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domenica 10 aprile 2016

Il governo ceco cancella un programma di accoglienza per i profughi cristiani iracheni

ASIA/IRAQ - Il governo ceco cancella un programma di accoglienza per i profughi cristiani iracheni
 
Praga (Agenzia Fides) Il governo ceco ha sospeso un programma di accoglienza “selezionata” riservato a profughi iracheni cristiani costretti a lasciare le loro case nella Piana di Ninive caduta sotto il contollo dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). La disposizione governativa, ufficializzata nella giornata di giovedì 7 aprile, è stata presa in reazione al tentativo messo in atto da 25 rifugiati cristiani che dopo essere arrivati nella Repubblica Ceca si erano trasferiti senza permesso in Germania, dove hanno presentato richiesta d'asilo dichiarando di volersi ricongiungere con parenti già residenti in città tedesche. L'iniziativa non autorizzata non è piaciuta al ministro degli interni della Repubblica Ceca Milan Chovanec, che via twitter ha riferito di aver chiesto alla polizia “di usare tutti i mezzi legali per fare in modo che queste persone, che hanno abusato della buona volontà della Repubblica ceca e dei suoi cittadini, siano rimandate in Iraq”.
Il programma di accoglienza mirata per 153 cristiani iracheni era stato organizzato dalla ONG Generace 21, e presentato come modello di una ricezione ordinata e “sicura” in Paesi europei dei profughi provenienti da aree di crisi dell'Africa e del Medio Oriente. I profughi coinvolti nel programma erano stati selezionati tra i rifugiati cristiani fuggiti dall'Iraq in Libano. Dall'iinizio dell'anno, 89 di loro erano già giunti a piccoli gruppi nella Repubbica ceca.
Il programma, rivolto specificamente a profughi cristiani, rappresentava un test implicitamente sintonizzato con le correnti di pensiero – attive soprattutto in alcuni Paesi dell'est europeo - che considerano i profughi cristiani come più “idonei” ad essere accolti in Europa, rispetto ai loro connazionali musulmani. Ma degli 89 cristiani giunti nella Repubblica ceca,negli ultimi giorni già 8 hanno chiesto e ottenuto di far ritorno in Iraq, dichiarando di provare nostalgia per la propria Patria e di trovarsi a disagio in un contesto culturale percepito come estraneo.
Il governo ceco è tra quelli che si sono opposti alle proposte di ricollocazione dei rifugiati tra i Paesi europei secondo il sistema delle quote. I sondaggi rivelano che più del 60 per cento dei cechi sono contrari ad accogliere anche profughi che fuggono da zone di guerra. (GV Agenzia Fides 9/4/2015).

Bollettino Fides News del 9 aprile 2016

AFRICA/ETIOPIA - “Ascoltare la parola, comunicarla a chi ancora non la conosce”: l’esperienza di bambini missionari
 
Adaba (Agenzia Fides) – “Voglio raccontarvi l’iniziativa che sto portando avanti con i miei ragazzi cattolici di Adaba” ha scritto a Fides don Giuseppe Ghirelli, missionario diocesano fidei donum. “Ogni settimana, il giovedì pomeriggio vado ad Herero, 5 km da Adaba, dove abbiamo la scuola dell’infanzia ed elementare e la piccola chiesa. Non ci sono cattolici, in maggioranza sono mussulmani e pochi cristiani ortodossi. Porto con me i sei ragazzi della casa famiglia di Dodola, per celebrare la Santa Messa. Mentre mi stavo preparando per la Messa ho visto arrivare alcuni bambini, li ho invitati ad entrare e tutti sono venuti in chiesa. Con l’aiuto del catechista mi sono presentato facendomi conoscere e cercando di conoscerli. Prima di iniziare la Messa ho fatto una piccola spiegazione sul segno della croce accorgendomi che per alcuni di loro era la prima volta che lo facevano. Finita la Messa i ragazzi di Dodola, con i quali durante la settimana leggiamo e coloriamo alcune pagine del vangelo, si sono trasformati in piccoli missionari formando gruppetti raccontando ai bambini presenti la storia di Gesù. Per alcuni di loro è stata la prima volta che hanno sentito parlare di Gesù. Poi hanno giocato, fatto amicizia, si sono divertiti con la gioia di potersi incontrare ancora. Alcune persone di passaggio erano incuriosite, osservavano, guardavano.. chissà forse un giorno anche loro entreranno in chiesa!” commenta don Giuseppe. In questa attività missionaria è coinvolto anche l’ufficio dell’Infanzia Missionaria di Missio. “Quando sono stato a trovarli mi hanno dato matite missionarie, lo zaino Missio e quaderni per i ragazzi. Alla domanda ‘qual è il significato dello zaino e del materiale missionario che vi abbiamo dato’ una delle ragazze ha risposto: noi veniamo in chiesa, ascoltiamo quello che ci dice il parroco sul vangelo e lo comunichiamo a quelli che ancora non lo conoscono. Una perfetta sintesi della miss io ad gentes: ascoltare la parola – comunicarla a chi ancora non la conosce”, ha concluso il missionario.
(AP/GG) (9/4/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/YEMEN - La critica situazione sanitaria dopo un anno di conflitti
 
