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mercoledì 11 agosto 2021

Agenzia Fides 11 agosto 2021

 

AFRICA/CIAD - Il Presidente di transizione invita i gruppi ribelli al “Dialogo nazionale inclusivo"
 
N’Djamena (Agenzia Fides) – Il Presidente di transizione del Ciad ha rivolto un appello ai gruppi ribelli a prendere parte a un "Dialogo nazionale inclusivo", prima dello svolgimento delle elezioni presidenziali e legislative.
Si tratta di un passo importante da parte di Mahamat Idriss Deby, capo del Consiglio militare di transizione (CMT), perché in precedenti dichiarazioni aveva affermato che il governo non avrebbe negoziato con i ribelli.
"Il dialogo franco e sincero che tutti auspichiamo sarà aperto, in modo specifico, ai movimenti politico-militari", ha detto Deby in un discorso sottolineando che “calcoli politici e battaglie di retroguardia che hanno già causato troppi danni al nostro Paese devono essere banditi per sempre".
La giunta si è precedentemente rifiutata di negoziare con i gruppi ribelli, in particolare i combattenti del Fronte per il cambiamento e la concordia in Ciad (FACT), che ad aprile si sono spostati a sud dalle basi in Libia e hanno raggiunto i 300 km dalla capitale N'Djamena.
Deby ha affermato che i gruppi armati hanno "un obbligo patriottico di riconsiderare le loro posizioni" e di aiutare il consiglio di transizione a costruire l'unità nazionale.
Deby ha preso il potere ad aprile dopo che suo padre, l'ex Presidente, è stato ucciso mentre visitava le truppe che combattevano un'insurrezione nel nord. La difficile fase di transizione che vive il Paese è stata al centro delle riflessione della riunione a luglio del Comitato Permanente della Conferenza Episcopale del Ciad (CET). Al termine della riunione i Vescovi hanno auspicato il sostegno al processo di transizione in Ciad da parte dei partner stranieri e l'istituzione di un comitato ad hoc incaricato di nominare i membri del futuro Consiglio nazionale di transizione (CNT). La CET ha auspicato un’accelerazione del dialogo nazionale inclusivo di riconciliazione che dovrebbe riunire tutti gli attori della vita socio-politica del Ciad e l’istituzione di un CNT incaricato di realizzare le necessarie riforme istituzionali per lo sviluppo di un progetto di Costituzione più consensuale, che però tarda a prendere forma. (L.M.) (Agenzia Fides 11/8/2021)
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AFRICA/GHANA- 14 leader religiosi di 4 Paesi africani firmano la dichiarazione contro la schiavitù moderna
 
Accra (Agenzia Fides) – “La tratta di esseri umani è un crimine particolarmente atroce. Questo perché comporta lo sfruttamento e l'abuso di esseri umani a scopo di lucro”, ha affermato don Lazarus Anondee, Segretario generale della Conferenza dei vescovi cattolici del Ghana, nel corso della cerimonia della firma della “Dichiarazione congiunta dei leader religiosi contro la schiavitù moderna” da parte di 14 leader di quattro Paesi africani.
La firma della Dichiarazione è stata ospitata dal Global Freedom Network, il braccio religioso del gruppo internazionale per i diritti umani Walk Free che si dedica ad accelerare la fine di un crimine che colpisce più di 40 milioni di persone nel mondo.
È l'ottava firma dal 2014, quando Papa Francesco e il Grande Ayatollah Mohammad Taqi al-Modarresi si sono uniti ad altri leader di molte delle grandi religioni del mondo nel dichiarare che la schiavitù moderna deve essere sradicata.
La schiavitù moderna è un termine generico che include la tratta di esseri umani, la servitù domestica, le peggiori forme di lavoro minorile e il matrimonio forzato e infantile.
Lo sceicco Armiyawo Shaibu, portavoce del capo nazionale Imam del Ghana, ha affermato che tutte le religioni hanno denunciato questi crimini. "Come leader religiosi, avete una posizione molto speciale nella società ghanese", ha detto lo sceicco Shaibu. “Potete vedere cambiamenti nelle persone che verrebbero ignorati da altri. Quindi siete in una posizione unica per identificare le vittime e metterle in contatto con professionisti che le aiutino a sfuggire dalle mani dei loro aguzzini".
La co-fondatrice di Walk Free Grace Forrest, che si trovava nella capitale del Ghana Accra per la firma, ha affermato che i leader religiosi sono fondamentali nella lotta per porre fine alla schiavitù moderna. "I leader religiosi sono in una posizione unica per osservare e affrontare i casi di schiavitù moderna nelle loro comunità. Questo è particolarmente vero in Africa, dove la fede è radicata nelle comunità e dove c’è una forte incidenza della schiavitù moderna”.
La dichiarazione è stata sottoscritta dai leader religiosi del Ghana, della Repubblica Democratica del Congo, della Nigeria e della Costa d'Avorio-
Sia il National Interfaith Council of South Africa (NICSA) che l'Inter-Religious Council of Kenya (IRCK), che non hanno potuto aderire a causa del COVID-19, hanno affermato che le loro organizzazioni hanno approvato la dichiarazione e sperono di potere al più presto aggiungere le loro firme. (L.M.) (Agenzia Fides 11/8/2021)
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AMERICA/COLOMBIA - Mons. Lascarro Tapia chiede allo Stato di proteggere le comunità che fuggono dalla violenza
 
