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mercoledì 20 maggio 2020

Agenzia Fides 20 maggio 2020

AFRICA/GHANA - “Il Covid-19 sta facendo emergere l'immagine della Chiesa come famiglia di Dio”, dice il Direttore Nazionale delle POM
Accra (Agenzia Fides) – “Il Covid-19 ha incoraggiato le famiglie a stare e a pregare insieme, facendo emergere l'immagine della Chiesa come famiglia” dice all’Agenzia Fides p. Isaac Ebo-Blay, Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie del Ghana (POM).
“Così facendo la pandemia ha cambiato la percezione della gente verso la Chiesa non più solo come un edificio di culto ma anche e soprattutto come Chiesa di battezzati che sono il tempio dello Spirito Santo: è così che forma la Chiesa domestica”.
Il Direttore nazionale delle POM sottolinea inoltre che la sospensione delle celebrazioni a causa della pandemia “ha incoraggiato la Chiesa del Ghana a utilizzare di più i social media per diffondere il Vangelo ai fedeli, che fino ad ora non erano molto utilizzati”.
“La vita sacramentale dei fedeli però è stata gravemente colpita perché sebbene seguano la Messa online e in tv e preghino per la loro comunione spirituale, non è la stessa cosa della partecipazione alla celebrazione comunitaria dell'Eucaristia” sottolinea p. Ebo-Blay. Inoltre “la vita pastorale è stata gravemente colpita. Le visite a case, ospedali, prigioni ecc. sono state sospese. Gli anziani e i malati non ricevono la comunione”.
Gli effetti di questo periodo di blocco delle regolari attività ecclesiali potrebbero determinare sviluppi come "un aumento dell'influenza dei gruppi ecclesiali, i cui membri laici generalmente dedicano molto più tempo degli altri cattolici al lavoro missionario e con più fervore evangelico” o l'emergere di piccole affiatate comunità di fede all'interno delle parrocchie, che si incontrano regolarmente nelle case, invece che in grandi eventi parrocchiali”.
Dal punto di vista economico dice il Direttore nazionale delle POM “la pandemia ha messo a dura prova i contributi delle persone. Sebbene i pagamenti elettronici e digitali vengano effettuati da alcuni fedeli, una percentuale maggiore di questi non riesce a pagare. Ciò sta influenzando negativamente la missione della Chiesa in Ghana”.
In questa difficile situazione, “la Chiesa in Ghana deve essere lodata per aver mostrato compassione e amore per le persone che vivono negli slum di città e villaggi” dice p. Ebo-Blay. "I giovani aiutano a distribuire cibo alla gente. Tuttavia, nel perseguimento della missione, la Chiesa in Ghana dovrebbe prestare maggiore attenzione ai poveri nella Chiesa e nella società il cui numero è aumentato”. Il Direttore delle POM ricorda un’importante iniziativa caritativa: “l'arcidiocesi di Accra con il suo pastore, l’Arcivescovo Sua Ecc. Moms. John Bonaventure Kwofie, ha offerto cibo e sistemi di protezione personale (DPI) ai residenti della baraccopoli “La città di Dio” che ospita oltre 150.000 abitanti per lo più poveri e vulnerabili”.
“La recessione potrebbe anche provocare una nuova spinta e un'opportunità per l'evangelizzazione, poiché le persone sono provate dalla pandemia e si trovano alla ricerca di un significato” dice p. Ebo-Blay.
Per quanto riguarda il Fondo speciale di emergenza delle POM per le vittime di coronavirus, p. Ebo-Blay dice che “sebbene le informazioni sul Fondo di emergenza siano state ricevute e diffuse alle Opere e alle istituzioni della Chiesa, solo una delle Opere finora ha promesso una donazione. Stiamo ancora aspettando la risposta delle altre Opere. Nel frattempo alcune società ecclesiali hanno contribuito agli sforzi della Conferenza episcopale cattolica del Ghana per aiutare le vittime del coronavirus”. (L.M.) (Agenzia Fides 20/5/2020)
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AFRICA/ANGOLA - La vita dopo Covid-19 non sarà più la stessa: in aumento fame e povertà
Luanda (Agenzia Fides) – I primi casi di coronavirus nel Paese sono stati registrati dalle autorità alla fine di marzo. Alcune settimane dopo, il governo ha decretato lo stato di emergenza, ma "nella crisi, si è registrata e vista la presenza costante della Chiesa cattolica accanto alla popolazione": lo scrive all’Agenzia Fides José Ventura, docente e sociologo angolano. “Con lo stato di emergenza, gli angolani sono entrati in isolamento, riducendo così i diritti della popolazione, in vista di attenuare la pandemia. Chiuse scuole, chiese, università, pubblica amministrazione, società private e commercio informale.”
Nella nota pervenuta a Fides, il professor Ventura sottolinea che "la Chiesa cattolica è la più grande confessione religiosa del paese e attraverso i media, principalmente attraverso Radio Ecclesia, Radio Maria, le emittenti diocesane e la televisione di stato ha intensificato la sua presenza trasmettendo la messa domenicale. Le parrocchie sono rimaste accanto alla gente attraverso i social network, una realtà non molto presente prima del Covid-19. In alcune comunità, ad esempio, i parroci hanno creato su Facebook, il social più usato del paese, i profili delle loro parrocchie per rimanere più presenti nella vita dei fedeli.”
Facendo riferimento alla situazione della vita sociale ed economica, il sociologo angolano rileva che “la vita in Angola è diventata più costosa dal punto di vista economico. I limiti imposti dallo stato di emergenza hanno indebolito il mercato informale, assorbendo gran parte della forza lavoro del paese. Poiché la maggior parte dei cittadini dipende dal settore informale, la povertà è aumentata e con essa le difficoltà dei cittadini. La situazione tende a peggiorare a causa del calo del prezzo del petrolio, mettendo il paese in una situazione di dilagante recessione economica, che dura dal 2014 e che aggrava la vita delle popolazioni. Giorno dopo giorno molte famiglie perdono il loro potere d'acquisto. A causa della situazione di estrema povertà, ci sono casi di decessi dovuti alla fame. Inoltre, aggiunge il giornalista angolano - in Angola, il sistema sanitario nazionale è molto fragile, anche oggi molte persone muoiono per malaria.”
Continua Ventura: “Per mitigare la situazione sociale causata dalla pandemia, il governo ha attuato politiche di assistenza sociale con distribuzione gratuita di acqua potabile, alimenti non deperibili, prodotti per l'igiene . Secondo l'opinione di esperti sociali, queste misure del governo non risolvono la situazione di povertà in Angola. L'esecutivo angolano dovrebbe rivedere le sue politiche pubbliche, legate all'emancipazione delle famiglie, poiché il piano di diversificazione economica annunciato nel 2014 non ha dato buoni esiti. Tuttavia, le autorità locali sperano di tornare presto alla vita normale nel paese, con il ripristino dei servizi, delle istituzioni e dell'economia. Una cosa è certa, la vita dopo il Covid-19 non sarà più la stessa”, conclude il professor Ventura.
(JV/AP) (Agenzia Fides 20/5/2020)
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ASIA/FILIPPINE - Dopo il Covid-19, urge una "svolta verde" nell'economia, ripartendo dall'agricoltura
Manila (Agenzia Fides) - La Chiesa nelle Filippine vede l'urgenza e propone una "svolta verde" nell'economia del paese, soprattutto nel periodo post-Covid-19. Secondo gli economisti dell'Università Ateneo di Manila, guidata dai Gesuiti nella capitale, la nazione potrebbe sollevarsi dalla pandemia, e avere una ripresa migliore e duratura, se il governo attuasse riforme che incoraggino lo sviluppo di un'economia verde, trainata dall'agricoltura.
Questi temi e queste riflessioni sono state rilanciate e diffuse da vari enti e istituzioni cattoliche nel corso della Settimana celebrativa dedicata alla "Laudato Si'", che si tiene dal 16 al 24 maggio in occasione del 5° anniversario dell'enciclica di Papa Francesco.
Il Segretariato nazionale per l'azione sociale (NASSA) della Conferenza episcopale delle Filippine, che è la "Caritas Filippine", ha lanciato per l'occasione la "Campagna verde Laudato Si'", al fine di "creare una maggiore consapevolezza tra le persone per la cura dell'ambiente e i nuovi modelli di viluppo" ha spiegato a Fides p. Edwin Gariguez, segretario esecutivo del NASSA.
La campagna promuove la sicurezza alimentare, la tutela dell'ambiente e delle popolazioni indigene, investimenti verso l'energia pulita e rinnovabile, Il Segretariato ha avviato un programma per garantire la sicurezza alimentare nelle comunità durante e dopo la pandemia di coronavirus. A tal fine si incoraggiano diocesi e parrocchie a promuovere l'agricoltura comunitaria e a intensificare le loro campagne ecologiche.
In tempi di Covid-19, si afferma, la fede, la prossimità, la solidarietà e la condivisione sono "armi vitali per salvare i nostri simili".
Per rispondere a questo appello, tra le tante iniziative registrate in tutte le diocesi, la diocesi di San Carlos, attraverso la San Carlos Diocesan Social Action Foundation, Inc. ha avviato uno programma per raggiungere gli indigenti, lanciando il progetto "Adotta una famiglia". Si punta così a individuare quanti considerati i più poveri tra i poveri, persone che non sono in grado di lavorare a causa della crisi e quindi non hanno la capacità di nutrire la loro famiglia. (SD-PA) (AGenzia Fides 20/5/2020)
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ASIA/CAMBOGIA - Il ricordo delle vittime dei Khmer rossi è occasione per fare memoria dei martiri cambogiani
Phnom Penh (Agenzia Fides) - "Ricordiamo oggi le vittime e le sofferenze che sono avvenute durante il regime genocidario dei Khmer rossi. Ricordiamo anche i nostri martiri. E preghiamo per la pace, il dialogo e la riconciliazione in Cambogia e nel mondo": è il messaggio inviato all'Agenzia Fides dal Vescovo Olivier Schmitthaeusler, M.E.P, Vicario Apostolico di Phnom Penh, mentre il Cambogia il 20 maggio si celebra la Giornata per ricordare le stragi compiute dai Khmer Rossi e dal regime di Pol Pot. I cambogiani la definiscono "Giornata della rabbia'', e spesso in diversi luoghi si assiste a ricostruzioni o rappresentazioni in cui studenti vestiti in nero ricreano le vessazioni commesse nei celebri "campi del massacro''.
