ciascun gruppo continentale redigerà poi un documento finale che sarà inviato alla Segreteria Generale e, sulla base delle risposte continentali, verrà redatto un secondo Instrumentum laboris.
L’intero processo sinodale culminerà nell'ottobre 2023, segnato dalla fase universale con la celebrazione dell'Assemblea Generale dei Vescovi a Roma, e presieduta dal Vescovo di Roma.
(AP) (30/9/2021 Agenzia Fides)
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ASIA/INDIA - I Vescovi al governo: "No" alle leggi anti-conversione
 
New Delhi (Agenzia Fides) - Una delegazione dei Vescovi indiani, cattolici e di altre confessioni cristiane, ha incontrato i ministri federali per chiedere l'abrogazione delle leggi anti-conversione, approvate dai governi in alcuni stati della Federazione indiana. Come appreso da Fides, tra i presenti nella delegazione, Mons. Anil Joseph Thomas Couto, Arcivescovo di Delhi, Mons. Kuriakose Bharanikulangara, Arcivescovo di Faridabad, della Chiesa siro-malabarese di rito orientale, e Mons. Subodh C. Mondal, della Chiesa Metodista in India nell'area episcopale di Delhi, hanno avuto uno speciale incontro con Mukhtar Abbas Naqvi, Ministro federale per gli affari delle minoranze, e John Barla, sottosegretario. La delegazione, che ha incontrato le autorità il 28 settembre, era composta da 50 leader cristiani in rappresentanza di diverse denominazioni. A nome di tutti, Mons. Couto ha presentato un Memorandum contenente diverse questioni che toccano le minoranze cristiane nel Paese e il tema della libertà religiosa.
Le leggi anti-conversione, in vigore in diversi stati indiani, proibiscono la conversione religiosa con la forza o con l'inganno, e sono un reato punibile con diverse sanzioni. Alcuni degli stati che hanno promulgato leggi per vietare le conversioni religiose sono Odisha, Uttar Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Jharkhand, Himachal Pradesh, Madhya Pradesh e Uttrakhand.
Le leggi anti-conversione, secondo i Vescovi, violano la lettera e lo spirito della Costituzione indiana che prevede la libertà di praticare, promuovere e propagare la propria religione secondo coscienza e libertà.
In questa fase, un altro stato, il Karnataka nel sud dell'India, sta progettando di emanare una legge simile. Il 28 settembre, il Primo ministro dello Stato, Basavaraj Bommai, ha emesso un ordine per limitare la “conversione religiosa forzata”, sebbene i dieci Vescovi del Karnataka lo abbiano incontrato nei giorni precedenti, auspicando di non procedere con alcuna nuova normativa.
Il Karnataka è una vasto stato nel Sud dell'India governato dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP). Seguendo un'ideologia diffusa nel BJP (la cosiddetta "Hindutva"), i nazionalisti indù vorrebbero trasformare l'India da paese laico a stato teocratico indù. Attualmente, sono governati dal BJP gli stati di Himachal Pradesh, Uttar Pradesh e Madhya Pradesh, che hanno già emanato controverse leggi anti-conversione.
La delegazione dei Vescovi ha espresso ai ministri federali preoccupazione sulle nuove restrizioni legali che limitano o impediscono la possibilità di donazioni straniere per opere di beneficenza rivolte alle comunità povere e vulnerabili del Paese. Il ministro Naqvi ha sottolineato il patrimonio culturale condiviso e l'eredità della convivenza tra le varie comunità religiose. Ha anche detto che "qualsiasi tentativo di disturbare questo tessuto di unità e armonia danneggerà l'anima dell'India", ha aggiunto.
La delegazione ha inoltre informato il governo federale delle ripetute violenze contro i cristiani e di episodi di distruzione o saccheggio delle chiese in tutto il Paese. In un recente caso avvenuto il 17 settembre, cinque famiglie cristiane del distretto di Kandhamal, nello stato di Odisha, hanno subito abusi e violenze dagli indù e almeno una casa appartenente a un cristiano è stata bruciata. Nella maggior parte dei casi - hanno affermato i Vescovi - la polizia e i funzionari del governo non prestano molta attenzione alle lamentele dei cristiani. Anche in questo caso, i ministri hanno assicurato ai leader cristiani che esamineranno la questione.
La delegazione ha informato il governo sulla discriminazione (su base religiosa) a danno dei Dalit cristiani e musulmani, che non possono godere dei benefici concessi dal governo ai dalit, che toccano il lavoro, l'occupazione e altri provvedimenti di welfare.
Infine i leader delle Chiese hanno chiesto al governo federale, contributi per istituire un'università cristiana federale, con fondi pubblici e privati, pensandola come una grande polo di istruzione a beneficio di tutti i cittadini, di ogni cultura, etnia o religione.
Secondo il censimento indiano del 2011, gli indù sono 966 milioni, circa l'80% della popolazione indiana stimata in 1,3 miliardi. I musulmani sono 172 milioni (14%), mentre i cristiani sono 29 milioni (circa il 2,3%)
(SD-PA) (Agenzia Fides 30/9/2021)
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ASIA/PAKISTAN - Docenti di religione cristiana per le scuole statali: al via un Corso di formazione
 
