ASIA/TURCHIA - Cattolici e ortodossi celebrano insieme nella "Grotta di Pietro" la festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo |
Antakya (Agenzia Fides) – Anche quest’anno, nella città di Antakya - l’antica Antiochia sull’Oronte, attualmente in territorio turco - battezzati cattolici e ortodossi si apprestano a vivere intense occasioni di comunione nelle giornate del 28 e 29 giugno, nel contesto della memoria liturgica dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Il centro delle celebrazioni condivise sarà ancora una volta la cosiddetta “Grotta di Pietro” (nella foto), l’antica chiesa rupestre sul monte Silpius, riaperta nel 2015 dopo un restauro durato molti anni. Il padre cappuccino Domenico Bertogli, parroco cattolico di Antakya, anticipa all’Agenzia Fides i momenti salienti delle imminenti celebrazioni, occasione per cristiani di diverse confessioni di camminare insieme, con rinnovata fede, sull’esempio dei due Santi Apostoli. Le celebrazioni si aprono martedì 28 giugno, alle ore 18, con la liturgia eucaristica in programma nella chiesa ortodossa di Antakya. Mercoledì 29 giugno, alle 10, nel giardino della Grotta di San Pietro, le celebrazioni ecumeniche prenderanno avvio alla presenza dell’Arcivescovo Marek Solczyński, Nunzio apostolico in Turchia, del Vescovo Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia, e del Vescovo Kostantin, inviato di Yohanna X Patriarca greco ortodosso di Antiochia. Le celebrazioni si apriranno con l’esecuzione dell’inno nazionale turco, e proseguiranno con letture in turco e arabo di brani tratti dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli, insieme a brevi riflessioni dell’Arcivescovo Solczyński, del Vescovo Bizzeti e del Vescovo ortodosso Kostantin, il tutto intervallato da preghiere e canti delle diverse comunità. La celebrazione prevede anche la preghiera comune del Padre Nostro e dell’Ave Maria in turco, la recita di una preghiera per la pace, la benedizione impartita dai vescovi presenti e la benedizione dei Pani benedetti, con il canto finale intonato dagli ortodossi. Dopo la cerimonia, cattolici e ortodossi condivideranno il pranzo in un ristorante. Nel pomeriggio, la comunità cattolica si ritroverà nel cortile della chiesa cattolica di Antiochia per la solenne concelebrazione eucaristica. L'antica chiesa rupestre di San Pietro conserva ancora la fisionomia che le diedero i crociati, che conquistarono l'antica Antiochia sull'Oronte nel 1098. Ma già i bizantini avevano trasformato in cappella il luogo dove si incontravano i primi battezzati nei periodi di persecuzione, nella città dove per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani e dove fu Vescovo San Pietro, prima di venire a Roma. Il restauro terminato nel 2015 ha posto fine allo stato di abbandono in cui versava la Grotta di Pietro, reso ancora più avvilente da rozzi interventi precedenti. In anni passati, Patriarchi e Vescovi sono stati spesso presenti alle celebrazioni che vi si sono svolte in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo. (GV) (Agenzia Fides 28/6/2022) |
Filippesi 1,4 ... e sempre, in ogni mia preghiera per tutti voi, prego con gioia...
mercoledì 29 giugno 2022
Cattolici e ortodossi celebrano insieme nella "Grotta di Pietro" la festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo
sabato 21 maggio 2022
VI DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)
Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Bianco
Antifona d'ingresso
Con voce di gioia date l’annuncio,
fatelo giungere ai confini della terra:
il Signore ha riscattato il suo popolo. Alleluia. (Cf. Is 48,20)
Si dice il Gloria.
Colletta
Dio onnipotente,
fa’ che viviamo con intenso amore questi giorni di letizia
in onore del Signore risorto,
per testimoniare nelle opere il mistero che celebriamo nella fede.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
Oppure (Anno C):
O Dio, che hai promesso di stabilire la tua dimora
in coloro che ascoltano la tua parola
e la mettono in pratica,
manda il tuo santo Spirito,
perché ravvivi in noi la memoria
di tutto quello che Cristo ha fatto e insegnato.
Egli è Dio, e vive e regna con te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
PRIMA LETTURA (At 15,1-2.22-29)
È parso bene, allo Spirito Santo e a noi, di non imporvi altro obbligo al di
fuori di queste cose necessarie.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli: «Se non
vi fate circoncidere secondo l’usanza di Mosè, non potete essere salvati».