Ma la Chiesa vuole ricordarla e celebrarla come "Giornata della memoria, dei martiri e della riconciliazione", piuttosto che porre l'accento su sentimenti come rabbia e vendetta. Spiega il Vescovo a Fides: "Quest'anno celebriamo il 45° anniversario dell'ordinazione episcopale del primo Vescovo cambogiano, Mons. Joseph Chhmar Salas, ordinato segretamente da Mons. Yves Ramousse, il 14 aprile 1975, mentre la chiesa di Notre Dame a Phnom Penh veniva bombardata. Il 17 aprile 1975, i Khmer Rossi entrarono a Phnom Penh e tutta la popolazione fuggì o fu evacuata. Mons. Chhmar Salas fu portato nel nordest del Paese, a Tangkauk, dove è morto nel 1977. È il protomartire nella nostra lista di 14 martiri la cui causa di beatificazione è in corso dal 15 maggio 2015" .
Il Vicario Apostolico aggiunge: "Quest'anno celebriamo, inoltre, il trentesimo anniversario della resurrezione della Chiesa in Cambogia: era il 14 aprile 1990 quando Mons. Emile Destombes celebrò nuovamente la Pasqua in un cinema a Phnom Penh. Fu un momento storico e di grande valore simbolico e spirituale: nel blackout degli anni bui del regime, la luce della fede non si era spenta e la fiamma del cero pasquale riscaldò e illuminò quella stanza buia". " Oggi - prosegue Mons. Schmitthaeusler - i cattolici dicono con fede: Cristo Gesù è vivo! Questo è ciò che abbiamo celebrato 30 anni dopo, nel nostro mondo invaso dall'oscurità della morte, della paura e della solitudine. Vogliamo ricordare le ultime parole di Mons. Salas a Mons. Ramousse, pronunciate il 17 aprile 1975 prima di partire per le polverose strade della Cambogia, che furono: 'Parlate di noi al mondo'. Con questo spirito teniamo viva la memoria dei nostri martiri e viviamo nella Cambogia di oggi il Vangelo della pace e della riconciliazione".
Durante il potere dei Khmer Rossi, dal 1975 al 1979, circa due milioni di cambogiani morirono a causa di esecuzioni, fame o malattie. I campi di sterminio punteggiano il paese, con oltre 20.000 siti di tombe di massa contenenti oltre 1,38 milioni di corpi, secondo il Centro di documentazione della Cambogia. Il più grande dei campi di sterminio era Choeung Ek, che si trova alla periferia di Phnom Penh e oggi funge da monumento a tutti coloro che sono morti e sopravvissuti, e per ricordare ai posteri quella immane sofferenza. Per le proporzioni del fenomeno e l’impatto sulla popolazione totale, lo sterminio cambogiano può essere considerato come un caso senza precedenti nella storia dell’umanità. (PA) (Agenzia FIdes 20/5/2020)
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AMERICA/COLOMBIA - Covid 19: gli operatori della pastorale sociale sono un ponte tra le persone che hanno bisogno
Malaga (Agenzia Fides) - La Chiesa cattolica continua a portare avanti il suo impegno ​accompagnando, sostenendo, proteggendo e coordinando gli sforzi per garantire il minimo necessario di cui hanno bisogno le comunità in questo periodo di pandemia. Così la diocesi di Malaga-Soatá, da Santander (Colombia) ha informato della condivisione con i più vulnerabili.
Tutto il gruppo che lavora nella leadership della diocesi ha organizzato delle iniziative di beneficenza nella regione, come l'assistenza alimentare, l'accesso alla salute e il reperimento di alloggio, che hanno particolarmente alleviato la situazione della popolazione vulnerabile e migrante; Un altro dei suoi contributi è la promozione dello sviluppo umano integrale e dei processi di formazione, principalmente per la popolazione rurale, al fine di generare economie sostenibili, autosufficienti e solidali.
Rispondendo ai bisogni che sorgono a seguito dell'emergenza sanitaria che il Paese sta affrontando a causa del Covid-19, Mons. José Libardo Garcés Monsalve, i sacerdoti e i parroci di questa circoscrizione, con l'obiettivo di non avere "nessun affamato nella diocesi" hanno promosso campagne di incoraggiamento e di speranza, al fine di promuove la solidarietà e la generosità a livello diocesano e da parte delle parrocchie. La raccolta di beni di prima necessità è stata molto positiva, grazie alla risposta della comunità e soprattutto dei commercianti, che contribuiscono maggiormente a questa causa.
Nella nota inviata a Fides, il sacerdote Luis Alfonso Hernández, osserva: "lo facciamo perché riconosciamo che questa è la missione della Chiesa, è la nostra missione, la nostra responsabilità, perché comprendiamo che la carità è il cuore del Vangelo e senza di essa non ci sarebbe alcun senso o ragione di essere, ciò che facciamo è ciò che siamo”.
Da quando è iniziata la quarantena, le azioni di sensibilizzazione e condivisione si sono intensificate, le reti di comunicazione sono state rafforzate in modo che gli aiuti raggiungano le persone che ne hanno bisogno, in particolare gli anziani, i malati, le persone in carcere, le famiglie più vulnerabili, i migranti, la popolazione rurale dispersa e i disoccupati.
"Gli operatori della pastorale sociale sono un ponte tra le persone che hanno bisogno di accesso agli aiuti alimentari e noi che li canalizziamo" afferma il sacerdote Hernández. Inoltre, la diocesi ha gestito, articolato e coordinato le azioni con organizzazioni come il Banco Alimentare, ad esempio, con quella di Bucaramanga, è riuscita a gestire 100 mercati che sono stati di grande aiuto per la popolazione vulnerabile.
(CE) (Agenzia Fides 20/05/2020)
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AMERICA/PARAGUAY - Nella sua visita Giovanni Paolo II ci incoraggiò “a non rinunciare al sogno e all'impegno per un Paraguay riconciliato e fraterno”
Asuncion (Agenzia Fides) – “Nell'Anno della Parola di Dio che celebra la nostra Chiesa in Paraguay, Dio ha cercato il modo per rendere la Buona Novella più viva e presente. Le chiese sono state vuote, ma i pulpiti sono stati riempiti con la Parola di vita eterna. Speriamo che, rispettando le necessarie misure igieniche e di biosicurezza, saremo presto in grado di incontrarci di nuovo per condividere la frazione del pane e i sacramenti della Chiesa. Manteniamo viva la fede, resti saldo il nostro animo, come ci ha detto san Giovanni Paolo II”. E’ l’esortazione che i Vescovi del Paraguay hanno rivolto alla comunità dei fedeli il 19 maggio. “Il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, che ci visitò 32 anni fa come Papa, è l'occasione di questo messaggio pastorale – spiegano -. Ricordiamo nel suo ministero e nel suo magistero, la sua fede convinta e ferma… Papa Giovanni Paolo II ci ha visitato per confermarci nella fede, nella speranza e nella carità, incoraggiandoci a non rinunciare al sogno e all'impegno per un Paraguay riconciliato e fraterno”.
Nel loro messaggio, pervenuto a Fides, i Vescovi ricordano che “sono passati mesi dalla dichiarazione della pandemia di Covid-19 e sappiamo che la fine non sarà presto”. Di fronte alla fatica, alla paura, all'angoscia per il pane quotidiano, alla sensazione di insicurezza e vulnerabilità, agli interrogativi per il futuro, invitano: “aumentiamo le nostre preghiere, affinché, dalla solidarietà internazionale e nazionale, possano essere offerte soluzioni scientifiche, tecniche, economiche e amministrative per sostenere la vita, proteggere la convivenza e aprire nuove e migliori vie per l'umanità”. I Vescovi del Paraguay sono “solidali in questa avversità”, e ricordano le parole di San Giovanni Paolo II sulla valorizzazione della cultura locale per superare le prove.
Il messaggio è articolato in cinque punti, richiamando le parole di Papa Giovanni Paolo II. Il primo, “Viviamo la speranza, non la paura”, ricorda che “come cristiani dobbiamo essere prudenti, ascoltare i consigli dei medici e proteggerci. Ma ancora di più, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per Cristo in ogni persona malata, con il vicino che è solo, in condizioni vulnerabili, lontano dalla sua casa e famiglia… Per rafforzare la speranza dobbiamo fare più affidamento sulla fede e sull'amore, che ci umanizza e ci spinge a fare il bene”. Nel secondo punto, intitolato “Traiamo forza dalla debolezza, per offrire ospitalità ai più vulnerabili”, scrivono: “La nostra forza cristiana si manifesta nella capacità di prenderci cura dello straniero, dell'abbandonato, del visitatore, del bisognoso, condividendo ciò che abbiamo, anche se è poco”.
Quindi, nel terzo punto, esortano a sostenere “il coraggio della solidarietà”. Molti hanno perso il lavoro e non sono in grado di mantenere le loro famiglie, l'economia entra in una fase di recessione, aumentano violenza domestica e atti criminali, per questo “Dobbiamo decidere tra egoismo o generosità, scegliere di costruire un mondo più cristiano e più umano, prendendoci cura dell'integrità delle persone, della vita delle famiglie, unendo gli sforzi di solidarietà di tutti per il pane, la casa, il lavoro, la salute e l’istruzione”.
Il quarto punto chiede una leadership di alta moralità, “impegnata per la vita e un nuovo Paraguay”. “La nostra missione di pastori e di tutti i cristiani – scrivono - è quella di costruire una società più sana nella vita morale e piena di pace nella convivenza. La moralità pubblica è il presupposto che rende possibili i più grandi ideali di giustizia, pace, libertà e partecipazione”, quindi sottolineano che “l'ora in cui viviamo deve essere intesa come la chiamata di Dio per coloro che occupano una posizione di comando e per tutti i cittadini. È tempo di prendere le giuste decisioni, di apportare le modifiche necessarie e di proporre i piani adeguati per lo sviluppo integrale del nostro paese a beneficio di tutti”.
Infine i Vescovi invitano a rivolgersi alla Vergine di Caacupé: “Lei non ci abbandona nella nostra povertà, nella nostra malattia, nelle situazioni di dimenticanza sociale, e ci chiede di non scoraggiarci, di avere fede nel suo Figlio Gesù, di ascoltare la sua Parola e di continuare insieme, come suoi discepoli”. (SL) (Agenzia Fides 20/5/2020)