Magangué (Agenzia Fides) - Il vescovo di Magangué, Mons. Ariel Lascarro Tapia, ha denunciato le violenze nel sud del dipartimento di Bolivar provocate dagli scontri tra gruppi armati per il controllo dell'area.
Gli scontri hanno provocato diverse morti e lo sfollamento di almeno 900 persone nei capoluoghi comunali, cioè nei comuni di Santa del Sur e Montecristo, senza dimenticare il clima di ansia e angoscia che si percepisce tra gli abitanti di queste località. Finora non è stato possibile stabilire il numero esatto di sfollati perché con il passare del tempo arrivano sempre più famiglie in fuga dalla violenza.
Data la grave situazione, il presule ha rivolto un appello urgente al governo nazionale e alle autorità perché pensino a questo territorio che da più di 50 anni è sconvolto da conflitti e per l'invio urgente di aiuti alle cui famiglie sfollate.
Nel video inviato a Fides, monsignor Lascarro ribadisce l'urgenza di trovare una soluzione al conflitto che permetta il ritorno delle famiglie sfollate nei loro territori di origine e che garantisca il rispetto dei loro diritti fondamentali, in particolare il diritto alla vita e a un lavoro dignitoso.
Il vescovo ha ribadito il deciso accompagnamento delle comunità colpite dalle violenze, incoraggiandole in particolare a non abbandonare i propri territori e a perseverare nella rivendicazione dei diritti riconosciuti dalla Costituzione nazionale e che lo Stato deve garantire nella pratica.

Queste famiglie fuggono dagli scontri tra la il Gruppo Armato Organizzato Estructura 37 (GAO E-37), l'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e il clan del Golfo che cercano di controllare questo territorio dove vi sono diverse miniere ed è attraversato dalle rotte che consentono il trasporto della pasta di coca.
L'orografia del territorio fa sì che una famiglia debba camminare dalle 10 alle 15 ore per raggiungere una miniera, sfruttata dai gruppi armati. Negli ultimi giorni sono già stati commessi 10 omicidi mirati, il più eclatante dei quali è quello di Edwin Emiro Acosta Ochoa, riconosciuto capo della comunità mineraria, assassinato nel comune di Tiquisio.
Le famiglie sfollate provengono dalla catena montuosa di San Lucas e dai comuni che appartengono alla catena mineraria formata dalle miniere di Piojó, Repollo, Chocó e Mina Central.

(CE) (Agenzia Fides 11/08/2021)
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AMERICA/BRASILE - I popoli indigeni denunciano il presidente Bolsonaro
 
Brasilia (Agenzia Fides) - Per la prima volta nella storia, i popoli indigeni si rivolgono direttamente al tribunale dell'Aia, con i propri avvocati indigeni, per combattere per i loro diritti.
Il Raggruppamento dei Popoli Indigeni del Brasile (Apib) ha presentato il 9 agosto (data nella quale si celebra la Giornata internazionale dei popoli indigeni) una dichiarazione alla Corte Penale Internazionale per denunciare il governo Bolsonaro per genocidio. L'organizzazione chiede che il procuratore del tribunale dell'Aia esamini i crimini commessi contro le popolazioni indigene dal presidente Jair Bolsonaro, dall'inizio del suo mandato, gennaio 2019, con un attenzione particolare al periodo della pandemia Covid-19.
Sulla base dei precedenti della Corte penale internazionale, l'Apib chiede un'indagine per crimini contro l'umanità (art. 7. b, h. k Statuto di Roma – sterminio, persecuzione e altri atti disumani) e genocidio (art. 6. B e c del Statuto di Roma – procurato gravi danni fisici e psichici e creato deliberatamente condizioni volte alla distruzione delle popolazioni indigene).
"L'Apib chiede un'inchiesta per crimini contro l'umanità e genocidio." Il fascicolo depositato è composto da denunce di leader e organizzazioni indigene, documenti ufficiali, ricerche accademiche e note tecniche, che dimostrano la pianificazione e l'esecuzione di una politica anti-indigena esplicita, sistematica e intenzionale guidata da Bolsonaro.
"Crediamo che vi siano atti in corso in Brasile che costituiscono crimini contro l'umanità, genocidio ed ecocidio. Data l'incapacità dell'attuale sistema giudiziario brasiliano di indagare, perseguire e giudicare queste condotte, denunciamo questi atti alla comunità internazionale, mobilitando la Corte penale internazionale", sottolinea Eloy Terena, coordinatore legale di Apib, si legge nella inviata a Fides dal Consiglio Missionario Indigeno (CIMI).
Per Apib, gli attacchi ai territori e alle popolazioni indigene sono stati incoraggiati da Bolsonaro più volte durante il suo mandato. I fatti che testimoniano il progetto anti-indigeno del governo federale vanno dall'esplicito rifiuto di delimitare nuove terre, a leggi, decreti e ordinanze che cercano di legalizzare attività invasive, provocando conflitti.
"Apib continuerà a lottare per il diritto dei popoli indigeni ad esistere nella loro diversità. Siamo popoli indigeni e non ci arrenderemo allo sterminio", sottolinea Eloy, che è uno degli otto avvocati indigeni che hanno firmato la dichiarazione.

Nella storia recente del Brasile sono stati denunciati diversi episodi di violenza contro i popoli indigeni, come riportato dal rapporto elaborato dal Consiglio Missionario Indigeno (CIMI) nel 2020 (Vedi Fides 1/10/2020).

