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venerdì 20 ottobre 2017
Nuove da Radiovaticana 20 ottobre 2017
domenica 10 aprile 2016
Il governo ceco cancella un programma di accoglienza per i profughi cristiani iracheni
ASIA/IRAQ - Il governo ceco cancella un programma di accoglienza per i profughi cristiani iracheni |
Praga (Agenzia Fides) Il governo ceco ha sospeso un programma di accoglienza “selezionata” riservato a profughi iracheni cristiani costretti a lasciare le loro case nella Piana di Ninive caduta sotto il contollo dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). La disposizione governativa, ufficializzata nella giornata di giovedì 7 aprile, è stata presa in reazione al tentativo messo in atto da 25 rifugiati cristiani che dopo essere arrivati nella Repubblica Ceca si erano trasferiti senza permesso in Germania, dove hanno presentato richiesta d'asilo dichiarando di volersi ricongiungere con parenti già residenti in città tedesche. L'iniziativa non autorizzata non è piaciuta al ministro degli interni della Repubblica Ceca Milan Chovanec, che via twitter ha riferito di aver chiesto alla polizia “di usare tutti i mezzi legali per fare in modo che queste persone, che hanno abusato della buona volontà della Repubblica ceca e dei suoi cittadini, siano rimandate in Iraq”. Il programma di accoglienza mirata per 153 cristiani iracheni era stato organizzato dalla ONG Generace 21, e presentato come modello di una ricezione ordinata e “sicura” in Paesi europei dei profughi provenienti da aree di crisi dell'Africa e del Medio Oriente. I profughi coinvolti nel programma erano stati selezionati tra i rifugiati cristiani fuggiti dall'Iraq in Libano. Dall'iinizio dell'anno, 89 di loro erano già giunti a piccoli gruppi nella Repubbica ceca. Il programma, rivolto specificamente a profughi cristiani, rappresentava un test implicitamente sintonizzato con le correnti di pensiero – attive soprattutto in alcuni Paesi dell'est europeo - che considerano i profughi cristiani come più “idonei” ad essere accolti in Europa, rispetto ai loro connazionali musulmani. Ma degli 89 cristiani giunti nella Repubblica ceca,negli ultimi giorni già 8 hanno chiesto e ottenuto di far ritorno in Iraq, dichiarando di provare nostalgia per la propria Patria e di trovarsi a disagio in un contesto culturale percepito come estraneo. Il governo ceco è tra quelli che si sono opposti alle proposte di ricollocazione dei rifugiati tra i Paesi europei secondo il sistema delle quote. I sondaggi rivelano che più del 60 per cento dei cechi sono contrari ad accogliere anche profughi che fuggono da zone di guerra. (GV Agenzia Fides 9/4/2015). |
Bollettino Fides News del 9 aprile 2016
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AFRICA/YEMEN - La critica situazione sanitaria dopo un anno di conflitti | |||
Sana’a (Agenzia Fides) – In un anno di guerra, in Yemen, sono morte oltre 6 mila persone e 30 mila sono rimaste ferite. Questi i dati riportati dall’Oms. Oltre 21 milioni di abitanti, l’82% della popolazione totale, necessitano di aiuti umanitari, compresi quasi 2 milioni e mezzo di sfollati. Inoltre, un terzo delle persone bisognose vivono in zone inaccessibili o difficili da raggiungere. Già da prima dell’attuale conflitto bellico il sistema sanitario del Paese aveva dovuto affrontare diverse sfide. Adesso, la violenza in corso ha aggravato maggiormente della situazione. Quasi 19 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile, rimanendo così a rischio di malattie infettive come dengue, malaria e colera. Oltre 14 milioni di yemeniti necessitano di servizi sanitari urgenti, inclusi 2 milioni di bambini gravemente denutriti e donne incinte o neonati che hanno bisogno di cure. Ad aggravare la situazione la chiusura del 25% delle cliniche mediche a causa d ei danni o per mancanza di personale, farmaci e altre risorse. (AP) (9/4/2016 Agenzia Fides) | |||
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ASIA/IRAQ - Il governo ceco cancella un programma di accoglienza per i profughi cristiani iracheni | |||