Poiché Paolo e Bàrnaba dissentivano e discutevano animatamente contro costoro,
fu stabilito che Paolo e Bàrnaba e alcuni altri di loro salissero a Gerusalemme
dagli apostoli e dagli anziani per tale questione.
Agli apostoli e agli anziani, con tutta la Chiesa, parve bene allora di
scegliere alcuni di loro e di inviarli ad Antiòchia insieme a Paolo e Bàrnaba:
Giuda, chiamato Barsabba, e Sila, uomini di grande autorità tra i fratelli. E
inviarono tramite loro questo scritto: «Gli apostoli e gli anziani, vostri
fratelli, ai fratelli di Antiòchia, di Siria e di Cilìcia, che provengono dai
pagani, salute! Abbiamo saputo che alcuni di noi, ai quali non avevamo dato
nessun incarico, sono venuti a turbarvi con discorsi che hanno sconvolto i
vostri animi. Ci è parso bene perciò, tutti d’accordo, di scegliere alcune
persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Bàrnaba e Paolo, uomini
che hanno rischiato la loro vita per il nome del nostro Signore Gesù Cristo.
Abbiamo dunque mandato Giuda e Sila, che vi riferiranno anch’essi, a voce,
queste stesse cose. È parso bene, infatti, allo Spirito Santo e a noi, di non
imporvi altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie: astenersi dalle
carni offerte agl’idoli, dal sangue, dagli animali soffocati e dalle unioni
illegittime. Farete cosa buona a stare lontani da queste cose. State bene!».
Parola di Dio
SALMO RESPONSORIALE (Sal 66)
Rit: Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
SECONDA LETTURA (Ap 21,10-14.22-23)
L’angelo mi mostrò la città santa che scende dal cielo.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la
città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della
gloria di Dio. Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima,
come pietra di diaspro cristallino.
È cinta da grandi e alte mura con dodici porte: sopra queste porte stanno
dodici angeli e nomi scritti, i nomi delle dodici tribù dei figli d’Israele. A
oriente tre porte, a settentrione tre porte, a mezzogiorno tre porte e a
occidente tre porte.
Le mura della città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici
nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
In essa non vidi alcun tempio:
il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello
sono il suo tempio.
La città non ha bisogno della luce del sole,
né della luce della luna:
la gloria di Dio la illumina
e la sua lampada è l’Agnello.
Parola di Dio
Canto al Vangelo (Gv 14,23)
Alleluia, alleluia.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola, dice il Signore,
e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui.
Alleluia.
VANGELO (Gv 14,23-29)
Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
+ Dal Vangelo
secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
«Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a
lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie
parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha
mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo
Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e
vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi
rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho
detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».
Parola del Signore
Preghiera dei fedeli
Il Signore ci ama nel profondo e il nostro compito di cristiani è solo quello
di aver fiducia in questo sguardo d’amore.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore prendi dimora in noi.
1. Perché il rapporto con te non si riduca ad un resoconto dei nostri
fallimenti e delle nostre vittorie. Preghiamo.
2. Perché ci sia sempre continuità tra la nostra fede in te e la nostra
partecipazione alla vita sociale. Preghiamo.
3. Perché la pace, condizione interiore prima che equilibrio esteriore,
accompagni sempre il nostro cammino. Preghiamo.
4. Perché la tua voce ci ricordi sempre che siamo liberi figli di Dio e nulla
di meno. Preghiamo.
O Padre, Tu ci chiedi solo di abbandonarci al tuo abbraccio paterno. Aiutaci a
sopportare la nostra fragilità che ci tiene lontani da te e dal tuo amore. Te
lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
sabato 11 maggio 2019
QUARTA DOMENICA DI PASQUA - C 12 maggio 2019
T – Signore, pietà!
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
Parola di Dio
Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».
Parola di Dio
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore
- Per la
Chiesa di Cristo: sentendosi discepola fedele del Signore risorto, sappia
ascoltare, con docilità, la sua parola di vita per fare profonda
esperienza di lui così da seguirlo come unica via al Padre; preghiamo.
- Per tutti i
cristiani: la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni li veda
impegnati a riscoprire la propria vita come vocazione alla fede,
rendendo, così, possibile il sorgere, nella Comunità, di nuovi chiamati ad
una vita di speciale consacrazione; preghiamo.
- Per tutti i
sacerdoti, i missionari, i religiosi, le religiose e i laici consacrati:
vivano con gioia la loro donazione al Signore per esser, nel mondo, segno
e fermento della fecondità della vita consacrata; preghiamo.