(CE) (Agenzia Fides 11/08/2021)

lunedì 14 ottobre 2019

Agenzia Fides 14 ottobre 2019

AFRICA/CIAD - Mese Missionario Straordinario: “Nessuno di noi è giunto alla fede da solo o attraverso i propri sforzi” dice il Vescovo di Goré
 
N’Djamena (Agenzia Fides) - “Indicendo il Mese Missionario Straordinario, il Papa vuole dare a ciascuno di noi l'opportunità di rendersi conto che la nostra fede in Gesù Cristo manifestata nel battesimo è innanzitutto un dono di Dio per il quale ogni giorno dobbiamo ringraziarLo” ha affermato Sua Ecc. Mons. Martin Waingue Bani, Vescovo di Goré, nel sud del Ciad, nell’omelia di domenica 6 ottobre, nella quale si è celebrata l’apertura del Mese Missionario Straordinario Ottobre 2019.
“Nessuno di noi è giunto alla fede da solo o attraverso i propri sforzi” ha sottolineato Mons. Waingue Bani. “La fede nasce dall'ascolto della Parola di Dio e questa parola non può essere ascoltata se non c'è qualcuno che la annuncia. Ognuno di noi ha avuto nella sua vita una madre, un padre, un catechista, un prete, una suora, in breve una testimonianza del Vangelo che lo ha portato alla conoscenza di Gesù”. Pertanto, questo Mese Missionario deve essere anche un'opportunità per noi per ricordare tutti coloro che ci hanno portato il Vangelo, a partire dai primi missionari, i Padri Spiritani e Cappuccini, e tutte le congregazioni missionarie, maschi e femmine. Ognuno di loro ha contribuito con la propria pietra alla costruzione di questa Chiesa Famiglia di Dio qui a Doba, senza dimenticare i numerosi catechisti senza i quali Gesù Cristo non sarà annunciato nelle profondità dei nostri villaggi” ha ricordato il Vescovo.
Tutto questo è reso possibile dall’azione dello Spirito Santo ha aggiunto Mons. Waingue Bani: “È grazie all'azione dello Spirito Santo che possiamo credere e amare Gesù. Questo è il motivo per cui la nostra fede è un dono gratuito di Dio, al quale possiamo rivolgere la nostra lode quotidiana per tutti i suoi benefici. Ma come seme che riceviamo e seminiamo per produrre cibo per noi e per i nostri cari, così la fede ci spinge a raddoppiare i nostri sforzi per condividerli con i nostri fratelli e sorelle come una buona novella”.
“Sia che abbiamo scelto di seguire il Signore nel matrimonio o nella vita consacrata, siamo chiamati a testimoniare la nostra fede nella vita concreta di ogni giorno. In questo senso, essere battezzati o essere cristiani significa essere discepoli missionari, è assumersi la responsabilità e la sofferenza come dice San Paolo nell'annuncio del Vangelo” ha rimarcato il Vescovo.
Mons. Waingue Bani ricorda che “la prima missione cattolica in Ciad, prima a Kou Doholo e poi trasferita qui a Doba, è stata aperta sotto il patrocinio di Santa Teresa di Gesù Bambino. Ecco perché questa cattedrale che ci accoglie per la celebrazione di apertura di questo Mese Missionario Straordinario, porta il nome di Santa Teresa di Gesù Bambino perché è qui che è nata la prima comunità della nostra diocesi, una comunità che è il frutto di questo seme della Parola di Dio gettato nel terreno 90 anni fa dai primi missionari cattolici, i padri Spiritani francesi Heriau e Columbus. Tutto questo per dire che la prima forma di evangelizzazione è prima di tutto la testimonianza della vita di preghiera e carità”. (L.M.) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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AFRICA - Mese Missionario Straordinario: la vera sfida è una missione di speranza per l’ Africa
 
Kara (Agenzia Fides) – “Restituire un posto di rilievo al messaggio di speranza che porta il Vangelo di Cristo è fondamentale per la missione in Africa. Cristo è venuto in mezzo a noi affinché avessimo vita in abbondanza”, dice all’Agenzia Fides padre Donald Zagore, teologo della Società per le Missioni Africane, in occasione della celebrazione del Mese Missionario Straordinario, in corso nel continente. “Sofferenza, disperazione, cultura della morte, stanno costantemente scalfendo la vita della nostra gente in Africa: è più che mai urgente portare loro il giusto conforto . L'africano ha bisogno di essere consolato nel suo essere. Il Vangelo di Cristo deve essere in grado di guarire i cuori feriti di un continente segnato da tanta sofferenza. L'Africa ha bisogno di missionari di speranza”, insite il teologo.
Padre Donald parla di “una speranza liberatrice, che immerge l'uomo africano in una dinamica di ‘emancipazione olistica’, che il suo completamento nella nascita di comunità di fede cristiane africane in grado di essere significative per l'intera società. Queste comunità di fede siano tenaci difensori di un’etica di convivenza, pace, unità e fraternità”.
“La speranza cristiana deve poter essere presentata all'uomo africano come una realtà non solo escatologica, ma una realtà di oggi, che sia tangibile e che l'uomo africano può toccare e contemplare quotidianamente. Una missione di speranza rimane la grande sfida per l'attività missionaria in Africa”, conclude p. Zagore.
(DZ/AP) (14/10/2019 Agenzia Fides)
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ASIA/INDIA - Leader politici e religiosi ricordano l'Arcivescovo di Shillong, deceduto negli Stati Uniti
 