Praga (Agenzia Fides) Il governo ceco ha sospeso un programma di accoglienza “selezionata” riservato a profughi iracheni cristiani costretti a lasciare le loro case nella Piana di Ninive caduta sotto il contollo dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). La disposizione governativa, ufficializzata nella giornata di giovedì 7 aprile, è stata presa in reazione al tentativo messo in atto da 25 rifugiati cristiani che dopo essere arrivati nella Repubblica Ceca si erano trasferiti senza permesso in Germania, dove hanno presentato richiesta d'asilo dichiarando di volersi ricongiungere con parenti già residenti in città tedesche. L'iniziativa non autorizzata non è piaciuta al ministro degli interni della Repubblica Ceca Milan Chovanec, che via twitter ha riferito di aver chiesto alla polizia “di usare tutti i mezzi legali per fare in modo che queste persone, che hanno abusato della buona volontà della Repubblica ceca e dei suoi cittadini, siano rimandate in Iraq”. Il programma di accoglienza mirata per 153 cristiani iracheni era stato organizzato dalla ONG Generace 21, e presentato come modello di una ricezione ordinata e “sicura” in Paesi europei dei profughi provenienti da aree di crisi dell'Africa e del Medio Oriente. I profughi coinvolti nel programma erano stati selezionati tra i rifugiati cristiani fuggiti dall'Iraq in Libano. Dall'iinizio dell'anno, 89 di loro erano già giunti a piccoli gruppi nella Repubbica ceca. Il programma, rivolto specificamente a profughi cristiani, rappresentava un test implicitamente sintonizzato con le correnti di pensiero – attive soprattutto in alcuni Paesi dell'est europeo - che considerano i profughi cristiani come più “idonei” ad essere accolti in Europa, rispetto ai loro connazionali musulmani. Ma degli 89 cristiani giunti nella Repubblica ceca,negli ultimi giorni già 8 hanno chiesto e ottenuto di far ritorno in Iraq, dichiarando di provare nostalgia per la propria Patria e di trovarsi a disagio in un contesto culturale percepito come estraneo. Il governo ceco è tra quelli che si sono opposti alle proposte di ricollocazione dei rifugiati tra i Paesi europei secondo il sistema delle quote. I sondaggi rivelano che più del 60 per cento dei cechi sono contrari ad accogliere anche profughi che fuggono da zone di guerra. (GV Agenzia Fides 9/4/2015). | |||
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ASIA/FILIPPINE - Liberato l'ex missionario italiano Del Torchio, rapito a ottobre | |||
Zamboanga (Agenzia Fides) Il ristoratore ed ex missionario Rolando Del Torchio, rapito Dipolog City lo scorso ottobre, ha ritrovato la libertà nella giornata di venerdì 8 aprile. La polizia filippina – hanno riferito fonti militari locali – ha ricuperato il 57enne italiano al porto dell'isola di Iolo, mille chilometri a sud di Manila, dove Del Torchio si trovava a bordo di un traghetto passeggeri diretto a Zamboanga. Del Torchio è stato portato subito presso un ospedale militare di Zamboanga, per i controlli medici. Dopo sei mesi di sequestro, l'ex missionario del Pime è apparso molto dimagrito, ma in condizioni fisiche generali soddisfacenti. Poi, la mattina di sabato 9 aprile, l'ex ostaggio è stato trasferito a Manila con un volo privato organizzato dall'ambasciata italiana nelle FIlippine, e adesso – riferiscono le fonti del Ministero degli esteri italiano – è assistito dal personale della rappresentanza diplomatica italiana. Le forze di sicurezza filippine hanno affermato che dietro il rapimento di Del Torchio c'è il gruppo islamista Abu Sayyaf, collogato alla rete di al Qaida. L'isola di Iolo è in effetti una roccaforte del gruppo islamista. Rolando Del Torchio era stato stato prelevato lo scorso 6 ottobre da uomini armati nel ristorante Ur Choice Cafè che gestiva a Dipolop City, nella regione di Zamboanga del Nord, sull'isola di Mindanao. Originario di Angera (Varese), ordinato sacerdote nel 1984, aveva operato a Napoli per alcuni anni e poi era stato inviato a Sebuco, sull'isola di Mindanao (sud delle Filippine). Aveva lasciato il sacerdozio e il suo Istituto missionario nel 2001. (GV) (Agenzia Fides 9/4/2016). |
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