lunedì 15 ottobre 2018

Sinodo da Vatican News 15 ottobre 2018

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“Noi tutti ascoltiamo i bisogni dei giovani e assicuriamo un’attenzione speciale alle persone con disabilità perché il Sinodo è con loro e si prende cura di ... 
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Il patriarca di Antiochia dei Maroniti e l'impegno per mantenere legami con i giovani che emigrano. “Vogliamo che siano formati sulla loro identità di fede e ... 
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L’arcivescovo di Lubango parla di una Chiesa ricca di giovani che si impegnano, ma sono ancora pochi gli accompagnatori, per far capire ai coetanei “che Dio può ... 
Giovani cattolici africani
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Mons. Guzzetti, vescovo di Moroto: “Anche qui contro gli abusi stanno alzando la testa. Ma occorrono strumenti giuridici per tutelare le vittime. I nostri ... 

mercoledì 20 luglio 2016

Bollettino agenzia Fides 20 luglio 2016

AFRICA/ANGOLA - La famiglia in Africa oggi e domani, alla luce del Vangelo
 
Luanda (Agenzia Fides) – Con una solenne concelebrazione eucaristica della parrocchia della Santa Famiglia a Luanda, capitale dell’Angola, ieri si è aperta ufficialmente la 17ma Assemblea Plenaria del SECAM/SCEAM (Symposium of Episcopal Conferences of Africa and Madagascar) sul tema “La famiglia in Africa, ieri, oggi e domani: alla luce del Vangelo”. La Messa, cui erano presenti i circa 150 partecipanti all’Assemblea, tra Cardinali, Vescovi, Segretari regionali e nazionali di Conferenze Episcopali africane, è stata presieduta dal Vescovo di Lubango, Sua Ecc. Mons. Gabriel Mblingue, Presidente della Conferenza Episcopale di Angola e Sao Tomé: per la prima volta dalla sua creazione, nel 1969, il SECAM tiene la sua Assemblea in Angola.
Durante i lavori, che si concluderanno con la Messa di domenica 24 luglio, i partecipanti analizzeranno attraverso seminari e tavole rotonde, una serie di temi legati alla realtà e al futuro delle famiglia africana, tenendo conto dei due recenti Sinodi sulla famiglia e della Esortazione Apostolica “Amoris laetitia”. Si parlerà quindi delle sfide poste oggi alla famiglia in Africa, di evangelizzazione della famiglia, di come l’influsso dei nuovi media e delle nuove ideologie sta cambiando la vita familiare nel continente. La riflessione dovrà portare ad individuare le soluzioni pastorali più adatte per rispondere alle sfide poste alla famiglia, che è il nucleo fondamentale della società. (SL) (Agenzia Fides 20/7/2016) 
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AFRICA/NIGERIA - Denutrizione acuta per 240 mila bambini per la crisi umanitaria causata da Boko Haram
 
Abuja (Agenzia Fides) – A causa dell’aggravarsi della situazione umanitaria, dovuta al conflitto con il gruppo jaidista Boko Haram, oltre 240 mila bambini soffrono di denutrizione acuta oltre ad un elevato rischio di morte nello Stato di Borno, nord est della Nigeria. Secondo le stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite per l’infanzia, dei 244 mila bambini colpiti, quasi 50 mila potrebbero morire se non ricevono assistenza tempestiva. “In media moriranno 134 bambini al giorno per cause relazionate con la denutrizione acuta se la risposta non aumenta rapidamente”, si legge in una nota stampa del direttore regionale dell’Unicef per Africa Occidentale e Centrale pervenuta a Fides.
La crisi alimentare nella regione diventa sempre più evidente via via che le truppe della forza multinazionale stanno riguadagnando il controllo dei territori tenuti da Boko Haram e che diventano più accessibili agli aiuti umanitari. I luoghi che sono ora praticabili presentano un quadro desolante: città completamente distrutte che ospitano gli sfollati privi di adeguate condizioni igieniche, acqua o cibo. Le organizzazioni umanitarie purtroppo non hanno ancora accesso a quasi due milioni di persone che vivono in aree poco sicure. Nei sette anni del conflitto, Boko Haram ha causato la morte di più di 12 mila persone, secondo le stime del governo, anche se altre fonti ritengono che la cifra sia oltre il doppio, e costretto oltre 2,5 milioni di persone a fuggire dalle loro case. (AP) (20/7/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/YEMEN - Foto del salesiano rapito sul suo account facebook; il Vescovo Hinder: “anch’io penso che sia vivo”
 