Shillong (Agenzia Fides) - Condoglianze e espressioni di solidarietà e profonda gratitudine sono state espresse dal Primo ministro indiano, Narendra Modi, che ha guidato i leader politici e religiosi nel ricordare il 68enne Dominic Jala Sdb, Arcivescovo di Shillong, deceduto in un incidente d'auto in California (USA) il 10 ottobre. Intanto la comunità cattolica nello stato di Meghalaya (India Nord Orientale), dove era nato e dove svolgeva il suo ministero episcopale, è immersa nella preghiera.
L'Arcivescovo salesiano "sarà ricordato per il suo impeccabile servizio alla società e la passione per il progresso di Meghalaya. Possa la sua anima riposare in pace”, ha twittato il Primo ministro indiano il 12 ottobre, subito dopo la notizia della scomparsa del presule cattolico.
Secondo quanto riferito dalla polizia americana, l'incidente è avvenuto intorno alle 23,00, ora locale, del 10 ottobre quando l'Arcivescovo Jala era in viaggio in California insieme a p. Mathew Vellankal e a p. Joseph Parekkatt, due sacerdoti indiani impegnati nel servizio pastorale negli Stati Uniti. Padre Vellankal, che era alla guida dell'auto, e l'Arcivescovo Jala, che era sul sedile anteriore, sono morti sul colpo mentre l'altro prete ha subito gravi ferite ed è ricoverato in ospedale.
L'Arcivescovo, dopo aver preso parte alla "visita Ad limina" dei Vescovi dell'India nord-orientale in Vaticano, era andato negli Stati Uniti per partecipare a una riunione della Commissione Internazionale per la liturgia e per incontrare alcuni amici sacerdoti.
L'Arcivescovo era il primo prete della tribù Khasi, uno dei gruppi etnici di spicco di Meghalaya. Nello stato la notizia ha creato shock e commozione. In particolare i fedeli cattolici in tutta la regione hanno ricordato la vita e il contributo dell'Arcivescovo Jala alla società.
Sacerdoti e religiosi dell'Arcidiocesi di Shillong hanno dichiarato: “È davvero una triste notizia per tutti noi sapere che il nostro amato Arcivescovo è morto, lontano dalla sua terra natale, lontano da noi. Stiamo aspettando il ritorno dei suoi resti mortali. Successivamente, potremo organizzare le esequie. A partire da ora, invitiamo tutti a pregare per noi, a pregare per la nostra arcidiocesi e soprattutto a pregare per l'anima del caro Arcivescovo”.
Numerosi leader politici del Meghalaya, come il Primo Ministro dello stato, Conrad Sangma, hanno inviato messaggi di cordoglio e solidarietà.
Mons. John Moolachira, Arcivescovo di Guwahati e presidente del Consiglio dei Vescovi cattolici del Nordest dell'India, ha scritto: “Affidiamo la sua anima nelle mani del Creatore. Noi Vescovi cattolici dell'India nord-orientale siamo addolorati per la sua scomparsa. In questo momento di dolore ci rivolgiamo ed espriminiamo la nostra vicinanza spirituale a sacerdoti, a religiosi e a fedeli dell'Arcidiocesi di Shillong: preghiamo per l'eterno riposo dell'anima del defunto e per tutta l'arcidiocesi di Shillong". (SD) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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ASIA/PAKISTAN - Diritti umani e libertà religiosa per un Pakistan tollerante e inclusivo
 
Karachi (Agenzia Fides) - E' necessario sviluppare una nuova cultura nazionale per rendere il Pakistan più tollerante e inclusivo per i seguaci di tutte le fedi: lo hanno hanno sottolineato gli attivisti della società civile partecipando a un seminario organizzato nei giorni scorsi a Karachi dal "Center for Social Justice" (CSJ) per discutere di libertà religiosa e diritti umani in Pakistan alla luce di vari aspetti legali.
Come appreso dall'Agenzia Fides, studenti, attivisti, membri di Ong, uomini politici e leader delle minoranze religiose hanno preso parte alla discussione, sottolineato la necessità di favorire l'armonia interreligiosa nel paese e rilevando gli ostacoli al rispetto dei diritti umani in Pakistan.
"Pur avendo numerose leggi nella Costituzione che garantiscono la libertà sociale, culturale e religiosa alle minoranze, l'adesione e il rispetto di quelle leggi restano limitati", ha affermato il direttore esecutivo del CSJ, il cattolico Peter Jacob. “In generale, la libertà religiosa è indiscussa a livello legale - ha rimarcato - ma bisognerebbe creare un'ampia narrativa nazionale per promuoverla realmente nella vita sociale in Pakistan".
Ha proseguito Jacob: “Abbiamo bisogno di un altro 'Paigham-e-Pakistan' (una dichiarazione pubblica da parte del governo, ndr), con tutte le parti interessate, compresa la società civile, le minoranze, le donne, gli educatori e gli studenti, per sviluppare questa narrazione. Alcuni dei problemi che affrontiamo sono il risultato di sfide di carattere religioso. È necessario sviluppare una voce consolidata per rendere il Pakistan più tollerante e inclusivo", ha affermato.
Mahnaz Rahman, donna leader della "Fondazione Aurat" ha ribadito: “Il fondatore del Pakistan, Ali Jinnah, sognava un paese in cui tutte le componenti società fossero incluse e con pari diritti. La religione è una scelta personale e dovrebbe essere rispettata ", ha detto, tracciando il concetto di "cittadinanza", come idea-chiave per a tutti, indipendentemente da status sociale, cultura, credo sono concessi medesimi diritti e uguale voce, senza discriminazioni.
Il fondatore della "Commissione interreligiosa per la pace e l'armonia", presente al seminario, il leader islamico Allama Muhammad Ahsan Naqvi ha ribadito il desiderio di "unità con i nostri fratelli indù e cristiani", aggiungendo di essere "in prima linea per salvaguardare i loro diritti". E ha detto. "È fondamentale che ognuno di noi faccia la sua parte per la prosperità del Paese, espellendo quanti seminano odio per dividerci".
I presenti, come il prof. Riaz Shaikh, docente all'Università del Punjab, hanno ricordato l'importanza dell'articolo 20 della Costituzione del Pakistan, che tratta dei diritti dei cittadini pakistani, affermando che "un modello inclusivo è indispensabile per portare il paese fuori dall'oscurità".
“L'autocritica è vitale per affrontare il problema. Ci deve essere un motivo per cui, dalla fondazione del Pakistan, il numero di non-musulmani si è ridotto dal 25-30% a un mero 3%", ha detto. “Bisogna riconoscere che religione è stata usata nella nostra società come strumento per risolvere le controversie e ottenere benefici. L'intolleranza è divenuta diventando un problema enorme, difficile da affrontare".
Gli esponenti della minoranze religiose, indù e cristiani, hanno ribadito di "sentirsi pienamente pakistani, di essere attaccati alla madrepatria" e di "voler essere accettati come pakistani perché questo paese è la nostra casa”. (PA) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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AMERICA/BOLIVIA - I Vescovi chiedono “elezioni limpide per una democrazia autentica”
 