Multan (Agenzia Fides) - “È nostra priorità formare docenti di religione e catechisti con gli insegnamenti autentici della Chiesa, e aiutarli ad apprendere e a proclamare l'annuncio della fede. In questo corso intensivo, organizzato appositamente per insegnanti di religione e catechisti cattolici, il nostro obiettivo è quello di formarli anche alla luce del nuovo Curriculum Nazionale Unico (Single National Curriculum, SNC), offrendo la giusta e completa formazione ai nostri insegnanti, al fine di soddisfare le esigenze delle scuole e dei college governativi e statali. Allo stesso tempo, questa iniziativa andrà anche a beneficio delle nostre scuole cattoliche, per far sì che i docenti ben formati possano insegnare il Catechismo della Chiesa Cattolica”: è quanto dice all'Agenzia Fides il domenicano p. Jamshed Albert OP, Direttore dell'Istituto Pastorale di Multan, che ha organizzato uno speciale Corso di formazione per catechisti e insegnanti di religione.
P. Jamshed Albert OP, afferma: “La Commissione episcopale per la catechesi sta lavorando per organizzare questo programma da quattro anni. Spesso agli studenti delle scuole medie e superiori manca l'insegnamento della fede cattolica per carenza di insegnanti. Per avere insegnanti qualificati, stiamo iniziando questo Corso intensivo per insegnanti di religione". Il corso prevede lezioni su: Catechismo della Chiesa Chiesa Cattolica, Sacra Scrittura, Sacramenti, Storia della Chiesa, Liturgia, Cristologia, Storia della Salvezza, Mariologia, Preghiera cristiana, Etica cristiana, Eresie e Apologetica, Metodologie didattiche per l'insegnamento della fede. Iniziato il 24 settembre, il Corso prevede otto mesi di formazione per 112 ore di studio, fino a maggio 2022, e si tiene presso l'Istituto Pastorale di Multan che lo organizza da ormai 20 anni. Sono iscritti 34 giovani docenti e catechisti provenienti da varie città del Pakistan, tra cui Karachi, Hyderabad e Rawalpindi.
In Pakistan gli esponenti della minoranze religiose hanno accolto con favore l'iniziativa del governo di approvare, a luglio 2020, il nuovo "Curriculum Nazionale Unico" (SNC), che mira a eliminare le pratiche discriminatorie nei contesti educativi e ha l'obiettivo di offrire "a tutti i bambini un'opportunità equa e paritaria di ricevere un'istruzione di alta qualità". Mentre è in corso l'implementazione del nuovo SNC nelle varie province della nazione, in tale cornice si inserisce l'opera delle associazioni e Chiese cristiane, per poter includere corsi di educazione religiosa specifica per gli studenti non musulmani che frequentano le scuole pubbliche, a seconda della loro fede, avviando così cicli di lezioni relative al cristianesimo nelle scuole statali.
Anjum James Paul, professore cattolico e presidente della "Associazione degli insegnanti delle minoranze religiose del Pakistan", parlando all'Agenzia Fides spiega: “Il nostro obiettivo è far introdurre, nell'arco di tre anni, un Curriculum di studi specifico sul cristianesimo nelle scuole di diverso ordine e grado. Il contenuto del corso di formazione, nato dalla collaborazione tra la Chiesa cattolica e protestante, si basa sui quattro aree principali: Fede e preghiera; vita di Gesù Cristo; Valori etici e morali; esempi e vite dei santi”. Aggiunge Anjum Paul: “Per formare i nostri giovani ad essere docenti di religione cristiana c'è bisogno di tempo. Il Curriculum Nazionale Unico prevede standard di apprendimento alti e verificabili. Nei prossimi anni vi saranno maggiori opportunità di lavoro per gli insegnanti cristiani nelle scuole statali: dobbiamo essere pronti”.
Emmanuel Neno, segretario esecutivo della Commissione catechetica nella Conferenza Episcopale Cattolica, ha dichiarato: “Vogliamo che i nostri insegnanti cattolici siano saldi nella loro fede, apprendano gli insegnamenti corretti della Chiesa e li insegnino correttamente nelle scuole cattoliche e nelle scuole statali. In questo Corso si affrontano varie questioni inerenti la fede cattolica nel rapporto con il mondo, per formare bene i nostri insegnanti e di conseguenza gli studenti".
(AG-PA) (Agenzia Fides 30/9/2021)
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ASIA/LIBANO - Crisi delle scuole cristiane, il Patriarca siro cattolico esonera le famiglie dal pagamento delle rette scolastiche
 
Beirut (Agenzia Fides) - Il Patriarca siro cattolico Ignace Youssef III Younan, ha dato disposizione di esentare dal pagamento delle rette scolastiche per l’anno 2021-2022, le famiglie degli studenti siro-cattolici che frequentano le scuole collegate al Patriarcato. Lo riferiscono gli organi di comunicazione del Patriarcato di Antiochia dei siro-cattolici, specificando che l’esenzione si applica agli studenti del Lycée Mathaf e della scuola Deir El-Shorfa School).
La disposizione patriarcale rappresenta un tentativo concreto di rispondere almeno in parte alla crisi strutturale affrontata dalle scuole libanesi non statali, che rappresentano la parte preponderante del sistema scolastico nazionale. Una crisi aggravata negli ultimi anni dallo stato di paralisi economica in cui è sprofondato il Paese dei Cedri.
La misura di esentare dal pagamento delle tasse scolastiche gli studenti siro-cattolici che frequentano le scuole del Patriarcato, era stata presa anche per il precedente anno scolastico 2020-2021, durante il quale la crisi pandemica ha costretto gli istituti scolastici a tenere chiuse le aule e a sperimentare – con risultati non sempre soddisfacenti – sistemi di didattica a distanza.
In Libano, la rete di scuole e istituti d’istruzione non statali appariva in affanno già prima della pandemia da Covid-19, e denunciava la progressiva erosione delle risorse necessarie per assicurare la continuità dell’opera educativa svolta al servizio dell’intero Paese (vedi Fides 2/9/2017 e 5/7/2018). All’inizio di settembre (vedi Fides 6/9/2021), il Presidente Michel Aoun aveva annunciato la convocazione di una Conferenza straordinaria per affrontare l’emergenza-scuola, divenuta ormai una allarmante questione nazionale. L’annuncio era stato diffuso dopo un incontro tra il Capo di Stato e i rappresentanti della Federazione degli Istituti Educativi, che avevano sottoposto ad Aoun un memorandum contenente dati e documenti che attestano la condizione e le difficoltà ormai insostenibili in cui gran parte degli istituti educativi continuano a portare avanti il proprio servizio, esposti ogni giorno al rischio di chiudere per sempre le porte dei propri edifici scolastici. (GV) (Agenzia Fides 30/9/2021)
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AMERICA/CILE - Valore della vita e dignità della persona umana sono un fondamento essenziale e inalienabile della vita in società
 