Aden (Agenzia Fides) - “Non abbiamo notizie ulteriori e oggi, con i mezzi tecnici a disposizione in questo campo, tutto è possibile. Ma la foto può essere autentica. C'è chi vi vede comunque la prova che padre Tom è ancora vivo. E anche io credo che sia vivo”. Cosi il Vescovo Paul Hinder OFMCap, Vicario apostolico per l'Arabia meridionale, commenta la pubblicazione della foto comparsa sull'account facebook di padre Tom Uzhunnalil, il sacerdote salesiano indiano rapito lo scorso 4 marzo ad Aden dal commando di terroristi che quel giorno assaltarono una casa di cura nella città yemenuta, trucidando quattro suore Missionarie della Carità, insieme ad altre 12 persone.
La foto, apparsa ieri sull'account facebook di padre Tom, ritrae un uomo dall'aria sofferta, con i capelli piuttosto lunghi, la barba incolta e le mani sul petto. Il messaggio in inglese che accompagna la foto annuncia l'imminente pubblicazione di una “supplica” del sacerdote rapito. Non viene segnalato chi abbia “postato” la foto e il messaggio. Secondo quanto riportato da media indiani, molti familiari di padre Tom, sotto la barba incolta e i capelli insolitamente lunghi, hanno riconosciuto nell'uomo ritratto nella foto i tratti somatici del sacerdote. “Per ora” riferisce all'Agenzia Fides il Vescovo Hinder “non ci sono elementi ulteriori per decifrare il senso e la provenienza di quella foto. Negli ultimi tempi, i tentativi di arrivare alla liberazine di padre Tom non avevano registrato sviluppi significativi”.
Lo scorso 4 marzo, i terroristi avevano portato via con loro padre Tom Uzhunnalil dopo aver compiuto la strage nella residenza per anziani e disabili affidati alle cure dele suore di Madre Teresa. A quasi un mese dal massacro e dal sequestro, erano circolate nella rete web indiscrezioni che accreditavano senza alcun riscontro l'uccisione per crocifissione del sacerdote nella giornata del Venerdì Santo (25 marzo). Nei giorni seguenti, lo stesso Vescovo Hinder aveva parlato di “forti indicazioni” che facevano ritenere il sacerdote ancora in vita e nelle mani dei suoi rapitori. Poi, martedì 29 marzo, la Congregazione salesiana, in un comunicato ufficiale, aveva indicato nel governo indiano, nel Vicariato apostolico per lArabia meridionale e nell'ispettore salesiano di Bangalore, le fonti affidabili a cui riferirsi per seguire eventuali sviluppi della vicenda di padre Tom. (GV) (Agenzia Fides 20/7/2016).
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ASIA/TERRA SANTA - L'Ordine del Santo Sepolcro inaugura il suo nuovo sito Web
 
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Le iniziative e i progetti realizzati e sostenuti soprattutto in Terra Santa dall'Ordine equestre del Santo Sepolcro avranno d'ora in poi un nuovo strumento per essere conosciuti in tutto il mondo: si tratta del nuovo sito Web internazionale dell'Ordine equestre www.oessh.va, inaugurato nei giorni scorsi dal Card. Edwin O'Brien, Gran Maestro dell'Ordine del Santo Sepolcro Già accessibile in cinque lingue, il nuovo Sito è stato progettato dal Dipartimento Comunicazione dell'Ordine, in collaborazione con la Segreteria delle comunicazioni della Santa Sede. Il nuovo website – riferisce sui media del Patriarcato latino di Gerusalemme Francois Wayne, Direttore del servizio comunicazione dell'Ordine – servirà in primis agli stessi membri – 30mila Cavalieri e Dame, sparsi in tutto il mondo – per seguire le informaizoni provenienti dalla Terra Santa, in particolare quelle relative alla vita del Patriarcato latino e della Custodia francescana.
Ma “tutti coloro che sono interessati alla Terra Santa” aggiunge Wayne “possono trovare in questo sito stimoli e incoraggiamento per continuare ad aiutare le comunità cristiane che vivono nelle terre bibliche, dentro una prospettiva di dialogo e in una dinamica di fraternità universale”.
Oggi – sottolinea ancora Wayne - “i Cavalieri e le Dame del Santo Sepolcro, sempre più numerosi, sono uomini e donne impegnati nelle loro diocesi, per lo più laici, che cercano di vivere il loro Battesimo alla luce della spiritualità della tomba vuota, a testimoniare la potenza della risurrezione di Cristo dedicando le proprie energie a sostenere le "pietre vive" della Chiesa Madre in Terra Santa”. Tra i modelli di santità a cui si ispirano c'è il Beato Bartolo Longo, apostolo del Rosario e membro laico dell'Ordine, che presso le rovine di Pompei “ha costruito un luogo di preghiera e opere sociali, fonte di speranza per milioni di pellegrini”. Proprio al Santuario della Madonna di Pompei i membri dell'Ordine si recheranno a ottobre in un pellegrinaggio giubilare, nel contesto dell'Anno Santo della Misericordia. (GV) (Agenzia Fides 20/7/2016).
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AMERICA/COLOMBIA - Costruire la pace anche attraverso le onde radio
 
Bogotà (Agenzia Fides) – Per giungere al perdono, alla riconciliazione e alla pace tra i colombiani è necessario prima di tutto conoscere le radici e i motivi del conflitto armato vissuto dal paese. In questo processo è fondamentale il ruolo e l’identità dei comunicatori sociali per costruire scenari di pace il Colombia. E’ quanto si propone il secondo corso virtuale promosso dal Dipartimento delle comunicazioni della Conferenza Episcopale Colombiana, che avrà inizio il 22 agosto, sul tema “Verso un linguaggio di perdono, riconciliazione e pace”.
Secondo le indicazioni diffuse dalla Conferenza Episcopale, pervenute a Fides, il corso virtuale è rivolto a direttori, produttori, conduttori e animatori dei programmi radiofonici delle emittenti comunitarie, e vuole essere un ulteriore contributo della Chiesa cattolica alla pacificazione del paese, che nel post conflitto richiede l’impegno e l’aiuto di tutte le forze vive che lo compongono.
Il programma prevede 80 ore di formazione in due sessioni di lavoro (“Conosciamo la pace” e “Costruiamo la pace”), precedute da una settimana introduttiva, e la stesura di un progetto finale, facendo esperienza della trasmissione di messaggi sul tema della pace e della ideazione di programmi radiofonici. (SL) (Agenzia Fides 20/7/2016)
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AMERICA/HONDURAS - Educare i bambini ai valori morali attraverso la musica
 
El Progreso (Agenzia Fides) - Con il proposito di avvicinare alla musica i minori ed educarli ai valori umanitari come il rispetto, la tolleranza e la pace, è stato appena lanciato a El Progreso, dipartimento honduregno di Yoro, il progetto denominato “Alla scoperta delle mia abilità artistiche”. L’iniziativa è stata realizzata attraverso il Programma Municipale per Infanzia, Adolescenza e Gioventù (Pmiaj-Comvida), e consiste in un corso intensivo di musica che include lezioni di pianoforte, chitarra e flauto, nonchè colloqui sul rafforzamento della leadership. Le lezioni sono gratuite e attualmente ne beneficiano 420 bambini di diverse scuole ufficiali.
(AP) (20/7/2016 Agenzia Fides)

mercoledì 17 febbraio 2016

Bollettino Fides News del 17 febbraio 2016

 
News
 
EUROPA/UNGHERIA - Il Card. Filoni alla conferenza sugli aspetti religiosi delle migrazioni in Europa
 
Budapest (Agenzia Fides) – “Credo che la conoscenza della storia del cristianesimo in Medio-Oriente – oggi Iraq - non sia una stravaganza culturale, ma piuttosto un approccio che permette di comprendere le ragioni e gli eventi drammatici di questa regione, di apprezzare la sua vita e la sua cultura, così come le testimonianze di fede e le motivazioni che stanno dietro all'attaccamento dei cristiani a questa terra”. Così si è espresso il Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, nel suo intervento alla Conferenza accademica sugli impatti religiosi dell’immigrazione nelle società europee, che si svolge oggi presso l’Università nazionale di Budapest.
Il Prefetto del Dicastero Missionario è intervenuto sul tema “La Chiesa in Iraq: storia, sviluppo e missione dagli inizi ai nostri giorni” dal momento che è autore di un libro sull’argomento, in fase di traduzione in inglese, spagnolo e arabo, “al fine di portare l'attenzione sulla bella storia di questa antica Chiesa orientale, conosciuta anche come Chiesa caldea”, di cui non esisteva una storia completa.
La Chiesa in Iraq ha le sue radici in una “piccola, antica comunità cristiana, che da duemila anni vive nella regione della Mesopotamia” ha spiegato il Card. Filoni. “In questa regione cento anni fa i cristiani raggiungevano il 15% della popolazione totale. Oggi sono dall’1 al 2%! Dal tempo del genocidio armeno (1,2 milioni di vittime) e l'uccisione di 250.000 caldei, armeni e siriani, sia cattolici che ortodossi, è iniziato un esodo dei popoli dalla regione, e queste migrazioni di massa hanno accelerato fino ai giorni nostri, provocate da guerre, discriminazioni, mancanza di coesistenza pacifica e di lavoro”.
Il Card. Filoni, che ha vissuto per molti anni in Medio Oriente e nel 2014 è stato inviato in Iraq da Papa Francesco come suo rappresentante personale, si è soffermato sul fenomeno migratorio sottolineando che “le società europee non sono mai state un ‘unicum’. Non lo erano ieri, non lo sono oggi e non lo saranno domani. L'Europa è più simile a un contenitore…”. Nonostante le diversità, tre elementi hanno svolto un ruolo unificante in Europa: la religione, il concetto di diritto legato alla persona, la bellezza e l'arte. “Il motivo profondo che ha portato ad un esodo di dimensioni bibliche delle popolazioni del Medio Oriente verso l’Europa è l’assenza della pace” ha evidenziato il Cardinale, ribadendo che “ognuno ha diritto a vivere in pace, che rappresenta la più alta delle aspirazioni. Tutte le grandi emigrazioni hanno avuto inizio con la guerra”.
(SL) (Agenzia Fides 17/2/2016)