- Per quanti
si trovano in grande difficoltà a causa delle calamità naturali e dei
disastri ambientali: vivano nella certezza che «hanno lavato le loro
vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello» e, dal Cristo risorto,
attingano consolazione e forza per affrontare ogni tribolazione;
preghiamo.
- Per questa
nostra Comunità parrocchiale: guardando al Signore Gesù, che per noi offre
la vita, si senta impegnata a coltivare sentimenti di bontà, di amore e di
servizio gioioso; preghiamo.
mercoledì 5 luglio 2017
Agenzia fides 5 luglio 2017
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ASIA/SIRIA - Il Presidente siriano Assad incontra il nuovo Patriarca e i Vescovi della Chiesa cattolica greco-melchita | |||
Damasco (Agenzia Fides) – Le Chiesa cattolica greco melchita e le altre Chiese e comunità ecclesiali presenti in Siria hanno giocato un “ruolo importante” a livello nazionale durante il conflitto siriano, soprattutto perchè hanno contribuito a custodire il senso di unità e di appartenenza nazionale di fronte ai tentativi di diffondere “idee estremiste”. E' questo il riconoscimento tributato dal Presidente siriano Bashar al Assad al nuovo Patriarca cattolico greco melchita Youssef, da lui ricevuto a Damasco insieme a una delegazione di Vescovi melchiti, nella giornata di martedì 4 luglio. Il ricevimento presidenziale è avvenuto nella cornice delle cerimonie per l'insediamento del nuovo Patriarca nella sede di Damasco. L'agenzia ufficiale siriana SANA, con i suoi toni consueti, dà notizia dell'incontro riferendo che durante i colloqui è stato celebrato lo spirito del popolo siriano e la capacità delle sue diverse componenti di resistere insieme alla “guerra terroristica”, determinando gli esiti di un conflitto “i cui effetti determineranno le sorti di tutti i popoli della regione”. Il 71enne Youssef Absi è stato eletto Patriarca di Antiochia dei greco-melchiti mercoledì 21 giugno. Nativo di Damasco, possiede anche la cittadinanza statunitense. Appartiene alla Società dei missionari di San Paolo (Padri Paolisti), sorta nel Novecento in seno alla Chiesa cattolica greco-melchita con l'intento di alimentare la vita spirituale dei fedeli soprattutto attraverso la predicazione e le missioni popolari. Prima di essere eletto Patriarca era Arcivescovo titolare di Tarso e Vicario patriarcale a Damasco. Prima dell'inizio del conflitto siriano, le stime più ricorrenti accreditavano in Siria la presenza di circa 235mila cattolici greco melchiti. (GV) Agenzia Fides 5/7/2017) | |||
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ASIA/TURCHIA - Imponenti misure di sicurezza per la celebrazione ecumenica in onore dei Santi Pietro e Paolo a Antiochia | |||
Antakya (Agenzia Fides) – Quest'anno sono state imponenti le misure di sicurezza messe in campo in occasione della celebrazione della festa dei Santi Pietro e Paolo ad Antakya, l'antica Antiochia sull'Oronte, nella provincia turca dell'Hatay. Lo riferisce il padre cappuccino Domenico Bertogli, in un breve resoconto delle celebrazioni inviato all'Agenzia Fides. Anche quest'anno, il centro delle giornate di festa è stata la “Grotta di Pietro”, l'antica chiesa rupestre sul monte Silpius, riaperta alle visite nel 2015, dopo un restauro durato molti anni. Alle 10 del 29 giugno – riferisce padre Bertogli – presso la grotta si è svolta una celebrazione ecumenica presieduta dal Vescovo Kostantin, Igumeno del monastero di S. Elia in Libano – rappresentante di Yohanna X, Patriarca di Antiochia dei siro-ortodossi – e dal Vescovo Paolo Bizzeti, SJ, Vicario apostolico dell'Anatolia. Il Comune di Antakya – avverte p. Bertogli - “ha provveduto alle sedie, all’impianto di amplificazione e ai pullman per portare i fedeli”. Alla celebrazione hanno preso parte, tra gli altri, un archimandrita e 5 sacerdoti ortodossi, 6 sacerdoti cattolici e il reverendo coreano Jakub, pastore protestante di Antakya. Nei loro vari interventi, introdotti dal padre cappuccino Paolo Raffaele Pugliese, Vescovi e sacerdoti si sono soffermati “sull’importanza di questa città” e sul fatto di “vivere uniti nel rispetto e nell’amore". "Si è pregato per la pace in turco, arabo e coreano, con un pensiero particolare alla vici na Siria, martoriata da un’assurda, lunga guerra civile. Veramente” aggiunge