Santiago (Agenzia Fides) – “Il valore della vita e la dignità della persona umana sono un fondamento essenziale e inalienabile della vita in società” ribadiscono i Vescovi cileni dopo l’approvazione da parte della Camera dei Deputati, del disegno di legge che depenalizza l’aborto fino alla 14.ma settimana di gestazione.
Nella nota diffusa dal Comitato permanente della Conferenza Episcopale Cilena all’indomani dell’approvazione, i Vescovi “si rammaricano profondamente di questa decisione e ribadiscono, davanti all’opinione pubblica, i valori essenziali che sono in gioco su questo tema”. Citando Papa Francesco, ricordano che “la difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di tutti i diritti umani” (EG 213), quindi “il primo dei diritti umani è il diritto alla vita, che deve essere rispettata dal concepimento fino alla morte naturale”.
Sul tema dell’inizio della vita al momento della fecondazione, i Vescovi si erano già espressi nel 2015, e in questa occasione ribadiscono che “il rispetto incondizionato della vita umana è ciò che dovrebbe guidare ogni considerazione etica, legislativa, umana e sanitaria dinanzi alla realtà di una gravidanza indesiderata”. Certamente, riconoscono, a volte si verificano situazioni umane complesse e talvolta drammatiche che portano ad una gravidanza, tuttavia non si risolvono certo “con la deliberata eliminazione di un essere umano indifeso e innocente". La società è chiamata a prendersi cura dei più deboli, che devono essere sempre trattati in virtù della loro dignità, e non certo a trovare soluzioni ai problemi con la violenza.
I Vescovi cileni ricordano poi che le leggi a favore dell’aborto inizialmente vengono considerate un’eccezione, solo in casi particolari, ma “l’esperienza ci dice che si finisce per affermare ‘il diritto all’aborto’ e al primato dei diritti sessuali e riproduttivi della donna, ignorando completamente l’esistenza e i diritti dell’altro essere umano” e si arriva alla creazione di “una mentalità contraria alla vita della persona generata, come se il bambino fosse una cosa o un nemico, e non un essere umano, un dono meraviglioso di Dio”.
Nella conclusione i Vescovi ricordano ai cattolici che “l'immoralità dell'aborto è tra gli insegnamenti costanti della Chiesa”, e citano Papa Giovanni Paolo II, che definì l'aborto "un grave disordine morale, l'eliminazione deliberata di un essere umano innocente" (EV 62). Infine invocano il Signore perché illumini “la coscienza e il cuore di chi deve prendere decisioni a favore del bene comune, perchè difenda sempre i più deboli". (SL) (Agenzia Fides 30/09/2021)

venerdì 24 settembre 2021

Agenzia Fides 24 settembre 2021

 