La Paz (Agenzia Fides) – “Stiamo andando a queste elezioni in un clima di sfiducia, per paura di una possibile manipolazione del processo elettorale. Questa situazione ci spinge a chiedere che tutti gli elettori vadano alle urne, per esercitare il loro dovere e il loro diritto, senza alcuna pressione, politica, sociale o economica”. Lo affermano i Vescovi della Bolivia in un comunicato dal titolo “Elezioni limpide per una democrazia autentica”, pubblicato in vista delle elezioni che si terranno il 20 ottobre, per eleggere il Presidente, il Vicepresidente, 130 deputati e 36 senatori per il quinquennio 2020-2025.
La Conferenza episcopale ricorda ai cittadini di votare “con una chiara consapevolezza delle reali esigenze del nostro Paese, dei suoi problemi, delle sue potenzialità e scegliere il partito che ha presentato proposte concrete e realizzabili nel quadro del bene comune e dei valori democratici di libertà, giustizia e pari dignità di ogni boliviano”. Dal momento che le elezioni sono alla base del sistema democratico e si fondano sul rispetto del voto individale, “devono essere svolte in modo trasparente e sotto lo stretto controllo di osservatori internazionali, giurie elettorali, partiti politici e degli stessi elettori, in modo che il risultato delle urne sia rigorosamente accolto, nel rispetto della decisione sovrana del popolo boliviano”.
Il messaggio dei Vescovi sottolinea il diritto di ognuno ad avere “informazioni obiettive e veritiere”, confidando che i media seguano da vicino l'intero processo elettorale, non esitando “a denunciare eventuali fatti irregolari e fraudolenti”. Infine invitano alla preghiera: “L'importanza trascendentale di questo momento ci spinge a pregare il Dio della vita e della verità, in modo che tutti i cittadini e le autorità, attraverso elezioni trasparenti e pacifiche, contribuiscano a costruire una Bolivia più democratica e una vera casa per tutti”.
Secondo le informazioni raccolte da Fides, la Bolivia è stata il paese sudamericano che ha registrato la maggiore crescita economica negli ultimi anni, nonostante il contesto di debolezza regionale, grazie soprattutto agli investimenti pubblici e al rafforzamento della domanda interna. A livello politico si registra confusione e malcontento, in quanto è ancora alto il numero dei poveri e degli abusi di potere. (SL) (Agenzia Fides 14/10/2019)
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AMERICA/MESSICO - Due milioni di fedeli al pellegrinaggio della Vergine di Zapopan
 
Jalisco (Agenzia Fides) – La fede cattolica dei messicani si è espressa pubblicamente il 12 ottobre, nel tradizionale pellegrinaggio della Vergine di Zapopan, in Messico. Quasi due milioni di fedeli hanno accompagnarono "La Generala", al suo ritorno nella Basilica come accade ogni anno da quasi 300 anni. Il pellegrinaggio percorre poco più di nove chilometri, durante il quale i fedeli pregano il rosario, cantano e acclamano la Vergine. I Cardinali Francisco Robles Ortega, Arcivescovo di Guadalajara, e Juan Sandoval Iñiguez, Arcivescovo emerito della stessa circoscrizione ecclesiastica, hanno accompagnato i fedeli.
All’inizio e al termine del pellegrinaggio, i Porporati hanno commentato la realtà del popolo messicano, che mostra il suo rifiuto dell'aborto e il suo sostegno alla vita dal momento del concepimento. Il Cardinale Sandoval Iñiguez ha sottolineato che quando i cattolici non sono coerenti con la loro fede, allora le autorità federali agiscono in un certo modo contro la libertà e la famiglia.
Nella messa di benvenuto alla Vergine a Zapopan, il Cardinale Francisco Robles, ha affermato che il diritto fondamentale di ogni persona è quello alla vita. “Le ideologie vogliono imporre il loro programma sulla società e pian piano stanno minando le coscienze, al punto che fanno sembrare buono qualcosa che non lo è, finendo per confondere ed erodere valori e paradossalmente, proprio i diritti più elementari come la vita e la libertà di coscienza" he detto.
Il Cardinale Robles Ortega ha sottolineato che non si può parlare di una "rifondazione di Jalisco" senza la Vergine Maria, facendo riferimento al programma del governo statale: "Una rifondazione di Jalisco non può rinunciare alle sue radici, non può rinunciare alla sua storia centenaria, non può essere rifondata al di fuori di Gesù Cristo, della Vergine Maria e dei valori del suo regno di giustizia, pace, amore, solidarietà e fraternità".
Infine l’Arcivescovo di Guadajara ha parlato del Mese Missionario e del suo rapporto con Maria, in quanto "l'immagine (della Vergine di Zapopan) è portatrice di Dio". Quindi ha messo in evidenza la stretta relazione della Vergine Maria con la Chiesa, "modello di virtù per l'intera comunità degli eletti”. “I Vescovi ad Aparecida ci ricordano che, nel mistero di Maria, come lei e seguendo il suo esempio, la Chiesa trova la sua identità e la sua missione di madre, discepola, missionaria e di servizio”.
(CE) (Agenzia Fides, 14/10/2019)