Sana’a (Agenzia Fides) – In un anno di guerra, in Yemen, sono morte oltre 6 mila persone e 30 mila sono rimaste ferite. Questi i dati riportati dall’Oms. Oltre 21 milioni di abitanti, l’82% della popolazione totale, necessitano di aiuti umanitari, compresi quasi 2 milioni e mezzo di sfollati. Inoltre, un terzo delle persone bisognose vivono in zone inaccessibili o difficili da raggiungere. Già da prima dell’attuale conflitto bellico il sistema sanitario del Paese aveva dovuto affrontare diverse sfide. Adesso, la violenza in corso ha aggravato maggiormente della situazione. Quasi 19 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile, rimanendo così a rischio di malattie infettive come dengue, malaria e colera. Oltre 14 milioni di yemeniti necessitano di servizi sanitari urgenti, inclusi 2 milioni di bambini gravemente denutriti e donne incinte o neonati che hanno bisogno di cure. Ad aggravare la situazione la chiusura del 25% delle cliniche mediche a causa d ei danni o per mancanza di personale, farmaci e altre risorse. (AP) (9/4/2016 Agenzia Fides)
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ASIA/IRAQ - Il governo ceco cancella un programma di accoglienza per i profughi cristiani iracheni
 
Praga (Agenzia Fides) Il governo ceco ha sospeso un programma di accoglienza “selezionata” riservato a profughi iracheni cristiani costretti a lasciare le loro case nella Piana di Ninive caduta sotto il contollo dei jihadisti dello Stato Islamico (Daesh). La disposizione governativa, ufficializzata nella giornata di giovedì 7 aprile, è stata presa in reazione al tentativo messo in atto da 25 rifugiati cristiani che dopo essere arrivati nella Repubblica Ceca si erano trasferiti senza permesso in Germania, dove hanno presentato richiesta d'asilo dichiarando di volersi ricongiungere con parenti già residenti in città tedesche. L'iniziativa non autorizzata non è piaciuta al ministro degli interni della Repubblica Ceca Milan Chovanec, che via twitter ha riferito di aver chiesto alla polizia “di usare tutti i mezzi legali per fare in modo che queste persone, che hanno abusato della buona volontà della Repubblica ceca e dei suoi cittadini, siano rimandate in Iraq”.
Il programma di accoglienza mirata per 153 cristiani iracheni era stato organizzato dalla ONG Generace 21, e presentato come modello di una ricezione ordinata e “sicura” in Paesi europei dei profughi provenienti da aree di crisi dell'Africa e del Medio Oriente. I profughi coinvolti nel programma erano stati selezionati tra i rifugiati cristiani fuggiti dall'Iraq in Libano. Dall'iinizio dell'anno, 89 di loro erano già giunti a piccoli gruppi nella Repubbica ceca.
Il programma, rivolto specificamente a profughi cristiani, rappresentava un test implicitamente sintonizzato con le correnti di pensiero – attive soprattutto in alcuni Paesi dell'est europeo - che considerano i profughi cristiani come più “idonei” ad essere accolti in Europa, rispetto ai loro connazionali musulmani. Ma degli 89 cristiani giunti nella Repubblica ceca,negli ultimi giorni già 8 hanno chiesto e ottenuto di far ritorno in Iraq, dichiarando di provare nostalgia per la propria Patria e di trovarsi a disagio in un contesto culturale percepito come estraneo.
Il governo ceco è tra quelli che si sono opposti alle proposte di ricollocazione dei rifugiati tra i Paesi europei secondo il sistema delle quote. I sondaggi rivelano che più del 60 per cento dei cechi sono contrari ad accogliere anche profughi che fuggono da zone di guerra. (GV Agenzia Fides 9/4/2015).
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ASIA/FILIPPINE - Liberato l'ex missionario italiano Del Torchio, rapito a ottobre
 
Zamboanga (Agenzia Fides) Il ristoratore ed ex missionario Rolando Del Torchio, rapito Dipolog City lo scorso ottobre, ha ritrovato la libertà nella giornata di venerdì 8 aprile. La polizia filippina – hanno riferito fonti militari locali – ha ricuperato il 57enne italiano al porto dell'isola di Iolo, mille chilometri a sud di Manila, dove Del Torchio si trovava a bordo di un traghetto passeggeri diretto a Zamboanga. Del Torchio è stato portato subito presso un ospedale militare di Zamboanga, per i controlli medici. Dopo sei mesi di sequestro, l'ex missionario del Pime è apparso molto dimagrito, ma in condizioni fisiche generali soddisfacenti. Poi, la mattina di sabato 9 aprile, l'ex ostaggio è stato trasferito a Manila con un volo privato organizzato dall'ambasciata italiana nelle FIlippine, e adesso – riferiscono le fonti del Ministero degli esteri italiano – è assistito dal personale della rappresentanza diplomatica italiana. Le forze di sicurezza filippine hanno affermato che dietro il rapimento di Del Torchio c'è il gruppo islamista Abu Sayyaf, collogato alla rete di al Qaida. L'isola di Iolo è in effetti una roccaforte del gruppo islamista.
Rolando Del Torchio era stato stato prelevato lo scorso 6 ottobre da uomini armati nel ristorante Ur Choice Cafè che gestiva a Dipolop City, nella regione di Zamboanga del Nord, sull'isola di Mindanao. Originario di Angera (Varese), ordinato sacerdote nel 1984, aveva operato a Napoli per alcuni anni e poi era stato inviato a Sebuco, sull'isola di Mindanao (sud delle Filippine). Aveva lasciato il sacerdozio e il suo Istituto missionario nel 2001. (GV) (Agenzia Fides 9/4/2016).

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

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