VATICANO - Papa Francesco ai Vescovi d’Europa: chiediamo aiuto ai Santi, invece di lamentarci dei tempi cattivi
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Tanti in Europa pensano che la fede sia qualcosa di già visto, che appartiene al passato”. Ciò succede “Perché non hanno visto Gesù all’opera nelle loro vite. E spesso non lo hanno visto perché noi, con le nostre vite non lo abbiamo mostrato abbastanza. Perché Dio si vede nei visi e nei gesti di uomini e donne trasformati dalla sua presenza”. Così Papa Francesco ha ricordato di nuovo a tutti i battezzati che la fede cristiana si confessa e si comunica nel mondo attraverso la testimonianza, intesa non come ‘mobilitazione’ e “prestazione” di apparati e operatori pastorali, ma come riflesso del cambiamento che Cristo stesso può operare nelle vite di chi porta il suo nome. L’occasione colta dal Vescovo di Roma per riproporre il dinamismo intimo di ogni missione e di ogni opera apostolica, è stata la concelebrazione eucaristica da lui presieduta nel pomeriggio di giovedì 23 settembre nella Basilica di San Pietro, con i partecipanti all’Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (C.C.E.E.), in occasione del 50° della sua istituzione. Rivolgendosi a vescovi appartenenti a Chiese di antica fondazione, il Successore di Pietro ha tratteggiato con cenni efficaci le strade che conviene percorrere e i criteri che conviene seguire per riproporre la salvezza annunciata dal Vangelo anche a chi oggi vive nei Paesi del Vecchio Continente, segnati da avanzati processi di de-cristianizzazione.
Papa Francesco ha richiamato con realismo gli effetti più eclatanti prodotti in Europa dalla “deforestazione” della memoria cristiana. Nelle terre europee – ha riconosciuto il Papa – “i templi si svuotano e Gesù viene sempre più dimenticato”. E ciò accade in primis non perché gli attuali abitanti dell’Europa siano diventati più cattivi, ma “perché manca chi faccia loro venire l’appetito della fede e riaccenda quella sete che c’è nel cuore dell’uomo: quella «concreata e perpetua sete» di cui parla Dante (Paradiso, II,19) e che la dittatura del consumismo, dittatura leggera ma soffocante, prova a estinguere”. In tale condizioni – ha aggiunto il Papa – i cristiani d’Europa sembrano presi da una sorta di torpore: appaiono “tranquilli perché in fondo non ci manca nulla per vivere”, e non sembrano lasciarsi attraversare dall’inquietudine che invece dovrebbero provare “nel vedere tanti fratelli e sorelle lontani dalla gioia di Gesù”.
Nella sua omelia, il Pontefice ha accennato in maniera sintetica e efficace alle false soluzioni, agli atteggiamenti fuorvianti a alle reazioni inconcludenti che prevalgono in ambienti ecclesiali davanti al venir meno di ogni relazione vitale tra il cristianesimo e il vissuto reale delle popolazione europee. La prima delle “risposte sbagiate” passate velocemente in rassegna dal Papa è quella di chi si lamenta del mondo e accusa la cattiveria dei tempi: “È facile” ha notato il Vescovo di Roma “giudicare chi non crede, è comodo elencare i motivi della secolarizzazione, del relativismo e di tanti altri ismi, ma in fondo è sterile”. L’altra pista che porta fuori strada è quella del ripiegamento che cerca protezione e consolazione creando isole felici, concepite come dei ‘mondi a parte’: “Oggi in Europa” – ha rimarcato Papa Francesco - noi cristiani abbiamo la tentazione di starcene comodi nelle nostre strutture, nelle nostre case e nelle nostre chiese, nelle nostre sicurezze date dalle tradizioni, nell’appagamento di un certo consenso”. Una introversione che spesso finisce per prendere le forme dell’auto-occupazione ecclesiale, la deriva che spinge tanti a “concentrarsi sulle varie posizioni nella Chiesa, su dibattiti, agende e strategie, e perdere di vista il vero programma, quello del Vangelo”. Queste reazioni fuorvianti hanno spesso l’unico effetto di dilatare il deserto. Perché “se i cristiani, anziché irradiare la gioia contagiosa del Vangelo, ripropongono schemi religiosi logori, intellettualistici e moralistici” ha fatto notare il Pontefice “la gente non vede il Buon Pastore. Non riconosce Colui che, innamorato di ogni sua pecora, la chiama per nome e la cerca per mettersela sulle spalle”.
Nell’omelia pronunciata davanti ai vescovi europei, il Successori di Pietro non si è comunque limitato a mettere in guardia da tentazioni e reattività che possono irretire gli apparati ecclesiali. Il Pontefice ha suggerito anche dove può venire, per grazia, una ripartenza dell’opera apostolica nelle terre europee.
In primis, il Vescovo di Roma ha invitato tutti a attingere di nuovo alla “Tradizione vivente” della Chiesa, sorgente inestinguibile che non ha niente a che fare con le mode clericali segnate da “quel ‘restaurazionismo del passato che ci uccide, ci uccide tutti”. Attingere alla Tradizione vivente della Chiesa – ha rimarcato il Papa – aiuta a “guardare insieme all’avvenire, non a restaurare il passato”. Conviene sempre “ripartire dalle fondamenta, dalle radici – ha insistito il Pontefice - perché da lì si ricostruisce: dalla Tradizione vivente della Chiesa, che ci fonda sull’essenziale, sul buon annuncio, sulla vicinanza e sulla testimonianza. Da qui si ricostruisce, dalle fondamenta della Chiesa delle origini e di sempre, dall’adorazione a Dio e dall’amore al prossimo, non dai propri gusti particolari, non dai patti e negoziati che possiamo fare adesso, diciamo, per difendere la Chiesa o difendere la cristianità”. Concretamente – ha suggerito il Papa – nella Chiesa c’è da semtre una via semplice e privilegiata per attingere alle sorgenti vive della fede, che consiste nel guardare al volto dei santi, e seguire i passi di coloro nelle cui vite opera in maniera efficace e sperimentabile la grazia di Cristo. Anche i grandi santi dell’Europa – ha ricordato Papa Francesco - “Hanno messo in gioco la loro piccolezza, fidandosi di Dio. Penso ai Santi come Martino, Francesco, Domenico, Pio che ricordiamo oggi; ai patroni come Benedetto, Cirillo e Metodio, Brigida, Caterina da Siena, Teresa Benedetta della Croce”. Tutti costoro – ha sottolineato il Papa – hanno visto cambiare la propria vita accogliendo la grazia di Dio. Non si sono preoccupati dei tempi bui, delle avversità e di qualche divisione, che c’è sempre stata. Non hanno perso tempo a criticare e colpevolizzare. Hanno vissuto il Vangelo, senza badare alla rilevanza e alla politica. Così, con la forza mite dell’amore di Dio, hanno incarnato il suo stile di vicinanza, di compassione e di tenerezza – lo stile di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza –; e hanno costruito monasteri, bonificato terre, ridato anima a persone e Paesi: nessun programma “sociale” fra virgolette, solo il Vangelo. E con il Vangelo sono andati avanti”.
Anche oggi, come ai tempi descritti nei Vangeli – ha proseguito il Papa nella parte finale della sua omelia “Questo amore divino, misericordioso e sconvolgente, è la novità perenne del Vangelo. E domanda a noi, cari Fratelli, scelte sagge e audaci, fatte in nome della tenerezza folle con cui Cristo ci ha salvati. Non ci chiede di dimostrare, ci chiede di mostrare Dio, come hanno fatto i Santi: non a parole, ma con la vita”. Per aiutare anche l’Europa di oggi, “malata di stanchezza” , a “ritrovare il volto sempre giovane di Gesù e della sua sposa”. (GV) (Agenzia Fides 24/9/2021)
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AFRICA/UGANDA - Riaperti i luoghi di culto dopo la chiusura a causa della seconda ondata di Covid-19
 
Kampala (Agenzia Fides) – Il presidente ugandese Yoweri Museveni ha annunciato la riapertura dei luoghi di culto dopo lo stop di oltre un anno. Nel mese di giugno 2020, infatti, tutti i luoghi di culto del paese vennero chiusi e vietati al pubblico a causa della forte impennata dei casi di Coronavirus.
Secondo le informazioni diffuse dalla piattaforma social Ugandan Catholics Online, Museveni ha dato indicazioni precise. “Limitare il numero dei fedeli contemporaneamente a non più di 200 a condizione che il luogo di culto possa garantire un distanziamento fisico di 2 metri da entrambi i lati e un'adeguata aerazione, totale adesione a tutte le normative previste, tra le quali il lavaggio delle mani/uso di disinfettanti a base di alcol, monitoraggio della temperatura e uso costante di mascherine per il viso da parte di tutti i fedeli, compresi il coro e i celebranti.”
Il presidente ha invitato i leader cattolici a collaborare con il governo per mobilitare la popolazione a vaccinarsi e a seguire tutte le altre misure di controllo. Al 22 settembre 2021, l'Uganda contava 123.502 casi confermati di Covid19, 3135 decessi e 340 ricoveri in ospedali, sia privati che pubblici”.
(AP) (Agenzia Fides 24/09/2021)
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ASIA/INDIA - I Vescovi si oppongono alla legge anti-conversione in Karnataka
 