lunedì 16 maggio 2016

Bollettino Agenzia Fides del 16 maggio 2016

AFRICA/CENTRAFRICA - ONG cristiane e islamiche unite per promuovere la pace
 
Bangui (Agenzia Fides) - “Partnership interconfessionale per il consolidamento della pace nella Repubblica Centrafricana (CIPP)”. È questo il nome di un progetto comune finanziato da un gruppo di ONG cristiane e islamiche per sostenere il processo di pacificazione nel Paese africano che sta compiendo importanti progressi per uscire dalla guerra civile,
Il CIPP è promosso dalla piattaforma interreligiosa per la pace del Centrafrica, fondata nel 2013 dai rappresentanti delle tre religioni più importanti del paese, l'Arcivescovo cattolico di Bangui, Mons. Dieudonné Nzapalainga, il presidente del Consiglio islamico centrafricano, Imam Oumar Kobine Layama, e il presidente dell’Alleanza Evangelica, il pastore Nicolas Guérékoyaméné-Gbangou, dal Catholic Relief Service (CRS), dall’ Islamic Relief Worldwide, da World vision e Aegis Trust.
“Per la prima volta, i partner sosterranno un progetto della durata di 5 anni, una cosa che non hanno mai fatto” ha dichiarato Mons. Nzapalainga.
L’iniziativa ha ricevuto un finanziamento di 7 milioni di dollari dall’Agenzia americana per lo sviluppo (USAID), che si aggiungono ad altri 4 milioni donati da privati. Il programma ha tre obiettivi strategici: rafforzamento della capacità delle istituzioni centrafricane affinché diventino promotrici della coesione sociale; sviluppo economico degli strati più poveri della popolazione; sostegno alle vittime delle violenza ed educazione alla pace.
Il progetto è stato presentato a Bangui il 13 maggio con la proiezione di un’intervista ai tre leader della piattaforma interreligiosa per la pace che affermano che la crisi centrafricana non è confessionale, come spesso è stata presentata, ma politica e sociale. (L.M.) (Agenzia Fides 16/5/2016)
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AFRICA/CIAD - Migliaia di profughi sudanesi in Ciad hanno disperato bisogno di aiuto
 
N’Djamena (Agenzia Fides) - I rifugiati sudanesi nel campo di Goz Amer, nel Ciad orientale, lamentano una grave carenza di aiuti umanitari, servizi sanitari e generi alimentari. Un gruppo di profughi del campo, in una intervista ad una emittente radiofonica locale, ha dichiarato che presso le strutture sanitarie del campo, che ospita più di 35 mila rifugiati, mancano farmaci e medici per i controlli di routine. I profughi sono costretti ad acquistare le medicine a prezzi molto alti in farmacie esterne al campo. Inoltre, lamentano una diminuzione delle razioni mensili di generi alimentari e acqua potabile. (AP) (16/5/2016 Agenzia Fides)
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AFRICA/EGITTO - Presentato in Parlamento il nuovo progetto di legge sulla costruzione dei luoghi di culto
 
Il Cairo (Agenzia Fides) – Il progetto di legge sulla costruzione dei luoghi di culto è stato presentato oggi, 16 maggio, agli uffici competenti del Parlamento egiziano, che dovrà discutere e esprimersi sul nuovo testo legislativo nelle prossime settimane. Il progetto di legge – riferiscono fonti locali consultate dall'Agenzia Fides – consiste in 13 articoli, comprende al suo interno anche la definizione di “chiesa” e la descrizione dei meccanismi con cui risolvere eventuali problemi con le autorità amministrative locali. La nuova legge riconosce anche il diritto dei Vescovi a ricorrere al Consiglio di Stato in caso di ritardi imposti in maniera artificiosa alle procedure per la costruzione di nuove chiese.
La nuova legislazione dovrebbe portare alla totale archiviazione delle regole disposte dal cosiddetto “Decreto Hamayoni”, la legge risalente al periodo ottomano che ancora regola la costruzione delle chiese in Egitto, ed è all'origine di numerose controversie a livello locale. Secondo tali regole, la costruzione delle chiese cristiane è sottoposta a vincoli che non pesano sulla costruzione di moschee, come il divieto di costruire luoghi di culto cristiani vicino alle scuole, ai canali, agli edifici governativi, alle ferrovie e alle aree residenziali. In molti casi, l'applicazione rigida di quelle regole ha impedito di costruire chiese in città e paesi abitati dai cristiani, soprattutto nelle aree rurali dell'Alto Egitto. Inoltre, finora la costruzione di ogni nuova chiesa doveva essere autorizzata direttamente dal Presidente egiziano. La nuova proposta di legge prevede che la costruzione di nuove chiese sia vagliata e autorizzata dalle autorità locali. (GV) (Agenzia Fides 16/5/2016).
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ASIA/IRAN - Pastore rilasciato, tre fedeli trattenuti
 