il frate cappuccino “è stato un richiamo quanto mai forte a camminare insieme con rinnovata fede, sull’esempio dei due grandi Apostoli”. L'antica chiesa rupestre di San Pietro conserva ancora la fisionomia che le diedero i crociati, che conquistarono l'antica Antiochia sull'Oronte nel 1098. Ma già i bizantini avevano trasformato in cappella il luogo dove si incontravano i primi battezzati nei periodi di persecuzione, nella città dove per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani e dove fu Vescovo San Pietro, prima di venire a Roma. Il restauro recente ha posto fine allo stato di abbandono in cui versava la Grotta di Pietro, reso ancora più avvilente da rozzi interventi precedenti. In anni passati, Patriarchi e Vescovi sono stati spesso presenti alle celebrazioni che vi si sono svolte in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo. (GV) (Agenzia Fides 5/7/2017) | |||
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ASIA/NEPAL - Dopo il terremoto, cresce la fede nel popolo di Dio | |||
Kathmandu (Agenzia Fides) – In un evento tragico come il terremoto, non manca la grazia di Dio: è quanto emerge dal contesto del Nepal dove, dopo il forte sisma del 2015, si è rafforzata la fede nel popolo di Dio: “Il terremoto è stato orribile e spaventoso. Ma nella tragedia ci siamo sentiti vicini l'uno all'altro, abbiamo pregato con costanza, abbiamo messo in moto uno sforzo di solidarietà e ricevuto aiuti da diverse parti del mondo. In tal modo, gradualmente, ci hanno aiutato a ricostruire le nostre vite e i mezzi di sostentamento. Abbiamo sperimentato la resilienza, la pazienza e l'ottimismo, la speranza e il coraggio, anche in un'esperienza così dolorosa. La nostra fede ne è uscita rinsaldata”, racconta a Fides una donna cattolica nepalese di nome Uttara. “Il sisma non ha indebolito l'amore e la solidarietà dei cristiani e dei non-cristiani. Ci ha colpito ricevere aiuti da persone di tutto il mondo, senza alcuna differenza di fede. Siamo stati toccati dal vedere tanto amore e compassione della gente nei nostri confronti: questo ci ha aiutato a renderci conto della misericordia di Dio nella nostra vita” aggiunge un’altra cristiana, Babita, parlando a Fides. Molti uomini e donne, cristiani nepalesi (nel paese i cristiani sono solo l’1,4% della popolazione, dei quali 8.000 cattolici, su circa 30 milioni di abitanti a maggioranza indù), esprimono il medesimo concetto e dicono a Fides che l’evento drammatico del terremoto ha contribuito a rafforzare la loro fede in Dio e a sperimentare concretamente lo spirito di solidarietà. Alla fase di emergenza, assistenza e ricostruzione, hanno cooperato le istituzioni civili, il governo, le Ong, gli enti internazionali, le comunità religiose come la Chiesa cattolica attraverso la Caritas. Sono trascorsi due anni da quel 25 aprile del 2015, quando un terremoto di magnitudo 7.8 ha scosso il Nepal. Oltre 8.500 persone sono morte, oltre mezzo milione di case distrutte, oltre cinque milioni di persone in qualche modo interessate dagli effetti del sisma: si tratta del disastro naturale dagli effetti maggiormente letali della storia del paese. Tra gli organismi cattolici, Caritas India e Nepal e le Caritas di altri paesi occidentali sono state ampiamente coinvolte nell’opera di riabilitazione, nella ricostruzione di abitazioni con criteri e materiali antisismici, in progetti per il sostegno e lo sviluppo delle genti colpite . A due anni dal sisma, numerose famiglie si sono installate in nuove case, ha riferito “Cafod” (Caritas del Regno Unito), spiegando che “la risposta umanitaria include il sostegno a partner locali per organizzare laboratori di formazione professionale con persone appartenenti alle comunità colpite, in modo che possano costruire case più sicure, in grado di sopportare scosse di terremoto”. Le donne, rileva Cafod, hanno subito in modo sproporzionato l’impatto del terremoto e per questo i progetti di riqualificazione educativa e professionale avviati rappresentano “un'ancora di salvezza per loro”. Non mancano programmi per ricostruire le scuole, i sistemi idrici, le aziende agricole. La Caritas, con tutti i suoi partner e agenzie di vari paesi, è tuttora impegnata in progetti e iniziative che mirano a restituire dignità delle persone colpite e aiutare i sopravvissuti a ricostruire un futuro prospero. (SD-PA) (Agenzia Fides 5/7/2017) | |||