Bangalore (Agenzia Fides) - I dieci Vescovi cattolici dello stato del Karnataka, nel Sud dell'India, hanno espresso al Primo ministro dello stato, Basavaraj Bommi, profonda preoccupazione per una proposta di legge che intende vietare le conversioni religiose nello stato. Guidando una delegazione che ha incontrato il Primo Ministro il 22 settembre, Mons. Peter Machado, Arcivescovo di Bangalore, ha presentato un Memorandum su varie questioni che toccano la vita dei cristiani in Karnataka. Secondo l'Arcivescovo Machado, agitare lo spauracchio di "conversioni forzate" è dannoso e inutile, e la Chiesa cattolica esprime tutto il suo disappunto.
La comunità cristiana nello stato gestisce centinaia di scuole, collegi e ospedali in varie diocesi. E milioni di studenti studiano in istituti educativi gestiti da cristiani. Milioni di persone beneficiano di queste istituzioni. A nessuno di costoro - sottolineano i Vescovi - si consiglia di abbracciare il cristianesimo. Potrebbero essersi verificati alcuni casi minori, ma sono stati gonfiati a dismisura, ha affermato l'Arcivescovo Machado. "La proposta di legge anti-conversione ha lo scopo di diffamare il cristianesimo", ha sottolineato l'Arcivescovo. La comunità cristiana infatti, si assume la piena responsabilità morale di non indulgere in alcun modo nel promuovere conversioni forzate: "Non costringiamo nessuno", ha detto.
Nel Memorandum consegnato al Primo Ministro, i Vescovi notano che qualsiasi legge anti-conversione potrà causare "problemi nei rapporti inter-comunitari e disordini non necessari" , generando dichiarazioni e reazioni controverse e portando subbuglio nella società e nelle comunità religiose.
Il 21 settembre, Goolihatti Shekhar, membro dell'Assemblea legislativa statale e appartenente al partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (BJP), ha sollevato la questione nel Parlamento dicendo: “I missionari evangelici cristiani stanno indulgendo in una dilagante campagna di conversione religiosa nel mio collegio elettorale di Hosadurga. Hanno convertito al cristianesimo circa 20.000 persone di religione indù”.
In risposta a questo appunto, il presidente della Assemblea legislativa, Visheshwara Hegde Kageri, ha affermato che molti stati dell'India hanno già emanato leggi per frenare le conversioni religiose e ha proposto che il Karnataka possa avere una legge simile. Intervenendo nel dibattito, il ministro dell'Interno Araga Jnanedra ha affermato che il governo del Karnataka studierà le leggi in materia di altri stati e presenterà una propria versione. Il governo statale - ha detto - intende approfondire la questione per porre fine alle conversioni religiose operate con la forza e altre lusinghe.
La Costituzione indiana prevede che i cittadini abbiano la libertà di "professare, praticare e propagare" la religione. Tuttavia diversi stati della Federazione indiana hanno attuato e promulgato leggi o regolamenti per scoraggiare o vietare le conversioni religiose: sono Odisha, Uttar Pradesh, Arunachal Pradesh, Chhattisgarh, Gujarat, Jharkhand, Himachal Pradesh, Madhya Pradesh e Uttrakhand.
Il Karnataka è governato dal partito BJP, al cui interno membri e politici si dimostrano ostili alle comunità religiose minoritarie. Seguendo una ideologia diffusa nel BJP (la cosiddetta "Hindutva"), alcuni vorrebbero trasformare l'India da paese laico a stato teocratico indù.
(SD-PA) (Agenzia Fides 24/9/2021)
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ASIA/LIBANO - Raphaël Bedros XXI Minassian è il nuovo Patriarca di Cilicia degli Armeni
 
Roma (Agenzia Fides) - Il Sinodo dei Vescovi della Chiesa Patriarcale di Cilicia degli Armeni, convocato dal Santo Padre a Roma il 22 settembre 2021, ha eletto giovedì 23 settembre Patriarca di Cilicia degli Armeni, Raphaël François Minassian, finora Arcivescovo titolare di Cesarea di Cappadocia degli Armeni e Ordinario per i fedeli armeni cattolici dell’Europa Orientale. L’eletto ha assunto il nome di Raphaël Bedros XXI Minassian.
Il nuovo Patriarca armeno cattolico è nato il 24 novembre 1946 a Beirut. Ha compiuto gli studi presso il Seminario Patriarcale di Bzommar (1958-1967) e ha studiato Filosofia e Teologia alla Pontificia Università Gregoriana (1967-1973). Ha frequentato il corso di specializzazione in psicopedagogia presso la Pontificia Università Salesiana. Il 24 giugno 1973 è stato ordinato sacerdote come membro dell’Istituto del Clero Patriarcale di Bzommar. Dal 1973 al 1982 è stato Parroco della Cattedrale Armena di Beirut, dal 1982 al 1984 Segretario del Patriarca Hovannes Bedros XVIII Kasparian, e dal 1984 al 1989 incaricato di fondare il complesso parrocchiale della Santa Croce di Zalka, Beirut.
Dal 1975 al 1989, Raphaël François Minassian è stato Giudice al Tribunale Ecclesiastico della Chiesa Armena a Beirut. Ha insegnato liturgia armena all’Università Pontificia di Kaslik dal 1985 al 1989 e nel 1989 è stato trasferito negli Stati Uniti d’America, dove ha lavorato per un anno come Parroco a New York. Successivamente, fino al 2003, è stato Parroco per gli Armeni Cattolici in California, Arizona e Nevada.
Dal 2004, Minassian ha diretto Telepace Armenia, di cui è Fondatore. Nel 2005 è stato nominato Esarca Patriarcale di Gerusalemme ed Amman per gli Armeni. Il 24 giugno 2011 è stato nominato Ordinario per i Fedeli Armeni Cattolici dell’Europa Orientale, con assegnazione da parte del Santo Padre della Sede titolare vescovile di Cesarea di Cappadocia degli Armeni e del titolo di Arcivescovo ad personam. (Agenzia Fides 24/9/2021)
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AMERICA/VENEZUELA - “Ho sempre agito per la difesa della libertà, della giustizia e dei diritti del popolo venezuelano”: il testamento spirituale del Cardinale Urosa Savino
 