Teheran (Agenzia Fides) - E' stato rilasciato il Pastore protestante iraniano Yousef Nadarkhani, della "Chiesa dell'Iran", arrestato nei giorni scorsi a Rasht, mentre altri tre fedeli arrestati il 13 maggio sono ancora in custodia. Come informa l'Ong Catholic Solidarity Worldwide (CSW), gli arresti sono parte di un raid della polizia in una decina di case cristiane. E’ la seconda volta che il Pastore Nadarkhani è stato arrestato dopo il suo rilascio dal carcere nel settembre 2012. Il Pastore era stato accusato di apostasia e condannato a morte nel 2010, nel 2012 è stato rilasciato dalla prigione dopo l' assoluzione dall'accusa.
Una nota di CSW osserva: "Restiamo profondamente preoccupati per la sorte dei cristiani ancora detenuti. Il governo promuove incursioni costanti nelle case e ripetuti arresti di cristiani senza ragione. Continuiamo a chiedere all'Iran di rispettare gli obblighi costituzionali e internazionali sui diritti umani". (PA) (Agenzia Fides 16/5/2016)
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ASIA/PAKISTAN - La misericordia tra cristianesimo e islam
 
Lahore (Agenzia Fides) - “La misericordia nel cristianesimo e nell'islam": è il titolo di un seminario organizzato a Lahore, in occasione dell'Anno giubilare, dal "Consiglio per il Dialogo interreligioso in Pakistan", coordinato da p. Francis Nadeem OFM Cap e guidato dal leader islamico sufi Pir Shafaat Rasool. Il seminario, tenutosi nell scorse settimane, si è incentrato sui valori comuni presenti in islam e cristianesimo.
Come comunicato a Fides dal Consiglio, p. Qaisar Feroz, tra i leader cristiani intervenuti, ha citato diversi passi dell’Antico e del Nuovo Testamento sulla misericordia, ricordando che "Dio è misericordioso e ci chiede di essere misericordiosi". Mentre ci si sofferma troppo spesso su fatti che "accendono l'odio e le differenze, c'è un disperato bisogno di creare situazioni di pace, di tolleranza, di perdono e di misericordia" ha detto, rimarcando che "l'Anno della misericordia proclamato da Papa Francesco è di estrema importanza per il mondo intero", ed è "un invito a costruire la cultura della misericordia, valore comune per islam e cristianesimo".
Pir Shafaat Rasool ha poi descritto la prospettiva dell'Islam sulla misericordia, riferendosi a molti versetti del Corano. "Nessuno ha diritto di convertire forzatamente un credente di un’altra religione" ha detto. "La misericordia è l'unico canale che attira un essere umano ad abbracciare una religione", ricordando che islam e cristianesimo hanno una comune origine. "La misericordia è il fattore chiave in entrambe le religioni e ascoltando l'appello di Papa Francesco, dobbiamo diffondere la misericordia nella nostra società" ha concluso.
I relatori musulmani presenti hanno espresso grande apprezzamento per il gesto di Papa Francesco di celebrare il 2016 come "Anno della Misericordia", auspicando che questo possa servire a promuovere l'armonia interreligiosa e ad estirpare l'estremismo dai cuori. "Continueremo a diffondere il messaggio della Misericordia in Pakistan, sperando che la pace possa prevalere nella nostra società". I partecipanti hanno approvato all'unanimità una risoluzione che chiede ai leader religiosi, ai politici, agli educatori e alla stampa, di contribuire a promuovere valori come misericordia, perdono e tolleranza, facendo appello ai seguaci di tutte le religioni per diffondere il messaggio di pace e armonia. (PA) (Agenzia Fides 16/5/2016)
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ASIA/GIORDANIA - Iniziata la costruzione del centro polifunzionale “Nostra Signora del Monte” a Anjara
 
Anjara (Agenzia Fides) - Su iniziativa della Parrocchia dedicata alla Madonna della Visitazione, hanno preso inizio i lavori per la costruzione di un centro polifunzionale ad Anjara,nel nord della Giordania. Il progetto, dedicato alla Madonna del Monte, servirà le esigenze pastorali della parrocchia, offrendosi anche come luogo di riferimento per iniziative sociali e educative a servizio di tutta la popolazione locale. I primi a fruire dei nuovi spazi saranno i bambini accolti in affido dalla parrocchia, animata dai sacerdoti e dalle suore dell'Istituto del Verbo Incarnato.

Il nuovo centro si svilupperà su 3 piani. Il primo piano comprende 10 camere e 5 bagni e verrà utilizzato dai bambini. Il piano terra e il secondo piano saranno a disposizione di pellegrini e visitatori. La struttura verrà utilizzata anche per incontri, conferenze e workshop. Negli altri spazi, nel seminterrato e al terzo piano, saranno allestiti spazi polivalenti messi a disposizione della popolazione locale anche per eventi sociali e privati.
La costruzione dell'opera avverrà sotto il controllo del dipartimento per lo sviluppo dei progetti che fanno capo al Patriarcato Latino di Gerusalemme. La struttura dovrebbe essere completata nell'arco di otto mesi. (GV) (Agenzia Fides 16/05/2016).
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AMERICA/STATI UNITI - Migliaia di cubani arrivano a El Paso, la Chiesa chiede solidarietà
 