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AFRICA/EGITTO - Il Grande Imam al Tayyeb invitato in Vaticano per rilanciare il dialogo tra l'Università di al Azhar e la Santa Sede
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Lo Sheikh Ahmed al Tayyeb, Grande Imam dell'Università al- Azhar, ha ricevuto un invito a visitare il Vaticano per sancire in maniera ufficiale la ripresa del dialogo bilaterale tra la Santa Sede e la più autorevole istituzione religiosa e accademica dell'islam sunnita. A portare di persona l'invito presso le autorità dell'Università è stato l'Arcivescovo Miguel Angel Ayuso Guixot MCCJ, Segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.
“Al- Azhar e la Santa Sede” si legge in un comunicato diffuso dall'istituzione islamica “hanno concordato sulla necessità di tenere una riunione congiunta per uscire dalla fase di sospensione del dialogo bilaterale”. Nell'incontro con i responsabili di al Azhar, l'Arcivescovo Ayuso Guixot ha confermato la piena disponibilità della Santa Sede a ricevere a Roma una delegazione dell’istituzione accademica e religiosa sunnita, allo scopo di riprendere anche in forme nuove il dialogo a servizio della pace.
“Siamo venuti al Cairo” riferisce all'Agenzia Fides l'Arcivescovo Ayuso Guixot “per esprimere il cordiale desiderio di riprendere i rapporti di collaborazione, che noi da parte nostra non avevamo mai interrotto, e per richiamare l'importanza della nostra collaborazione per il bene comune dell'intera famiglia umana. Abbiamo portato anche l'invito al Grande Imam a venire a Roma a incontrare il Cardinale Jean Louis Tauran, Presidente del Pontificio Cnsiglio per il dialogo interreligioso, che poi accompagnerà il Grande Imam a un'udienza ufficiale con Papa Francesco. Pur senza precipitazioni, speriamo che questo possa avvenire presto”.
Per il Segretario del Dicastero vaticano responsabile del dialogo con le religioni, la ripresa della collaborazione fattiva tra Santa Sede e al Azhar assume rilevanza anche alla luce della congiuntura internazinale, segnata da conflitti e convulsioni che fanno soffrire popoli interi. La ripresa delle relazioni – sottolinea l'Arcivescovo Ayuso Guixot - rappresenta certo “una buona notizia, che nella situazione attuale aiuterà a guidare i nostri passi sui sentieri della giustizia e della pace, per un mondo migliore. I leader religiosi, con la loro collaborazione, vogliono dare un contributo importante: nel momento di buio che stiamo vivendo, è importante che ci sia questo far convergere le forze, le intenzioni e anche le azioni in favore dell'umanità ferita, che ha tanto bisogno di guarigione. Tante persone di buona volontà stanno già dando il proprio contributo per diffondere questo balsamo, di cui tutti abbiamo bisogno”.
L'incontro con i responsabili di al Azhar – fa sapere l'Arcivescovo Ayuso Guixot - è stato “cordiale”, e la ripresa della collaborazione rappresenta “un desiderio cndiviso da Papa Francesco e del Grande Imam al Tayyeb”. Anche l'Univerità di al Azhar ha dichiarato nel comunicato ufficiale la propria costante disponibilità a collaborare al servizio di tutto ciò che favorisce “la stabilità e la pace”, suggerendo anche di riconsiderare l'impostazione del dialogo bilaterale alla luce dei mutati scenari globali del tempo presente, segnati anche dal fenomeno del terrorismo che pretende di giustificarsi con motivazioni religiose. (GV) (Agenzia Fides 17/2/2016).
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AFRICA/KENYA - “Il suono dei ‘tamburi di guerra’ si intensifica in attesa delle elezioni” avverte un Vescovo
 
Nairobi (Agenzia Fides) - “I discorsi d’incitamento all’odio da parte dei politici sono un fenomeno ricorrente che accade prima che scoppino gli scontri tribali, dobbiamo fermare tutto questo” ha affermato Sua Ecc. Mons. Cornelius Korir, Vescovo di Eldoret e Presidente della Commissione Episcopale Giustizia e Pace del Kenya, durante un incontro pubblico del Gruppo di Osservazione Elettorale (ECLOG) del quale fa parte la Chiesa cattolica, insieme ad altre confessioni religiose e a gruppi della società civile.
Mons. Korir ha dato voce a tutte le componenti di ECLOG che avvertono che il suono dei “tamburi di guerra” si sta intensificando mentre il Kenya si sta avviando alle elezioni generali previste il prossimo anno.
Il Presidente di “Giustizia e Pace” ha sottolineato di essere stato testimone delle violenze a sfondo tribale fin dagli anni ’90, la maggior parte delle quali istigate dai politici. Il Vescovo ha invitato i giovani a non accettare favori da parte dei politici in cambio del loro voto ed ha sottolineato che i mass media hanno la responsabilità di riportare notizie corrispondenti alla verità per non alimentare la spirale violenta. Nelle violenze seguite alle elezioni presidenziali di fine 2007, decine di migliaia di persone persero la vita e milioni furono costrette alla fuga. (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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AFRICA/SUD SUDAN - “Ci vorrà del tempo e molta buona volontà per riportare la pace”
 

Juba (Agenzia Fides) - “I sud-sudanesi dicono che siamo tornati al capolinea, al punto zero, ma in realtà siamo a meno di zero, perché quello che è distrutto è irrecuperabile” dicono all’Agenzia Fides fonti locali da Juba, capitale del Sud Sudan, dove si è in attesa dell’arrivo dell’ex capo della ribellione, Riek Machar, in qualità di Primo Vice Presidente (vedi Fides 13/2/2016).
“Machar non è ancora rientrato a Juba perché non sono state ancora attuate quelle parti dell’accordo di pace che riguardano le condizioni di sicurezza di tutte la parti che lo hanno sottoscritto. In altre parole di deve far sì che le truppe che Machar si porterà con sé per la propria sicurezza non si scontrino con quelle fedeli al Presidente Kiir” dicono le fonti di Fides.
“Machar quindi è stato nominato Primo Vice Presidente del Sud Sudan in sua assenza, nel frattempo il Presidente Kiir continua a governare a suon di decreti e uno di questi ha sconvolto il Paese. Si tratta del decreto che suddivide il Sud Sudan in 28 Stati, un provvedimento che sta sollevando forti critiche e perplessità” aggiungono le nostre fonti.
“Ora stiamo vivendo nell’attesa della scadenza dell’ultimatum lanciato da Kiir a Machar perché si presenti a Juba entro il 19 febbraio. Dopo quella data il Presidente inizierà la formazione del governo di unità nazionale, previsto dagli accordi di pace, che ci sia o meno Machar. Non sembra però che quest’ultimo possa essere entro dopodomani a Juba”.
L’accordo di compromesso che dovrebbe spianare la strada alla pace è stato mediato dall’IGAD, dalla cosiddetta “Troika delle nazioni” (Norvegia, Gran Bretagna e Stati Uniti) e dall’Unione Africana, che hanno esercitato forti pressioni perché venisse firmato ad agosto.
“L’accordo prevede dunque che Riek Machar ridiventi Primo Vice Presidente, una cosa molto complessa perché tornare dove si era dopo una guerra che ha profondamente separato le persone, che non erano comunque mai state unite, non favorisce di certo l’unificazione nazionale” dicono le fonti di Fides. “Speriamo e vediamo. Ci vorrà molta buona volontà e un continuo spirito di compromesso per far sì che la pace possa tornare nel Paese” concludono le fonti. (L.M.) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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AFRICA/ANGOLA - Campagna di vaccinazioni contro la febbre gialla nella capitale
 
Luanda (Agenzia Fides) – In seguito ad una epidemia di febbre gialla che si sta propagando a Luanda, il vescovo rappresentante della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo nel Mondo (Tocoista), ha esortato tutte le famiglie angolane ad aderire alla campagna di vaccinazione, attualmente in corso nel Paese, contro la pandemia. Nel comunicato ricevuto dall’Agenzia Fides si legge che, secondo il leader religioso, tutte le famiglie devono attenersi agli orientamenti e alle indicazioni delle equipe mediche impegnate nei diversi municipi, dando priorità ai bambini e ai cittadini che non sono mai stati vaccinati. Inoltre, facendo riferimento all’appello del Ministero della Sanità angolano, si legge ancora che nel Paese c’è bisogno di rafforzare le informazioni e dare maggiore responsabilità ad ognuno per evitare il proliferare di mosquitos e prevenire non solo la febbre gialla ma anche malaria, dengue, chikungunya e zica portate dallo stesso vettore.
(AP) (17/2/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/PAKISTAN - Bambini cristiani e musulmani “ambasciatori di pace”
 