Caracas (Agenzia Fides) - Ieri, 23 settembre, il Cardinale Baltazar Porras, a nome dell'arcidiocesi di Caracas, ha comunicato la morte del Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo emerito di Caracas, cui è seguita la nota della Conferenza Episcopale del Venezuela. La triste notizia ha molto colpito il popolo venezuelano, in quanto il Porporato era ben voluto e rispettato non solo in America Latina, dove era molto conosciuto. Il 28 agosto aveva compiuto, in ospedale, 79 anni. Era stato contagiato dal coronavirus più di un mese fa, e subito l'infezione era apparsa molto aggressiva.
Una settimana fa, l'Arcidiocesi di Caracas aveva pubblicato una riflessione, scritta dal Cardinale Urosa alla fine dello scorso agosto, in cui tra l’altro affermava: “Esprimo il mio grande affetto per il popolo venezuelano e la mia assoluta dedizione alla sua libertà, alle sue istituzioni, alla difesa dei diritti del popolo di fronte agli abusi che sono stati commessi dai governi nazionali. E in questo atteggiamento, ho sempre agito, non per odio o rancore, ma per la difesa della libertà, della giustizia e dei diritti del popolo venezuelano. Quindi spero che il Venezuela esca da questa situazione molto negativa".
Il Cardinale Jorge Liberato Urosa Savino, Arcivescovo Metropolita emerito di Caracas, era nato nella capitale venezuelana il 28 agosto 1942. Dopo aver compiuto gli studi primari e secondari presso il collegio «La Salle» di Tienda Honda, Caracas (1948-1959), ha frequentato il triennio filosofico nel Seminario interdiocesano di Caracas (1959-1962) e, per la Teologia, il «St. Augustine's Seminary» di Toronto, Canada, (1962-1965). A Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana (1965-1971), ha conseguito la Laurea (1967) e il Dottorato in Teologia (1971). Aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale il 15 agosto 1967 e quella episcopale il 22 settembre 1982, creato Cardinale da Benedetto XVI nel Concistoro del 24 marzo 2006.
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2021)
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AMERICA/PERU' - La Chiesa sempre disponibile alla collaborazione con lo Stato nei settori sociale, educativo e sanitario, per il bene comune
 
Lima (Agenzia Fides) - La presidenza della Conferenza Episcopale Peruviana il 22 settembre ha avuto un incontro con la presidente del Congresso della Repubblica, María del Carmen Alva Prieto, presso le strutture del Congresso della Repubblica. Durante l'incontro è stata ribadita la disponibilità della Chiesa ad aiutare e a collaborare con il Congresso in particolare nei settori sociale, educativo e sanitario del Paese. L'incontro si è svolto in un clima di fraternità, cordialità e amicizia sociale. La Chiesa peruviana prosegue così nella sua agenda di incontri con le diverse istanze del Congresso della Repubblica per contribuire alla costruzione del bene comune del Paese.
All'incontro erano presenti Monsignor Miguel Cabrejos Vidarte, Presidente della Conferenza Episcopale e Presidente del Consiglio episcopale latinoamericano (Celam); Monsignor Robert Prevost, Vescovo di Chiclayo e secondo Vicepresidente; Monsignor Norberto Strotmann, Vescovo di Chosica e segretario generale; padre Guillermo Inca, Vicesegretario della Conferenza Episcopale peruviana.
L'incontro è servito anche per calmare una certa tensione popolare creatasi a causa dei tanti commenti e dibattiti dopo la morte in carcere del capo di Sendero Luminoso, avvenuta pochi giorni fa. L'Arcivescovo di Lima, Monsignor Carlos Castillo, aveva celebrato una messa il 12 settembre con i principali responsabili del Gruppo Speciale dell'Intelligence Peruviana, nella Cattedrale di Lima, proprio nell'anniversario della storica cattura di Abimael Guzmán, leader del gruppo terroristico Sendero Luminoso.
Nell'omelia l’Arcivescovo aveva detto: “Se ora abbiamo la possibilità di una democrazia, anche con i suoi problemi, è perché Voi avete seminato quel seme di speranza per il Paese. Siete la forza che dobbiamo avere per continuare quel cammino di speranza che avete iniziato in una domenica come oggi. Facciamo ogni sforzo per essere semi di speranza ed essere un miracolo per il nostro popolo".
(CE) (Agenzia Fides 24/09/2021)
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AMERICA/COLOMBIA - La centralità del kerygma nell'azione evangelizzatrice della Chiesa: nell’Ottobre missionario inizia un corso on line
 
Bogotà (Agenzia Fides) - Con l'obiettivo di continuare nel modo migliore l’impegno di evangelizzazione in questi tempi di pandemia e post-pandemia, il Centro per l'Animazione Missionaria della Conferenza Episcopale della Colombia (CEC), ha organizzato un programma di formazione per evidenziare la centralità del kerygma cristiano in tutta l'azione evangelizzatrice della Chiesa. Come spiega nella nota pervenuta all’Agenzia Fides, Padre Ramiro Antonio López, direttore del Dipartimento di Animazione Missionaria della CEC, si tratta di 7 incontri virtuali che saranno offerti gratuitamente, attraverso la piattaforma Zoom, ogni martedì dal 5 ottobre al 16 novembre, alle ore 19.
"Il Kerigma è il contenuto fondamentale dell'evangelizzazione, è il primo annuncio che riceviamo - afferma il sacerdote -. Abbiamo visto la necessità di presentare questo Kerygma con una sfumatura missionaria, cioè molto testimoniale, esperienziale, con un linguaggio vicino che possa raggiungere tutto il popolo di Dio. Questo corso sarà focalizzato con una tinta molto marcata per la missione, per questo vogliamo iniziarlo nel mese di ottobre, dedicato alle missioni".
L'invito a partecipare è rivolto a laici, religiosi, religiose e anche sacerdoti che vogliono approfondire questo tema e che desiderano prepararsi meglio per continuare il cammino dell’ evangelizzazione. I temi fondamentali degli incontri sono: introduzione al Kerygma; l'amore di Dio; Dio ha mandato suo Figlio per salvarci; colui che crede sarà salvato; convertirsi e credere al Vangelo; i figli di Dio nascono solo dallo Spirito. (SL) (Agenzia Fides 24/09/2021)