El Paso (Agenzia Fides) – Dinanzi all'arrivo quotidiano a El Paso in Texas, località di frontiera negli Stati Uniti d’America, di centinaia di cubani che erano stati fermati in precedenza a Panama, l’accoglienza in questa città è ormai al collasso e sono anche esaurite le risorse per sostenerli finanziariamente.
Secondo una nota pervenuta a Fides, il Vescovo della diocesi di El Paso, Sua Ecc. Mons. Mark Joseph Seitz, ha dichiarato: "è preoccupante l'arrivo dei cubani, perché non è stato notificato nè il numero di coloro che possono rimanere più a lungo qui, nè il numero di coloro che devono arrivare, e non è neanche aumentato il sostegno finanziario del governo federale”.
Mons. Seitz ricorda che il centro sociale Houchen è l'unico autorizzato a livello locale ad accogliere i migranti cubani, che solo qui possono ricevere un sostegno mensile di $ 445 mentre ottengono il permesso di lavoro, ma con l'arrivo massiccio di tanti migranti non è più possibile assicurarlo.
Da qualche giorno, segnala la nota, stanno arrivando voli giornalieri che trasportano i cubani dal Panama a Ciudad Juarez, e subito dopo questi si spostano a El Paso. Il Vescovo ha segnalato inoltre alla stampa locale che la maggior parte dei cubani arrivati sono destinati a Houston o a Miami, ma almeno il 10 per cento di loro non può continuare il suo viaggio senza un aiuto.
Si prevede che circa 3.000 cubani arriveranno questa settimana e la prossima a Ciudad Juarez e quindi a El Paso, perciò la diocesi di El Paso chiede il sostegno di tutti per aiutarli.
(CE) (Agenzia Fides, 16/05/2016)
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AMERICA/COLOMBIA - Congresso Missionario a Bucaramanga: “Chiesa colombiana in uscita missionaria"
 
Bogotà (Agenzia Fides) – "Siamo Chiesa colombiana in uscita missionaria" è il tema del XII Congresso Missionario Nazionale della Colombia che si svolgerà a Bucaramanga dal 26 al 29 maggio. Ad organizzarlo sono le Pontificie Opere Missionarie (POM) della Colombia insieme alla Conferenza Episcopale, particolarmente la Commissione Episcopale per l'Animazione Missionaria, e all'arcidiocesi di Bucaramanga.
Secondo le informazioni pervenute a Fides, saranno presenti i delegati delle 77 giurisdizioni ecclesiastiche del paese. Coordinati da padre Mario Álvarez Gómez, Direttore Nazionale delle POM, un gruppo di Vescovi, sacerdoti, religiose e missionari, hanno preparato il materiale per l’animazione del Congresso.
Nel documento di preparazione, le POM presentano gli obiettivi dell'incontro: "risvegliare, approfondire e maturare la consapevolezza e l'azione missionaria delle nostre Chiese particolari, perché i loro progetti e processi d'evangelizzazione rispondano con generosità ed efficacemente alle sfide della missione ad gentes".
La Messa di apertura sarà presieduta dal Card. Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, giovedì 26 maggio. Il Cardinale terrà anche la prima conferenza del Congresso, il giorno seguente, sul tema: “Coscienza e responsabilità missionaria delle Chiese particolari”.
Il programma dei lavori prevede testimonianze e conferenze di Vescovi, religiosi e missionari, fino alla celebrazione dell’invio missionario, sempre presieduta dal Card. Filoni, il 28 maggio. Domenica 29 la Messa di chiusura e la consacrazione missionaria a Nostra Signora del Rosario di Chiquinquirá, Patrona della Colombia, che sarà presieduta da Sua Ecc. Mons. Luis Augusto Castro Quiroga, Arcivescovo di Tunja e Presidente della Conferenza Episcopale della Colombia.
(CE) (Agenzia Fides, 16/05/2016)
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AMERICA/ECUADOR - Un mese dopo il terremoto: celebrazioni religiose mentre continua l’emergenza
 
Quito (Agenzia Fides) – Ad un mese di distanza dal sisma che ha isolato la zona costiera settentrionale dell’Ecuador, 120 mila bambini hanno urgente bisogno di spazi provvisori dove poter frequentare le lezioni scolastiche. Il terremoto del 16 aprile ha provocato la morte di 660 persone, ha distrutto i sistemi idrici e danneggiato 33 centri sanitari, la metà dei quali risultano non operativi come pure 560 scuole e circa 10 mila edifici. Per celebrare questa triste ricorrenza, nel Paese oggi sono previste delle cerimonie religiose, alcune all’aperto perchè le chiese sono andate distrutte o danneggiate nella provincia di Manabí, la più colpita dal terremoto insieme a quella di Esmeraldas. Attualmente il 75% dei bambini sono rientrati a scuola e oltre 30 mila persone sono accolte in rifugi ufficiali dove ricevono assistenza di base oltre che sostegno psicologico e sanitario. “In una regione dove 1 bambino su 5 soffre di diarrea e denutrizione cronica è essenziale da re loro gli strumenti fondamentali per la loro sopravvivenza e crescita”, ha dichiarato il rappresentante Unicef in Ecuador. Il devastante terremoto ha lasciato 7600 famiglie in alloggi provvisori e accampati in tende di campagna donate dai Paesi amici e dagli organismi internazionali. (AP) (16/5/2016 Agenzia Fides)

Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro

Tutto sull'arrivo del nuovo arcivescovo Mons. Riccardo Lamba

  LA CHIESA UDINESE ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO MONS. RICCARDO LAMBA Un momento storico, di grande solennità e festa, sarà celebrato domen...