Lahore (Agenzia Fides) – I bambini sono la speranza della società e sono i primi messaggeri di pace e armonia, a partire dalle famiglie e dalle scuole: con questo spirito il “Consiglio per il dialogo interreligioso”, organismo con sede a Lahore, ha costituito un team interreligioso di bambini nelle scuole chiamandoli “Ambasciatori di Pace”. Il team è composto da bambini musulmani e cristiani di diverse scuole e madrase (scuole islamiche) ed è aperto a bambini appartenenti ad altre religioni. L’iniziativa è stata caldeggiata e realizzata grazie all’impegno di Francis Nadeem, OFM Cap, che è anche direttore di una scuola avviata dai frati francescani Cappuccini a Lahore e tra i fondatori del “Consiglio per il dialogo interreligioso”.
Il Consiglio ha organizzato una cerimonia in cui i piccoli “Ambasciatori di Pace” hanno formulato un giuramento e preso un impegno in cui si fanno “promotori di pace”. “Essere un ambasciatore non è solo un titolo, ma una grande responsabilità” ha rimarcato Miss Sumera, insegnante alla St. Mary High School. “I bambini sono selezionati come speciali messaggeri perché sono senza paura, e fanno ciò che pensano. I bambini studiano e giocano insieme, senza alcun tipo di discriminazione. I bambini non nutrono rancore nei loro cuori”.
Parlando degli obiettivi di questo programma, la docente ha spiegato a Fides: “Abbiamo suggerito ai bambini: ogni volta che vedete un conflitto tra i vostri fratelli e sorelle o tra i genitori, provate a farvi avanti e giocare il vostro ruolo per la riconciliazione”. La pace è “il disperato bisogno del momento attuale, non solo nel nostro paese, ma nel mondo intero sconvolto dal terrorismo” ha aggiunto.
Il leader musulmano Mufi Syed Ashiq Hussain, membro del Consiglio Interreligioso e direttore dell’ “Istituto del Corano per il nuovo secolo” a Lahore, ha detto ai bambini che “nessuna delle religioni insegna a diffondere l'odio, la discriminazione o la guerra”, e che “tutte le religioni insegnano la pace, la tolleranza, il perdono e l'accettazione”. “Quanto si impara durante l’infanzia si ricorda per tutta la vita” ha soggiunto, rimarcando l’importanza del lavoro educativo con i piccoli, invitandoli a “seminare sempre la pace, per tutta la vita”. (PY-PA) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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ASIA/THAILANDIA - “Stop all’ingerenza nell’amministrazione buddista”
 
Chiang Mai (Agenzia Fides) – “Sta crescendo e prendendo toni inaspettati la pressione di un gruppo numeroso di monaci buddisti impegnati affinchè il buddismo venga incluso come religione di Stato nella bozza della nuova Costituzione”. Lo racconta all’Agenzia Fides una fonte locale ben informata che per motivi di sicurezza non citiamo. “In questi giorni - continua -, in occasione di un corso di aggiornamento presso la grande spianata di Phutthamonthon, fuori Bangkok, i monaci provenienti da varie province hanno rotto il cordone militare dispiegato attorno all’area sacra per impedire l’evento e, soprattutto, il seminario previsto dal titolo significativo: ‘Stop all’ingerenza nell’amministrazione buddista’.”
La nostra fonte dichiara ancora che ciò che ha fatto scattare la molla è stato l’ultimo stop del Governo all’appena nominato ventesimo Supremo Patriarca del Buddhismo thailandese. “La sua elezione non verrà ufficializzata finchè non saranno chiariti alcuni aspetti che vedono l’ultra novantenne Somdet Chuang implicato in scandali economici del potente movimento Dhammakaya, guidato dalla controversa figura carismatica di Phra Dhammachayo. I monaci hanno anche sollecitato il Governo, attualmente guidato da una giunta militare, a proteggere esplicitamente i valori del buddismo messo in crisi da critiche e scandali. Il Re, che avrà l’ultima parola circa la Costituzione e la nomina del Patriarca Supremo, da sempre ha sostenuto e garantito la libertà di religione nel regno siamese”.
(AP) (17/2/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/INDIA - Donare il sangue è un’opera di misericordia
 
Secunderabad (Agenzia Fides) – Donare il sangue come opera di misericordia e di compassione, da riscoprire nell’Anno giubilare: con questo intento la “Catholic Health Association of India” (CHAI) organizza sessioni di “donazione di sangue” nei diversi stati della nazione. Nell’ultima campagna, condotta nell’area di Secunderabad, sono stati coinvolti donatori in quattro villaggi. Ai donatori viene assicurato un check up generale sulle proprie condizioni di salute, con screening diabetico e altri test, nonché un kit che fornisce informazioni su temi come nutrizione e igiene.
Come appreso da Fides, i campi sono organizzati in collaborazione con la “Christian Medical Association of India” (CMAI), e con il “Consiglio Nazionale delle Chiese in India”.
P. Tomi Thomas, direttore generale della CHAI, ha affermato che “nel 2016 si rafforza l’impegno nel ministero di guarigione esercitato dalla Chiesa cattolica, con le sue strutture e con il personale, nell’ottica della compassione”, elogiando il bene compiuto dalla rete sanitaria cattolica, soprattutto in favore dei poveri, dei meno abbienti e degli emarginati che non possono permettersi cure mediche costose. (PA) (Agenzia Fides 17/2/2016)
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AMERICA/VENEZUELA - “Difendere la vita di tutte le persone, promuovere il bene comune”: il Card. Urosa chiama alla conversione
 
Caracas (Agenzia Fides) – Il Cardinale Jorge Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas, ha esortato "nel nome di Dio", a "lottare per la difesa della vita di tutte le persone, a promuovere il bene comune, lasciando da parte gli interessi personali o di partito, e a lavorare per la promozione di una vita migliore, soprattutto per i più poveri".
Così si legge nel messaggio del Cardinale dal titolo "Misericordia e conversione", pubblicato in occasione della Quaresima, che è stato letto domenica 14 febbraio in tutte le chiese, rivolto a tutti i fedeli cattolici dell'arcidiocesi e a tutta la comunità civile.
Nel testo, pervenuto a Fides, il Card. Urosa chiede alle autorità con "saggezza, forza e coraggio” di “applicare le nostre leggi” e mettere definitivamente fine “ai crimini senza criminali". Riferendosi al fatto che in Venezuela molti atti vandalici e tanti crimini, per le autorità non hanno un autore o non si riesce mai a catturare il criminale. Allo stesso tempo incoraggia i funzionari della sicurezza a "non desistere nella lotta alla criminalità, sempre con il rispetto dei diritti umani; e senza mai abusare del potere e delle armi loro consegnate dallo Stato".
Nel suo messaggio quaresimale, l’Arcivescovo di Caracas evidenzia che i venezuelani "soffrono la debolezza dei tribunali nel punire il crimine e i reati, e l'incapacità delle autorità nel risolvere l'orrore del sovraffollamento delle carceri". Ritiene poi “urgente” la conversione della vita delle persone, "data l'avanzata del secolarismo, cioè la freddezza e l'indifferenza religiosa e l'oblio e il rifiuto di Dio", e il respingere vizi e difetti "come la violenza e l'odio, la corruzione, gli sprechi e la pigrizia". "Conversione significa cambio di vita, pentimento, trasformazione e rinnovamento morale", conclude l'arcivescovo di Caracas.
(CE) (Agenzia Fides, 17/02/2016)
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AMERICA/BOLIVIA - Boliviani al voto per il referendum che modifica la durata del mandato presidenziale
 
La Paz (Agenzia Fides) – La prossima domenica, 21 febbraio, i boliviani andranno a votare per il referendum sulla riforma dell'articolo 168 della Costituzione dello Stato Plurinazionale della Bolivia, che tratta del periodo del mandato presidenziale e vice-presidenziale (cinque anni ) e della possibilità di rielezione (una sola volta, in seguito a un mandato precedente). Se il risultato del referendum sarà a favore, la rielezione potrà avvenire due volte, in seguito al mandato. Così, il presidente Evo Morales potrebbe avere un nuovo mandato dal 2020 al 2025.
Secondo l'Ufficio Elettorale, possono partecipare al referendum i boliviani con più di 18 anni che vivono nel paese e i boliviani che vivono in 73 città di 33 paesi esteri in cui lo stato boliviano ha un ufficio consolare.
Dopo le elezioni comunali e regionali del 29 marzo 2015, il “Movimiento al Socialismo” (MAS) del presidente Evo Morales è riuscito a mantenersi come prima forza politica del Paese, ma ha perso diversi suoi bastioni tradizionali, in particolare El Alto, dove aveva vinto dal 2002 (vedi Fides 1/04/2015).
"Come Chiesa Cattolica, affermiamo che l'alternanza è sempre una espressione di democrazia" aveva affermato il Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie, nonché Segretario della Conferenza Episcopale della Bolivia, Sua Ecc. Mons. Eugenio Scarpellini, Vescovo di El Alto, subito dopo che il partito di governo aveva annunciato di ricandidare Evo Morales per la quarta volta alla Presidenza della Repubblica (vedi Fides 17/09/2015).
(CE) (Agenzia Fides, 17/02/2016)