venerdì 20 agosto 2021

Agenzia Fides 20 agosto 2021

 


Africa/Guinea Bissau (Agenzia Fides) – L’Imam Ustas Aladji Bubacar Djalo di Mansoa, ieri 19 agosto improvvisamente ci ha lasciati. Una grande perdita per l’Islam in Guinea Bissau e anche per la Chiesa Cattolica, era un uomo di pace e di dialogo.
La Chiesa cattolica, nella figura di Mons. Lampra Ca, Amministratore Apostolico della Diocesi di Bissau e p. Lucio Brentagni, Amministratore diocesano di Bafatá, cosí ha scritto:
“Abbiamo appreso con grande tristezza che la notizia della morte dello stimatissimo Ustas AladjiI Bubacar Djaló, Imam di Mansoa e Presidente dell’Unione Nazionale degli Imam della Guinea Bissau.
La comunità cattolica ha un legame molto forte con l’Imam Ustas, e in questo momento si unisce al grande dolore con la famiglia e con tutta la comunità islamica di Mansoa e della Guinea,
Il suo desiderio di pace era conosciuto da molti, il suo impegno per il dialogo fraterno tra le religioni non potrà essere dimenticato. Fin dall’inizio della Radio Sol Mansi, emittente della Chiesa cattolica, è stato presente con un programma, intitolato “Voce dell’Islam”. La sua fedele presenza fino agli ultimi suoi giorni è stato un segno della sua grande fede nell’unico Dio e del suo desiderio che le religioni fossero al servizio della Pace e del Bene per tutti.
La collaborazione tra la Radio Sol Mansi e la Radio Scuola Coranica di Mansoa (RECOM) rimane nella storia della Guinea Bissau ed è stato presentato come esempio altamente positivo in vari luoghi del mondo e nei mezzi di comunicazione sociale dell’Europa e dell’Africa.
Per gli alunni del liceo Padre Leopoldo Pastori in Bafatà, a giugno ha dato un valoroso intervento sul valore del dialogo tra i fedeli delle diverse religioni, parlando del grande documento: “La fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam de Al-Azhar Ahmed Al-Tayyib nel 2019. Durante l’incontro con gli alunni ha richiamato la loro attenzione sul pericolo di fanatismo religioso che si sta diffondendo nel mondo e nella mostra subregione, e ha condannato la strumentalizzazione della religione a fini politici”. (A.B.) (Agenzia Fides 20/8/2021)
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AFRICA/ETIOPIA - “L’Etiopia sta vivendo la fase più drammatica della sua storia recente”
 
Addis Abeba (Agenzia Fides) - Mentre il mondo è concentrato dalle notizie provenienti dall’Afghanistan, un dramma silenzioso continua a compiersi nel Corno d’Africa. La guerra nel Tigrai, scoppiata a novembre 2020, ha da tempo ormai travalicato i confini della provincia nel nord dell’Etiopia e si è estesa ad altre regioni del Paese, accrescendo il dramma delle popolazioni civili.
L'ultimo rapporto delle Nazioni Unite sulla crisi umanitaria in Tigrai afferma che "solo una frazione degli aiuti umanitari necessari per soddisfare le crescenti esigenze" sta raggiungendo il Tigrai dove la situazione "rimane imprevedibile e volatile, mentre continua il movimento delle forze del Tigrai nelle regione abitate dagli Amhara e dagli Afar". Circa 2,4 milioni di persone hanno bisogno di aiuti nello stato regionale somalo del Paese, poiché emergono segnalazioni di crescente malnutrizione e imminente carenza d'acqua.
Il Fronte di Liberazione del Tigrai (TPLF) che ha ricacciato dal Tigrai le forze etiopiche ed eritree, è passato all’offensiva ed ha annunciato di aver stretto accordi con altri gruppi armati. Uno di questi sembra essere il principale gruppo ribelle nella regione dell'Oromia in Etiopia, che avvertito che potrebbe tagliare un'importante autostrada che collega l'Etiopia al Kenya, compromettendo il commercio con Nairobi.
“Il conflitto sta entrando in una fase ancora più dura. L’Etiopia sta vivendo la fase più drammatica della sua storia recente” afferma all’Agenzia Fides una fonte locale. “Sono entrati in azione i droni iraniani che stanno bombardando le truppe tigrine, mentre le autorità centrali stanno armando i civili. I tigrini devono quindi far fronte a diverse milizie, ma il fatto che siano entrati in territorio Amhara sta mettendo in difficoltà il Premier Abiy Ahmed”. Quest’ultimo sta cercando appoggi internazionali, anche per risolvere le dispute con il vicino Sudan, per le quali il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan si è offerto di mediare. Durante la sua visita in Turchia Abiy, oltre a incassare l’impegno del Presidente turco di adoperarsi per cercare una soluzione al conflitto tigrino e alla disputa con il Sudan, ha firmato con Ankara un accordo militare. (L.M.) (Agenzia Fides 20/8/2021)
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AFRICA/MALI - Dopo il Burkina Faso nuovo assalto jihadista nel Sahel: uccisi 15 soldati maliani
 