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AMERICA/VENEZUELA - “Bisogna rispettare i diritti umani in Venezuela” chiede Mons. Padron; un altro giovane morto negli scontri | |||
Bogotà (Agenzia Fides) – Il Presidente della Conferenza Episcopale del Venezuela (CEV), l’Arcivescovo di Cumaná, Mons. Diego Rafael Padrón Sanchez, ha ricordato che la crisi sociale e politica nel suo paese è "molto grave" e che serve con urgenza un dialogo tra il governo e l'opposizione per evitare ulteriori morti. Mons. Padron Sanchez ha fatto queste dichiarazioni parlando con la stampa colombiana, durante la sua visita ai Vescovi della Colombia riuniti a Bogotà per la loro 103ma Assemblea Plenaria. "Che la crisi venezuelana sia molto grave lo dimostrano i tre mesi di proteste continue" ha commentato Mons. Padrón Sánchez, sottolineando che manca chiarezza sulla questione dei diritti umani. Attualmente si parla di circa 85 persone, soprattutto giovani, che sono morti durante le proteste, ma non c’è alcun registro o informazioni precise su questi casi. "Riusciamo a conoscere queste notizie dal racconto della gente… c'è anche un gran numero di accuse di violazioni dei diritti umani sotto forme mai pensate e in ogni senso" ha denunciato l'Arcivescovo di Cumaná, secondo le informazioni pervenute a Fides. Mons. Padron ha negato che la Chiesa in Venezuela sia perseguitata, ma ha riconosciuto che il suo lavoro viene ostacolato. "In questo momento ciò di cui il Venezuela ha bisogno non è una nuova Costituzione, ma che i problemi di cibo, medicine, libertà e rispetto della dignità umana vengano risolti" ha concluso. Nella diocesi venezuelana di San Cristóbal, Sua Ecc. Mons. Mario Moronta ha intanto pubblicato un comunicato per vietare l’uso delle parrocchie e dei locali annessi per il referendum del 16 luglio, organizzato dagli organi del governo nella zona, per decidere se sostenere o meno la contestata Assemblea Nazionale Costituente. “Si tratta di un'attività eminentemente politica e di partito - si legge nel comunicato -. I leader possono farlo, se lo desiderano, nelle aree pubbliche aperte, ma non in chiese, cappelle, luoghi di culto o nei loro cortili o nelle vicinanze". Ieri nel comune di Cardenas (Tachira), un giovane di 25 anni è morto durante uno scontro con la Guardia Nazionale durante le manifestazioni in questa zona. Non è stata ancora chiarita la vicenda, ma sembra che sia stato colpito da un lacrimogeno. (CE) (Agenzia Fides, 05/07/2017) | |||
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AMERICA/STATI UNITI - Il Card. Tobin: “Noi cattolici americani siamo una Chiesa di migranti” | |||
Orlando (Agenzia Fides) – Nel contesto della chiusura del più grande incontro di cattolici nord americani svoltosi ad Orlando, negli Stati Uniti d’America, al quale hanno partecipato più di 3 mila persone, l'Arcivescovo di Newark (New Jersey), il Card. Joseph William Tobin C.Ss.R. ha rilasciato un'intervista al quotidiano La Croix in cui sottolinea la forza dell'identità cristiana dinanzi alla crisi che vivono oggi molti paesi. "Come seguaci di Gesù, dobbiamo fare attenzione a non escludere gli altri – afferma il Cardinale -. Il clima di insicurezza ha provocato un patriottismo esagerato negli Stati Uniti. Ognuno si identifica prima di tutto come un americano piuttosto che come discepolo di Gesù. Tutto ciò che passa avanti alla nostra identità cristiana, diventa idolatria. E noi stessi, cattolici americani, siamo presi da questo rischio". Alla domanda sui rapporti della Chiesa con il Presidente Trump, il Card.Tobin risponde: "Donald Trump è un uomo d'affari. Dice che cerca sempre di concludere un accordo. I Vescovi devono stare attenti, perché farà vedere di essere contro l'aborto, che non li costringerà a sostenere la contraccezione ... E in cambio, chiede il silenzio sulle sue parole così irrispettose degli altri o sul fatto di riportare alla frontiera i migranti. E' pericoloso. Noi cattolici americani siamo una Chiesa di migranti. Abbiamo sempre lavorato a loro favore”. (CE) (Agenzia Fides, 05/07/2017) |
Foglio della Collaborazione Pastorale Di San Giorgio di Nogaro
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