mercoledì 9 dicembre 2015

Bollettino fides News del 9 dicembre 2015

EUROPA/SPAGNA - Il Vescovo di Cadiz y Ceuta chiede a ogni parrocchia di impegnarsi in un'opera di misericordia
Cadiz (Agenzia Fides) – Ogni comunità parrocchiale o religiosa ha una sfida da affrontare nel corso dei prossimi dodici mesi. Il Vescovo della diocesi di Cadiz y Ceuta, Sua Ecc. Mons. Rafael Zornoza Boy, ha infatti chiesto ad ogni parrocchia di assumere l’impegno di realizzare un'opera specifica di carità, in occasione dell'Anno Giubilare della Misericordia aperto a Roma da Papa Francesco.
In una lettera pastorale scritta in occasione del Giubileo, pervenuta anche a Fides, Mons. Zornoza raccomanda: “Curate molto di più la carità rispetto a quanto si fa di solito, come visitare i malati, negli ospedali e in casa, la cura per gli anziani, visitarli nelle loro case, parlare con loro, accompagnarli, portarli fuori per una passeggiata, accompagnare con misericordia le donne che hanno avuto aborti, cercare di curare le loro ferite psicologiche; avere un serio impegno con le attività della Caritas parrocchiale, nei dispensari alimentari, ecc.".
La Caritas diocesana è impegnata in modo particolare con i migranti. La situazione nel sud della Spagna sta diventando molto tesa per i continui tentativi di ingresso da parte di gruppi di africani. Nel 2014 sono entrate 11.146 persone (dalla "frontiera sud"). Oltre 20.000 persone, sempre nel 2014, hanno tentato di superare la rete di Ceuta e Melilla, ma solo 2.300 ci sono riuscite (Vedi Fides 10/03/2015). La diocesi di Cadiz y Ceuta, per la sua posizione geografica che la rende porta d’ingresso al paese dal continente africano, è quella che in Spagna ha avuto il numero maggiore di migranti, con diversi problemi conseguenti.
(CE) (Agenzia Fides, 09/12/2015)
AFRICA/CENTRAFRICA - Ridimensionata la portata degli scontri a Bangui dopo la bocciatura della candidatura di Bozizé
Bangui (Agenzia Fides) - “L’atmosfera che ci ha lasciato Papa Francesco sta ridimensionando molte reazioni, che fino all’altro ieri sarebbero state violente ed ora sono più pacate. Purtroppo però alcuni media continuano a gonfiare notizie di tensioni come quelle di ieri” dicono all’Agenzia Fides fonti missionarie da Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, dove forti speranze si sono accese con la visita di Papa Francesco a fine novembre. Ieri, 8 dicembre, il rigetto da parte della Corte Costituzionale della candidatura dell’ex Presidente François Bozizé alle prossime elezioni presidenziali del 27 dicembre ha provocato nuove tensioni e alcuni scontri.
“In realtà noi che viviamo dalla parte opposta dei quartieri interessati dagli scontri, non ci siamo accorti di nulla e abbiamo appreso dalla radio quello che sarebbe successo” dicono le fonti di Fides. “Questa mattina il centro della capitale era tranquillo e un portavoce del partito di Bozizé ha invitato alla calma i suoi sostenitori. Ha però aggiunto di non poter escludere il verificarsi di nuovi scontri il giorno delle elezioni. Non era una minaccia, ma una constatazione di fatto”.
“La venuta del Papa ha ridato fiducia alla gente e questo ha permesso la ripresa di alcune attività economiche. Non ci facciamo comunque illusioni, perché i gravi problemi del Centrafrica permangono, ma almeno possiamo avere uno sguardo verso il futuro” concludono le fonti di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 9/12/2015)
AFRICA/MALAWI - Anche la giovane Chiesa del Malawi si appresta a vivere il Giubileo della Misericordia
Lilongwe (Agenzia Fides) - “Le diocesi del Malawi si preparano a vivere il Giubileo della Misericordia con grande partecipazione” scrive all’Agenzia Fides, p. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano. “Sabato 12 dicembre la diocesi di Mangochi aprirà la porta della Cattedrale per un anno che sarà una sfida a tutta la Chiesa di essere riconciliata con se stessa ed ecumenicamente aperta alle chiese e alle fedi presenti nel paese. Sarà un anno da raccontare e ascoltare: l'esperienza di una giovane Chiesa ormai cresciuta e pronta al dialogo al suo interno e con il mondo” commenta il missionario.
P. Gamba pensa inoltre che “la visita di Papa Francesco in Africa avrà una forte ripercussione in tutto il continente, anche se occorrerà forse del tempo per vederne i frutti, che saranno comunque abbondanti”. Il Malawi è uno dei Paesi più poveri del mondo, dove la crisi finanziaria che ha comportato forti tagli alla sanità, sta avendo conseguenze gravissime come ad esempio il ritorno della lebbra (vedi Fides 26/11/2015). (L.M.) (Agenzia Fides 9/12/2015)
AFRICA/ANGOLA - “Migliore assistenza sanitaria per la popolazione rurale del Cunene”: progetto per mamme e bambini nell’Angola più remota
Chiulo (Agenzia Fides) – Nel 40° anniversario dell’indipendenza dell’Angola, Medici con l’Africa Cuamm rinnova il proprio impegno nel Paese con il progetto per la salute materna e infantile nella provincia di Cunene: “Migliore assistenza sanitaria per la popolazione rurale del Cunene”. Lanciato a Chiulo, nel sud dell’Angola, ieri, martedì 8 dicembre 2015, il progetto a favore della salute di mamme e bambini ha come obiettivo quello di rafforzarsi presso l’ospedale e nei 3 centri sanitari dove è già in atto, per raggiungere l’intero territorio del Municipio di Ombaja e servire una popolazione di oltre 290 mila persone.
Lo ha riferito all’Agenzia Fides don Dante Carraro, Direttore del Cuamm, che si trova per l’occasione presso l’ospedale diocesano di Chiulo. Partito a marzo 2015, realizzato in collaborazione con AIF – African International Foundation, il progetto si rivolge a una popolazione che vive in un territorio di circa 12 mila chilometri quadrati, occupato per lo più da vaste aree rurali, prive di strade e collegamenti. In questo contesto l’accesso ai servizi sanitari rappresenta la priorità dell’intervento del Cuamm che, in due anni, dal 2015 al 2017, vuole contribuire a ridurre la mortalità materno infantile e il numero di bambini che muoiono sotto i 5 anni per malnutrizione o malattie tanto comuni altrove, quanto fatali (malaria, diarrea, infezioni respiratorie.
Per riuscirci, come ha spiegato il capoprogetto, il Cuamm sta lavorando per garantire assistenza tecnica, clinica e chirurgica, anche con l’aiuto di attrezzature appropriate; oltre a formare e sensibilizzare i circa 200 operatori sanitari (medici, infermieri, ostetriche) impiegati nelle comunità e in ospedale. Nel corso della giornata di lancio del programma è emerso che la pesante siccità degli ultimi mesi sta aggravando il numero dei casi di malnutrizione acuta severa. Ad aggravare il tutto è arrivata dal mese di giugno l’interruzione a livello nazionale delle forniture dei Ready to Use Foods, alimenti terapeutici indispensabili per il trattamento della malnutrizione.
“Anche in questo progetto - ha sottolineato don Dante nel corso dell’evento - è evidente l’importanza del lavorare insieme: il Cuamm non è da solo, ma condivide l’impegno con il governo provinciale, la diocesi di Ondjiva, i donatori. Da soli non si ottengono risultati, insieme sì, come dimostrano gli obiettivi raggiunti in questi mesi di lavoro”. A conclusione della mattinata, si è tenuto lo spettacolo degli attivisti comunitari del municipio di Ombadja che, secondo la tradizione, utilizzano canti e rappresentazioni teatrali come strumento di sensibilizzazione su temi complessi, quali la malnutrizione e la violenza domestica. (AP) (9/12/2015 Agenzia Fides)
ASIA/COREA DEL SUD - Il Card. Yeom: “La visita della delegazione cattolica al Nord è un punto di partenza”
Seul (Agenzia Fides) - “La visita ufficiale compiuta in Corea del Nord ha un significato importante perché questa volta la delegazione era composta da un gran numero di prelati della Corea del Sud. Prego che possa essere un punto di partenza per una maggiore comunicazione tra il Sud e il Nord”: lo dichiara all’Agenzia Fides il Card. Andrew Yeom Soo-jung, Arcivescovo di Seul e Amministratore apostolico di Pyongyang, commentando la recente visita in Corea del Nord da parte di 17 componenti di una delegazione cattolica sudcoreana, che comprendeva quattro Vescovi e 13 sacerdoti. I presenti hanno celebrato la liturgia eucaristica nella Cattedrale di Changchung a Pyongyang, con una assemblea di 70 laici cattolici nordcoreani.