Bamako (Agenzia Fides) – Nuovo attacco nel Sahel da parte di gruppi jihadisti contro militari regolari. Dopo quello del 18 agosto in Burkina Faso (vedi Fides 19/8/2021), ora è la volta del Mali, dove ieri, 19 agosto, quindici soldati sono stati uccisi e diversi altri sono rimasti feriti in un'imboscata a un convoglio militare nei pressi di Boni nel centro del Paese.
Un'autobomba è esplosa al passaggio del convoglio, seguita da pesanti colpi di arma da fuoco, afferma una nota ufficiale, secondo la quale sono in corso gli sforzi per evacuare i feriti. Secondo alcune fonti i jihadisti sarebbero riusciti a impadronirsi di alcuni veicoli militari armati di mitragliatrice.
L’agguato è avvenuto lungo l’importante arteria che collega Gao a Mopti, la strada nazionale 16. Un’area che un gruppo legato ad Al Quida cerca di controllare. Imboscate e attacchi con ordigni esplosivi sono ricorrenti, in particolare nel Mali centrale e nelle tre regioni di confine tra Mali, Niger e Burkina Faso. Proprio sul lato del Burkina Faso si è avuto l’assalto del 18 agosto il cui bilancio si è fatto ancora più pesante ed è salito a 80 morti, di cui 65 sono civili.
Il convoglio partito da Dori contava quasi 80 veicoli. "Ha coperto una distanza di circa 600 metri", ha detto una fonte della sicurezza. I gendarmi erano in testa e in coda al convoglio. Gli aggressori hanno aperto il fuoco a Boukouma, in mezzo al convoglio a circa 20 chilometri da Arbinda dopo Gorgadji. "Ciò ha reso molto difficile la risposta dei gendarmi perché era necessario evitare di sparare ai civili", afferma la fonte. I jihadisti sono stati respinti dopo tre ore di combattimenti.
Anche in Burkina Faso, come in Mali, è opinione comune che i gruppi jihadisti stiano intensificando gli attacchi ai militari per affermare il loro controllo del territorio, soprattutto dei punti di passaggio strategici. (L.M.) (Agenzia Fides 20/8/2021)
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AMERICA/BRASILE - Vescovi emeriti: un nuovo modo di essere Vescovo, una risorsa per la missione
 
San Paolo (Agenzia Fides) - Attualmente in Brasile ci sono 162 Vescovi emeriti vivi, secondo i dati raccolti dal Professor Fernando Altemeyer Junior, dal Dipartimento di Scienze religiose della Pontificia Università Cattolica di San Paolo (PUC-SP), che svolge da oltre 20 anni il lavoro di aggiornare statistiche e nomi dell'Episcopato brasiliano. Il Codice di Diritto Canonico definisce come "emerito" quel Vescovo che perde "l'ufficio per limite di età o per rinuncia accettata". La Chiesa fissa l'età di 75 anni per la presentazione della richiesta di dimissioni al Papa, che può accettarla subito o rinviarla a seconda delle esigenze pastorali.
I Vescovi emeriti, pur non dovendo più esercitare le loro funzioni di governo delle diocesi, continuano comunque a partecipare alle attività pastorali e a collaborare con la missione evangelizzatrice della Chiesa. Un esempio di tale collaborazione è dato da Monsignor Francisco Biasin, Vescovo emerito di Barra do Piraí, Volta Redonda, che ha assunto la presidenza della Commissione episcopale per i Vescovi Emeriti della Conferenza Episcopale del Brasile, CNBB, nel 2019. In una dichiarazione riportata dal portale della CNBB afferma che l'Emerito è "un dono alla Chiesa, perché essere emerito è un'occasione per reinventare la vita, è un nuovo modo di essere Vescovo".
La Commissione episcopale per i Vescovi Emeriti ha un carattere particolare, diverso dalle altre Commissioni episcopali, realizzando quanto stabilito dal Codice di Diritto Canonico, secondo cui la Conferenza episcopale "deve cercare di fornire il sostegno adeguato e dignitoso al Vescovo che rinuncia, tenendo conto dell'obbligo primario a cui è soggetta la stessa diocesi in cui ha prestato servizio". Creata nel 2012 dalla CNBB, la Commissione quindi accompagna i Vescovi emeriti, preoccupandosi di sostenerli e assisterli. Oltre a Monsignor Biasin, la Commissione è composta da Monsignor Nelson Westrupp, Vescovo emerito di Santo André, e da Monsignor Paulo Antônio de Conto, Vescovo emerito di Monte. Consigliere è padre João Cândido Neto.
Sin dalla sua creazione, la Commissione ha rafforzato il collegamento dei Vescovi emeriti, organizzando riunioni, come l'Incontro nazionale degli Emeriti, o attraverso gli strumenti di comunicazione tra i Pastori che hanno lasciato il governo diocesano.
L'ultimo Incontro nazionale dei Vescovi Emeriti, alla sua quinta edizione, si è tenuto nel settembre 2019, presso il Centro Culturale Missionario (CCM), a Brasilia. All'epoca, padre João Cândido Neto disse che l'obiettivo era quello di dimostrare principalmente che i Vescovi emeriti non sono soli: "La Cnbb è insieme a loro e questo è il momento in cui ogni Vescovo ha potuto condividere parte della sua esperienza di vita e della sua esperienza pastorale, perché ognuno di loro, specialmente quelli che sono qui, sta ancora svolgendo qualche lavoro pastorale".
A causa della pandemia, il 6° Incontro nazionale che si sarebbe dovuto tenere nel 2020, è stato posticipato. Per quest'anno 2021, la Commissione prevede un incontro con i Vescovi emeriti delle regioni in cui è suddivisa la CNBB. L'idea è quella di riunirli virtualmente per un momento di riflessione e condivisione sul tema: "Il ruolo del vescovo emerito in una Chiesa sinodale, alla luce dell'Assemblea ecclesiale dell'America Latina e dei Caraibi e del prossimo Sinodo dei Vescovi". (SL) (Agenzia Fides 20/08/2021)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

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