“I nostri sforzi per entrare in contatto con la Corea del Nord risalgono al 2000, quando l'allora Vicario Episcopale per la Pastorale Sociale visitò la Corea del Nord. Nel 2003, i cattolici della Corea del Nord sono venuti da noi e abbiamo celebrato la Messa insieme nella cattedrale di Myeongdong, per la prima volta in 58 anni” ricorda il Cardinale, che a maggio 2014 è stato il primo Arcivescovo di Seul a visitare il complesso industriale del Kaesong, oltre confine.
Ora un passo avanti è stato sancito: dall'anno prossimo, la Chiesa cattolica sudcoreana potrà inviare in Corea del nord sacerdoti a celebrare le liturgie eucaristiche in occasione delle principali solennità del calendario liturgico cattolico. “Come l'Amministratore Apostolico di Pyongyang, credo che l'invio di sacerdoti ad amministrare i sacramenti nella diocesi di Pyongyang sia una priorità”, conferma il Cardinale a Fides.
“Abbiamo negoziato con la Corea del Nord per oltre dieci anni, nella speranza di inviare sacerdoti da Seul a occuparsi della vita religiosa dei credenti della Corea del Nord. Noi stiamo facendo del nostro meglio per raggiungere un consenso sulla questione. Spero che la recente visita possa rappresentare il punto di partenza di un nuovo accordo” conclude. (PA) (Agenzia Fides 9/12/2015)
ASIA/SIRIA - Il Patriarca maronita visita la Siria: “un segno d'amore per il popolo siriano”
Tartus (Agenzia Fides) – Il Patriarca maronita Boutros Bechara Rai ha compiuto una visita di due giorni in Siria, sostando nella città di Tartus, nella regione costiera di Lattakia. Durante la visita, iniziata domenica 6 dicembre, il Primate della Chiesa maronita ha celebrato l'ordinazione episcopale di Joseph Tobji, il nuovo Arcivescovo maronita di Aleppo. La visita in Siria – ha dichiarato ai media locali il Patriarca Rai - “è un segno d'amore e un auspicio di pace per tutto il popolo siriano”. A Tartous, il Patriarca maronita ha avuto occasione di incontrare tra gli altri anche l'Arcivescovo Mario Zenari, Nunzio apostolico in Siria, e il Patriarca greco ortodosso di Antiochia Yohanna X. In alcune dichiarazioni rilasciate a media libanesi, il Patriarca Rai ha anche riferito di aver convocato nella sede patriarcale di Bkerkè tutti i leader delle forze politiche cristiane libanesi per discutere insieme della possibile intesa sulla candidatura di Suleiman Franjieh, capo del partito Marada, alla carica di Presidente della repubblica libanese, vacante dal maggio 2014. (GV) (Agenzia Fides 9/12/2015).
ASIA/BANGLADESH - Missionari scortati, ma le opere sociali vanno avanti
Dinajpur (Agenzia Fides) – “Dopo l'attentato al missionario del PIME padre Piero Parolari, la polizia presidia le missioni di Dinajpur, e noi possiamo uscire solo con la scorta. E’ una situazione che mette a disagio, e speriamo non duri a lungo” racconta all'Agenzia Fides padre Franco Cagnasso, missionario del PIME in Bangladesh.
“Questo episodio si aggiunge ad altri del genere, forse causati dall’intento di destabilizzare il governo colpendo stranieri che vivono in Bangladesh. Fa parte di una situazione tesa e deteriorata. L’anno era iniziato con tre mesi terribili, pieni di violenza in tutto il Paese, di paura, di persone bruciate vive in autobus e camion, per aver osato sfidare l’assurdo blocco proclamato dall’opposizione" ricorda il missionario.
“Poi, gradualmente, la violenza si è placata, seguita fino a settembre da una relativa calma che ha permesso di tornare alla vita normale" anche per i missionari e i religiosi..
“Al Centro Assistenza di Rajshahi - racconta p. Cagnasso, facendo una panoramica sulle opere sociali portate avanti dal Pime - sono ricominciati a venire gli ammalati, mentre a Snehanir, la 'Casa della tenerezza', ai circa 30 ragazzi e ragazze con problemi agli arti si sono aggiunti altri 15 bambini con problemi di udito e di vista”.
Inoltre “la scuola nella baraccopoli di Dacca ha fatto grandi progressi: usando vecchi computer donati da scuole per stranieri, organizza per le ragazze di quinta elementare un corso di informatica, con risultati scolastici ottimi” osserva.
“L’ostello per ragazzi e ragazze ‘Hill Child Home’, nel sud del paese - prosegue - ha inaugurato due dormitori, femminile e maschile. Rimangono purtroppo tensioni continue fra gli aborigeni, come i ragazzi presenti, e i bengalesi, che tentano di impadronirsi delle loro terre. La situazione tesa offre alle autorità il pretesto per negare agli stranieri il permesso di entrare in quelle aree”.
Padre Cagnasso termina ora l'incarico di Superiore dei missionari del PIME in Bangladesh, svolto per quattro anni, e ritorna a svolgere servizio pastorale in una parrocchia a Dacca, dove si occuperà della formazione di un gruppo di studenti di College che mostrano interesse a diventare missionari. (PA) (Agenzia Fides 9/12/2015)
AMERICA/PARAGUAY - Due milioni di fedeli alla festa della patrona del Paraguay
Caacupé (Agenzia Fides) – Quasi due milioni di fedeli, secondo le stime della polizia, si sono riuniti tra lunedì 7 e martedì 8 dicembre, intorno alla Basilica di Nostra Signora dei Miracoli di Caacupé, Patrona del Paraguay, circa 50 chilometri ad est di Asuncion. La Messa principale della festa è stata presieduta dal Vescovo di Caacupé, Sua Ecc. Mons. Catalino Claudio Giménez Medina, alla presenza del Presidente del Paraguay, Horacio Cartes, accompagnato dai suoi collaboratori. Nell’omelia Mons. Giménez ha condannato la corruzione, la violenza armata nel nord, gli attacchi contro le donne e l'aborto.
I pellegrini sono arrivati a piedi, in ginocchio, portando croci, oppure a cavallo o sui carri con i buoi, manifestando la loro devozione alla Vergine. Quest’anno per la prima volta ha partecipato l'associazione dei ciclisti, con diverse centinaia di membri, e perfino un gruppo da Hernandarias, al confine con il Brasile, che ha compiuto un viaggio di due giorni per percorrere 300 km.
Il Vescovo di Caacupé nella sua omelia ha criticato le "chiacchiere politiche" e ha sottolineato "il ripudio del popolo per la violenza armata", riferendosi a un gruppo clandestino che ha rapito alcune persone e militari nel nord del paese (vedi Fides 2/12/2015). "Ripudiamo la violenza domestica e la violenza contro le donne, che va contro la misericordia" ha concluso il Vescovo.
(CE) (Agenzia Fides, 09/12/2015)
OCEANIA/AUSTRALIA - Hacker jihadisti dello Stato Islamico sabotano il sito web di una parrocchia siro-cattolica
Sidney (Agenzia Fides) – Il sito della chiesa siro-cattolica di Sidney intitolata a di Nostra Signora della Misericordia è stato preso di mira da sedicenti hacker legati allo Stato Islamico (Daesh), che hanno inserito nel sito video di decapitazioni e esecuzioni sommarie compiute dai tagliagole jihadisti, insieme a un proclama in cui si esalta la guerra santa contro gli infedeli “fino alla conquista di Roma”. La parrocchia è frequentata da fedeli siro-cattolici originari della Siria e dell'Iraq, e nel recente passato ha curato iniziative di accoglienza e assistenza per i rifugiati fuggiti dalle zone di guerra del Medio Oriente. L'attacco ha provocato shock e amarezza tra i fedeli della comunità parrocchiale, che comunque hanno risposto in maniera energica all'atroce intimidazione. “Qualsiasi cosa accada” si legge nella pagina facebook della parrocchia “le nostre chiese rimangono sante, e e noi rimarremo fedeli per sempre, pregando in ginocchio”. (GV) (Agenzia Fides 9/1 2/2015).
AFRICA/KENYA - Dimissioni del Vescovo di Garissa e successione
Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Il Santo Padre Francesco, in data 8 dicembre 2015,
ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Garissa (Kenya), presentata da Sua Ecc. Mons. Paul Darmanin, O.F.M. Cap., in conformità al can. 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede Sua Ecc. Mons. Joseph Alessandro, O.F.M. Cap., Coadiutore della medesima diocesi. (SL) (Agenzia Fides 9/12/2015)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...